Quest'anno il romanzo Un amore di Dino Buzzati compie 62 anni.
Pubblicato da Mondadori nel 1963, l’autore narra in maniera autobiografica una passione, un amore ossessivo e complicato di Antonio Dorigo, architetto milanese sulla soglia dei cinquant’anni per una ragazza giovane, capricciosa e crudele, la bruna Laide, prostituta, modella e forse ballerina alla Scala di Milano.
Nella Milano grigia, noiosa e industriale del boom economico, tra borghesia e proletariato il protagonista vive un’esistenza tranquilla, in cui si crea delle parentesi di piacere nei bordelli e negli incontri con amici e colleghi di lavoro.
Antonio Dorigo, in realtà Dino Buzzati, non riesce ad avere dei rapporti sani con le donne, ha bisogno della prostituzioneLe donne, per Dino Buzzati e Antonio Dorigo, sono figure tra l’illecito e il proibito, una specie di mito.
Un giorno, in una casa d'appuntamenti milanese, Dorigo incontra una giovanissima prostituta, Laide.
Bruna, spigliata. segreta e misteriosa, Laide stimola subito l’attenzione del protagonista. Dorigo si infatua della ragazza e non riesce a pensare ad altro.
Sopporta mortificanti umiliazioni solo per poter stare un momento con lei. La Laide, ballerina alla Scala, è una ragazzina capricciosa, opportunista, e tentatrice.
Risveglia in Dorigo il desiderio di possesso. L’architetto vive nella costante ansia che la ragazza possa sfuggirgli ad ogni istante.. O peggio: che possa andare con altri. Sebbene lei lo disprezzi e lo utilizzi per i propri comodi, Dorigo sembra non poter fare a meno di lei.
La crudeltà , le bugie e i tradimenti della giovanissima Laide sconvolgono la sua esistenza tranquilla e monotona.
«Dio mio possibile che non riuscisse a pensare all’altro? La mente era fissa lì, sempre sullo stesso argomento tormentoso».
Come un incanto.
Buzzati spiega come Dorigo fosse «prigioniero di un amore falso e sbagliato, il cervello non era più il suo, c’era entrata la Laide».
Dopo numerose messe in scena e apparenti tradimenti, la ragazza gli rivelerà di aspettare un bambino da lui.
Nel romanzo, Dino Buzzati descrive il complesso sentimento di impotenza e di desiderio estremo, di tormento e di ansia, che affligge l'architetto Antonio Dorigo preso nella rete dell’amore ossessivo per la giovane e spregiudicata Laide.
E' una «tensione immobile e dolorosa di tutto l’essere, come quando da un momento all’altro può accadere una cosa spaventosa e si resta inarcati allo spasimo, l’angoscia, l’ansia, l’umiliazione, il disperato bisogno, la debolezza, il desiderio, il dolore estremo mescolati tutti insieme a formare un blocco, un patimento totale e compatto».
Il vortice della passione irrazionale travolge l'architetto milanese serio e stimato; sfonda la gabbia borghese.
Un amore disperato, solo in apparenza frivolo: Laide non è un semplice oggetto sessuale, diventa un amore ossessivo. Un’ossessione morbosa che, soprattutto nella seconda parte del romanzo, si esprimerà attraverso i lunghi monologhi interiori del protagonista.
Ed è proprio qui, nel flusso dei pensieri di Antonio, che la realtà si trasfigura e si riempe di simboli, lasciando infine spazio all’onirico, in un delirio che sembra trasformare tutte le paure di Antonio.
La polemica contro la morale borghese è infatti un altro tema del romanzo, lo scontro tra la benestante borghesia di cui Antonio fa parte e il proletariato povero ed emarginato di cui fa parte Laide.Il contrasto è messo in evidenza dall’ambiente che fa da sfondo alla vicenda: Milano, città attiva, operosa, borghese, con una vita sociale e culturale ricca ed elegante ma anche triste, fredda, monotona, noiosa, grigia, precaria, alla ricerca di espedienti per sopravvivere .
"Era una delle tante giornate grigie di Milano, però senza la pioggia, con quel cielo incomprensibile che non si capiva se fossero nubi o soltanto nebbia al di là della quale il sole, forse"
La donna buzzatiana rappresenta un mondo proibito, irraggiungibile, indecifrabile che travolge l’esistenza tranquilla di Antonio Dorigo architetto e di Dino Buzzati giornalista. L’amore irrazionale assorbe completamente Antonio, e sicuramente anche Dino.
«Tutto il mondo si riferisce a lei, senza di lei non c’è più senso nella vita nel lavoro nei discorsi nel mangiare nel vestirsi, tutto è assurdo e idiota senza lei e così si apre da qui fin qui uno squarcio orribile dentro di lui, e dallo squarcio un convulso fiume di lacrime esce».
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