martedì 20 settembre 2022

Arriva la fashion Week di Milano! Dal 20 al 26 settembre 2022 la capitale della moda ritrova i più grandi brand del glamour internazionale


La settimana della moda torna a Milano e lo fa con un'edizione speciale, ricca di appuntamenti imperdibili. 

Dal 20 al 26 settembre sfilate, incontri e presentazioni animeranno le vie e i quartieri di Milano - in particolare Brera, Porta Venezia e Montenapoleone - per una settimana pazzesca, all'insegna dell'alta moda e della creatività.

L’inaugurazione della settimana della moda più famosa d’Italia è prevista per martedì
20 settembre, anche se le sfilate vere e proprie partiranno da mercoledì 21 settembre con tanti grandi marchi già in prima fila fin dalle prime ore della giornata: Antonio Marras, Diesel, Fendi, Alberta Ferretti e Roberto Cavalli sono solo alcuni nomi che animeranno i luoghi della cultura e i grandi magazzini di Milano. 

In serata sono previste anche delle presentazioni delle nuove collezioni sia per uomini che per donne.

Giovedì 22 settembre è invece la volta di Aspesi, Casadei, Santoni, Max Mara, Kiton, Fratelli Rossetti, Dsquared2, Prada, Emporio Armani, Furla, Moschino e Blumarine.

Venerdì 23 settembre a portare in passerella le loro creazioni saranno Tod's, Bulgari, Missoni, Loro Piana, Sergio Pollini, Balestra, Rossi, Etro, Gucci e Versace.


Domenica
25 settembre, al teatro Alla Scala di Milano, verranno poi consegnati i Sustainable Fashion Awards 2022, la premiazione che unisce la passione per la moda ad una rinnovata sostenibilità anche nel modo di vestire, in collaborazione con la Ethical Fashion Initiative (EFI) delle Nazioni Unite.

Per scoprire il calendario completo visitare il sito dedicato.



lunedì 19 settembre 2022

Il profumo segreto della regina Elisabetta II è stato creato da una profumiera italiana !




Il profumo segreto di Elisabetta II è floreale, ambrato con note gioiose ed è Laura Bosetti Tonatto, il più famoso “naso italiano” conosciuto in tutto il mondo, ad averlo creato.

Laura Bonetti Tonatto è la fondatrice del brand Essenzialmente Laura ma è anche autrice di creazioni per altri marchi e per occasioni speciali: ha curato, tra gli altri, la mostra Caravaggio un quadro, un profumo all'Ermitage a San Pietroburgo, firmando un profumo ispirato al Suonatore di liuto di Caravaggio. 

È stata scelta proprio per questa sua particolare sensibilità, come ha raccontato lei stessa ad Harper's Bazaar Italia, intervistata in occasione del Pitti Fragranze a Firenze per creare il profumo segreto, perfetto e su misura per la regina Elisabetta II.

Un challenge accettato con passione e orgoglio, un lungo viaggio per creare il profumo per la regina, fatto di due anni di tentativi e venti viaggi a Buckingham Palace, oltre un incontro privato con la regina in persona.


La regola principale era che il profumo dovesse essere 
conosciuto esclusivamente da Laura e che fosse a base di note di rosa, gelsomino, lavanda e ambra, non casuali ma estremamente rappresentative delle donne di potere. 

Simbolico e personale, doveva rappresentare l'eleganza, la vivacità,  lo spirito di Elisabetta e nello stesso tempo essere unico, inimitabile e rappresentarla pienamente anche come sovrana.

Laura Bosetti Tonatto ha creato tre fragranze per stagione e dopo averne selezionata una per ciascuna, ha infine formulato quella definitiva, inviata nel settembre 2008 e da allora rimasta ovviamente segreta. 

E tale resterà nonostante la morte della regina: la profumiera ha spiegato all' ANSA che, per rispetto, ha deciso di cancellare i codici che costituivano la formula, rispettando così la riservatezza di sua maestà.



Sono diversi i brand di profumeria insiginiti della Royal Warrant per i loro servizi alla casa reale. 

Tra questi, Floris London in quanto fornitore ufficiale della casa reale si è ispirato direttamente ai giardini di Buckingham Palace e ha voluto imbottigliare il loro profumo in occasione dei 70 anni di regno creando la fragranza Platinum 22 ispirandosi ai giardini di Buckingham Palace. 

"Durante l'allestimento di The Queen's Coronation Festival abbiamo avuto il privilegio di poter esplorare i sensazionali giardini di Buckingham Palace e odorare il magnifico assortimento di rigogliose rose, fresche magnolie, gerani, piselli odorosi, così come molte altre deliziose fioriture estive", ha detto Edward Bodenham, Perfume Director di Floris. 

Il risultato è un mix di iris, avena, ribes, lime, rosa, violetta, salvia, pepe nero, legno di cedro, ambra, muschio e fava tonka che evoca una passeggiata nei giardini di Buckingham Palace. 

All'interno del Palazzo, invece, si dice che ogni bagno profuma di arancia e bergamotto grazie ai saponi di Molton Brown, in particolare il sapone mani deluxe Orange & Bergamot Sapone Liquido, arricchito con arancia di Siviglia, mandarino, neroli, muschio e ylang-ylang.


giovedì 1 settembre 2022

Daisy Fellowes, la donna più chic secondo Karl Lagerfeld e la musa di Coco Chanel e Elsa Schiaparelli. Il rosa shocking fu inventato per lei.



Ma chi è Daisy Fellowes?

Daisy Fellowes, nata Marguerite Séverine Philippine Decazes de Glucksberg il  nel 16e arrondissement di Paris e morta il  nel 7e arrondissement, è un personaggio dell'alta società europea della prima metà del xxe secolo, celebre per la sua bellezza e la sua eleganza.



Fu anche autrice di opere letterarie e di romanzi e soprattutto giornalista in Francia per la famosa rivista di moda americana Harper's Bazaar.

Marguerite Decazes, detta« Daisy », è la figlia del duca  Decazes, figura elegante della Belle Époque, yachtman di gran classe e amante della cultura inglese.

Sua madre,Isabelle Singer, è l'erede del fondatore  della sociétà Singer e inventore della macchina da cucire, Isaac Merritt Singer, ricchissimo.



Daisy è dunque aristocratica dalla parte del padre e miliardaria da parte della madre.


Isabelle Singer si suicida nel 1896. Winnaretta Singer, sorella di Isabelle, e famosa mecene, si occupa allora dei suoi figli. 


Donna decisamente eccentrica che influirà non poco sull’anticonformismo della nipote e  apertamente lesbica, zia Winnaretta vuole comunque “sposarsi bene” per aggiungere alla propria fortuna un titolo nobiliare e quindi sposa il principe di Polignac, a sua volta apertamente omosessuale, dando vita a un matrimonio scoppiettante: celebri le liti tra i coniugi, in cui il marito apostrofa la moglie dicendole “Vieni qui, e battiti da vero uomo!”.

Daisy si sposa molto giovane, nel 1910, con l'elegante  principe Jean Amédée Marie Anatole de Broglie  da cui ha 3 figlie.




Nel 1919, rimasta vedova, sposa a Londra Reginald Fellowes duca di Ramsey,(1884-1953), banchiere alla City, cugino di Winston Churchill et figlio di William Fellowes

Hanno una figlia, Rosamund Daisy Fellowes (1921-1998). 

La famiglia Fellowes vive fra Parigi e l'Inghilterra.

Nel 1930, l'architetto decoratore Louis Süe realizza il suo palazzo al 19 rue Saint-James à Neuilly-sur-Seine.


Grande interprete della moda dei tempi e anticipatrice delle tendenze a venire, Daisy ha quella che 
Diana Vreeland definisce “la bellezza dei dannati”: grande consumatrice di alcool e cocaina, Daisy s’imbarca nelle prime sperimentazioni di chirurgia plastica per correggersi il naso (senza anestesia) e inizia ad accumulare una collezione di gioielli che diventerà una delle più straordinarie del suo tempo. 

Cliente assidua di Van Cleef & Arpels e dei fratelli Cartier, si fa disegnare pezzi su misura – come il collier Tuttifrutti di Cartier - e li indossa in qualsiasi occasione, anche in spiaggia.



Fotografata da Cecil Beaton ( le foto sono alla National Portrait Gallery di Londra) fu una fedele cliente della creatrice di moda Elsa Schiaparelli e della gioielliera Suzanne Belperron.


Era la proprietaria della villa Les Zoraides a Cap Martin. Visse al 69 rue de Lille a Parigi, nel 7 arrondissement.

Definita da Karl Lagerfeld “la donna più chic su cui abbia posato gli occhi”, Daisy Fellowes è passata alla storia come musa di Coco Chanel e di Elsa Schiaparelli, che proprio per lei inventa il colore rosa shocking.






martedì 30 agosto 2022

Il quartiere Suburra a Roma, da Giulio Cesare alla serie omonima di Netflix. Da quartiere malfamato a desiderio immobiliare trend del ceto medio .

 


Sinonimo di quartiere malfamato, al punto da aver dato il titolo di film e serie tv "crime", la Suburra era il cuore della Roma malfamata, ma tollerata dal potere.


Nell’antica Roma Suburra, in latino Subura, era  la zona dell’Urbe che corrisponde all’attuale Quartiere Monti, a ridosso dei Fori Imperiali, non lontano dalla stazione Termini e dal Quirinale.


Nelle sue strade strette, sporche e rumorose a partire dal III secolo a. C. si svolgeva la vita quotidiana della Roma popolare abitata da teatranti, gladiatori e cortigiane.

Di tutti i quartieri popolari di Roma, Suburra era il più malfamato e il più pericoloso: qui si trovavano le bettole più malfamate, rifugio di prostitute, ladri e ogni genere di fuorilegge. 

Dopo il tramonto, camminare tra le sue strade era una sfida al destino: i delitti erano all’ordine del giorno e chi era costretto ad attraversare il quartiere lo faceva scortato da schiavi armati e muniti di fiaccole.


Anche per questo, e per proteggersi dai ripetuti incendi della Suburra, i ricchi romani al potere si erano limitati a far erigere un muro di 33 metri  attorno al quartiere, ottenendo l’effetto di accentuare il dislivello tra Roma e Suburra, la cui etimologia - secondo alcuni - rimanderebbe proprio alla posizione “sub urbe”, cioè più bassa rispetto a quella della città.


Ma come tutti i luoghi popolari, anche la Suburra ebbe le sue celebrità: vi nacquero
Giulio Cesare (100 a. C. - 44 a. C.) e il poeta Marziale (40-104).

Ma Suburra era soprattutto il cuore dell’altra Roma, quella dei bordelli e delle bettole poco raccomandabili, tollerate dal potere e dai ricchi che nel quartiere a luci rosse si recavano per soddisfare la propria lussuria.

Le visite di Valeria Messalina (25-48), moglie dell’imperatore Claudio, erano proverbiali. Raccontano i biografi Svetonio e Tacito che si travestiva da prostituta (bastava togliersi la stola delle matrone e indossare una parrucca rossa) per recarsi nel quartiere, dove si concedeva a ripetizione. 

Durante le sue uscite in incognito usava un nome fittizio: Lisisca, ovvero “donna-cagna”. Si racconta che si presentasse nei bordelli con i capezzoli dorati, con il trucco pesante caratteristico delle prostitute, per offrirsi a marinai e gladiatori.

Nerone (37-68), invece, vi si recava travestito da poveraccio per saggiare gli umori del popolo sul suo governo (al tempo non esistevano i sondaggi).


Tuttavia la Suburra non era solo un luogo di ambigua fama. 

Era infatti ricca di santuari di devozione popolare e di tabernae librariae. In queste librerie operavano schiavi esperti nella scrittura, che, per conto dei loro padroni, copiavano e vendevano su ordinazione le opere letterarie latine e greche.



Durante il Medioevo molti degli abitanti del rione Monti iniziano a spostarsi verso Campo Marzio, un’area pianeggiante, in quanto gli acquedotti romani erano danneggiati ed era difficile trasportare l’acqua a causa della pendenza. In questo periodo, le persone rimaste ad abitare nel rione, detti “monticiani”, cominciano a sviluppare un’identità ben precisa, tanto che il dialetto parlato si differenziava, seppur leggermente, da quello di altre zone di Roma.

Il quartiere rimane quasi immutato fino all’Ottocento: un’area ricca di vigne e orti, poco popolata per la scarsità d’acqua. L’unico motivo per cui il quartiere non viene del tutto abbandonato è la presenza delle basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, tra le chiese più importanti di Roma che garantivano un continuo flusso di pellegrini.

Il rione Monti cambia completamente volto nell’Ottocento, dopo che Roma diventa capitale del Regno d’Italia, subendo un importante sviluppo urbanistico. 
Durante il periodo fascista un’ampia parte del quartiere viene sventrata per portare alla luce i resti dei Fori Imperiali e per costruire l’attuale via Fori Imperiali.

Oggi, all’interno del quartiere si distingue l’area che ha subito l'intensiva urbanizzazione ottocentesca, tra cui quella compresa tra il Viminale e il Quirinale, la zona che costituisce il parco archeologico e la Suburra, risparmiata dagli sventramenti fascisti e molto apprezzata dai turisti perché mantiene ancora quell’atmosfera pittoresca del passato.

Tra i monumenti più importanti e rappresentativi del quartiere rientrano sicuramente la basilica di San Giovanni in Laterano, madre di tutte le chiese di Roma e del mondo, e la basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali della Città Eterna e l’unica ad aver mantenuto la primitiva struttura paleocristiana. 

La zona è particolarmente nota per l’area archeologica dei Fori Imperiali, un complesso architettonico unico al mondo che comprende una serie di edifici e piazze monumentali, centro della vita della Roma antica.

Il cuore del rione Monti è rappresentato dalla piazza della Madonna dei Monti, diventata anche punto di ritrovo dei giovani. 

Tra le zone più amate dell’area ci sono via Nazionale e via Cavour che, con le loro abitazioni particolari e le botteghe artigiane, sembrano conservare le peculiarità della Capitale ottocentesca.

Il quartiere è anche famoso per essere il luogo del buon cibo. Infatti, via del Boschetto è nota come la strada con la maggior presenza di ristoranti di tutta Roma. 

Lungo questa via sorge anche il Teatro Manhattan, fondato nel 2008 da un gruppo di appassionati, che si inserisce in un programma di riqualificazione del rione Monti, portato avanti dagli anni ‘90

L’anima popolare del quartiere Monti, dove ancora esiste Piazza Suburra, ha resistito nei secoli, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, fino al restyling di Roma di fine ottocento, successivo alla Breccia di Porta Pia.

Ma dove Papi, invasori e architetti si sono arresi, è arrivata la gentrificazione, che ha fatto della vecchia Subura romana un luogo alla moda, anche per la sua posizione centrale. 

Dell’antica Suburra ormai resta solo il valore nominale di “insieme dei quartieri più malfamati di qualsiasi grande città”, che ne ha anche fatto il titolo di un libro sulla Roma criminale, da cui sono nati un film e la serie tv di Netflix.

Il rione Monti è così chiamato perché in origine comprendeva vari monti, cioè colli: l’Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio.

Oggi la topografia del rione è cambiata ma rimane pieno di fascino, includendo le più belle parti archeologiche della città come i Fori Imperiali, scenografie barocche come piazza del Quirinale o la  chiesa di S. Maria Maggiore e S Pietro in Vincoli, che custodisce il Mosè di Michelangelo.

Oggi, gli abitanti di Monti sono architetti, pubblicitari, giornalisti, registi, molto creativi e molto in spending review… Insomma ceto medio riflessivo alle prese con curcuma e zenzero, ma soprattutto con Imu, Tares e cedolare secca. Le nuove generazioni che, a meno di assegni staccati magnanimamente da papà, un bilocale qui difficilmente se lo possono più permettere. E sono costretti a guardare altrove.

E come ci evidenzia l' agente immobiliare Luca Casaburi, lo scalimetro dei desideri immobiliari è confermato dai nuovi arrivati nell’Urbe. “Dove ti piacerebbe abitare?” “A Monti.” Così il quartiere diventa il metro con cui si misura la scala sociale. “Ora posso finalmente permettermi una casa a Monti!”



NETFLIX

Tra i luoghi che compaiono nella serie ci sono Fiumicino e l'Idroscalo, il luogo dove fu trovato il corpo assassinato di Pier Paolo Pasolini. In tutto, le location della nuova stagione sono più di 60 e comprendono alcuni dei luoghi più iconici di Roma, ma anche le periferie e il litorale laziale.

LE LOCATION DI SUBURRA 3

  • Palazzo Patrizi

Palazzo Patrizi, con le sue belle stanze e i quadri pregiati alle pareti, è location di tante scene chiave delle prime due stagioni e torna a comparire anche nella terza. Palazzo Patrizi, sontuosa dimora barocca, si può visitare e qui trovate il sito ufficiale del palazzo: palazzopatri.it

  • Piazza del Campidoglio

Uno dei personaggi principali di Suburra, Amedeo Cinaglia, è un politico che strizza l'occhio alla malavita capitolina e che si muove e lo si incontra dentro e fuori dal Campidoglio, in un altro dei luoghi simbolo della città.

  • Via della Conciliazione

Strada simbolo di Roma, proprio davanti al simbolo numero uno della capitale: San Pietro. È il luogo in cui la Chiesta esercita il proprio potere e dove abita uno dei vescovi corrotti di Suburra, Monsignor Theodosiou, da cui spesso si recano Aureliano, il boss di Ostia, e Spadino, il boss degli zingari.

Aureliano (interpretato da Alessandro Borghi) è il boss di Ostia. Insieme al porto turistico compaiono altri luoghi di Ostia e di Fiumicino, nelle prime, come nella terza stagione. 

  • Via Giulia

Via Giulia, tra i rioni Regola e Ponte, vicino a Campo de' Fiori, è uno dei luoghi in cui si muovono i personaggi della serie tv.

  • Colosseo

Non poteva mancare tra le location del film, il Colosseo, simbolo di Roma e protagonista di una bellissima inquadratura con il Samurai di Francesco Acquaroli che chiude il primo episodio.

  • Fregene

A una trentina di km da Roma si trova Fregene, una delle località di mare più rinomate della capitale in cui si svolgono alcune scene della terza stagione di Suburra. 

  • Palazzo della Civiltà Italiana

Il Palazzo della Civiltà Italiana è un edificio monumentale che si trova nel quartiere Eur. A pianta quadrata, si presenta come un parallelepipedo a quattro facce uguali, con struttura in cemento armato e copertura interamente in travertino con 54 archi per facciata, ragione per la quale è anche chiamato il Colosseo Quadrato. 

  • Ex Enalc Hotel 

L'ex Enalc Hotel, già visto nella seconda stagione di Suburra, è la casa del boss Aureliano a Ostia.

  • Convento di San Cosimato a Vicovaro

Il convento dove si rifugia la moglie di Cinaglia, Alice (interpretata da Rosa Diletta Rossi) sembra essere il Convento di San Cosimato a Vicovaro, non lontano da Roma e con vista mozzafiato sulla Valle del fiume Aniene.

  • Ex palazzo dell'Unione Militare di Via Tomacelli

Il locale della festa di Aureliano e Spadino nel terzo episodio della stagione 3 è la cupola di vetro e acciao firmata dal famoso architetto Massimiliano Fuksas che si trova sul tetto dell’ex palazzo dell'Unione Militare di Via Tomacelli.