Alain Delon mette all’asta la sua collezione d’arte: “E’ la mia eredità", di un valore pazzesco.
“Grande collezionista dall’occhio istintivo e animalesco”, l’attore “è stato uno dei maggiori acquirenti di disegni degli anni ’60 e ’70, quando non erano di moda”, ha sottolineato.
Nel 2007, Alain Delon aveva disperso opere moderne, spiegando al quotidiano Le Monde “che preferisce saldare adesso” a causa del suo “odio” per le vendite postume.
Nel 2016, dopo aver disperso la sua cantina di grands crus, i suoi orologi e le sue armi da collezione, Alain Delon ha venduto all’asta anche una collezione di bronzi Bugatti che aveva riscosso un grande successo.
Tra i pezzi forti della collezione figurano:
“La plage de Sainte-Adresse” del 1906 di Raoul Dufy (1877-1953), con una stima di 600.000-800.000 euro;
due opere di Eugène Delacroix (1798-1863), “Cheval arabe attaché à un piquet” del 1825 (400.000-600.000 euro) e “Chef Arabe, Maroc (50.000-80.000 euro),
Un paesaggio di Albert Gleizes (1881-1953), dipinto nel 1914-15 (200.000-300.000 euro);
Quattro opere di Jean-François Millet (1814-1875).
“Genova, gli Appennini” è un delicato olio su tela del 1834 di Camille Corot (1796-1875), stimato 100.000-150.000 euro.
Un piccolo disegno di Domenico Beccafumi (1486-1551 circa) raffigurante Sant’Antonio sul fronte e donne inginocchiate sul retro sarà in vendita con un prezzo di 50.000-80.000 euro.
Il disegno San Giorgio che uccide il drago a penna e inchiostro di Veronese (1528-1588) è valutato 40.000-60.000 euro.
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