venerdì 27 giugno 2025

Allora con il cappuccino prendiamo una brioche, un cornetto o un croissant ? Tutto o quasi tutto su questo dilemma.



Brioche,  cornetto o croissant ? 

Allora, cosa scegliere ? 

Ore 8 e 30 del mattino, siamo in un bar di Milano e qualcuno ordina un cappuccino e una brioche, mentre qualcun altro a Napoli chiede un cappuccino e un cornetto...

Ma non staranno per caso facendo la stessa colazione ? Vero.

Ecco dunque apparire le vere differenze (o divergenze) fra il settentrione e il meridione: è tutta una storia di linguaggio

perché entrambi stanno mangiando la stessa cosa : chiamarla brioche è soltanto un uso improprio del termine, diffuso al Nord Italia.


La vera brioche è diversa dal cornetto, ma attenzione: nessuno dei due è un croissant!

Le differenze fra brioche, cornetto e croissant si trovano negli ingredienti, nella forma e nella storia.

Facciamo subito chiarezza.

Brioche, cornetto o croissant : le differenze

Cos'è la brioche ?

La vera brioche francese è un dolce lievitato preparato con

burro, farina, zucchero, uova, lievito, acqua e strutto. 

Presenta una maggiore quantità di burro e zucchero rispetto ai

suoi "colleghi" ed è più soffice e gonfia.



La sua forma è tondeggiante e spesso presenta una pallina di impasto sulla superficie, similmente a una brioche siciliana col tuppo

La brioche alla francese può essere vuota oppure farcita con creme, cioccolata, marmellate e confetture,


mentre quella siciliana viene inzuppata o farcita con granita e gelato.




"Se non hanno il pane, che mangino le

brioches", questa celeberrima frase è stata sempre falsamente attribuita a Maria Antonietta, in riferimento al popolo ribelle durante la"guerra delle farine" per l'aumento del costo del pane. 

In realtà la povera regina di Francia, decapitata nel 1793, pur

non brillando in simpatia non ha mai proferito queste parole.

La frase è stata scritta da Rousseau nelle "Confessioni", in

riferimento a un evento del 1741, quando Maria Antonietta non era ancora nata. 

Il filosofo svizzero fa effettivamente riferimento a una

"principessa" ma non è, ovviamente, la regina francese.  Questa fake news è però antichissima: è stata messa in giro proprio durante la Rivoluzione Francese proprio per

screditare Maria Antonietta. 

In base ai testi tra le tante frasi presuntuose e fuori luogo della moglie di Luigi XVI, non c'è nulla in riferimento al dolce francese. 

Nell'immaginario collettivo italico questa affermazione non ha

senso : perché accomunare un pezzo di pane a un cornetto ?

Perché in realtà la brioche, nella forma ottenuta dalla ricetta tradizionale, ricorda proprio un pezzo di pane.

In Italia c'è poi un'altra fake news, quella che la vede come sinonimo di un cornetto. 

Non è così: la brioche è la brioche, ha una

sua dignità. 

Questo lievitato di origine francese è fatto con burro,farina, zucchero, uova, lievito, acqua e strutto. 

A differenza di croissant e cornetto, questo dolce presenta una quantità di burro e zucchero decisamente maggiore, è

più soffice e più gonfio. 

Nella versione tradizionale francese è un pezzo unico,

molto grande, dal quale è possibile staccare degli "involucri" più piccoli, in maniera molto simile al « Danubio napoletano ».  

La versione più celebre in Italia è sicuramente la brioche siciliana col "tuppo", un dolce con una pallina di impasto sulla superficie.



Cos'è il cornetto ?




Il cornetto all'italiana deriva da un dolce

tipico viennese :

si tratta del kipfel, una specialità sia dolce che salata, a forma di mezzaluna. 


Il "cornetto all'italiana" in sé per sé non esiste : è dura da mandar giù ma è così. Il nostro cornetto è solo una variazione di un tipico dolce viennese, il kipfel. 

La forma a mezzaluna è stata ideata dai panettieri austro-ungarici per celebrare la fine dell'invasione ottomana del 1683 ("kipfel" vuol dire proprio "mezzaluna" in tedesco). 

Secondo la leggenda, il kipfel sarebbe nato per festeggiare la fine dell’assedio ottomano di Vienna, nel 1683. 

Si racconta infatti che i soldati turchi avrebbero cercato di

entrare in città scavando delle gallerie sotterranee per sorprendere gli abitanti ma sarebbero stati scoperti dai fornai

intenti a preparare il pane. 

La mattina dopo un pasticciere di nome Vendler avrebbe festeggiato la vittoria con un dolce a forma di mezzaluna, il cornetto appunto, simbolo dei nemici sconfitti. 

L’assedio di Vienna avrebbe dato origine anche alla tradizione del caffè: si racconta che gli Ottomani, lasciando in fretta l’accampamento, avrebbero abbandonato dei sacchi pieni di caffè non tostato. 

Questi sacchi di caffè sarebbero stati scoperti dall’ufficiale polacco Jerzy Franciszek Kulczycki, che avrebbe aperto la prima caffetteria di Vienna nel 1683

(anche se altri studi sostengono che sarebbe stata aperta dal

mercante Johannes Theodat nel 1685).

Grazie agli stretti rapporti commerciali tra Austria e Repubblica di Venezia, questo dolce a forma di mezzaluna arrivò in Italia attorno al 1768 e si diffuse insieme ad altri piatti tipici austriaci come i krapfen (bomboloni fritti e ripieni di crema) e il gulasch (uno stufato di carne e verdure insaporito con la paprika) dopo l’istituzione del Regno Lombardo-Veneto a inizio Ottocento.

In Italia il cornetto arriva dunque grazie agli scambi commerciali tra Venezia e Vienna e si trasforma in cornetto grazie ai pasticceri veneti. 

Anche in questo caso la differenza fondamentale sta negli ingredienti

Il cornetto si prepara infatti con farina, latte,

uova, zucchero, sale, burro e lievito e può essere servito vuoto o farcito.

Ci sono, infine, ben tre versioni di cornetti al sud dell'Emilia Romagna : la « polacca anconitana », tipica della città di Ancona

Un cornetto diritto, dalla pasta molto gialla, con tre giri di sfoglia.  Il ripieno è uno strato sottilissimo di marzapane ricoperto da una glassa a base di albume e zucchero.  Anche le dimensioni cambiano: la polacca anconitana è molto più grande rispetto a un cornetto classico. 

Il nome è un omaggio ai soldati del II Corpo Polacco, un'unità tattica del governo polacco in esilio durante la II Guerra Mondiale. 

Si dice che questi militari apprezzassero particolarmente i cornetti e che i marchigiani ne avessero ideato una variante in loro omaggio, la « polacca aversana », tipica della città di Aversa. 


Il nome in comune con le Marche è solo una curiosa
coincidenza perché gli ingredienti e l'aspetto sono del tutto diversi, così come i motivi che hanno portato a questo nominativo. 
La polacca aversana si chiama così perché fu inventata da una suora polacca che diede la ricetta di un dolce tipico di Cracovia a un pasticciere di Aversa. 
Questo la rielaborò creando due dolci ben distinti: la torta polacca e il cornetto.  Rispetto al cornetto italiano ha un impasto più simile a quello di una brioche, il ripieno è invece di crema pasticciera e amarene, spesso in superficie ci sono i granellini di zucchero.

Il « cornetto ischitano » è sicuramente quello più celebre, tipico dell'isola di Ischia

Chiamato anche "cornetto ad ape", si riconosce immediatamente dall'aspetto perché la sfogliatura presenta due colorazioni molto diverse, una dorata e una più vicina al marrone, come la crosta dei pani caserecci. 

La particolarità di questo prodotto sta nel doppio impasto: uno a sfoglia, come il croissant francese, uno come quello delle brioche. 

Il risultato è un prodotto delizioso che unisce la morbidezza del prodotto siciliano alla croccantezza del prodotto d'Oltralpe.

Cos'è il croissant ?

Anche se deriva dallo stesso kipfel vienneseil croissant non è un cornetto. 


Nasce infatti più tardi, precisamente con l’apertura della Boulangerie Viennoise a Parigi nel 1838. 

Gli ingredienti sono gli stessi del cornetto, tranne uno: le uova (ogni tanto l'albume viene spennellato sulla superficie dell'impasto per ottenere maggiore doratura). 


L'assenza delle uova fa sì che l'aroma del burro prevalga, ottenendo così l'inconfondibile gusto del croissant e la sua consistenza più sfogliata e leggera in confronto al cornetto all'italiana. 


Il primo croissant di Francia è stato venduto alla Boulangerie Viennoise di Parigi nel 1838, un locale aperto dall'ufficiale austriaco in congedo August Zang, in cui vendeva prodotti dolciari viennesi. 

Ancora oggi con "viennoiserie" in Francia si indicano i dolci da forno la cui tecnica di realizzazione si avvicina a quella del pane, come i croissant, i pain au chocolat, i bignè, le tarte tatin o il pain aux raisins.

Solitamente in Francia il croissant non viene riempito con creme o cioccolata : per quello c'è il pain au chocolatpreparato con un impasto simile e farcito con pezzi di cioccolato. 

La ricetta del croissant prevede inoltre meno

zucchero rispetto al cornetto, il che lo rende

più neutro e adatto anche ad essere farcito con salumi e formaggi, per una merenda o una colazione salata.


" Il segreto del successo del croissant"
 afferma Bartocetti "è, per chi lo realizza, l’equilibrio sofisticato tra la crosta croccante, la mollica molto alveolata, la sfoglia fine e fragrante e la cottura, quest’ultima padroneggiata tanto perfettamente da mantenere all’interno uno strato burroso che sia scioglievole"

Infine (anche se effettivamente sono la stessa cosa) c'è un'importante differenza fra le brioche al nord e i cornetti al centro-sud, la più drammatica per tutti i fuori sede. 

La brioche si mangia quasi esclusivamente a colazione, mentre il cornetto si trova ovunque anche di notte. 

Nel settentrione è rarissimo imbattersi in

panifici o bar che sfornino cornetti caldi dopo il tramonto. 

Invece, al centro-sud è usanza diffusa andare a gustarseli anche a fine serata. 

C'è tutto un commercio notturno, ideato per

una clientela giovanile, soprattutto in uscita dalle 

discoteche o per quelli che vogliono godersi una romantica alba in riva al mare.

Le cornetterie notturne (che offrono cornetti farciti, dalle dimensioni molto più generose rispetto alla pasticceria del mattino) sono tra i negozi più frequentati del Meridione, tra le idee più brillanti avute da Roma in giù.

 

giovedì 26 giugno 2025

Un peccato, una storia d'amore proibita.Il Bacio Perugina è nato dalla passione e dal genio impreditoriale di Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni!

Il Bacio Perugina è un cioccolatino veramente speciale, e non solo per il gusto !

Il bacio Perugina è un cioccolatino alle nocciole, incartato in una carta argentata che riunchiude, oltre al buon cioccolatino, un bigliettino con delle citazioni, delle frasi d’amore, delle parole romantiche.

Un prodotto non solo goloso, una dolcezza che apre al mondo dell’amore e del romanticismo.

Il Bacio nasce nel 1922 ed è diventato uno dei prodotti emblematici dell’ azienda Perugina, assieme alle caramelle Rossana.


Ha una bella e lunga  storia legata all’azienda che lo produce, la Perugina (perugina vuol dire « di Perugia ») fondata il 30 novembre 1907 a Perugia da 4 soci visionari e ambiziosi :  
Francesco Buitoni ( padre di Giovanni Buitoni), Leone Ascoli, Francesco Andreani e Annibale Spagnoli (marito di Luisa Spagnoli)


Luisa Spagnoli
 è una delle figure più importanti della storia dell'imprenditoria italiana.


Luisa Spagnoli era una donna eccezionale
 nella mente e nel cuore». Così diceva Giovanni Buitoni, artefice del successo di Perugina, a proposito di Luisa Spagnoli.

Donna creativa e intraprendente, Luisa Sargentini nasce a Perugia nel 1877 da una famiglia povera.

Si sposa molto giovane con Annibale Spagnoli e con lui rileva un negozio di drogheria nel centro di Perugia.

Dal 1909 quel laboratorio farà parte di Perugina® e le intuizioni di una donna straordinaria, in breve tempo, segneranno la storia. 

Luisa Spagnoli, cercando un modo per recuperare gli scarti di lavorazione degli altri prodotti dell’azienda, creò il cioccolatino con all’interno cioccolato gianduia, granella di nocciole e una nocciola intera, il tutto ricoperto di cioccolato fondente, il famoso Bacio.

Il Bacio all’inizio doveva chiamarsi “Cazzotto” perché aveva una forma che ricordava vagamente le nocche di una mano chiusa in un pugno.

Un cazzotto è un pugno, niente a che vedere con un bacio, vero ? E’ l’intuizione di Giovanni Buitoni, giovane amministratore della Perugina (amante di Luisa Spagnoli) che cambia il nome del dolcetto in un più romantico “Bacio”. 

Giovanni Buitoni modifica la forma del cioccolatino e lo chiama Bacio : quel cioccolatino a forma di un piccolo seno diventa un peccato di gola irresistibile.

“Come avrebbe potuto un cliente entrare in negozio e chiedere ad una graziosa commessa “Per favore, mi dia un cazzotto?” Dire « Perfavore, signorina, mi dia un bacio » è talmente più romantico !

Federico Seneca, pittore, grafico, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti inventa l’atmosfera romantica del prodotto con l’immagine della coppia di amanti su sfondo blu, avvinghiata sotto una pioggia di stelle, ispirata al celebre Bacio di Hayez, esposto alla Pinacoteca di Brera a Milano. 



E soprattutto ha l’idea geniale, ispirata forse dalla relazione segreta fra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni, di mettere dei bigliettini nascosti nei cioccolatini.  

Ecco perché il Bacio porta con sè, oltre alla dolcezza, al packaging raffinato, ai bigliettini nascosti con messaggi romantici,un alone speciale che parla di amore eterno, di passione segreta, di abbracci proibiti.

Nel 1922 la cofondatrice della Perugina, Luisa Spagnoli, aveva quarantacinque anni, era sposata, madre di tre figli e amava, riamata, Giovanni Buitoni, di quattordici più giovane, un uomo brillante e avanguardista.



La storia segreta, impossibile per la legge e per l’anagrafe emerge trent’anni dopo la morte di lei dall’autobiografia dell’imprenditore. 

A parte le vicissitudini e i successi dell’Azienda Perugina, resta la storia dei due amanti, entrati in relazione nel 1909 e mai più separati fino al 1935, quando lei a 58 anni morì per un cancro alla gola. 


Giovanni sopravvisse a lungo alla sua «amica» accumulando prestigio e celebrità e di lei scrisse solo cose belle.

 Apprezzata, amata, «una mente brillante che sapeva abbracciare tutti i complessi problemi dell’azienda». 

La signorina Sargentini nata povera e vissuta poverissima nei primi anni, ma destinata a diventare il simbolo della self made woman del Novecento. 

Luisa restò a presidiare i profitti della fabbrica (fondata assieme al marito Annibale Spagnoli) quando nel 1917 lui fu chiamato alle armi dopo averla risanata.

Sedici mesi dopo tornò dal fronte e vide che sua moglie aveva in parallelo alla Perugina un’impresa di filati: il brand Luisa Spagnoli dà un futuro alla lana prodotta dai conigli d’angora con pezzi d’abbigliamento di alta classe e qualità.

Una donna eccezionale, intelligente, con una libertà di manovra inaccessibile alle donne del suo tempo.

Fu anche molto generosa, dedicandosi alla beneficenza silenziosa e alla formazione delle operaie mettendo in piedi quello che è stato il primo nido aziendale d’Italia, dove le dipendenti potevano allattare.

Per lei che veniva dalla povertà e dalla privazione, tutto doveva girare intorno alla felicità : ognuno aveva diritto alla dolcezza dei baci e al calore della lana. 

E sicuramente anche al grande e vero amore.

mercoledì 25 giugno 2025

Jeff Bezos e Lauren Sanchez a Venezia . Arriva il matrimonio più ricco, più esagerato, più contestato dell'anno!

 


I festeggiamenti del matrimonio dell’anno a Venezia iniziano il 26 giugno 2025 e proseguiranno fino a domenica 29 giugno.
Un matrimonio fastoso nella città più romantica del mondo, la città dell'amore per eccellenza. 
Jeff e Lauren sono belli, ricchissimi, innamorati, suscitano ammirazione e invidia e possono realizzare il sogno  di trasformare Venezia in uno straordinario luogo di feste e ricevimenti.


Dopo le veementi proteste contro questa cerimonia Jeff Bezos e Lauren Sánchez  hanno spostato la cerimonia all’Arsenale di Venezia, un complesso medievale facilmente controllabile e più sicuro.

Il costo dell'evento si aggira intorno ai 15 milioni di euro. 

200 ospiti attesi per i tre giorni di festa per il matrimonio del fondatore di Amazon (61 anni, 4 figli) e Lauren Sanchez (ex giornalista e conduttrice televisiva negli Stati Uniti, 50 anni, madre di tre figli. Ha fondato una compagnia di produzione aerea specializzata nelle riprese dall’alto).

I giganteschi panfili, i jet privati, gli spettacolari yacht di lusso cominciano a invadere la città dei Dogi.

Già arrivata l’elegante figlia del presidente degli Stati Uniti Ivanka Trump, con i figli e il marito Jared Kushner.

Poi arriveranno altri ospiti VIP della coppia, come Oprah Winfrey, Eva Longoria, Leonardo Di Caprio, Shakira, Robert Pattinson, Karlie Kloss, Mick Jagger, Elton John, Lady Gaga, Kim Kardashian, l’amica della sposa Katy Perry, forse Elon Musk.


Secondo delle indiscrezioni, una delle serate a tema sarà un cocktail-party ispirato a Il Grande Gatsby, il celebre romanzo dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald. Tra gli ospiti figurano i principali nomi dell’élite hollywoodiana e imprenditoriale.

Il dress code è esigente : abiti disegnati su misura, creati da stilisti capaci di restituire il mondo e lo stile di Fitzgerald in haute couture. La scelta del Grande Gatsby ha una doppia ragione: la prima è legata al centenario della pubblicazione del romanzo , a New York nel 1925, e la seconda è un omaggio  alla presenza a Venezia dell’amico Leonardo Di Caprio, protagonista del film Il Grande Gatsby del 2013 diretto da Baz Luhrmann, accompagnato dalla fidanzata Vittoria Ceretti.

Nel frattempo  il comitato «No space for Bezos» ha organizzato un corteo al grido di «No Bezos no war» dalla stazione di Venezia Santa Lucia per sabato 28 giugno alle 17. 



domenica 22 giugno 2025

Lusso e bellezza tra gli ulivi ad Avola, in Sicilia

Quest'anno andare ad Avola, il borgo- gioiello  in provincia di Siracusa, in Sicilia, diventa un'esperienza di lusso e di bellezza.

A soli due chilometri da Noto, il centro barocco Patrimonio Unesco, esiste l'alchimia perfetta fra natura, lusso, ecologia, benessere e gastronomia, per trascorrere una incredibile vacanza nel nuovo luxury resort Braccialieri, progettato dal geniale designer Alessandro Enriquez.


Circondato da una natura selvaggia, da orchidee profumate, ulivi secolari e pietra bianca, il nuovo resort, frutto di un intelligente  restauro conservativo, offre sei ville ecologiche e tre suite di gran lusso decorate da creazioni originali.

Boutique, caffé, terrazze private, ristorante gastronomico, piscina panoramica, ci aprono ampi spazi per comunicare o isolarsi, secondo l'ispirazione.

Cenare al ristorante Dodici Zappe (un nome curioso, vero?  In verità richiama l’antica unità di misura usata dai braccianti agricoli per segnare il terreno : un simbolo di fatica, dedizione e radici profonde.) per una serata glamour e slow orchestrata dallo chef Francesco Giura, campione di tradizione creativa, con entrée, secondi piatti , dolci ispirati dalla terra sicula e dalla creazione contemporanea.


Offrirsi massaggi, nuotate nella piscina panoramica, passeggiate profumate nell'orto biologico, fra orchidee, ulivi, bouganvillee, con una superba vista sulla Val di Noto, con cene gourmet e notti magiche.. Cosa avere di più per essere al settimo cielo ?

Niente di più.



martedì 22 aprile 2025

Papa Francesco. La morte del papa, l'annuncio, l'anello del Pescatore, la Sede vacante, i funerali : il percorso simbolico che effettuerà la salma di Papa Francesco.

 



Lunedi 21 aprile 2025, il lunedi dopo Pasqua chiamato "Pasquetta", alle 7 e 35 del mattino, papa Francesco si è spento, dopo 12 anni di pontificato, a Casa Santa Marta a Roma, dove era recentemente tornato dopo essere stato ricoverato all'Ospedale Gemelli.

Aveva 88 anni.

E tornato accanto al Padre.

Papa Francesco è il primo Papa giunto dalle Americhe.

Gesuita, argentino di origine italiana, Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires  il 17 dicembre 1936.

Era figlio di immigrati piemontesi: il padre Mario era un ferroviere e la madre, Regina Sivori, una casalinga.

Ma cosa succede esattamente quando il  Papa muore

La morte del papa è  uno dei momenti più solenni della vita della Chiesa cattolica, tra riti suggestivi e curiosità storiche .

Un percorso che parte dalla Città del Vaticano e si apre al mondo intero.

Quando il papa muore, per prima cosa c'è l'annuncio ufficiale : la notizia viene confermata dal Camerlengo, il cardinale incaricato di verificare il decesso e di custodire la sede pontificia durante il periodo di transizione. La tradizione prevede che il Camerlengo pronunci le parole: “Veramente il Papa è morto”.

In seguito, uno dei simboli più forti del pontificato, l’anello del Pescatore, viene spezzato per impedire qualsiasi uso improprio e per segnare la fine del pontificato.


Subito dopo l’annuncio, la bandiera vaticana viene posta a mezz’asta e si entra dunque ufficialmente in quello che viene chiamato “periodo di Sede Vacante”.


Il significato del termine “Sede Vacante” significa che la sede papale è vacante, cioè non occupata da alcun Pontefice. In questo periodo, il potere passa temporaneamente al Collegio dei Cardinali, ma solo per la gestione ordinaria. Nessuno può prendere decisioni fondamentali fino all’elezione del nuovo Papa. Durante la Sede Vacante :  sullo stemma del Vaticano scompare la tiara papale, la Basilica di San Pietro viene addobbata in modo sobrio e non si svolgono udienze generali o viaggi apostolici.


Il Papa viene esposto nella Basilica di San Pietro, dove migliaia di fedeli possono rendergli omaggio. 

La Sede Vacante, i funerali solenni, il Conclave : le 3 tappe  di cui ogni passaggio è carico di simbolismo e di  una grande forza collettiva, che coinvolge fedeli e curiosi da ogni parte del pianeta.

I funerali solenni sono celebrati in Piazza San Pietro e durano parecchi giorni, tra riti, messe e preghiere.

Generalmente, il Pontefice viene sepolto nelle Grotte Vaticane, accanto a tanti altri Papi del passato, ma il luogo esatto dipende dalle sue volontà. 

Papa Francesco ha cambiato le modalità nel novembre 2024. Ha deciso di essere sepolto nella basilica  di Santa Maria Maggiore, in piazza dell'Esquilino, in maniera sobria, con una sola semplice bara.


La morte di un Papa segna la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di una nuova pagina nella storia della Chiesa e del mondo