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sabato 4 giugno 2011

Belle curve sulla cover di Vogue giugno


Tre modelle over size e con curve sexy campeggiano sulla copertina di Vogue Italia di giugno, in edicola da oggi.

Il mensile, punto di riferimento per la moda e le tendenze, dedica per la prima volta la sua cover alle donne dalle curve morbide, qui immortalate a tavola, in sexy lingerie, dall'obbiettivo di Steven Meisel.

La scelta, che si puo' definire rivoluzionaria, si inserisce in un percorso, da tempo intrapreso dalla testata e più volte dichiarato, teso ad avvicinare il mondo della moda a tutte le donne vere, quelle che vivono le proprie rotondità senza complessi e in tutta naturalezza.

Nello stesso percorso rientra l'apertura del canale Curvy su Vogue.it, avvenuta contestualmente al lancio del sito poco più di un anno fa, e la recente raccolta firme promossa sul suo blog dalla direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani contro i siti "pro-anorexia", quelli che promuovono l'anoressia come modello di bellezza a cui ispirarsi.

"La donna curvy torna in tutta la sua bellezza.
L'esuberanza di un corpo con forme accentuate è molto più sexy e accattivante", ha commentato Franca Sozzani.

domenica 27 febbraio 2011

La saga dei fiammiferi Saffa ..








In immagini una mini saga dei fiammiferi, accessori indispensabili e quotidiani.
Un oggetto umile e effemero ma talmente indispensabile per accendere il gas, una sigaretta, una candelina profumata..

Risale ai primi anni del 1900 questa scatola di "candelotti", fiammiferi che erano in realtà candele in miniatura.
La scatola mostra lo stabilimento della Saffa di Magenta in tutta la sua grandezza: arrivò a coprire 150 mila metri quadrati.
Negli anni Quaranta e in seguito, la fabbrica arrivò a impiegare quattromila operai e a produrre, nel 1942, anche una linea di mobili disegnata da Giò Ponti, e una linea di accendini per Cartier
(Foto: Fagnani. Archivio Tunesi)

giovedì 2 luglio 2009

una canzone per 135mila animali abbandonati

Animali abbandonati, : 135mila all'anno!

Paolo Belli , l'ex front man dei ladri di biciclette, dedica un brano alla vita di un "trovatello", una canzone per dire basta.

Molti i vip nel videoclip
Sono circa 135 mila, soprattutto gatti (almeno 90 mila), gli animali domestici che vengono abbandonati ogni anno in Italia, in particolar modo con l'avvento della stagione estiva e la partenza delle famiglie per le vacanze.

Una cattiva abitudine che campagne di informazione e di sensibilizzazione sono fino ad oggi solo in parte riuscite a contrastare, tanto che il numero dei quattrozampe senza un tetto sopra la testa ha raggiunto livelli insostenibili.

I numeri del fenomeno sono sconcertanti: quasi 150 mila randagi i ospitati nei canili, oltre 440 mila cani a zonzo nelle strade e nelle campagne.

Per i gatti è anche peggio: si presume che siano almeno 2 milioni e 600 mila quelli «liberi», stando ai dati a disposizione del ministero della Salute e relativi al 2006.


CON GLI OCCHI DI UN CANE - Torna l'estate e torna dunque la preoccupazione che altri cani e altri gatti vadano ad aggiungersi alla lunga schiera dei trovatelli e dei senza fissa dimora. 
Le campagne forse non risolvono il problema ma se non altro fanno pensare. E quest'anno, a dare man forte a gruppi, associazioni ed enti che con messaggi sui manifesti o in campagne radio e tv invitano gli italiani a non sbarazzarsi nel modo più facile del loro amico di casa, c'è anche una canzone.
 Che parla di randagismo, del mondo visto dagli occhi di un cane: la vita in gabbia, la fuga verso la libertà, le carezze degli umani e i pericoli sulle strade. 
Si intitola «Una piccola bestia di razza di cane». E a proporla al grande pubblico è la calda voce di Paolo Belli, l'ex front man dei Ladri di Biciclette, protagonista in tv di Ballando con le stelle, che proprio con questo brano, scritto dalla Marcosbanda, ha voluto aprire il «concertone» del Primo Maggio da piazza San Giovanni (guarda il video).

NOTE CONTRO GLI ABBANDONI - «Una sera ero in una birreria e ho sentito la Marcosbanda che suonava il brano – racconta Belli, ricordando come è nato il progetto -. Mi sono subito ritrovato in questa grande e bella poesia che parla di un cane di quartiere e di quanto alle volte sia stupido l’uomo. Ho chiesto alla band se potevo cantarla per diffondere il più possibile il messaggio che condivido nel profondo».

Con questa canzone, Belli (“papà” di due cani adottati da un canile e di quattro gatti) ha deciso di sostenere i progetti della Lega antivivisezione (Lav). In particolare tre campagne informative: «Abbandonate solo la città» e «Se lo ami lo sterilizzi» contro l’abbandono di animali e «La gratitudine di un cane adottato è smisurata» per favorire le adozioni dai canili. 
Progetti che vogliono soprattutto responsabilizzare i padroni dei quattro zampe e garantire il rispetto dei loro diritti. 
Benché sia un reato, punito con l’arresto fino ad un anno, si stima che ogni anno vengano abbandonati, come detto, 135 mila animali sulle strade italiane e che oltre l'80 per cento di questi trovi la morte prima di essere accolto in una struttura adeguata.

I VIP NEL VIDEOCLIP - Il brano – inserito nel cd «20 anni» e nella scaletta del suo tour estivo di Paolo Belli - è accompagnato da un videoclip che racconta, attraverso gli occhi del protagonista a quattro zampe, una fuga che diventa anche viaggio e scoperta.

«Al videoclip hanno partecipato tanti amici, grandi artisti che condividono con me l’amore per gli animali» ricorda Belli mentre sullo schermo scorrono i volti in bianco e nero di Tosca D’Aquino, Neri Marcorè, Pierfrancesco Favino, Daniela Poggi, Licia Colò, Fabrizio Frizzi, Giulio Golia, il Trio Medusa, Irene Fornaciari, Arianna Ciampoli e Raffaele Vannoli. «Non è stato difficile coinvolgerli nelle riprese – aggiunge Belli –. È bastata una telefonata e mi hanno subito detto di sì. Appena si è sparsa la voce poi, mi hanno chiamato altri artisti per partecipare, ma orami eravamo già in montaggio e quindi era troppo tardi. Speriamo di riuscire a coinvolgerli il prossimo anno». 
«L’educazione al rispetto degli animali può passare anche attraverso una canzone – spiega Ilaria Innocenti, responsabile del settore Cani e gatti della Lav – che può far comprendere come la qualità della vita di cani, gatti o altri animali, sia una responsabilità umana. Ringraziamo Paolo Belli, la Marcosbanda e tutti gli artisti che hanno collaborato e invitiamo il pubblico a sostenerlo prima di tutto con l’impegno a rispettare gli animali, ad esempio scegliendo di adottare un animale da un canile».

lunedì 15 giugno 2009

Happy Few







Happy Few: piccole comunità abbinate a grandi vantaggi.








Club di manager, donne in carriera, imprenditori, sportivi e night clubbers.



Si ritrovano in micro-realtà create "su misura" per loro.

Per condividere informazioni, passioni comuni e godere di interessanti opportunità.

Quintessentially (http://www.quintessentially.com/) è un club internazionale esclusivo per miliardari allergici alla burocrazia e alle attese. L'obiettivo è infatti quello di rendere subito accessibile ciò che di solito non lo è: chi è socio, non faticherà per trovare posti riservati in prima fila a opere, spettacoli, concerti o nei ristoranti più esclusivi delle capitali oppure per prenotare vacanze deluxe. Il club, inoltre, è specializzato nel problem solving quando ci si trova all'estero. Il tutto per una "modica" cifra di iscrizione che varia dai 1.150 ai 36mila euro l'anno, a seconda del pacchetto di servizi richiesti.

Business women’s only. Pwa, ovvero Professional Women's Association (www.pwa-milan.org) è una community composta da 175 donne, tra i 30 e i 40 anni, provenienti da oltre 24 paesi. Trait d'union: lavorano e vivono a Milano. Ogni mese, le socie si ritrovano a cena o per l'aperitivo al fine di scambiarsi idee e fare network. Tra i vantaggi offerti dal gruppo, consulenza di carriera, nuove opportunità di lavoro, seminari e master di specializzazione scontati fino al 60%. Il costo di iscrizione per accedere all’Associazione è di 100 euro e possono entrarne a far parte libere professioniste, donne manager, creative. I prossimi aperitivi sono fissati per il 10 e 24 giugno.

Costa Azzurra da jetset : Le Grand Club (www.legrandclub.net) è un private social network che promuove il divertimento in Costa Azzurra. L'accesso è riservato solo a imprenditori di alto livello con gusti e abitudini di vita simili, che apprezzano una certa qualità della vita e amano organizzare feste private a tema, dando ai soci l'opportunità di incontrarsi. Il club promuove l'immagine degli iscritti e organizza per loro vacanze all'insegna del lusso e del divertimento. Tutti i soci hanno diritto a due card, la black e la diamond, che danno libero accesso a tutti i locali più esclusivi della costa francese.

Milan-IN (http://www.milanin.com/) è l’iniziativa di un gruppo di utenti LinkedIn uniti da un comune obiettivo: aggregare professionisti che credano nel networking come strumento per il business. I soci di Milan-IN si incontrano spesso per stringere accordi di business o far partire un progetto. L'iscrizione al gruppo è consentita solo a chi possiede un profilo su Linkedin; per farne parte, inoltre, bisogna dimostrare di considerare la capacità di sviluppare affari un'espressione nobile della creatività umana. Tra i vantaggi, una serie di convenzioni con negozi e strutture studiate ad hoc per le esigenze dei manager.

mercoledì 29 aprile 2009

La rivincita di Myspace su Facebook..

“Sì, è vero: dal punto di vista di social network puro abbiamo qualcosa, e forse anche più di qualcosa, da invidiare a Facebook”.
Non si fa problemi ad ammetterlo Francesco Barbarani (nella foto), il country manager di MySpace Italia.

La community online di proprietà della News Corp. di Rupert Murdoch pur mantenendo la leadership americana tra i siti di social networking, l’anno scorso ha dovuto cedere la scettro del primato mondiale al rivale Facebook. Un doloroso passaggio di consegne che recentemente è costato il posto all’ad e co-fondatore Chris DeWolfe per l’ex di Facebook Owen Van Natta.

Ma un sorpasso che non spaventa il sito da sempre declinato alla musica – 5 milioni le band musicali nel mondo che hanno un profilo su MySpace -, che ora punta a un posizionamento in Rete un po’ diverso. Anche per sdoganarsi dal fenomeno-Facebook – ormai e a vario titolo sulle prime pagine dei giornali quasi tutti i giorni -, ma non solo.

“Ci vedo più simili a Yahoo! o America Online.
Basta solo considerare che facciamo parte dell’impero di Murdoch: dai giornali cartacei e online a Fox a Sky, possiamo contare su una quantità e una qualità di contenuti che definirei pazzeschi”, ci spiega Barbarani.

“Quindi è solo questione di tempo, poco, perché si arrivi a mettere in campo le nostre sinergie: MySpace diventerà quello che definisco un portale di nuova generazione, un sito anche di contenuti premium che offriremo ai nostri 150 milioni di utenti”. Ovviamente a pagamento, come la filosofia del magnate australiano insegna.Una natura diversa per i due siti concorrenti - tutt’e due precoccupati e altrettanto allettati dall’ascesa del giovane Twitter - che è testimoniata anche dalle cifre dei ricavi.

Mentre Facebook, al pari dell’altro fenomeno YouTube, fatica a monetizzare i propri grandi numeri, MySpace per il 2008 ha generato ricavi per quasi un miliardo di dollari.
Una maggiore attenzione all’advertising online, dai banner profilati ai Secret Show sponsorizzati, che – insieme a un filtro più attento ai contenuti che è valso il premio di Altroconsumo – ha forse raffreddato l’animo a molti utenti, più attratti dalla semplicità e “pulizia” di Facebook. Ma che facilmente disegna il presente e futuro della community nata a Los Angeles.

Francesco Barbarani: “Abbiamo un lavoro da sviluppare con i nostri utenti, ma anche con le aziende.
Perché, soprattutto in questo periodo di crisi, è interese delle aziende stesse creare “amicizie” con l’utente.
Le aziende devono letteralmente flirtare con i clienti.
È il concetto dei “Lovemarks”, un lavoro di marketing che inizia su MySpace e che arriva fino al signolo utente per fidelizzarlo”.Business e sentimenti, dunque.
Aziende che amano i propri consumatori e che da loro si fanno amare. Ecco la formula su cui punta il “nuovo MySpace”.

“Abbiamo un’attenzione maniacale per i nostri utenti, il nostro team qui in in Italia si preoccupa di scrivere ai nuovi utenti, ogni giorno rispondiamo sempre a tutti quelli che ci scrivono. Diciamo che non siamo “democratici” tra virgolette come Facebook, ma che ai nostri utenti vogliamo davvero bene”.
Sorride Barbarani. E per far capire come MySpace sia presente e attivo sul territorio cita i progetti di Genova – la prima città italiana, e forse non solo, che dialoga con i cittadini attraverso il sito -, quello con la Fondazione De Andrè per far musicare da band sconosciute quattro testi inediti del cantante, infine il concorso per scrivere la colonna sonora dello spot dell’associazione Soleterre Onlus, con cui il portale lavora da tempo.

giovedì 9 aprile 2009

Le Doga?


New York Times (Etats-Unis)

"Bonding with their downward-facing humans"

Le Doga est une tendance qui fait fureur aux Etats-Unis.

Le mot est une contraction des mots Dog (chien en anglais) et Yoga.

Il se pratique de plus en plus un peu partout dans le pays.

Il intègre parfaitement le concept du yoga : vivre en harmonie avec les êtres et les animaux. Là, l’animal de compagnie participe aux séances de yoga de se son maître, s’allongeant sur son ventre ou se mettant autour de son cou.

Il faut compter 15 à 25 dollars la séance.

domenica 15 marzo 2009

Taxi glamour au Liban


Talons aiguilles et cravates roses, des Libanaises ont inauguré, au volant de voitures dernier cri, "Banat Taxi", "Taxi pour femmes", première initiative du genre au Liban pour ces dames qui préfèrent ne pas faire appel à la gent masculine pour leurs déplacements.

Fleur rose dans les cheveux et maquillage aux teintes roses: "Cela fait partie intégrale du costume. C'est ainsi que nous allons nous habiller chaque jour", lance fièrement Souad Hamdar, mère de quatre enfants, au volant de sa Peugeot... rose.

Elle est, pour le moment, l'une des trois conductrices recrutées par "Taxi Banat".

"Au départ, j'ai cru qu'il allait être difficile de trouver des femmes chauffeurs vu qu'au Liban c'est un métier d'hommes: j'ai été surprise de recevoir des dizaines de demandes", assure Nawal Yaghi Fakhri, directrice de la nouvelle compagnie.

Inaugurée mardi soir à Mtayleb, au nord-est de Beyrouth, la compagnie a reçu le soutien du ministère du Tourisme, qui y voit une occasion d'attirer les touristes arabes, notamment les riches vacancières du Golfe préférant circuler à bord de taxis féminins.

"Il s'agit de la deuxième initiative de ce genre dans le monde arabe, après les Emirats arabes unis", a indiqué à l'AFP Lina Ghanem, porte-parole du ministère.

mercoledì 18 febbraio 2009

Les hommes et le ménage


Les hommes sortent la poubelle mais jettent l'éponge
Selon les résultats d’un sondage européen, la répartition des tâches ménagères au sein du couple reste déséquilibrée en faveur des hommes qui rechignent pourtant à l’admettre

Pour la plupart des hommes, les corvées ménagères se compteraient sur deux, voire trois, doigts de la main : faire les courses (67 % déclarent le faire sans se plaindre), vider les poubelles (74 %) et, éventuellement, prendre en charge la cuisine (56 %).
C'est ce que révèlent les résultats d'un sondage publié le 3 février 2009 par Ipsos et Mapa-Spontex.

« Lorsqu'on leur cite une liste de neuf tâches ménagères courantes et qu'on leur demande quelle est leur attitude la plus fréquente face à ces tâches, les hommes reconnaissent que pour la moitié d'entre elles, ils essaient d'éviter de les faire voire ne les font jamais », indique l'étude réalisée dans quatre pays européens - France, Royaume-Uni, Italie et Espagne - auprès de 2 000 personnes vivant en couple. Ainsi, la majorité des hommes interrogés avouent « rechigner ou refuser de repasser (73 %), nettoyer les sanitaires (67 %), trier le linge et lancer une lessive (61 %), changer les draps (61 %), laver les sols (59 %) ».
La stratégie de l'esquive...
Et pour se soustraire à l'enfer du récurage, la gent masculine serait prête à tout, ou presque. Se montrer aux petits soins avec leur belle, promettre de s'y mettre la prochaine fois, faire la sourde oreille.

En dehors de ces stratagèmes les plus fréquemment employés, certains iraient même jusqu'à bouder dans leur coin ou supplier leur femme d'ajourner leur peine.
Toujours selon l'étude, « se cacher ou sortir de la maison est une stratégie que 29 % des hommes ont déjà employée ou pourraient employer, de même que faire du chantage (28 %) ou faire semblant d'être souffrant (27 %) ».
Jamais à court d'arguments, les récalcitrants emploient tour à tour la flatterie (« je le fais moins bien que toi »), l'argument du manque de temps ou de compétences pour justifier ou masquer leur propension à l'oisiveté.
Les femmes en feraient moins qu'elles le prétendent
Selon les sexes, le ressenti des situations diffère cependant.

Les femmes auraient tendance à minimiser le rôle des hommes pour les tâches les plus rébarbatives et ne confirment l'investissement de leur conjoint que pour quatre corvées sur neuf, en moyenne.
« On note de réels décalages entre ce qu'ils disent et ce que les femmes observent de leur côté », indique l'étude.
C'est le cas pour le fait de laver les sols (41 % des hommes disent le faire sans rechigner mais seulement 37 % des femmes confirment leurs dires, soit un décalage de quatre points).
Une divergence de point de vue que l'on observe aussi à propos du changement des draps (six points de décalage), de la gestion du linge (sept points), de l'entretien des sanitaires (cinq points) ou encore du repassage (sept points).
De même, le sondage révèle que « les hommes minimisent presque systématiquement les déclarations des femmes qui disent s'investir sans renâcler dans les tâches ménagères ».
Tandis que 92 % des femmes déclarent trier le linge et lancer des machines sans rechigner seulement 75 % de leurs compagnons estiment que c'est vraiment le cas (soit dix-sept points d'écart !).

Les femmes seraient d'ailleurs de moins en moins enclines à assumer seules les basses besognes.
Une source de conflit pour un couple sur deux
Sur la question de la répartition des tâches, hommes et femmes ne font pas bon ménage. Si 59 % des interrogés reconnaissent qu'ils devraient en faire plus, les deux sexes ne sont pas d'accord sur la valeur du « plus ».
Alors que ces dames jugent en faire « beaucoup plus » que leurs conjoints, ces derniers estiment seulement devoir en faire « un peu plus ».

D'où les disputes qui éclatent au sein de 56 % des couples de moins de 35 ans refusant de passer la serpillière sur certaines injustices ou menus privilèges...

Tour d'Europe de l'investissement ménager des hommes :
Machisme à l'italienne
Les Italiens sont les plus récalcitrants à se retrousser les manches. Au total, 15 % d'entre eux reconnaissent ne faire aucune tâche ménagère sans rechigner contre 10 % en France et au Royaume-Uni et seulement 8 % en Espagne. C'est d'ailleurs en Italie que le partage des tâches ménagères génère le plus de disputes !
Révolution espagnole ?
Si l'on en croit leurs déclarations, les hommes espagnols seraient particulièrement assidus à l'exécution des tâches ménagères et ce au-delà de la moyenne européenne.
Mais, de l'avis des femmes, leurs conjoints auraient tendance à embellir la situation. D'ailleurs, c'est en Espagne que les hommes utilisent les plus nombreux stratagèmes pour échapper au ménage.
Exemplarité britannique
Les Britanniques font figure de chefs de file en matière d'équité dans la répartition des tâches au sein du couple : 26 % d'entre eux déclarent en faire exactement autant que leur conjoint(e) contre 17 % des Européens, en moyenne.
La France et le Royaume-Uni sont considérés comme les deux pays où les hommes font le plus d'efforts pour s'occuper des tâches ménagères (33 %) mais les Françaises restent, malgré tout, les plus nombreuses d'Europe (81 %) à déplorer en faire plus que leur conjoint...


lunedì 16 febbraio 2009

Vogue : Anna Wintour come Miranda Priestley?


Dopo vent’anni Vogue potrebbe cambiare pagina, e soprattutto, cambiare la sua direttrice.

Anne Wintour, la virago a capo del giornale di moda più famoso al mondo, potrebbe essere ben presto destituita.

Semplici indiscrezioni che sono trapelate dal NY Post, che per ora non sono state confermate.

Si chiude un’epoca e se ne apre un’altra?
Come reagirà il mondo del fashion di fronte alla possibile sostituzione di uno dei pilastri della moda di tutto il mondo?
Un parallelismo col cinema è in questo caso d’obbligo.

Il diavolo veste Prada, il film che scimmiottava il mondo del fashion e i suoi dittatori, con allusioni proprio a danno della Wintour, vedeva la direttrice di fantasia Miranda Priestley (Meryl Streep) nelle sue stesse condizioni. E fa sorridere che proprio come nel film, il posto della direttrice di Vogue America potrebbe essere preso da Carine Roitfeld, direttrice di Vogue France.

Un segno del destino? Possibile. Ma se la cinematografia divenisse per un attimo davvero lo specchio della realtà, la povera Anne non dovrebbe temere nulla, dato che il suo alter ego nel film distrusse con un’abile mossa la sua rivale francese (Jaqueline Follet), tenendo ben saldi scettro e corona.




Une librairie " a part" à Besançon


Découverte au détour des ruelles du centre ville de Besançon, la librairie "L'autodidacte" est une librairie à part.

Ouverte en octobre 2000 par le groupe Proudhon de la Fédération anarchiste, la librairie L’Autodidacte (5 rue Marulaz, 25000 Besançon) s’est imposée comme un lieu de débat politique, de rencontre, de culture vivante.

Petites maisons d’éditions, artistes, auteurs, militants s’y sont succédés.

Citons, entre autres, Cesare Battisti, Mathieu Ferré, Jean Bernard Pouy, Maurice Rajsfus, Louis Arti.

Aujourd’hui, cette initiative risque de prendre fin, le local étant en vente.

Les amis de la librairie ont décidé de sauter le pas et d’acheter les locaux pour continuer l’aventure.

C’est pourquoi ils lancent dès aujourd’hui une souscription pour réunir la somme qui leur manque : 30.000 €.

Estimant que l’existence de L’Autodidacte est nécessaire en ces temps de réaction galopante, beaucoup de monde a participé à cette souscription, une multitude de petites sommes sont parvenues à la fin à constituer une grosse somme.

un blog..

ho scoperto un blog davvero interessante!
Hermans Joseph Iezzoni, uomo dalle molte anime.
In lui convivono Poesia, Diritto del lavoro, contrattualistica e umorismo.
Un humour british, misurato e sottile .

conosci la San Faustino?


Ho scoperto solamente oggi che il 15 febbraio é la San Faustino, festa in cui si celebrano i single! Questa insolita e divertente festa arriva alla sua nona edizione e propone appuntamenti ed eventi speciali in tutta Italia

Vietato alle coppie felici e innamorate che hanno avuto la San Valentino (che barba!)...

Cafonal


Già da qualche anno il sito Dagospia è fra i più cliccati in Italia: gossip cattivo, commento politico e scoop sempre in anteprima sono gli elementi del successo del sito creato da Roberto D’Agostino.
E poi c’è una rubrica, quella che ha sempre fatto più accessi e più successo delle altre: Cafonal.
In queste pagine sono sempre state ospitate le foto di Umberto Pizzi, storico fotografo dei potenti italiani, possibilmente non in posa.
Anzi, possibilmente nella peggior posa possibile.
Di D’Agostino si sa tutto o quasi - compreso il memorabile schiaffo a Vittorio Sgarbi (ovvero: altri tempi, se ci si scandalizzava per uno schiaffo in tivvù) - ma per chi non si ricordasse qualche dettaglio, ecco il riassunto biografico di tpi-back:
Un uomo di successo e molto apprezzato per la feroce ironìa con cui giornalmente, oramai da più di 8 anni, mette alla berlina i “supercafonal” sul suo sito Dagospia.
E’ pacifico che sto parlando di Roberto D’Agostino, 60enne dal look paragiovanile (o paraculistico), ricordato negli anni che furono per le sue lezioni da tuttologo nel programma di RENZO ARBORE “Quelli della Notte”.
Mentre per quel che riguarda Umberto Pizzi affidiamoci a una sua dichiarazione estratta dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera (che offre anche una fotogallery dal libro):
«Io sono un lupo solitario. Mi piace cacciare da solo. Esco di casa al tramonto, con la mia vecchia Nikon sotto alla giacca, e torno all’alba.I fotografi che si muovono in branco non li ho mai capiti». Questo fa di te il paparazzo più… «Beh, paparazzo…».
Non ti piace essere definito così? «Capisco che è una categoria, io preferirei essere chiamato fotoreporter, comunque va bene anche “paparazzo”.
Purché non si pensi a quelli che Fellini descrisse nel film “La dolce vita”.Fellini ci ha danneggiato. Perché noi, è vero, siamo feroci: però certe regole le rispettiamo. Noi, un’anima, ce l’abbiamo
».
E ora le sue foto, accompagnate dalle taglienti chiose di D’Agostino sono state raccolte e sono diventate un libro, in cui, come spiega Pourfemme.it:
tutti i potenti finiscono nel mirino della premiata ditta Dago-Pizzi, che sta per Umberto Pizzi, celebre fotografo dei vip. Ecco Cafonal, ovvero un truce ritratto della zoticaggine dei potenti e delle loro cadute di stile.Ci sono proprio tutti in Cafonal, da Silvana Pampanini che afferra con le mani una fetta di prosciutto, a Giulia Bongiorno in braccio al giornalista Antonio Calabrò, passando per Miriam Tomponzi sdraiata su un marciapiede di Via Veneto a Roma e tante altre celebrità immortalate in debolezze o gesti di dubbio gusto. [...] Le vittime illustri scendono dal gradino più alto della casta perdendo l’aurea di perfezione, per apparire con i loro umani vizi, ma la discesa è così inbasso da divenire disastrosa.
Photofinish presenta così il volume uscito per Mondadori:
Tra le irriverenti immagini di personaggi che amano dedicarsi alla vita mondana - una relatà parallela fatta di feste esagerate e a volte veramente di cattivo gusto - possiamo trovare molti volti noti (sia politici che appartenenti al mondo dello spettacolo) ma anche semplici signore della buona società. Il risultato è una parata di vip e non, beccati in momenti imbarazzanti o in pose poco probabili e molte volte ai limiti del grottesco. Il libro si avvale naturalmente dei commenti al vetriolo di D’Agostino che, insieme alle impietose immagini, disegnano uno spaccato di una Italia esagerata e intenta ad una spensieratezza artificiosa e artificiale proprio come certi davanzali di prosperose signore in là con gli anni.
Ecco anche l’opinione di Non leggere questo blog!:
è uscito un volume che raccoglie le “peggiori” fotografie scattate da Dagospia.
D’Agostino, tanto Tamarro nello Stile quanto inimitabile nel saper ritrarre la “Cafoneria” del Potere Italico (le vittime di “Cafonal”).
E’ quando la Superficialità ed il Gossip raggiungono livelli estremi, che si fanno interessanti, che mutano in Costume.
E Dago sa come si fa. Si passa da Fassini inguardabili a Donnone fatte di Botox e Prosciutto, da Sgarbi Introiati e Prodi Dormienti … insomma, ci sono tutti i Vizi Capitali. Della Capitale
.
Il Giornalieri propone invece un bell’articolo di commento a Cafonal scritto da Michela Tamburrino e uscito su La Stampa:
Il titolo «Cafonal» la dice lunga, i due autori, D’Agostino-Pizzi, fanno il resto.
«Impazza la Brutta Époque in questo cafonalismo trash-endente», il libro a sfogliarlo sembra un trattato di sociologia, meglio, di antropologia culturale, scritto con le facce, i corpi debordanti, le tette rifatte, le labbra a canotto, il potere esibito nelle mani forchettate.
Perché è la grande abbuffata il filo conduttore che unisce i «morti di fama».
Ci si rimpinza a bocca piena e a gambe larghe (per tenere il piatto in equilibrio), ci si ingozza come se fosse l’ultimo buffet, l’ultimo bucatino prima del deliquio
.
Crazy marketing svela l’origine del titolo del volume e si concentra sull’aspetto di marketing editoriale della sua uscita:
Dagospia ha fatto centro con la pubblicazione del libro “CAFONAL”, parodia del termine “CAPITAL” degli anni ‘80, dove giovani ragazzi imitavano Montezemolo, Agnelli…; CAFONAL rappresenta la situazione attuale, un mondo di persone che vogliono essere altro, un’evasione dalla sfrenata realtà quotidiana. Un libro, feroce, inquietante definito da D’agostino “barbaro”. “CAFONAL. GLI ITALIONI NEL MIRINO DI DAGOSPIA”, (Edizioni Mondadori ) un libro che raccoglie le fotografie realizzate dal Paparazzo dei nostri giorni Umberto Pizzi in otto anni di febbrile attività tra crazy party, presentazioni decisamente non convenzionali e mondanità di vario genere.Un esempio eclatante che quando l’editoria si avvicina al “crazy” il risultato è eccellente!
E sembra proprio aver ragione se, come segnala Gossipmania, la prima edizione del libro è andata esaurita in pochissimo tempo:
caccia a “cafonal” – va a ruba! seconda ristampa del ‘vizionario’ di pizzi & dago – ‘riformista’: è tutta carne da paparazzo - ossequio e paura a milano – stasera gad lerner su la7 scodella un servizio sulle presentazioni del libro.
Già, se ne è occupato pure Gad Lerner in una puntata de L’infedele, e questo è il commento che ne ha dato Freddy Nietzsche:
Poi si parla di Dagospia, l’esempio più chiaro dell’incrocio perverso tra rete e giornalismo italiano. Perché è uscito il libro CAFONAL, che raccoglie le foto di Umberto Pizzi con politici, giornalisti, finanzieri che mangiano babbà, si baciano storti, ballano male, sudati, tristi in grisaglia, volgari, fighe truccate con la cazzuola.

Quello lo conoscono benissimo tutti, molto meglio di Chi o Amici. Lerner ha il fegato di dire che considera Dagospia uno strumento fondamentale. Ed è l’unico che non tentenna (chapeau, ma minga tropp). Certo, se racconti i giornalisti, i finanzieri e i politici più di ogni altra categoria sociale, be’ allora sì, è fondamentale.
Rimane un ultimo lapidario commento, riferito più ai personaggi ritratti che al lavoro in sé, quello di Armiamoci di coraggio:
Meglio un film dell’ horror di quelli crudi che ste orribili dame del soldino che s’incontrano alle feste danarose.

domenica 15 febbraio 2009

La brutta sorpresa del web

Una storia per riflettere e non trovare pubblicata la storia della propria vita..
Le Tigre, una piccola rivista bimestrale francese, ha condotto un interessante esperimento raccogliendo tracce sul web; si tratta della dettagliata ricostruzione della vita di un ignaro trentenne francese, Marc, messa a nudo in un articolo pubblicato dalla rivista stessa.
Questa sorta di biografia è stata realizzata basandosi sui post e sulle foto che l’inconsapevole protagonista aveva caricato in Rete; in effetti aveva pubblicato su Flickr (il servizio di Image sharing di Yahoo) ben diciassettemila fotografie nel giro di due anni e, navigando su Facebook, è stato facile per la rivista trovare i particolari sulla sua vita privata.
Marc, scoperto l’articolo tramite un collega di lavoro, ha tentato inutilmente di adire le vie legali; tutte le informazione pubblicate su di lui erano di dominio pubblico e non ha potuto fare altro che limitare l'accesso ai suoi dati alle sole persone del suo entourage.
Il direttore della rivista, Raphaël Meltz, ha tentato di venire incontro ai reclami del giovane cambiando ad esempio i nomi propri nel testo, ma è rimasto convinto della provocatoria iniziativa per dimostrare che rendere pubblica la vita su internet, senza adottare le giuste precauzioni, può essere pericoloso.

Hotel per amanti a Parigi

Parigi vedra' a giugno l'apertura dell'Heart Break Hotel, che affittera' camere ad ore per l'amore ed il sesso in un'atmosfera sublime.
Il progetto è firmato dagli architetti Laurent e Cyrille Berger, parigini di 35 e 33 anni, i quali si sono ispirati ai famosi "love hotel" giapponesi.
Non si trattera' di un hotel qualsiasi, ma di uno spazio concettuale per la fusione del sesso con l'arte.

Il design del luogo, infatti, e' parte integrante del piacere.
E a questo si aggiunge la chimica:«Abbiamo sviluppato tessuti che emettono sostanze euforizzanti all’entrata - spiegano gli architetti Berger -, che è anche il luogo dell'approccio. Nella stanza dove si consuma l’atto sono diffusi feromoni che aumenterebbero l’eccitazione. Nel terzo settore, quello del post-coitum, si crea uno spazio di conforto grazie alla diffusione di antidepressivi e ansiolitici. Abbiamo anche optato per il colore bianco, un colore verginale, che cancella codici e tabù».

L’Heart Break Hotel sorgerà al 104, il centro di creazione d’arte contemporanea nato in autunno nella capitale francese, su una superficie complessiva di circa 50 metri quadrati, e resterà aperto per cinque anni.

Prenotazioni e pagamenti si faranno online, scavalcando così la biglietteria ufficiale, per garantire la riservatezza dei clienti.

Rupture assistée









en retard,
voilà un site anti St.Valentin..





http://www.rupturetranquille.com/

qui dit:
Soyez les bienvenus sur le site qui se joue de la rupture amoureuse et en fait une matière de rire ! Cette semaine, nous lançons les festivités pour la future Saint Va Lointain, fête de la rupture !!
Les cinq articles les plus récents :
CONSEILS : Just ruptured, signes extérieurs de rupture
RUPTURE ASSISTEE : GPS, Global Partiring System
RECIT : A la St Valentin, un tango et tout va bien !
TENDANCE : La Saint Va Lointain
SPEED ROMPING : Planning de rupture Les cinq articles les plus consultés :
TENDANCE : La Saint Va Lointain
METHODE : Soldez votre moitié !
AVANT : Hipposteak
APRES : Actimec, mon mec quotidien
PARTIER et+ : L'Homo Ruptus


Merci de nous rester fidèles ou de nous quitter tranquillement !

Bonne rupture!

martedì 3 febbraio 2009

un altro blog..

foto magnifiche, simpatiche, spiritose, ...
un blog geniale!!













http://www.styleandthecity.com/street-style-paris-fashion-week/

martedì 27 gennaio 2009

Il romanzo di una cassiera



Le tribolazioni di una cassiera
Anna Sam
Casa editrice: Corbaccio
Anno 2009 - 200 pp. - 14,00 euro
Genere: narrativa

“In media al giorno si dicono 250 “Buongiorno”, 250 “Arrivederci-Buona giornata”, 500 “Grazie” 200 “Ha la Fidelity Card?”, 70 “Il suo codice per favore”, 70 “Può riprendere il bancomat”, 30 “I bagni sono là”.
Non è la cronaca di una maniaca delle statistiche ma solo il diario di una cassiera che con il suo libro è diventata una scrittrice di successo e un caso editoriale in Francia.
Con più di 100.000 copie vendute e oltre 600.000 contatti nel suo blog, Anna Sam è la nuova eroina dei lavoratori precari.
Le tribolazioni di una cassiera è la confessione lucida e pungente dell’incredibile – e spesso dimenticata – realtà della grande distribuzione, un esercito di impiegate che hanno fatto di bip e codici a barre la colonna sonora della propria vita.
In questo libro non si risparmia niente e nessuno: aneddoti, pensieri e personaggi popolano un bizzarro mondo tra i carrelli, dove il decalogo della cassiera modello prevede “dodici minuti di pausa, 880 euro al mese, l'identikit del cliente tipo” e le mamme dicono ai propri figli: "Vedi amore, se non sei bravo a scuola lavorerai alla cassa come quella signorina lì".
Se lo stile ironico e tragicomico può farti pensare a una Bridget Jones, dimenticati il finale romantico.
Grazie al successo ottenuto, il film in arrivo e l’adattamento teatrale del libro la nostra Anna Sam può davvero riscattarsi con un bel licenziamento. Insomma pare proprio che le star di domani si nascondano al supermercato.
Giusy Ferreri vi dice qualcosa?

http://caissierenofutur.over-blog.com/

sabato 6 dicembre 2008

L'Italia é un paese di veline, le donne sono solo oggetti


L'accusa del Financial Times:
"Dimenticato il femminismo"

Per il giornale sono trattate peggio solo a Cipro, Egitto e Corea

Fin dal titolo, è un'accusa senza mezzi termini: "La terra che ha dimenticato il femminismo", sovraimpresso sul noto cartellone pubblicitario di Telecom Italia in cui Elisabetta Canalis, seduta a gambe incrociate con un telefonino in mano, piega il busto in avanti, in una posizione non proprio comodissima, rivelando una generosa scollatura.

E' la copertina dell'inserto patinato del Financial Times , che in un articolo di quattro pagine denuncia severamente il trattamento riservato alle donne nel nostro paese: l'uso di vallette seminude in ogni genere di programma televisivo, gli spot pubblicitari dominati da allusioni sessuali, il prevalere della donna come oggetto, destinata a stuzzicare "i genitali dell'uomo, anziché il cervello".

Non solo: secondo l'autore del servizio, Adrian Michaels, corrispondente da Milano dell'autorevole quotidiano finanziario, potrebbe esserci un legame fra l'onnipresenza di maggiorate in abiti discinti sui nostri mezzi di comunicazione e la scarsità di donne ai vertici della politica, del business, delle professioni in Italia.
Arrivato a Milano tre anni fa da New York insieme alla moglie, Michaels ammette di essere rimasto stupefatto dal modo in cui televisione e pubblicità dipingono le donne; e ancora più sorpreso dal fatto che apparentemente nessuno protesta o ci trova qualcosa di male. Come esempi del fenomeno, oltre al cartellone della Canalis per la Telecom, cita le vallette del gioco a quiz di Rai Uno L'eredità, la pubblicità dei videofonini della 3, le vallette di Striscia la notizia, l'abbigliamento della presentatrice sportiva Ilaria D'Amico di Sky Italia.

L'articolo considera quindi una serie di dati da cui risulta che le donne italiane sono fra le più sottorappresentate d'Europa nelle stanze dei bottoni: il numero delle parlamentari, 11 per cento, è lo stesso di trent'anni fa; nelle maggiori aziende italiane le donne rappresentano solo il 2 per cento dei consigli d'amministrazione (rispetto al 23 per cento nei paesi scandinavi e al 15 negli Stati Uniti); e un sondaggio internazionale rivela che la presenza di donne in politica, nella pubbica amministrazione e ai vertici del business è più bassa che in Italia soltanto a Cipro, in Egitto e in Corea del Sud.

"La mia sensazione è che il femminismo, dopo importanti battaglie per il divorzio e l'aborto, da noi non esista più", gli dice il ministro Emma Bonino, interpellata sul tema.

Altri fattori aumentano le difficoltà delle donne ad avere una diversa posizione sociale, osserva il quotidiano londinese: il lavoro part-time è raro in Italia (15 per cento della forza lavoro rispetto al 21 in Germania e al 36 in Olanda), cosicché le donne che cercano di giostrarsi tra famiglia e carriera sono spesso costrette a scegliere l'una o l'altra.

L'articolo ricorda un discorso del governatore della Banca d'Italia Draghi secondo cui il nostro è uno dei paesi europei in cui meno donne tornano all'occupazione dopo la maternità. Un altro motivo è che gli orari dei negozi ("impossibile fare la spesa il lunedì mattina, il giovedì pomeriggio, la sera e la domenica") complicano la vita della donna che lavora, su cui continua comunque a pesare la responsabilità di casa.

La lettera di Veronica Berlusconi pubblicata da Repubblica, in cui chiedeva le pubbliche scuse di Silvio per il suo comportamento con le donne, potrebbe segnalare l'inizio di un cambiamento, ipotizza Michaels.

Ma uno dei pubblicitari da lui intervistati avverte: "L'Italia è indietro nel modo in cui sono trattate le donne rispetto ad altri paesi, ma abbiamo un metro per giudicare cos'è accettabile diverso dal vostro. Gli uomini e le donne italiani non saranno mai come gli uomini e le donne britannici".