venerdì 4 settembre 2015
La mitica Versilia per una vacanza "sapore di mare"..
Tante canzoni dedicate alla Versilia...“Per quest’anno non cambiare….stessa spiaggia stesso mare”. Risuonano ancora per la Capannina le note di questa celebre canzone, resa immortale dal film di Carlo Vanzina.
Ma la romantica e sensuale canzone “Sapore di sale”di Gino Paoli e l'inno di tutti gli habitué della Versilia.
Ormai la Versilia non è più solo Forte dei Marmi con i suoi bagni e Sant’Ermete, che cade, non a caso, il 28 Agosto.
E' anche Pietrasanta col suo fermento culturale e i suoi ristoranti.
La Versilia è famosa anche per le immense ed elegantissime spiaggie, tende e ombrelloni di differenti colori che invadono la lunga lingua di terra e le cabine in legno che la “proteggono”,
Una grande caratteristica della Versilia: il cibo!
Da non perdere una cena all’Osteria Candalla abbarbicata sopra un torrente appena fuori Camaiore, grazie alla location romantica, i tavoli sono posti su palafitte,e il menu è tradizionale.
Novità a Pietrasanta, una trattoria all’interno di un ex laboratorio, mixa cucina semplice ma gustosa e arte, infatti cenerete fra statue e pezzi d’autore.
E ancora due classici, due ristoranti che hanno fatto la storia di Pietrasanta: l’Enoteca Marcucci e Sci, il primo chic e dal menù ricercato si trova nella via principale della cittadina e con i suoi tavoli perfettamente ed estrosamente apparecchiati invade la stradina, il secondo si è di recente trasferito, suo malgrado, fuori dalle mura e forse la trattoria più antica di Pietrasanta.
Qui hanno cenato gli artisti che hanno fatto la storia del luogo e ancora si respira un’atmosfera autentica.
E già che passate da queste parti perdetevi in una passeggiata fra le gallerie d’arte e le sculture sparse nella Piazza del Duomo e nei chiostri.
A Forte, invece, non si può non fare un salto da Orlando per una pizzetta, sedetevi, scrivete ciò che volete e attendete la chiamata guardandovi in giro, in questa “pizzeria” potrete incontrare chiunque fra gli "aficionados".
Altro passatempo molto ben visto è lo shopping, fra le boutique merita una menzione d’onore Zoe a Pietrasanta, negozio cult della Versilia, considerato, a buona ragione, la boutique più cool della zona, qui Monica vi aiuterà a scegliere, mixando big brands e new designers, un outfit originale e iper chic.
Must have di chi si reca a Forte dei Marmi, sono invece gli stivali di Antonio, l’Artigiano del Forte, comodi come babbucce, disponibili in mille colori diversi, rigorosamente hand made- sbirciate dietro il bancone di Antonio, intravedrete il suo laboratorio- e sempre, sempre alla moda.
Chi non sa rinunciare a un souvenir potrà trovare la riproduzione delle mitiche cabine in versione ciondolo alla Gioielleria Oberdan a Forte dei Marmi.
Merita una visita anche il mercato dell’Antiquariato di Forte, che si svolge ogni secondo week end del mese, spulciando fra i capi vintage e pezzi d’antiquariato potrete anche fare qualche vero affare.
Impossibile dimenticare la Capannina, simbolo della Versilia, con le sue serate e il suo piano bar, rimasta esattamente come negli anni ’60, con i divanetti e le balconate in legno.
Gli indirizzi da notare assolutamente :
Bagni America Via Arenile di Levante, 2, Forte dei Marmi
Bagni Piero Via Arenile,1, Forte dei Marmi
Bagni Costanza Via Arenile, 10, Forte dei Marmi
Bagni Albertina Via Arenile, 16 Forte dei Marmi
Bagni Lorenzo di Levante, Via Arenile 16 Forte dei Marmi
Osteria Candalla, Via di Candalla, 264, Camaiore
Il lunedì dello studio Piazza Giacomo Matteotti 39, Pietrasanta
L'Enoteca Marcucci, Via Giuseppe Garibaldi, 40, Pietrasanta
Da Sci Via sauro 2, Pietrasanta
Pizzeria Orlando Via Colombo, 80, Forte dei Marmi
Zoe Via Giuseppe Garibaldi, 29 Pietrasanta
Antonio, artigiano in Forte dei Marmi, Via Roma n°2, Forte dei Marmi
Gioielleria Oberdan Via Carducci 65, Forte dei Marmi
La Capannina di Franceschìni, Viale della Repubblica, 16, Forte dei Marmi
Vacanze super lusso nell'atollo di Marlon Brando
Lussuoso ed ecosostenibile.
Sono due caratteristiche non facili da conciliare.
Ma The Brando, lo spettacolare resort della Polinesia francese ispirato alla visione di un grande estimatore di questo paradiso terrestre, l'attore Marlon Brando, ci è riuscito.
Virtuoso, il network internazionale di viaggi di lusso, ha inserito fra i "Best of the Best 2015" The Brando, che si è aggiudicato l’ambito premio Virtuoso Sustainable Tourism Leadership Award.
The Brando è un esclusivo eco-resort di lusso situato sull’atollo privato di Tetiaroa in Polinesia francese: composto da una dozzina di piccole isole (motu) che circondano una laguna cristallina, l’atollo si trova a circa 60km a nord dell’isola di Tahiti.
The Brando è ispirato dalla visione originale di Marlon Brando di una joint venture di sviluppo sostenibile, volta a promuovere l’opportunità di conoscere sia i luoghi sia la popolazione della Polinesia francese.
Accessibile solo tramite collegamenti operati con voli privati, il resort offre un’ospitalità di lusso discreto immersa nella natura incontaminata dell’atollo.
The Brando è composto da 35 Deluxe Villa, ognuna delle quali dotate di spiaggia e piscina private, e offre ristoranti che propongono il meglio della cucina polinesiana e francese, una sontuosa spa polinesiana, un bar con vista sulla laguna, un bar sulla spiaggia, una piscina, un orto e un frutteto biologico, una biblioteca, una boutique, una scelta variegata tra diversi sport d’acqua e una stazione di ricerca ambientale con programmi educativi per gli ospiti.
The Brando è un modello all’avanguardia di tecnologie eco-sostenibili, che comprendono un sistema di aria condizionata alimentato dall’acqua di mare e lo sfruttamento di energie rinnovabili quali l’energia solare e l’olio di cocco.
domenica 30 agosto 2015
Freelance? Bonjour la galère
Pour devenir Freelance il faut avoir des solides compétences professionnelles et il faut connaitre la marche a suivre.
De plus, ça coute un peu d'argent et beaucoup d'organisation .. et on est pas vraiment "libre"..
Bonjour la galère !
Voilà les conseils d'un freelance en informatique
Structure juridique
Vous avez le choix entre Entreprise Individuelle et EURL (=SARL unipersonnelle) à l’impôt sur les sociétés, éventuellement SAS unipersonnelle.
En EI, votre patrimoine et celui de la société ne font qu’un.
Tout est simple, vous pouvez même utiliser un compte bancaire perso.
Les clients feront des règlements à votre prénom nom.
En EURL, votre patrimoine et différencié de celui de la société. La société peut avoir un nom commercial. Vous devrez ouvrir un compte bancaire professionnel (payant, autour de 25 € / mois). Les clients feront des règlements au nom de votre société.
Le choix entre les deux structures est fonction de votre CA et bénéfices.
En effet, en EI, vous serez imposé directement sur les revenus (rubrique BNC).
En EURL, vous vous attribuerez un salaire, et vous aurez à payer l’impôt sur les sociétés, puis l’impôts sur les revenus sur le salaire que vous vous serez versé + dividende versé.
L’EURL vous permet alors d’optimiser votre imposition (l’IS est de 15% pour un RN < 38 000 € et 33% au-dessus).
Grosso-modo pour les freelance informatique, en-dessous de 100 000 € de CA HT, ça ne change pas grand chose. Au-delà, il faut mieux privilégier l’EURL.
Il y a des fichiers Excel qui permettent de faire l’optimisation de la rémunération très bien.
Pour l’EI, l’inscription se fait au Centre de Formalité des Entreprises (faites une recherche sur Google, pour les professions libérales souvent c’est à l’URSSAF).
Il y a juste un papier à remplir.
Pour l’EURL, il faudra rédiger des statuts, définir un capital et le déposer en banque avant libération. Tout est expliqué sur le site de l’APCE.
Comptabilité
En EI, vous pouvez vous débrouiller vous-même avec Ciel Compta Libéral (120 €) dans lequel vous saisirez vos dépenses et recettes.
N’utilisez pas un fichier Excel.
Chaque année, vous devez faire valider vos compte par une Association de Gestion Agréé comme APL Opera (225 € / an). Ceci vous évitera des erreurs et d’être imposé à 125% de votre RN.
En EURL, un expert-comptable est nécessaire car c’est + compliqué. Comptez 1500 € / an.
Pour la rédaction des factures, un fichier Excel suffit (une facture doit juste comporter un ensemble de référence obligatoire, comme le SIREN).
Vous pouvez aussi utiliser Ciel Facture.
Trouver des missions
C’est la partie difficile.
De + en + les directions des achats ne travaillent qu’avec des sociétés référencées et il est quasi-impossible pour un freelance d’être référencé.
Vous aurez des offres de missions ou prestations sur HiTechPros (payant). Il y aussi des sites gratuits + ou - sérieux.
Sinon il faut démarcher directement des SSII sur votre secteur de compétence et voir si elles n’ont pas des besoins à sous-traiter.
La SSII prendra en général 15-20% de commission sur la prestation. Donc si le client paye 500 € HT à la SSII, vous facturerez 400 € HT à la SSII.
Les SSII qui prennent plus de 25% de commission sont des voleurs.
Notez que vous aurez plusieurs stratégies de mission : des missions longues durée souvent moins bien payées (par exemple 500 € HT tarif client final pour un développeur) et des missions plus courtes (et svt plus intéressantes) souvent mieux payés à la journée (par exemple 600 € tarif client final pour un développeur). Les missions courtes ont aussi l’avantage de tisser petit à petit un réseau. A vous de faire vos calculs, mais l’intercontrat coute très cher en manque à gagner, donc personnellement je préfère les missions longues.
Notez que bien souvent, même les missions longues durées seront limitées à 3 ans. Les entreprises se protègent du risque de requalification du contrat en limitant les prestations à 2-3 ans. Il faudra donc anticiper la sortie et chercher une autre mission avant que l’échéance n’arrive.
Pour connaitre le bon tarif, au début demandez juste à ce que la règle des 80/20 soit appliquée, et c’est la SSII qui vous donnera le tarif. N’acceptez pas de mission où vous gagnez moins de 350 € HT / jour, quelque soit la durée.
On peut aussi travailler au forfait plutôt qu’en régie, mais c’est très difficile pour un freelance d’obtenir des offres.
Personnellement, je n’ai jamais eu d’intercontrat quand j’étais salarié en SSII et jamais non plus en freelance. C’est un bon indicateur je pense. Si déjà en SSII vous avez bcp d’intercontrats, c’est mauvais signe et vous aurez probablement la même chose en freelance.
Discrétion
Certains clients n’aiment pas les freelance, qu’ils jugent volage. Si vous êtes en sous-traitance d’une SSII (et très probablement vous le serez), mieux vaut donc taire son statut chez le client final et faire comme si vous étiez salarié de la SSII.
Se faire payer
Le règlement des factures a lieu en général à 30 jours fin de mois. De fait, vous travaillez en janvier, vous émettez votre facture fin janvier et vous serez payé fin février, voir début mars.
Notez que certaines SSII sont des mauvais payeurs et payent systématiquement en retard.
Il est très important de trouver des partenaires fiables et qui ont pignon sur rue, car travaillez c’est bien, mais être payé c’est quand même le + important.
Les faillites de SSII ça arrive, et si vous avez trop de décalage dans le payement de vos factures, ça peut vous couter deux mois de facturation perdue.
Vérifiez toujours le sérieux de la SSII sur societe.com et aller dans leur locaux. Ne rien négocier à distance.
Charges sociales
Vous aurez très rapidement à payer les cotisations URSSAF et RSI. Rassurez-vous (!), ça arrive directement dans votre boite aux lettres.
Elles sont calculées selon les chiffres N-1 voir N-2 et donc les deux premières années, vos charges seront artificiellement basses (cotisations forfaitaires) et votre bénéfice artificiellement haut.
En EI, il est possible d’écrire aux URSSAF pour demander une modulation des cotisations du travailleurs indépendant, en fonction de votre bénéfice prévisionnel (faîtes une recherche Google). Je vous le conseille fortement.
En EURL, voir avec l’expert-comptable, il doit être possible de passer des provisions pour charge.
Les frais
Vous avez intérêt à passer un maximum de frais dans votre société, pour diminuer la base imposable. Téléphone, Internet, Ordinateur, une partie du loyer, véhicule, hop, en frais. Tout doit être justifiable. Notez que les costumes ne peuvent pas passer en frais.
Pour le véhicule, vous avez le choix entre le classique frais réelle ou barème kilométrique. Mon expérience c’est que le barème est avantageux pour les grosses cylindrés et défavorables sinon, spécialement pour les motos. C’est ce qui explique que certains freelance s’achètent d’occasion des énormes BMW… C’est pas forcément pour la frime, c’est pour le barème kilométrique…
Le chômage et les vacances
Il n’y a évidemment pas de chomage si vous êtes freelance.
Un journée travaillée = une journée facturée, c’est aussi simple.
Si vous êtes malades ou faîtes un pont, ou jour férié, ou vacances, vous n’êtes pas payé.
Sécurité sociale (RSI) et Mutuelle Madelin.
En Freelance, votre sécurité sociale c’est le RSI.
Il faudra compléter par une mutuelle. Une partie des frais de mutuelle peut passer en frais dans votre comptabilité si votre mutuelle est dîtes de type professionnelle "Madelin" (faîtes une recherche sur Google).
Retraite complémentaire (CIPAV) et Retraite Madelin
Pour la retraite complémentaire, vous cotiserez à la CIPAV. Ils ont la réputation d’être injoignable autrement que par lettre avec AR. Ils oublient aussi parfois des cotisants (priez que ce soit votre cas). :-)
Vous pouvez compléter par des cotisations volontaires à des contrats retraite Madelin.
C’est l’équivalent des contrats PERCO en moins bien car les sommes ne sont pas déblocables avant la retraite (contrairement au PERCO où les sommes sont déblocables si achat de la RP).
En résumé de part l’effet tunnel c’est de la me### sauf si vous avez 55 ans.
Se loger ou faire un prêt
Les assurances loyers impayés refusent les freelance et les agences refusent les candidats qui sont refusés par l’assurance loyer impayé.
Autant dire que vous serez exclu de 90% du parc locatif en IDF.
Vous avez donc intérêt à aimer votre logement actuel, car une fois freelance c’est une galère sans nom pour en changer.
Personnellement j’ai du carrément faire des faux papiers de salariés. :-) D’autre acceptent de mettre sous un compte bloqué 12 mois de loyers en "garantie".
Même chose pour un prêt bancaire, ou souvent la banque exigera 3 années d’exercice complet pour prendre en considération vos revenus. Il y a des exceptions, notamment le Crédit Foncier qui accepte à partir de 2 ans. (de ce que j’en sais)
Rémunération espérée
Tout va dépendre du nbr de jour facturé dans l’année.
Si vous travaillez bcp (personnellement je suis à 230 jours / an au moins), vous pouvez gagner (en tenant compte des charges et impôts) facilement 50% de + qu’en étant salarié.
Faire carrière en freelance
Les postes d’encadrement étant souvent réservés aux internes, en tant que freelance, vous serez limité à des postes d’exécutants, d’expertise, de chef de projet, d’ AMOA ou de MOA.
Il y a parfois des postes d’encadrement de petites équipes (4 personnes). Les postes d’encadrement de moyennes ou grandes équipes (> 10) sont rares.
De fait, si votre but c’est de finir DSI, mieux vaut ne pas vous mettre freelance, ou ne pas y rester trop longtemps.
Quitter son emploi actuel ou rester sur la même mission?
A vous de jouer ! Notez que vous pouvez demander un congé sabbatique (qui peut être refusé) pour faire tester le statut freelance et revenir dans votre société en tant que salarié si celui-ci ne convient pas.
On trouve aussi des collaborateurs qui sont en mission depuis 1 an, et restent sur la même mission avec la même SSII, tout en passant freelance.
En général la SSII grince des dents (elle marge moins sur un freelance qu’un salarié), mais si vous êtes indispensable chez le client, ça se fait…
A vous de jouer !!!
martedì 25 agosto 2015
La bici : come pedalare fashion
Urban bike turchese Bensimon
L'amore della bici non ha limiti.
Estate e inverno, città e campagna, la bicicletta è dappertutto in ogni stagione.
Basta guardarsi intorno per notare che il mondo delle due ruote ha conquistato la moda: a darne prova è Bensimon, la famosa maison francese che ha lanciato una linea di urban bike in collaborazione con il designer italiano Jonny Mole: il modello faro si declina nel raffinato rosa, turchese o ancora nel dinamico Orange, Kaki e Navy.
Tutto è curato nei minimi dettagli, basta dare uno sguardo alle manopole in cuoio, alla sella e al telaio decorate con originali grafiche bandana per capire che è completamente fashion.
Poi c'è Dirk Bikkembergs che, in collaborazione con l'azienda di San Marino Prestigio, ha messo sul mercato una spettacolare bicicletta reperibile nei negozi monobrand del marchio.
Si tratta di una Limited Edition in 11 esemplari là dove, a fare la differenza, i touch del verde tipico della maison (personalizzabili in base al modello) che la rende unica e ricercata per non parlare del telaio, ultra leggero di 7,5 kg, totalmente realizzato in Italia.
E' la prima bici al mondo in carbonio a scatto fisso, adattabile anche alle altre esigenze di guida come la ruota libera.
Pedalare si sa, è uno dei verbi preferiti dai fans della sostenibilità che alla macchina preferiscono la bicicletta, un mezzo che permette di muoversi senza andare a creare alcun tipo di danno sull’ambiente.
A mettere d’accordo due passioni, quella per la moda e quella per l’ecologia, è stata l’azienda abruzzese Re-Hash, leader nella produzione e lavaggio di capi in denim, che ha presentato a Milano, durante l’evento Abruzzo Expo 2015, il proprio contributo in collaborazione con Montante Cicli, creando una due ruote ricoperta con denim ecologico lavato con ozono per risparmiare l’uso dell’acqua.
Disponibile in un modello unico, interamente realizzato a mano, la bici Montante for Re-HasH riporta all’era moderna la forma elegante del modello Alfeo, originale degli anni ’30, rivisitandolo in chiave moderna e coniugando così il fascino del passato con la modernità.
giovedì 20 agosto 2015
I milanesi si eccitano al Megastore Mondadori Concept Store
Il Megastore Mondadori Concept Store è stato inaugurato lo scorso giugno nel famoso quadrilatero della moda in via San Pietro all’Orto 11: il traguardo, inserito nel piano di consolidamento delle attività Retail del Gruppo Mondadori, leader nel mercato dei libri, è il nuovo format che rivoluziona la tradizionale esperienza d’acquisto dei cittadini.
Addio vecchio concetto di libreria e benvenuto a un modello rivoluzionario di fare acquisti !
Una volta varcato l’ingresso si rimane affascinati dal gioco di forme e colori, scelte di design che portano la firma dello studio milanese Migliore + Servetto Architects che ha ideato questa moderna dimensione al fine di coinvolgere il pubblico.
Tre piani e 750 metri quadrati di superficie!
Il tutto è organizzato in maniera funzionale per dare la giusta visibilità ai veri protagonisti di casa, i libri, che si offrono al visitatore per essere toccati, aperti e sfogliati: a dominare la scenografia il colore tipico del marchio, il rosso, che va a incontrare il verde e il bianco dei metalli che disegnano gli espositori inclinati in appoggio alle pareti.
Elementi flessibili di allestimento, caratterizzati dalla leggera trasparenza delle lamiere forate e da un sistema articolato di grafica segnaletica, si offrono a supporto dei percorsi di ricerca ed esplorazione mentre, sullo sfondo, scorre il racconto per segni e immagini della storia e della tradizione Mondadori.
Al piano terra si trovano le ultime novità editoriali, prodotti di cartoleria e gioielli tecnologici, accanto al nuovo servizio di assistenza e post vendita Help mentre, il primo piano è dedicato a Books&Café, ovvero la libreria dello store, con l’area Comics e la cartoleria, e il Mondadori Café, realizzato in collaborazione con Cibiamogroup.
Infine al piano -1 c’è la zona Kids dedicata a bambini e ragazzi dove i giovani ospiti possono intrattenersi con i nuovi touchwall.
Mondadori non conosce limiti alla voglia di mettersi in gioco motivo per cui, nei prossimi mesi, anche le librerie di Piazza Duomo e di Via Marghera saranno coinvolte in un progetto di innovazione che vedrà arte, cultura e divertimento fondersi in un solo e unico contenitore.
Cool, i sandali freschi per gli ultimi giorni d'estate !
Notte-tempo, di pelle con
fasce incrociate, FitFlop (99 euro)
Cool !! Fa caldo e l'estate non è ancora finita..
E quest'anno tutte le marche propongono sandali freschi e glamour da mettere dalla mattina alla sera, in piscina, spiaggia, discoteca.
La tendenza è al confort e alle materie leggere ma solide.
Insomma, si puo' continuare a essere eleganti e cool !!
Ciliegia, con zeppa di sughero, Car Shoe (330euro)
Cipria, bordata di mini borchie, Janet&Janet (149 euro).
Active, di tessuto tecnico, Marni (420 euro)
Double, con suola di lino e sughero, Tata Italia (39,95 euro)
Maculata, di
cavallino tinto, Alberto Guardiani (465 euro)
Cool !! Fa caldo e l'estate non è ancora finita..
E quest'anno tutte le marche propongono sandali freschi e glamour da mettere dalla mattina alla sera, in piscina, spiaggia, discoteca.
La tendenza è al confort e alle materie leggere ma solide.
Insomma, si puo' continuare a essere eleganti e cool !!
Ciliegia, con zeppa di sughero, Car Shoe (330euro)
Cipria, bordata di mini borchie, Janet&Janet (149 euro).
Active, di tessuto tecnico, Marni (420 euro)
Double, con suola di lino e sughero, Tata Italia (39,95 euro)
giovedì 6 agosto 2015
L'isola napoletana di Gaiola, bellissima e maledetta..
L'isola di Gaiola è una delle isole minori presenti tra le acque del Golfo di Napoli ed è situata di fronte alla costa di Posillipo,
nell'omonimo Parco sommerso.
L'isola trae la propria denominazione dalle cavità che costellano la costa napoletana, anche se in origine era nota con il nome di "Euplea", in quanto caratterizzata da un piccolo tempietto dedicato alla Venere eEploea.
L'isolotto, è situato a soli 30 metri di distanza dal bagnasciuga.
Anticamente era collegato a Posillipo da un lembo di terra,
ma già ai tempi dei romani un crollo portò Gaiola a separarsi dalla
terra ferma.
Oggi, l’isola è divisa in due parti, frutto della divisione di un unico blocco di tufo avvenuta nell’ottocento, ed un esile ponte collega i due atolli.
Sull'isolotto maggiore, si trova una villa edificata nella metà dell'Ottocento, mentre su quello minore, la famiglia Agnelli vi fece realizzare un eliporto.
Inoltre, per proteggere il fondale della zona, ricchissimo di
resti archeologici, dal 2002 è stato istituito il Parco Sommerso e l'Area Marina Protetta di Gaiola.
L’isola, oltre ad essere un vero e proprio tesoro del patrimonio paesaggistico italiano, gode di una fama molto particolare: sembra essere maledetta.
L’isola, oltre ad essere un vero e proprio tesoro del patrimonio paesaggistico italiano, gode di una fama molto particolare: sembra essere maledetta.
Fino al XIX secolo, accanto all’isola, sorgeva un altro edificio romano semisommerso noto come “la Scuola di Virgilio”.
La leggenda narra che in questo luogo il vate insegnasse le arti
magiche con riti e pozioni.
Le pozioni magiche
inquinarono le acque cristalline dell’isola, provocando un maleficio contro chiunque si trattenesse troppo a
lungo da quelle parti.
E così l’isola Gaiola, nonostante la sua incantevole bellezza, sin dai tempi più remoti ha collezionato eventi e tragedie .
La serie di episodi sfortunati inizio' attorno al 1920, quando il proprietario dell'isola, un certo Hans Braun, fu trovato assassinato.
E così l’isola Gaiola, nonostante la sua incantevole bellezza, sin dai tempi più remoti ha collezionato eventi e tragedie .
La serie di episodi sfortunati inizio' attorno al 1920, quando il proprietario dell'isola, un certo Hans Braun, fu trovato assassinato.
Poco tempo dopo, la moglie morì annegata ed il proprietario seguente, Otto Grunback, morì di infarto.
Purtroppo la malasorte continuò a colpire i proprietari. Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, abitò sull’isola negli anni ’50 e subito dopo venne rinchiuso in un manicomio dove si suicidò.
Purtroppo la malasorte continuò a colpire i proprietari. Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, abitò sull’isola negli anni ’50 e subito dopo venne rinchiuso in un manicomio dove si suicidò.
In seguito la villa venne acquistata da Giovanni Agnelli, che la tenne pochi anni, per poi rivenderla a Paul Getty, magnate del petrolio.
Quest’ultimo non ebbe alcun problema sino al 1973, anno in cui la ‘ndrangheta rapì suo figlio.
Dopo l’amputazione di un orecchio del ragazzo, la famiglia Getty pago' un riscatto di 17 milioni di dollari.
Infine, nel 1978 l’isola passò nelle mani di Gianpasquale Grappone, detto Ninì, creatore del Loyd Centauro.
Infine, nel 1978 l’isola passò nelle mani di Gianpasquale Grappone, detto Ninì, creatore del Loyd Centauro.
Anche lui finì in prigione per colpa di incalcolabili debiti.
La villa fu messa all’asta e quando fu venduta, la moglie Pasqualina Ortomeno morì in un incidente stradale.
Da quel giorno l’isola diventò proprietà della Regione Campania e, per motivi scaramantici, è disabitata da circa 40 anni.
martedì 4 agosto 2015
Barbara Vitti, la pioniera delle pierre non c'e' più !
La grande pierre Barbara Vitti (1939-2015) se n'è andata..
Barbara Vitti é un'icona del made in Italy, una pioniera delle P.R. della moda.
Ha lavorato per i più grandi, Armani, Valentino, Versace.
Barbara Vitti è morta per una crisi cardiaca a 76 anni, ad Acireale, dove stava passando l'estate con la figlia Emma, il genero Aldo, il nipote Nicolò.
Barbara Vitti ha avuto una vita da film: dalla madre che la iniziò al fashion system fino all’epopea del prêt-à-porter accanto ad Armani, Valentino e Versace.
L’infanzia sotto il fascismo con un padre ebreo, allievo di Fermi, che scappa negli Stati Uniti e si risposa; la morte del fratello; la madre, travolta dal dolore; una figlia; il divorzio; l’esistenza, scoperta solo di recente, di altri tre fratelli americani…
E, in mezzo, l’epopea della moda italiana, come image maker dei più grandi, Armani, Valentino, Versace; i party a Hollywood con divi e divine; la regia di eventi e backstage alle ”prime” della Scala…
Temuta, con la sua “erre” rotante, quasi feroce, nella savana del fashion system.
Sempre sulla breccia dai Sessanta in avanti, accanto ai guru della fotografia e dello stile, le rockstar, il Gotha della finanza, i più osannati direttori e cantanti lirici, primi ministri e opinion leader, dittatori di Paesi e dittatrici di giornali, regine in esilio e regnanti, principesse tristi e contesse bizzarre, attori capricciosi e topmodel sfinenti…
Barbara Vitti ha anche insegnato, all’Istituto europeo di design, a Milano.
giovedì 30 luglio 2015
Découvrir Litomerice, la perle de la Bohême
La ville de Litoměřice est située dans la région d’Ústí nad Labem, nichée au confluent de l’Elbe et de la rivière Ohra.
Le maire adjoint de la ville de Litoměřice, Karel Krejza, évoque l’évolution de la ville:
« La cité d’origine s’est formée au IXe siècle sur la colline Dómský vrch, appelée aussi par le passé la montagne de Saint Štěpán. Par la suite, cet endroit est devenu un évêché. Le plus ancien document date de l’année 1057, qui est l’acte de fondation de la “Litoměřická kapitula”, qui est le plus ancien document écrit original jamais conservé en République tchèque. Puis nous avons ici notre Kampa à nous. On ne nous appelle pas "la petite Prague" pour rien. »
Entourée de 1800 mètres de fortification, Litoměřice est bien une des plus anciennes villes de Bohême, et c’est entre 1219 et 1228, qu’elle est élevée au rang de ville royale.
C’est aussi le plus grand des poètes tchèques, et l’auteur du célèbre chant lyrique Maj – Mai, Karel Hynek Mácha, qui trouve refuge dans la ville de Litoměřice.
Il y décède le 6 novembre 1836, à l’âge de 26 ans seulement. Deux statues érigées dans la commune lui font honneur.
L’une d’entre elles domine la vallée de la ville depuis l’église Saint Štěpán, et une autre statue de bronze, qui est la copie parfaite de celle du parc de Petřín à Prague, a été dévoilée le 21 novembre 2010 dans un parc forestier, non loin du centre.
A l’origine du renouvellement de l’héritage de Karel Hynek Mácha, le peintre Jan Grimm, avait précisé à ce propos, quelque peu avant son propre décès en septembre 2012 :
« Originairement, la statue de Karel Hynek Mácha, qui est au parc de Petřín, devait être à Litoměřice. C’était une œuvre du sculpteur Josef Václav Myslbek. Lorsque les hommes de lettres se sont rendus dans son atelier pour apprécier la sculpture, quelqu’un aurait déclaré que la sculpture était très réussie et qu’elle devrait rester à Prague. Mais en même temps, ils se sont mis d’accord pour qu’un deuxième moulage soit réalisé. Or, c’était en 1910, puis peut-être aussi à cause des guerres mondiales, cela ne s’est pas réalisé. J’ai appris cette information il y a près de dix ans environ.
Et vu qu’en 2010, c’était le 200e anniversaire de la naissance du poète, alors je me suis dit qu’il serait bien de s’acquitter de cette dette cent ans après. »
L’ancien château royal de Litoměřice a très probablement été fondé par le roi de Bohême Otakar II.
Plus tard, le roi Charles IV le reconstruit complètement pendant son règne, et les rois tchèques y résident à l’occasion de courts séjours.
Vers la fin du XXe siècle, le château se trouve dans état délabré, et ce n’est qu’en 2011 que s’achève sa rénovation complète.
Désormais, il s’agit d’un bâtiment unique transformé en centre d’exposition, qui allie architecture médiévale avec architecture contemporaine, et qui peut être considéré comme une vitrine de la viticulture tchèque.
La responsable du Centre de tourisme de Litoměřice, qui gère désormais le château, Lenka Gottwaldová, en a révélé d’avantage sur la relation entre le vin de la région et ses habitants :
« Dans la localité de Litoměřice, nos vignobles sont situés le plus au nord de toute la République tchèque. Le développement de la viticulture a explosé au moment où le roi Charles IV a offert aux habitants la proche colline de Radobýl, pour fonder des vignobles. Le roi les avait exemptés de payer des impôts pendant dix ans. Après cette décennie, les vignerons devaient livrer au château du roi comme gage d’impôt un tonneau sur dix de leur production. »
Si l’église Saint Štěpán, qui domine la ville de Litoměřice vaut certainement le détour, la place principale de la ville, la Place de la paix, compte de son côté d’innombrables joyaux architecturaux.
La majorité des maisons y sont originaires du Moyen Âge et leur architecture relève du style gothique.
C’est ici que l’on trouve les plus anciennes maisons de République tchèque toujours habitées.
Sur la partie sud de la place se trouve la maison de l’Aigle noir (Dům U Černého orla).
Dans les années 1957 et 1958 des restes de sgraffites de la période de la Renaissance et représentants des allégories bibliques et des moments de la vie quotidienne, ont été redécouverts sur sa façade.
Puis, si l’on remonte la place, on arrive à La Cave de la Mairie (Radniční sklípek), par laquelle on peut accéder aux caves souterraines et catacombes médiévales.
František Kopecký, le propriétaire de La Cave de la Mairie, nous en dévoile plus à propos de leur histoire :
« On sait uniquement que les anciennes caves servaient à des fins commerciales, car la ville de Litoměřice était un épicentre économique très important. Et comme les commerçants avaient besoin de stocker leurs marchandises, ils ont bâti ces caves en pierre sous leurs maisons. On marchandait principalement le sel, le blé et le vin. Puis par la suite, en temps de guerre et de troubles, les citadins ont relié ces caves par des couloirs. Sous toute la place, et aussi à l’emplacement des murailles de la ville, des couloirs longs de plus de 25 kilomètres ont ainsi été creusés. »
Ces caves étaient également utilisées comme abri lors d’incendies ou en temps de guerre.
František Kopecký poursuit quant à l’évolution de ces souterrains, même si avec le temps, la plupart des couloirs ont été condamnés par les propriétaires des maisons :
« Le restaurant La Cave de la Mairie sert d’accès au sous-sol. Dès 1975, il était possible de s’y rendre ; c’est-à-dire après la reconstruction du souterrain, qui était en train de s’effondrer à l’époque. Un itinéraire de visite, qui est en dessous de cinq maisons dont les couloirs ont été raccordés, a été créé sur 350m. »
A Litoměřice, qui fait donc partie des České Středohoří, dont la partie sud est principalement d’origine volcanique, nous sommes entourés de volcans éteints. Si Milešovka est bien le sommet plus haut de la localité, puisqu’il culmine à 837 mètres, c’est peut-être bien le sommet de Radobýl, situé à une altitude de 399 mètres, qui suscite le plus d’intérêt.
Car c’est d’ici que Karel Hynek Macha, en écrivant son dernier poème, aurait vu un incendie en provenance de la ville.
Alors qu’il tentait d’apporter son secours, il aurait bu de l’eau contaminée et allait mourir quelques jours plus tard.
De cette colline basaltique de Radobýl, il est possible de longer, en vélo si vous le souhaitez également, la rivière de l’Elbe et de rejoindre de nouveau la ville de Litoměřice.
Si jusqu’à en 2014 on pouvait embarquer à bord du bateau Porta Bohemica,aujourd'hui cette importante attraction touristique de la région a pris fin.
Parmi les raisons figurent non seulement les dégâts perpétrés par les inondations à la fin de l’été 2013, mais aussi des pertes financières.
Si les municipalités environnantes, telles que Roudnice nad Labem, Štětí ou Lovosice, ont contribué financièrement à son maintien, avec le temps leur intérêt s’est estompé et seule la ville de Litoměřice n’a pas pu subvenir aux besoins de l’entreprise.
L'histoire de Litomerice, "la petite Prague", "le jardin de Bohême"
Litomerice est une importante ville historique, à 80 km au nord de Prague.
C'est une ville royale fondée vers 1230, avec une multitude de monuments conservés à l'état originel.
De loin, on l'aperçoit de la tour typique de la cathédrale Saint-Stéphan dominant la colline de Dôme.
Litomerice est un évêché et un centre commercial important, centre de culture du houblon et de fruits, comme on en trouve au bord de la bande surnommée le jardin de Bohême.
La gloire historique de la ville royale de Litomerice est établie par ses témoins implicites - des bâtiments gothiques, renaissance et baroques de la zone urbaine classée, en 1978, réserve protégée.
Des 256 bâtiments, 104 sont inscrits sur la liste du patrimoine culturel national et presque tous se trouvent dans le noyau historique entouré de fortifications gothiques sauvegardées à l'état originel.
Les maisons à arcades autour de la place, des caves historiques, de nombreuses églises, le musée, plusieurs galeries et d'autres particularités, tout cela attend le visiteur de Litomerice.
Las de cette visite, il peut s'arrêter sur les remparts et contempler le panorama du Massif central avec, à l'horizon, le château de Hazmburg et la montagne légendaire de Rip au pied duquel le pays tchèque avait été fondé, comme l'affirme la légende, par l'ancêtre Cech.
Cette vue nous fera comprendre pourquoi le grand poète romantique tchèque, Karel Hynek Macha, inhumé à Litomerice, aimait tant cette région.
Litomerice s'étend sur le confluent de l'Elbe et de Ohre, dans le Massif central. Le peuple installé ici et appelé par le chroniqueur Kosmas Liutomerci, est déjà mentionné dans des documents historiques datant de 993.
Vers 1057, le prince Spytihnev y a fait fonder un chapitre et la basilique Saint-Stéphan.
Primitivement romaine, la basilique a été remaniée dans le style gothique, au milieu du XIVe siècle.
Dans les années 1663-1670, une nouvelle cathédrale a été érigée à l'emplacement de l'ancienne église détruite.
Son achèvement est l'oeuvre de l'éminent architecte italien, Domenico Orsi.
La cathédrale est réputée par sa précieuse décoration intérieure, de Lucas Cranach et Karel Skreta.
La place principale de Litomerice est, par sa superficie de 1,8 hectares, l'une des plus grandes dans notre pays.
Son visage n'a guère changé depuis sa fondation, en 1230, sous le roi Premysl Otakar 1er.
La place est bordée de nombreuses maisons et résidences antiques telles la maison au Cerf, de style gothique tardif, ou la maison Renaissance Mrazovsky.
Une attraction de Litomerice - un grand labyrinthe souterrain. Les caves de 3 étages sont reliées par un réseau de couloirs long de 3 kilomètres qui fait de ce labyrinthe l'un des plus long en Bohême. 366 mètres du sous-sol historique sont accessibles aux visiteurs et ils abritent un lapidarium.
A l'arrivée dans la ville, on est surpris par les puissantes fortifications.
Edifié en style gothique sous le règne de Charles IV, le système a été pourvu de bastions dont l'un était utilisé comme chapelle de la prison de Litomerice où purgeait sa peine à perpétuité le fameux brigand Vaclav Babinsky condamné à 20 ans pour vols et meurtres et dont la légende populaire a fait un héros qui donnait aux pauvres les biens volés aux riches. Aujourd'hui, un restaurant réputé - Basta - Bastion, se trouve à l'intérieur de ces locaux.
Un essor des travaux de bâtiment, au XVIe siècle, a prédéterminé le caractère Renaissance de Litomerice. Ambros Balli, représentant le plus marquant de ce style, a laissé dans la ville de nombreux bâtiments tels la maison à L'aigle noir, mais surtout la maison au Calice appelée ainsi d'après sa tour sous forme de calice qui est souvent utilisé en tant que symbole de la ville tout entière.
Le milieu du XVIIe siècle marque le début du baroque.
Beaucoup de bâtiments sont remaniés dans ce style et reconstruits par Giulio Broggio et son fils, Octavio.
Litomerice est un évêché qui a été instauré ici en 1655. La résidence de l'évêque se trouve près de la cathédrale Saint-Stéphan sur la colline de Dôme.
Litomerice est riche en constructions sacrées parmi lesquelles il convient de mentionner l'église de Tous-les-Saints fondée au XIIIe siècle et remaniée dans le style baroque par Octavio Broggio. L'église jésuite de la Vierge-Marie, l'église dominicaine Saint-Jacques et la superbe petite église Saint-Venceslas sont également l'oeuvre d'Octavio Broggio natif de Litomerice.
Pendant le second conflit mondial, les fortifications de Litomerice ont été transformées en prison de la Gestapo, de même que celles de la ville de Terezin toute proche.
Suite aux accords de Munich, Litomerice a été annexée au Reich allemand dans le cadre des Sudètes.
Un événement s'attache à cette période de triste mémoire.
En 1938, à la veille de l'occupation de notre pays, on a déplacé de Litomerice la dépouille du poète Karel Hynek Macha enterré ici, pour la déposer au cimetière pragois de Slavin où reposent les Tchèques illustres.
Ce transfert s'est alors transformé en une manifestation nationale contre le nazisme.
Karel Hynek Macha, le plus grand poète romantique tchèque, s'est installé à Litomerice en septembre 1836.
Or son séjour dans cette ville où il pensait continuer ses études de droit n'a duré que 38 jours: Macha meurt le 5 novembre, après avoir aidé à étouffer un incendie. Il avait alors 26 ans.
Sa maison non loin du centre-ville abrite un musée portant son nom.
On peut y admirer les différentes éditions du célèbre poète devenu le symbole de l'amour et de la révolte romantique contre la société.
Litomerice a donné l'hospitalité aussi à l'illustre linguiste tchèque et historien littéraire, Josef Jungmann, mort en 1847.
Au début du XVIIe siècle a vécu ici Pavel Stransky, auteur d'une oeuvre sur l'histoire de la Bohême, Respublica Bohemiae, parue à Leyden, en 1634.
Dans les alentours de Litomerice, on peut visiter le château baroque de Ploskovice, reconstruit, au milieu du XIXe siècle, en résidence d'été de l'empereur Ferdinand V. On peut y admirer aussi le couvent de prémontrés et sa crypte romane du XIIIe siècle.
Dans les environs proches de Litomerice, on trouve encore un couvent qu'il ne faut pas manquer de visiter: le couvent de cisterciens d'Osek, fondé en 1198, roman, à l'origine, puis remanié à l'image baroque par Octavio Broggio, avec une église richement décorée et une salle capitulaire de 1240 conservée dans son état original.
Iscriviti a:
Post (Atom)