martedì 28 settembre 2010
Tallin in mostra
La capitale estone è pronta a mettersi in mostra.
Pronta a sfoderare il meglio di sé per l’anno prossimo che la vede Capitale della Cultura.
L’autunno è ricco di eventi nella capitale estone, distribuiti in alcune delle più importanti istituzioni cittadine votate alla cultura, a cominciare dal Museo di Arte Contemporanea KUMU.
In tempi – sempre più fecondi – di Contemporary art, il museo di Tallin si difende bene: è stato infatti premiato nel 2008 come migliore architettura museale europea.
Per l’autunno accoglie una patriottica esposizione dal titolo “Arte Estone in Esilio” che per la prima volta unisce 250 opere d’arte create tra il 1944 e il 1991 da oltre 70 artisti estoni in esilio.
Appena inaugurata, sempre al KUMU, e pronta ad una lunga permanenza (fino al 23 gennaio 2011) è la mostra Constable, dalle collezioni del Victoria and Albert Museum.
Anche in questo caso si tratta di una prima volta dal momento che una mostra di questo calibro del pittore inglese non aveva sino ad ora mai varcato i confini del Regno Unito.
Largo, dunque, agli schizzi ad olio dell’artista, considerati da molti critici dell’arte più significativi dei grandi dipinti ad olio di villaggi e paesaggi.
Dall’arte al cinema, lo sguardo di Tallin occhieggia anche ai cinefili che vogliano approfittare di un city-break invernale per godersi qualche film dell’European Film Awards, in calendario per il 4 dicembre.
Tra i 46 film europei in corsa per le nomination, spiccano anche quattro film italiani: "Mine Vaganti" di Ferzan Ozpetek, "La Nostra Vita" di Daniele Luchetti, "La Prima Cosa Bella" di Paolo Virzì e "L'Uomo che Verrà" di Giorgio Diritti.
Tra un museo e una sala cinematografica, non sfuggirà l’appeal di una città il cui nucleo storico, medievale, compare nei Patrimoni dell’Umanità Unesco.
Mentre, dall’altra parte, una città moderna, tecnologica e internettizzatta (qui è nato Skype!) asseconda le voglie di una gioventù sempre più attratta da questo Est d’Europa che costa poco e incanta molto.
Tra i quartieri più trendy c’è l’ex zona industriale Rotermanni, tra quelli più hard : discoteca Angel (Sauna 1), grandissima e spregiudicata.
E’ solo uno dei tanti party alla moda che tengono impegnati gay, giovani e ragazze di ogni età nelle lunghe notti bianche di Tallin.
Informazioni utili
Estonian Tourist Board
www.visitestonia.com
Disquared 2 una "Little chic girl" per l'estate 2011 !
Sfilate Milano Primavera Estate 2011: DSquared2 ! Una moda elegante, originale e sexy !!!!
Armata di grandi occhiali neri, la "little chic girl" di DSquared2 passera' la prossima Primavera Estate indossando completi maschili, hot pants molto hot, camicie abbinate a denim, giacche asimmetriche.
Di colpo la "chic girl" abbandona i completi dark e un po' fetish per un abbigliamento da ragazzina delicata.
La sera sceglie minidress inguinali bianchi e neri tempestati di grandi pietre dark, oppure lunghi abiti con spacchi profondi.
Non manca lo smoking con tanto di papillon.
Una bella collezione per giovani donne seducenti, chic e sexy !
Notti da film negli hotel più VIP del mondo
Avere la bellissima Vivian (alias Julia Roberts) di Pretty Woman come vicina di stanza, sorseggiare un cocktail - rigorosamente Manhattan - con Carrie e le sue amiche di Sex and the City ?
Grazie all’idea originale di Hotels.com, il servizio internazionale di prenotazione degli alberghi di tutto il mondo, si puo' vivere un momento da VIP sulle orme delle grandi storie raccontate dal cinema.
Se vi capita di passare per Los Angeles, ad esempio, vale la pena alloggiare al Regent Beverly Hills, a pochi passi dal paradiso dello shopping di Rodeo Drive.
Costruito nel 1928 e completamente ristrutturato nel ‘91, il Regent, oltre a essere stato testimone della storia d’amore più romantica degli anni 90 - quella tra Julia Roberts e Richard Ghere in Pretty Woman - ha anche ospitato nelle sue suite diversi personaggi illustri, da Elvis Presley a John Lennon, dal Dalai Lama all’imperatore giapponese Hirohito.
L’albergo comprende 395 stanze, di cui 137 suite extra lusso, e la sua concierge accoglie i clienti con la stessa attenzione e cura rivolta alla provocante ma ingenua Vivian, coccolandoli e soddisfacendone ogni richiesta.
Chi alle romanticherie preferisce l’azzardo può immergersi nell’atmosfera inconfondibile del Bellagio di Las Vegas, dove rivivere l’emozione del gioco e della carambolesca impresa compiuta da George Clooney e Brad Pitt in Ocean’s eleven.
Come nella migliore tradizione della “Sin City”, l’Hotel Bellaggio è un enorme edificio con ben 3.933 stanze che si contraddistingue per la sontuosa fontana - con tanto di spettacoli di luce e acqua - ben visibile anche nell’ultima scena del film.
A parte il famoso casinò, che ospita il World poker tour, un torneo di poker “all’ultimo sangue” con vincite di oltre 1 milione di dollari, il Bellagio offre ai suoi clienti un’ampia varietà di servizi come la grande beauty farm e il salone di bellezza interni, il night club “The Bank” e il Petrossian, dove poter gustare numerosi tipi di vodka accompagnata dal sapore di un sigaro cubano.
Le appassionate fan di “George” e “Brad” possono, inoltre, fare un salto al Pulitzer Hotel di Amsterdam, stavolta per curiosare tra i luoghi dove è stato girato Ocean’s twelve (il cui nome deriva dall’ingresso ufficiale nella banda di Julia Roberts).
Atmosfera completamente diversa - l’albergo è un complesso di 25 appartamenti ricavati da case originali del XVII/XVIII secolo che si affaccia sui due canali di Prinsegracht e Keizersgracht e situato nel cuore della città vecchia - ma certamente più adatta a chi ha amato più il sequel rispetto al primo episodio.
Vero simbolo di Hollywood e dei suoi divi è invece il Roosevelt Hotel: realizzato nel 1927 e prima sede per la cerimonia degli Academy Awards nel suo curriculum conta con film come Prova a prendermi (con Leonardo Di Caprio e Tom Hanks diretti da Steven Spielberg) e ospiti d’onore del calibro di Clark Gable e Marilyn Monroe.
Infine, last but no least, merita inserire nell’itinerario anche il Park Hyatt di Tokyo dal cui ristorante è possibile ammirare - proprio come Scarlett Johansson protagonista assieme a Bill Murray di Lost in Translation - il panorama mozzafiato del monte Fuji, il The London di New York, spesso presente in Sex & the city, e il piccolo ma caratteristico Timberline Lodge (Oregon), ambientazione del capolavoro da brivido di Kubrick.
Indirizzi utili
Hotels.com
www.hotels.com
Hotel Bellagio - Las vegas
www.bellagio.com
Hotel Pulitzer - Amsterdam
www.pulitzeramsterdam.com
Hollywood Roosevelt Hotel - Los Angeles
www.hollywoodroosevelt.com
Regent Beverly Hills - Los Angeles
www.fourseasons.com/beverlywilshire/
Park Hyatt - Tokyo
www.tokyo.park.hyatt.com
The London NYC
www.thelondonnyc.com
Timberline Lodge - Oregon
www.timberlinelodge.com
martedì 21 settembre 2010
Guepiere coulotte e guaine : l'intimo modella il corpo
Le collezioni di La Perla, Intimissimi e Yamamay hanno come parola d'ordine: esaltare le forme e nascondere i difetti
Le collezioni di La Perla, Intimissimi e Yamamay. La parola d'ordine: esaltare le forme e nascondere i difetti
Che può fare una donna che vuole provare il proibito, ma che pur sempre va in ufficio?
Armarsi dei classici simboli della seduzione.
Portare a vista quelle belle guaine o quei reggiseni anni Quaranta quasi più intriganti perché non mostrano il seno.
Giocare molto sul "vedo nudo" con bustier di nylon, proprio quello delle bustaie.
Perché sempre più va in pensione l’immagine della manager per lasciare il posto alla più sensuale donna d'affari. Sfacciata, ma con consapevolezza.
Tanto ardita da portare sotto la giacca un sorprendente abito guepiere (che piace mostrare) o un bustier super tecnico capace di far perdere una taglia.
Una manager fintamente distratta, che eleva la giacca ad abito e l'accompagna solo a un collant con la riga nera, tutt'al più a uno short.
Le donne sognano di essere più sexy e l'intimo ultima generazione é una risposta convincente.
Il "la" l’hanno dato Dolce e Gabbana sdoganando corsetti, guepiere, laccetti e stringhe finiti sopra o sotto con grande naturalezza.
Ma anche lì s’è voltato pagina dato che qualche stagione fa gli abiti di Dolce e Gabbana si potevano avvalere di speciali body che aiutavano, con strategiche imbottiture, a sagomare il corpo meglio di ore e ore di ginnastica.
Assicurata una classica linea ad anfora, qualsiasi vestito scivola sulla seta del body e la silhouette diventa immediatamente perfetta: vitino da vespa, fianco arrotondato al punto giusto, seno in risalto.
È Alyson Le Borges, nipote di Alain Delon, la testimonial d’eccezione della linea Shaping firmata Intimissimi.
Qui ogni capo è studiato per sostenere, rinforzare, modellare le forme naturali del corpo e, soprattutto, per nascondere i difetti.
In pratica seno sostenuto, zona addominale rinforzata, gambe e glutei modellati.
Perché tutte, alte o basse, magre o grasse hanno bisogno di piccoli aiuti.
Anche Yamamay vanta la sua bella Shaping Collection.
L’imperativo è sentirsi più belle e guadagnare fino a una taglia negli appuntamenti importanti e nelle serate eleganti. Momenti cruciali da sfruttare al massimo.
Disegnare le forme, insomma. Coulotte alte e altissime fin sotto il seno, pantaloncini ciclisti, top, sottovesti, gonne avvolgenti per modellare il corpo e renderlo sinuoso grazie a una microfibra modellante particolarmente elastica e a una serie di cuciture che sollevano e esaltano le curve.
Secondo La Perla Shape Couture è un nuovo concetto di intimo.
Il segreto non è solo nell’effetto shaping ma anche nello stile ricco di glamour: l’effetto modellante si arricchisce di tagli sartoriali, inserti di tulle, trasparenze.
martedì 14 settembre 2010
Mamma mia à Paris
Parce que c'est cultissime, et qu'en français c'est encore plus drôle, il faut foncer tester les chansons du groupe ABBA en french version...
Avec Jérôme Pradon (Les Misérables), Sophie Delmas (Dothy et le Magicien d'Oz) et Gaëlle Gauthier (Le Prince et le Pauvre) figurent parmi les heureux élus.
A partir du 19 octobre
Du mardi au samedi, 20h.
Les samedi et dimanche, 15h.
Places de 25 à 82 €
Théâtre Mogador
25, rue de Mogador 75009 Paris Voir le plan
0820 88 87 86
domenica 12 settembre 2010
Un'appuntamento a New York
New York sta per diventare, come ogni anno, protagonista della moda: il nove settembre si é aperto la Mercedes Benz Fashion Week Primavera Estate 2011, con un programma ricco di eventi e di proposte per buyers e appassionati di tutto il mondo.
La settimana della moda della Grande Mela dà l'avvio alle presentazioni delle collezioni per la prossima primavera estate.
Per l'edizione di quest'anno, la fashion week newyorkese abbandona la sua storica location di Bryant Park e si trasferisce nel prestigioso Lincoln Center, uno dei templi dell'arte e del design contemporaneo.
Ad inaugurare le danze é la sfilata di Nicholas K, in programma per le 9 del 9 settembre: il brand, fondato nel 2003 dai Nicholas e Christopher Kunz, sorella e fratello, avranno dunque quest'anno l'onore di inaugurare le passerelle di New York.
Tanti i big attesi nella Grande Mela: da Donna Karan, che sfilerà il 13 settembre con le sue proposte per la prossima primavera/estate, a Calvin Klein, in calendario per la giornata conclusiva della kermesse, il 16 settembre, da Tommy Hilfiger a Ralph Lauren.
Tanti anche gli habitué delle passerelle newyorkesi, che da qualche anno propongono regolarmente le loro creazioni in quest'occasione: Christian Siriano, BCBG Max Azria, Nicole Miller, tra gli altri.
Nell'edizione di quest'anno troverà spazio anche Project Runway, il reality show a caccia di nuovi talenti nel mondo della moda condotto dalla supermodella e stilista tedesca Heidi Klum.
A questi nuovi talenti la Mercedes Benz Fashion Week offrirà un palcoscenico d'eccezione per far sfilare le loro proposte, sotto gli occhi attenti dei più importanti stilisti ed esperti di moda del mondo.
Grande attesa, infine, per il maxi evento Vogue Fashion Night Out, una sorta di Notte Bianca della moda organizzata dall'instancabile Anna Wintour direttrice di Vogue America, che vedrà eventi sparsi in giro per il mondo e culminerà proprio a New York, il 10 settembre, per una maxi-sfilata che coinvolgerà oltre 200 modelle che indosseranno le proposte delle collezioni autunno inverno 2010 2011.
Tra le modelle in passerella, attesi nomi del calibro di Raquel Zimmermann, Daria Werbowy e Karlie Kloss. Insomma, gli ingredienti perché la settimana della moda di New York sia, come sempre, indimenticabile, ci sono tutti: il calendario dell'evento, disponibile online, farà sognare appassionate di moda di tutto il mondo!
Hello Kitty by Victoria Couture
Diplômée d'ESMOD, Victoria Casal commence sa carrière styliste chez Daniel Hechter, puis se lance dans la joaillerie.
Ses collections sont pleines de mode et de féminité et sa signature n'est autre que l'originalité. Elle rencontre le succès, s'installe place Vendôme puis décide de revenir à ses premières amours : le prêt-à-porter.
Victoria Couture est née en 2006 et elle propose une collection femme et fillette placée sous le signe du cachemire ayant pour égérie la célèbre chatte blanche Hello Kitty des années 80.
Dans l'univers du luxe, la créatrice propose un large choix de produits - vêtements pour femmes et filles, maroquinerie, papeterie, joaillerie... et enchante mères et filles !
D'ailleurs, il n'est pas rare d'apercevoir les peoples en Victoria Couture : de Paris Hilton à Cameron Diaz en passant par Mariah Carey.
Hello Kitty by Victoria Couture
Must have de la saison, un très joli sac Victoria Couture blanc en cuir matelassé (à 219,80 € au lieu de 314 € chez Sistershopping).
Tendance, même pour sauter dans les flaques d'eau, grâce à des bottes de pluie Hello Kitty by Victoria Couture noires à 85,95 € et bien au chaud sous une doudoune Victoria Couture grise ou rose à 99,95 € - (le tout chez 3Suisses).
une table David Hodkinson
Le talentueux architecte anglais associe le bois massif - l’acacia - et la laque pour créer cette table de la collection "Fifties like" aux formes arrondies (360 €) qui peut être , selon les envies, une table d'appoint, un bout de canapé ou bien une table de chevet.
Dans cette même ligne, l'éditeur 50's Red Edition propose l'enfilade design décliné en 3 coloris de laque, 960 € et pour 1175 €, le buffet.
Les créations Red Edition
En 2007, l'éditeur Red Edition se lance sur le créneau précis du mobilier des années 1950 (Fifties et Art Déco).
Période riche de l'Après-Guerre où se révèlent entre autres Jean Prouvé, Arne Jacobsen. distribue les meubles de créateurs parmi lesquels Quassar Khanh et sa collection organique en aluminium (en exclusivité), les nids de Nua de la talentueuse paire Marie Macon & Anne-Laure Lesquoy et le mobilier en acacia laqué "colorful" de l'Anglais David Hodkinson.
venerdì 10 settembre 2010
Yamasita crea Ayami per Asics
AYAMI é una nuova collezione d' l'abbigliamento femminile per il running, creato dal designer giapponese Yamashita.
AYAMI, che in giapponese significa bellezza, è una collezione di capi dai tessuti tecnici, dalle linee asciutte e dai dettagli e colori pensati per essere combinati e sovrapposti.
Ciclamino, bianco, magenta, giallo, grigio, vinaccia, nero… tinte unite, dettagli in contrasto e fantasie per un mix e remix fresco e femminile!
Una curiosità? Per AYAMI la bellezza è naturale, è equilibrio, e non a caso a dare un volto alla campagna non sono state scelte modelle, ma vere runners!
giovedì 9 settembre 2010
La festa della piadina
Un weekend di abbuffate in onore del “pane dei romagnoli”.
Nei chioschi, in spiaggia e per strada la piada si gusta classica, gigante, con i fichi o il pesce azzurro. E poi laboratori, merende, concerti e low cost per la notte
In piazza della Libertà, a Bertinoro, sabato sera saranno in tanti, notaio compreso, per assistere alla preparazione della piadina da Guiness dei Primati: 4 metri di diametro, 100 chili di farina e 25 di strutto.
Inizia in grande la kermesse PiadinaDays, due giorni (11-12 settembre) interamente dedicati al “pane dei romagnoli”, da gustare in tutte le salse nei 27 comuni della Provincia di Forlì-Cesena.
Un tour de force del gusto con un programma che ha, come parola d’ordine, l’imperativo “abbuffatevi”.
Chioschi, ristoranti, stabilimenti balneari e agriturismi per 48 ore preparano piadine farcite di pesce azzurro di Cesenatico, ripiene di Squaquerone e fichi caramellati, imbottite di affettati o servite con la nutella.
Un matrimonio di sapori che celebra la più verace e ghiotta tradizione romagnola. Insieme alle piadine classiche (con l’impasto di farina, acqua, un pizzico di bicarbonato, sale, strutto e latte), si assaggiano anche le succulenti varianti, come le “cantarelle" (più leggere), i tortelli alla lastra e le piadine dolci e fritte, una prelibatezza per il palato.
Ma ai PiadinaDays non si mangia soltanto: tante iniziative in programma tra merende, concerti, incontri letterari, tour nelle cantine e nelle aziende agroalimentari e, naturalmente, laboratori culinari per imparare l’arte della piadina guidati da esperte arzdore (o sfogline), pronte a svelare i trucchi del mestiere.
Da mettere in agenda le degustazioni di Piadina al prosciutto, Romagna dappertutto, nei comuni di Castrocaro Terme, Pieve Salutare e Terra del Sole. A Santa Sofia, invece, domenica 12 settembre va in scena Il cibo e l’arte dell’ironia, una lettura itinerante in cinque tappe lungo il Parco fluviale del Bidente: a ogni sosta, assaggi di prodotti a chilometro zero. Piadina di montagna, il gusto ci guadagna è l’evento organizzato dal comune di Tredozio: forni aperti per conoscere da vicino la piadina locale, il “bartolaccio”, che assomiglia a un paffuto tortello.
A Galatea il cibo diventa multietnico con il laboratorio Dalla piadina al pane azzimo: dialogo tra culture. Uno scambio gastronomico tra le anziane di Galatea e le donne straniere a colpi di piadine, focacce, chapati e pane senza sale.
Musica e sport sono di casa a Cesenatico: sabato sera, per i nostalgici si balla il liscio romagnolo, per gli affamati si mangiano piade e pesce; mentre domenica si corre la Pantanissima, gara di ciclismo in onore del pirata Marco Pantani.
Vale la pena, prima di ripartire, fare una puntata a Gambettola dove si acquista il "kit del piadinaro doc", con teglia, scopino di saggina per lavarla e ricettario.
Info: PiadinaDays, 11-12 settembre 2010, www.piadinadays.it.
Sul sito il programma completo degli eventi e i pacchetti per il weekend in Romagna nei 27 comuni della provincia di Forlì-Cesena (www.turismo.fc.it).
La playlist delle canzoni che ci fanno bene
Secondo lo studio triennale di un'universita' scozzese incaricata di valutare le canzoni benefiche per la salute: ideali i Pink Floyd e Gloria Gaynor
In "classifica negativa": evitare "Cigarettes and Alcohol" degli Oasis e "Everybody Hurts" dei Rem.
La canzone giusta al momento giusto : al mattino, i gorgheggi di Gloria Gaynor sulle note di "I Will Survive" potrebbero essere ideali per la salute.
In alternativa, i Pink Floyd.
Lo sostiene uno studio della Caledonian University di Glasgow che ha lanciato un progetto triennale di musicoterapia per selezionare i brani musicali che fanno bene alla salute, da adoperare per i pazienti affetti da disturbi dell’umore e depressione. Accanto a Gaynor, promossi anche Louis Armstrong che canta What a Wonderful World e Comfortably Numb dei Pink Floyd. «L’impatto di un brano musicale su una persona - spiega il coordinatore del progetto Don Knox - va oltre quello che si pensa, tanto che un tempo veloce può risollevare l’umore mentre uno lento buttarlo giù».
Il progetto, che è finanziato dall’Engineering and Physical Sciences Research Council, vaglierà melodie, toni e strutture di migliaia di pezzi, alla ricerca del mix di note più salutare, scartando quelle che "nuociono gravemente alla salute".
Una prima classifica "negativa" già esiste. Se si ha qualche acciacco, suggeriscono i ricercatori, meglio evitare "Cigarettes and Alcohol" degli Oasis o "Everybody Hurts" dei Rem.
Anche i titoli possono destare sospetti e, quindi, meglio tenersi lontani da "Cardiac Arrest" dei Madness.
martedì 7 settembre 2010
Comme Luke Sky Walker
Comme Luke SkyWalker à l'Hotel Sidi Driss, Matmata (Tunisie) ...
C'est dans ces logements troglodytes que le héros de Stars Wars avait élu domicile. Si l'idée de vivre dans des niches creusées dans la terre ne correspond pas à votre idéal du luxe, il est toujours possible de frôler le sol de Tatouïne en visite guidée et de dormir dans un lit douillet, ailleurs.
Le plus : prix imbattable, moins de 20 euros la nuitée
Le moins : confort sommaire avec toilettes partagés de cette résidence berbère
Infos : www.bonjour-tunisie.com
sabato 4 settembre 2010
Edward Hopper à l'Hermitage de Lausanne
A ne pas rater l'exposition des oeuvres d'Edward Hopper (1882-1967), le plus américain des peintres à l'Hermitage de Lausanne.
Le propos est centré sur le processus créatif, du croquis à la toile finale.
En 1968, Josephine Hopper, dite «Jo», meurt de sa belle mort le 6 mars.
Cette dame de 85 ans est depuis neuf mois la veuve d’Edward Hopper, auquel elle a été mariée quarante-trois ans.
Elle resta même son unique modèle féminin.
Cette dame élevée de manière très chrétienne s’était ainsi retrouvée dans des positions peu catholiques.
L’érotisme tient en effet une part importante dans l’œuvre de l’artiste.
Les Romands peuvent aujourd’hui le vérifier à la Fondation de l’Hermitage.
Que faire de l’héritage? Il n’y a pas d’enfants.
Ou plutôt si, il en existe un de substitution.
Il s’agit du Whitney Museum of Art de New York, qui a acheté son premier Hopper en 1930 et a toujours veillé sur le peintre.
Josephine lui laisse donc entre 2500 et 3000 œuvres (les chiffres varient selon les sources).
Il y a là plusieurs invendus importants, les toiles de jeunesse, des gravures et une quantité énorme de dessins.
Formé de manière classique, Hopper toujours préparé ses tableaux avec d’innombrables esquisses, exécutées sur place au crayon Conté.
Ce patrimoine se voit largement exploité dans l’«Edward Hopper», qui ouvre ses portes ce vendredi à Lausanne. «Je ne voulais pas monter une rétrospective de plus», explique la directrice Juliane Cosandier, qui reprend, en version supérieure, une exposition créée par Rome et Milan.
«Je garde un souvenir ébloui de celle qu’avait montée en 1990 Charles Goerg pour le Musée Rath à Genève.»
Que faire? Eh bien raconter la genèse de quelques peintures importantes.
Le commissaire Carter E, Foster, issu comme il se doit du Whitney, confronte le résultat définitif avec les œuvres préparatoires. Le public voit tout se mettre doucement en place.
A un certain moment, le résultat semble clair. Hopper, qui travaille en studio à New York, ou dans sa maison de campagne, n’a plus qu’à le reproduire en grand et en couleurs.
On connaît la popularité de l’œuvre du peintre, succès qui se concentre sur les œuvres à résonance urbaine, où des hommes et des femmes très las sont ensemble sans jamais vraiment communiquer.
Elles ont été reproduites dans quantité de monographies. Des éditeurs les ont empruntées comme couvertures pour des romans ayant (ou non) des liens avec l’Amérique des années 30 à 60 (merci Actes Sud!).
Un de mes voisins de bureau utilise même «Night Hawks» de 1942 comme fond d’écran. «Je l’ai trouvé dans une liste de propositions informatiques et le tableau m’a tout de suite plu.»
Pourtant, et c’est la chose qui frappe devant les toiles originales présentées à l’Hermitage, l’artiste flatte peu le public. Outre le fait que les sujets se révèlent en réalité sinistres, il y a le refus du beau dessin, alors même que les esquisses sont exécutées d’un crayon particulièrement brillant.
La couleur reste sinon terne, du moins sourde. Les personnages, au visage stylisé et durci, refusent tout contact avec le spectateur.
Il n’y a enfin aucun effet spectaculaire du pinceau. Il s’agit bien là d’une peinture plate.
Aussi plate que peut l’être celle de René Magritte, autre artiste ayant assuré son pain quotidien par la publicité.
Pourtant, ces images nous parlent. Surtout celles dotées de personnages. Comment ne pas être touché par la femme assise sur son lit de «Morning Sun»?
Quelle énigme nous cache «Sept heures du matin»? Vers quel horizon regardent les deux femmes de «Soleil au balcon», qui fait l’affiche et la couverture du catalogue? S’il n’y a pas de métaphysique Hopper, comme il s’en trouve une chez Giorgio de Chirico, il existe bien chez lui un mystère.
Très intelligemment, en tenant compte de l’architecture prégnante de l’Hermitage, Carter E Foster a créé des sections thématiques.
L’une concerne la période parisienne de 1906-1910. On oublie trop que l’artiste s’est formé en Europe, regardant les musées et se moquant des avant-gardes.
Une autre regroupe les autoportraits, presque tous de jeunesse. Il y a là quelques dessins splendides. L’érotisme se cache dans un cabinet.
Aux essais très académiques correspond ici un tableau en rupture, «Girlie Show», posé comme il se doit par Mrs Hopper.
Les illustrations, de qualités très variables, se voient réunies dans un corridor. Vous saurez qu’Hopper a aussi exécuté ainsi une épouvantable couverture d’album pour une histoire de Jeanne d’Arc.
Que retirer de cette exposition réussie?
Qu’il faut finalement un regard pour aboutir à un résultat, même si le public populaire préférerait sans doute une guirlande de chefs-d’œuvre patentés.
Carter E. Foster peut être content de lui. Juliane Cosandier peut se montrer fière d’elle. D’ailleurs, elle rempile, «en dépit de l’âge».
«Edward Hopper, Fondation de l’Hermitage, 2, route du Signal, Lausanne, jusqu’au 17 octobre.
Tél. 021 320 50 01,
site www.fondation-hermitage.ch
Ouvert du mardi au dimanche de 10h à 18h, le jeudi jusqu’à 21h. La Cinémathèque suisse organise parallèlement une rétrospective avec dix-sept films inspirés, de manière consciente ou non, par Hopper.
Site www.cinematheque.ch
venerdì 3 settembre 2010
Clotilde Courau al Crazy Horse
Clotilde Courau si esibirà in settembre sulla scena del leggendario Crazy Horse di Parigi .
La vita notturna di Parigi, immortalata da indimenticabili romanzi, film, canzoni, ha da più di mezzo secolo un luogo simbolo, quasi un tempio per tutti quelli che cercano nella capitale dell’amore anche la trasgressione: il Crazy Horse.
Leggendario cabaret tempio del nudo artistico, questo palcoscenico ospita l’unico show in grado di esaltare non solo la bellezza e la sensualità, ma anche il talento e la personalità delle sue splendide ballerine.
Sono in tante le star ad essersi avvicendate davanti al pubblico cosmopolita del Crazy Horse, che ha aggiunto un accento glamour ad artiste come Dita Von Teese, Carmen Electra, Arielle Dombasle.
Dal 19 al 29 settembre le scene saranno tutte per una vera principessa, nota finora per la sua raffinata bellezza: Clotilde Courau, attrice francese moglie dal 2003 del principe Emanuele Filiberto di Savoia.
Clotilde affronterà sul palcoscenico dello show più sexy di Parigi quattro quadri artistici: due brani musicali, di Colette Renard e di Coccinelle, ballerina e attrice transessuale francese scomparsa nel 2006, un balletto ispirato al musical “Chicago” e un adattamento della “Regina Rossa” di Marlene Dietrich.
Gli arrangiamenti musicali saranno a cura di David Coulter.
In un’intervista sul quotidiano La Stampa, Clotilde dichiara di aver scelto questo show per la sua esigenza di trovarsi sempre in un posto nuovo: “La qualità artistica di un progetto, spostare i miei limiti, è una cosa che adoro, ne ho bisogno”, prediligendo “l’ispirazione del movimento dadaista con l’artista libero che si racconta attraverso le sue scelte”.
Uno spettacolo erotico per una principessa di stile? “Le parole erotico e sensuale non mi turbano affatto”, commenta, “e non si può ridurre il Crazy Horse alla parola erotico: c’è della modernità, della poesia in questa maison”.
Per l’occasione Clotilde vestirà (o svestirà, a seconda dei punti di vista), abiti creati in esclusiva per lei da Roberto Cavalli, che ha già vestito la principessa in passato e che quest’anno festeggia i 40 anni di attività della sua maison:
“Creare abiti per Clotilde è sempre fantastico”, dichiara lo stilista fiorentino, “è una donna meravigliosa, piena di vita e sensuale, capace di giocare con la sua femminilità, aggiungendo sempre un pizzico di ironia”.
Un’ammirazione che la Courau ricambia di cuore, ritenendo Cavalli “uno che ha sempre amato la donna che si fa carico della propria modernità, sensualità ed erotismo”.
Dal 19 al 29 settembre 2010 al Crazy Horse di Parigi
Prezzi : a parire da 90€ per persona
http://www.crazyhorseparis.com
Cibi fuori prezzo, i piu' cari del mondo !
Serendipity: é il dessert più costoso al mondo. La coppa americana (vedi foto), servita al Serendipity 3 di New York (225 East 60th Street), é un gelato al cioccolato con cacao proveniente da 14 paesi, aromatizzato con cinque grammi d’oro e scaglie di tartufo.
Il prezzo è di 25.000 dollari (vale a dire, circa 17.000 euro).
Acqua Kona Nigari: è un’acqua minerale che arriva direttamente dai fondali cristallini delle Hawaii, prelevata a più di 600 metri di profondità.
La Kona è ricca di sostanze minerali ed è priva di qualsiasi sostanza inquinante, ma per essere bevuta deve essere diluita con acqua normale. Costi 370 dollari al litro (250 euro), e sta riscuotendo grande successo in Giappone.
Pizza Bellissima: venduta nel ristorante Nino’s di New York (39 West 46th Street), non è la classica Margherita. Per degustarla è indispensabile una prenotazione di 24 ore di anticipo, per un costo di 50 dollari a morso, ossia mille totali (670 euro).
Ricoperta con pezzetti di coda d’astice, panna acida francese e quattro tipi di caviale, la Bellissima deve il suo prezzo proprio alla quantità di uova di storione usata nella sua preparazione.
Tartufo piemontese: é tra i cibi più costosi in assoluto, come l’italianissimo tartufo bianco del Piemonte, venduto fino a 600 dollari l’etto (400 euro)… senza dimenticare la vendita record del 2007 di un esemplare di 1.300 grammi a 330.000 dollari (220.000 euro).
Caffè Kopi Luwak: un caffè di ottima qualità prodotto con chicchi ingeriti e defecati dal Musang, una sorta di gatto-scoiattolo che vive nelle foreste asiatiche.
Strano, ma vero: il miracolo di gusto sembra che avvenga proprio nello stomaco dell’animale, dove gli enzimi rompono le proteine superficiali del chicco donandogli un particolare sapore dolce. Non è un caso allora se questo caffe costa 133 dollari all’etto (89 euro).
Cocktail Martini: per sorseggiare un drink di gran lusso, il Martini Cocktail, puo' ofrire la sorpresa di trovare nel fondo del bicchiere, al posto della semplice oliva un preziosissimo diamante firmato Bulgari da un carato, dal valore di ben 16.000 dollari (10.700 euro).
Il top del cioccolato: per gli appassionati dei dolci e delle esperienze uniche c’è il tartufo Chocopologie, in cui il cioccolato è made in Valhrona, una delle maggiori case produttrici francesi di chocolat di altissima qualità. Il costo è di 577 dollari l’etto (386 euro).
Il miglior caviale: senza dubbio è l’Almas Caviar, prodotto dallo storione Beluga del Mar Caspio.
Questa rara prelibatezza è venduta dalla Casa del Caviale di Londra (161 Piccadilly London W1J 9EA, United Kingdom), in un piccolo contenitore d’oro, a 781 dollari (522 euro) l’oncia (un’oncia corrisponde a 28 grammi).
Carne Kobe: dimenticavi la solita “fettina”, se volete puntare in alto, c’è la carne Kobe, razza pregiata di bovini giapponesi che a causa
dell’isolamento ambientale mantengono caratteristiche genetiche particolari.
La loro carne è tenerissima, saporitissima e con numerose proprietà nutritive, inoltre queste vacche crescono molto lentamente ed hanno un massaggiatore che le cura ogni giorno per rendere la carne più tenera. Questa carne, a seconda del taglio, arriva a costare 33 dollari all’etto (22 euro).
Zafferano: nella sua lunga storia lo zafferano è stato più caro dell’oro e anche oggi è la spezia più costosa del mondo, per la sua raccolta e produzione rigorosamente a mano: può raggiungere infatti i 1.100 dollari all’etto (735 euro).
Panino McDonald’s: il panino più costoso del mondo è in vendita presso i grandi magazzini Selfridges di Londra (Selfridges London – 400 Oxford Street London W1A 1AB ) a 85 sterline (equivalenti a 123 euro circa). Ingredienti: carne di manzo Kobe, foie gras, tartufo nero, formaggio brie de maux, peperoni rossi, senape, pomodori di prima scelta, prugne e pane a lievitazione naturale.
Iscriviti a:
Post (Atom)