venerdì 18 febbraio 2011
Vanessa e Johnny for ever
"Sono perfetta per lui".. Lui é Johnny Depp e lei é Vanessa Paradis
Il suo aspetto apparentemente fragile può far credere che Vanessa sia timida, indifesa, ma è un’impressione sbagliata: lei, dopo tutto, è la donna che è riuscita ad addomesticare il wild boy Depp.
Possiamo immaginare che dietro quel sorriso coi denti leggermente separati, il suo trademark, ci sia una grande determinazione.
Depp dichiara che lei e i loro figli, Lily Rose di 10 anni e Jack di 7, sono la sua ragione di vita: «Non ho più una visione dark del mondo».
Né è geloso del suo successo come attrice: è sugli schermi con una commedia francese sulla seduzione, Il truffacuori (dall’11 febbraio), in cui è un’ereditiera che sta per sposarsi, ma...
La forza interiore della Paradis si è costruita durante un’adolescenza molto particolare.
A 14 anni era già una popstar globale grazie a Joe Le Taxi, canzone in testa alla classifica francese per undici settimane nel 1987, mentre La Isla Bonita di Madonna era al secondo posto.
Il singolo è stato numero uno in 25 nazioni, numero tre nella classifica inglese, ha venduto tre milioni di copie. «Ho finito la scuola, sono andata in vacanza e quando sono tornata mi sono vista sulla copertina di tutti i magazine», ricorda lei.
La fotografa Ellen von Unwerth, per la quale ha posato mentre bacia un manichino in uno strip bar di Parigi, la definisce “una ragazza misteriosa: silenziosa e vulnerabile, ma allo stesso tempo con una forza tale da sfondare giovanissima”.
Andiamo a swappare !
Swappare: nuovo termine preso in prestito dall’inglese, ormai entrato nel nostro linguaggio quotidiano.
Swappare significa scambiare una cosa contro un'altra di uguale valore.
Il BookSwap si terrà il prossimo 6 marzo a Milano: per partecipare basterà portare con sé da un minimo di 2 a un massimo di 10 libri e, per ogni volume da scambiare, si potrà sceglierne un altro tra quelli a disposizione.
Niente a che vedere con un mercatino dell’usato, dunque: durante il BookSwap il libri non si vendono o comprano, ma si scambiano per il puro piacere di condividere la lettura di una storia che ci ha appassionato e che ci ha regalato emozioni e che vogliamo far leggere e vivere anche a qualcun altro.
Ad animare l’evento milanese ci saranno alcune penne italiane (con il loro bottino di libri da swappare) come Matteo B. Bianchi autore del romanzo Apocalisse a domicilio, Alessandro Rimassa lo scrittore di Generazione 1000 euro e Berlino sono io e Ilaria Bernardini, scrittrice e autrice televisiva in uscita con il suo ultimo lavoro Corpo Libero.
L’iniziativa ha anche un fine benefico: tutti i libri non swappati, infatti, verranno donati alle biblioteche per degenti attive presso gli istituti della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia.
Rendez Vous al chiostro del Teatro Grassi
via Rovello 2 a Milano
domenica 6 marzo 2011 dalle ore 17 alle ore 21, con tanti libri da scambiare!
Info:www.bookswap.it
I Love Roma by Trussardi !
Trussardi dichiara il suo amore alla città di Roma in occasione dell’opening della sua nuova boutique in via dei Condotti.
Questo amore é celebrato con una capsule collection di borse in limited edition, che già promettono di diventare uno dei must have di stagione.
Quattro le varianti, in nappa bianca o tessuto jacquard, in versione shopping oppure nel classico modello Boston bag, ma tutte con un romantico cuore rosso e la scritta in pelle nera: le borse “I love Roma”, ideate dal direttore creativo Milan Vukmirovic coniugano la tradizione centenaria della maison a uno stile leggero e innovativo per portare una ventata di ironia e divertimento al guardaroba della prossima stagione.
Perfette per i outfit primaverili !!
lunedì 14 febbraio 2011
Senza tacchi, l'esordio di Francesca Lancini
Francesca Lancini e il suo romanzo d'esordio «Senza tacchi»: les confessioni di una modella milanese.
"Superficiale e spietato". Così Francesca Lancini descrive il mondo della moda nel romanzo «Senza tacchi».
Sulle passerelle dall'età di 18 anni, qualche esperienza come show-girl e attrice, la ventottenne bresciana, milanese d'adozione, esordisce nella narrativa con la storia di Sofia, una modella imprigionata in una vita che non sopporta più.
«È il racconto di un cambiamento, di una presa di coscienza», spiega l'autrice.
«Sofia non sono io, ma anch'io come modella mi sentivo sempre fuori luogo: vedevo queste ragazze ossessionate da Angelina Jolie che saltavano i pasti per non ingrassare... Gli stilisti sostengono che l'anoressia non è loro responsabilità, ma se disegnano solo abiti per taglie 36 chi ci entra?».
Laureata in Scienze della Comunicazione, oggi Francesca Lancini fa qualche sfilata ma ha altre ambizioni: «Mi piace scrivere, di solito con la musica in sottofondo, dai Franz Ferdinand a Tom Waits».
La passione per la letteratura è l'altra cosa che la accomuna a Sofia, assieme all'abitudine di giudicare le persone dai loro libri preferiti.
«Mi accusano di essere snob, ma sono fatta così. Se ti piacciono Balzac, Dostoevskij, Auster, Capote o DeLillo va bene, se vai matto per Fabio Volo allora ti saluto cordialmente, ma finisce lì».
Facile capire perché non ami quella vita milanese che in «Senza tacchi» definisce «un susseguirsi di pose: il lunedì all'Old Fashion, il martedì al The Club, il mercoledì al Nephenta...».
«Per carità, non sono per niente mondana, la mia Milano è quella dei cinema, dei musei, dei parchi, delle piccole sale da tè. E delle domeniche senza auto: dovrebbero indirne di più».
«Senza tacchi» (Bompiani).
Burlesque e piume per un'estate seducente..
Le passerelle primaverili seguono il mood a suon di musical e conquistano i negozi con abiti che puntano su chiffon e piume in tonalità spumeggianti, mentre gli accessori declinano gli status-symbol della seduzione su scarpe e borse dalla personalità intrigante... fino ad accessori body-shaping in metallo “esplosivo”!
Nella foto:
Romantica e maliziosa con il mood prezioso dell'abito in marabù rosa pesca dalle spalline a contrasto di Chanel Primavera/Estate 2011.
Anello in argento smaltato ispirazione lipstick, Delfina Delettrez (225 euro) su pochette in nappa rosa con fiocco, Red Valentino (248 euro, da acquistare nell'e-commerce di Luisa Via Roma).
Il cinquantesimo compleanno del Salone del Mobile 2011
Per il 50° anniversario del Salone del Mobile é prevista un'edizione record, con mostre, eventi e spettacoli.
Creato nel 1961 con l'impegno di pochi ma dinamici imprenditori il Salone del Mobile è diventato grande, con 297.460 ingressi nel 2010 e un giro d'affari ultramilionario.
Il Salone del Mobile festeggia con successo i cinquant'anni con un'edizione record fatta di eventi, mostre, spettacoli e con una promessa: «Continuare a produrre design di qualità, a fare innovazione, a prestare attenzione ai giovani».
I festeggiamenti partono da lontano.
La manifestazione si terrà da martedì 12 a domenica 17 aprile nella Fiera di Rho Pero (quest'anno, oltre al Mobile ci sono Euroluce e il Salone Ufficio), ma già al Piccolo Teatro Studio si terrà lo spettacolo «Mani grandi senza fine», che Laura Curino ha dedicato ai padri del design milanese, dai Castiglioni a Magistretti a Zanuso.
Sempre in centro, il Triennale Design Museum dedicherà la sua quarta edizione agli uomini che hanno creato il sistema mobile italiano (dal 5 aprile), mentre in piazza Duomo sarà allestito «Principia», un percorso multisensoriale firmato da Denis Santachiara (12 aprile - 1 maggio).
In piazza San Fedele sboccerà un bosco di luci ideato da Attilio Stocchi, a Villa Necchi tornerà «La mano del grafico» (8 aprile - 8 maggio) e via Montenapoleone si trasformerà in un museo a cielo aperto.
Primo appuntamento con la presentazione dei Saloni al Piccolo teatro di via Rivoli (talk show con Bruno Vespa, tra gli ospiti Ornella Vanoni, Irene Grandi, Alberto Tomba).
Le parole di Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit: «Non siamo ancora usciti dalla crisi, ma ci auguriamo che i Saloni rappresentino un punto di svolta.
In un momento di difficoltà come questo, il mondo imprenditoriale del nostro sistema sta mettendo anima, passione e soldi per fare business, ma anche per dare al mondo un'immagine dell'Italia vera».
Commento del presidente di Federlegno-Arredo, Rosario Messina: «Il fatturato alla produzione ha il segno positivo rispetto al 2009. Anche se è solo +1,8 per cento, è un segnale molto forte».
lunedì 7 febbraio 2011
Graphic Design Worlds, i guru della grafica all'era di Wikileaks
In mostra alla Triennale i progetti di 30 studi futuristi!
Visionari e creativi si espongono a Milano fino al 27 marzo 2011 in via Alemagna 6.
Graphic Design Worlds é una mostra che presenta in 1500 metri quadri oltre trenta studi di design fra i più innovativi al mondo (con una sezione dedicata agli italiani under 30), e è anche un percorso rigenerante in un mondo di fantasia, innovazione, energia, creazione, tecnologia e concretezza.
L'americano Elliott Earls, 44 anni, graphic designer che si muove tra musica, video e progetto di una banca, posa davanti al suo iPad senza connessione in Triennale.
Si stupisce che a Milano non ci sia la wi-fi...
E'il prototipo del nuovo graphic designer che non risolve solo il problema del cliente, ma diventa protagonista del progetto.
«Più che interpretare bisogni, costruisce mondi», spiega il curatore Giorgio Camuffo.
«È l'evoluzione contemporanea del mestiere, ma paradossalmente anche un ritorno alle origini degli anni 50 e 60, quando gli studi Boggeri o Olivetti o figure come Gianni Sassi, che inventò la rivista La gola, organizzava festival di poesia e collaborava con Battiato, non si limitavano a scegliere font, colori e segni, ma inventavano mondi».
Ciascuno degli artisti in mostra si rappresenta come preferisce, installazioni, video, foto...
Ne nasce un percorso a sorpresa, ogni stand svela un immaginario.
Elliott Earls sovrappone la frontiera fra arte e design nella sua stanza apocalittica, il duo olandese Metahaven, che partecipa anche a mostre d'arte più importanti come Manifesta, presenta nuovi lavori dell'immagine di Wikileaks che sta costruendo.
Tutto un mondo che si muove in modo leggero e trasversale, producendo spesso le proprie idee anche prima di trovare clienti.
Harmen Liemburg, artista, giornalista, grafico, viaggiatore stampa da solo tutta la produzione.
«Sono qui a rappresentare il design dalle mani sporche».
Un approccio che sembra agli antipodi rispetto a quello di Erik Kessels fondatore di KesselsKramer, 39 dipendenti a Amsterdam e 10 a Londra.
Anche lui divide la sua creatività fra pubblicità (le prime campagne di Diesel), curatela di mostre, giornalismo e gestione di una galleria-agenzia di comunicazione.
Esattamente come Geoff McFetridge che a Los Angeles passa dai video con Sofia Coppola al design di un tappeto per lo Standard hotel.
«Graphic Design Worlds».
Triennale Design Museum. Viale Alemagna 6.
Tel. 02.72.43.41.
Orari: 10.30- 20.30; gio e ven 10.30-23; lun chiuso. Euro 8.
Dal 25 gennaio (ore 19) al 27 marzo
giovedì 3 febbraio 2011
Taglia 44, 43 anni, cattolica..l'identikit della vera italiana media
Cattolica, con un figlio, vive nel centro-nord.
Secondo una ricerca condotta dal quotidiano La Repubblica di quella che sarebbe l'italiana media, il ritratto dell'italiana media é cattolica, ha un figlio e vive al centro nord.
Il suo identikit dettegliato é :
Età: 43 anni, peso: 65 chili, taglia: 44, numero di scarpe: 38.
Vive al centro nord, si è sposata a 30 anni e ha uno o due figli, legge almeno tre libri all'anno e guida un'utilitaria.
Rispetto alle sue antenate ha un'aspettativa di vita più elevata, arrivando a superare gli 84 anni di età ed è più alta di almeno due centimetri.
Come si è arrivati a delineare questo ritratto?
Incrociando cifre e banche dati ma anche storie e racconti.
Un insieme di numeri dove il filo conduttore sono le donne, perché più numerose degli uomini ma anche perché, spiega il demografo Alessandro Rosina, «è proprio tra le donne, nella generazione che oggi ha tra i 40 e i 50 anni, e poi tra le ragazze più giovani, che si è manifestato il vero cambiamento sociale e di costume, nella famiglia, sul lavoro, tra gli affetti, nonostante ci siano ancora forti diseguaglianze tra maschi e femmine e soprattutto al sud».
Cover Girl
"Cover Girl", la photographie de mode face au miroir de l'art contemporain, des années 60 à aujourd'hui..
Cover Girl est un'exposition qui presente la photographie de mode depuis 50 ans.
Devenue l’une des cultures visuelles parmi les plus partagées au monde, cet art du portrait spécifique à la publicité et aux magazines de mode n’a jamais laissé la création contemporaine indifférente.
Inaugurée pendant la semaine de la haute couture, en janvier 2011, l’exposition présentera une dizaines d’oeuvres qui toutes jettent un regard décalé sur l’esthétique de la « belle femme » ordinairement véhiculée par l’univers de la mode.
Les oeuvres exposées appartiennent néanmoins à trois catégories différentes:
- celles qui ont été directement inspirées par la photographie de mode (Alex Katz, Juan Francisco Casas),
- celles qui détournent son langage spécifique pour élaborer un discours social ou politique critique (Joséphine Meckseper, Martha Rosler, General Idea, Michel Journiac, Claude Closky),
- et celles qui l’utilisent comme si il s’agissait d’un répertoire de formes poétiques (Hans-Peter Feldmann, Marlo Pascual, Rebecca Bournigault).
Cover Girl présentera aussi une sélection inédite de couvertures de magazines édités par les Galeries Lafayette entre 1906 et 1968.
La Galerie des Galerie.
ART - MODE - DESIGN.
1er étage des Galeries Lafayette.
40, boulevard Haussmann. 75009 Paris.
Du mardi au samedi de 11 h à 19 h.
Entrée Libre.
sabato 29 gennaio 2011
Barbara Carlotti révèle à Metro ses adresses préférées à Paris
Née à Clamart dans les Hauts-de-Seine, avant de découvrir Poggio di Venaco, le village de son père en Corse, Barbara Carlotti vit depuis quinze ans à Paris.
"J'ai toujours aimé Paris, faire du vélo, flâner sur les places, prendre un verre dans les bistrots, le long de la Seine et plus proche de mon quartier, le XIe et le Marais où je commence à avoir mes petites habitudes" confie la chanteuse révélée en 2006 avec Les Lys Brisés, puis confirmée deux ans plus tard avec le sublime L'idéal.
"Les Lys Brisés était assez mélancolique, je cherchais avec ce deuxième disque quelque chose de plus gai, de plus solaire... Celui que je suis en train de préparer me ressemblera encore plus, il sera différent."
Depuis, l'artiste a parcouru les salles de concerts pour offrir à ses fans les plus beaux lives. Celle qui adore la scène présentera les 8 et 9 février prochain à la Cité de la musique, aux côtés de ses musiciens et de son invité Alain Chamfort, Nébuleuse Dandy, concert littéraire alliant musique et textes signés Wilde, Baudelaire ou encore Byron.
"J'ai un vrai plaisir à chanter. Mes titres bien sûr, mais aussi ceux des autres. Dès que de nouveaux projets s'ouvrent à moi, que l'on m'invite sur scène, je suis ravie. Nébuleuse Dandy est un spectacle qui me tenait vraiment à cœur" admet cette artiste enjouée, jolie et coquette.
Vidéos et décor à l'appui, la demoiselle devrait enchanter le public.
D'ici là, elle révèle à Metro ses adresses préférées à Paris.
Les 8 et 9 février à 20 heures à la Cité de la musique 221 avenue Jean Jaurès, XIXe. Prix des places: 24 euros. Infos: www.barbaracarlotti.com
SON BAR
Express Bar 31 Rue St Maur, XIe. Réservations : 01 47 00 66 18
Au coin de la rue St-Maur et de la rue du Chemin Vert, un grand café où il est agréable de boire un thé l'après midi, on peut se poser pour travailler avec son ordinateur - c'est clair et calme en journée.
Et un endroit pour prendre un verre au bar le soir ou manger un excellent burger préparé par le cuisinier anglais qui a monté le lieu il y a 7 ans - quand je me suis installée dans le quartier. C'est un peu mon QG !
SON RESTAURANT
Les Vitteloni 4 rue Dupetit-Thouars, carreau du Temple, IIIe
J'adore l'Italie alors je cherche souvent des petits restau italiens où l'on mange bien. Celui-ci est toujours plein de monde, c'est bon signe !
Il faut réserver je crois, mais j'ai toujours eu de la chance en venant au dernier moment pour éguster les antipasti, légumes grillés, charcuterie, ou encore les pâtes à l'encre de seiche et leurs délicieux desserts.
SA BOUTIQUE
Potemkine 30 rue Beaurepaire, Xe www.potemkine.fr
Près du Canal St Martin la boutique pour trouver de bons DVDs, films d'auteurs, films expérimentaux et grands classiques.
Il y a un vrai grand choix de réalisateurs géniaux ! Je suis sûre d'y retrouver le bon film pour les longues soirées d'hiver ou bien la rareté du moment.
SA GALERIE
Galerie la Petite Poule Noire 12 bd des Filles du Calvaire, XIe www.lapetitepoulenoire.fr
Ma galerie de photo préférée à Paris.
Une bande d'amis passionnés et inspirés ont monté ce lieu, ils sont ultra sympas, accueillants et dynamiques ! Il y a des expos tous les 3 ou 4 mois, avec des vernissages très joyeux.
SON MAGASIN DE FRINGUES
Thanx God I'm a VIP 12 rue de Lancry, XeMagnifique magasin de fringues vintage soigneusement choisies.
J' y affectionne plus particulièrement les robes haute couture des années 50 à aujourd'hui, à des prix très avantageux.
J'y ai acheté une cape géniale année 60 qui me porte chaud l'hiver, mais aussi on y trouve aussi des tas de vêtements hommes et femmes, uniques, originales et en très bon état pour pas cher.
SON CENTRE D'ART
Le Mac Val Musée d'art contemporain du Val-de-Marne Place de la Libération 94400 Vitry-sur-Seine http://www.macval.fr
J'adore aller le week-end au Mac Val à Vitry, le musée est vaste et très agréable avec son grand jardin l'été, les expos temporaires sont toujours formidables et je ne me lasse pas de voir et revoir la collection permanente.
Et puis à chaque nouvelle exposition, ils programment des conférences, concerts, événements dans la salle de projection !
C'est d'ailleurs à l'initiative du Mac Val que j'ai commencé à travailler avec la plasticienne Cécile Paris sur mon spectacle Nébuleuse Dandy !
SON SALON DE COIFFURE
Salon de coiffure Messieurs-Dames, 5 rue Charles François Dupuy IIIe.
Enfin un coiffeur ouvert le soir au-delà de 19h et extrêmement sympathique. On peut tout lui demander : c'est l'endroit idéal pour expérimenter des coiffures incroyables et inédites en lui montrant des photos. Ou encore passer vite fait pour demander un renseignement sur "comment faire mousser les cheveux plats", "faire un chignon" ou une autre extravagance du moment. Il est toujours souriant et disponible et puis chez lui on écoute de la bonne musique !
Et aussi...
• Le canal St Martin pour se balader, boire un verre et voir un concert au Point Ephémère.
• Mon lieu dandy, c'est l'Hôtel des Beaux-Arts où est mort Oscar Wilde : le bar est très beau et les cocktails délicieux.
Le portrait d'Oscar Wilde posé sur la petite bibliothèque en face du bar me fait des clins d'œil. C'est un lieu où je vais souvent seule, il a gardé l'élégance et la classe cosy de la fin du XIXe siècle .
La ribelle Kate Moss per la campagna Vogue Eyewear 2011
L’icona di stile Kate Moss continua il suo cammino di testimonial con il fashion biz.
E'il brand Vogue Eyewear che, dopo Gisele Bündchen e Daria Werbowy, l'ha scelta.
Ribelle e cool, seducente e glamour come una vera diva, Kate incarna alla perfezione la nuova collezione primavera estate 2011, che punta su occhiali dalla forte personalità, proprio come la sua, con linee sofisticate e di tendenza.
Ma Kate, da vera trendsetter, non si è limitata a essere il volto della nuova campagna pubblicitaria.
La star ha scelto personalmente 6 modelli, tra sunglasses e occhiali da vista, che più assecondano il suo stile e che faranno parte della Kate’s Select: una mini collection che spazia dalla classica montatura tartarugata a colori vivaci come glicine e papavero e che già promette di diventare un must.
Piena d'entusiasmo per questa nuova collaborazione, Kate é stata come sempre una grande professionale davanti all’obiettivo del fotografo, il suo amico Mario
Testino, che già in passato le aveva dedicato un’intera mostra “Kate who?”.
«Sono felice di essere il volto di questa campagna pubblicitaria e di lavorare di nuovo Mario Testino», ha detto la star durante lo shooting fotografico.
venerdì 28 gennaio 2011
Dior come un incanto !
lunedì 24 gennaio 2011
Chaïm Soutine, un artiste singulier
Chaïm Soutine (Smilovitchi 1893- Paris 1943)
Chaïm Soutine naît en 1893 à Smilovitchi, bourgade lituanienne située à une vingtaine de kilomètres de Minsk, principalement peuplée de juifs très religieux . Son père était tailleur; il est l'avant-dernier d'une fratrie de onze enfants. Très tôt il dessine.
A 13 ans il fait le portrait en cachette du rabbin du village, transgressant l'interdit de représentation du visage humain.
Rossé par le fils du rabbin, boucher de son état, il passe quinze jours à l'hôpital, et la famille Soutine obtient de la justice, vingt cinq roubles de compensation.
Une somme qui permet à Chaïm de quitter Smilovitchi.
De son enfance dans le shtetl, il parlera peu et n'aimera pas l'évoquer.
Dès 1907, il suit des cours de dessin à Minsk, et se lie avec Kikoïne. Parallèlement, il travaille chez un photographe et apprend à retoucher les clichés. Il s'inscrit à l'Ecole des Beaux-Arts de Vilnius où il fait la connaissance de Krémegne.
En 1913, à Paris, Soutine et ses deux amis vivent à La Ruche et fréquentent l'atelier de Fernand Cormon.
Sans aucune ressource, il va connaitre dix ans de misère, il travaille comme manœuvre chez Renault et comme ouvrier au Grand Palais.
En 1914, son état de santé déjà défaillant, l'empêche, malgré son désir, d'être mobilisé; il s'installe Cité Falguière où il partage l'atelier du sculpteur Miestchaninoff.
En 1915, grâce à Lipchitz, il fait la connaissance de Modigliani.
Les deux peintres se lient d'une amitié solide qui résistera à tout.
C'est en 1916 que Modigliani l'emmène pour la première fois chez son marchand Léopold Zborowski au 3 rue Joseph Bara.
Il devient son " marchand " sans, en tirer grand succès; c'est l'époque des natures mortes misérabilistes.
Zborowski lui " finance " des voyages dans le Midi : Céret, Cagnes et Vence, qu'il fréquentera jusqu'en 1922.
C'est à Céret, en 1920, qu'il apprend le décès de son ami Modigliani.
Sa santé s'altère.
Il se sent maintenant complètement abandonné.
C'est grâce à la demande de Netter, le premier véritable amateur et collectionneur de Soutine, que Zborowski permet à l'artiste de revenir à Paris.
Il trouve une alliée précieuse en la personne de Paulette Jourdain, assistante de Zborowski. ex-modèle de Modigliani, modèle et confidente de Soutine.
Dans la galerie de Paul Guillaume, Barnes remarque le "petit Patissier", l'achète aussitôt et demande à voir d'autres oeuvres de l'artiste.
Paul Guillaume le conduit alors chez Zborowski, qui montre au visiteur ces dernières toiles.
Ce sont ces hallucinants paysages qui séduiront le Docteur Barnes dont les achats, relatés par Paul Guillaume dans Les Arts à Paris, assureront les premiers succès de Soutine.
Le collectionneur américain Albert Coombs Barnes en achète une grande partie en décembre 1922. Barnes achète le tout pour 3 000 dollars.
Du jour au lendemain, Soutine accède à la gloire.
A Montparnasse, il devient un "héros".
Soutine reçoit de Zborowski un salaire de 25 francs par jours, il a une voiture avec chauffeur à sa disposition. Ses œuvres sont recherchées, les prix montent. Pour la première fois de sa vie, il a de l'argent.
Il se transforme en dandy, affectionne les feutres gris à larges rubans et passe devant le Dôme et la Rotonde en faisant semblant de ne reconnaitre personne...
Il porte de très élégantes chemises avec cravates et écharpe de soie rouge.
A partir de 1924, alors que Soutine se lie aux Castaing, rencontrés en 1923 à la Rotonde, il entreprend une grande campagne de récupération et de destruction de ces paysages.
Connaissant enfin l'aisance, il peut louer atelier et logement et peint ses Boeufs Ecorchés, de nombreuses natures mortes de volailles, des portraits de domestiques et de personnels de service.
Accompagné de Paulette Jourdain, il achète tout un quartier de bœuf payé par Zborowski à un abattoir de la Villette, l'accroche et se met à le peindre.
Bientôt les mouches pullulent.
Les voisins portent plainte à cause de l'odeur. Lorsque les services d'hygiène se présentent, Soutine se cache, terrifié.
Paulette prend sa défense, explique que le peintre n'a pas achevé son travail…
En 1926 et 1927 Soutine séjourne et peint dans le Berry, dans une maison que Zborowski a acquis; les années suivantes, ses séjours campagnards se passeront dans la propriété des Castaing, près de Chartres. Il peint le portrait de Madeleine (1928), commence la série des enfants de chœur.
En juin 1927, sa première exposition personnelle a lieu à Paris, à la galerie Bing. Soutine se brouille avec Zborowski pour raison d'argent. Le peintre a des problèmes financiers, et s'installe à l'hôtel, boulevard Raspail.
Ses maux d'estomac s'aggravent, ce qui l'empêche de travailler. Aussi, à partir de cette année-là, il va devenir peu à peu le protégé de Madeleine et Marcelin Castaing, qui vont lui donner les moyens de peindre.
Pourtant, il ne surmonte pas ses angoisses et tente toujours de s'emparer de ses œuvres antérieures pour les détruire ou repeindre par-dessus.
De 1931 à 1935, il passe une partie de l'été à Lèves. Il y rencontre Elie Faure, Erik Satie, Jean Cocteau, Drieu la Rochelle, Blaise Cendrars, Maurice Sachs.
Après la mort de Zborowski, en 1932, les Castaing demeurent sa principale source de revenu. En 1937, il s'installe Villa Seurat où vivent alors Henry Miller et Anaïs Nin.
Au 18 de la Villa Seurat, "tout est sale, misérable, les meubles couverts de poussière, des mégots éparpillés sur le sol. Punaisées au mur, quelques reproductions de Rembrandt, Corot, Courbet.
Ses livres : Balzac, des romans russes, les essais de Montaigne. C'était un homme secret et solitaire, plein de méfiance et, (…) aussi peu expensif que possible. Tout en lui était étrange.
Lorsqu'il travaillait dans son atelier, il ne pouvait souffrir qu'on vînt le déranger.
Il utilisait un grand nombre de pinceaux et, dans la fièvre de la composition, les jetais à terre les uns après les autres.
Mademoiselle Garde, Mes années avec Soutine.
En 1937, il rencontre Gerda Michaelis au Dôme. Il la baptise "Mademoiselle Garde; Garde parce que quelques jours plus tard elle veille sur lui toute une nuit, alors qu'il souffre toujours de ses maux d'estomac.
Au début de l'été 1939, ils partent ensemble pour Civry-sur-Serein. C'est là que Soutine peint "la route qui conduit à l'isle-sur-Serein", alors plantée de grands peupliers. Soutine fit de cette route plusieurs tableaux.
Début séptembre 1939, la guerre est déclarée. Soutine veut rentrer à Paris mais le maire de Civry, Monsieur Sebillotte lui fait savoir qu'il est assigné à résidence ainsi que sa compagne, avec interdiction de sortir de Civry.
Il est juif.
Mademoiselle Garde est allemande.
Avant la fin mai, Mademoiselle Garde est déportée au camp de Gurs mais bientôt Gurs est en zone libre et les femmes qui justifient d'un domicile seront libérées. Mademoiselle Garde rentre à Paris.
Madeleine Castaing lui apprend que Soutine vit avec Marie-Berthe Aurenche, ancienne épouse de Max Ernst.
En mars 1941, Marie-Berthe et Soutine se réfugient à Champigny-sur-Veude, près de Chinon. C'est là qu'il passe les deux dernières années de sa vie.
Il peint une trentaine de tableaux, dont le portrait de Marie-Berthe, "qu'elle arrange" en son absence de quelques coups de pinceau…
C'est pourquoi il le détruit à coup de couteau.
Il confie ses toiles à Madame Fernand Moulin, qui les emporte roulées à Paris et les vend à la galerie Louis Carré. En juillet, Soutine est hospitalisé à Chinon. Il souffre atrocement.
Il faut l'opérer d'urgence, mais Marie-Berthe le fait conduire en ambulance à Paris, avec un détour par la Normandie pour ne pas risquer de le livrer aux persécutions de la police française.
Soutine arrive à Paris, le 7 août. Il est opéré mais il est trop tard.
Soutine meurt le 9 août 1943 à Paris.
Mademoiselle Garde écrira dans ses souvenirs :"On l'enterre au cimetière Montparnasse, le 11 août. Il y a peu de monde. Je reconnu Picasso et quelques autres moins illustres. On descendit le cercueil dans un caveau provisoire… Je me rapelle qu'il faisait beau."
Nadine Nieszawer, Marie Boyé, Paul Fogel
"Peintres Juifs à Paris 1905-1939 Ecole de Paris"
Editons Denoel 2000
Le petit Chaïm, jeune juif immigré, devient Soutine, grand "Peintre Maudit" du début du XX° siècle.
C’est tout d’abord par le récit de sa vie que la singularité de Soutine a commencé à se construire.
Par une étude comparative des différentes versions de sa biographie, les historiens de l’art ont parlé de Soutine comme d'un enfant ayant été touché très jeune par la vocation de la peinture dans un milieu qui lui était hostile.
Dans son petit shtetl lituanien était interdit toute représentation comme le dicte la loi mosaïque.
Il quitte tout pour s’adonner à son art.
Il arrive à Paris, laissant derrière lui ses racines.
Cette dimension sacrificielle va lui donner une aura mystique et donc contribuer à sa singularisation.
Son mutisme, les témoignages ambigus sur une personnalité complexe vont interpeller l’imagination des historiens d’art et ainsi dans un même mouvement alimenter sa légende.
La considération de personnage Soutine est un échelon majeur dans la construction de la singularité.
Quand il est question de sa peinture, sa puissance toute personnelle, venue des entrailles de l’homme intrigue, interroge.
Pour passer à la postérité, pour être considéré comme un grand artiste, Soutine doit trouver une place dans l’histoire de l’art.
La construction de sa singularité artistique a été forgée par de multiples et diverses comparaisons faites entre ses œuvres et celles d’artistes antérieurs à lui ou contemporains.
Elles n’ont pas affaibli l’originalité de ses créations bien au contraire.
Elles nous aident à mieux regarder l’œuvre de Soutine, à se pencher sur ses maîtres et sur l’enseignement que Soutine a tiré de leur peinture pour construire la sienne.
Ce sont des artistes comme Rembrandt, Courbet, Bonnard, découverts au Louvre, qui l’ont aidé à trouver la voie de son art.
Les historiens de l’art ont tenté d’inscrire Soutine dans une lignée ou dans un mouvement comme l’expressionnisme.
Cependant cette tentative de rattachement à un mouvement va demeurer floue, ce qui révèle l’originalité de son travail.
En effet, l’art de Soutine s’est développé en dehors des mouvements de son temps, il l’a fait pour lui et non pour le public ou le marché. Il y a mis tout son être, chaque touche étant comme une confession, comme un don de soi.
Il est unique, inimitable, inclassable.
Si sa peinture nous émeut autant encore aujourd’hui c’est parce qu’elle touche à l’universalité.
Tout en étant l’expression d’une individualité propre, une œuvre toute personnelle, elle réveille des sentiments de douleur, de violence..
La singularité de Soutine a plusieurs visages.
Il est important d’évoquer le visage américain de sa singularité.
Un ouvrage paru il y a peu de temps intitulé « The impact of Chaïm Soutine », montre quelle importance l’art de Soutine a eu sur une jeune génération de peintres américains.
La lecture trans-atlantique de Soutine s’est faite sans la présence de l’homme lui-même, sans la mythologie qui entoure l’artiste maudit.
Soutine est considéré par les américains comme un « prophète ».
Beaucoup de critiques et d’artistes outre atlantique se sont intéressés à lui, le voyant comme le chef de file du nouvel expressionnisme d’après guerre, l'annonciateur de l'expressionisme abstrait.
Les jeunes artistes américains se penchent surtout sur les qualités formelles de son œuvre, son traitement de la matière, comment il s’est battu avec elle, comment il a péniblement étiré ses écheveaux de pigments sur la toile, comment il s’est confronté à elle avec tout son corps et sa puissance dans le moment enthousiaste de la création.
Pollock et De Kooning revendiquent une filiation avec les œuvres de Chaïm Soutine.
Apres avoir été un artiste majeur de l’école de Paris, Soutine devient l’inspirateur de l’école de New York.
Soutine artiste maudit, Soutine expressionniste, Soutine prophète... un artiste aux multiples visages dont la forte singularité lui donne une place majeure et unique au sein de l’histoire de l’art.
Use a Book : festival del libro a Barcellona !
Manuali, carnets de voyage, diari personali, libri da costruire e libri per giocare, memorie e progetti: il libro, occasione per l'artista di dialogo col mondo.
L'iniziativa è prevista per il 23 aprile 2011 (Festività di San Giorgio a Barcellona e Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'autore per l'Unesco) ed è realizzata dall'Associazione culturale ILDE con la collaborazione della Municipalità di Barcellona, di Consulta librieprogetti, della Libreria Loring Art di Barcellona, di Forum Book Art di Amburgo, della Libreria Llibres Castellò di Castellon, di Artesania Catalunia di Barcellona, dell'Associazione Ceramisti di Catalogna e del Club Unesco di Modena. Il Festival del libro d'artista e del piccolo editore di Barcellona è promosso e gestito fin dall'inizio da Elisa Pellacani.
Come previsto, dopo l'esposizione in Barcellona, le opere selezionate verranno inserite in un programma itinerante che coinvolgerà diversi Paesi europei.
Regolamento
- Si ritiene libro d'artista l'opera d'ingegno ideata ed eseguita secondo il concetto di libro; si considera piccola edizione la realizzazione in più esemplari di un prototipo voluto e pensato dall'artista o nella collaborazione con l'eventuale editore.
- Possono partecipare al Festival gli autori e gli editori con un'opera in copia unica o con un massimo di dieci esemplari della stessa pubblicazione. Le opere devono essere inedite, cioè mai presentate al pubblico o pubblicate: il venir meno di questo requisito toglie la possibilità di partecipazione al Festival.
- Le tecniche, i materiali ed i soggetti sono a libera discrezione dell'autore.
- Ciascuna opera non può avere dimensioni superiori a 50 cm di lato e un peso eccedente 3 kg; per le installazioni e per le opere di difficile trasporto é richiesto accordo preliminare con l'Associazione.
- Ogni libro deve essere firmato dall'autore ed essere fruibile da parte del pubblico che interviene alle esposizioni previste.
- Ad ogni opera va allegato il modulo di adesione (scaricabile dal sito www.ilde.info ) indicando: titolo dell'opera, descrizione, nome e cognome dell'autore, indirizzo postale, indirizzo e-mail, recapito telefonico, fi rma autografa. Va allegato un CD con una o più foto a colori ad alta risoluzione del libro.
- Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali danni ai libri, durante l'allestimento e lo smontaggio delle esposizioni, per usura, incidente o furto nel corso del Festival o delle spedizioni postali.
- Le opere dovranno pervenire a mezzo corriere postale espresso entro e non oltre il giorno 15 febbraio 2011 al seguente indirizzo: Elisa Pellacani, Apartado n°134, 08080 Barcellona. Per spedizioni extra-europee è possibile usare corriere privato, ma è necessario accordare con l'Associazione il recapito del pacco (gli invii con corrieri privati non sono ricevuti dall'Apartado de Correos).
- Il pacco deve contenere l'opera, il modulo di adesione e il CD con le foto dell'opera.
- La restituzione delle opere avrà luogo a mezzo servizio postale a decorrere dal febbraio 2012; per ottenere la restituzione occorre effettuare il versamento di 15 Euro sul conto: Elisa Pellacani, c/Roig 18, 08001 Barcelona, IBAN/BIC: ES58 2100 3275 2121 0087 7355 / CAIXESBBXXX, indicando il nome e cognome del partecipante e inserendo copia della ricevuta di pagamento nel libro spedito.
Le opere pervenute all'Associazione senza versamento o con versamento effettuato dopo la spedizione della stessa, verranno inserite nel fondo-archivio dell'Associazione Ilde e utilizzate per mostre collettive successive.
- È possibile indicare la disponibilità a lasciare l'opera all'Associazione Ilde (vedasi modulo di adesione).
- Il Festival, con i libri pervenuti e ritenuti idonei dall'Associazione, si svolgerà a Barcellona il giorno 23 aprile 2011 in Plaça de Sant Just (detta Plaça dels Llibres Imaginats - Piazza dei Libri Immaginati) con programma che verrà inviato a tutti i partecipanti, alle associazioni culturali e ai mezzi di comunicazione.
- Nei mesi che precedono l'edizione dell'aprile 2012, una signifi cativa selezione del materiale pervenuto verrà esposta in diverse sedi che verranno comunicate di volta in volta ai partecipanti senza che per questi ultimi vi sia alcun aggravio di spesa.
- L'inserimento delle opere nel libro-catalogo che verrà presentato il 23 aprile 2011 è effettuato a insindacabile giudizio di una Commissione di esperti nominata dall'Associazione Ilde e costituisce premio e riconoscimento per i partecipanti alla IV edizione del Festival del libro d'artista e della piccola edizione.
- "Premio Biblioteca degli autori": oltre ai libri selezionati per il catalogo che verrà editato e presentato nel Festival, l'Associazione ILDE si impegna a premiare due dei libri ricevuti con il loro acquisto per incorporarli nel Fondo Permanente dell'Associazione e mostrarli, esporli, diffonderli in occasioni successive. La scelta è a giudizio della Giuria di ILDE e verrà ricompensata con il prezzo del libro indicato dall'autore; riguarda tanto i libri unici come le piccole edizioni.
- I dati personali verranno trattati nel rispetto delle normative vigenti.
IV Festival del Libro d'artista
Barcellona, 23 aprile 2011
Direzione artistica Elisa Pellacani
Associazione Culturale ILDE (I Libri de...), Barcellona
Per informazioni e per concordare la partecipazione ci si può mettere in contatto con l'organizzazione via email (info@ilde.info , epellacani@yahoo.it ) oppure via telefono (+34 657257158).
Riferimenti possono essere assunti dal sito www.ilde.info , ove trovasi il regolamento della manifestazione e la scheda di iscrizione.
domenica 23 gennaio 2011
Reims banlieue de luxe de Paris ?
C'était en 2004.. l'Express.fr dans un article de Anais Cohen et Mathieu Iselin parle de la ville de Reims comme "la banlieue chic de Paris" en imaginant l'arrivée du TGV et ses consequences
" Dans trois ans, grâce au TGV, Reims ne sera plus qu'à quarante minutes de la capitale, contre une heure trente aujourd'hui. Soit autant qu'un trajet en RER d'Evry à Châtelet... La cité rémoise deviendra-t-elle alors une banlieue chic de la capitale? Beaucoup de Rémois seraient tentés d'aller travailler à Paris. A l'inverse, de nombreux Franciliens pourraient être séduits à l'idée de s'installer à Reims tout en travaillant dans la capitale. Rapprochée ainsi des portes de Paris, Reims verra dès lors son destin lié à celui de Paname.
Que vous évoque Reims? Pour beaucoup, c'est d'abord sa majestueuse cathédrale. Et pour cause: figure emblématique de la royauté française, Reims a été le lieu privilégié du sacre des rois de France.
Mais la cité champenoise ne se résume pas à un lieu saint. C'est aussi le temple du champagne, affirmant du coup son penchant pour les traditions et le bon goût.
Depuis des décennies, ces deux symboles forgent l'identité de la ville et lui assurent une renommée digne d'une grande métropole: vu d'Europe, selon une enquête réalisée par L'Expansion en 1990, Reims apparaît ainsi comme la 9e ville française en termes de rayonnement international. A la même date, Reims ne figurait qu'en 27e position en termes de poids démographique. Mais de même que Paris ne peut être réduit au Louvre et à la tour Eiffel, Reims ne peut l'être à sa cathédrale et à son champagne.
La capitale économique de la Champagne-Ardenne, dont l'agglomération rassemble plus de 210 000 habitants, manque d'ambition. La «belle en-dormie» a des atouts indéniables, mais peine à s'affirmer. Et pâtit du centralisme parisien: Reims ne compte que 68 entreprises de plus de 100 salariés, selon une étude réalisée par l'Insee en janvier 1999.
Du coup, l'arrivée du TGV représente l'espoir d'un nouveau départ pour la ville. Et cette ligne, Reims l'a voulue à tout prix. «Le tracé le plus court pour aller de Paris à Strasbourg n'impliquait pas de passer par Reims, rappelle Jean-Louis Schneiter, maire de Reims. Cependant, nous avons prouvé que, s'il devait y avoir une gare intermédiaire en Champagne, ce n'est qu'à Reims qu'elle pouvait se situer, en raison du fort potentiel de clientèle qui s'y trouve. La ligne a donc été déviée pour y passer.» Et le fait que cette ligne TGV, longue de 300 kilomètres entre l'Ile-de-France et la Lorraine, soit la première de France payante pour les collectivités locales, n'a pas rebuté la municipalité, qui a versé près de 84 millions d'euros à RFF (Réseau ferré de France) pour la construction de la gare TGV. Dans le coût global de 4 milliards d'euros, 124 millions d'euros seront à la charge de la région Champagne-Ardenne, des départements des Ardennes, de la Marne et de la ville de Reims.
Premier objectif:
rayonner en Europe
Concrètement, la venue du TGV dans la cité des rois se traduira par la rénovation de la gare actuelle, ainsi que par la création d'une nouvelle gare d'interconnexion à Bezannes, à 6 kilomètres de Reims. Plus importante que la gare centrale, celle-ci reliera la ville à Lille, Londres, Strasbourg, etc.
Premier objectif: rayonner en Europe. La cité occupe déjà une position de carrefour stratégique entre le Bassin parisien et l'Europe du Nord, soit un marché de 140 millions de consommateurs potentiels. Située au croisement des autoroutes A 4 et A 26 reliant respectivement Paris à Strasbourg et Calais à Dijon, Reims ne sera alors plus qu'à une heure trente de Strasbourg grâce au TGV...
Deuxième objectif: redynamiser la ville. Le TGV Est sortira-t-il la cité de sa léthargie? Car Reims se repose sur un patrimoine historique de premier plan, qui lui confère une image porteuse. Pourtant, la ville manque d'ambition sur le plan économique. «Cela se reflète dans le tourisme, déclare Jean-Louis Schneiter. Malgré une fréquentation en hausse constante, les gens ne restent pas très longtemps, juste pour visiter la cathédrale et une cave de champagne.» C'est là où le bât blesse. Car Reims ne réussit pas à fixer les entreprises sur son sol. Aussi, avec 11,5 millions de voyageurs prévus pour l'année de lancement sur toute la ligne, les retombées du TGV risquent d'être importantes.
Pour les sociétés franciliennes, joindre Reims en quarante minutes sera une occasion d'étendre leurs activités vers des sites plus attrayants en matière de qualité de vie et plus avantageux économiquement, du fait de coûts immobiliers plus faibles. La liaison rapide Paris-Reims permettra d'attirer les touristes, qui pourront visiter la ville en une journée, au même titre que Disneyland ou les châteaux de la Loire.
Autre avantage: grâce au TGV Est, Reims sera intégré au Réseau ferré de France et deviendra un carrefour d'échanges. Aujourd'hui, pour voyager entre Reims et d'autres villes françaises, la SNCF impose la plupart du temps aux voyageurs de passer par Paris et de changer de gare. Intégrer Reims au réseau ferré national, c'est aussi établir des lignes directes avec les autres villes de province et valoriser l'aéroport de Reims Champagne. Or le taux de fréquentation de ce dernier a chuté ces dernières années et le partenariat avec Ryanair a d'ailleurs pris fin, faute de clientèle suffisante. Améliorer les liaisons TGV, c'est donc faire gagner à la ville de Reims une plus grande autonomie.
Mais si ce rapide rapprochement est un atout inestimable, encore faut-il savoir en faire bon usage. La réduction du temps de déplacement entre Reims et la capitale, en particulier l'aéroport de Roissy (trente-cinq minutes), risque de faire de l'ombre à l'aéroport de Reims Champagne, déjà en difficulté. La ville, alors, pourrait devenir un simple satellite de la capitale. «L'arrivée du TGV n'est pas totalement sans danger, confirme le maire. En étant à quarante minutes de la gare de l'Est et à trente minutes de l'aéroport Roissy-Charles-de-Gaulle, il est évident que nous ne deviendrons jamais une métropole de la taille de Lyon, Marseille, Lille ou Bordeaux. Cependant, la proximité peut avoir deux avantages importants: d'une part, la venue d'entreprises importantes, en particulier dans les secteurs high-tech, tertiaire et logistique. Et, d'autre part, l'arrivée d'une population aisée dans et aux alentours de Reims. Comme ce qui s'est passé dans les autres villes accueillant le TGV, les entreprises vont suivre le mouvement de population.»
Car l'arrivée du TGV coïncide aussi avec la mode consistant à «se mettre au vert», ce que les cadres supérieurs et les professions libérales apprécient tout particulièrement. Et pour cause. Quarante minutes pour se rendre à son travail est une durée faisant rêver plus d'un Francilien habitué aux sempiternels embouteillages.
Comment, alors, ne pas être tenté par l'idée de vivre à Reims, de jouir d'un cadre de vie agréable, tout en continuant de profiter des avantages d'une vie professionnelle basée à Paris?
Nathalie Jacquet a fait ce choix. Arrivée à Reims en 1990, cette directrice des relations extérieures a continué de travailler pendant deux ans au siège social d'Air France, situé alors sur les Champs-Elysées, en tant que responsable marketing.
Supportant sans broncher ses cinq heures de déplacements quotidiens, elle se rend compte rapidement des limites de cette vie: «Avec les enfants, c'est devenu ingérable», confie-t-elle.
Concilier une vie familiale épanouie avec un tel emploi du temps relève en effet d'un véritable exploit. Pourtant, elle ajoute: «Avec le TGV, j'aurais envisagé de garder mon job à Paris.»
La proximité Reims-Paris pourrait, en effet, séduire plus d'un Francilien.
«En tant que mère de famille, je suis heureuse de vivre ici, témoigne Nathalie Jacquet. Tout est à échelle humaine.»
Car la vie rémoise, loin du gigantisme et du stress de la capitale, présente de nombreux atouts.
Reims offre, en plus d'un patrimoine historique de renom, de nombreux espaces verts.
La coulée verte, qui s'étend sur près de 650 hectares au coeur de la cité, d'un seul tenant, est l'un des lieux favoris des Rémois, qui pratiquent de nombreuses activités sportives, de la course à pied à l'aviron, en passant par le roller. Le tout en plein centre-ville.
La cité dispose aussi d'une université, qui capte la majorité de la population estudiantine régionale, soit 22 000 étudiants, de classes préparatoires ainsi que d'une école de commerce.
Reims, c'est enfin son inévitable place Drouet-d'Erlon, véritable concentré de cafés et de restaurants au style Art déco, également le lieu de toutes les manifestations locales. «Pour se ressourcer, pour se reposer, ce sont mes amis parisiens qui viennent», déclare Nathalie Jacquet.
Loin d'être une simple station estivale pour Franciliens exténués, Reims a aussi une place économique à défendre: des Parisiens travaillent désormais à Reims.
«De mon appartement du XXe arrondissement à mon travail, je mets une heure trente», raconte Gaëlle Le Guirriec, professeur d'économie. Soit autant que pour aller à Cergy-Pontoise en voiture.
En vérité, cette délicieuse harmonie entre vie professionnelle et familiale pourrait attirer des couples avec enfants dans une ville plutôt jeune.
Selon le recensement de 1999, la composition par tranche d'âge révèle une proportion de 20-39 ans largement supérieure à la moyenne nationale, soit 37% contre 27.
Mais cette arrivée risquerait d'engendrer une flambée des prix immobiliers, phénomène déjà constaté en Provence-Alpes-Côte-d'Azur après l'arrivée du TGV Méditerranée.
Car, en plus des nombreux Parisiens qui voudront élire domicile à Reims tout en travaillant dans la capitale, beaucoup d'autres seront tentés d'y avoir une résidence secondaire, augmentant du coup la demande de logements ainsi que les prix immobiliers.
Reims deviendrait alors une sorte de vaste cité résidentielle de luxe.
Bref, une banlieue chic de Paris. Ce que le maire de la ville ne craint pas. «Reims est, à l'exception de Paris, la ville la plus dense de France. Le foncier y est relativement cher.
En outre, il reste peu de place dans la ville elle-même et dans l'agglomération, ce qui va freiner l'afflux de population.
Les nouveaux arrivants vont donc avoir tendance à s'installer dans un rayon de 10 à 15 kilomètres aux alentours. La densité de la ville jouera contre le développement de sa population, mais pour celui de son économie.»
Aussi faut-il prévoir une montée des prix à proximité immédiate de la ville. «Il est vrai qu'il y a déjà des augmentations dans certains villages.
Mais ceux-ci s'organisent au travers de communautés de communes.
A cela s'ajoute la création prochaine du Pays rémois, qui rassemblera l'ensemble des communes et communautés de communes en vue d'une certaine cohérence urbanistique et géographique, dans la définition des moyens de transports notamment.
Il faut donc s'attendre à un fort développement de la région.»
Aujourd'hui, le TGV constitue une réelle chance et un enjeu majeur pour les villes soucieuses de leur développement.
Car il est devenu l'emblème de la ville du XXIe siècle, une sorte d'ascenseur urbain qui place désormais l'heureuse élue dans la cour des grands. Si la «suburbanisation» de Reims n'est pas pour demain, ce risque doit néanmoins interpeller les élus locaux sur la façon d'exploiter au mieux les bénéfices apportés par la venue du TGV, tout en préservant la ville de ses éventuels effets pervers.
Reims gardera-t-elle son indépendance?
«C'est l'un des enjeux à venir, conclut le maire. Nous devons mettre en avant la proximité avec la capitale en faisant passer l'idée que Reims est une ville où l'on trouve tout, et pas seulement la banlieue de Paris. C'est en train de se faire, y compris chez les Rémois, qui commencent à réagir dans ce sens. A vrai dire, je pense que le TGV permettra de renforcer le statut de métropole régionale de la cité.»
Symbolique à bien des égards, le TGV n'est pas pour autant ce trophée que l'on brandit rageusement pour signifier son triomphe; il pose un véritable défi. Attendre passivement sa venue ne suffit pas, il faut s'y préparer activement.
Cette fois-ci, la balle est dans le camp des Rémois..."
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