Il restyling prevede la progettazione di 50 eleganti residenze, delle parti comuni e della Spa privata, realizzate seguendo il mood stilistico di Versace Design, una sezione-lusso sempre più importante nella corporate della griffe Versace.
venerdì 15 agosto 2008
Relook design by Versace New York
La maison della Medusa ha creato una partnership con il Gruppo AFI (leader internazionale nel Real Estate deluxe) per la realizzazione del progetto di interior design della Clock Tower di Madison Avenue, uno degli edifici più prestigiosi della Big Apple, costruito da Metlife nel 1909.
Giorgio Armani a scuola
Il Politecnico di Milano, YOOX Group e Giorgio Armani:
un tris di moda e tecnologia per il sostegno del Master in E-Fashion presso la Business School del MIP.
La maison milanese sarà, infatti, la prima casa di moda a essere presente in un programma scolastico che punta alla realizzazione di progetti fashion.
A partire dal prossimo anno accademico (2008-2009) gli studenti del Politecnico avranno la possibilità di collaborare all'interno del team di progettazione del negozio on-line Emporio Armani, un e-commerce gestito da YOOX Service (società di YOOX Group, il partner globale di Internet retail per i più importanti brand di moda).
"Sono orgoglioso di essere il primo stilista a sostenere un master.
E mi auguro che questo impegno scolastico aiuterà gli studenti ad esprimere tutto il loro potenziale", ha dichiarato Giorgio Armani.
un sito per nuovi stilisti
Un’innovativa piattaforma creativa, dove potresti scoprire le rivelazioni delle prossime stagioni: così NOT JUST A LABEL® - sito londinese dedicato a tutti i nuovi stilisti pronti a lanciare le loro collezioni - presenta designer inediti, brand inesplorati e realtà fashion di nicchia.
Il suo scopo è quello di diventare una vera business directory, per mettere in contatto giovani talenti con quell’universo difficile e affascinante che è il mondo della moda.
Dice il fondatore del sito, Stefan Siegel: «Non crediamo nei diktat, vogliamo solo creare un modello per l’innovazione.
Non ci sono ruoli e non ci sono limitazioni: noi diamo solo una tela, voi dovete colorarla».
mercoledì 13 agosto 2008
Tecnostressati?
Non chiamateli tecnostressati. I dipendenti da trilli, sms ed email rivendicano il «bisogno culturale» di essere sempre in rete (anche in spiaggia) per lavoro o per piacere.
Sono l’esercito sempre più numeroso dei «felici e connessi».
Si presentano al mare non con i socializzanti racchettoni, ma armati di BlackBerry, iPhone e computer palmari.
Si presentano al mare non con i socializzanti racchettoni, ma armati di BlackBerry, iPhone e computer palmari.
E sotto l’ombrellone non divorano Ken Follett o Paulo Coelho ma Tutti pazzi per iPhone, libro ricco di dritte per amoreggiare con la nuova creatura Apple.
Autore: Lucio Bragagnolo, un mito per i tecnomaniaci, ammaliati dalla sua sapienza e dalla sua dotazione tecnologica: tre Mac, un palmare (preistorico) Newton Message Pad, due iPhone, tre iPod e due «shuffle», i miniplayer di musica digitale.
Non c’è lido che si salvi dalla deriva tecnologica. Allo stabilimento vip Ultima spiaggia di Capalbio il campione è Chicco Testa, managing director di Rothschild Italia.
Non c’è lido che si salvi dalla deriva tecnologica. Allo stabilimento vip Ultima spiaggia di Capalbio il campione è Chicco Testa, managing director di Rothschild Italia.
In riva al mare attaccato a cellulari e palmari, a fine giornata si connette grazie al computer fisso di cui ha dotato anche la casa capalbiese dov’è incorniciata una delle foto che lo intenerisce di più: «Io e i miei due figli adolescenti seduti su una panchina intenti, sorridendo, a mandare sms». Un altro che lavora dalla spiaggia di Capalbio e non riesce a stare scollegato dal web nemmeno un minuto è Roberto D’Agostino, che in riva al mare aggiorna il suo cliccatissimo sito di gossip e news con il portatile collegato in rete senza fili.
Ma non si tratta di avvistamenti sporadici. Sulle spiagge italiane intenti a inviare email con cellulari d’ultima generazione e BlackBerry ci sono manager come Corrado Passera e Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, il produttore cinematografico americano Harvey Weinstein, il presidente della Banca nazionale del Lavoro, Luigi Abete, l’attore hollywoodiano Richard Gere e l’italianissima Manuela Arcuri.
Ci provano a disintossicare i vacanzieri tecnostressati con raduni in agriturismi isolati, danze tribali, minimaratone e addirittura coccoloterapia.
Ma non si tratta di avvistamenti sporadici. Sulle spiagge italiane intenti a inviare email con cellulari d’ultima generazione e BlackBerry ci sono manager come Corrado Passera e Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, il produttore cinematografico americano Harvey Weinstein, il presidente della Banca nazionale del Lavoro, Luigi Abete, l’attore hollywoodiano Richard Gere e l’italianissima Manuela Arcuri.
Ci provano a disintossicare i vacanzieri tecnostressati con raduni in agriturismi isolati, danze tribali, minimaratone e addirittura coccoloterapia.
Per esempio la campagna «Estate senza tecnostress» appena varata dal social network Runfortecnostress di Enzo di Frenna con Assodigitale, l’associazione degli operatori dei media digitali.
Su runfortecnostress.ning.com ci sono gli appuntamenti, scaglionati in 100 giorni.
Il tentativo è nobile, ma arduo: appena 123 iscritti e l’annullamento per mancanza di partecipanti della «sana camminata nei boschi per allontanarsi dalle tensioni della vita quotidiana» organizzata a fine luglio in Valle Vigezzo. Un po’ per paura della pioggia, molto per l’incubo che, in montagna, i cellulari non prendessero.
Il fatto è che di abbandonare tensioni, trilli e avvisi di sms quotidiani ne hanno voglia davvero in pochi. E che l’esercito di chi si nutre di adrenalina tecnologica semmai è in aumento, un po’ in tutte le categorie.
Il fatto è che di abbandonare tensioni, trilli e avvisi di sms quotidiani ne hanno voglia davvero in pochi. E che l’esercito di chi si nutre di adrenalina tecnologica semmai è in aumento, un po’ in tutte le categorie.
Cantanti come Mariah Carey, che quando è a cena scrive mail agli amici con il BlackBerry nascosto sotto il tavolo.
Star della moda come Frida Giannini, direttore creativo di Gucci, che si dichiara «dipendente» dal suo palmare.
Politici come Daniela Santanchè, «collegata 24 ore su 24» anche a Porto Cervo e Cortina: «Non riesco a staccarmi dall’iPhone che ho preso in autunno quando ero a New York per la maratona» dice Santanchè «ma non mi stressa, mi diverte. E poi la politica è full time».
Qualche tecnostressato in via di redenzione c’è: l’avvocato Geronimo La Russa, 28 anni, figlio del ministro della Difesa, in partenza per gli Usa con cinque amici maschi, tutti single, sarà costretto a portarsi cellulari, BlackBerry e computer: «Il mio lavoro non mi permette di staccare». Quando uscirà a cena con una ragazza però si limiterà «al BlackBerry» dice «ed eviterò di controllare forsennatamente le email».
Qualche tecnostressato in via di redenzione c’è: l’avvocato Geronimo La Russa, 28 anni, figlio del ministro della Difesa, in partenza per gli Usa con cinque amici maschi, tutti single, sarà costretto a portarsi cellulari, BlackBerry e computer: «Il mio lavoro non mi permette di staccare». Quando uscirà a cena con una ragazza però si limiterà «al BlackBerry» dice «ed eviterò di controllare forsennatamente le email».
Tentativo raro di autodisintossicazione. Al richiamo del «push mail», il bip che su iPhone e BlackBerry segnala l’arrivo della posta, resistono in pochi. E quell’80 per cento di italiani che secondo una recente ricerca soffre di tecnostress (ansia, insonnia, gastriti, tendiniti) deve essere composto soprattutto di masochisti che dalla tecnologia traggono piacere e che non hanno intenzione di staccare la spina.
Tantomeno al mare forse perché, come segnala il sociologo Domenico De Masi, teorico dell’ozio creativo «oggi, con la quasi scomparsa dei lavori fisicamente usuranti, i concetti di professione e tempo libero sono sempre più vicini: in ufficio ci si ritaglia spazi per le email private e in vacanza si dedica tempo al lavoro». A rimetterci però sono partner e amici che aspirerebbero a intrattenere qualche sana chiacchierata con i maniaci della tecnologia. Michela Rocco di Torrepadula si è rassegnata allo stile di vita vacanziero del marito Enrico Mentana, teorico della non necessità di staccare e «capace di portarsi il computer anche nei trekking».
Daria Bignardi, invece, nella sua rubrica sul settimanale Vanity Fair ha lanciato il suo grido d’allarme, lamentandosi dell’iPhone, nuovo oggetto del desiderio «che i maschi non lasciano mai, neanche di notte.
Daria Bignardi, invece, nella sua rubrica sul settimanale Vanity Fair ha lanciato il suo grido d’allarme, lamentandosi dell’iPhone, nuovo oggetto del desiderio «che i maschi non lasciano mai, neanche di notte.
L’importante è essere connessi ogni minuto. Finché morte non li separi». E giù con la derisione di quanti lo compulsano all’uscita del cinema per cercare notizie del regista su Wikipedia o addirittura si divertono a cercare su Google Maps il porticciolo dove sono appena sbarcati.
Destinatario del messaggio, neanche tanto occulto, suo marito Luca Sofri, che qualche giorno prima sul suo blog Wittgenstein aveva trionfalmente annunciato di essere riuscito a vedere sul suo iPhone i momenti salienti del campionato di baseball Usa.
Lui, che è sempre davanti a un computer, eternamente dotato di telefonino e iPhone, non si è scollegato neanche a Gressoney dove, con gente come il cantante Morgan e il conduttore Giovanni Floris, ha appena organizzato Kinder, raduno dei fan di Condor, la sua trasmissione di Radiodue. «Al ritorno dai picnic in vetta ci precipitavamo tutti» racconta Sofri «ad aggiornare i nostri blog».
Liquida così gli antitecnologici pronti a giudicarli: «Ci guardano male solo per disabitudine culturale: non vedo perché chi legge sulla spiaggia deve essere apprezzato e chi compulsa sul palmare no.
È cultura anche la nostra, tra qualche anno non daremo più nell’occhio».
Per quanto riguarda la connotazione culturale ci sarebbe da ricordare che l’ex parlamentare Franco Grillini, fondatore dell’Associazione deputati amici delle nuove tecnologie, definisce «i miei giocattoli» i vari tvfonino, palmare, minicomputer che con una valigia a parte si porta in vacanza. Ammette di essere affetto da «regressione infantile» tanto da aspettare con ansia un viaggio in auto verso San Martino di Castrozza con un amico tecnomaniaco come lui «perché parleremo per ore di cellulari e affini». Mentre il gallerista Niccolò Cardi, che ha ribattezzato il suo palmare «Crackberry» (come chiamano in America i drogati di BlackBerry), confessa di chattare via messenger «anche 170 volte al giorno».
Racconta di una sera che in un ristorante di New York con 11 amici, «quattro parlavano e otto scrivevano mail». Lui era tra gli scriventi. «È solo un giochino molto divertente» commenta. La psicologa Giorgia Notari, esperta di gestione dello stress, è di diverso avviso: «Non sono strumenti innocui.
All’inizio soprattutto iPhone è divertimento puro, ma poi queste tecnologie rischiano di favorire la fuga dalla realtà. Come in qualunque altra dipendenza».
È quello che è successo a Emanuela Bazzoni, 34 anni, project manager di Fastweb: ha cominciato con l’aggiornare il suo profilo su Facebook ogni mattina, «prima ancora di preparare il caffè» dice.
Poi è finita col diventare schiava del push mail, del messenger, «e pronta a rispondere agli sms anche in piena notte». Adesso si è imposta l’astinenza, con una vacanza a Jericoacoara, nel nord del Brasile «dove non c’è connessione». Resisterà? Per sicurezza ha già individuato gli internet point locali.
martedì 12 agosto 2008
Peck, il tempio dei gourmet a Milano
A Milano Peck é l'equivalente di Fauchon a Parigi, in meglio!
Dal 1883, l’anno della sua apertura, Peck é un vero e proprio tempio del gusto, conosciuto e frequentato dai milanesi buongustai.
E' una caverna di Ali Babà della gastronomia, dal salato al dolce! Il salame ungherese é una meraviglia..
Il cibo di alta qualità è al centro anche della ristrutturazione, tremila e trecento metri quadrati distribuiti su tre piani. «E’ stato un lavoro molto complesso», spiega l’architetto Roberto Beretta dello Studio Architettura Beretta Associati, «perché la superficie è ricavata all’interno di quattro palazzi diversi e questo ha richiesto opere strutturali molto importanti.
Il progetto è stato guidato da criteri soprattutto funzionali. «Era necessario garantire le migliori condizioni di conservazione dei cibi e anche l’illuminazione doveva essere calibrata secondo le diverse caratteristiche degli alimenti».
Vista la necessità di utilizzare quotidianamente carrelli carichi di merci, per i pavimenti sono state scelte lastre di porfido spesse cinque centimetri, mentre le pareti, in marmo rosa del Portogallo, hanno richiesto la progettazione di una struttura retrostante in ferro, «in grado di reggere le mensole su cui andavano appoggiati prosciutti e altri cibi molto pesanti».
Vista la necessità di utilizzare quotidianamente carrelli carichi di merci, per i pavimenti sono state scelte lastre di porfido spesse cinque centimetri, mentre le pareti, in marmo rosa del Portogallo, hanno richiesto la progettazione di una struttura retrostante in ferro, «in grado di reggere le mensole su cui andavano appoggiati prosciutti e altri cibi molto pesanti».
Il restauro delle facciate in stile Liberty è richiamato all’interno dalla salvaguardia di tutti gli elementi decorativi originari, mantenuti ove possibile a vista.
I nuovi arredi sono stati commissionati a Poliform, che ha eseguito su misura quasi ogni centimetro del negozio: controsoffitti, banconi, sedie e tavolini, i rivestimenti e gli scaffali in legno di pero dell’incredibile enoteca che accoglie oltre cinque mila etichette di vini.
Link correlati: http://www.peck.it/ http://www.poliform.it/ http://www.sabassociati.it/
Link correlati: http://www.peck.it/ http://www.poliform.it/ http://www.sabassociati.it/
Una "coniglietta" nuda per PETA
Una coniglietta nuda per PETA (People for the Ethical Treatment of Animals).
La coniglietta di PlayBoy Holly Madison ha deciso di sposare la causa della nota associazione ambientalista.
L’obiettivo?Un ritorno alla battaglia contro le pellicce, e soprattutto, contro l’utilizzo che ne viene fatto dall’industria della moda.
La soluzione sarebbe quella di utilizzare pellicce sintetiche.
E allora perché continua questo crudele massacro verso piccoli animali indifesi?
Holly Madison ha scelto di farsi portavoce attraverso il proprio corpo di un’associazione no-profit che da tempo conduce battaglie radicali per la salvaguardia degli animali, dalla vivisezione, al maltrattamento da parte dei più grandi fast food (ricordiamo le battaglie contro McDonald’s e KFC) e ovviamente contro l’uso degli animali quali cavie per pregiate pellicce.
Un argomento che non conosce soluzione, perché entra nell’eterna lotta tra le alternative e la loro validità, e soprattutto, la crudeltà con la quale questi animali vengono privati dell’ambito manto peloso.
Finché il lusso conoscerà e riconoscerà nelle pellicce pregiate un elemento di stile, la fashion industry, attenta alla moda quanto alle sue possibilità economiche, non si fermerà.
Le star che hanno sposato la causa animalista sono state molte: dalla nostrana Marina Ripa di Meana alle cantanti Sophie Ellis Bextor e Jamelia, per finire tra i seni nudi di Jenna Jameson. Difficile credere che aver tolto i vestiti a Holly Madison possa rappresentare una protesta profondamente radicale… Qualcuno ha mai pensato di farle una foto vestita?
Le star che hanno sposato la causa animalista sono state molte: dalla nostrana Marina Ripa di Meana alle cantanti Sophie Ellis Bextor e Jamelia, per finire tra i seni nudi di Jenna Jameson. Difficile credere che aver tolto i vestiti a Holly Madison possa rappresentare una protesta profondamente radicale… Qualcuno ha mai pensato di farle una foto vestita?
Chanel N° 5 , profumo per Audrey Tautou
Nelle intenzioni della Maison francese, il passaggio tra Nicole Kidman e Audrey Tautou come testimonial del profumo Chanel N° 5 sarebbe avvenuto l’anno prossimo, quando la protagonista de Il Favoloso Mondo di Amélie apparirà sugli schermi di tutto il mondo come Gabrielle Chanel, nell’attesissimo film/biografia su Mademoiselle Coco.
Ma la gravidanza a lungo cercata di Nicole ha sicuramente accelerato i tempi.
Così, Audrey avrà anche il ruolo principale nel prossimo film pubblicitario del mitico N° 5, sotto la regia di Jean-Pierre Jeunet, che l’aveva scoperta e diretta proprio come Amélie.
Nell’attesa, al Galà tenutosi lunedì sera al Metropolitan Museum di New York, per l'inaugurazione della mostra Superheroes: Fashion and Fantasy, la Tautou era in uno splendido total look Chanel.
domenica 10 agosto 2008
Hotel e tacchi a spillo
L'Alexander Museum Palace Hotel è un hotel, un installazione originale, tra soggiorno turistico ed evento artistico, ci fa sapere Sonia Grispo, del blog Trend &The City.
Allora, se state organizzando il vostro itinerario di vacanze in Italia, tappa obbligatoria stavolta è Pesaro all'Alexander Museum Palace Hotel!
In particolare, fra le 63 stanze dell’albergo (realizzate da 75 artisti), suggerisce di scegliere di alloggiare nell’ANIMA & CORPO ROOM dell’eclettico artista milanese Miky Degni che, realizzata ad acrilico, è ispirata alla passione e alla sensualità, e riproduce su mobili, letti, comodini e porte, ammiccanti ritratti di donne su vertiginosi tacchi a spillo.
Non solo hotel, dunque, ma opera “vivente”, una grande scultura bianca di ben nove piani sul lungomare di Pesaro e al tempo stesso una complessa “installazione”, frutto di quattro anni di lavoro in cui sono stati coinvolti ingegneri, architetti e soprattutto artisti famosi ed emergenti. Nomi come Arnaldo Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, tanto per citarne solo alcuni…
venerdì 8 agosto 2008
Le donne di De Biasi in mostra
La Galleria 70 di via Moscova a Milano presenta 25 ritratti femminili realizzati dal fotografo bellunese De Biasi dagli inizi della sua carriera, tutti in edizione vintage print e selezionati fra migliaia di cliché in bianco e nero, realizzati dal 1949 al 1970.
Da vedere assolutamente!
Da vedere assolutamente!
Esposizione dal primo ottobre al 24 dicembre 2008.
Tan Shen, la Cina Made in Italy
Tan Shen é un nuovo brand di abbigliamento giovane ispirato alla cultura cinese.
Dove il motivo decorativo dei capi sono simboli di un nuovo linguaggio globale.
Per comunicare e farsi conoscere
La Cina, protagonista dell'estate 2008, continua ad ispirare il mondo della moda.
La Cina, protagonista dell'estate 2008, continua ad ispirare il mondo della moda.
Questa volta, però, le Olimpiadi non c'entrano.
Sono, infatti, la sua cultura e le sue antiche tradizioni alla base del nuovo brand di abbigliamento Tan Shen.
Una linea giovane e casual che punta su un nuovo linguaggio figurativo globale per permettere di comunicare e farsi conoscere.
Le persone, oggi, s'incrociano senza sapere nulla l'uno dell'altro e non riescono a trovare una via di comunicazione.
Per questo è stata creata una serie di simboli, ispirati appunto agli ideogrammi cinesi, come motivo decorativo di T-shirt e canotte, per lei e per lui.
Ciascun capo Tan Shen può essere personalizzato con l'ideogramma che più rispecchia ciò che si vuole dire di sé.
Al momento i primi simboli del dizionario Tan Shen sono: single, not single, velista, bunker, giramondo, tennista, architetto, motociclista, golfista. Ma altri e nuovi simboli verranno ideati per permettere di continuare ad identificarsi e riconoscersi, per creare una vera e propria community globale.
Tan Shen, creato dai fratelli Lorenzo e Massimo Comoletti, ribalta così il rapporto tra Cina e Italia: non più un prodotto italiano fatto e rivisitato in Cina, ma un prodotto di qualità China made in Italy, pensato e realizzato interamente nel nostro Paese.
mercoledì 6 agosto 2008
Rendez vous haute couture al Festival di Arles
"Les rencontres D'Arles" sono alla trentanovesima edizione e il curatore é nientemeno che Christian Lacroix, creatore stilista e anche fotografo.
Primo amore, prisma col quale osservare la vita, Lacroix vive da sempre la fotografia come alleato, collegamento con il mondo esterno, sentiero per osservare, capire e creare.
La fotografia quindi come percorso che, non a caso, lo riporta dove è cresciuto: Arles, sfondo e protagonista di queste 60 e più esposizioni fotografiche disseminate per la città.
Lacroix in questa manifestazione decide di raccontare il profondo legame (e collaborazione, in alcuni casi) con i fotografi da lui selezionati e la grande influenza che hanno avuto nella sua vita.
E lo fa senza esibizionismo, senza mostrare la fotografia "da passerella", molto spesso abusata.
E' una prospettiva diversa quella da lui presentata, è il suo sguardo attraverso quello di altri, altri uomini e donne che ha incontrato o scoperto, oggi o in passato, e che lo hanno segnato grazie alle loro immagini.
Altri che, come lui, raccolgono emozioni, assorbono atmosfere, mettono in scena i colori, giocano con la luce e le forme, e attraversano tempo e spazio, semplicemente "guardando".
Samuel Fosso (camerunese), Charles Fréger (francese), Guido Mocafico e Paolo Roversi (italiani), Vanessa Winship (inglese), Joachim Shmid (tedesco), ma anche pilastri come Richard Avedon e Peter Lindbergh, insieme a molti altri da tutto il mondo.
Il trait d'union delle loro opere è l'analisi dell'uomo, della sua identità.
Perchè non è difficile comprendere che si va ben oltre la moda quando si guarda, ad esempio, alle donne sfruttate e violate di Achinto Bhadra (indiano).
La fotografia qui è un'istantanea della speranza, è sogno, diventa una scusa per vestirsi di felicità per un attimo.
Una carrellata di momenti di vita, colti da grandi e grandissimi della fotografia, scattati senza fretta e senza pretese (per una volta!) di perfezione, in una mostra dal messaggio forte, quello della volontà di interpretare, interrogare e custodire l'identità dell'uomo di ieri, di oggi, e di domani, servendosi spesso di colori vivi e bellissimi, gli stessi che adora e usa Monsieur Lacroix, gli stessi che appartengono da sempre ad Arles.
Les Rencontres d'Arles 2008 (Arles - Camargue - Francia)
Dall'8 luglio al 14 settembre 2008
Orari: Dalle 10 alle 19.00, tutti i giorni, week-end compresi
Come arrivare:
Nîmes - Arles - Aeroporto della Camargue
Biglietti: Ingresso Libero / 5 € / 7 € / 11 €
Date: dall' 8 luglio al 14 settembre 2008, dalle 10 alle 19.
Renseignements : http://www.rencontres-arles.com/
Nella foto : Un cliché del fotografo tedesco Peter Lindberg presa sulla spiaggia di Beauduc, vicino a Arles, per la rivista Vogue.
Primo amore, prisma col quale osservare la vita, Lacroix vive da sempre la fotografia come alleato, collegamento con il mondo esterno, sentiero per osservare, capire e creare.
La fotografia quindi come percorso che, non a caso, lo riporta dove è cresciuto: Arles, sfondo e protagonista di queste 60 e più esposizioni fotografiche disseminate per la città.
Lacroix in questa manifestazione decide di raccontare il profondo legame (e collaborazione, in alcuni casi) con i fotografi da lui selezionati e la grande influenza che hanno avuto nella sua vita.
E lo fa senza esibizionismo, senza mostrare la fotografia "da passerella", molto spesso abusata.
E' una prospettiva diversa quella da lui presentata, è il suo sguardo attraverso quello di altri, altri uomini e donne che ha incontrato o scoperto, oggi o in passato, e che lo hanno segnato grazie alle loro immagini.
Altri che, come lui, raccolgono emozioni, assorbono atmosfere, mettono in scena i colori, giocano con la luce e le forme, e attraversano tempo e spazio, semplicemente "guardando".
Samuel Fosso (camerunese), Charles Fréger (francese), Guido Mocafico e Paolo Roversi (italiani), Vanessa Winship (inglese), Joachim Shmid (tedesco), ma anche pilastri come Richard Avedon e Peter Lindbergh, insieme a molti altri da tutto il mondo.
Il trait d'union delle loro opere è l'analisi dell'uomo, della sua identità.
Perchè non è difficile comprendere che si va ben oltre la moda quando si guarda, ad esempio, alle donne sfruttate e violate di Achinto Bhadra (indiano).
La fotografia qui è un'istantanea della speranza, è sogno, diventa una scusa per vestirsi di felicità per un attimo.
Una carrellata di momenti di vita, colti da grandi e grandissimi della fotografia, scattati senza fretta e senza pretese (per una volta!) di perfezione, in una mostra dal messaggio forte, quello della volontà di interpretare, interrogare e custodire l'identità dell'uomo di ieri, di oggi, e di domani, servendosi spesso di colori vivi e bellissimi, gli stessi che adora e usa Monsieur Lacroix, gli stessi che appartengono da sempre ad Arles.
Les Rencontres d'Arles 2008 (Arles - Camargue - Francia)
Dall'8 luglio al 14 settembre 2008
Orari: Dalle 10 alle 19.00, tutti i giorni, week-end compresi
Come arrivare:
Nîmes - Arles - Aeroporto della Camargue
Biglietti: Ingresso Libero / 5 € / 7 € / 11 €
Date: dall' 8 luglio al 14 settembre 2008, dalle 10 alle 19.
Renseignements : http://www.rencontres-arles.com/
Nella foto : Un cliché del fotografo tedesco Peter Lindberg presa sulla spiaggia di Beauduc, vicino a Arles, per la rivista Vogue.
lo scoop dell'estate : Lapo e Bianca
Dopo la pubblicazione delle foto su Novella 2000, i ''gossippari'' hanno preso d'assalto la rete alla ricerca di nuovi dettagli sulla love story fra Lapo Elkann, ventinovenne imprenditore, secondo figlio di Alain Elkann e Margherita Agnelli e Bianca Brandolini.
Il nonno di Lapo, l'Avvocato, era fratello della nonna di Bianca, Cristiana, e quindi i due giovani sono cugini di secondo grado.
Bianca é figlia del Conte e della Contessa Ruy Brandolini d'Adda, nipote di Cristiana Agnelli e discendente addirittura da Maria Teresa D'Austria.
La giovanissima Bianca Brandolini D'Adda, il nuovo flirt di Lapo Elkann, ha vent'anni, occhi e capelli scuri e vive a Parigi, dove frequenta La Scuola Superiore di Studi Cinematografici.
Non desta scalpore la notizia tra gli amici di Lapo, che da tempo sono a conoscenza della tenera amicizia che lega i due.
Nelle foto ''rubate'' che li hanno ''pizzicati'' sullo yacht, invece, Lapo da' sfogo alla sua passionalita'...
Il vero scoop dell'estate!
il 5 agosto 1962
Il 5 agosto 1962, Marylin Monroe venne trovata senza vita nella sua casa nei pressi di Sunset Boulevard, con il flacone dei sonniferi vicino, la mano protesa verso il telefono.
Il mistero sulla sua morte non ha ancora trovato una risposta.
La sua femminilità ha segnato in modo talmente profondo l'immaginario collettivo che, a distanza di 46 anni dalla data della sua morte, Marylin é sempre un'icona.
La sua femminilità ha segnato in modo talmente profondo l'immaginario collettivo che, a distanza di 46 anni dalla data della sua morte, Marylin é sempre un'icona.
Di quelle con la I maiuscola.
Sulla sua fine è stato detto di tutto: suicida, uccisa dalla CIA a causa della sua relazione con il presidente Kennedy, uccisa dalla mafia per danneggiare i Kennedy o, ancora, morta per errore.
Si capirà un giorno la ragione della morte improvvisa di una donna di 36 anni che aveva, per bellezza e talento, il mondo ai suoi piedi? Chissà.
Ad accompagnarla nell'ultimo viaggio, solo l'ex marito Joe di Maggio e pochi amici
Sulla sua fine è stato detto di tutto: suicida, uccisa dalla CIA a causa della sua relazione con il presidente Kennedy, uccisa dalla mafia per danneggiare i Kennedy o, ancora, morta per errore.
Si capirà un giorno la ragione della morte improvvisa di una donna di 36 anni che aveva, per bellezza e talento, il mondo ai suoi piedi? Chissà.
Ad accompagnarla nell'ultimo viaggio, solo l'ex marito Joe di Maggio e pochi amici
Dal mondo immaginifico di Hollywood, niente.
Nel mondo brillante e favoloso di Hollywood, Marylin con il suo candore, la sua sbadataggine e il suo fascino, le sue forme che facevano impazzire gli uomini e fremere le donne, non era felice.
Il suo pensiero, pochi giorni prima di morire, era rivelatore di un male di vivere: 'Mi piacerebbe essere accettata per quello che sono'. Quanto era profondo questo disagio?
Domanda irrisolta.
Il suo pensiero, pochi giorni prima di morire, era rivelatore di un male di vivere: 'Mi piacerebbe essere accettata per quello che sono'. Quanto era profondo questo disagio?
Domanda irrisolta.
Come le altre intorno alle sue amicizie, ai suoi amanti e ai suoi nemici.
In ogni caso, qualsiasi cosa sia successa, Marylin è ancora con noi.
In ogni caso, qualsiasi cosa sia successa, Marylin è ancora con noi.
martedì 5 agosto 2008
Valeria Golino ha il primo premio
Mosca, la città più cara
Da 3 anni Mosca arriva in prima linea nella classifica dell'agenzia americana Mercer sul costo della vita nelle città più importantidel mondo.
Tokio é in seconda posizione, seguita da Londra.
In quarta posizione Oslo (Norvegia)
In zona euro Milano al primo posto, seguita da Parigi.
Fuori zona euro arrivano Copenaghen, Ginevra, Zurigo.
Il dollaro perde piede, dunque New York appare nel top 50 delle città senza essere al primo piano.
L'inchiesta si basa sul costo di 300 prodotti di consumazione : costo degli affitti, alimentazione, trasporti, vacanze, abbigliamento..
In fine di liste delle 143 città dell'inchiesta arrivano Quito (Equatore) e Asuncion (Paraguay).
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