domenica 22 novembre 2009

A Chicago installazioni firmate

A metà strada tra opere d’arte e oggetti di design, le installazioni, temporanee o permanenti, sono progetti firmati da creativi internazionali pensati per creare una dimensione spazio-temporale inedita, per veicolare messaggi usando strumenti alternativi e per vivere gli ambienti in maniera differente.
L’interazione tra l’opera e il pubblico è uno dei principi fondamentali delle installazioni artistiche e di design, che si avvalgono anche dell’uso di nuove tecnologie, come i softwares per la gestione di audio e video o di periferiche elettroniche e meccaniche.

Ancora per pochi giorni, il Burnham Pavilion di Chicago ospita un’installazione realizzata da Zaha Hadid per il centenario del piano urbanistico di Daniel Burnham.

La struttura è stata realizzata in alluminio, con andamento curvilineo e apparentemente privo di giunture, ricoperta da uno speciale tessuto che funge da supporto per la proiezione di video.
Gli spettatori possono camminare al suo interno e godersi i filmati di Thomas Gray che illustrano la storia di Chicago. Hand From Above è un’installazione interattiva semi-permanente ideata da Chris O’Shea.

Commissionata dal Foundation for Art & Creative Technology, dall’ Abandon Normal Devices Festival e dal Liverpool City Council, è una creazione nata per stimolare la nostra attenzione quando ci spostiamo da un luogo a un altro della città. Ispirandosi al mito della Terra dei Giganti, l’installazione agisce in tempo reale sulle immagini della folla, riprese dall’alto e inviate ai mega schermi. I passanti vengono colpiti da una mano gigante e manipolati dal video. L’alterazione avviene tramite openFrameworks e openCV, due software open source per la modellazione e la gestione delle immagini filmate.
La sonorizzazione è opera di Owen Lloyd.
“Non è un negozio, è un’esperienza. Non è un decoro e non è un artwork, ma è senz’altro una forma di espressione.
Spetterà alle persone farsela propria.
La mia gioia più grande sarebbe se intraprendessero un viaggio immaginario nelle loro teste”. Così il designer Arne Quinze parla del suo ultimo lavoro, realizzato per gli interni appena inaugurati del concept store l’Eclaireur a Parigi.

Il creativo dà vita ad un mondo onirico, rivestendo i locali con scarti assemblati di assi di legno frammiste ad altri materiali di scarto.
Inseriti nell’anomala boiserie, 147 monitor mostrano gli occhi un po’ languidi della moglie di Quinze.

Tel Aviv : un volto trendy e trasgressivo che ha.. 100 anni




Tel Aviv , Israele, compie cent’anni e mostra con grande orgoglio i cambiamenti che in un secolo di storia l’hanno portata ad essere un luogo trendy e trasgressivo dove le strade sono animate a qualsiasi ora del giorno e della notte

A Tel Aviv si entra in un vortice dove il giorno si fonde con la notte e in un attimo ci si trova a fare jogging alle ore più improbabili per seguire i ritmi dei suoi cittadini.
Fondata nel 1909 da un uomo ambizioso, Theodor Herzl che voleva creare una moderna città-giardino, negli anni Tel Aviv ha sentito gli influssi della scuola Bauhaus che l’ha caratterizzata con case basse e bianche e ha provato sulla sua pelle il dolore della guerra, i bombardamenti, la caduta dei missili che ancora oggi squarciano di luce il buio della notte.
Forse per reazione si è trasformata in un’autentica metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità si incontrano.

La città è Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco ed è anche il centro economico e sempre in movimento di Israele.

Si dice che a Tel Aviv la notte si può confondere con il giorno perché il buio non porta le persone a chiudersi in casa, anzi, le strade sono piene di gente ad ogni ora perché la sua vita notturna è intensa e trasgressiva.
Per entrare subito nello spirito della città bisogna iniziare la serata con un drink sulla spiaggia a Giaffa, dove si trova, per esempio, il “Sakaya”, un locale animato da musica dal vivo.

Oppure fermarsi in uno dei tanti locali sul lungomare, tra i migliori sono il “Mike's Place” che propone il miglior burrito della città e il “Buzz Stop”, meta preferita di turisti provenienti da ogni parte del mondo.Il quartiere intorno a Kikar Magen David è frequentato dagli abitanti del luogo che amano sedersi ai tavolini del “Minzar” e del “Betty Ford”.
Alle 22 bisogna spostarsi lungo la Lilienblum Street fare tappa in ogni pub della via.

A mezzanotte l’atmosfera cambia ancora non si è ancora pronti per andare a ballare, ma ci si può ambientare in uno dei bar lungo Rothschild Blvd, come l’“Artemis” che accoglie i suoi ospiti in uno stile art deco.
L’orario giusto per entrare in discoteca è intorno alle 2 e bisogna lasciarsi trasportare dalla musica fino al giorno successivo inoltrato.

Nell’anno del centenario (http://www.tlv100.co.il/EN/Pages/EngHome.aspx), Tel Aviv è ancor più movimentata da eventi e manifestazioni che seguono e si adattano ai ritmi soliti della città.
L’anno delle celebrazioni si conclude il 17 dicembre, appuntamento da non perdere perché in questa data si inaugura nell’antico e maestoso palazzo municipale in Bialik Street il nuovo Museo della Storia di Tel Aviv.
Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

giovedì 12 novembre 2009

Il Vans Downtown Showdown


E' un evento passato, ma ne voglio parlare lo stesso.

Il 12 settembre 2009 : per la prima volta in assoluto é sbarcato in Italia il Vans Downtown Showdown, il leggendario skate contest organizzato dalla Vans, quest’anno in collaborazione con FIAT.

Torino, e in particolare il Lingotto, sono stati il palcoscenico per l’esibizione di alcuni dei migliori skater al mondo, che si sono sfidati per aggiudicarsi il primo premio di 50mila dollari!

FIAT Qubo, l’auto del Fiat Freestyle Team, fu la macchina ufficiale del Vans Downtown Showdown.

I bijoux coloratissimi in plastica ecologica



La collezione Kitplastìc é colorata, profumata e versatile.

La linea di bijoux realizzata da Sebach – azienda italiana attiva nel settore dei materiali plastici – ha una marcia in più: l’anima eco-friendly.

Componente principale degli accessori Kitplastìc è, infatti, la plastica riciclata sapientemente abbinata a materie preziose come l’argento e l’argento dorato usati nei ganci, fermagli e chiusure.

La collezione, declinata in 24 colori differenti, si espande a 360 gradi: bracciali, collane, ciondoli, anelli e orecchini, tutti abbinabili tra di loro per personalizzare il tuo look.
I gioielli prendono ispirazione dalle forme della natura e rielaborano il tutto in un formato dal design ultramoderno.
Perfetto per fashion victim sì, ma ecologicamente responsabili...

Babelgum Tv : il mondo a portata di ..clic !



Epoca-Web in esplosione: cinema, tv, news & anteprime musicali comodamente a portata… di clic!
Quattro anni fa nasceva il primo servizio interattivo, Babelgum Tv (la televisione web personalizzabile e accessibile in qualsiasi momento dagli utenti di tutto il mondo)

In dicembre 2008, una partnership fra la Web tv e l’operatore di telefonia mobile Vodafone Italia permetteva la nascita della prima “no-pay tv” sul cellulare, ovvero una piattaforma video (gratuita per tutti i clienti Vodafone in possesso di un Iphone 3g, Nokia N95 e Nokia 6210), in grado di offrire una gamma completa di servizi editoriali (news e collegamenti ai vari social network, Facebook incluso).

La tecnologia moderna conquista così i tre cardini della comunicazione mondiale (phone, tv, web) dietro l’entusiasmo di tutta la new (web) generation: l’applicazione fornita da Babelgum si è già piazzata in prima posizione nella categoria Entertainment dell’App Store di Apple e tra le prime dieci in assoluto con le sue decine di migliaia di downloads.

La Popart stile Blue&joy a Milano



Quando un Copywriter e un Art Director decidono di mettere la loro creatività al servizio della street art nasce un fenomeno culturale degno della Factory di Andy Warhol.

I due geni in questione sono Daniele Sigalot e Fabio La Fauci, alias Blue&Joy.

Quotati come artisti dal MoMa di New York – parliamo di una base d’asta di partenza di 5mila euro – questi due 30enni sono fautori di un’arte che ironizza sul dualismo tristezza-gioia, di cui sono fatti i piccoli istanti della vita quotidiana.

Si esprimono usando due pupazzi-icone dai nomi emblematici, Blue&Joy e dai simboli inequivocabili: una lacrima e un sorriso.

“È una reazione all’ottimismo forzato dei nostri tempi”, così definiscono la loro arte i due giovani creativi.

Apprezzata già all’estero, la coppia nata professionalmente sull’asse Roma-Milano (Daniele è nato nella capitale “reale” mentre Fabio in quella “virtuale” d’Italia) espone finalmente il frutto di tanto estro artistico nella mostra Blue&Joy - Greatest Failures!: quaranta opere su tela e svariate creazioni inedite tridimensionali, realizzate nei materiali più disparati (come i pupazzi Blue&Joy in vetroresina, alti un metro e che fanno bella mostra di sé all’ingresso dell'esposizione, in Via Borgonuovo 1 a Milano).

La rinascita artistica di questi due ex pubblicitari ha stregato perfino l'intransigente Vittorio Sgarbi e l’irriverente Mr. Fiat, alias Lapo Elkann, che gli ha già commissionato la customizzazione di una 500.

La mostra resterà aperta fino al 4 dicembre.

Info: Blue&Joy - Greatest Failures!

Tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 20.00

Via Borgonuovo, 1, angolo Via Monte Di Pietà

Milano

lunedì 9 novembre 2009

The Chanel 3 Book set , un libro "haute couture"


The Chanel 3 Book set,
Special Edition
Casa editrice:
Assouline
Anno 2009 - 240 pp. -
500,00 euro
Genere: Monografico

Nuovo tributo deluxe per Mademoiselle Coco.

In quest’anno denso di celebrazioni & appuntamenti dedicati alla couturière più celebre di Francia, Assouline ha accorpato tutto il suo mondo in un cofanetto ultraprezioso.

I 3 celebri volumi Chanel Fashion, Jewelery e Perfume, infatti, sono riuniti per l’occasione in una custodia da veri intenditori, realizzata in morbida nappa nera ed esaltata dalla più classica lavorazione matelassé con logo metallico effetto decoro.

Un’opera unica, che rende omaggio alla storia e alla carriera della regina dello Stile, in un trionfo di eleganza, bellezza e oreficeria.

Un appuntamento immancabile per gli appassionati di moda nella sua espressione più iconica.

domenica 1 novembre 2009

La baby fashion di 13 anni lancia la moda nel suo blog



Tavi Gevinson ha 13 anni.
Tavi Gevinson ha un blog.
Tavi é un guru della moda.

Il mondo dell’informazione è pieno di guru di tutti i tipi che, soprattutto se hanno la fortuna e la bravura di essersi guadagnati un seguito tra il pubblico, diventano potentissimi aghi della bilancia che sentenziano cosa è giusto e cosa è sbagliato e, nel campo della moda, cosa è in e cosa è out.
Corteggiati da tutti – politici, scrittori, registi, stilisti e designer – utilizzano tutti i mezzi di comunicazione a disposizione per incidere nelle idee e nei gusti dei loro seguaci.
Internet ha moltiplicato questi guru, che con i loro blog bypassano i grandi media e arrivano immediatamente agli internauti di tutto il mondo.

Tavi Gevinson è una di questi guru e il suo blog, Style Rookie, è balzato agli onori delle cronache – Grazia, esagerando un po’, parla di 4 milioni di utenti – non tanto e non solo per le sue acute osservazioni nel campo della moda mondiale.

Certo, le foto, i commenti e i suggerimenti di Tavi sono stati apprezzati, ma la blogger di Chicago ha una caratteristica abbastanza curiosa: ha solo 13 anni.
Fisico esile, visino fresco e impertinente, occhiali con una vistosa montatura tondeggiante e caschetto biondo da maschietto, Tavi Gevinson si definisce così sul suo blog: “una piccola matta di tredici anni che se ne sta tutto il giorno in casa indossando strane giacche e bei cappelli.
Sparge petali neri sulla soglia di Rei Kawakubo e le dedica serenate a ritmo di rap”.

Lanciato nel marzo del 2009 (all’epoca Tavi era poco più che undicenne), Style Rookie è diventato nel giro di poco tempo un fenomeno mediatico, tanto che inizialmente si era creduto a una trovata pubblicitaria di qualche casa di moda o di qualche rivista del settore.

E invece a settembre di quest’anno Tavi si è materializzata alla settimana della moda di New York, seduta in prima fila davanti alle passerelle e corteggiata da stilisti e fotografi. Accompagnata dall’incredulo padre – che non aveva idea di quello che la figlia combinasse seduta al computer finché non è stato contattato dalla rivista New York Times che voleva intervistarla – Tavi ha posato accanto ai suoi idoli come una vera star.

Al momento, oltre a curare il suo blog delle meraviglie, Tavi posta i suoi commenti anche sul sito del magazine The Pop, il suo primo incarico da giornalista vera, ed è ospite di vari eventi nel mondo della moda.

Charlie Porter, della rivista Fantastic Man, esprime qualche preoccupazione sulla sua giovane età e sul rischio di lasciarsi consumare presto dal rutilante mondo della moda. Al momento, Tavi sembra godersi quest’avventura con l’impertinenza dei suoi 13 anni, e la rete è con lei. Vedremo in seguito se questa bambina prodigio riuscirà a mantenere alta l’attenzione sulle sue opinioni.

venerdì 30 ottobre 2009

Hotel per Halloween !


Approfittando d'Halloween, si puo' trascorrere un "tranquillo weekend di paura" e se si ha abbastanza coraggio da condividere la stanza con fantasmi, spettri e mostri vari, esiste un tour tra le località più infestate d’Italia e due mete “ghost” oltreoceano.
Una sola raccomandazione: se bussano alla porta della tua stanza, aprire con molta cautela…
Castello di Carpi
Infestato da: La Dama Bianca, uccisa nel medioevo dal suo gelosissimo marito, torna per preannunciare fatalità e sventure.
Dove rifugiarsi: Hotel Milano - Modena (da 88 euro)
Castello di Novi Ligure
Infestato da: Il Cavaliere senza testa, che appare tra le nove e le dieci di sera nei pressi del castello terrorizzando i turisti e i curiosi vari.
Dove rifugiarsi: Relais Villa Pomela - Novi Ligure (AL) (da 129 euro)
Castello di Caccamo
Infestato da: Il signore di Caccamo, ovvero Matteo Bonello, imprigionato nelle segrete, si aggira ancora per il castello cercando vendetta.
Dove rifugiarsi: Grand Hotel Et Des Palmes - Caccamo (PA) (da 118 euro)
Fairmont Chateau Laurier
Infestato da: Charles Melville Hays, il presidente delle Grand Trunk Railway, morto nel naufragio del Titanic mentre andava all’inaugurazione dell’albergo.
Dove rifugiarsi: proprio nel Fairmont Chateau Laurier - Ottawa, Canada (da 94 euro)
Crescent Hotel
Infestato da: 3 fantasmi! Una giovane ragazza scomparsa misteriosamente nel 1940, un’infermiera omicida e un operaio morto durante la ristrutturazione dell’albergo.
Dove rifugiarsi: proprio nel Crescent Hotel Arkansas - USA (da 80 euro)

giovedì 29 ottobre 2009

Olivier Saillard, le livre des défilés


Dans le livre il revient sur 4 décennies de défilés.


Qu’est-ce qui selon vous caractérise chacune d’elles ?
Les années 70 se caractérisent par une grande vague de démocratisation de la mode qui s’adresse au plus grand nombre. C’est le succès de Saint Laurent et l’émergence de Miyake, les pionniers du prêt-à-porter qui vont œuvrer pour faire une mode de consommation.
Les années 80 sont à la mode ce qu’était la nouvelle vague aux années 60, tout est possible !

Le créateur est propulsé par l’envie de faire ou de créer, le plus important c’était d’en être.
C’est l’avènement de Gaultier, de Karl chez Chanel et de Lacroix.
Les années 90 sont caractérisées par la professionnalisation de la création. Les réseaux de vente, de distribution se mettent en place.
C’est la naissance de l’industrie de la mode, du monopole des groupes de luxe.

C’est aussi une époque teintée de minimalisme avec l’arrivée de Martin Margiela. Les années 2000 quant à elles vont au delà de la professionnalisation mais c’est aussi une ère de surprises avec la mise en avant de créateurs comme Nicolas Ghesquière et Alber Elbaz qui vont redimensionner le monde de la mode.

Que pensez-vous de ce monopole des grands groupes du luxe que vous évoquez ?
Je pense que toute mode à son effet boomerang et j’espère que l’hégémonie des groupes de luxe va trouver ses limites. J’aime l’idée que d’autres créateurs se servent de leur nom pour soutenir d’autres créateurs, à l’image de Rei kawabuko (Comme des Garçons).
C’est un bon exemple qui va à contre courant et que les groupes, tel LVMH, devraient suivre. Nous sommes, comme dans les années 90, dans une ère de surconsommation, trop de vêtements nuit à la mode et aux créateurs qui ne peuvent se distinguer.
On est dans une période de vulgarisation des créateurs au lieu d’en faire des auteurs.
Une belle exception, tout de même avec le cas Ghesquière, qui semble tenir tête à Pinault.

HISTOIRE IDÉALE DE LA MODE CONTEMPORAINE
Les plus beaux défilés de 1970 à nos jours Olivier Saillard 45 euros, Edtions Textuel.
Olivier Saillard sera Commissaire de l’exposition « Histoire idéale de la mode Contemporaine» de mars 2010 à février 2011 au Musée des Arts Décoratifs à Paris.

Quels sont les créateurs et marques qui ont marqués ces 40 années ?
Pour les années 70, sans conteste Yves Saint Laurent, c’était le maître absolu que toute la jeune génération prenait pour exemple.
En 80, Gaultier, Mugler, sont les créateurs phares, avec les Japonais bien sûr.
Côté maison de couture, c’est la renaissance de Chanel avec l’arrivée à la direction artistique de Karl Lagerfeld en 1983.
Pour les années 90, c’est plus difficile, on peut citer Martin Margiela et Azzedine Alaïa, qui exprime à cette époque le meilleur de lui-même.
Côté marques, Prada, Jil Sander, Helmut Lang émergent et vont dicter la marche à suivre.
Dans les années 2000, impossible de passer à côté de Nicolas Ghesquière qui a réussi à porter aux nues une maison que plus personne ne voulait.
Dior ultra présent également, reflète l’ambiguïté du milieu de la mode que je n’approuve pas : combinant des actions purement marketing et des collections très intéressantes de Galliano.

Qu’avez-vous retenu des derniers défilés ? Lesquels auraient pu faire parti de votre livre ?
Raf Simmons pour Jil Sander, ma collection préférée et aussi Phoebe Philo pour Céline à la fois minimaliste et neuf, complètement Céline.

Chaque année on dit que la mode s’inspire d’une décennie précédente… la mode est-elle un eternel recommencement ?
Les citations au passé sont inhérentes à la mode.
C’est un éternel recommencement des choses, c’est le poison et son antidote.
Il ne faut pas se laisser submerger par le passé mais en prendre possession, c’est un vocabulaire, une connaissance qu’il faut apprendre.

Topshop à Paris?


Topshop va ouvrir une boutique à Paris?
La nouvelle qui n’est pas encore officielle titille déjà les fashionistas les plus averties.
Topshop, véritable temple de la mode en Grande-Bretagne, pourrait prochainement s’installer au cœur de Paris.
Il n’en fallait pas plus pour déclencher une véritable hystérie sur le net.

Blogs et forums de mode regorgent de sujets sur cette éventuelle ouverture où l’on spécule sur le quartier qui accueillera l’enseigne.
L’origine de cette frénésie ?
Une petite phrase du quotidien anglais « Daily Telegraph » qui annonce que le milliardaire Sir Philip Green, propriétaire de l’enseigne en Angleterre, serait sur le point de négocier l’ouverture de deux magasins, un à Milan et un autre à Paris.

domenica 25 ottobre 2009

Action ! ..Opéra !




Frederick Wiseman, pionnier du cinéma documentaire sociétal, a installé sa caméra durant douze semaines au cœur de l’Opéra de Paris.


Des ateliers de couture aux représentations publiques où brillent les étoiles, ce film nous entraîne dans les coulisses de la prestigieuse institution et nous montre le travail de tous ceux qui donnent quotidiennement corps à des spectacles d’exception.
Ce n’est donc pas un hasard si le premier plan du film se situe dans les égouts de Garnier, on l’aura compris, il s’agit ici de plonger au plus profond de cette institution et de montrer comment l’art éphémère de la danse s’impose dans le cadre rigide et historicisant d’une organisation tricentenaire.

Mais si Frederick Wiseman pose cette question, il ne donne pas de réponse, ni d’explication.

Il fonctionne ici comme dans toute son œuvre, sans aucune interview ni sous-titres explicatifs : à chacun de trouver ce que sous-entend l’image.
On est loin de la démarche pédagogique du documentaire traditionnel.
Mais que montrent alors ces 2 heures 39 d’images ininterrompues, superbes et impressionnantes ? Une organisation où l’administratif compte autant que l’artistique.
Wiseman donne grande place à la vie de bureau et au quotidien de Brigitte Lefèvre, directrice de la danse.

En ce sens, il dévoile la face cachée de l’ institution.
Lorsque Wiseman filme les danseurs, il use d’un parti pris surprenant, ne leur accordant jamais la parole comme s’ils n’avaient que leur corps pour s’exprimer.
Aussi, le spectateur entre dans l’intimité du danseur et, seuls, se font entendre le son de leur respiration et du glissement de leurs chaussons sur le sol.

Il en ressort un silence de la danse et du corps qui ne nous semble pas être la réalité.
Wiseman nous invite à voyager au cœur d’un royaume où le travail et la discipline sont de rigueur et à découvrir des êtres fascinants en quête de l’impossible perfection.
Non seulement, il dresse ici un tableau vivant d’une institution hors pair, mais il offre à son public une réelle création symphonique, immergeant le spectateur au cœur d’un art sans limites et aux mille ressources.
De Casse-Noisette aux œuvres de Piana Bausch et Mats Ek, Wiseman rend hommage aux plus grands de la danse classique et contemporaine, redonnant à cet art toute sa dimension.
On ressort de ce documentaire ébloui et n’ayant qu’une idée en tête : réserver ses places à Garnier pour assister au prochain ballet de l’Opéra et faire vivre la danse, plus que jamais…
Opéra en direct sur le net
Vous avez toujours rêvé d’aller à l’opéra, n’avez jamais osé vous emparer des places dernière minute de peur d’être derrière un pilier (ce qui, à Bastille, n’est pas le cas !), n’avez jamais été assez organisé(e) pour acheter le Pass Jeunes à temps (soit l’été précédant) ? Le 4 novembre, vous pourrez profiter des joies de l’opéra, sans sortir de votre bureau. L’Opéra de Paris diffuse sur le net, “La petite renarde rusée“, de Príhody Lišky Bystroušky, joué sur la scène de la Bastille depuis le 13 octobre dernier… Peut-être qu’après cet éloge de la nature composé d’après un livret de de Rudolf Tesnohlídek, vous rendrez-vous à temps aux guichets voulus !
Le 4 novembre dès 19h30 sur http://www.operadeparis.fr/

mercoledì 21 ottobre 2009

Barcellona, Pulgas Mix e compagnia


Il Pulgas Mix e tutti gli altri..cioé : mercati e mercatini nella capitale catalana

Il Pulgas Mix non é semplicemente un mercatino, anche se dal Marché aux Puces parigino e dai Flea market inglesi prende ispirazione: Pulgas Mix significa infatti mix di pulci.

Nato nel 2003 dalla cooperazione tra due dj e animatori culturali, la brasiliana Marise Cardoso e l’argentino Matias Panella (in arte Djiiva e Two Faces), questo peculiare festival in programma il 24 e 25 ottobre é arrivato con successo alla 15ma edizione, contando sull’impressionante cifra complessiva di centomila partecipanti.

E dopo alcuni anni girovaghi tra gli spazi più significativi della città, il Pulgas Mix ha trovato il suo spazio ideale nel chiostro del Convent de Sant Agustí, centro civico nel cuore del Born, che é – non a caso - il quartiere della moda e del design più trendy.
Festival che si definisce di cultura in azione, ospita nello spazio mercadillo capi d’abbigliamento e accessori delle firme più all’avanguardia della scena di Barcellona.
Come da tradizione, c’é spazio anche per cinema e musica dal vivo, ai quali da qualche anno si é aggiunto il Pulgas Petit, spazio educativo/ludico dedicato ai più piccini con una forte impronta ecologista, per una due giorni ricca di colori e contenuti.
I mercati sono d’altronde una delle attrazioni più caratteristiche della capitale catalana: ce n’é uno in ogni quartiere e il più famoso é la Boqueria.
Posizionato strategicamente sulle Ramblas e dedicato esclusivamente all’alimentazione, é un vero e proprio paradiso dei sensi, dove trovare la frutta e il pesce migliori della città (da evitare i banchi delle prime file, sempre affollati di turisti e molto più cari di quelli all’interno).
Alcune gioie dell’artigianato locale si possono trovare invece nella piccola fiera che occupa stabilmente Portal de l’Angel, mentre i produttori biologici doc si ritrovano i primi venerdì e sabato del mese in plaça del Pi, in quello che é conosciuto come il Mercato del miele, dove acquistare le migliori torte della provincia.

Ma il vero mercato delle pulci di Barcellona si trova fuori dal centro, in piazza de les Glories Catalanes, nel quartiere di Poble Nou.
Si chiama Les Encantes ed é aperto il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato a partire dalle 8.30.
Ci si trova qualsiasi cosa, nuova o usata: dagli elettrodomestici ai cosmetici, dai mobili antichi alle scarpe.

É aperto fino a sera ma ovviamente per fare buoni affari bisogna arrivare prima di mezzogiorno.
Convent de sant Agustí – carrer Commerç, 36 - 08003
Boqueria – rambla de sant Josep – 08001
Mercat de la Miel – plaça de Pi - 08001
Les Encantes – plaça de les Glories Catalanes - 08018

martedì 20 ottobre 2009

cari cagnolini !


A Milano si concentra la maggiore densità di cani di piccola taglia e così Cesar, celebre brand che da più di vent’anni si occupa di rendere il legame tra uomo e cane più saldo venendo incontro a tutte le esigenze che la convivenza genera, da entrambe le parti, con una serie di prodotti specifici per il cibo e le prelibatezze dei nostri beniamini.
Milano, quindi, festeggia gli amici a quattro zampe lo fa con una serie di iniziative che hanno come location un luogo fuori dal comune: la Rinascente Duomo.

Ma, non solo: tutto il centro sarà dal 3 al 9 novembre dog friendly.

Giovanni Gastel dedica al connubio uomo-cane una mostra fotografica che racconta attraverso dieci immagini l’unicità e la forza dell’amore verso i propri cuccioli. In più, la mostra avrà anche un risvolto benefico: sarà infatti possibile acquistare i ritrattie i fondi così raccolti saranno devoluti a favore di un rifugio milanese.

All’interno della Rinascente Duomo anche tanti oggetti in edizione limitata che Cesar ha creato in collaborzione con noti marchi che hanno così decretato il loro amore verso gli animali: Alessi, Cigno, Morellato e Serapian.Alessi ha progettato la nuova ciotola Lulà per cani di taglia media e piccola: Miriam Mirri ha disegnato una base di plastica con tre piedini di gomma al cui interno si trova la ciotola vera e propria, in acciaio inossidabile.

Sopra, un coperchio a calotta con un simpatico cagnolino ululante, come manico.
Cigno, firma, invece, un cestino per biciclette interamente realizzato a mano, per portare a spaso con noi, in bicicletta, il nostro caro amico.
Un collare che è un vero gioiello è invece quello che Morellato propone per Cesar, per un omaggio speciale che coniuga l’uso sapiente dei materiali, ad uno stile attento alle tendenze e alla raffinatezza.

Un oggetto unico, come unico è il nostro amico.
E infine, Serpian firma due edizioni limitate: uno speciale trolley con “porta cagnolino” e una cuccia in morbida pelle per un bentornato a casa con tutte le coccole dovute e meritate.
Cesar, come al solito, l’ha pensata veramente bella e dal prossimo 3 a al 9 novembre Milano sarà una città da cani!

La mania del fotoritocco


A quarantacinque anni non si è vecchi, ma nemmeno giovanissimi.

La pelle è più spenta, gli occhi sono lievemente ombreggiati, le parentesi del sorriso incorniciano labbra non più freschissime.

Quando si è famosi, tutto questo, evidentemente, secca. Specialmente quando si deve concedere la propria immagine al fotografo per ragioni di lavoro.

Punturine rimpolpanti, botox paralizzanti, lifting stiranti? Non basta più.

Ma il computer ci viene in aiuto con il fotoritocco.

Bastano pochi gesti di mouse ed ecco le labbra diventare turgide e voluminose, i seni crescere, gli zigomi alzarsi ancor più del dovuto, le imperfezioni su cosce, pancia, fianchi cancellarsi come se si avesse sempre vent’anni, come se non ci si sedesse mai, come se la propria carne fosse di cemento armato.
Una pratica sempre più frequente negli ultimi anni e che coinvolge sempre più soggetti giovani, se non giovanissimi, accecati dall’idea di un’immagine senza difetti.

Il fenomeno ha allarmato la parlamentare francese Valérie Boyer, la quale ha deciso di presentare un disegno di legge che imponga ai giornali di apporre la dicitura “photo retouchée” su ogni immagine che sia passata tra le maglie di Photoshop, allo stesso modo delle etichette sui pacchetti di sigarette.

Lo scopo, secondo la Boyer, è duplice: da un lato tutelare il consumatore a che la sua buona fede non venga carpita con immagini contraffatte e lesive del proprio potere di valutazione, dall’altro evitare una stereotipizzazione dell’immagine umana, specialmente nel caso di soggetti femminili. Per ora la proposta sembra solo una colossale boutade, ma quanto c’è di vero nelle parole della Boyer?
Se la corsa alla perfezione estetica può facilmente generare il concetto di contraffazione di immagine, a rendere giustizia ai comuni mortali, autentici e veraci, stanno le immagini segrete scovate dai paparazzi, nelle quali le carni delle star si presentano atone, penzolanti e talvolta davvero brutte.