Tra i più grandi gruppi della moda e del
lusso al mondo il maggiore è LVMH che possiede Louis
Vuitton, Fendi, Dior e Celine, ma anche Loro
Piana, Givenchy, Emilio Pucci, Mark Jacobs, Kenzo e
altri brand del fashion nonché tantissimi altri marchi di vini, orologi e
gioielleria (recentemente ha acquisito anche Tiffany & Co.),
profumi e cosmetici, fino alla distribuzione (di cui fa parte Sephora).
Nato nel 1987 il gruppo comprende 75 maison. LVMH
conta 156.000 dipendenti in tutto il mondo e ha chiuso il 2019 con un fatturato
di 53,7 miliardi di euro.
A dare un volto al Gruppo è il suo Presidente, il
francese Bernard Arnault rivale di Bezos di Amazon e di Gates di
Microsoft per il titolo di uomo più ricco del Pianeta. Con la sua guida Luis
Vuitton ha toccato record mai visti prima e così anche Celine, con l’arrivo di
Hedi Slimane.
Secondo gruppo al mondo del luxury è Kering la multinazionale francese guidata da François-Henri Pinault .
Nel suo portafogli Gucci, Saint
Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen e molti brand
di gioielleria tra cui Pomellato e Boucheron.
La multinazionale francese
guidata da François-Henri Pinault
Gli svizzeri
Più lusso che moda, il Gruppo Richemont è
una holding finanziaria, quotata alla Borsa di Zurigo e con sede a Ginevra, che
riunisce marchi come Cartier (maison leader del gruppo), Van Cleef e
Montblanc ma anche IWC Schaffhausen, Jaeger-LeCoultre, Panerai, Piaget,
Vacheron Constantin. La maggiore casa di moda in seno al gruppo è Chloé.
Cartier, maison
gioielliera numero uno al mondo, da sola realizza quasi la metà del fatturato
dell’intero gruppo. Uno dei tratti distintivi del gruppo per lo sviluppo delle
maison sta nel concedere una certa libertà e autonomia ai marchi,
consentendogli di seguire il sentiero di crescita più congeniale ai valori e
alle tradizioni del brand. A inizio 2018 Richemont ha effettuato l’acquisizione
di Yoox Net-A-Porter.
Gli americani
Negli Stati Uniti Capri Holdings è
uno dei gruppi di riferimento a cui oggi fanno capo i marchi Michael
Kors, Jimmy Choo e il recentemente acquisito Versace che
per oltre 40 anni ha rappresentato l’emblema del lusso italiano.
Dubai
Sono pochissime le maison italiane rimaste all’interno
dei nostri confini. Valentino da quasi otto
anni fa capo alla famiglia
dell’emiro del Qatar, e Ferrè dopo varie peripezie è stato rilevato da
un gruppo di Dubai. Roberto Cavalli è passata l’anno scorso in mano alla
Damac del finanziere di Dubai Hussain Sajwani.
Italia
In Italia è rimasto il Gruppo Prada, che detiene
anche i brand Miu Miu, Church’s, Car Shoe e Marchesi
1824.
Poco più di 13.000 dipendenti e 3,3 miliardi di
fatturato è più piccolo rispetto agli altri tre colossi ma mantiene una cultura
e una grande donna al timone, Miuccia Prada, che per ora non ha ceduto
alle avances dei grandi del lusso.
Non abbandonano i confini anche il gruppo Armani (2,6 miliardi di fatturato), Moncler (in
mano all’imprenditore italiano Remo Ruffini dall’acquisizione nel 2003, 1,4
miliardi di fatturato), Ermenegildo Zegna (1,1 miliardo di euro).
Così come Chanel ed Hermès in
Francia e Burberry Group nel Regno Unito.