martedì 8 dicembre 2009

Milano a Natale : la vera Ville Lumière !


Da piazza Scala alla Galleria, il primo festival delle luci!

Spara baci Letizia Moratti. Sotto l’enorme vischio che so­vrasta l’Ottagono.

Ogni bacio si ac­cende una luce in Galleria, ogni ba­cio un euro per aiu­tare gli agricoltori dell’Uganda. Mila­no si accende per il Natale. Da piazza Duomo, alla Galle­ria a piazza della Scala. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa azzarda. «Milano meglio di Parigi, questa è la vera Ville Lumière».

La Moratti accetta l’iperbole e rilancia. «È un fe­stival di luci che non ha para­goni in Europa. Questo è il primo grande festival a cui partecipano architetti della lu­ce da tutto il mondo e gli allie­vi delle nostre scuole». Le luci resteranno accese fi­no al 10 gennaio. Fino a quel­la data Milano ospiterà la pri­ma edizione del Festival inter­nazionale della luce che ha portato in città creativi dell'il­luminazione da tutto il mon­do con il compito di dare alla città una veste nuova all'inse­gna della sostenibilità am­bientale, visto che ogni installa­zione utilizza la tecnologia led.


E visto che di Festival si tratta, non poteva mancare la provocazione. In via Marino, a due passi dalla Scala cam­peggia una luminaria solita­ria. Che non ti aspetti. È un crocifisso di luce. Al posto di Gesù c’è una scritta: 2000 an­ni. Nell’intenzione della gio­vane artista Valentina Mam­moli rappresenta il tempo del­la nostra civiltà cristiana. Fat­to sta che per Natale non ti aspetti di vedere un crocifis­so luminoso in mezzo alle strade del centro: «Abbiamo voluto il crocifisso anche a Natale - spiega l’assessore al­l’Arredo Urbano - per sottoli­neare e riscoprire quelli che sono i nostri valori. Solo così non si ha paura delle altre cul­ture». Il viaggio nella luce parte da piazza Fontana. Con il sin­daco che inaugura il tram lu­minoso di Atm. Un breve tra­gitto fino a via Dogana.

All’ar­rivo in Duomo si alzano in cie­lo 450 lanterne di carta.

Le ve­trate del Duomo proiet­tano decori. La Moratti accende il grande albe­ro di Natale. La gente applaude. E il sindaco appoggia l’appello del­la Veneranda Fabbrica per aiutare la Cattedra­le milanese.
Ci si sposta in Galle­ria e si ripete la cerimo­nia all’Ottagono.

Sotto un enorme vischio il sindaco bacia Ignazio La Russa e la Galleria si illumina. «Vogliamo ar­rivare a un milione di baci» sottolinea il sin­daco.

Che significa un milione di euro per l’Uganda. Si procede in piazza della Scala. Il Piermarini si anima. Si tra­sforma in un enorme scaffale pieno di libri. Le immagini si susseguono, aquile, uomini che si siedono sul cornicione. La gente resta a bocca aperta. Ma non sarà un po’ trop­po? Non sarebbe stato meglio dopo le parole del Cardinale Tettamanzi una maggiore so­brietà? «Incontro tante fami­glie in questi giorni - attacca la Moratti - e tante persone sole. Nel periodo delle festivi­tà la solitudine si sente anco­ra di più. E tutto ciò che aiuta le persone a sentirsi meno so­le, anche le luminarie, va nel senso della solidarietà».

Rias­sume tutto Cadeo: «La luce nella nostra città vuole essere un invito ai milanesi a risco­prire le proprie tradizioni e a guardare al futuro con orgo­glio e fiducia».

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