Uno champagne perfetto e una giovane
vedova dal temperamento e dalle qualità eccezionali sono all’origine della
Maison Henriot.
Sfogliando
Elle Italia ho trovato un interessantissimo articolo di E. Galimberti sulla
storia della fondatrice dello Champagne Henriot.
E subito mi
è venuta voglia di parlarne…
Nella storia
dello Champagne le grandi donne non mancano.
Sono
giovani, spesso vedove, con delle qualità eccezionali.
Colte,
intelligenti, carismatiche, imprenditrici di talento, hanno fatto
prosperare delle Maison stellate.
La Veuve Cliquot Ponsardin è forse la più
grande ma Apolline Henriot non ha niente da invidiarle.
La famiglia
Henriot, di origine lorena, fondò le sue tradizioni nella regione Champagne già
dalla metà del 600, dove si stabili’ attratta dal commercio di tessuti.
Immediatamente
si dedicò anche al vino, con l’acquisto di vigneti e cominciando la produzione.
Iniziò così
una lunga ricerca di qualità, che vide la fondazione ufficiale della Maison nel
1808.
Apolline Henriot, da poco vedova, prese le redini dell’impresa e
la portò ai vertici del successo.
Ancora una
volta, l’iniziativa di una donna - che dopo la perdita del marito decise di
portare avanti il lavoro sulle vigne di famiglia a Reims - portò alla
fondazione di una maison, destinata negli anni a grandi trionfi.
La vera
spinta verso la Champagne arrivò
già nel 1800, e precisamente con l’unione fra Nicolas Simon Henriot,
proveniente da una famiglia borghese champenoise, attiva nel commercio
della lana, e Apolline Ginot, nipote di un uomo di grande cultura i cui
lavori hanno contribuito al progresso della viticoltura.
I due si sposarono, e
condivisero una forte passione per il vino che li spinse a iniziare una
secolare storia di produzione di vino, fatta di ricerca qualità e innovazione,
che diede vita allo champagne Henriot.
Rimasta
vedova, Apolline decise di mettere in commercio il – fino ad allora –
privatissimo champagne Henriot, prodotto sul vigneto del padre a Bouzy.
È appunto lei che, grazie alla sua erudizione, contribuì a migliorare la
conduzione della vigna e la composizione dei vini della Champagne.
Imprenditrice e donna dalla forte personalità, Apolline fece conoscere e
apprezzare con notevole successo lo Champagne presso
le teste coronate, affermandosi prima alla Corte d’Olanda e di seguito a quelle
d’Ungheria e d’Austria presso gli Asburgo, fino a farlo diventare lo champagne
ufficiale della corte imperiale.
La famiglia Henriot
ha sempre portato avanti uno stile molto particolare, in modo molto
esigente, distinto da perfezionismo e qualità delle Cuvées.
Il tempo rimane il
loro miglior alleato e la pazienza il loro segreto.
La Maison richiede
ai propri cantinieri un lavoro estremamente curato, che, abbinato alla perfetta
conoscenza dei singoli terreni e il savoir faire di famiglia nell’assemblaggio,
rendono gli champagne Henriot dei vini del tutto riconoscibili, e in
grado di far vivere un’emozione unica attraverso la loro degustazione, di
incomparabile eleganza e finezza.
Selezionare
i migliori crus, magnificare la purezza dello chardonnay, e offrire a
ciascuna Cuvée il tempo di svilupparsi: questi i principali impegni assunti da
ciascuna delle sette generazioni che si sono succedute alla testa della maison,
che ancora oggi, a conduzione familiare e indipendente, persegue il suo lavoro
d’eccellenza.
Grazie a
Apolline, gli Champagne Henriot si distinguono per la loro eccezionale eleganza, uno stile cesellato, la loro bella complessità.
Lo stile
della maison si perpetua così nelle scelte d’assemblaggio, che privilegiano il
vitigno chardonnay. Mentre il pinot noir fornisce la struttura indispensabile,
lo chardonnay apporta grazia, classe, leggerezza, freschezza.
Fin
dall'anno della sua fondazione, la maison fondata da Apolline Henriot si
contraddistingue per la sua storia familiare nella quale persone
talentuose seppero sviluppare e esprimere la tipicità del terroir, sublimarla
mediante un sapiente lavoro e che infine riuscirono a trasmettere l’eredità di questo
savoir-faire alla lunga dinastia di discendenti.
hashtag #maturità 2018 e #no panic.