Affascinante, bello, ricco, amante dello sport, dell’arte, delle donne, è stato il rappresentante di spicco dell’economia italiana nel mondo, il re d’Italia senza corona e uno degli uomini più ammirati per il suo stile inconfondibile e la sua innata eleganza.
Portava il nome del nonno – Giovanni, fondatore della FIAT – ma tutti lo chiamavano Gianni, o l’Avvocato, un soprannome che si era guadagnato con la laurea in legge.
Gianni Agnelli nasce a Torino, il 12 marzo 1921, secondo di sette fratelli.
Suo padre Edoardo muore tragicamente in un incidente aereo nel 1935, quando Gianni ha appena 14 anni e questo lo porta a stringere un legame strettissimo con il nonno Giovanni, fondatore della FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino).
Il rapporto tra i due non si incrina neanche quando il senatore Giovanni si oppone alla nuora Virginia Bourbon del Monte, colpevole di aver intrecciato una relazione con il giornalista e scrittore Curzio Malaparte.
Questo conflitto si risolve con un compromesso firmato nel 1937 : la custodia dei 7 figli rimane a Virginia, che rinuncia a sposare il suo amante.
Virginia Bourbon del Monte morirà qualche anno dopo, nel 1945, in un incidente automobilistico.
Nello stesso anno muore il senatore Giovanni Agnelli.
Le redini della FIAT non passano a Gianni Agnelli, ma a Vittorio Valletta, grande figura manageriale che guiderà l’azienda torinese per un ventennio, ponendo delle basi solidissime per la crescita della FIAT, soprattutto negli anni del boom economico.
A Gianni Agnelli sono riservate, al momento, delle cariche onorarie e di rappresentanza, che gli valgono come apprendistato, e la Presidenza della Juventus, squadra di calcio che il padre Edoardo aveva portato al successo.
Il giovane erede di casa Agnelli sceglie, infatti, di seguire il consiglio di suo nonno di prendersi qualche anno di libertà, prima di immergersi nelle preoccupazioni dell’azienda.
Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Torino e, giovanissimo, ha preso parte al secondo conflitto mondiale, arruolato nel 1° reggimento “Nizza Cavalleria”, così ora inizia a godersi la giovinezza, compiendo numerosi viaggi, frequentando i luoghi della mondanità e le personalità del jet-set internazionale: attrici, principi, uomini politici (è di questi anni l’inizio della sua amicizia con John Fitzgerald Kennedy).
Nel 1953 Gianni Agnelli sposa la principessa Marella Caracciolo di Castagneto, alla quale rimarrà accanto per tutta la vita, nonostante pettegolezzi sulle infedeltà coniugali.
La coppia ha due figli, Edoardo – morto celibe, suicida, a 46 anni nel 2001 e Margherita, sposata in prime nozze con Alain Elkann, dal quale ha 3 figli, John Jacob detto Jaki – erede designato alla guida del gruppo – Lapo e Ginevra, e in seconde nozze con il nobile russo Serge de Pahlen, dal quale ha avuto 5 figli.
Nel 1966 Gianni Agnelli assume finalmente la guida della FIAT.
Gli anni del miracolo economico italiano sono ormai finiti e l’Avvocato deve gestire una situazione delicata, con forti tensioni sociali, chiamata “autunno caldo”.
C’è il problema del rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici – che verrà siglato nel 1970 al termine di una lunga serie di scioperi -,e c'è il problema della politica industriale di Valletta (terra/mare/cielo).
Gianni Agnelli decide di cedere alcune quote delle produzioni della Divisione Mare e della Fiat Velivoli e di concentrarsi sul settore automobilistico: tra il ’69 e il ’70 vengono acquisite la Ferrari e la Lancia, viene avviato un ambizioso progetto per rendere noto il marchio FIAT a livello internazionale e vengono aperte unità produttive anche in Polonia, Spagna, Yugoslavia, Brasile, Argentina e Turchia.
Nel 1974 viene eletto Presidente della Confindustria, carica che mantiene fino al 1976.
Nel 1979 c'è una nuova crisi economica iniziata qualche anno prima.
Si parla di 14.000 licenziamenti.
Gli scontri tra l’azienda, da una parte, e i sindacati e il Partito Comunista, dall’altra, si fanno durissimi: i cancelli di Mirafiori vengono “bloccati” per 35 giorni, finché si arriva al 14 ottobre del 1980 alla cosiddetta “marcia dei quarantamila”, dal numero di lavoratori che reclamano il diritto di lavorare.
La FIAT, sotto pressione, rinuncia ai licenziamenti e mette in cassa integrazione 23.000 dipendenti.
Per il sindacato è una sconfitta storica, per Gianni Agnelli una vittoria che può finalmente dare una svolta decisiva alla FIAT.
Gianni Agnelli, affiancato da Cesare Romiti, rilancia la Fiat in campo internazionale e, in pochi anni, la trasforma in una holding con interessi differenziati, che non si limitano più al solo settore dell’auto (in cui fra l’altro aveva ormai assorbito anche l’Alfa Romeo), ma vanno dall’editoria alle assicurazioni.
La scelta risulta vincente e gli anni ’80 si rivelano fra i più felici di tutta la storia aziendale.
Gianni Agnelli si consolida sempre di più come figura di spicco dell’Italia nel mondo, di re senza corona e di uomo di stile. I suo vezzi, le sue stravaganze in fatto di stile diventano simbolo di eleganza e di raffinatezza: a cominciare dall’imitatissima “erre moscia” fino all’orologio sul polsino.
Al suo posto, Gianni Agnelli designa come suo successore John Elkann, primogenito di sua figlia Margherita.
Il 24 gennaio 2003, Gianni Agnelli muore di una lunga malattia nella sua residenza Villa Frescòt.
Il funerale, trasmesso in diretta da Rai Uno, si svolge al Duomo di Torino, seguito da un’enorme folla.
Gianni Agnelli è sepolto nella monumentale cappella di famiglia presso il piccolo cimitero di Villar Perosa, nei pressi della storica dimora estiva degli Agnelli.
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