In questa occasione verrano celebrati, insieme al decimo anniversario dalla fondazione dell'ateneo, i 60 anni delle elezioni del 1948 e i 100 anni dalla nascita di Giovannino Guareschi, giornalista e scrittore italiano, autore dei celebri Don Camillo e Peppone, personaggi simbolo dell'Italia dell'epoca e dello scontro tra due diverse visioni del mondo e della politica.
La mostra propone una serie di manifesti politici delle campagne elettorali, realizzati nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, esposti come vere e proprie opere d'arte, in un percorso che si articola attraverso 131 affiche della propaganda elettorale degli anni tra il 1946 e il 1953.
Proprio allo scontro tra Democrazia Cristiana e Fronte Popolare (in particolare per le elezioni del 1948) è dedicata la maggior parte della cartellonistica in mostra:
La mostra propone una serie di manifesti politici delle campagne elettorali, realizzati nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, esposti come vere e proprie opere d'arte, in un percorso che si articola attraverso 131 affiche della propaganda elettorale degli anni tra il 1946 e il 1953.
Proprio allo scontro tra Democrazia Cristiana e Fronte Popolare (in particolare per le elezioni del 1948) è dedicata la maggior parte della cartellonistica in mostra:
da una parte De Gasperi con gli Stati Uniti e la Chiesa, dall’altro Togliatti e Nenni con l’Urss e il bolscevismo.
I manifesti, infatti, rappresentavano il mezzo più efficace di formazione del consenso, rispetto alla radio, che forniva ai partiti spazi molto ridotti, e ai giornali che restavano un privilegio per pochi. La propaganda muraria, invece, aveva il merito di riuscire ad arrivare alle masse, dagli analfabeti agli intellettuali.
Nel Salone di Rappresentanza dell’Università, vengono presentati i manifesti propagandistici realizzati dalle diverse forze politiche per il referendum istituzionale del 1946, le elezioni politiche del 1948, le elezioni amministrative del 1951 e la successiva tornata politica del 1953.
Il materiale in mostra, proveniente dalla raccolta del fotografo piacentino Maurizio Cavalloni, si accompagna al catalogo, curato da Filadelfo Ferri, direttore dell’ International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities dell’Università degli Studi dell’Insubria, che "Oltre a raccogliere una notevole quantità di materiale iconografico, è arricchito da saggi scritti per l’occasione da prestigiosi docenti e studiosi del fenomeno politico italiano"- ha sottolineato il rettore, Renzo Dionigi.
I manifesti, infatti, rappresentavano il mezzo più efficace di formazione del consenso, rispetto alla radio, che forniva ai partiti spazi molto ridotti, e ai giornali che restavano un privilegio per pochi. La propaganda muraria, invece, aveva il merito di riuscire ad arrivare alle masse, dagli analfabeti agli intellettuali.
Nel Salone di Rappresentanza dell’Università, vengono presentati i manifesti propagandistici realizzati dalle diverse forze politiche per il referendum istituzionale del 1946, le elezioni politiche del 1948, le elezioni amministrative del 1951 e la successiva tornata politica del 1953.
Il materiale in mostra, proveniente dalla raccolta del fotografo piacentino Maurizio Cavalloni, si accompagna al catalogo, curato da Filadelfo Ferri, direttore dell’ International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities dell’Università degli Studi dell’Insubria, che "Oltre a raccogliere una notevole quantità di materiale iconografico, è arricchito da saggi scritti per l’occasione da prestigiosi docenti e studiosi del fenomeno politico italiano"- ha sottolineato il rettore, Renzo Dionigi.
Nessun commento:
Posta un commento