La storia
della tecnologia moderna si basa anche su quanto testimoniano i brevetti: da questi dipende la
priorità su un’invenzione e, di conseguenza, l’eventuale ricchezza materiale
dell’autore, ma anche, e soprattutto, la “fama”
che di lui si tramanderà nella storia.
Quello di Antonio Meucci è stato il
caso più famoso di brevetto contestato e solo dopo una lunghissima battaglia
legale, basata sullo studio dei documenti, si è arrivati al suo riconoscimento
quale vero inventore del telefono.
Infatti, solo l’11 giugno 2002 il Congresso
degli Stati Uniti ha riconosciuto Antonio Meucci inventore del telefono
facendo di lui, con oltre un secolo di ritardo, uno dei più grandi inventori
della storia. Quindi, i recenti casi avvenuti in ambito informatico (Apple vs. Samsung) sono solo l’ultimo
capitolo di una storia che si può far risalire a molto tempo fa.
Ma chi era Antonio Meucci?
Antonio Meucci
(1808 – 1889) fu un grande appassionato di scienza
e di politica.
A causa delle sue idee liberali e repubblicane venne
coinvolto nei moti rivoluzionari del
1831; imprigionato fu costretto a lasciare l'Italia.
Dopo alcuni
anni passati a Cuba, nel 1850 si
stabilì a Staten Island, New York, dove fondò
una fabbrica di candele in società con l'amico Giuseppe Garibaldi che, dal 1850 al 1853, visse in America.
Nel 1857
costruì il primo prototipo del “telettrofono” ma, a causa di difficoltà
finanziare, non riuscì a registrare la sua invenzione.
Più tardi ne ottenne un Caveat, il famoso n. 3335 del 1871,
che però alla fine si rivelò essere più un danno che un vantaggio.
Cos’è un Caveat?
Il caveat, o avvertimento, nel diritto brevettuale degli Stati Uniti, corrispondeva ad una domanda di brevetto con la descrizione di una invenzione, ma senza indicazioni di dettaglio, e valeva, perciò, come la manifestazione di presentare una domanda di brevetto in una data successiva. Il caveat scadeva dopo un anno ed era rinnovabile, ma in tal caso si doveva necessariamente pagare una tassa, anche se era molto meno costosa di una domanda di brevetto e non comportava ulteriori adempimenti legali.
Nel 1876, infatti, Graham Bell (1847-1922), “ispirandosi” alle idee di Meucci e agli schemi tecnici contenuti nel caveat, brevettò il telefono moderno.
Cos’è un Caveat?
Il caveat, o avvertimento, nel diritto brevettuale degli Stati Uniti, corrispondeva ad una domanda di brevetto con la descrizione di una invenzione, ma senza indicazioni di dettaglio, e valeva, perciò, come la manifestazione di presentare una domanda di brevetto in una data successiva. Il caveat scadeva dopo un anno ed era rinnovabile, ma in tal caso si doveva necessariamente pagare una tassa, anche se era molto meno costosa di una domanda di brevetto e non comportava ulteriori adempimenti legali.
Nel 1876, infatti, Graham Bell (1847-1922), “ispirandosi” alle idee di Meucci e agli schemi tecnici contenuti nel caveat, brevettò il telefono moderno.
Antonio Meucci
(1808-1889) è probabilmente uno degli italiani maggiormente conosciuti
all’estero.
Ovviamente questa sua fama è dovuta all’accesa rivalità con
l’americano Graham Bell in merito
alla paternità dell’invenzione del telefono, peraltro rivendicata anche da
altri personaggi. Interessante e ben nota è la posizione ufficiale della Bell Telephone, l’azienda “di” Bell,
che non ha mai ammesso alcun dubbio sulla reale priorità. Infatti si legge
nell’articolo del 1933 apparso sull’organo ufficiale della Bell Telephone
Company: “era la cosa più naturale del mondo che in quelle circostanze Antonio Meucci ed i suoi amici
italiani, non intendendo le differenze tecniche…, ritenessero che egli fosse
stato defraudato e che di questa iniquità giudiziaria fosse da biasimare la
Bell”; la differenza fondamentale, secondo l’articolo era che Meucci aveva
inventato il telefono acustico,
mentre Bell quello elettrico,
pertanto non c’era nessun fondamento per la rivendicazione.
Attorno agli
anni trenta del 20 secolo, in pieno regime fascista, in Italia si fa più forte
e pressante il desiderio di ottenere per la nazione un riconoscimento
internazionale della propria importanza politica.
In quel
particolare momento storico, infatti, diventa strategico per l’Italia
rivendicare una posizione di forza all’interno del nuovo ordine che si sta
costituendo a seguito delle tragiche istanze poste in essere dalla Germania
nazista. L’iniziativa intrapresa dal CNR, sotto la guida di Guglielmo Marconi, per far conoscere
all’opinione pubblica mondiale il fondamentale apporto dato da Meucci alla “invenzione del secolo” è
ben rappresentata nei materiali del documentario sui primati italiani
realizzato da Giulio Provenzal. In esso,
troviamo l’ottimo lavoro di ricerca di Luigi Respighi, il massimo esperto di
Meucci in quegli anni e numerosi scambi epistolari con studiosi
di fama internazionale: Giorgio Diaz de Santillana, Ernst Feyerabend, che viene citato più volte, e Paul J. Collura tutti finalizzati a cercare supporto e nulla osta alla campagna di
rivendicazione storico-nazionalista in questione. Tale sostegno doveva essere
comprensibilmente il più “autorevole” possibile ed è per questa ragione che
troviamo negli incarti la lettera, datata 1929, del più grande scienziato
italiano del 20 secolo, Enrico Fermi che però, da
grande scienziato qual era, ammette di non avere sufficienti dati per poter
prendere una posizione definitiva in merito.
Luigi Respighi appare in questa cartella in qualità di “esperto”. E’ infatti chiamato dal CNR a valutare un’opera inedita su Meucci scritta dal giovane italo-americano Francesco Moncada che si rivelerà estremamente preziosa nei contenuti; molti di questi, infatti, saranno fatti propri da Respighi per proseguire il suo lavoro di “riconoscimento della verità”.
Luigi Respighi appare in questa cartella in qualità di “esperto”. E’ infatti chiamato dal CNR a valutare un’opera inedita su Meucci scritta dal giovane italo-americano Francesco Moncada che si rivelerà estremamente preziosa nei contenuti; molti di questi, infatti, saranno fatti propri da Respighi per proseguire il suo lavoro di “riconoscimento della verità”.
La sua analisi del testo di Moncada è puntuale, molto scrupolosa e rivela aspetti interessanti fino a quel
momento sconosciuti.
Respighi
pubblica articoli, saggi e libri il più importante dei quali rimane quello
intitolato “Per la priorità di Antonio
Meucci nell’invenzione del telefono” pubblicato in prima edizione nel 1930 per i tipi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e
che per decenni rimane il testo di riferimento su questo tema.
Il volume è
ricchissimo di dati, aneddoti e riscontri documentali.
La ricerca svolta è
straordinariamente approfondita e caratterizzata da un rigore e un “metodo” da
vero cultore della materia.
Davvero
interessante è scoprire quanti inventori si siano nel tempo accreditati di
questa invenzione: Meucci, Bell e Gray sono
solo i più noti fra essi ma la lista comprende molti altri nomi fra i quali, ad
esempio, l’italiano Innocenzo Manzetti.
Alla sua uscita il volume di Respighi riscosse un grande interesse anche al di fuori del ristretto ambito degli studiosi; ne è testimonianza l’articolo divulgativo di Sebastiano Timpanaro intitolato “Illuminazioni scientifiche - Antonio Meucci e il telefono” nel quale viene ripercorsa per sommi capi la vicenda dello sfortunato inventore italiano ma, soprattutto, vengono riprodotti due dei disegni allegati da Meucci al Caveat, a riprova del detto “un disegno vale più di mille parole”….
Alla sua uscita il volume di Respighi riscosse un grande interesse anche al di fuori del ristretto ambito degli studiosi; ne è testimonianza l’articolo divulgativo di Sebastiano Timpanaro intitolato “Illuminazioni scientifiche - Antonio Meucci e il telefono” nel quale viene ripercorsa per sommi capi la vicenda dello sfortunato inventore italiano ma, soprattutto, vengono riprodotti due dei disegni allegati da Meucci al Caveat, a riprova del detto “un disegno vale più di mille parole”….
Meucci, indipendentemente dalla questione legata al telefono, è stato un personaggio vivace, interessante e complesso:
infatti, nella sua vita, fu autore di una trentina
di brevetti, i più svariati, rivelando originalità nelle soluzioni ideate
di volta in volta e una grande apertura mentale che lo orientava verso una
eterogeneità di interessi , portandolo ad “invenzioni
chimiche, meccaniche ed elettriche”.
Così scopriamo che Meucci inventò un condimento per la pasta che vendette poi alla nota fabbrica di prodotti alimentari STAR, elaborò la ricetta per una bevanda gassata e dolce a base di frutta e vitamine...
Così scopriamo che Meucci inventò un condimento per la pasta che vendette poi alla nota fabbrica di prodotti alimentari STAR, elaborò la ricetta per una bevanda gassata e dolce a base di frutta e vitamine...
Più significativo
fu però il procedimento di fabbricazione
delle candele, lo stesso usato nella sua fabbrica di New York, in cui lavorò anche Garibaldi, che ancora oggi viene usato in tutto il mondo
sfruttando, ancora una volta, una sua invenzione!
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