mercoledì 9 gennaio 2019

La carismatica Apolline e il grande champagne Henriot






Uno champagne perfetto e una giovane vedova dal temperamento e dalle qualità eccezionali sono all’origine della Maison Henriot.

Sfogliando Elle Italia ho trovato un interessantissimo articolo di E. Galimberti sulla storia della fondatrice dello Champagne Henriot.



E subito mi è venuta voglia di parlarne…

Nella storia dello Champagne le grandi donne non mancano.

Sono giovani, spesso vedove, con delle qualità eccezionali.

Colte, intelligenti, carismatiche, imprenditrici di talento, hanno fatto prosperare delle Maison stellate. 

La Veuve Cliquot Ponsardin è forse la più grande ma Apolline Henriot non ha niente da invidiarle.

La famiglia Henriot, di origine lorena, fondò le sue tradizioni nella regione Champagne già dalla metà del 600, dove si stabili’ attratta dal commercio di tessuti.



Immediatamente si dedicò anche al vino, con l’acquisto di vigneti e cominciando la produzione.

Iniziò così una lunga ricerca di qualità, che vide la fondazione ufficiale della Maison nel 1808. 

Apolline Henriot, da poco vedova, prese le redini dell’impresa e la portò ai vertici del successo.

Ancora una volta, l’iniziativa di una donna - che dopo la perdita del marito decise di portare avanti il lavoro sulle vigne di famiglia a Reims - portò alla fondazione di una maison, destinata negli anni a grandi trionfi.



La vera spinta verso la Champagne arrivò già nel 1800, e precisamente con l’unione fra Nicolas Simon Henriot, proveniente da una famiglia borghese champenoise, attiva nel commercio della lana, e Apolline Ginot, nipote di un uomo di grande cultura i cui lavori hanno contribuito al progresso della viticoltura. 
I due si sposarono, e condivisero una forte passione per il vino che li spinse a iniziare una secolare storia di produzione di vino, fatta di ricerca qualità e innovazione, che diede vita allo champagne Henriot.

Rimasta vedova, Apolline decise di mettere in commercio il – fino ad allora – privatissimo champagne Henriot, prodotto sul vigneto del padre a Bouzy
È appunto lei che, grazie alla sua erudizione, contribuì a migliorare la conduzione della vigna e la composizione dei vini della Champagne. 


Imprenditrice e donna dalla forte personalità, Apolline fece conoscere e apprezzare con notevole successo lo Champagne presso le teste coronate, affermandosi prima alla Corte d’Olanda e di seguito a quelle d’Ungheria e d’Austria presso gli Asburgo, fino a farlo diventare lo champagne ufficiale della corte imperiale.


La famiglia Henriot ha sempre portato avanti uno stile molto particolare, in modo molto esigente, distinto da perfezionismo e qualità delle Cuvées. 
Il tempo rimane il loro miglior alleato e la pazienza il loro segreto. 

La Maison richiede ai propri cantinieri un lavoro estremamente curato, che, abbinato alla perfetta conoscenza dei singoli terreni e il savoir faire di famiglia nell’assemblaggio, rendono gli champagne Henriot dei vini del tutto riconoscibili, e in grado di far vivere un’emozione unica attraverso la loro degustazione, di incomparabile eleganza e finezza.



Selezionare i migliori crus, magnificare la purezza dello chardonnay, e offrire a ciascuna Cuvée il tempo di svilupparsi: questi i principali impegni assunti da ciascuna delle sette generazioni che si sono succedute alla testa della maison, che ancora oggi, a conduzione familiare e indipendente, persegue il suo lavoro d’eccellenza.




Grazie a Apolline, gli Champagne Henriot si distinguono per la loro eccezionale eleganza, uno stile cesellato, la loro bella complessità.



Lo stile della maison si perpetua così nelle scelte d’assemblaggio, che privilegiano il vitigno chardonnay. Mentre il pinot noir fornisce la struttura indispensabile, lo chardonnay apporta grazia, classe, leggerezza, freschezza.


Fin dall'anno della sua fondazione, la maison fondata da Apolline Henriot si contraddistingue per la sua storia familiare nella quale persone talentuose seppero sviluppare e esprimere la tipicità del terroir, sublimarla mediante un sapiente lavoro e che infine riuscirono a trasmettere l’eredità di questo savoir-faire alla lunga dinastia di discendenti.




domenica 8 aprile 2018

Le icone della Maison Hermès, la Kelly e la Birkin




Fanno sognare tutte le fashioniste del mondo! 
Borse mitiche, "oggetto del desiderio" per la qualità dei pellami pregiati, per il design chic ed essenziale, e per tutto quello che rappresentano: lo stile e l’eleganza!



La leggenda narra che nel 1956, Grace Kelly, una delle attrici più amate dal cinema hollywodiano e da poco diventata principessa di Monaco si innamorò di un modello da viaggio in pelle immaginato da Robert Dumas per Hermès.  
Questo elegante accessorio fu usato dalla principessa per nascondersi dai paparazzi e cosi' finì sulla copertina del magazine Life
Nacque così l’iconica Kelly di Hermès, ancora oggi protagonista dei desideri di milioni di donne. 


Dal 1956 a oggi, la Kelly è diventata una delle borse più eleganti e amate al mondo e ancora ai giorni nostri il suo stile è fonte di ispirazione anche per i più grandi stilisti. Uno dei tratti distintivi è senza dubbio la chiusura metallica che prevede l’uso di una chiave, di solito nascosta nell’inserto in pelle attaccato al manico oppure attraverso la chiusura ermetica a lucchetto.La Kelly è stata realizzata, successivamente, in 7 diverse misure: dalla mini Kelly alla Kelly 32 e rappresenta il modello più diffuso e più amato dalle celebrities, declinato ad ogni stagione, con colori e materiali diversi e pregiati, come lo struzzo, il coccodrillo, la lucertola, il vitello e molti altri.
La Kelly, ancora oggi, è considerata una delle borse più belle al mondo.


Per averla (senza lista d’attesa), qui sotto, la  mini-guida ai 5 siti e-commerce (sicuri e affidabili) dove acquistare una Kelly Bag di Hermès originale vintage, nuova o usata.
1. Maialuxury.com
E-commerce specializzato in borse di Hermès, fondato dalla fashion stylist Nicola Robinson nel 2011. Solo esemplari in ottime condizioni.

2. Bagsofluxury.com
E-commerce londinese con ampia selezione di Birkin e Kelly di Hermès. Durante il prossimo weekend a Londra prenotate un appuntamento nel loro showroom in Regents Park, sarete accolte da un esperto di borse di lusso.

3. Collectorsquare.comOffre articoli di lusso, dalle borse agli orologi, selezionati e validati da un team di esperti. 
4. Vestiairecollective.comPiattaforma di social shopping di beni di lusso online. In catalogo un'ampia selezione di borse firmate Hermès, Chanel e Yves Saint Laurent.
5. Rebelle.com
Arrivato in Italia questa primavera, Rebelle è l’ultimo luxury e-commerce vintage. Un'altra destinazione per chi è in cerca di affari sseconda mano!





Jane Birkin un giorno si ritrovò su un volo Air France Parigi - Londra accanto a Jean-Louis Dumas, erede della dinastia Hermès, all'epoca ancora stilista della Maison. 
La giovane attrice rovescio' la sua borsa straripa di tante cose e durante il viaggio si lamentò del fatto che le borse da donna non avessero mai abbastanza "poches" per contenere tutto il nécessaire di una mamma e di una donna in carriera. 
Jean Louis Dumas si presentò e le promise che avrebbe creato ciò che desiderava, e insieme, durante il volo, abbozzarono il prototipo di quella che è ancora oggi la mitica Birkin di Hermès.

La Birkin di Hermès è attualmente la “it bag” più desiderata. Questo modello di borsa, si ispirava alle esigenze di una “star contemporanea”, alle prese con mille impegni di una giornata di lavoro e alla ricerca di un modello di borsa che potesse essere comoda, elegante e capiente, un desiderio che Hermès ha realizzato per l' attrice e per tutte le donne.


La Birkin di Hermès ha conosciuto subito un successo senza precedenti: è stata citata in numerosi film e serie TV (tra cui Sex and the City e Gossip Girl), ma anche nel brano Déjà vu di Jay-Z e Beyoncé e nel video Give It 2 Me di Madonna.


La Birkin di Hermès nasce dunque come borsa destinata a donne moderne e grintose mentre  la Kelly è destinata alle donne esigenti, classiche e elegantissime. 


La Kelly e la Birkin sono diventate  le intramontabili icone della Maison Hermès.



domenica 4 marzo 2018

Twitter #GrowingUpItalian o l'inno alla gloria degli stereotipi italiani !


Gli Italiani, cioè gli abitanti dell'Italia,  non sopportano assolutamente gli stereotipi sul loro conto : la pizza, gli spaghetti al pomodoro, la Mafia, la nonna, la mamma, la Madonna ...

E ancor peggio se ad alimentarli sono i loro simili. 

E  dunque i giovanissimi italoamericani con l' hastag#GrowingUpItalian,  cominciano a rompere e a far reagire i veri giovani cittadini italiani.
I miti delle polpette fatte da una nonna mitica, in grembiule e sempre ai fornelli,  la mafia e le parole storpiate - l'hashtag #GrowingUpItalian, quel 'crescere italiani' all'estero creato da qualche tempo, si sta rivelando un fenomenale boomerang.

 

I giovanissimi, nipoti di terza o quarta generazione di quei migranti ormai lontani dall'Italia da una vita si sono costruiti un immaginario alimentato dai racconti di qualche bisnonno, nel quale l'Italia  si è immobilizzata ad usi e costumi di decenni fa. 

Ma la rete, si sa, non perdona. 
Ed è così che gli italiani si sono letteralmente impadroniti dell'hashtag per reagire ad ogni post dei cugini d'oltreatlantico. 
Con risultati divertentissimi!




"La metà degli italoamericani che scrivono #growingupitalian mette il ketchup nella pasta al posto del pomodoro" 



E ancora..."Ogni volta che un americano mette l'ananas sulla pizza, in Italia un pomodoro si suicida", scrive Serena @RickyGol22. E ancora sono a decine:"Chiariamo una volta per tutte sta storia che gli italiani suonano il mandolino" sostiene @Itsbradshow, che allega un'eloquente gif animata di Tina Cipollari di 'Uomini e Donne' nell'atto di esclamare 'E' una cazzata', per chiarire meglio il concetto. A rafforzare la tesi, anche @HyperPixie: "Non mi fido della gente che si autodefinisce italiana senza sapere nemmeno chi è Maria De Filippi".

“L’Italia avrà i suoi problemi, ma la cultura, il cibo, le persone, il clima, l’arte, m dispiace, ma non li batte nessuno”. 
Altro che luoghi comuni. Il nostro Paese è un’altra cosa. 
E chi ha origini italiane, prima di parlarne, dovrebbe conoscerlo davvero. 
Migliaia di teenager hanno risposto così all’hashtag #growingupitalian, lanciato dai loro coetanei italoamericani per raccontare in 140 caratteri cosa, secondo loro, significhi essere italiani. 
Di fronte alle rappresentazioni caricaturali i giovani italiani hanno riscoperto il loro orgoglio nazionale, con tanta simpatica ironia. “Città come Roma, Firenze, Venezia, Torino all’estero se le sognano” scrive @Harriss94, . “QUESTA è l’Italia. Non solo la pizza e la pasta” scrive @eudaimouis. San Pietro e il golfo di Napoli: “Ecco cosa significa crescere in Italia” cinguetta @escapewithotan. E con parole di adolescenti, patrimoni dell’umanità tornano a vestirsi di tricolore. Anche l’orgoglio nazionale di Paolo è forte: “Tutti citano il cibo, le auto ma questa è l’Italia di persone che sono da esempio per l’umanità”. E pubblica le immagini di Borsellino, Leonardo da Vinci, Dante e Garibaldi. 
Sulla stessa linea, ma con più ironia e meno precisione storica, @AngelicaVona: “L’Inghilterra fu scoperta dai romani, l’America da Colombo, Doncaster fu fondata da Giulio Cesare. Fate meno i fighi siete tutti made in Italy”.



giovedì 1 marzo 2018

Anche la famiglia reale d'Inghilterra ha scelto il metodo pedagogico Maria Montessori



Nel 2015 il piccolo George, a 2 anni e mezzo, ebbe l'età per andare all' asilo. 

Per lui, mamma Kate e papà William hanno deciso un asilo Montessori, The Westacre Montessori School Nursery in Norfolk, a 180 chilometri da Londra.  

La comunicazione fu data attraverso l'account Twitter di Kensington Palace.

A 180 km da Londra. Il Westacre Montessori School Nursery in Norfolk, una scuola stile Maria Montessori, è stato scelto da mamma Kate e papà William come asilo per il piccolo George.

 Maria Montessori ( 1870-1952) pubblica nel 1909 un testo che rimarrà alla base della pedagogia moderna: 
"Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle Case dei Bambini".

Il metodo montessoriano mette al centro il rispetto per la spontaneità del bambino ed è il primo a offrire un'alternativa all'educazione autoritaria dell'epoca.




Maria Montessori è conosciuta in tutto il mondo per aver sviluppato un approccio educativo basato sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo (entro limiti codificati) e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino. Il metodo Montessori, appunto.

l metodo Montessori, in realtà, è un approccio educativo che abbraccia il bambino dalla nascita fino all’età adulta.
Fin da piccolissimo, infatti, il bambino dimostra di essere persona competente, con interessi specifici e attitudini diverse.

Il rispetto della sua natura, delle sue scelte, dei suoi tempi, l’accettazione incondizionata dei suoi errori (l’errore non è da censurare, ma diventa occasione di crescita), il non sostituirsi e il non anticipare, permetteranno la crescita di un individuo consapevole, con un pensiero critico, aperto alle diversità, non competitivo.
Un individuo che riconosce l’altro come risorsa.

Ecco i principi fondamentali del metodo montessoriano sull'educazione del bambino, tratti dal libro "Educare alla libertà" di Maria Montessori.


1) Educare il bambino all'indipendenza. Servire i bambini significa soffocare le loro capacità. Quindi compito dei genitori e degli educatori è aiutarli a compiere da soli le loro conquiste come imparare a camminare, a correre, a lavarsi.
 "La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio, non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo."

2) Mai impedire a un bambino di fare qualcosa perché è troppo piccolo. Non bisogna giudicare la capacità dei bambini in base all'età e non lasciargli fare qualcosa perché troppo piccoli.Bisogna dimostrare fiducia e lasciargli svolgere i compiti più facili. Ad esempio un bambino di due anni potrà mettere il pane in tavola, mentre quello di quattro portare i piatti. I bambini sono soddisfatti quando hanno dato il massimo di cui sono capaci e non si vedono esclusi dalla possibilità di esercitarsi.

3) Abituare un bambino a fare con precisione è un ottimo esercizio per sviluppare l'armonia del corpo. I bambini sono naturalmente attratti dai particolari e dal compiere con esattezza determinati atti. Ad esempio, lavarsi le mani diventa per loro un gesto più interessante se gli si insegna che poi devono rimettere il sapone nel posto giusto; oppure versare l'acqua è più divertente se gli si dice di stare attenti a non toccare il bicchiere...
Imparare ad agire con precisione è un ottimo esercizio per armonizzare il corpo e imparare il controllo dei movimenti.
Uno degli esercizi più utili consigliati dalla Montessori è "insegnare ai piccoli ad apparecchiare con diligenza, servire a tavola, mangiare composti, lavare piatti e riporre le stoviglie"..

4) L'Educatore montessoriano deve essere un angelo custode che osserva e non interviene quasi mai 
"Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall'alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco."
L'insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo.
L' educatore deve intervenire in modo fermo e deciso quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri.

5) Mai forzare un bambino a fare qualcosa. Bisogna rispettare il bambino che si vuole riposare da un'attività e si limita a guardare gli altri bambini lavorare. L'educatore non deve forzarlo.

6) Educare al contatto con la natura. Far vivere il più possibile il bambino a contatto con la natura. Perché il sentimento della natura cresce con l'esercizio. Un bambino lasciato in mezzo alla natura tira fuori delle energie muscolari superiori a quello che i genitori pensano.
"Se fate una passeggiata in montagna non prendete il piccolo in braccio, ma lasciatelo libero, mettetevi voi al suo passo, aspettate con pazienza che raccolga un fiore, che osservi un uccellino..."

7) Educare il bambino a prendersi cura degli esseri viventi. Le cure premurose verso piante e animali sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell'anima infantile.
"Nessuna cosa è più capace di questa di risvegliare un atteggiamento di previdenza nel piccolo che

8) Sviluppare i talenti e mai parlar male di un bambino.
L'educatore deve concentrarsi sul rafforzare e sviluppare ciò che c'è di positivo nel bambino, i suoi pregi e i suoi talenti, in modo che la presenza delle sue capacità possa lasciare sempre meno spazio ai difetti. 
E mai parlare male del bambino in sua presenza o assenza.

9) L'ambiente scolastico deve essere a misura del bambino. La scuola deve essere un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti  (sedie, tavoli, lavandini...) siano modellati sulle misure ed esigenze dei piccoli. 
I materiali didattici devono essere appositamente studiati, ad esempio: oggetti da montare, incastri, cartoncini... che favoriscono lo sviluppo intellettuale del bambino e permettono l'autocorrezione dell'errore, cioè il bambino capisce subito se un incastro è sbagliato e sarà portato a cercare l'incastro corretto.
Un bambino posto in un ambiente idoneo a contatto con i materiali giusti e sotto la guida di un insegnante attento  e discreto potrà sperimentare e affinare le sue immense potenzialità. 

10) Gli adulti guidano i bambini nella scoperta della vita. "Il bambino è come un viaggiatore che osserva le cose nuove e cerca di capire il linguaggio sconosciuto di chi lo circonda. Noi adulti siamo i ciceroni di questi viaggiatori che fanno il loro ingresso nella vita umana..."