mercoledì 17 dicembre 2014

Il marito di Beyoncé si offre lo Champagne Cattier





Lo champagne Armand de Brignac finisce sotto il controllo di Jay-Z., marito della cantante Beyonce. 

Il rapper americano è infatti il nuovo distributore della pregiata marca della famiglia Cattier, un'istituzione nel settore dal 1763. 


Tutto è cominciato nel 2006 con un video del rapper in cui per un secondo compare una bottiglia: le vendite sono schizzate, dalle 20mila bottiglie all'anno del 2006 si è passati alle 100mila di oggi e la casa Cattier conta di arrivare a 300mila in pochi anni. 

Da qui è nata anche la passione di Jay-Z, ora diventata un impegno commerciale. 'Ci ha impressionato per la conoscenza che aveva del prodotto - dice Jean Jacques Cattier, copresidente del marchio di champagne 'Cattier' - dei problemi di produzione e del vino in generale'.

Lo champagne è destinato ad una clientela facoltosa che può permettersi di spendere 300 euro a bottiglia.
Lo Champagne Armand de Brignac è molto più conosciuto dal pubblico americano come “Ace of Spade”, questo in virtù sia del logo del brand che del particolare stile della bottiglia, quest’ultimo assolutamente unico sul mercato. 


 “Ace of Spade”, prodotto di alta gamma e qualitativamente eccellente, ha una packaging originale con una bottiglia molto particolare, completamente rivestita in bronzo sbalzato dorato o argentato, una immagine sicuramente molto vistosa che lo differenzia da tutti i concorrenti presenti sul mercato internazionale degli champagne.

Vengono proposte anche piccole botti da 30 litri, l'ultima prodotta in soli sei esemplari, è stata venduta nel 2011 a Londra per 190mila euro.

domenica 14 dicembre 2014

Jacques e Gabriella, i già celebri gemellini di Montecarlo !




Doppio fiocco per il Principato di Monaco, uno azzurro e uno rosa: sono nati Gabriella e Jacques, i gemellini del principe Alberto II di Monaco (56 anni) e della moglie Charlene Wittstock (36 anni). 



La notizia è stata data su twitter: “Le Couple Princier ont l’immense bonheur d’annoncer la naissance de Leurs enfants : Gabriella, Thérèse, Marie et Jacques, Honoré, Rainier”, cinguetta l’account di Palazzo.

I gemellini sono nati all’ospedale Princesse Grace di Monaco con parto cesareo il 10 dicembre.
Gabriella è nata alle 17 e 04 e due minuti dopo è arrivato Jacques.
Il comunicato ufficiale: “La princesse et les enfants se portent bien. Le prince Jacques, Honoré, Rainier, a la qualité de Prince héréditaire. Selon l’usage historique établi par le traité de Péronne (1641), il reçoit le titre de Marquis des Baux (en Provence). La princesse Gabriella, Thérèse, Marie, deuxième enfant dans la ligne de succession, reçoit le titre de Comtesse de Carladès (en Auvergne)”.


L’arrivo dei due principini è stato  salutato con tutti gli onori di corte: 42 colpi di cannone,  21 per ogni bimbo. 
E nel Principato sono già tutti in festa per il doppio fiocco.


Del resto, i piccoli sono gli eredi al trono di Palazzo Grimaldi. Alberto, infatti, ha già due figli, Jazmin Grace Grimaldi e Alexandre Coste, ma non sono in linea alla successione al trono in quanto nati in relazioni clandestine da altre due donne.

sabato 13 dicembre 2014

La stupenda villa Ephrussi de Rothschild di Saint Jean Cap Ferrat




St. Jean Cap Ferrat è un paradiso naturale della Costa Azzurra, oltre che un'antica città di mare, un porto di pescatori trasformatosi in un centro del turismo esclusivo.
La città francese racchiude una ricca storia, tessuta da influenze e culture diverse portate dagli invasori della penisola che si sono succeduti nel corso dei secoli, dai liguri ai saraceni.



A Saint jean Cap Ferrat c'è uno dei più bei palazzi della Costa Azzurra, costruito durante la Belle Époque per volontà della baronessa Béatrice Ephrussi de Rothschild.

L'antica villa incanta i visitatori per la sua imponenza e raffinatezza. 



Circondato da giardini di sogno, la villa Ephrussi de Rothschild é ricca di tesori e di collezioni rare, dalle porcellane di Sèvres agli arazzi Gobelins, passando per le tele di grandi maestri.






All’esterno i famosi giardini offrono una vista mozzafiato sul mare Mediterraneo. 
Un panorama  incantevole che invita a passeggiare e a scoprire i nove giardini da sogno, ornati di colonne, cascate, specchi d’acqua, aiuole fiorite e alberi di specie rare: il giardino spagnolo, il fiorentino, il lapidario, il giapponese, l’esotico, il provenzale, il francese, il roseto e il giardino di Sèvres. Una sinfonia di colori e profumi che conduce all'entrata della villa che racchiude un importante museo.





L'amore per l'arte ed il senso estetico di Beatrice Rothschild sono rimasti leggendari, anche virtù dello splendore del patrimonio reso disponibile a tutti i visitatori di quella che fu la sua dimora.



Le stanze della Villa Ephrussi de Rothschild custodiscono collezioni di porcellane e di oggettistica antica, i muri sono impreziositi da arazzi e da dipinti e le finestre coperte da raffinati tendaggi.
 



Una residenza da sogno nella quale trascorrere una giornata entusiasmante, magari da concludere con una cena in uno dei molti ristoranti che si affacciano sul porto e che offrono menù a base di pesce freschissimo.
 
Di diverso genere è un altro appuntamento immancabile quando ci si reca a Cap Ferrat: la visita allo zoo,  che ospita animali rari.



lunedì 8 dicembre 2014

La Fornarina, una passione di Raffaello

 
La Fornarina di Raffaello.
Il dipinto è il ritratto della donna amata da Raffaello, raffigurata anche nella Velata di Palazzo Pitti, descritta dal Vasari e identificata in numerosi dipinti raffaelleschi. 
 
Il personaggio è al centro del mito romantico che nell'Ottocento ha dato origine alla ricostruzione pseudo-storica della figura della musa-amante del pittore e che portò all'identificazione, per altro non storicamente provata, dell'amata di Raffaello con Margherita Luti, figlia di Francesco Senese, entrata subito dopo la morte di Raffaello nel convento di Sant'Apollonia. 
Il dipinto, databile intorno al 1520, anno della morte di Raffaello, rimase probabilmente nello studio del pittore e fu rimaneggiato e venduto dall'allievo ed erede Giulio Romano. 



La storia d'amore più famosa e tragica di Roma: la storia d'amore tra Raffaello e Margherita Luti, conosciuta sotto il soprannome di Fornarina (la figlia del fornaio). 
Fornarina ha ispirato numerosi dipinti di Raffaello. Il loro è 'stato un amore breve e intenso, con una fine tragica. 
Dopo una lunga notte di passione, Raffaello contrasse la febbre e per pudore non disse ai suoi medici la vera causa. Ricevette una cura sbagliata a base di salassi e morì 15 giorni dopo, il 6 aprile 1520, il giorno del suo 37 ° compleanno. Questa della morte del grande artista dovuta ad eccessi amorosi è la versione romanzata che ci ha tramandato il Vasari. 
Più probabilmente Raffaello morì dopo aver contratto febbri malariche, allora diffuse a Roma. 
Dopo la sua morte Fornarina trascorse il resto della sua vita nel convento delle Monache di S. Apollonia. Se andate a Trastevere, al numero 20 di via Santa Dorotea, nei pressi di Porta Settimina, è ancora possibile vedere la casa modesta di Fornarina.

domenica 7 dicembre 2014

Les 4 idées reçues à propos du CRM

 selon Maddyness




Dans le domaine des outils collaboratifs, le CRM (Customer Relationship Management) prend une place de choix au cœur de la gestion quotidienne de l’entreprise. 
Augmentation des ventes, mise en place de processus commerciaux, autant d’avantages mis en avant par les éditeurs. 
Maddyness, en partenariat avec Salesforce a souhaité mettre en avant 4 idées reçues à propos de cet outil.

Les clients ne sont pas sur les réseaux sociaux (Faux)
Avec les nouveaux CRM, les réseaux sociaux sont aussi intégrés à la stratégie commerciale. Une approche qui permet d’exploiter en temps réel les sources d’information (sur Twitter, Facebook…) et les feedbacks déposés en ligne, qu’ils soient positifs ou négatifs. 



Le CRM peut ainsi permettre aux clients de développer l’interaction avec les clients de manière stratégique, plutôt que d’utiliser un système ou un script automatisé.

Seules les grandes entreprises ont besoin d’un CRM (Faux)

Lorsqu’elle démarre, une entreprise n’a que rarement besoin d’un système de CRM : ses contacts sont peu nombreux, son historique réduit… 
Mais dès que le business se développe, les informations se multiplient. 
Et très vite, les collaborateurs se trouvent submergés par les données.
Adapté à tous les types d’entreprise, le CRM souhaite aller au delà de la poignée de main pour sceller un contrat. 
Même les plus petites structures ont besoin d’avoir un tableau de bord pour piloter l’activité commerciale. 
Selon le SMB Group, en décembre 2012, plus de 40 % des petites entreprises en quête de solutions de CRM envisageaient un déploiement sur le Cloud, dont le déploiement et la maintenance sont économiques.

Un CRM ne sert qu’au département Commercial (Faux)

Au cœur des entreprises, les barrières entre départements sont en train de tomber, surtout à l’ère des outils collaboratifs. Ventes, Marketing, Support Client et Services Client sont au centre de la stratégie des éditeurs de CRM. 
Seul un accès instantané et fiable aux informations – contrats, campagnes marketing, comptes clients, etc. – permet d’accélérer réellement l’activité.
Le système de CRM veut référencer l’intégralité de l’historique des interactions clients, contribuant ainsi à l’amélioration du business.

Ça ne remplacera pas mon fichier Excel (Vrai et Faux)

Il existe bien sûr de nombreuses manières de conserver les coordonnées d’un client : feuilles de calcul, fichier manuel sauvegardé sur un disque dur ou un serveur partagé… Toutefois, aucun de ces comportements ne permet d’avoir une vue globale de la relation client. 
Le côté collaboratif est aussi un avantage que les CRM apportent aux divisions commerciales, à l’inverse du traditionnel fichier Excel qui n’est pas modifiable en temps réel par deux personnes et provoquent les inconvénients du « versionning ».
 

martedì 25 novembre 2014

Coppa Davis :Il re Federer stravince !

 

Domenica 23 novembre 2014.

Tennis. 

Coppa Davis.

Francia-Svizzera 1-3.

Federer distrugge l'avversario e demolisce 6-4 6-2 6-2 il francese che ha sostituito un Tsonga che soffre del gomito.

3 a 1 ...e per la prima volta nella storia gli elvetici trionfano!

La Svizzera vince la sua prima Coppa Davis. L'insalatiera d'argento. Ed è meritato.



Gli elvetici schierano i due giocatori più forti, anche di classifica, di cui il più forte tennista di sempre, Roger Federer, e il suo scudiero, Stan Wawrinka, che a gennaio ha conquistato gli Australian Open. 

Grande vincita allo stadio Pierre Maouroy di Villeneuve D'Ascq, domenica scorsa, 23 novembre 2014, nelle difficili condizioni tecniche di un gioco su terra rossa e contro i più di 27mila spettatori che tifano per l'avversario.
 
 
Purtroppo per i francesi la vigilia di questa finale è stata preparata male dal capitano Arnaud Clement, con troppi giorni senza giocare match.
 
Il trionfo svizzero è giunto perché in campo i grandi  Federer e Wawrinka hanno dimostrato di essere i migliori, concretizzando il sogno della piccola nazione.
 

Il gruppo mondiale di coppa Davis riparte il 6-8 marzo 2015 con Germania-Francia, Gran Bretagna-Usa, Repubblica Ceca-Australia, Kazakistan-Italia, Argentina-Brasile, Serbia-Croazia, Canada-Giappone, Belgio-Svizzera.

lunedì 24 novembre 2014

La Monaca di Monza, un nuovo libro sulla vicenda.

  • Il libro ...Marina Marazza
    Il segreto della Monaca di Monza Fabbri Editori,
  • pp. 528, euro 12,90

    Una relazione appassionata e lussuriosa fra una giovane badessa del convento di Monza e un seducente e intrapendente aristocratico, senza scrupoli, vicino del convento. Una fine drammatica, lei murata viva, lui ucciso a bastonate dagli sbirri di un conte della Brianza.
  •  
  • La storia della Monaca di Monza è stata per molto tempo una vicenda poco conosciuta pur essendo nota per
    essere ambientata in un convento di Monza.
      

    Il denaro, "sterco del diavolo" getta suor Virginia nel suo destino.
    Nata de Leyva y Marino a Milano nel 1575 – dove morì nel 1650 -, nipote di Tommaso Marino, il banchiere di Carlo V che fece costruire Palazzo Marino a Milano, Virginia viene costretta a farsi monaca dal padre, affinché lui possa impadronirsi dell’eredità della madre morta. 

    Diede scandalo per la sua relazione con il giovane e bel conte Gian Paolo Osio che, una volta scoperta, portò alla sua segregazione nel ritiro di Santa Valeria, a Milano.

    "Volevo raccontare gli aspetti scabrosi della storia di Virginia e il mondo di suore, badesse, esorcisti, signorotti e lestofanti che la circondava. Aver letto gli atti del processo che portò alla condanna è stato decisivo. Lì ho scoperto l’eros, i sotterfugi, i delitti, le ipocrisie, l’amore che poteva svilupparsi in quell’universo di clausura", spiega l’autrice Marina Marazza, una vita passata nelle case editrici, grande conoscitrice di Alessandro Manzoni dei Promessi Sposi. 


    Manzoni era uno storico eccellente e conosceva bene la storia di Gertrude-Virginia, tanto da dedicarle ben otto capitoli nella prima stesura del suo capolavoro "I promessi sposi". 
    Ma era una storia troppo esplosiva per il milieu cattolico a cui lui apparteneva. 
    Così la ridusse a un solo capitolo.


    Per la vita delle donne, il Seicento è stato il secolo più crudele, secondo la Marazza: un cattolicesimo punitivo, dominato dalla figura di San Carlo Borromeo, con processi per eresia e stregoneria, un cupo clima lombardo, roghi di “indemoniate” posizionate a testa in giù, per morire più lentamente e con maggior sofferenza. 
    Ci sono vite che devono essere raccontate. “È un dovere morale, una forma postuma di giustizia”, spiega l’autrice. Virginia viene murata viva per 14 anni, riesce a sopravvivere, ma quando la fanno uscire ha smarrito il senno. 
    Le ricerche sono durate un anno e internet è stato fondamentale: " Mi ha permesso di accedere a testi storici scannerizzati dalle università inglesi e americane, le cronache d’epoca del Rivola o del Ripamonti, gli scritti di Federigo Borromeo… La stesura è avvenuta in un mese: una volta delineati i personaggi, sono loro che ti prendono per mano, e si verifica una specie di possessione, tu entri in loro e loro entrano in te. Così come Stendhal, ho capito anche io che la realtà è molto più ricca dell’immaginazione e che le cose più terribili ce le fornisce la verità storica. Ricordo delle serate, dopo 12 ore passate al tavolo, da cui mi alzavo in lacrime, posseduta dal dramma che stavo narrando. E allora mi accoglievano mia figlia e mio marito, riportandomi nel XXI secolo."

lunedì 17 novembre 2014

Stefan Djokovic a un prénom tiré de la dynastie serbe des Nemanjic.




Novak Djokovic et sa femme Jelena Ristic ont eu un enfant qui ont appelé Stefan.
Certains ont pensé que Novak Djokovic avait donné ce nom en référence à Stefan Edberg, ancienne idole du Serbe. 

Seulement voilà, il n'en est rien ! 




Djokovic junior tient en fait son prénom d'une lignée de 11 rois de la dynastie Nemanjic, qui régnait sur la Serbie au Moyen-Âge. 
Véritable féru de l'histoire de son pays, Novak Djokovic a tenu à ce que son fils porte un "prénom serbe symbolique", comme il l'a expliqué au Telegraph Sport.





Nemanjić, en serbe cyrillique Немањића, est une dynastie serbe du Moyen Âge, originaire de Herzégovine et de la Zeta (aujourd'hui le Monténégro), et fondée par Stefan Nemanja, prince de Rascie à partir de 1166. 

Elle commença par régner sur la Rascie (l'un des noms sous lequel était connu la Serbie médiévale, l'autre étant aussi Servia) (le Sandjak actuel), puis s'étendit progressivement, pour englober sous l'empereur Stefan Uroš IV Dušan le territoire actuel de la Serbie, du Monténégro, de l'Herzégovine, du Kosovo, de l'Albanie, de Macédoine et de la Grèce du nord (Macédoine, Épire). 

La dynastie des Nemanjić s'éteignit en 1377 avec Stefan X Uroš V, même si Tvrtko Ier Kotromanić, premier roi de Bosnie "et des Serbes", comptait des Nemanjić parmi ses ascendants.



Stefan Ier Nemanjić, appelé aussi Stefan Prvovenčani (Stefan "le Premier-couronné"), en serbe cyrillique Стефан Првовенчани, ou parfois aussi en français Étienne Nemanjic, fut grand duc de Serbie de 1196 à 1217 et roi de 1217 à 1228. 
Il fut le premier roi de Serbie, souverain serbe de la dynastie des Nemanjić.
En serbe, Nemanjić signifie "fils de Nemanja". 
De fait, Stefan le premier couronné était le second fils du Duc Stefan Nemanja et de la duchesse Ana. 
Il avait comme frère cadet Rastko Nemanjić le fondateur de l'Église serbe autocéphale qui fut canonisé sous le nom de saint Sava.

mercoledì 12 novembre 2014

Come i turisti vedono l'Italia...


Qual è la reale esperienza turistica in Italia? 
Quali sono i vantaggi competitivi, le cose che fanno felici i nostri ospiti e quali creano disappunto, critiche e disagi? 
Per la prima volta la tecnologia semantica, che interpreta i messaggi postati sui social media, offre un quadro esaustivo, vivo, diretto di come i turisti vedono il nostro Paese. 
Qui di seguito la sintesi della ricerca.
Sociometrica, sulla base della tecnologia Cogito© di Expert System, ha analizzato 218 mila post in lingua inglese di persone che sono state in viaggio in Italia negli ultimi 12 mesi. 
L’analisi semantica sintetizza ogni post nei suoi concetti chiave, negli argomenti preminenti e genera il “mood” o “sentiment” che si può dedurre da ciascuno di essi. 
La tecnologia è neutra perché non ha una griglia interpretativa a priori, ma raggruppa, analizza e sintetizza migliaia di commenti che compaiono su internet. 
Il risultato è un quadro affascinante, inedito, sorprendente, che restituisce con autenticità il pensiero dei turisti sull’Italia.


L’Italia turistica è migliore dell’Italia
L’indicatore generale del sentiment verso l’Italia nel suo complesso, calcolato da 0 a 100, si colloca al valore 62; nel caso dell’Italia turistica sale a 78. 
Può sembrare ovvio che sia così, perché nell’universo turistico sono collocate le cose più belle e più interessanti, ma non è così, perché ogni viaggio è un investimento emotivo molto importante, perciò le attese sono alte e, di fronte, a una esperienza negativa, la delusione è doppia. 
Nel turismo si sceglie il Paese dove si decide di viaggiare, perciò c’è una sorta di pregiudizio positivo. 
Il fatto che il risultato complessivo sia elevato è incoraggiante. 
Non ci sono ricerche analoghe in altri paesi per poter operare un confronto.



Le cose che regalano le migliori esperienze ai turisti sono i ristoranti, le pasticcerie e le piazze.  
Il sentiment verso i ristoranti è di 82 punti, così come quello delle pasticcerie e delle piazze è di 81 (Tab. 1). 
Ottime esperienze regalano anche le spiagge, lo shopping, i bar e gli hotel. 


I turisti apprezzano molto lo stile di vita italiano, che ritrovano soprattutto nella ristorazione, nella qualità dei dolci e nel particolare mix delle piazze storiche fatto di bellezza e libertà. 
La piazza che regala la migliore esperienza è Piazze delle Erbe a Verona, con 90 punti, seguita da Piazza del Duomo a Parma e Piazza Castello a Torino (Tab. 2).

Le destinazioni turistiche che regalano le migliori esperienze sono semplici, ricche di cultura e libere dell’ “incubo” delle auto
Al primo posto (Tab. 3) sono Taormina e Lucca con 82 punti. Seguono Siena e Assisi
Subito dopo la Costa Smeralda, l’Alto Adige, Mantova e Riva del Garda

Nel caso di Taormina e di Lucca convergono alcuni elementi comuni: una qualità storico-artistica, il fatto che i centri siano chiusi alle auto, la concentrazione di ottimi alberghi in uno spazio limitato, che crea una particolare preziosità del luogo, e il pregio dell’area circostante (l’Etna, il golf e il mare nel caso di Taormina; Firenze e la Toscana con la Versilia per Lucca).


I musei affascinanti per il contenuto, insufficienti per l’organizzazione.  
L’esperienza della visita ai musei segna, in generale, un’esperienza leggermente inferiore alla media, con 75 punti. 
Il problema maggiore è quello delle file, dei tempi d’attesa, della difficoltà a comprare un biglietto d’ingresso. 
Pur in presenza di opere di grandissimo valore, l’esperienza della visita viene “deteriorata” dalle questioni organizzative che vi sono d’intorno.

L’“incubo” della guida e del parcheggio. Fra i fattori segnalati come critici, c’è la complessità di guidare in Italia, soprattutto nei centri delle città più grandi, sia per la difficoltà a capire la regolazione degli ingressi, che per trovare parcheggi. 
Si segnala anche lo stile di guida italiano, improntato a un non sufficiente rispetto delle regole di circolazione. 
In sostanza guidare nelle città è percepito come un’esperienza non felice e non rilassante.

Non benissimo le infrastrutture e i trasporti
Uno degli elementi critici rilevati riguarda l’assetto generale delle infrastrutture di trasposto, a cominciare dagli aeroporti, che raccolgono alcune considerazioni negative rispetto ai tempi d’attesa, il loro costo e l’organizzazione. 
Molto bene l’alta velocità, male il trasporto ferroviario locale. Esperienze negative si concentrano nel servizio dei taxi e in qualche caso nel trasporto urbano. 
Bene le esperienze relative alle autostrade, alle stazioni ferroviarie più grandi e alle infrastrutture per gli sport invernali nell’arco alpino.

Il turista immaginato è diverso dal turista reale. Dall’esperienza concreta di chi viaggia in Italia si vede che la gerarchia dei bisogni, delle attese e delle cose che colpiscono e affascinano è diversa da quella immaginata.  
L’argomento principale dei post è relativo ai trasporti, su come muoversi e come raggiungere i luoghi che s’intende vedere; al secondo posto viene la cultura e subito dopo tutto ciò che riguarda i collegamenti digitali e in tempo reale. 
Vi è una grande attenzione al wi-fi, alla possibilità di prenotare on line la visita ai musei e agli altri servizi solitamente utilizzati dai turisti. 
Le cose richieste dagli ospiti sono molto più semplici di quelle immaginate, ma sorprende quando non sono adeguate agli standard internazionali.

Il potere della folla, il potere dell’esperienza
L’analisi semantica mette in risalto il potere di influenzare le persone da parte di ciascun turista, che con i suoi giudizi orienta tutti gli altri. 
L’esperienza di ogni viaggiatore diventa la base di conoscenza della percezione generale del paese.

domenica 9 novembre 2014

Lo champagne Krug in un libro


 
Le bollicine mitiche dello champagne Krug hanno una storia e tanti fan..



Tutti questi iconici personaggi rappresentano lo spirito anticonvenzionale della Maison: personaggi reali che stabiliscono le proprie regole e celebrano l’amore e la vita.

A presentare il volume "Krug by Krug Lovers"Olivier Krug, sesta generazione della famiglia Krug e Direttore della Maison e Francesca Terragni, Brand Director Italia Krug: "Il primo sorso di Krug non si scorda mai..il libro Krug Lovers by Assouline è un omaggio della prestigiosa Maison de Champagne ai famosi Krug Lovers di tutto il mondo, personaggi anticonvenzionali di grande talento del passato e del presente, che hanno condiviso il piacere e l'amore per Krug".

 

venerdì 7 novembre 2014

Eva Green, diva del nuovo Calendario Campari 2015!

 

Look tutto rosso e sensuale per Eva Green, la nuova diva del Calendario Campari 2015 !

 

Arriva il nuovo Calendario Campari 2015, stampato in sole 9999 copie col tema "Mythology Mixology" e soprattutto con protagonista l'attrice Eva Green (da ammirare anche al cinema con il film Sin City-Una donna per cui uccidere). 

 Dopo Milla Jovovich nel 2012, Penélope Cruz nel 2013 Uma Thurman nel 2014, la nuova bellissima protagonista è Eva Green, ex Bond girl, figlia dell'attrice francese Marlène Jobert.

 

12 mesi, 12 cocktail classici, 12 look mozzafiato: tutti immortalati dalla fotografa Julia Fullerton-Batten, prima donna a capo del progetto Calendario Campari, in un'edizione più femminile