martedì 12 maggio 2015

Il divertente Curriculum "d'arte" di Gian Lorenzo Bernini










Gian Lorenzo Bernini è il massimo genio 
del barocco in scultura, celebre per 
l'impeccabile naturalismo delle forme  
e la profonda espressività dei volti dei suoi 
gruppi marmorei.
Scultore, pittore, architetto, Gian Lorenzo 
Bernini è nato a Napoli il 7 dicembre 1598 
ed è morto a Roma nel 1680.

Ebbe nel padre Pietro Bernini un valido 
maestro e nella Roma dei Papi il cantiere 
ideale, per mettere a frutto l'influenza della 
pittura del Caravaggio.

Dopo i cosiddetti "gruppi borghesiani" 
(Enea e Anchise, Ratto di Proserpina, David, 
Apollo e Dafne), perché commissionati dal 
cardinale Scipione Borghese, ottenne l'incarico 
più prestigioso della sua vita.
Papa Urbano VIII, che nel 1626 consacrò 

la Basilica di San Pietro, ne affidò al giovane 
scultore il completamento sia dell'esterno 
(con il colonnato ellittico), che dell'interno, 
con lo splendido Baldacchino di San Pietro
simbolo della rinascita della Chiesa promossa 
dal nuovo pontefice.
Il suo capolavoro assoluto lo realizzò, tra il 1647 

e il 1652, nella chiesa romana di Santa Maria 
della Vittoria, con la struggente estasi di 
Santa Teresa d'Avila.

Tra le opere della maturità, vanno ricordate: 
la famosa  Fontana dei Quattro Fiumi, 
in piazza Navona,a Roma, e Palazzo 
Ludovisi, sempre a Roma, ribattezzato 
in seguito Montecitorio e destinato ad 
ospitare la Camera dei deputati.






FORMATO
EUROPEO PER IL
CURRICULUM VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI





 
 




 


 
Nome


Cavalier Giovan Lorenzo Bernini
Indirizzo


Via della Mercede 11 - 00187 Roma (Stato Pontificio)
Telefono


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Fax


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E-mail


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Nazionalità


Regno di Napoli
data di nascita


7 dicembre 1598








ESPERIENZA LAVORATIVA






Periodo: 1623-1644
Datore di lavoro: Papa Urbano VIII (Barberini), Palazzo del Quirinale, Roma
Settore: Arti visive e design
Tipo di impiego: Architetto di San Pietro (dal 1629), scenografo e organizzatore di eventi full-time
(contratto a tempo indeterminato)
 

Mansioni e responsabilità:
Interventi/Lavori in San Pietro in Vaticano: Baldacchino bronzeo (1624-1635); Crociera sotto la cupola con ‘logge’ e Statua di San Longino (dal 1628); campanile sul lato sinistro della facciata (1637); Monumento funebre del papa Urbano VIII (dal 1627, quasi ultimato)
• Ristrutturazione della Chiesa di Santa Bibiana e Statua della Santa (1624-1626)
• Busti vari di papa Urbano VIII (dal 1623)
• Fontana delle Api (1640)
• Fontana del Tritone (1640)
• Palazzo Barberini (dal 1629)
• Loggia delle Benedizioni al Palazzo del Quirinale (1638)
• Catafalco per le esequie di Carlo Barberini in Santa Maria in Aracoeli (1630)
• Ritratto pittorico di papa Urbano VIII (1631-1632)
• Quadro con i Santi Andrea e Tomaso Apostoli (1626-1627)

Periodo: 1618-1625
Datore di lavoro: Cardinale Scipione Borghese, Palazzo Borghese al Quirinale (ora Pallavicini-Rospigliosi), Roma
Tipo di impiego: Decorazione d’interni (nel Casino Nobile della Villa di famiglia fuori di Porta Pinciana)
Caratteristiche: Part-time
(contratti a progetto)
• Statua di David (1623-1624)
• Gruppo statuario di Apollo e Dafne (1622-1625)
• Gruppo statuario con Ratto di Proserpina (1621-1622)
• Gruppo statuario di Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia (1618-1619)

Committenze varie come pittore e scultore in Roma (contratti occasionali):
• Busto del Cardinale Richelieu (commissionato da Giulio Mazzarino) (1641)
• Busti (2) del cardinale Scipione Borghese (1632)
• Quadro di David con la testa di Golia (commissionato dal cardinale Sforza Pallavicino) (1623)
• Gruppo statuario di Nettuno e Glauco (commissionato dal cardinale Alessandro Peretti per la sua villa all’Esquilino) (1620)
• Busto di Papa Paolo V Borghese (1617)
• Statua di San Sebastiano (commissionata dal cardinale Maffeo Barberini) (1617)
• Statua di San Lorenzo sulla graticola (acquistata dal nobile Leone Strozzi) (1614)
• Busto di Antonio Coppola (commissionato dall’Arciconfraternita della Pietà di San Giovanni dei Fiorentini) (1612)
Restauri di opere antiche:
• Statua di Ares in riposo della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi (1627)
• Statua di Ermafrodito dormiente della collezione del cardinale Scipione Borghese (1620)
 
ISTRUZIONE
E FORMAZIONE






1606-1618
- Roma, apprendistato nella Bottega di Pietro Bernini, con stage professionale nella ‘Cappella Paolina’ della chiesa di Santa Maria Maggiore
- Master in Vaticano: Studio della collezione di statue antiche e moderne, e delle pitture nel Palazzo Papale (durata: 3 anni)

Materie di studio: materiali, caratteristiche e ‘lavorabilità' (vari tipi di marmo), tecniche (fusione del bronzo), disegno dal vero, copia/rielaborazione di opere antiche (Giove e Fauno bambini allattati dalla capra Amaltea), disegno architettonico, principi di prospettiva

 
CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI







MADRELINGUA


Napoletano




ALTRE LINGUE


Italiano
Capacità di lettura: buona
Capacità di scrittura: buona
Capacità di espressione orale: buona




CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI


Carattere estroverso, capacità di lavorare in squadra, in ambiente multiculturale; buona predisposizione ad interagire con gli altri.




CAPACITÀ E COMPETENZE ORGANIZZATIVE


Capacità di organizzare e gestire un cantiere di lavoro per progetti complessi; selezione e coordinamento di risorse umane; marketing.
Controllo di amministrazione e bilanci.




CAPACITÀ E COMPETENZE TECNICHE E ARTISTICHE


Creazione di scenografie ed effetti speciali per opere teatrali.
Ideazione di allestimenti per feste e ricorrenze come
matrimoni, nascite, canonizzazioni, funerali, celebrazioni liturgiche.
A  titolo di esempio: Catafalco eretto in Santa Maria Maggiore per le esequie di papa Paolo V Borghese (1621), Teatro della canonizzazione di Elisabetta di Portogallo in San Pietro in Vaticano (1625), Apparato effimero per la canonizzazione di Andrea Corsini (1629)




ALTRE CAPACITÀ NON PRECEDENTEMENTE INDICATE


- Cuoco
- Sceneggiatore




ULTERIORI INFORMAZIONI


Militesente.
No patentauto.
Poco disponibile a trasferte (causa famiglia numerosa)
Preferibilmente impiego part-time.
Allego copia carta d'identità.







Autorizzo espressamente il trattamento dei dati personali per le vostre esigenze di selezione ai sensi del Decreto legislativo 196/200




lunedì 27 aprile 2015

La favola della Maison Van Cleef & Arpels


Alla fine del 1800  fra la giovane Estelle Arpels e Alfred Van Cleef, suo cugino, è subito amore. 

Entrambi figli di commercianti di pietre preziose e appassionati di gioielli decidono di fondare la Maison Van Cleef & Arpels, sinonimo oggi di Haute Joaillerie. 





Diventato un vero affare di famiglia presto si unirono a Estelle e Alfred anche i fratelli di lei e i figli continuarono la grande tradizione orafa. 



Importanza particolare l’ebbe Renèe Puissant, la figlia che prese in mano l'azienda alla morte del padre, e che insieme a Renè Sim Lacaze creò una delle più belle collezioni degli anni 20-30. 


Di questi anni è la creazione della celeberrima tecnica Serti Mistèrieux (montatura invisibile) che consiste nell’incastonare le pietre una accanto all’altra in modo che la montatura resti totalmente invisibile e del Cadenas Watch iconico orologio di Van Cleef&Arpels che segna il connubio fra estetica e funzionalità, un segnatempo che in apparenza sembra un elegante bracciale ma che al suo interno ha un “invisibile” orologio. 


Degli anni 30 è la Minaudiere, clutch ante litteram in oro creata da Charles Arpels per Florence J. Gould, che non sapendo dove mettere rossetto e e fazzoletti ai balli nascondeva tutto nel suo porta sigarette fino a che le venne creata questa elegante “scatola” con scompartimenti interni da Monsieur Arpels.


Pare che Florence J Gould abbia ispirato anche il nome Minaudiere per il suo comportamento vezzoso. 



Dagli anni 30 ad oggi Van Cleef&Arpels è cresciuta aprendo negozi in tutto il mondo e stregando principesse e dive del cinema, la duchessa di Windsor era una vera fan delle loro broche, Ranieri di Monaco scelse una parure in perle e diamanti della Maison per siglare il fidanzamento con Grace Kelly e per Liz Taylor, famosa per i suoi gioielli da sogno crearono collane uniche.
 


Oggi Van Cleef&Arpels appartiene al gruppo Richemont


Alcuni pezzi storici si posson trovare esposti nella nuova boutique di Van Cleef&Arpels in via Monte Napoleone 10. 


Perchè gli italiani non parlano l'inglese?


La conoscenza delle lingue e, in particolare, dell’inglese diventa una componente importante della competitività di ogni paese in un mondo sempre più globalizzato. 
Anche nel più piccolo contesto dell’Unione Europea, la conoscenza dell’inglese è fondamentale.
Nella pubblica amministrazione, un ufficio anglofono può avere molti vantaggi nell’attrarre fondi dall’Unione Europea. 
La conoscenza dell’inglese è una componente importante di quella che, nel gergo comunitario, viene chiamata absorption capacity, vale a dire "la capacità di presentare progetti in ambito comunitario" che abbiano almeno la speranza di essere considerati, prima ancora che accettati e anche la capacità di portarli a compimento con successo. 
Ciò vale per gli enti pubblici e, quindi, anche per i centri per l’impiego. 
Un esempio è quello dello European Youth Guarantee.
In Italia, tra le forze lavoro solo 3 persone su dieci dichiarano di essere in grado di sostenere una conversazione telefonica in inglese. Si tratta di una percentuale simile nel pubblico e nel privato, ad eccezione delle grandi imprese o multinazionali.



Fonte: dati Isfol Plus 2010


Dato sorprendente ! Nel settore privato, la decisione di considerare questo aspetto rilevante o meno per la professione dipende esclusivamente dal datore di lavoro. 
Molte professioni non richiedono necessariamente la conoscenza della lingua inglese, anche se spesso rappresenta una condizione essenziale nei criteri delle nuove assunzioni.
Il problema riguarda soprattutto il settore pubblico, per il quale spesso la conoscenza della lingua è una condizione di assunzione, soprattutto in alcuni settori, al punto da essere contemplata fra i requisiti concorsuali. 
La “moda” attuale, ad eccezione di alcune qualifiche professionali, consiste nel passare eventuali telefonate in lingua inglese al collega. 

Se osserviamo i dati per classe di età emerge una differenza notevole tra le generazioni. 
La percentuale di coloro che hanno padronanza dell’inglese nel settore pubblico passa da circa il 50% dei più giovani, di età compresa fra i 18 e i 29 anni, al 18% circa per i più anziani, di età compresa fra i 50 e i 64 anni.


Fonte: dati Isfol Plus 2010


Nel caso di fondi strutturali come faranno le attuali strutture pubbliche locali a creare partnership internazionali per realizzare scambi di best practice o sviluppare mediazioni tra domanda e offerta di lavoro che non siano circoscritti al proprio contesto, ma abbiano un respiro internazionale? 
Senza parlare delle difficoltà degli enti locali a partecipare a fondi dove è necessaria una candidatura diretta,come ad esempio il Progress uno dei più importanti programmi dedicato al settore sociale e dell’occupazione. 


In conclusione, il settore pubblico deve assolutamente fare qualcosa per ridurre questo squilibrio nei confronti delle giovani generazioni e in generale nella scarsa padronanza dell’inglese, cercando di realizzare il più possibile formazione interna del personale più anziano oltre che favorire “staffette generazionali” per la stabilità di quello più giovane.


Fonte:  dati Isfol Plus 2010


Ma la situazione in Italia è migliore o peggiore rispetto a quella di altri paesi? 
L’indagine Language knowledge in Europe, realizzata nel 2011, conferma che l’Italia è uno dei paesi membri dell’Unione Europea in cui la conoscenza delle lingue straniere è più bassa.
Come fare, allora, per aumentare la conoscenza delle lingue?

Si sa che i corsi di lingua da soli influiscono poco sulla conoscenza effettiva delle lingue. 
Molto più utile è soggiornare all’estero per periodi più o meno prolungati di tempo.
Secondo i dati AlmaLaurea, in Italia, solo il 7% dei laureati nel 2012 ha fatto l'Erasmus. Un altro 5.1% ha svolto periodi di studio all’estero nell’ambito di altri programmi oppure da solo. 

Molti di coloro che hanno fatto l’Erasmus, però, hanno scelto la Spagna o altri paesi di lingua latina, proprio per evitare di dover imparare l’inglese. 
Si dovrebbe fare di più per incentivare l’utilizzo del programma Erasmus da parte degli studenti.
Si dovrebbe anche prevedere un controllo più accurato della conoscenza della lingua almeno nei concorsi pubblici per i quali è richiesta. 
Infine, in una logica di life-long learning, anche gli uffici italiani, sia pubblici che privati, potrebbero favorire esperienze lavorative che spingono ad investire nella conoscenza della lingua.
Il distacco presso sedi estere per periodi più o meno lunghi, la partecipazione a convegni o scuole estive sono strumenti importanti che le imprese italiane raramente finanziano. 
Uno dei motivi della bassa produttività dei lavoratori dipendenti pubblici e delle Pmi private in Italia è la percentuale bassissima della formazione professionale dei dipendenti, per la quale il paese occupa le ultime posizioni in Europa. 

All’estero, è molto più diffusa a spese dell’impresa, del pubblico oppure dello stesso lavoratore.

Il trend dell'estate : i gioielli sovrapposti !


Un nuovo trend  nel mondo degli accessori: i gioielli sovrapposti, portati in gran numero e a strati.
Questa estate, bisogna assolutamente eccedere con i gioielli da indossare


La nuova tendenza che si sta facendo strada, con il ritorno dello stile anni '70: i gioielli sovrapposti, portati in gran quantità

Bracciali su bracciali, oppure molti anelli tutti insieme (trend chiamato easy ring), o girocolli e collanine che coprono tutto il décolleté:  questa estate i gioielli saranno portati così.

Cos'è il Cross Fit




Rafforzare i muscoli, incrementare la resistenza agli sforzi e accelerare il metabolismo: ecco i benefici del CrossFit l'allenamento che combina un mix di sollevamento pesi, esercizi a corpo libero e allenamento cardiovascolare in un'unica breve, ma intensa, sessione
E' un programma di allenamento strong che in mezzora rafforzi tutti i muscoli del corpo.

Il CrossFit è una marca e in seguito un programma di rafforzamento e fisico ideato da Greg Glassman negli anni 70 sebbene tale disciplina abbia iniziato a richiamare l’attenzione del pubblico soltanto verso la seconda degli anni ’90, quando Glassman fondò la propria palestra a Santa Cruz, California, nel 1995

Ad oggi, in tutto il mondo sono circa 4.000 le palestre o punti affiliati CrossFit, in oltre 71 Paesi.




Cross in inglese significa “incrocio, mescolanza”. 
Questa pratica combina un insieme di movimenti eseguiti ad alta intensità per tonificare tutta la muscolatura. 
In pratica si tratta di un mix di sollevamento pesi, esercizi a corpo libero e allenamento cardiovascolare, uniti in un’unica sessione, sempre diversa.
Ci si esercita con corsa, vogatore, salto della corda, arrampicata e spostamento di carichi pesanti. Si utilizzano inoltre manubri, anelli da ginnastica, sbarre per trazioni e kettbell (un peso a forma sferica con la maniglia).


Tra gli esercizi base, eseguiti in sequenza, troviamo 
gli Air Squat (da una posizione eretta si passa a una accovacciata con le anche sotto le ginocchia, e si torna poi in piedi),
i Pull-up (aggrappandosi ad una sbarra fissata in aria, in orizzontale, si parte da una posizione sospesa a braccia tese. Successivamente si porta il mento al di sopra della sbarra e si torna giù senza toccare terra)  
i Sit-up (si parte da una posizione supina, con le spalle a terra, per poi portarsi con le spalle sui fianchi e ritornare alla posizione di base).

Il CrossFit è generalmente adatto a tutti, tranne che alle persone con cardiopatie gravi, artrosi, traumi articolari o scheletrici. 

Se però il vostro obiettivo è snellire e ridurre giro-vita e giro-coscia, il CrossFit non è lo sport più indicato. 

Scopo ti questo allenamento, infatti, è quello di rinforzare i muscoli di tutto il corpo, renderli più tonici, resistenti e voluminosi.
Già dopo un paio di mesi di allenamento si possono avere risultati evidenti sul fisico, con incremento della massa muscolare e accelerazione del metabolismo.

Per imparare il CrossFit – il fai da te è bandito e le sessioni, ciascuna della durata massima di 60 minuti, sono effettuate sempre sotto controllo - è necessario affidarsi a strutture dove lavorano istruttori che abbiano conseguito la certificazione rilasciata dal team americano di CrossFit.

giovedì 23 aprile 2015

Il centenario della Casa svizzera Caran d'Ache



La mostra della Maison svizzera di strumenti per la scrittura, il disegno e l’arte in generale  festeggia un secolo di storia.

Co-marketing Rubelli Caran d'Ache<br>
Courtesy of Rubelli
In occasione della Milano Design Week, all’interno del nuovo showroom Rubelli di via Fatebenefratelli, Caran d’Ache e Rubelli presentano “FurniturePortraits”, mostra dedicata al disegno e ai mobili "fatti a mano"
Strumenti tra le mani di disegnatori, artisti, fumettisti, scrittori, le matite e i colori Caran d’Ache compiono 100 anni
Un secolo di esistenza per un’azienda che è nata familiare ed è diventata internazionale, sinonimo di qualità nell'universo della scrittura e del disegno. Grazie alla qualità dei suoi strumenti, la volontà di innovazione che nel corso degli anni non ha mai smesso di coniugarsi alla tradizione artigianale svizzera, Caran d'Ache è da sempre sinonimo di eccellenza.

Per celebrare questo eccezionale anniversario la maison ha aperto le porte degli atelier di Ginevra per un’immersione nel cuore del suo mondo. 
Specializzata all’inizio nelle matite in grafite e nel colore, la produzione degli atelier di Ginevra include una vasta gamma di prodotti , tutti frutto di un savoir-faire unico. 
Ambasciatrice della qualità svizzera e fiore all’occhiello della manifattura Swiss Made, l’azienda si è internazionalizzata ed è oggi presente in più di 90 paesi, per il piacere di grandi e piccini. 
Le famose matite e penne Caran d’Ache si adattano perfettamente alla creatività dei creativi di ieri e di oggi.
Molti adulti ne conservano un dolce ricordo d’infanzia, fatto di fogli da colorare e di astucci pieni di pastelli.



In occasione dell’anniversario la maison svizzera celebra i propri prodotti-icona che ne incarnano la storia, rieditando, in edizione limitata, i prodotti più famosi: Tecnograph, Fixpencil, Prismalo, Ecridor, 849, tutti nella splendida confezione del Centenario. 
Il centenario è un’occasione per presentare il nuovo logo, e per rendere omaggio a tutti i componenti del mondo Caran d’Ache, presenti e passati, a cui è stato dedicato un video visibile su www.carandache.com/100
Con questo spirito è stata patrocinata la mostra di uno fra i più famosi utilizzatori e testimonial di Caran d’Ache: Pablo Picasso. 
La mostra “I Caran d’Ache di Picasso” sarà allestita in estate alla Kunsthaus di Interlaken.
Importante ricordare l’impegno sociale, artistico e sportivo della marca. 
Il sostegno a giovani artisti, grafisti e designers, l’aiuto all’istruzione nei paesi sottosviluppati e a numerosi musei e istituzioni culturali, come la partecipazione all’iniziativa “Cartooning for Peace” o ancora la sponsorizzazione della giovane tennista Belinda Bencic: sono solo alcune delle ultime iniziative Caran d’Ache.

sabato 18 aprile 2015

Au Petit Palais de Paris : Rome, vices et misères...


Les Bas-fonds du Baroque : la Rome du vice et de la misère

Dates : Du 24 Février 2015 au 24 Mai 2015 -  
Petit Palais -
Paris (75008)

L'exposition présente les coulisses de la Rome splendide du premier XVIIe siècle qu'ont souvent dépeinte les artistes et à laquelle de nombreuses expositions se sont déjà consacrées. 
Horaires
Du mardi au dimanche de 10h à 18h,
Fermé le lundi et certains jours fériés

Nocturne le vendredi jusqu'à 21h

Tarifs :
Plein tarif : 11€
Tarif réduit: 8€
Gratuit jusqu'à 17 ans inclus.




De nombreuses expositions ont mis en scène la Rome fastueuse de l'âge baroque, tout au service du pouvoir triomphal des Papes. 
Mais la fresque se doit d’être plus complexe. 

L’ambition de cette exposition est de montrer, pour la première fois, l’envers du décor de cette Rome splendide du premier XVIIe siècle : non plus la Rome du Beau idéal , mais celle d’après nature

Car cette autre Rome, la Rome grossière et commune, celle des vices, de la misère et des excès fut à l’origine d’une production artistique inédite et stupéfiante, tant par sa diversité que par ses paradoxes et ses inventions.
L’exposition présente 70 tableaux majeurs peints à Rome par des artistes italiens, français, hollandais, flamands, allemands et espagnols, de Simon Vouet à Claude Lorrain, de Bartolomeo Manfredi à Valentin de Boulogne et Jusepe de Ribera

Elle rassemble des prêts des plus grands musées internationaux, servis par une scénographie spectaculaire : un monde de musiciens, de buveurs et de tricheurs, de courtisanes et de diseuses de bonne aventure... 

Exposition conçue et organisée en collaboration par l’Académie de France à Rome – Villa Médicis et le Petit Palais .

domenica 12 aprile 2015

Le chateau du roi de Patagonie à Reims






Achille Laviarde, né le 17 novembre 1841 à Reims et mort le 6 mars 1902 à Paris, est un aventurier français, connu comme deuxième  souverain titulaire du royaume d’ Araucanie et de Patagonie  sous le nom d' Achille Ier  ou Aquiles I  en espagnol.



Achille Laviarde, né au 201, rue du Barbâtre à Reims, fils de Bertrand Xavier Laviarde, un fabricant de tissus, et de Marie Anne Rosalie Colmart, passe son enfance dans sa ville natale, au 33, rue du Barbâtre.

À 18 ans, après ses études au lycée de Reims, il part pour 5 ans de voyage en Europe, commençant par effectuer un tour de France, avant de visiter l'Italie, la Suisse, l'Allemagne, la Belgique et l'Angleterre, et même de pousser jusqu'en Afrique du Nord.

En 1867, a la mort de son père, il achète une propriété à l'enseigne du "Château des Grenouilles Vertes" en bordure de la Vesle près des Bains et Lavoirs acquis en 1853 par ses parents. 

Il devient président de "L'Union", une fanfare de 72 musiciens comptant 1 600 membres honoraires. Cette société devient l'Harmonie du 3e canton.

Lors des élections législatives de mai 1869, il soutient le candidat impérial Édouard Werlé, ancien maire de Reims, qui est élu député.

Le 15 janvier 1873, il assiste, officiellement, aux obsèques de Napoléon III, puis, le 16 mars 1874, il dirige la députation rémoise à la proclamation de majorité du Prince impérial.

On le voit aux côtés de Paul de Cassagnac sur la photographie du groupe des personnalités rassemblées à cette occasion à Camden House.

Le 17 septembre 1878, la mort d’Antoine de Tounens à Tourtoirac, en Dordogne, marque le tournant de sa vie.
Achille Laviarde connaît en effet celui qui se proclamait encore « Orllie-Antoine Ier,  roi d’Araucanie et de Patagonie », et qui lui avait conféré le titre de « prince des Aucas, duc de Kialeon » le 30 décembre 1873.

Le 26 mars 1882, le neveu et héritier désigné d’« Orllie-Antoine Ier », « Monseigneur Adrien-Jean de Tounens » (1844-1889), renonce au « royaume d’Araucanie » en faveur d' Achille Laviarde, par un acte invoquant les « dernières volontés » du « souverain » défunt et contresigné par nombre de ceux qui avaient reçu une charge de celui-ci.

Gustave Achille Laviarde devient donc « Achille Ier » (ou « Aquiles I » en espagnol), « roi d’Araucanie et de Patagonie ». 

Selon l’acte de 1882, le nouveau roi a déjà deux « ministres secrétaires d’État » — le « comte » Antoine Jimenez et Antoine-Hippolyte Cros, « duc de Niacalel », qui fait fonction de « garde des sceaux » — ainsi qu’un « conseil ministériel ».
Un ami des premières heures, Émile Godret, dit Bazière, enfant du Barbâtre, accepte la charge de  ministre de la Marine .


La demeure du Roi de Patagonie sur les bords de la rivière Vesle a Reims

Le 20 mai 1876 à Londres, il épouse Marie Élisa Octavie Guéry (1852-1893) dont il n'a pas d'enfant.

Achille Laviarde ne s'est jamais rendu en Amérique. 

Le 6 mars 1902, il meurt au 2, avenue du Trône, dans le 12e arrondissement de Paris
Un service religieux est célébré à Paris en présence de plus de 1 000 personnes. 
Il reposa à Reims au cimetière du Sud avant d'être inhumé aux côtés d'Orélie Antoine 1er, dans un village de Dordogne, à défaut de Patagonie !
Sur leur tombe, située à gauche de celle d' Antoine de Tounens, ils sont désignés comme « S.M. Achille Ier, Roi d'Araucanie  et S.M. Doña Maria d'Araucanie .

Au début du XXe siècle,  le Chateau des Grenouilles Vertes è occupé par  l'horticulteur Barbaras qui occupa à son tour la maison sous l'enseigne "au Chalet des Rosiers". 
Le portail d’origine a été conservé.