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Il libro ...Marina Marazza
Il segreto della Monaca di Monza Fabbri Editori, - pp. 528, euro 12,90
Una relazione appassionata e lussuriosa fra una giovane badessa del convento di Monza e un seducente e intrapendente aristocratico, senza scrupoli, vicino del convento. Una fine drammatica, lei murata viva, lui ucciso a bastonate dagli sbirri di un conte della Brianza. - La storia della Monaca di Monza è stata per molto tempo una vicenda poco conosciuta pur essendo nota per
essere ambientata in un convento di Monza.
Il denaro, "sterco del diavolo" getta suor Virginia nel suo destino.
Nata de Leyva y Marino a Milano nel 1575 – dove morì nel 1650 -, nipote di Tommaso Marino, il banchiere di Carlo V che fece costruire Palazzo Marino a Milano, Virginia viene costretta a farsi monaca dal padre, affinché lui possa impadronirsi dell’eredità della madre morta.
Diede scandalo per la sua relazione con il giovane e bel conte Gian Paolo Osio che, una volta scoperta, portò alla sua segregazione nel ritiro di Santa Valeria, a Milano.
"Volevo raccontare gli aspetti scabrosi della storia di Virginia e il mondo di suore, badesse, esorcisti, signorotti e lestofanti che la circondava. Aver letto gli atti del processo che portò alla condanna è stato decisivo. Lì ho scoperto l’eros, i sotterfugi, i delitti, le ipocrisie, l’amore che poteva svilupparsi in quell’universo di clausura", spiega l’autrice Marina Marazza, una vita passata nelle case editrici, grande conoscitrice di Alessandro Manzoni dei Promessi Sposi.
Manzoni era uno storico eccellente e conosceva bene la storia di Gertrude-Virginia, tanto da dedicarle ben otto capitoli nella prima stesura del suo capolavoro "I promessi sposi".
Ma era una storia troppo esplosiva per il milieu cattolico a cui lui apparteneva.
Così la ridusse a un solo capitolo.
Per la vita delle donne, il Seicento è stato il secolo più crudele, secondo la Marazza: un cattolicesimo punitivo, dominato dalla figura di San Carlo Borromeo, con processi per eresia e stregoneria, un cupo clima lombardo, roghi di “indemoniate” posizionate a testa in giù, per morire più lentamente e con maggior sofferenza.
Ci sono vite che devono essere raccontate. “È un dovere morale, una forma postuma di giustizia”, spiega l’autrice. Virginia viene murata viva per 14 anni, riesce a sopravvivere, ma quando la fanno uscire ha smarrito il senno.
Le ricerche sono durate un anno e internet è stato fondamentale: " Mi ha permesso di accedere a testi storici scannerizzati dalle università inglesi e americane, le cronache d’epoca del Rivola o del Ripamonti, gli scritti di Federigo Borromeo… La stesura è avvenuta in un mese: una volta delineati i personaggi, sono loro che ti prendono per mano, e si verifica una specie di possessione, tu entri in loro e loro entrano in te. Così come Stendhal, ho capito anche io che la realtà è molto più ricca dell’immaginazione e che le cose più terribili ce le fornisce la verità storica. Ricordo delle serate, dopo 12 ore passate al tavolo, da cui mi alzavo in lacrime, posseduta dal dramma che stavo narrando. E allora mi accoglievano mia figlia e mio marito, riportandomi nel XXI secolo."
lunedì 24 novembre 2014
La Monaca di Monza, un nuovo libro sulla vicenda.
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