domenica 12 luglio 2015

Praga la città d'oro, matka měst, la città dalle cento torri



Praga è una delle città più affascinanti del mondo.

Praga è un gioiello di bellezza che lascia stupiti. 

Fra cultura millenaria e paesaggi mozzafiato, Praga è una città da scoprire assolutamente.

Fra le mete “culturali” Praga riveste senza dubbio un posto particolare. 

È una città assolutamente unica, dal patrimonio artistico incommensurabile e dalla tradizione culturale millenaria, capitale della Repubblica Ceca e, prima ancora, della Cecoslovacchia. 

Ma soprattutto capitale del Sacro Romano Impero e centro nevralgico del regno e della cultura boema, fin dalla sua fondazione, che la leggenda vuole risalga al 730 d.C., quando la principessa Libuse con il marito Premsyl, capostipite della casa reale boema, costituirono il primo nucleo dell’attuale Vyšehrad – il “Castello Alto” – sulla riva destra della Moldava preconizzando per la neonata città un luminoso futuro. 

E in effetti poche al mondo hanno la magia “naturale” di Praga. Roma e Barcellona, forse. 

 
Un crocevia di arte, bellezza e cultura segnata dal fiume che la attraversa, punteggiata di musei e università, marchiata dai grandi personaggi a cui ha dato i natali e che ha ospitato nelle sue mura: da Franz Kafka a Vaclav Havel, dai compositori Dvorak e Smetana a Milan Kundera. 

Fino ad Albert Einstein, che per dieci anni ha insegnato all’ombra del celebre orologio astronomico. E ancora Keplero, Giordano Bruno, Mozart: tutti hanno vissuto lunghi periodi a Praga attratti dalla città e hanno lasciato in essa indelebili tracce.

“La città d’oro” o “La città dalle cento torri”. O semplicemente matka měst “La madre di tutte le città”. 
Così viene spesso chiamata Praga nella cultura popolare e non a caso la capitale ceca è stata proclamata nel 1992 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. 

Difficilissimo selezionare dei monumenti da visitare, ce ne sono tanti...
Non si può non iniziare dalla Piazza della Città Vecchia, Staroměstské náměstí in ceco, uno degli spazi pubblici più celebri del mondo che vede concentrati in pochi metri una serie di meraviglie tutte la contemplare: a cominciare dalla Torre del Municipio con il celeberrimo orologio astronomico, vero simbolo della città, per passare alle chiese di San Nicola e quella di Santa Maria di Týn, splendido esempio di gotico del ‘300, restaurata nel ‘600 con gusto barocco dopo un grave incendio e culla della cultura boema. 


Una cultura che ha, nel già citato Vyšehrad, il proprio emblema, meta obbligata per qualunque itinerario: il Castello Alto trasuda storia da ogni suo mattone, da ciascuna delle vecchie mura che difesero la città nel corso dei secoli, dal sacrario dove riposano le personalità più importanti della storia del paese e dalla neogotica Basilica dei Santi Pietro e Paolo.
Ma se Praga è città dalle “cento torri” lo deve all’incredibile bellezza dei castelli che la punteggiano. 
L’antichissimo Castello di Praga, costruito nel IX secolo, è il fulcro politico della nazione: già sede della dinastia regnante boema, capitale del Sacro Romano Impero e oggi sede del Presidente della Repubblica. 
Nei dintorni del castello, fra le altre cose, si possono ammirare le meravigliosa Basilica di  San Giorgio e la Cattedrale di San Vito. 



Altra meta obbligata è il celebre Ponte Carlo, voluto nel 1357 da Carlo VI e distrutto e ricostruito più volte, sempre brulicante di gente e di artisti di strada. 

È uno dei tanti ponti che segnano la città lungo il corso poetico e meraviglioso della MoldavaVltava, in ceco – il “placido fiume”, guardando il quale non si può non tornare con la mente alle note dell’omonimo poema sinfonico di Bedrich Smetana che ne descrive in maniera incredibilmente fedele il corso e il carattere. 
Un fascino che continua nella “Mala Strana”, il “Piccolo Quartiere” collegato alla città vecchia dal Ponte Carlo, costellato di chiese e di palazzi oppure nello Josefov, uno dei più importanti quartieri ebraici d’Europa e dove potete visitare la casa natale di Franz Kafka

Se alla storia preferite “alternare” un tocco di modernità, ecco che potete visitare anche “Novo Mesto”, il “Nuovo Quartiere” che in realtà ha 400 anni di storia ma che è diventato nel ‘900 il centro dell’avanguardia praghese, ospitando il Museo Nazionale di Praga, oppure visitare la curiosissima “Casa Danzante” costruita nel 1946 al posto di un edificio distrutto dalle bombe durante la guerra, e che è stata dedicata a Ginger Rogers e Fred Astaire. 


I 10 luoghi da vedere assolutamente a Praga:

  1. Piazza e Municipio della città vecchia. La città ottenne il permesso reale per costruire il proprio municipio, che fu completato nel 1338. Moltissimi turisti non entrano nel municipio, anche perché la maggior parte delle aree interne non sono accessibili al pubblico. In ogni caso la parte più interessante è la torre, che si puo' visitare fino in cima utilizzando le scale o un ascensore.
  2. L’orologio e il calendario astronomico, una delle più famose attrazioni della piazza della città vecchia. L’orologio e il calendario astronomico segnano l’ora durante il giorno con un meccanismo di apertura delle finestre in modo che si possa vedere la processione degli apostoli.
  3.  Il Ponte Carlo. Originariamente il ponte aveva una struttura in legno che fu spazzata via durante un terribile alluvione. A seguito di questo avvenimento, fu stato sostituito con una struttura in pietra forte e divenne noto come il "ponte di Giuditta". Fu poi rinonimato in onore del re Carlo IV.
  4. Mala Strana, Chiesa di St Nicholas. La chiesa di St Nicholas è la più famosa chiesa barocca di Praga. Ben 12 case, una vecchia scuola e due cimiteri adiacenti furono chiusi e demoliti per fare spazio all’edificio.
  5. Bambino Gesù di Praga. Non sappiamo chi realizzò la piccola bambola di legno rivestita di cera, ma sappiamo che il Bambino Gesù di Praga originariamente giunse dalla Spagna e fu donato come regalo di nozze alla duchessa Maria Manrique de Lara nel 1556 per il suo matrimonio in Boemia. Alla sua morte la statuetta passò alla figlia Polyxena.
  6. Chiesa di Santa Maria della Vittoria. Si tratta di una bellissima chiesa vicina al monastero dei Carmelitani Scalzi, dove è custodita la statua del Bambino Gesù.
  7. Il Castello di Praga, Vecchio Palazzo Reale. Il Palazzo Reale era uno degli edifici originali presenti nel complesso del castello di Praga e adiacente alla Cappella di Tutti i Santi (ora Chiesa di Tutti i Santi).
  8. Vladislav Hall. Vladislav Hall fu aggiunto successivamente al complesso del Castello. Se qui senti parlare di “defenestrazioni” è perché due governatori sono stati gettati proprio da queste finestre. La vista dà su un meraviglioso giardino.
  9. Galleria d’arte di Praga. Questa esposizione permanente espone più di 100 dipinti provenienti dalle collezioni di Rodolfo II e capolavori più moderni dal diciassettesimo secolo a oggi.
  10. La torre Petrin. La torre Petrin (Rozhledna) è alta 63,5 metri ed è costituita da una struttura in acciaio. Spesso viene definita “piccola torre Eiffel” anche se il design e le dimensioni sono completamente differenti da quella francese.



Dal diario di un turista
Per un viaggio a Praga ci vuole almeno una buona guida acquistata in libreria, la consultazione di qualche blog e se possibile qualche nozione della lingua locale.
Oltre i monumenti inconturnabili della città bisogna gironzolare senza meta per le vie e i vicoli del centro prendendo qualche traversa lungo il fiume e lasciarsi guidare dal caso.

Le cose che subito sorprendono sono la pulizia, l’ordine e la sensazione di sicurezza che si respira nella città storica, quella del circuito turistico. 
Praga è una città affascinante, della cui bellezza i praghesi sono consapevoli e fieri, e verso cui hanno un profondo rispetto. 
Questo messaggio non espresso passa in maniera efficace ed immediata. 
Davvero nessuno oserebbe comportarsi in maniera incivile.

Praga va girata con scarpe comode e cuore leggero. 
Il centro storico è pieno di artisti di strada. 
Musicisti, pittori, ritrattisti e caricaturisti; venditori di souvenir e di tutto un po’. Tutti mostrano ben in vista il cartoncino con il numero dell’autorizzazione comunale munita di foto. 

Per un amatore di tram è un piacere vedere vecchi tram circolare per tutta la città, visibilmente puliti quotidianamente, e senza graffiti, scritte od imbrattamenti in genere. 



Mezzi pubblici 
Arrivati all’aeroporto munirsi di un biglietto valido 90 minuti (poco più di un euro) ed arrivare in centro con il bus 119 e poi con la metropolitana linea verde
Economico, rapido e praticissimo. 
Evitare mezzi privati come taxi e navette, che hanno prezzi assolutamente esagerati. 
Per il resto,  girare a piedi è un must. 
Lo scenario costante è quello di palazzi e case con facciate e decori di rara bellezza, spettacolo sprecato girando con i mezzi. Inoltre i vari punti di interesse non sono molto lontani fra di loro. 
Con questo metodo non è difficile una percorrenza giornaliera di 10 chilometri, cosa tutto sommato normale girando per città d’arte, e questo spiega l’utilità di scarpe comode e ben ammortizzate, poiché le strade sono quasi tutte lastricate.

 
Cibo 
Per gli italiani non è un tour gastronomico, ma è possibile mangiare bene senza spendere molto. La cucina è un po’ quella austro-tedesca con un lieve spostamento ad est, quindi patate, crauti, salsine un po’ speziate ed un po’ piccanti. Usanospesso il rafano, che è molto intenso e non sempre gradevole. Attenzione al contenuto delle ciotoline che portano in tavola. In generale si pranza o si cena con un piatto unico di carne, maiale al forno o alla griglia, goulasch oppure anatra arrosto. Quasi assente il pesce; proposta invece la trota.

3 consigli gastronomici


Il primo consiglio, nella viuzza che si imbocca sotto un arco sul lato destro di una casa azzurra, lasciando alle spalle il famoso orologio astronomico, dopo pochissimi metri sulla sinistra c’è una cantina-birreria con due botti appoggiate in strada. Guardate dentro, e se non vedete niente siete nel posto giusto. Scendendo le scale si scende ad un locale molto bello e caratteristico con soffitto a volta in mattoni. 
Guardate le pietanze nei piatti e le facce dei commensali. Sedete ed ordinate, perché alla fine avrete mangiato un ottimo piatto di carne, bevuto un'ottima birra ad un prezzo modico.


Il secondo consiglio è quello di evitare i banchi che servono prosciutto di Praga ai passanti. 
Tagliano razioni esagerate di prosciutto mal affumicato, poco cotto per tenere la carne umida e farla pesare di più, tagliato alto due dita o più e rispondendo ovunque male alla richiesta di tagliarlo sottile. Alla fine si mangia carne di maiale cruda, mangiando in piedi o seduti per terra, spendendo molto più di quanto chiesto in qualsiasi locanda, trattoria o ristoranti. Evitare i panini in genere, tranne casi di vera urgenza.


Il terzo consiglio è quello di evitare assolutamente la crociera sulla Moldava con cena o buffet a bordo. Mentre la navigazione di un’ora è certamente molto gradevole, e la città di notte illuminata è uno spettacolo incantevole, il menù è pessimo, veramente immangiabile e molto caro.


Prezzi  
Praga è una meta decisamente abbordabile. Gli ingressi ai centri di interesse sono a pagamento, ma valgono sicuramente il costo. Tutti gli edifici – palazzi, chiese e sinagoghe – sono tenuti con cura esemplare, e gli accessi sono fluidi ed ordinati. Per mangiare c'è molta scelta e i prezzi sono esposti.

Noi abbiamo prenotato con Expedia al Praha Inn Hotel, a 10 metri da piazza Venceslao che è centralissimo, ma ottimamente insonorizzato, spendendo per 5 giorni e 4 notti volo a/r compreso 440 euro a coppia. 
Naturalmente ci sono infinite altre proposte, ma essere in pieno centro è veramente comodo.


In sintesi, cinque giorni bellissimi, ad un costo davvero accessibile, in una città incantata, romantica e di sapore antico.




giovedì 2 luglio 2015

Il Machiavelli e il Principe




Il Principe di Niccolo’ Machiavelli


ll Principe (titolo originale in lingua latina : De Principatibus, "Riguardo i Principati") è un trattato di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli nel 1513, nel quale espone le caratteristiche dei principati e dei metodi per mantenerli e conquistarli. 
Si tratta senza dubbio della sua opera più nota e celebrata, quella dalle cui massime (spesso superficialmente interpretate) sono nati il sostantivo "machiavellismo" e l'aggettivo "machiavellico".


Il Principe è sempre stato nell' « Indice » dei libri proibiti dalla Chiesa cattolica, in parte perché smontava le teorie politiche cristiane come quelle - rispettate da lungo tempo - di Sant'Agostino e Tommaso d'Aquino, ma soprattutto perché Machiavelli annulla ogni legame tra etica e politica: infatti, secondo lui, il Principe deve cercare di sembrare magnanimo, religioso, onesto ed etico.



Ma in realtà, i doveri di un principe non gli permettono di possedere alcuna di queste virtù.


Il Principe ha sfidato la filosofia scolastica della Chiesa cattolica e la sua lettura ha contribuito alla fondazione del pensiero Illuminista e quindi del mondo moderno, occupando così una posizione unica nell'evoluzione del pensiero in Europa
Le sue massime più conosciute sono ampiamente citate anche oggi, nella critica di leader politici.
 

Niccolo’ Machiavelli nel « Principe » teorizza, come ideale, un Principato assoluto, nonostante egli si sia formato nella scuola repubblicana e abbia sempre creduto nei valori della Repubblica. Il suo modello è la Repubblica romana, che Machiavelli esalta nei « Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio », con la partecipazione diretta del popolo.
 
Il dibattito su questa questione è tuttora aperto, tra le ipotesi c'è anche quella dell'opportunismo: Machiavelli avrebbe desiderato ottenere di nuovo un posto politico di rilevanza e sarebbe stato quindi disposto, per arrivare a questo,  ad accettare la dimensione monarchica. 
Oppure, il suo « Principe » potrebbe essere un modello universale di capo di Stato, di qualunque forma esso sia, monarchia o repubblica.
 

La critica moderna ha però ultimamente ipotizzato che la volontà di scrivere « il Principe », e quindi di parlare di monarchia, sia stata mossa dall'aggravarsi della situazione in Italia. Difatti alla fine del '400 ed inizio del '500, l'Italia si trovava in un periodo di continue lotte interne.
Niccolo’ Machiavelli, attraverso il suo trattato, avrebbe voluto incitare i Principati italiani a prendere le redini del paese, ormai sommerso da continue guerre, credendo che l'unico modo per riacquistare valore, in quel preciso periodo, fosse proprio un governo di tipo monarchico. 


È dunque questo il motivo che ha suscitato le numerose critiche.
 

Frasi più che celebri di Niccolo’ Machiavelli

« Il fine giustifica i mezzi. »,

« E’ molto più sicuro essere temuti che amati. »

« Chi viene eletto principe col favore popolare deve conservare il popolo come amico.»

« Tutti ti valutano per quello che appari. Pochi comprendono quel che tu sei. »  

« Pochi vedono come siamo, ma tutti vedono quello che fingiamo di essere. »

« La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere falso, avido, e crudele

« Le iniurie si debbono fare tutte insieme, acciò che, assaporandosi meno, offendino meno: e' benefizii si debbono fare a poco a poco, acciò che si assaporino meglio. »

« Un principe che può fare quello che vuole è un pazzo; un popolo che può fare ciò che vuole non è savio. »






giovedì 11 giugno 2015

Aperitivo di classe e "green" con le bollicine !



 
Gli italiani vanno matti per le bollicine : Champagne o Prosecco. 
Queste, tra tutte le tipologie di vino, hanno fatto registrare nell’ultimo decennio, una significativa crescita dei consumi. 

A parte lo Champagne, la bollicina d'eccellenza, le bollicine prodotte dalle aziende italiane hanno saputo soddisfare i palati dei bevitori esigenti proponendo prodotti esclusivi e mostrando una particolare propensione al “green”. 

Insieme alla voglia di bere "spumante" è cresciuta anche l’attenzione al *biologico* da parte dei produttori.
Sia in cantina che in vigna la materia prima diventa il fulcro della produzione e anche lo "spumante", come i vini rossi e bianchi, riesce a raccontare il territorio. 

Ecco perché, negli ultimi tempi, il tappo degli spumanti salta sempre più spesso durante gli aperitivi!
Ma perché le bollicine piacciono tanto?  
L’anidride carbonica stuzzica il palato e il colore traslucido abbinato al delicato perlage, fanno delle bollicine un aperitivo tendenza raffinato, da degustare con stuzzichini a base di buon formaggio, di salmone affumicato, di tramezzini, involtini..



giovedì 4 giugno 2015

Il Parco Bici di Monza

 
Si parla spesso di bicicletta elettrica ma in pochi sanno realmente di cosa si tratta. 
Tuttavia, una volta provata, tutti gli interessati sembrano rimanere piacevolmente sorpresi e positivamente stupiti. 
Nel centro di Monza è nato un nuovo spazio dedicato alle biciclette elettriche: vendita, noleggio, escursioni, eventi e consulenza ad aziende e istituzioni su progetti di mobilità alternativa. 
Questa nuova realtà porta il nome di ParcoBici ed offre la possibilità di dedicare qualche ora della propria giornata a sperimentare questa nuova frontiera della mobilità dolce.
 

 
"Su questa spinta abbiamo pensato che il primo passo è quello di invitare il potenziale utente a provarle: ParcoBici nasce con questo obiettivo”, afferma Andrea Daelli socio fondatore dello spazio. 
Fenomeno ancora nuovo nel nostro Paese, le biciclette a pedalata assistita soffrono ancora una serie di pregiudizi: si ritiene siano biciclette pesanti, poco aggraziate e destinate a un target non più giovane. 
In realtà gli usi e le potenzialità di questo particolare mezzo di trasporto sono molteplici: per la mobilità quotidiana in alternativa ad auto e scooter, per un utilizzo turistico e sportivo, per chi si avvicina per la prima volta alla mountain bike o per rendere “accessibile” la bicicletta a persone con disabilità.
Proprio per questo le attività di ParcoBici comprendono, oltre alla vendita di biciclette a pedalata assistita, il noleggio, le escursioni e l’organizzazione di eventi che avvicinino il pubblico alla bicicletta elettrica, attraverso attività all’aria aperta. 
 
ParcoBici è presente su Facebook, Twitter e su www.parcobici.it.
 

Lo stile Nerdy-chic conquista la moda





 

Nerdy-chic è tendenza!

Studiose e sensuali, vestite di capi casual e divise da college, un'apparenza "secchiona" molto di moda.

Un look studioso per creare moda e tendenza con  uno stile classificato come nerdy-chic

Dopo anni di donne super sexy e ultra femminili, oggi il fascino può esistere diversamente. Questa volta è il trionfo delle donne un po' "nerd", quelle abituate a vestire con capi XXL, in favore di una maniera di vestirsi funzionale, comoda, per affermare un nuovo stile.

Questo stile che fa tendenza, diventa sinonimo di una donna sensuale e carica di contenuti. Un po' intellettuale, urbana, aperta alle novità culturali.

Il nerdy-chic,  è lo stile che ha fatto la fortuna di stilisti come Tommy Hilfiger e Ray-Ban, per le star e le persone più comuni. 
L' armadio della donna nerdy-chic? 
Partendo dalle scarpe, devono essere comode e possibilmente androgine. 
Trionfano le famose "creepers", con zeppa regolare, oppure i mocassini in pelle con le frange.

I capi da portare tutti i giorni : gonne al ginocchio o pantaloni skinny, ma anche abiti semplici e rigorosi, ravvivati dalla vivaci tà degli accessori. 

Dettaglio indispensabile : gli occhiali,di preferenza con lenti spesse e meglio se colorati. 
Le pettinature della "Nerdy-chic" sono morbide e naturali. Infine il make-up consiste in un rossetto rosso scarlatto e il trucco degli occhi ridotto al minimo per far risaltare un incarnato naturale.

lunedì 1 giugno 2015

Il loft di Max Zambelli a Bologna





  • Come in un gioco di scatole cinesi le stanze da letto si susseguono al piano terra schermate da pannelli scorrevoli. Poltrona rossa di Arne Jacobsen, pouf e lampada di Moroso. La scala in ferro dipinto porta alla zona giorno, pavimenti in cemento cerato.

Il proprietario di questo favoloso loft è Max Zambelli, uno dei fotografi di punta di Elle Decor, autore di importanti campagne pubblicitarie, un piede nella moda e una nel design.

“Il mio lavoro a contatto con stylist, designer e architetti mi ha stimolato moltissimo, a volte fin troppo, ma è stato il luogo scelto, un capannone industriale alla periferia di Bologna, che ha dettato le regole. Il mio desiderio era di poter disporre di uno spazio confortevole dove poter vivere e contemporaneamente lavorare. 
Pur abitando a Milano, conservo radici e punti di riferimento a Bologna dove sono nato e dove vivono i miei figli, Bianca e Filippo, e mia madre. 
In questo grande contenitore di spazi scenografici e angoli privati, dove si può entrare con un camion per montare un set e nuotare in piscina anche d’inverno, mi sento veramente a casa”.


L’architetto Costanzi ha inserito in un edificio di cemento a pianta quadrata (20m x 20m con altezza 10 metri), una nuova scatola rettangolare a più piani, concentrata tutta su un lato. 
Lo spazio privato si apre sul grande vuoto centrale. 
La zona notte al piano terra è totalmente schermata da una serie di pannelli scorrevoli, una scala in ferro conduce al soggiorno, alla zona pranzo e alla cucina.
L’ultimo livello è lo spazio scelto da Bianca e Filippo, ideale per isolarsi in totale libertà con gli amici. 


domenica 31 maggio 2015

Il nuovo spazio espositivo di Milano, l'Armani Silos

 


Lo stilista milanese di fama internazionale Giorgio Armani festeggia quest'anno 40 anni di carriera e ha scelto di farlo come solo un grande personaggio può permetterselo : inaugurando il suo nuovo spazio espositivo Armani/Silos a Milano.



Questo grande edificio si trova in Via Bergognone 40 a Milano, dove una volta c’era un deposito costruito nel 1950 e appartenuto a una grande industria multinazionale. 


I lunghi lavori di ristrutturazione sono stati seguiti direttamente dallo stilista italiano, che afferma di aver scelto di chiamarlo "Silos" perché lì venivano conservate le granaglie e cereali per vivere. E come il cibo, l'abbigliamento è necessario per vivere.

Il nuovo spazio si sviluppa per 4500 metri quadrati, su quattro livelli, ed è la perfetta sintesi di un’architettura sobria e monumentale al tempo stesso. 


Giorgio Armani ha sempre prediletto per le sue collezioni un taglio perfetto senza dettagli superflui  esattamente come questo nuovo palazzo che rende omaggio alla sua filosofia estetica votata alla purezza e alla massima essenzialità.


L’intervento di recupero ha conservato la curiosa sagoma originaria dell’edificio, con la sua forma simile a un alveare, simbolo di laboriosità, per rinforzare il legame tra il nuovo spazio espositivo e il dinamismo creativo dello stilista.

All’interno dell’edificio si trovano un gift shop, una caffetteria, un archivio digitale e un ampio spazio espositivo. 


La mostra, allestita in occasione dell’apertura, si articola su tutti i quattro piani e vuole essere un excursus sui 40 anni di lavoro dello stilista, con 600 abiti e 200 accessori che ripercorrono tutta la sua carriera, dal 1980 a oggi.

Per questa ricorrenza particolare, è stato emesso un francobollo, in tiratura limitata, con lo schizzo del silos realizzato da Giorgio Armani.
www.armanisilos.com

sabato 23 maggio 2015

Mad Men, stile, eleganza e anni 60..



Una foto glamour per i mitici personaggi della serie Mad Men.
Look perfetto per Don Draper e la moglie Betty per la soirée: smoking, camicia con plastron, gemelli e bottoni luccicanti, sigaretta in mano. La bellissima Betty è molto elegante nell'abito da sera in shantung color panna.
Il Don del 1960 è un pubblicitario, di successo, dall'eleganza nel piu' puro stile anni '60, impeccabile dalla testa ai piedi grazie sopratutto alla brillantina Linetti, amato dalle donne e invidiato dai colleghi, un uomo che  ha avuto tutto dalla vita. Ma la vita non è mai perfetta...

L' idea degli autori di Mad Men è raccontare i Sixties spiando dal buco della serratura di un’agenzia pubblicitaria di Madison Avenue.
Grazie soprattutto alla ricostruzione fedelissima, precisa al dettaglio, del contesto sociale-estetico in cui si svolgono le alterne vicende di Don Draper & Co, la serie Mad Men ha messo d’accordo pubblico e critica (vincendo 15 Emmy Awards e quattro Golden Globe).

E non è un caso se, in occasione dell’ultima stagione, il Museum of the Moving Image di New York le ha dedicato una mostra  che raccoglie abiti, oggetti e cimeli vari presi dal set (il titolo è Matthew Weiner’s Mad Men).

La serie Mad Men è riuscita nell’impresa di recuperare e sdoganare un genere, le serie tv di qualità, che dal 2007 a oggi ha rivoluzionato i palinsesti e l’intero mondo del cinema: nell’era pre-Mad Men era impensabile che attori del calibro di Kevin Spacey (House of Cards) e Matthew McConaughey (True Detective), o registi come Martin Scorsese (Boardwalk Empire), si prestassero alla televisione.
Interessante lo sguardo sulla storia dell'epoca : la guerra in Vietnam, l’assassinio di Kennedy, l’emancipazione femminile, Martin Luther King: dieci anni di storia americana, dall’inizio dei Sessanta all’inizio dei Settanta, in un centinaio di ore di televisione.


sabato 16 maggio 2015

Siamo milanesi ? Facciamo la prova



Milanese si nasce, è ovvio.
Sentirsi milanese è, invece,uno stato d ’animo. 
Essere milanese è sopratutto uno stile sobrio, elegante, coltivato fin dall’infanzia e in seguito  portato avanti durante tutta la vita.


Come sembrare milanese senza esserlo? Prendendo spunto dal nuovo libro «Come essere una parigina. Ovunque tu sia» (Mondadori), firmato da Caroline de Maigret e dalle sue tre amiche del cuore Sophie Mas, Audrey Diwan, Anne Berest (Mondadori), e proponendo la versione milanese. 

La milanese è molto più snob della parigina, possiede l'inimitabile classe lombarda, la sobrietà, il senso acuto dei dettagli e della misura.

«Lo stile di Milano è inimitabile: si distingue già quando sali sul bus che dall’aereo ti conduce in aeroporto», dice l’imprenditrice Marcia Kilgore e il cappellaio Stephen Jones.
 
Siamo milanesi? Facciamo la prova.

1 Mocassino e ballerina
La scarpa bassa è la sfida alla seduzione. Come dire, io me le posso permettere. Ma, attenzione devono avere l’aria un po’ usata. 
Del resto, i dandy davano la giacca da portare al maggiordomo per sfoggiarla vissuta... Noblesse oblige.

2 Il sedere sfuggente
Dovete avere una o due taglie in meno rispetto alla media. Quello che vi distingue da tutte le altre donne italiane, però, è il sedere: sfuggente, quasi etereo, un proseguimento della coscia.

3 Il braccialettino da un euro
Sfoggiate il gioiello di famiglia o il tennis da 40 mila euro insieme al braccialettino di cotone da un euro. 
Très chic.

4 Fonatissime
I capelli sono sempre fonati. Lunghezza alle spalle o corti. Prediligete i toni del biondo o naturale, anche sale e pepe. Mai il rosso. Portate lo shampoo Shu Uemura da casa (50 euro) e fatevi fare la piega in zona Paolo Sarpi dal parrucchiere cinese (10 euro).

5 La borsa di Michael Kors
La borsa d’ordinanza al momento è quella di Michael Kors. Le Hermès e le Vuitton sfoggiatele in colori insoliti giusto per distinguervi subito dalla massa che al massimo se ne può permettere una nella vita. La borsa si porta al gomito o a mano come Grace Kelly negli anni 50.

6 Cappelli vintage
Più che al fast fashion appassionatevi ai negozietti vintage, giusto per qualche camicione o gonna a ruota o un cappello corbeille, da sfoggiare a Orticola. 
7 La manicure da Tong tong
Andate a fare la manicure alla catena cinese Tong Tong. Scegliete il rouge noir o il naturale.
8 Il weekend a "Santa"
Nelle fughe dalla città privilegiate i "santi", Saint-Tropez, Santa Margherita d’estate e St. Moritz in inverno, come consiglia anche la milanese Patrizia d’Asburgo Lorena.
9 Vocabolario
Bandite dal vostro vocabolario la parola festa. Sostituitela con «evento». E non parlare mai di lavoro, ma piuttosto di progetto. Ben più chic.
10 Snob si nasce
Nessuna come la milanese sa mischiare i toni del beige, e pazienza se vi sentite un po’ smorte. Provateci, indossate un blazer ecru con la gonna color carne e la t-shirt bianca e la scarpa maschile. Salite su un tram con l’aria sempre assorta. Proibito schiamazzare al cellulare. Per una chiacchiera con le amiche semmai ci si vede all’ora dell’aperitivo in zona Brera. 
Per concludere una "vera" milanese secondo questo decalogo è una donna snob, piuttosto ricca, con un look sobrio e di classe, con un senso innato del buon gusto e del bon ton, un po' altezzosa, non tanto simpatica con gli sconosciuti, perfettamente a suo agio nel "suo" ambiente, fisicamente un po' scialba ma con uno charme tutto particolare.
E a volte spiritosa !
Franca Valeri