Una mini guida per conoscere i principi fondamentali dell’ecodesign, e non farsi cogliere impreparati quando si tratta di scegliere un prodotto attento all’ambiente.
Ogni giorno si sentono nominare sostenibilità, risparmio energetico, prodotti ecologici. Ma quali caratteristiche deve avere un oggetto per essere realmente rispettoso dell’ambiente? Facciamo chiarezza, almeno per quanto riguarda il settore della casa e dell’abitare in generale.
1- Le materie prime
Un mobile eco è costruito con materiali rinnovabili, riciclabili e abbondanti sul territorio. Inoltre, è importante che sia breve la distanza tra la fonte delle materie prime e il luogo di lavorazione, per limitare le emissioni di CO2 nel trasporto. La quantità di prodotto riciclabile è alta rispetto agli scarti prodotti nella lavorazione. Infine, è auspicabile che i materiali siano facilmente riciclabili a fine ciclo vitale.
2- La produzione
2- La produzione
Un oggetto a basso impatto ambientale, oltre a consumare poco e ad essere riciclato o riciclabile, ha alle spalle un processo produttivo attento all’impatto ambientale. La sua produzione riduce al minimo gli scarti e non disperde sostanze tossiche o nocive. Infine, richiede un dispendio energetico contenuto in tutta la fase di produzione, anche per limitare l’emissione di gas serra.
3- L’estetica
3- L’estetica
Il discorso ambientale, specialmente in tema arredamento, non può prescindere soluzioni nate per soddisfare le esigenze dell’ambiente senza dimenticare l’estetica dall’estetica. Nasce così il concetto di ecodesign, seguito da molte aziende del settore. Un libro pubblicato dal Ministero dell’Ambiente, Design italiano per la sostenibilità, curato dall’architetto e designer Marco Capellini, descrive molti prodotti di ecodesign, esclusivamente made in Italy. Lo stesso Capellini, inoltre, è l’ideatore di Matrec (http://www.matrec.it/), la prima banca dati italiana di ecodesign dedicata ai materiali riciclati e al loro impiego nel mondo della produzione.
4- Il riciclo
4- Il riciclo
Con 67 bottiglie di plastica si fa l’imbottitura di un piumino matrimoniale, quattro pallet di legno bastano per costruire una scrivania, con 11 contenitori del latte si costruisce un annaffiatoio. Sono alcuni esempi concreti di riciclo. L’utilizzo, il riciclo e il riutilizzo di alcuni materiali chiave, come alluminio, vetro, acciaio e cartone, porta alla creazione di prodotti d’arredo e di complementi sempre più innovativi ed ecologici. Il vetro e l’alluminio riciclato sono spesso usati per i pavimenti. Tavoli, sedie e poltrone possono essere fatti in cartone, acciaio o alluminio riciclato. Mentre per camere da letto, bagni e cucine, il legno riciclato prodotto da Pannello Ecologico è un riferimento per molti progettisti.
5-Il riuso
5-Il riuso
Diverso dal riciclo, che prevede la trasformazione dei materiali recuperati, è il riuso, cioè il riutilizzo di un prodotto obsoleto, spesso in chiave diversa. Per questo è possibile incontrare gli ecodesigner nelle discariche: dove noi vediamo solo spazzatura, loro cercano ispirazione per nuovi usi degli oggetti.
6- L’innovazione
6- L’innovazione
L’ecodesign comprende anche gli elementi tecnologici della casa, come gli elettrodomestici e l’illuminazione. Oggi, la stragrande maggioranza dei prodotti elettronici è di plastica, alluminio e carbonio. Ma il futuro sembra essere altrove: per esempio nei computer di bambù, come l’ ECO book della Asus. Lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi di ultima generazione (classe A+ o AAA) riducono i consumi energetici e di acqua. Per l’illuminazione, invece, una soluzione sono le lampade a led: sebbene non siano ancora competitive sul prezzo iniziale, permettono di ottimizzare i costi elettrici e la frequenza di acquisto.
7- I costi
7- I costi
Il fattore design incide sul costo dei prodotti eco, così come per qualsiasi mobile tradizionale; i prezzi variano da poche decine di euro per semplici complementi di cartone, a cifre più impegnative per elementi in metallo. L’acquisto di questi ultimi, però, in certi casi è una piccola forma di investimento. L’acciaio e l’alluminio sono beni quotati in borsa, e perciò alcuni produttori, come Alulife, applicano il concetto di riacquisto del bene: il cliente che vuole disfarsene può rivenderlo al fornitore alla quotazione del momento.
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