venerdì 14 maggio 2010
Alberto Bianda e Theredbox
Alberto Bianda é nato a Freiburg (D) il 18 giugno del 1955.
Si diploma in grafica a Lugano nel 1980.
Dopo aver lavorato a Milano con Pierluigi Cerri, inizia la propria attività professionale nel 1984.
Nel 1987 la Banca del Gottardo lo incarica dell’ideazione dell’immagine della Galleria Gottardo, di cui è art director fino alla chiusura della medesima avvenuta nel mese di ottobre 2008.
Dal 1996 inizia l’attività didattica: Csia di Lugano e dal 1997 alla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana.
Dal 2003 al 2005 è co-responsabile del ciclo di Comunicazione visiva presso lo stesso Dipartimento.
Tiene anche corsi al Politecnico di Milano e all’Isia di Urbino.
Dal 1999 al2002 art director per la fotografia per la Federico Motta Editore.
Socio fondatore con Paolo Jannuzzi di Theredbox Communication design dal 2001.
Ha disegnato e curato innumerevoli manifesti, allestimenti e libri, tra i quali Gabriele Basilico, L’esperienza dei luoghi, (Galleria Gottardo, Lugano 1983, Arté,Treviso 1994) Ferdinando Scianna, Quelli di Bagheria, (Galleria Gottardo,Lugano 2002, Peliti Associati,2003, Quaderni dell’Ortigia, 2009) Antonio Biasiucci, Res, lo stato delle cose (Quelli di Bagheria, (GalleriaGottardo,Lugano 2004) Gabriele Basilico, Diario di lavoro, (Peliti Associati, Roma 2006, Actes Sud,2006, Dewi Lewis, 2006) Ferdinando Scianna, La geometria e la passione, (Contrasto,Milano 2009).
Theredbox comunication design è una società di servizi per la comunicazione nata ad inizio del 2001 per iniziativa di Alberto Bianda e Paolo Jannuzzi.
Le soluzioni proposte da Theredbox si contraddistinguono sempre per l’attenzione data dalla coerenza comunicativa, all’originalità e alla qualità visiva del progetto.
L’avvento delle nuove tecnologie della comunicazione ha significato per Theredbox una nuova sfida e un nuovo mondo da esplorare e da integrare all’interno dei progetti complessi.
Nelle soluzioni proposte le nuove tecnologie sono sempre integrate con naturalezza e con massima curanel dialogo che esse instaurano con gli altri media definiti “tradizionali”.
Obbiettivo di THEREDBOX èquello di fornire una consulenza ad ampio raggio nel mondo della comunicazione.
Il loro lavoro contribuisce significativamente alla cultura visiva della Svizzera italiana, non unicamente attraverso i progetti a carattere culturale, ma anche mediante i mandati svolti per istituzioni e autorità pubbliche,per clienti commerciali e, ultimo nell’elenco ma non per questo ultimo per importanza, nella loroattività didattica ed il loro impegno nel formare giovani designers.
Proprio nell’educazione trovano il legame più forte, essendo stati entrambi allievi di Bruno Monguzzi,ma, a differenza di molti designers che hanno frequentato la stessa scuola, hanno creato la propria identità progettuale distinguendosi nel panorama nazionale.
L’approccio che conservano relativo al periodo della propria educazione è quello di una forte e consistenteanalisi dei segni, una profonda ricerca del senso che conduce sempre a soluzioni irraggiungibili attraversol’applicazione di modelli derivati dalle mode o dal marketing.
Progetto e organizzazione curato da un gruppo di lavoro di studenti del III° anno, coordinati dal Prof.re Roberto Pieracini,formato da Andy Massaccesi, Elena Panetti, Maria Angela Pierini, Viola Marinelli
mercoledì 12 maggio 2010
Deux des plus belles gares de France..
Voici 2 des plus belles gares de France en photos.
La gare de Trouville-Deauville est représentative de l’architecture de sa région, elle ressemble en effet à un manoir normand.
La gare actuelle, qui a été inaugurée en 1931, aurait inspiré la gare de Pont-sur-Yonne, en Bourgogne.
La gare de Lyon est l’une des sept gares SNCF de Paris. Ouverte au public depuis 1849, elle accueille environ 83 millions de voyageurs par an.
Elle se démarque des autres par son beffroi, une tour carrée qui s’élève à 67 mètres, ainsi que par "Le Train Bleu", un restaurant mythique style Second Empire classé monument historique.
domenica 9 maggio 2010
La tendenza bikini 2010
Arriva dalla spiaggia della Florida il primo diktat in fatto di beachwear 2010.
Il costume è un due pezzi e nella sua forma più '70/'80, con i laccetti sui fianchi e la vita molto bassa.
Alla semplicità della linea corrispondono toni neutri, dal bianco al caramello, cui fanno da alternativa stampe fedeli al mood vintage e colore brillante di paillettes.
Photo 1 Con bordi lavorati a uncinetto
Colore en pendant con l'abbronzatura, dettagli effetto merletto, Il bikini di Belen Rodriguez punta al minimal chic (foto Splashnews)
Photo 2 Con micro ruches
Da Miami a Sidney, laccetti, perline e volant lungo i bordi anche per l'ex Miss Erin McNaught (foto Kikapress)
Vista mozzafiato et stile NY per la nuova galleria di Lia Rumma
Inaugurazione sabato 15 maggio con Ettore Spalletti e le sue opere
Stile newyorkese e vista mozzafiato per il nuovo spazio milanese della gallerista dei big, in via Stilicone a Milano
A 70 anni, quattro partecipazioni alla Biennale di Venezia, due a Documenta, innumerevoli esposizioni nelle più prestigiose istituzioni, dal Guggenheim di New York al Musée d’art modern de la Ville de Paris al museo di Capodimonte, Ettore Spalletti si è trovato protagonista di una nuova emozionante esperienza: l’inaugurazione della galleria che Lia Rumma ha costruito ex novo a Milano, in via Stilicone, nella zona Monumentale-Procaccini, a pochi metri da Villa Simonetta.
Un cubo bianco alto oltre venti metri, mille cinquecento metri quadri illuminati da enormi vetrate e coronati da una strepitosa terrazza con bar all’ultimo piano da dove si gode la vista del monte Rosa.
Quando ha visto lo spazio, invece di appendere semplicemente delle opere ai muri, Spalletti si è messo a dialogare con quest’architettura che tanto ha in comune con i suoi lavori fatti di volumi primari (quadrati, cilindri, parallelepipedi, rettangoli), come la pittura di Piero della Francesca, cui rimandano anche i colori stesi in campiture monocrome ricavate da pigmenti mescolati col gesso così da ricordare la qualità degli affreschi.
«Non mi sembra nemmeno una mostra» dice. «Ha un carattere diverso perché le opere partecipano dell’architettura e diventano quasi un tutt’uno con porte, finestre, muri: è un progetto ambientale dove la pittura si trasforma in architettura».
Al primo piano Spalletti ha appeso due enormi tavole azzurre che sembrano sfondare il muro come fossero due finestre, a loro volta gioco di specchi con la grande vetrata che sta loro di fronte.
Oppure, al piano terra, ha installato un cubo bianco («Non è riconoscibile come un’opera e quando entri in galleria pensi che faccia parte dello spazio») al cui interno ha collocato delle tavole grigie illuminate da una forte luce che cala dall’alto.
«Io lo chiamo il sancta sanctorum, la cella all’interno del tempio dell’arte» dice Lia Rumma che ha pensato subito a Spalletti come all’artista che meglio avrebbe saputo valorizzare l’aspetto quasi sacro, intimo e spirituale di questa nuova galleria che, per grandezza, è paragonabile solo ad alcune corrispettive newyorkesi.
Undici anni fa, da Napoli, dove dagli anni Sessanta ha scritto la storia dell’arte contemporanea italiana assieme ad altri grandi galleristi del Sud come Lucio Amelio, Lia Rumma era ri-salita (è di origini lombarde) a Milano, aprendo una galleria in via Solferino.
Lì ha presentato in prima mondiale i lavori sul Sudan di Vanessa Beecroft o anche William Kentridge (che nell’aprile 2011 sarà alla Scala con le scenografie del Flauto Magico), ma lo spazio era troppo piccolo.
Curando il progetto dei Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer, Lia Rumma si era estesa all’Hangar Bicocca, ma cercava un luogo tutto suo per i progetti di grandi dimensioni.
«Milano mi ha accolto con molto affetto e con questo spazio ancora più grande voglio ribadire sia l’orgoglio di essere una gallerista italiana, sia che questa città può stare al centro dell’arte internazionale».
In via Stilicone ora potrà ospitare, come nell’altra megagalleria di Napoli, i tanti amici collezionisti, direttori di musei, artisti di tutto il mondo, la crème dell’arte contemporanea e gli anonimi milanesi appassionati d’arte, fra i quali sono tanti i giovani squattrinati.
Lia Rumma, che ha cominciato la sua attività a Napoli negli anni 60, inaugurerà la nuova galleria di via Stilicone 19 con le opere di Ettore Spalletti, classe 1940, che ha esposto nei maggiori musei e rassegne internazionali.
La sua mostra «Ho visto con i miei occhi quanto è lontana la terra» aprirà sabato 15 maggio dalle 12 alle 20.
Fino al 18 settembre. Orari: 10,30-13,30 e 14,30-19,30. chiuso domenica e lunedì.
In cantiere un film sugli ultimi anni dei Beatles
Liam Gallagher, ex front man degli Oasis, farà un film sugli ultimi anni dei Beatles.
La nuova casa di produzione cinematografica dell’ex frontman degli Oasis sta sviluppando un biopic tratto dal libro «The Longest Cocktail Party» di Richard Di Lello.
Il libro racconta ascesa e caduta della casa discografica dei Beatles, la Apple, tra il ’68 e il ’70 quando la band si sciolse.
Quello di Gallagher è solo l'ultimo progetto di una lunga serie di film dedicati ai Beatles o anche soltanto alle loro canzoni.
L'ultimo celebre esempio è «Across the universe».
lunedì 3 maggio 2010
Tutte in Vichy !
Charme Anni 60 per un tessuto dallo stile evergreen: la stampa Vichy ha sempre il suo posto nel guardaroba estivo!
Brigitte Bardot, con il suo piglio da bambola provocante l'ha adottato e ha lanciato la moda, nel lontano 1959.
Infatti BB scelse come abito da matrimonio un modello del couturier Jacques Estérel dalla linea a ruota, realizzato in un tessuto a quadretti rosa e bianco destinato a diventare il mitico stile Vichy.
Stile applicato a vestitini, prendisole,short , bikini,gonne, borse e accessori vari..
Da quel momento, poco è cambiato: lo dimostra la collezione di un enfant prodige della moda ribelle come Christopher Kane, che al quadrettato ha dedicato tutta la sua ultima collezione.
Nella foto: Abito effetto sottoveste dalla fantasia Vichy, ripresa in tutta la collezione Christopher Kane Primavera/Estate 2010.
Shorts con risovolto dal quadrettato ultrasoft, Replay
Classiche cromie pink & white anche per il completino in cotone dai bordi in merletto di Yamamay
domenica 2 maggio 2010
Odosdesign, la fantasia spagnola !!!
Il team creativo é composto da Luis Calabuig, María Mengual, Eva Cerveró e Ana Segovia, nome d'arte Odosdesign!
Spagnoli con studio a Valencia, sono considerati tra i designer più interessanti e promettenti nel panorama del design e della progettazione spagnola.
Molto contesi dalle aziende produttrici più famose, vantano già all'attivo numerosi progetti, che spaziano dai tavoli ai divani, dalle sedie alle cornici, dai mobili agli appendiabiti, oltre che premi nei più ambiti concoeri di design internazionali!Nonostante siano così giovani sono già molto famosi, e non si contano le riviste d'arte e di arredamento che se li contendono a suon di pagine e copertine.
Per loro il design è un modo per creare oggetti che possano migliorare la vita di tutti i giorni; i loro idoli sono Jasper Morrison, i fratelli Bourollec, oltre alla spagnola Patricia Urquiola e il nostro Achille Castiglioni.
Ma per chi vorrebbero davvero disegnare? "Sogniamo",risponde Ana Segovia, " di poter collaborare con aziende straniere di diversi paesi, in quanto lavorare con committenze di diverse culture è per noi sempre un'occasione preziosa di arricchimento professionale".
Un oggetto che avrebbero voluto aver disegnato per primi? "L'I-pod, un vero progetto geniale e rivoluzionario!".
Fra i loro progetti c'é un originale ombrellone, da spiaggia o per la piscina!
Da sempre considerato un utile accessorio, Odosdesign, l'ha trasformato in'opera d'arte che non solo arreda, ma decora un ambiente!
Il loro modello di ombrellone chiamato Ensombra ha una struttura molto semplice, che ricorda quella di un ventaglio, ma ha la possiblità di poter essere regolato a seconda delle proprie esigenze, aprendo e chiudendo le singole lamelle che lo compongono. Pluripremiato, ha vinto anche il prestigioso premio per il migliore prodotto straniero al Grand Design Awards di Londra nel 2007.
Ensombra: ombrellone regolabile in acciaio e formica, disponibile in diversi colori e prodotto da Gandia Blasco.
Odosdesign ha disegnato anche una linea di tappeti nuovi dal sapore contemporaneo, con riferimenti etnici e grafismi innovativi.
"La vita è in evoluzione e con essa tutto quello che ci circonda, e per questo per noi disegnare significa creare oggetti con i quali siamo in contatto ogni giorno", e tra questi quindi anche i tappeti, che aggiungono un elemento decorativo importante per qualsiasi tipo di casa e interno.
Etnia: tappeto ispirato alla ricchezza e varietà delle tribù africane, prodotto in pura lana da GAN.
Si chiamano Quick, Legs, Meccano e Layer i quattro tipi di cornici della linea Collection O. Pratici, colorati e disponibili in diverse varianti di colori, interpretano con ironia e vivacità un classico oggetto spesso bistrattato dai designer. Da appendere come se fossero grucce per abiti, bucati come i pezzi di un meccano o dalle linee tridimensionali e asimmetriche, sono l'elemento ideale per incorniciare fotografie e dipinti in chiave moderna.
Collection O: linea di cornici di diversi colori e dimesioni, prodotte da Front
Si chiama Trama il tappeto, decorato da un ricercato motivo geometrico, che ricorda il classico centrino ricamato di una volta.
Di grande impatto visivo e decorativo, è perfetto per arredare una stanza dalle ridotte dimensioni, in quanto il suo disegno crea un effetto ottico che sembra ampliare le prospettive.
Tappeto Trama, prodotto in lana da GAN
E' primavera, mettiamo le Onitsuka Seck Hi ai nostri piedi !
E' senza limiti la fantasia di Onitsuka Tiger, il padre delle sneakers.
Per questa primavera i nuovi modelli Onitsuka Tiger spiccano per la freschezza e l'originalità degli abbinamenti colorati.
Da mettere assolutamente : l'originale modello Seck Hi, di ispirazione basket, con lacci colorati e allegri piccoli pois!
Onitsuka Tiger, modello Seck Hi, € 92
martedì 27 aprile 2010
L'album di rinascita di Ligabue
Ligabue 1° in classifica con Un colpo all’anima
Non poteva andare altrimenti: a una settimana esatta dall’uscita in radio di Un colpo all’anima, Ligabue è già in vetta a tutte le classifiche, confermandosi ancora una volta come il cantautore più amato dagli italiani.
Primo singolo estratto dal cd Arrivederci, Mostro! (in uscita l’11 maggio), Un colpo all’anima debutterà in versione videoclip oggi 23 aprile su internet, per sbarcare in tv il prossimo 3 maggio. E, a giudicare dal successo che la canzone sta già riscuotendo, sembra proprio che l’Italia intera non aspettasse altro che il ritorno del Liga, che non pubblicava un album di inediti da ben 5 anni.
Arrivederci, Mostro! rappresenta, con le sue 13 canzoni e la sua cover surrealista (nella foto), il tentativo di Ligabue di lasciarsi alle spalle i mostri e i fantasmi che lo hanno accompagnato negli ultimi anni.
Un album di rinascita, insomma.
Stessa attesa trepidante per il tour Ligabue Stadi 2010: la data del 9 luglio allo Stadio Olimpico di Roma è già sold out.
Ligabue replicherà sempre a Roma il 10 luglio, per poi toccare Firenze (13 luglio), Milano (16 luglio), Padova (20 luglio) e Messina (24 luglio). Tutte pronte a ballare sul mondo?
mercoledì 21 aprile 2010
I 12 finalisti del Premio Strega 2010
Il Premio Strega (vinto nel 2009 da Tiziano Scarpa) verrà consegnato il 1° luglio a Roma.
Già da ora i riflettori sono puntati sulle opere che correranno per la vittoria. Particolare menzione va a Silvia Avallone, che con il suo Acciao sembra stia ripercorrendo la strada (verso il successo) di Paolo Giordano, quando con la sua opera d’esordio La solitudine dei numeri primi conquistò il consenso dei giurati nel 2008.
Altro nome da tenere d’occhio è quello, a sorpresa, del regista Paolo Sorrentino, che dopo il film Il Divo (2008) si è tuffato nel mondo della scrittura con Hanno tutti ragione.
Ecco qui la lista dei finalisti:
Silvia Avallone con Acciaio (Rizzoli)
Angela Bubba con La casa (Elliot)
Barbara Garlaschelli con Non ti voglio vicino (Frassinelli)
Beatrice Masini con Bambini nel bosco (Fanucci)
Rosa Matteucci con Tutta mio padre (Bompiani)
Sebastiano Mondadori con Un anno fa domani (Instar Libri)
Raul Montanari con Strane cose, domani (Baldini Castoldi Dalai)
Matteo Nucci con Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie)
Lorenzo Pavolini con Accanto alla tigre (Fandango)
Antonio Pennacchi con Canale Mussolini (Mondadori)
Francesco Recami con Prenditi cura di me (Sellerio)
Paolo Sorrentino con Hanno tutti ragione (Feltrinelli)
la Tosca all'Opera di Roma, nell'allestimento storico
Svetla Vassilova
Anda Louise Bogza
foto di Corrado Maria Falsini
Il melodramma di Puccini torna nel luogo del debutto con una messinscena che è quasi una copia dell’originale.
La direzione d’orchestra è di Fabrizio Maria Carminati, la regia di Mauro Bolognini.
Scena della Tosca. Foto di Corrado Maria Falsini
Siamo nel 1900, il 14 gennaio, quando in presenza della Regina Margherita, nel Teatro Costanzi di Roma debutta in scena per la prima volta la "Tosca" di Giacomo Puccini, melodramma in tre atti dal libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al dramma omonimo di Victorien Sardou, diretto da Leopoldo Mugnone e Hariclea Darclée nel ruolo principale.
Tra il pubblico, oltre a importanti autorità, sono presenti dei compositori di fama quali Giovanni Franchetti e Pietro Mascagni.
L’opera é destinata devenire rapidamente uno dei capolavori di Puccini.
Infatti la storia del personaggio della Tosca, nota cantante nella Roma papalina, é il melodramma di una donna coinvolta in un infelice triangolo amoroso, dove i sentimenti più estremi, dalla gelosia, alla paura o alla felicità, raggiungono il massimo dell’intensità.
L’opera conquistò immediatamente il pubblico malgrado le critiche non sempre favorevoli.
Da giovedì 1 a domenica 11 aprile, la Tosca é tornata nel prestigioso Teatro diretta dal maestro Fabrizio Maria Carminati nell'identico allestimento storico con scene dipinte alla maniera tradizionale.
Un’«emozione», ha affermato il maestro Carminati nel corso della conferenza stampa, «una Tosca che cerco di riportare alla cura che Puccini aveva nello scrivere. Puccini aveva un’attenzione maniacale ai dettagli, sia musicali, che di stile. Per fare un esempio, il sagrestano ha un tic nervoso: Puccini descrive quest’elemento con estrema attenzione e alla fine di ogni frase dedica due righe al fatto che il sagrestano girasse di scatto la testa a destra. La partitura, poi, è un vero e proprio copione teatrale».
Lo spettacolo é stato messo in scena con la regia di Mauro Bolognini, ripresa da Marco Gandini, mentre le scene di Adolf Hohenstein sono state realizzate all’epoca da Ettore Rondelli; il disegno luci fu di Mario De Amicis.
Nel corso delle nove repliche, si sono alternate per interpretare Floria Tosca Svetla Vassileva, Anda-Louise Bogza e Nadia Vezzù; mentre, nel ruolo di Mario Cavaradossi, Marcello Giordani, Francesco Grollo e Salvatore Licitra; nei panni del Barone Scarpia : Juan Pons, Alberto Mastromarino e Franco Giovine; in quelli di Angelotti Paolo Battaglia, del Sagrestano Giorgio Gatti e Angelo Nardinocchi; Mario Bolognesi : Spoletta, mentre Giovanni Guagliardo, Andrea Buratti e Fabio Tinalli hanno interpretato Sciarrone; Un carceriere Riccardo Coltellacci, Francesco Luccioni, Daniele Massimi.
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera, Coro di Voci Bianche di Roma dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Josè Maria Sciutto.
domenica 18 aprile 2010
3 films français lorgnent sur la Palme d'Or
Sélectionnés pour le 63e Festival de Cannes, les réalisateurs Mathieu Amalric, Xavier Beauvois et Bertrand Tavernier peuvent désormais espérer la Palme d'or, tout comme Alejandro González Iñarritu, Mick Leigh, Takeshi Kitano et Doug Liman.
Tous les printemps, l'ensoleillée Croisette de Cannes attire une foule de professionnels de l'industrie du cinéma, de journalistes et de fans, réunis pour le festival de films le plus glamour et le plus prestigieux de la planète. Le compte à rebours pour l'édition 2010, qui aura lieu du 12 au 23 mai, a été donnée dans un hôtel huppé de Paris, jeudi, avec l'annonce des films qui vont concourir pour la convoitée Palme d'or.
Ces dernières années, certains spécialistes ont déploré que la sélection officielle ressemblait à un club exclusif de grands noms habitués du festival (la sélection de 2009 incluait le très souvent primé Pedro Almodovar, Ken Loach, Lars von Trier, Michael Haneke et Quentin Tarantino). Mais, cette année, le directeur du festival, Thierry Frémaux, a voulu montrer que le cinéma "n'est pas seulement un dialogue entre l'Europe et l'Amérique, mais une plateforme globale". La sélection annoncée est en effet éclectique, intrigante et très internationale. Elle mêle une poignée de réalisateurs déjà sacrés à Cannes et du sang neuf, et représente 13 pays.
La France est le pays ayant le plus de films en compétition : le vétéran Bertrand Tavernier revient pour la première fois depuis 1990 avec “La Princesse de Montpensier” ; Xavier Beauvois, pour la dernière fois en compétition en 1995, présentera “Des Hommes et des dieux”; et le chouchou des critiques, l'acteur Mathieu Amalric, sera pour la première fois en compétition en tant que réalisateur avec “Tournée”.
De façon assez surprenante, le seul film américain sélectionné est “Fair Play”, le thriller de Doug Liman sur l'ex-agent de la CIA Valerie Plame et son mari Joseph Wilson. Sans aucun doute le film le plus grand public de la sélection (Liman est connu pour avoir réalisé la trilogie Jason Bourne), il promet aussi, avec Naomi Watts et Sean Penn dans les rôles principaux, le tapis rouge le plus étoilé.
D'autres œuvres américaines très attendues seront projetées hors compétition : le "Robin des bois" revu et corrigé par Ridley Scott, avec Russell Crowe dans le rôle titre ouvrira le festival ; Woody Allen (qui, comme d'habitude, refuse de prendre part à la compétition) dévoilera “You Will Meet a Tall Dark Stranger”, une romance ayant Londres pour décor avec Naomi Watts - encore elle -, Josh Brolin, Antonio Banderas et Anthony Hopkins ; et la suite de "Wall Street" d'Oliver Stone, "Money Never Sleeps", marquera le retour de Michael Douglas sur la Croisette.
Parmi les réalisateurs qui ont déjà glané des prix, et qui espèrent en remporter encore un cette fois, figurent le Britannique Mike Leigh, de retour avec la comédie dramatique "Another Year", l'auteur mexicain Alejandro González Iñarritu, vainqueur du prix du Meilleur réalisateur en 2006 pour "Babel", qui va présenter “Biutiful”, un film mexicain avec Javier Bardem ; Abbas Kiarostami, dont le drame romantique “Copie conforme”, avec Juliette Binoche, est le premier film tourné hors de son pays, l'Iran ; le Russe Nikita Mikhalkov, qui mise sur les plus hautes récompenses avec “Soleil trompeur 2”, une suite du film qui lui a octroyé une seconde place en 1994 ; et le provocateur thaïlandais Apichatpong Weerasethakul, dont le dernier film est “Uncle Boonmee Who Can Recall his Past Lives”.
D'autres films en compétition sont ceux de réalisateurs habitués au tourbillon cannois, mais qui n'ont jamais goûté à la victoire : le drame historique algérien “Hors la loi”, du réalisateur français d’origine algérienne Rachid Bouchareb ; “Outrage”, du réalisateur culte japonais Takeshi Kitano ; “Poetry”, un drame coréen de Chang-dong Lee ; et “La Nostra Vita”, de l'Italien Daniele Luchetti.
A l’instar du Français Mathieu Amalric, le réalisateur Im Sang-soo, dont le thriller sur l'adultère “Housemaid” est un remake d'un classique coréen, espère goûter à la gloire de Cannes avec cette première participation. A noter parmi les grands virages opérés cette année, la sélection des films tchadien (“Un homme qui crie”, de Mahamat-Saleh Haroun) et ukrainien (“You, My Joy” de Sergei Loznitsa, une histoire sombre racontant quelques jours de la vie d'un chauffeur routier).
Un nouveau Godard, un jury mené par Tim Burton, et une liste non achevée
Parmi les films concourant pour des prix autres que la Palme d'or, le plus attendu est probablement le dernier film de l'iconoclaste réalisateur de la Nouvelle Vague, Jean-Luc Godard. Intitulé énigmatiquement “Socialisme”, le film sera projeté dans la catégorie "Un certain regard", qui présente des œuvres des quatre coins du monde ayant un style et une vision "originaux".
Durant les semaines précédant la conférence de presse, les rumeurs se sont multipliées autour d'une possible sélection des films du Français François Ozon et de l'Américain Terence Malick. Leur omission a suscité des interrogations, mais Frémaux et le président du festival, Gilles Jacob, ont précisé que la liste n'était pas encore complète et que quelques titres seraient rapidement ajoutés. Le comité de sélection de Cannes est constitué d'un petit nombre de professionnels de l'industrie du cinéma et de critiques, dont les noms ne sont pas connus, hormis ceux de Jacob et Frémeaux
Outre les films, le nom des membres du jury ont été annoncés jeudi. Si le réalisateur américain Tim Burton a été désigné président - un choix original -, le jury sera constitué des actrices Kate Beckinsale et Giovanna Mezzogiorno, de l'acteur portoricain Benicio del Toro, des réalisateurs Victor Erice et Shekhar Kapur, du journaliste, scénariste et réalisateur français Emmanuel Carrère et d'Alberto Barbera, directeur du Musée national de cinéma d'Italie.
La sélection officielle du 63e Festival de Cannes, du 12 au 23 mai prochain :
“Tournée”, de Mathieu Amalric (France)
“Des Hommes et des Dieux”, de Xavier Beauvois (France)
“Hors la Loi”, de Rachid Bouchareb (Algérie)
"Biutiful", de Alejandro González Iñárritu (Mexique)
“Un homme qui crie”, de Mahamat-Saleh Haroun (Tchad)
“Housemaid”, de Im Sang-soo (Corée du Sud)
“Copie Conforme”, d'Abbas Kiarostami (Iran)
“Outrage”, de Takeshi Kitano (Japon)
“Poetry”, de Lee Chang-dong (Corée du Sud)
“Another Year”, de Mike Leigh (Grande-Bretagne)
“Fair Game”, de Doug Liman (Etats-Unis)
“You, My Joy”, de Sergei Loznitsa (Ukraine)
“La Nostra Vita”, de Daniele Luchetti (Italie)
“Soleil trompeur 2”, de Nikita Mikhalkov (Russie)
“La Princesse de Montpensier”, de Bertrand Tavernier (France)
“Uncle Boonmee Who Can Recall his Past Lives”, d'Apichatpong Weerasethakul (Thaïlande)
La comédienne Kristin Scott Thomas lancera la 63e édition du Festival, le 12 mai prochain, en accueillant le président Tim Burton et son jury sur la scène du Palais des Festivals. Elle animera également la cérémonie de clôture au cours de laquelle est annoncée le Palmarès, dimanche 23 mai.
Kristin Scott Thomas reprend le rôle qu’elle avait joué en 1999, succédant à Edouard Baer qui l’a tenu deux années consécutives, en 2008 et 2009.
Juliette Binoche à l'affiche.. à Cannes
L'actrice est officiellement l'égérie de l'affiche du Festival de Cannes 2010.
Regard énigmatique, pinceau électrique à la main, la comédienne Juliette Binoche représente la 63ème édition du Festival de Cannes, qui sera présidée par le réalisateur Tim Burton.
L'affiche signée par la photographe Brigitte Lacombe est une invitation à la découverte des films sélectionnés dans le cadre du Festival, dont la liste sera officiellement publiée le 15 avril prochain.
La photographe déclare à propos de l'actrice
"Juliette Binoche m'inspire depuis longtemps grâce à son état d'esprit, sa joie, sa beauté, son intrépidité et son Mystère. Je suis heureuse de notre amitié".
Quant aux organisateurs, ils précisent ce choix sur le site dédié à l'événement "Poursuivant la série d'héroïnes féminines initiées ces deux dernières années, comme représentation du mystère de l'écran, les organisateurs du festival ont été séduis par cette figure allégorique du cinéma qui donne vie à l'image d'un mouvement ample, l'animant d'un coup de son pinceau lumineux. La silhouette illumine la scène de sa présence, la simplicité de sa mise souligne la magie qui émane de son regard énigmatique.
La grâce de son geste est une invite à la suivre".
sabato 17 aprile 2010
Cartier Bresson au MoMa
Pour cette première rétrospective depuis la mort du photographe français en 2004, à l’âge de 95 ans, le musée de New York expose plus de 300 photographies prises entre 1929 et 1989 ainsi que plusieurs films.
Le MoMA a choisi de mettre l’accent sur les décennies les plus productives de Cartier-Bresson, allant de 1930 à 1960.
L’exposition commence par des tirages du début des années 1930.
Le jeune HCB a une vingtaine d’années et immortalise quelques scènes de rue comme "Derrière la gare Saint-Lazare, Paris (1932)".
Un peu plus loin dans l'exposition, une autre salle se polarise sur l’après-Seconde Guerre mondiale et les transformations sociales et politiques en Asie, où il a travaillé de 1947 à 1950. C’est le début de la longue carrière en photojournalisme d’HCB.
Les autres salles de l’exposition sont organisées par thématiques.
Allant des débuts de l’industrie moderne aux banquiers de New York, en passant par des images prises à la sauvette en URSS - où il est le premier photographe étranger à être admis –, l’exposition retranscrit la matière humaine vue par Cartier-Bresson.
Peter Galassi est le conservateur de la photographie au MoMA.
La dernière grande rétrospective à New York date de 1979, il y a plus de 30 ans. C’est important pour nous que les jeunes générations puissent connaître le travail des maîtres comme Henri Cartier-Bresson.
Et la mort du photographe en 2004 coïncidait avec l’ouverture de la Fondation Henri Cartier-Bresson à Paris qui a permis aujourd’hui de retracer sa carrière dans sa diversité.
Au moins une pièce sur cinq de l’exposition est parfaitement inconnue du public.
Au début des années 1930, il a apporté à la photographie la clarté graphique du cubisme, puis les thèmes du surréalisme en créant des images pleines de surprises et de mystères. Après la Seconde Guerre mondiale, il a utilisé son même talent pour prendre des photos d’une perfection inhabituelle.
Une poignée de personnages, délimités par le cadre de la photo, suffisent pour appréhender sa vision du monde. Puis, dans les années 1960, quand HCB s’est attaqué au chaos de la modernité, il a développé un style plus complexe. C’est pour faire le tour de cette grande évolution que cette rétrospective a lieu.
"Henri Cartier-Bresson: The Modern Century" est présenté à New York jusqu'au 28 juin, avant d'être exposé à Chicago à partir de juillet, à San Francisco à partir d'octobre puis à Atlanta à partir de février 2011.
Grazie a Scarlett e a Sam rinasce un film di Stanley Kubrick
Scarlett Johansson e Sam Rockwell faranno rinascere un progetto abbandonato dopo la morte di Stanley Kubrick, 11 anni dopo.
Dei progetti non terminati di Stanley Kubrick si scoprano The Shinings e Lunatic at Large che aveva scritto con Jim Thompson alla fine degli anni 50, ma tralasciato per portare a termine altri film.
Questa volta, Scarlett Johansson e Sam Rockwell faranno rinascere questo film. Secondo Production Weekly, i due attori, che hanno lavorato insieme su Iron Man 2, continueranno il lavoro di Lunatic at Large.
Si narra la storia dell'incontro e delle avventure rocambolesche tra un ex-impiegato al Luna-Park che ha problemi di collera e una giovane ragazza che seduce in un bar.
A parte questo film, altri progetti di Kubrick potrebbero vedere una seconda possibilità nei prossimi anni.
Lunatic at Large dovrebbe essere la prima realizzazione di Chris Palmer.
Nell'attesa, potremo vedere Scarlett Johansson e Sam Rockwell in Iron Man 2, con Robert Downey Jr. e Mickey Rourke.
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