mercoledì 7 maggio 2014

A Seregno c'é l'Italsilva, una vecchia fabbrica di saponette d' avanguardia..



Un controsenso nel titolo? Assolutamente no!
Infatti l'azienda Italsilva di Seregno pur avendo più di cento anni all' insegna del pulito ha oggi soluzioni produttive all' avanguardia, investimenti nella ricerca di materie prime, intuizioni vincenti e una struttura flessibile in grado di immettere sul mercato, con largo anticipo rispetto ai concorrenti, prodotti nuovi. 



Un' azienda e un marchio che hanno fatto la storia della detergenza, fin dal 1908 quando la società fu fondata a Seregno da Ambrogio Silva

Non a caso nel panorama italiano del settore dei detersivi è una delle poche realtà che è riuscita a mantenere la sua autonomia ed è l' unico esempio di azienda che ha incluso nelle proprie attività tutta la filiera di produzione: dalle materie prime alla realizzazione e al confezionamento di prodotti finiti per detergenti, polveri, liquidi e saponi, fino alla fabbricazione dei flaconi (il numero dei pezzi si aggira sui 50 milioni). 







Strategie industriali, commerciali e scelte innovative sono quindi il motore di sviluppo del gruppo lombardo, che nel corso di un secolo ha portato in Italia una serie di importanti novità in diversi ambiti: dalla costruzione, nel 1924, del primo deposito di grandi dimensioni con volta autoreggente, all' introduzione, nel 1954, della tecnologia della torre di atomizzazione, una metodologia produttiva che a quei tempi consentì di proporre sul mercato i primi detersivi in polvere. 

E mentre si affacciavano le prime multinazionali, Italsilva ha puntato al terzismo, producendo principalmente per i grandi gruppi stranieri, ma continuando a investire in ricerca e sviluppo di nuovi marchi. 

L' idea vincente grazie a questa filosofia e a una costante attenzione ai cambiamenti in atto, nel 1997 l' impresa dei Silva ha cambiato lo scenario dei detersivi immettendo sul mercato, con il marchio Spuma di Sciampagna, il cosiddetto "mondo Marsiglia". 

L' idea è semplice e geniale: dopo l' eliminazione dei fosfati come componente dei prodotti liquidi e in polvere, la performance dei detersivi era diminuita e non erano ancora stati trovati altri elementi altrettanto efficaci. Italsilva, allora, ha inserito il concetto del sapone di Marsiglia solido, utilizzato per pretrattare il bucato, nel formato liquido. 




L' impatto è stato fortissimo e ha dato origine a una case history che ha spinto anche i big player a seguire quel particolare segmento, che nel frattempo si è esteso a tutte le categorie di prodotto. 

La flessibilità determinata dalla gestione diretta dei successori del fondatore, la possibilità di poter contare su una struttura agile e autonoma, hanno permesso a Italsilva di rispondere al mercato con tempestività: una volta consolidato il prodotto Marsiglia, l' azienda ha anticipato i concorrenti portando in Italia una nuova tipologia di detersivi specializzata per i capi neri, già presente in Francia e in Spagna. 

A Spuma di Sciampagna Nero Puro sono seguiti il lancio di una linea dedicata ai bianchi, Bianco Puro, e della linea Crema, prodotti con l' effetto seta che rispetta i tessuti e i colori: anche in questi casi le multinazionali sono state costrette a rincorrere il trend. 

Oggi Italsilva è un gruppo che fattura 176 milioni di euro e che progetta la sua crescita attraverso acquisizioni e l' espansione in area Ue, specialmente in Francia e Germania, con siti produttivi e uffici commerciali. riassetto strategico.

Ma un forte sviluppo deve essere sostenuto anche da un' assetto societario funzionale e da una governance efficace. 

Per questo, nel corso del 2007, il gruppo ha cambiato l'organizzazione societaria. 

Con due obiettivi principali: da un lato l' organizzazione delle attività operative in società prevalentemente commerciali o produttive, tutte controllate da una holding, il Gruppo Desa, con il compito di coordinamento. 

Dall' altro, il trasferimento di tutte le  partecipazioni nella holding, in cui è confluito anche il patrimonio immobiliare e il personale necessario per gestire i servizi centrali. 

Un processo realizzato per fasi: alcuni rami d' azienda sono stati conferiti in nuove società incorporate nella Finanziaria Torre, che ha successivamente preso il nome di Gruppo Desa srl.  

Anno di fondazione: 1908 
Stabilimenti produttivi: Seregno, Caravaggio, Sant' Agata Bolognese 

Dipendenti: 250 

Gamma prodotti: detersivi in polvere, saponi da bucato, saponette da toeletta e detergenti liquidi per il bucato, la casa e la persona Marchi: Spuma di Sciampagna, Bianco Puro, K 1, Boy 

Fatturato 2007: 176 milioni di euro, di cui circa il 70% generato dal mercato italiano, il 20% dall' export e il restante 10% dalle materie prime. 

In particolare l' 80% del fatturato risulta dalla commercializzazione di prodotti a marchio proprio e il 20% dalle private label. 

La società Governance e organizzazione Italsilva è una società controllata da gruppi famigliari in cui intercorrono legami di parentela. 


Di recente, i soci hanno sentito l' esigenza di un riassetto e di una nuova governance. Una necessità derivata anche dalla circostanza che alcune posizioni del management sono ricoperte da soci. 

L' azienda, inoltre, sentiva l' esigenza di mantenere una certa continuità sulle regole di fondo che hanno sempre ispirato la conduzione del gruppo. 

Il nuovo assetto e il sistema di governance stabiliti tengono conto di questi aspetti. 

Le aziende operative sono state trasformate in società a responsabilità limitata, anche per valorizzare le opportunità messe a disposizione dalla legge. 

La strategia di gruppo è stata ora abbinata alla formazione di un budget annuale come uno degli elementi chiave per il funzionamento e il controllo sull' attività. 

Inoltre, sono stati uniformati tutti gli statuti delle società, lasciando ai soci anche le decisioni più importanti, come l' approvazione dei budget economici e finanziari, i piani d' investimento e le principali operazioni a carattere straordinario. 

In questo modo è stato possibile tradurre la quota di partecipazione di ciascun socio nell' indirizzo delle attività di ogni azienda, indipendentemente dal fatto che il soggetto sia anche manager e, quindi, deputato alla formazione delle strategie e alla loro realizzazione. 

martedì 6 maggio 2014

5 donne, 5 eccellenze per il Made in Italy all' Expo 2015

Made in Italy: le 5 eccellenze al femminile (Tips)



L'Expo 2015 (1 maggio - 31 ottobre), vetrina dell'Italia sul mondo, si prepara a esporre le "5 A", i settori nel quale il nostro Paese dà il meglio di sé: Alimentazione, Abbigliamento, Arredamento, Arte, Ambiente. 

Dietro i saperi del made in Italy c'è la passione di tante donne, protagoniste di una nuova stagione che guarda oltre alla crisi. Donne che scommettono sul futuro, sull’innovazione.


Per l'Abbigliamento Nicoletta Spagnoli, erede della storica maison. 
Per l'Ambiente Manuela Manenti, che ha ricostruito centri devastati dai terremoti. 
Attenta ai valori dell'Arte Marisa Melpignano, che con la fondazione San Domenico protegge le Murge. 
Firma internazionale Paola Navone, la signora del'Arredamento. 
Crede nei valori dell'Alimentazione biologica Maria Desiante, che produce in Puglia un'antica varietà di grano. 

Tutte, come tante altre imprenditrici e artigiane, continuano a puntare sull'eccellenza, caratteristica iscritta nel Dna dei prodotti di alta gamma. 

La qualità è vincente, dato confermato dalle statistiche Eurostat: mentre i singoli casi di eccellenza aumentano i fatturati, le imprese del made in Italy nel complesso stanno perdendo terreno sulle concorrenti europee più dirette.
 
Sarà l'Expo 2015 il punto di svolta per il rilancio della "country reputation" del Paesea livello internazionale? 

Una recente ricerca Eurisko sottolinea che l'Expo Milano 2015 
(1 maggio-31 ottobre) "Nutrire il pianeta. Energia per la vita" accenderà un faro sulle eccellenze italiane a 360 gradi. 

Per i 20 milioni di visitatori stimati l'Expo sarà un immenso temporary shop a cielo aperto del made in Italy.

lunedì 28 aprile 2014

Magnifiche le borse trend primavera estate 2014 !!





Intrecciate, con le frange, colorate..é la tendenza per le nuove borse da portare nella prossima stagione !
La borsa é un accessorio importante e quest'anno la scelta é ampia ! Dal modello haute couture al modello più accessibile ma sempre tendenza !






La borsa intrecciata ! Tricot-couture. Cestini tressé, bauletti rattan-style, pochette paglia & fieno. Una liason tra moda e green per essere naturalmente chic !





La borsa con le frange ! No frills, no party. Pochette svolazzanti, flapper clutch e sacche multi nappine. Bag frusciante che gioca col vento!







La borsa colorata ! Con una tavola cromatica dello stile più cool e sexy.  Bauletti freschi di pittura, doctor bag vinile, shopper cromoterapiche. 




domenica 27 aprile 2014

NYC : One 57', il grattacielo residenziale più caro della Big Apple !






Soprannominato il 'club dei Paperoni', il grattacielo 'One57', in costruzione a Manhattan con vista mozzafiato sul Central Park, avrà presto la palma della costruzione residenziale più cara della Grande Mela. 




Ma per tutti il suo titolo è "paradiso dei miliardari". 

Gli acquirenti dei nove appartamenti super lusso degli ultimi piani, già venduti, sono tutti ultra ricchi: secondo quanto riporta il quotidiano New York Times infatti, il prezzo delle due abitazioni più costose - gli attici all'89vesimo e al 90esimo piano - superano i 90 milioni di dollari.


Il prezzo pagato per gli altri appartamenti varia dai 45 ai 50 milioni. 

Gary Barnett, presidente della società che si occupa della costruzione del grattacielo, ha spiegato che il club dei miliardari del 'One57' comprende due acquirenti cinesi, uno canadese, un nigeriano e un britannico. 



Da capogiro anche l'investimento effettuato dai costruttori, pari a 1,5 miliardi di dollari. 

Cifra che in tempi di crisi fa riflettere, ma non i super ricchi:  sui 92 appartamenti, circa 50 sono già stati venduti!


One57 (157 West 57th Street), è l’ultimo e più spettacolare sviluppo immobiliare di New York. 
Un grattacielo che è famoso per gli attici da $90,000,000 (già tutti venduti in fase di pre-costruzione) dalle viste mozzafiato su Central Park e per la terrificante immagine -che molti si ricorderanno- della gru a novanta piani da terra piegata e quasi spezzata dalla furia dell’uragano Sandy. 
L’uragano Sandy non ha comunque rallentato di molto i lavori ed il One57 sara’ pronto per la fine dell’anno come da programma.




One57 non e’ il solo grattacielo che si sta affacciando sulla 57th Street di Manhattan, uno dei corridoi che attraversano Midtown da est ad ovest. La contemporanea presenza di nuovi sviluppi sta trasformando la zona di Midtown intorno alla 57esima in un campo di battaglia architettonico.
Il piu’ vicino al menzionato One57 e’ il 625 West 57, un’avveniristica piramide di vetro che verrà realizzata, secondo le previsioni, nel giro di appena tre anni e che ospiterà all’incirca 750 appartamenti e 6000 metri quadrati di spazi commerciali.
I motivi per i quali la parte ovest della 57esima e’ in questo momento l’epicentro dei nuovi progetti immobiliari di Manhattan sono molteplici. 
In ordine di importanza: 
la vicinanza ad un area di shopping di alta fascia quale quello del Time Warner Center, un sontuoso complesso edilizio ad uso misto commerciale-residenziale-alberghiero ultimato nel 2003; 
la vicinanza al Central Park che inizia appena due isolati piu’ a nord alla 59th Street; 
infine -e soprattutto- un favorevole piano regolatore, lo “zooning” infatti consente l’edificazione in quest’area di edifici molto alti cosi’ da poter approfittare della vicinanza al parco ed offrire viste spettacolari ai residenti.
La cinquantasettesima strada beneficia del particolare regime di Midtown (che inizia a sud all’incirca con la 42nd Street) nel quale il solo limite all’altezza dei grattacieli è il cielo.  

Midtown Manhattan è, insieme e più del Financial District, il quartiere degli uffici e delle imponenti “torri di cristallo” dove hanno sede le compagnie più importanti del mondo.  

I limiti all’altezza iniziano invece al Nord della 58', da dove iniziano i quartieri residenziali classici di Manhattan, Upper East Side ed Upper West Side.
La vista di Central Park non è solo esteticamente appagante: è soprattutto un fattore di sicurezza per chi vuole comprare a New York come investimento.
Quando si tratta di stabilire il prezzo di un appartamento a Manhattan, infatti, la possibilità o meno di godere della vista del parco (“it’s all about park views..”) incrementa esponenzialmente il valore dell’appartamento.

In “Capitale raddoppiato in 4 Anni per chi sa comprare sulla carta” sono stati pubblicati alcuni dati sul ritorno ottenuto da chi ha avuto la saggezza di acquistare ancora in fase di costruzione degli appartamenti al 15 Central Park West, un condominio la cui costruzione è iniziata nel 2005, terminata nel 2008 e che si trova a poca distanza dal One57 e dal 625 West 57

Dopo solo 3/4 anni dall’acquisto fatto sulla carta, questi appartamenti sono stati rivenduti con ritorni superiori anche al 100%, e questo nonostante la crisi immobiliare del 2008-2011.
Domanda: che cosa hanno in comune gli appartamenti compravenduti al 15 Central Park West e quelli in costruzione sulla 57esima strada? Risposta: il lusso e la vista sul parco.
Pertanto se si sta cercando il luogo per un investimento immobiliare importante, sicuro e con buone possibilita’ di un elevato ritorno, sara’ meglio guardare con molta attenzione a quello che sta succedendo sulla 57esima!

Andiamo a Hyères, Provenza, per il Festival International de Mode et de Photographie !

 

 

Dal 25 al 28 aprile 2014 bisogna andare assolutamente al Festival International de Mode & de Photographie di Hyères!

L'edizione numero 29 è diretta da Humberto Leon e Carol Lim, direttori artistici di Kenzo

E' l'incontro di giovani talenti del mondo dello stilismo e della fotografia.

Carol Lim e Humberto Leon, i direttori creativi della Maison Kenzo, hanno selezionato i lavori di 312 giovani artisti di 55 nazionalità

10 di questi sono stati scelti dalla giuria composta, fra l'altro, dall'artista Maurizio Cattelan, il regista Spike Jonze e l'attrice Chloé Sevigny.

L'anno scorso ha vinto la designer finlandese Satu Maraanen, che ha creato recentemente una capsule collection per Petit Bateau.  

Invece Anna Orlowska, fotografa selzionata nel 2013, ha realizzato quest'anno il video  dei lavori degli stilisti in concorso.

La missione del Festival di  Hyères è infatti di mettere a confronto 10 stilisti e 10 fotografi e valorizzare il loro talento. 

Le creazioni vengono presentate sotto forma di sfilate di moda,e di esposizioni per il concorso fotografico.

Il Presidente della giuria, é il fotografo inglese Steve Hiett.

Il programma prevede incontri con i vincitori degli anni passati, mostre, concerti, tavole rotonde. 

La Maison Chloé, partner ufficiale dell'evento, mette in palio un premio di 15.000 euro.

sabato 26 aprile 2014

Scarlett Johansson bruna e nuda nel suo ultimo film !





Scarlett Johansson é una delle attrici più sexy del mondo cinematografico.

In coppia dall'agosto dell'anno scorso con il giornalista francese Romain Dauriac  l'artista americana aspetta il suo primo figlio.




Eppure con il nuovo film di fantascienza Under The Skin di cui é la protagonista appare in una scena di nudo integrale!

Nel film la sensuale artista americana, interpreta un'aliena mandata sulla Terra per rapire gli umani e portarli sul suo pianeta perché vengano mangiati dai suoi simili...




Più che la trama, la pellicola fantascientifica fa' parlare per la scena di nudo integrale dell'attrice, da sempre amata per le sue curve morbide e il suo fascino innato.


venerdì 25 aprile 2014

Anne Sinclair : enfin la renaissance avec Pierre Nora !








Et enfin, pour Anne Sinclair, la renaissance!

Auprès de l'intellectuel Pierre Nora, la journaliste donne une nouvelle direction à sa vie.


Et soudain, on l'a retrouvée. Celle d'avant. Celle dont les yeux faisaient chavirer les certitudes des plus arrogants. 



Celle qui dégageait une telle aura que chaque spectatrice rêvait d'être à sa place. Celle de 7 sur 7, l'émission qui fit sa gloire entre 1981 et 1997. 




Vraiment. Habitée par un je-ne-sais-quoi qui, vu les circonstances, donnait envie de dire «chapeau bas».




Nietzsche n'avait pas tout prévu. 
Le philosophe avait énoncé dans son essai "Le crépuscule des idoles" que tout ce qui ne tue pas rend plus fort
Mais plus beau? 
Plus lumineux? 




A soixante-six ans, la belle Anne paraît se ressembler enfin. 
Elle fut l'héroïne d'un mauvais feuilleton, la partenaire d'un jeu vulgaire, dégradant. 
Jusqu'au bout, elle a honoré son engagement, fendant la foule des paparazzis, après le scandale planétaire du Sofitel new-yorkais, aux côtés de celui qu'elle s'était choisi en 1991 pour le meilleur et pour le pire. 
Il lui a fallu un an pour juger que trop, c'était trop. 




Quelques mois aussi, le temps qu'un regard plus bienveillant, plus généreux se pose sur elle, pour redevenir cette femme lumineuse. Amoureuse.
Il n'était qu'une rumeur. 
Un bel homme d'âge mûr apparu sur une photo floue d'un magazine.

C'est Pierre Nora,  cet immense intellectuel, membre de l'Académie française.

Anne Sinclair et Pierre Nora. Dix-sept ans les séparent et pourtant leur couple parle d'évidence. 



Mêmes origines familiales, même milieu culturel, même sensibilité. Tous deux sont issus de la grande bourgeoisie intellectuelle juive, imprégnée de l'histoire de la Shoah, mais pas religieuse. 

Le père de Pierre, Gaston Nora, était un grand chirurgien, son frère, Simon, un énarque, héraut de la Résistance, haut fonctionnaire décédé en 2006. 
Lui-même, qui a échappé de peu à une rafle à treize ans, est agrégé d'histoire, directeur d'études à l' Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales. 

Il fut surtout l'éditeur de tout ce qui compte du point de vue intellectuel en France: de Raymond Aron à Georges Dumézil, de Georges Duby à Michel Foucault, de Jacques Lacan à Emmanuel Le Roy Ladurie.




Chantre de la nouvelle histoire, «marginal central», comme il aime à se définir, Pierre Nora a créé la brillante revue Le Débat, côtoyé Stéphane Hessel, tutoyé Régis Debray, entre autres, autant de penseurs qui ont régulièrement partagé sa table chez lui dans le VIe arrondissement parisien, place de Furstenberg, quartier privilégié, mais pas bling-bling, du monde de l'édition. 




Pas de Dodo la Saumure parmi ses commensaux, pas de petites frappes et de femmes paumées, exploitées.
Depuis son enfance, dans un milieu libéral et ouvert, il a évolué dans l'aristocratie des idées. 
Chez lui, des René Char, des Mendès France, des Merleau-Ponty venaient échanger. 
Ses copains, qui deviendront des flambeaux du siècle, s'appelaient Jean-François Revel ou encore François Furet, qui fut même son beau-frère. 


Son ex-épouse, décédée en 2011, Françoise Cachin, en plus d'avoir été conservatrice de musées prestigieux, initiatrice du Musée d'Orsay, était la petite-fille du peintre Paul Signac.

Les mêmes «couleurs» en quelque sorte qu'Anne Sinclair, petite-fille du grand marchand d'art Paul Rosenberg, dont la grand-mère fut modèle pour Picasso, et qui vient de raconter leur histoire familiale dans 21 rue La Boétie, édité chez Grasset par un certain… Olivier Nora, neveu de Pierre. 
La boucle est bouclée. Ces deux-là se sont enfin trouvés.





Et pour une fois, sans que les médias ne soient invités à la contemplation de leur hyménée. Fini tout cela. 
«Elle choisit un homme qui a du recul, de la réflexion sur les faits de l'Histoire, de l'intériorité, qui s'efface devant les idées, analyse Jean-Paul Mialet, psychiatre (auteur de Sex æquo, le quiproquo des sexes, Albin Michel), alors que DSK utilisait les médias, leur immédiateté pour se mettre en avant, pour servir son ego.» 

Comme si aujourd'hui, à la conquête du pouvoir elle préférait celle du savoir. 
Comme si après avoir été cabossée, méprisée, le temps était venu pour elle de se respecter, de s'aimer. 
Pour pouvoir l'être, aimée, enfin, d'un homme dont c'est la philosophie. 

«Reste qu'en choisissant Pierre Nora, poursuit le psychiatre, Anne Sinclair montre qu'elle a toujours besoin de vivre avec un homme surdimensionné, une éminence grise, une intelligence qui fascine toutes les femmes. 
Elle a besoin de quelque chose d'exaltant, un amour superlatif.» 


Il faut cela, parfois, du très beau, du très fort, pour pouvoir tourner la page sur le pire.

Le Taleggio, le Stracchino : les fromages de Lombardie !




 Le Taleggio appartient à la catégorie des Stracchini, fromages d’origine lombarde caractérisés d’une pâte moelleuse et d’une forme en général carrée.
L’origine de ce produit remonte au XXI siècle.

On n’a pas des références exactes, mais il paraît que son nom "stracchino" est dû au terme dialectal "stracch", c’est à dire "fatigué", parce que ces fromages était produits à la fin de la saison, avec le lait des animaux fatigués après le long retour des pâturages à une altitude très élevée.

Pour la grande diffusion de ce fromage, beaucoup de fromagers ont commencé à produire le Taleggio aussi en dehors de la Vallée homonyme (Val Taleggio),  dans tous les Prealpes Orobiche.




La production du Taleggio, qui se  passait seulement d’été et seulement à la montagne, est aujourd'hui diffuse dans les grands établissements et chez des petits artisans qu’on peut rencontrer dans les chalets de montagne.

Le Taleggio est un fromage demi - moelleux à pâte crue, produit seulement avec du lait de vache entier. 
Il a une forme à parallélépipède quadrangulaire et un poids de 2 kg. Sa croûte est fine, moelleuse à toucher, de couleur rose. 
Ce fromage est soumis seulement au salage. 

La pâte a une couleur blanche – jaune. 
Sa structure est robuste et compacte et la pâte est particulièrement moelleuse sous la croûte. 
Il a un arôme caractéristique, quelques fois piquant, autres fois son goût rappelle celui du beurre, il peut aussi être doux ou salé dans les formes plus affinées.

Sa réalisation: le lait de vache entier, avec l’éventuelle addiction de lait fermenté, est chauffé à 30°-36° C de température; pour obtenir la coagulation on utilise du caillé liquide de veau. 





Après la rupture du caillé, la masse du fromage est extraite et mise en ballots. 
Vient ensuit le chauffage et le salage à sec ou en saumure. 
L’affinage dure 40 jours et est fait dans des chambres à 3°-8° C de température et une humidité de 85-90%. 
Tous les 7 jours on traite les formes avec la saumure pour empêcher la naissance de moisissure anormale et pour faire apparaître sa classique couleur rosée naturelle.

Zone de production: province de Bergamo, Brescia, Como, Milano, Lecco, Lodi, Pavia.





giovedì 24 aprile 2014

L'histoire du magique Calisson D'Aix






Le calisson d’Aix, délicieuse friandise en forme de navette, est la spécialité de la ville d’Aix-en-Provence depuis le XVème siècle. 












Cette pâte de fruits confits et d’amandes broyées nappée de glace royale est aujourd’hui toujours fabriquée selon des méthodes artisanales.

Les friandises à base d’un mélange d’amandes et de fruits confits existaient dès l’Antiquité grecque et romaine.
 




Nommé Calisone en Italie et Kalitsounia en Grèce, le calisson d’Aix serait apparu sous sa forme moderne vers 1473, à l’occasion du repas de noce du second mariage du Roi René d’Anjou avec Jeanne de Laval

Cette confiserie ayant rendu le sourire à la future reine, un convive aurait dit "di calins soun", "ce sont des câlins" . 

Selon une autre explication, les calissons, bénis par l’Archevêque, étaient distribués aux fidèles en chantant : "Venite Ad Calicem", "Venez au calice", qui se traduit en provençal "par venes toui i calissoun."
René d’Anjou

Chaque année la bénédiction des calissons d’Aix se tient à Aix-en-Provence au début du mois de septembre.

Cette tradition rappelle le vœu, prononcé par Martelly en 1630, de faire célébrer chaque année un office d’action de grâce à la Vierge de la Seds, sainte patronne de la Ville d’Aix. 

L’amande fut introduite en Provence au XVIème siècle mais il fallut attendre le XIXème siècle pour que s’ouvrent les premières fabriques de calissons.
 

On recensait une vingtaine de fabricants de cette confiserie à Aix-en-Provence au début du XXème siècle.
 




De nos jours, la fabrication du calisson est restée artisanale : les neuf fabricants de  calissons de la ville, réunis au sein de l’Union des Fabricants des Calissons d’Aix (UFCA), perpétuent quatre siècles de tradition.

La confiserie du Roy René, fondée en 1920, était à l’origine un fabricant de nougat.
 




C’est en 1973 qu’elle s’est spécialisée dans le calisson d’Aix, au point de devenir le premier producteur de calissons.
Cette entreprise familiale a ouvert un musée qui retrace l’évolution de la production du calisson de la fin du XIX ème siècle à nos jours.