mercoledì 2 marzo 2011
Trieste e il Liberty in una mostra
Una mostra allestita negli spazi della ex Pescheria - Salone degli Incanti che fa il punto sulle caratteristiche dello stile secessionista, mescolato ad altre influenze, nella città.
Oltre 250 gli edifici censiti, testimonianza del rinnovamento artistico e architettonico di inizio Novecento
5 marzo 2011 - 19 giugno 2011
In una città che all’alba del Novecento, gli anni dell’esplosione della modernità, è al crocevia culturale, artistico ed economico tra l’Impero asburgico, a cui era soggetta, e l’Italia, da cui si sente fortemente attratta, la forte crescita demografica ha come conseguenza la costruzione di nuovi edifici abitativi, commerciali e di rappresentanza, in parte connotati dal tradizionale stile storico, di sapore classicista, ancora imperante, in parte aggiornati sulle novità di uno stile nuovo e moderno: il Liberty.
Quello che rende assolutamente unico il “caso Trieste” è la coesistenza, non sempre facile, delle più diverse declinazioni del Liberty, che nell’architettura locale vede convivere lo stile floreale “all’italiana” con presenze della Secessione austriaca e del tedesco Jugendstil, e che si apre nel contempo al manifestarsi di un’anima “protorazionale”, anticipatrice di nuove espressioni.
Il nuovo stile non si limita, come accade altrove, a diffondersi nell’area di un preciso quartiere, in ambiti circoscritti, ma permea la città intera: è proprio questo carattere diffuso all’interno del tessuto cittadino a renderlo forse più difficile da cogliere ma sicuramente più affascinante da scoprire.
Di qui una mostra – allestita nell’ex Pescheria - Salone degli Incanti dal 5 marzo al 19 giugno – frutto di un’ampia ricognizione (sono stati censiti quasi 250 edifici), che intende fare il punto sul Liberty a Trieste, come paradigma, punto di riferimento e confronto con ciò che negli stessi anni accade in altre città italiane e europee.
La mostra si propone di indagare i modelli culturali che si sono affermati in città all’i nizio del XX secolo e sulle modalità con cui sono stati importati, scegliendo come filo conduttore il tema del costruire e dell’abitare, illustrato attraverso una vasta serie di preziosi documenti d’archivio – disegni e progetti, fotografie d’epoca, plastici – utili a descrivere non solo il percorso progettuale ma anche quello formativo di professionisti e maestranze.
Al sottile confine fra arte e decorazione, tra progetto architettonico e manufatto artigianale si colloca l’arredamento degli interni abitativi: la mostra è arricchita da una sezione che, attraverso mobili, progetti, disegni di artigiani triestini e album di modelli e di esposizioni europei, aiuta a visualizzare gli spazi in cui si muoveva la vita quotidiana di inizio Novecento.
Ad emergere sono innanzitutto le vicende intellettuali: storie di architetti di matrice culturale italiana o centro-europea che in città esprimono, con convinzione, idee diversissime.
Sono anche gli anni in cui i nuovi materiali, e in primis la pietra artificiale, consentono di modellare facilmente ciò che fino a quel momento richiedeva l’attività di scultori e lapicidi e tempi molto più lunghi e quindi costi infinitamente maggiori.
Accanto al bianco e al grigio degli austeri edifici del potere si assiste all’esplosione di tinte pastello e di apparati decorativi tendenti ad animare le facciate degli edifici, creati per i ceti imprenditoriali e professionali, con effetti disegnativi che soppiantano le tradizionali strutture classicheggianti.
È comunque un “nuovo” mediato dalle istituzioni preposte ad autorizzare la costruzione di nuovi edifici – le Commissioni delle fabbriche e dell’ornato – che spesso si mostrano prudenti, se non passatiste.
Lo stile secessionista, per le sue caratteristiche di rottura, è infatti guardato con diffidenza dai poteri costituiti.
Di conseguenza, per gli edifici a carattere pubblico e istituzionale – come le stazioni ferroviarie e le sedi delle istituzioni, collocati nel centro della città – vengono chiamati gli architetti più fedeli e vicini alla volontà auto-celebrativa dell’impero asburgico.
Quindi è nel progetto della casa di abitazione che si reperiscono le espressioni più aperte alla sperimentazione formale e materica e che si assiste a una maggiore libertà compositiva, aperta ai nuovi linguaggi.
Vengono importati i modelli moderni degli edifici a carattere commerciale, con grandi vetrine e ampie superfici espositive, ma si definisce anche una tipologia della casa d’affitto, che si diffonde in molte parti della città riprendendo i canoni compositivi del Mietshaus centro-europeo.
I protagonisti di questo rinnovamento sono alcuni nomi celebri: Max Fabiani e Josip Costaperaria, allievi e collaboratori del noto architetto viennese Otto Wagner, il milanese Giuseppe Sommaruga, esponente di peso dello stile floreale italiano, i triestini di formazione viennese Giorgio Zaninovich, Romeo Depaoli e Giacomo Zammattio.
Ad essi si affiancano numerosi progettisti triestini, meno noti al grande pubblico ma non per questo di minore spessore, come Umberto Fonda, Giovanni Maria Mosco, Nicolò Drioli, Augusto Bachschmidt, Giovanni Widmer, Luigi Dompieri.
Grazie a questa compresenza di idee e di atteggiamenti progettuali il Liberty triestino risulta così un coacervo di accezioni che sembrano rispecchiare tutte le contraddizioni storico-politiche vissute dalla città all’alba del Novecento, connotandone un lato ancora poco conosciuto del suo ricco patrimonio artistico.
martedì 1 marzo 2011
Superfesta per la moda al Museo del Novecento di Milano.Lo show room di Valeria Marini era strapieno di super VIP!
Cornice da favola: il Museo del Novecento di Milano.
Un lussuoso party ha riunito personaggi della società civile, della finanza, della politica.
Qualche nome: Francesco Micheli, Elio Fiorucci, Giorgio Forattini, Adriano Teso con la moglie Laura, Arturo Artom, Claudia Buccellati, Beppe Modenese.
E gli stilisti, dalla famiglia Ferragamo ai Missoni, da Guglielmo Miani a Luisa Beccaria al duo Aquilano-Rimondi.
Star per Giorgio Armani : Tina Turner, Raul Bova, Teo Teocoli, Margherita Bu) e per Roberto Cavalli : la cantante Kelly Roland, una delle fondatrici delle Destiny's Child .
Eventi : dal libro di Fratelli Rossetti alla biciclettata per Belstaff ; cocktail nel nuovo showroom di Valeria Marini.
Presenti con eleganza il sindaco Letizia Moratti (in abito nero Costume National) e il presidente della Camera della Moda, Mario Boselli, che hanno condiviso la manifestazione con piu' di 300 invitati.
domenica 27 febbraio 2011
Upgrade é tutta Made in Italy !
Upgrade è una poltroncina dalle forme armoniche, adatta per ogni luogo della casa ma anche per l’outdoor.
Disegnata da Alberto Barsaglia e Natalia Rota Nodari e prodotta da Diemmebi, Upgrade diventa una scaletta con tre gradini.
Seduta confortevole ma anche una scaletta sicura che permette di raggiungere i punti più alti di casa.
Ma non solo : in cucina come sedia jolly, in camera da letto come appoggio per i vestiti, in bagno come sgabello o in balcone per leggere il giornale.
Upgrade è ottenuta grazie alla tecnologia rotazionale, è in materiale plastico completamente riciclabile, può reggere 130kg e non ha nessun meccanismo o movimento per trasformasi da seduta a scaletta, è inoltre tutta Made in Italy.
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La Duchesse D'Albe se marie.. a 85 ans !
Le marié, Alfonso Diez, est de 25 ans son cadet !!
C'est la plus grande propriétaire terrienne d'Espagne et elle possède plus de titres aristocratiques que la Reine d'Angleterre, qui devrait donc s'incliner devant elle, selon le protocole.
La duchesse d'Albe est aussi l'une des figures les plus populaires en Espagne.
Et elle est richissime, rebelle et elle a 85 ans.
Cayetana, « María del Rosario Cayetana Paloma Alfonsa Victoria Eugenia Fernanda Teresa Francisca de Paula Lourdes Antonia Josefa Fausta Rita Castor Dorotea Santa Esperanza Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay », cinq fois duchesse, dix-huit fois marquise, vingt fois comtesse et quatorze fois Grande d'Espagne (ouf), est tout simplement « divine en maillot à Ibiza », une « duchesse hippie » toujours aussi « exquise », « cultivée » et « rebelle ».
C'est le credo de la presse people espagnole, la fameuse « prensa del corazón », mais aussi, plus curieusement, d'Espagnols d'ordinaires allergiques aux « famosos ». Ramon, 36 ans, d'habitude plus enclin à commenter les enjeux de politique internationale, souligne :
« C'est la descendante de la “Maja nue” (le tableau “osé” peint par Goya pourrait représenter la duchesse d'Albe) et elle partage cette attitude anti-conformiste.
Toute sa vie, elle a fait ce qu'elle voulait et c'est pour ça qu'elle est autant appréciée. A 85 ans, encore une fois, elle décide de n'en faire qu'à sa tête avec son fiancé. »
Depuis trois ans, et au grand dam de ses six enfants et héritiers, la duchesse d'Albe file en effet le parfait amour avec Alfonso Díez, fonctionnaire de province, hidalgo élégant de 25 ans son cadet.
Oubliés, William et Kate ! Le mariage qui préoccupe la presse people espagnole depuis des mois, c'est le leur.
La reine d'Espagne elle-même a dû intervenir pour tempérer la guerre ouverte entre les enfants et le fiancé et tâcher de refroidir les envies de mariage de la célèbre duchesse.
Mais la dame est têtue, et les plans de table sont à nouveau ressortis en février.
Un peu comme la fille de Liliane Bettencourt qui a finalement retiré sa plainte, la progéniture ducale semble parvenue à un accord avec le prétendant.
« Le mari renoncera devant un notaire à tous les droits et bénéfices qui lui reviendraient en tant que duc », expliquait El Periódico début février, ce qui ouvre la voie au mariage, qui pourrait se célébrer d'ici 2012.
« Un vrai CV de duchesse libertine »
« C'est vrai que nous, les médias, sommes plutôt indulgents avec elle », reconnait une journaliste depuis la rédaction d'un grand magazine people, qui s'en explique :
« Elle est cultivée, polyglotte, nous donne de nombreuses interviews et nous traite toujours bien. »
Et pourquoi un tel intérêt de la part des lecteurs ?
« Elle n'est pas du tout “ prout-prout ” et se fiche du qu'en-dira-t-on : elle affiche un vrai CV de duchesse libertine ».
(Elle est quand même moins patiente avec les paparazzis, comme le montre cette vidéo où elle critique au passage l'interdiction de la corrida en Catalogne : « Ça c'est encore une merde des Catalans. »)
Ce que le novice ne saisit donc apparemment pas, c'est un côté bohème et bon vivant qui a fait d'elle la chouchoute des Espagnols en quête de contes de fée.
Très Andalouse, elle chérit Séville et dansait encore récemment le flamenco jusqu'à l'aube lors de sa grande « fería de abril ».
En plus de ses deux maris et de son fiancé, on lui attribue quantité d'amants, artistes et toréros.
« C'était une vraie beauté », confirme la journaliste.
La saga dei fiammiferi Saffa ..
In immagini una mini saga dei fiammiferi, accessori indispensabili e quotidiani.
Un oggetto umile e effemero ma talmente indispensabile per accendere il gas, una sigaretta, una candelina profumata..
Risale ai primi anni del 1900 questa scatola di "candelotti", fiammiferi che erano in realtà candele in miniatura.
La scatola mostra lo stabilimento della Saffa di Magenta in tutta la sua grandezza: arrivò a coprire 150 mila metri quadrati.
Negli anni Quaranta e in seguito, la fabbrica arrivò a impiegare quattromila operai e a produrre, nel 1942, anche una linea di mobili disegnata da Giò Ponti, e una linea di accendini per Cartier
(Foto: Fagnani. Archivio Tunesi)
Gli impressionisti della Collezione Clark a Milano
I capolavori dei piu' grandi impressionisti, da Monet a Degas, da Manet a Pissarro accanto alle 21 tele luminose e leggere di Renoir, arriveranno a Milano, il 1 marzo, a Palazzo Reale.
Settantatré opere firmate da ventisei maestri francesi dell’Ottocento che nei prossimi mesi viaggerando in Francia e in Spagna per spostarsi nel 2012 nel resto del mondo.
Presenti anche i capolavori dei precursori Corot, Millet e Rousseau, dei pittori accademici dell’epoca Bouguereau, Gérôme, Stevens; e quelle dei post-impressionisti, Bonnard, Gauguin, Toulouse-Lautrec.
Un percorso diviso per temi che accosta i bijoux raccolti duranti decenni da Sterling e Francine Clark che ci fa capire in bellezza la nascita della pittura moderna.
La mostra si apre con la sezione «Impressione», ispirata a quel «Levar del sole» firmato da Monet nel 1872 che due anni dopo avrebbe dato il nome all’intero movimento, qui la varietà dei soggetti mette bene in evidenza l’uniformità di stile che caratterizza i paesaggi di Sisley e Monet, i fiori di Manet, i ritratti di Renoir.
Altro elemento comune è la «Luce», materia da osservare, catturare e fermare sulla tela, protagonista della seconda sezione fatta di paesaggi en plein air e nature morte.
Si passa quindi al cuore del percorso che si snoda tra «Natura», «Mare» e «Città e campagna». Tre temi cari agli impressionisti ma anche ai loro precursori e seguaci. Le tele di Corot e Rousseau affiancate a quelle di Monet ne mettono in luce echi e ispirazioni, e lo stesso accade per le marine di Boudin e le scene di città e campagna firmate da Boldini e Millet.
Seppure basati a Parigi gli impressionisti amavano viaggiare, tra le mete preferite l’Italia, nella sezione «Viaggi» spiccano le tele di Renoir dedicate a Venezia e a Napoli.
Pastorelle, viaggiatrici, dame e prostitute, uomini al lavoro e tranquilli salottieri rappresentano le mille facce di una «Società» variegata a cui gli impressionisti guardano con occhi affettuosi, mai giudicanti.
Come leggero e neutrale è lo sguardo che si posa sui «Corpi» e sui «Volti» delle persone: i nudi morbidi e sensuali di Bouguereau e Renoir, i ritratti impalpabili sempre di Renoir («Ragazza che lavora all’uncinetto») e quelli già moderni di Toulouse-Lautrec («Carmen»).
L’ultima sezione unisce nel nome dei «Piaceri» capolavori come le «Ballerine nella classe di danza» di Degas, la «Ragazza con il ventaglio» e «Il palco a teatro» di Renoir, le «Donne con cane» di Bonnard, «L’incantatore di serpenti» di Gérôme.
In un crescendo di storie che si dipanano di fronte ai nostri occhi, allegre e tristi, semplici e leggere, come soltanto le favole sanno essere.
Palazzo Reale. Piazza Duomo 12 Milano.
Tel. 199.500.200.
Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; giov. e sab. 9.30-22.30.
Euro 9.
Dal 1° marzo (ore 18.30, a inviti) al 19 giugno.
sabato 26 febbraio 2011
Hier soir, les César..
Romy Schneider, première lauréate du César de la meilleure actrice en 1976, illustre l'affiche de la 36ème cérémonie des César dévoilée le mercredi 9 février par l'Académie des arts et techniques du cinéma.
La photo est extraite du tournage du film L'Enfer d'Henri-Georges Clouzot resté inachevé.
La remise de prix s'est deroulée le 25 février au Théâtre du Châtelet à Paris, dans une salle remplie de personnalités du spectacle et de la politique.
Remarqué un Lionel Jospin très souriant et un Frédéric Mitterrand pas très à l'aise..
Antoine de Caunes a animé la soirée de gala présidée par l'elegante actrice américaine Jodie Foster.
Sans oublier Jean Rochefort, auteur d'un mémorable discours d'ouverture.
Roman Polanski, César du Meilleur réalisateur pour "The ghost writer", et "Des hommes et des dieux" de Xavier Beauvois, César du Meilleur film, sont les grands gagnants de l'édition 2011 des César.
"Gainsbourg, vie héroïque", de Joann Sfar, récompensé par le César du Meilleur premier film et aussi pour la performance d'Eric Elmosnino, César du Meilleur acteur pour son interprétation de Serge Gainsbourg, a aussi réussi sa soirée.
C'est la jeune Sara Forestier, pour sa prestation dans le "Nom des Gens", qui a été désignée Meilleur actrice.
Un César d'honneur a été décerné au réalisateur américain Quentin Tarantino.
lunedì 21 febbraio 2011
Villaggi della Val Brembana
Foto di San Giovanni Bianco, San Pietro D'Orzio, Costa San Gallo
Un bel di' fra l'Oglio e il Brembo venne al mondo la polenta.. la la la..
Saltando da una pietra all'altra fra prati e foreste ho cantato questa canzone insieme ai miei compagni durante le vacanze d'estate a Costa San Gallo, nella residenza di vacanze tenuta dalle suore "Sorelle della carità"..
Avevo 8,9,10 anni e non ho solo dei bei ricordi, ma insomma!
La montagna mi dava dei bei colori e mi facevo delle spanciate di mirtilli!
Dunque evviva la Val Brembana!
I villaggi sono dei piccoli tesori con delle chiese ricche di sorprese artistiche.
La città di Bergamo é a qualche decina di chilometri..
Ecco un decoro semplice per passare delle vacanze cool..
venerdì 18 febbraio 2011
Vanessa e Johnny for ever
"Sono perfetta per lui".. Lui é Johnny Depp e lei é Vanessa Paradis
Il suo aspetto apparentemente fragile può far credere che Vanessa sia timida, indifesa, ma è un’impressione sbagliata: lei, dopo tutto, è la donna che è riuscita ad addomesticare il wild boy Depp.
Possiamo immaginare che dietro quel sorriso coi denti leggermente separati, il suo trademark, ci sia una grande determinazione.
Depp dichiara che lei e i loro figli, Lily Rose di 10 anni e Jack di 7, sono la sua ragione di vita: «Non ho più una visione dark del mondo».
Né è geloso del suo successo come attrice: è sugli schermi con una commedia francese sulla seduzione, Il truffacuori (dall’11 febbraio), in cui è un’ereditiera che sta per sposarsi, ma...
La forza interiore della Paradis si è costruita durante un’adolescenza molto particolare.
A 14 anni era già una popstar globale grazie a Joe Le Taxi, canzone in testa alla classifica francese per undici settimane nel 1987, mentre La Isla Bonita di Madonna era al secondo posto.
Il singolo è stato numero uno in 25 nazioni, numero tre nella classifica inglese, ha venduto tre milioni di copie. «Ho finito la scuola, sono andata in vacanza e quando sono tornata mi sono vista sulla copertina di tutti i magazine», ricorda lei.
La fotografa Ellen von Unwerth, per la quale ha posato mentre bacia un manichino in uno strip bar di Parigi, la definisce “una ragazza misteriosa: silenziosa e vulnerabile, ma allo stesso tempo con una forza tale da sfondare giovanissima”.
Andiamo a swappare !
Swappare: nuovo termine preso in prestito dall’inglese, ormai entrato nel nostro linguaggio quotidiano.
Swappare significa scambiare una cosa contro un'altra di uguale valore.
Il BookSwap si terrà il prossimo 6 marzo a Milano: per partecipare basterà portare con sé da un minimo di 2 a un massimo di 10 libri e, per ogni volume da scambiare, si potrà sceglierne un altro tra quelli a disposizione.
Niente a che vedere con un mercatino dell’usato, dunque: durante il BookSwap il libri non si vendono o comprano, ma si scambiano per il puro piacere di condividere la lettura di una storia che ci ha appassionato e che ci ha regalato emozioni e che vogliamo far leggere e vivere anche a qualcun altro.
Ad animare l’evento milanese ci saranno alcune penne italiane (con il loro bottino di libri da swappare) come Matteo B. Bianchi autore del romanzo Apocalisse a domicilio, Alessandro Rimassa lo scrittore di Generazione 1000 euro e Berlino sono io e Ilaria Bernardini, scrittrice e autrice televisiva in uscita con il suo ultimo lavoro Corpo Libero.
L’iniziativa ha anche un fine benefico: tutti i libri non swappati, infatti, verranno donati alle biblioteche per degenti attive presso gli istituti della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia.
Rendez Vous al chiostro del Teatro Grassi
via Rovello 2 a Milano
domenica 6 marzo 2011 dalle ore 17 alle ore 21, con tanti libri da scambiare!
Info:www.bookswap.it
I Love Roma by Trussardi !
Trussardi dichiara il suo amore alla città di Roma in occasione dell’opening della sua nuova boutique in via dei Condotti.
Questo amore é celebrato con una capsule collection di borse in limited edition, che già promettono di diventare uno dei must have di stagione.
Quattro le varianti, in nappa bianca o tessuto jacquard, in versione shopping oppure nel classico modello Boston bag, ma tutte con un romantico cuore rosso e la scritta in pelle nera: le borse “I love Roma”, ideate dal direttore creativo Milan Vukmirovic coniugano la tradizione centenaria della maison a uno stile leggero e innovativo per portare una ventata di ironia e divertimento al guardaroba della prossima stagione.
Perfette per i outfit primaverili !!
lunedì 14 febbraio 2011
Senza tacchi, l'esordio di Francesca Lancini
Francesca Lancini e il suo romanzo d'esordio «Senza tacchi»: les confessioni di una modella milanese.
"Superficiale e spietato". Così Francesca Lancini descrive il mondo della moda nel romanzo «Senza tacchi».
Sulle passerelle dall'età di 18 anni, qualche esperienza come show-girl e attrice, la ventottenne bresciana, milanese d'adozione, esordisce nella narrativa con la storia di Sofia, una modella imprigionata in una vita che non sopporta più.
«È il racconto di un cambiamento, di una presa di coscienza», spiega l'autrice.
«Sofia non sono io, ma anch'io come modella mi sentivo sempre fuori luogo: vedevo queste ragazze ossessionate da Angelina Jolie che saltavano i pasti per non ingrassare... Gli stilisti sostengono che l'anoressia non è loro responsabilità, ma se disegnano solo abiti per taglie 36 chi ci entra?».
Laureata in Scienze della Comunicazione, oggi Francesca Lancini fa qualche sfilata ma ha altre ambizioni: «Mi piace scrivere, di solito con la musica in sottofondo, dai Franz Ferdinand a Tom Waits».
La passione per la letteratura è l'altra cosa che la accomuna a Sofia, assieme all'abitudine di giudicare le persone dai loro libri preferiti.
«Mi accusano di essere snob, ma sono fatta così. Se ti piacciono Balzac, Dostoevskij, Auster, Capote o DeLillo va bene, se vai matto per Fabio Volo allora ti saluto cordialmente, ma finisce lì».
Facile capire perché non ami quella vita milanese che in «Senza tacchi» definisce «un susseguirsi di pose: il lunedì all'Old Fashion, il martedì al The Club, il mercoledì al Nephenta...».
«Per carità, non sono per niente mondana, la mia Milano è quella dei cinema, dei musei, dei parchi, delle piccole sale da tè. E delle domeniche senza auto: dovrebbero indirne di più».
«Senza tacchi» (Bompiani).
Burlesque e piume per un'estate seducente..
Le passerelle primaverili seguono il mood a suon di musical e conquistano i negozi con abiti che puntano su chiffon e piume in tonalità spumeggianti, mentre gli accessori declinano gli status-symbol della seduzione su scarpe e borse dalla personalità intrigante... fino ad accessori body-shaping in metallo “esplosivo”!
Nella foto:
Romantica e maliziosa con il mood prezioso dell'abito in marabù rosa pesca dalle spalline a contrasto di Chanel Primavera/Estate 2011.
Anello in argento smaltato ispirazione lipstick, Delfina Delettrez (225 euro) su pochette in nappa rosa con fiocco, Red Valentino (248 euro, da acquistare nell'e-commerce di Luisa Via Roma).
Il cinquantesimo compleanno del Salone del Mobile 2011
Per il 50° anniversario del Salone del Mobile é prevista un'edizione record, con mostre, eventi e spettacoli.
Creato nel 1961 con l'impegno di pochi ma dinamici imprenditori il Salone del Mobile è diventato grande, con 297.460 ingressi nel 2010 e un giro d'affari ultramilionario.
Il Salone del Mobile festeggia con successo i cinquant'anni con un'edizione record fatta di eventi, mostre, spettacoli e con una promessa: «Continuare a produrre design di qualità, a fare innovazione, a prestare attenzione ai giovani».
I festeggiamenti partono da lontano.
La manifestazione si terrà da martedì 12 a domenica 17 aprile nella Fiera di Rho Pero (quest'anno, oltre al Mobile ci sono Euroluce e il Salone Ufficio), ma già al Piccolo Teatro Studio si terrà lo spettacolo «Mani grandi senza fine», che Laura Curino ha dedicato ai padri del design milanese, dai Castiglioni a Magistretti a Zanuso.
Sempre in centro, il Triennale Design Museum dedicherà la sua quarta edizione agli uomini che hanno creato il sistema mobile italiano (dal 5 aprile), mentre in piazza Duomo sarà allestito «Principia», un percorso multisensoriale firmato da Denis Santachiara (12 aprile - 1 maggio).
In piazza San Fedele sboccerà un bosco di luci ideato da Attilio Stocchi, a Villa Necchi tornerà «La mano del grafico» (8 aprile - 8 maggio) e via Montenapoleone si trasformerà in un museo a cielo aperto.
Primo appuntamento con la presentazione dei Saloni al Piccolo teatro di via Rivoli (talk show con Bruno Vespa, tra gli ospiti Ornella Vanoni, Irene Grandi, Alberto Tomba).
Le parole di Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit: «Non siamo ancora usciti dalla crisi, ma ci auguriamo che i Saloni rappresentino un punto di svolta.
In un momento di difficoltà come questo, il mondo imprenditoriale del nostro sistema sta mettendo anima, passione e soldi per fare business, ma anche per dare al mondo un'immagine dell'Italia vera».
Commento del presidente di Federlegno-Arredo, Rosario Messina: «Il fatturato alla produzione ha il segno positivo rispetto al 2009. Anche se è solo +1,8 per cento, è un segnale molto forte».
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