giovedì 26 marzo 2015

Il Cavallino Rampante di Francesco Baracca








L'insegna personale di Francesco Baracca, che l'asso faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio velivolo - sulla destra trovava posto quella della 91ª Squadriglia - era il famoso cavallino rampante, sulle cui origini e sul cui stesso colore esiste un piccolo mistero.


Ufficiale di cavalleria italiano (Lugo 1888 - Montello 1918), poi pilota da caccia, Francesco Baracca ebbe la Medaglia d'oro al valor militare. Nella prima guerra mondiale abbatté 34 aeroplani nemici in 63 combattimenti aerei. 
Fu abbattutto dalla fucileria austriaca.


Diversi indizi sembrano infatti indicare che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma (che in un quarto reca appunto un cavallo d'argento in campo rosso) del 2º Reggimento cavalleria "Piemonte Reale" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero sia stato invece adottato in segno di lutto solo dopo la morte di Baracca dai suoi compagni di squadriglia che rinunciarono alle proprie insegne personali.



Secondo un'altra tesi, il cavallino rampante di Francesco Baracca deriverebbe invece non dallo stemma del suddetto reggimento bensì da quello della città tedesca di Stoccarda. 
Gli aviatori di un tempo, infatti, venivano considerati "assi" solo dopo l'abbattimento del quinto aereo, di cui assumevano talvolta le insegne in onore del nemico sconfitto. 


Francesco Baracca, noto per la sua lealtà e il suo rispetto per l'avversario, avrebbe quindi fatto dipingere sulla carlinga del suo velivolo il cavallino rampante (già nero, secondo questa tesi) visto su quella del quinto aereo da lui abbattuto, un Aviatik (o, secondo altri, un Albatros B.II) tedesco probabilmente guidato da un aviatore di Stoccarda. 
Se così fosse, allora i cavallini (o meglio le giumente: Stuotengarten - da cui Stuttgart, il nome tedesco di Stoccarda cui l'arma parlante fa riferimento - in antico altotedesco significava "recinto delle giumente") che compaiono negli attuali stemmi della Ferrari e della Porsche (quest'ultimo derivato direttamente dallo stemma della città tedesca Stocca) avrebbero, benché leggermente diversi nella grafica, la medesima origine.








In ogni caso, qualche anno dopo il termine della prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca diede ad Enzo Ferrari l'autorizzazione a utilizzare l'emblema usato da suo figlio, emblema che, modificato nella posizione della coda e nel colore dello sfondo, ora giallo in onore della città di Modena, ornò le vetture condotte dal pilota per la scuderia da corsa dell'Alfa Romeo e, più tardi, le vetture della ditta che Ferrari fondò subito dopo la seconda guerra mondiale: ancora oggi è il simbolo dell'omonima casa automobilistica. 


Meno conosciuto è il fatto che anche la Ducati utilizzò il cavallino rampante (pressoché identico a quello della Ferrari) sulle proprie moto dal 1956/57 al 1960/61. 


Il marchio fu scelto dal celebre progettista della Ducati Fabio Taglioni, che era nato a Lugo come Francesco Baracca.




venerdì 20 marzo 2015

Una scheda divertente sulle qualità e le competenze dei docenti !

 

 

1) Sorriso e empatia


Conquistare l'interesse dell' allievo strappandogli un sorriso per trasmettere più facilmente e più semplicemente la voglia di fare e di imparare.  Dopotutto, l’apprendimento passa proprio attraverso le emozioni, no?

2) Elasticità


Molti insegnanti di sostegno sanno bene che preparare la lezione é utile ma se l’alunno quel giorno è di luna storta, bisogna adattarsi al momento. 
Elasticità significa sapersi adattare al momento, abbandonare i progetti preposti e saper inventare piccole lezioni e attività improvvisate per suscitare l' interesse 
dell'allievo.

3) Discrezione


Sostenere e rispettare la personalità dell'allievo, aiutandolo discretamente ma efficacemente nel suo cammino scolastico.

4)  Capacità di collaborazione

Ancor più che in altri lavori, l’insegnante di sostegno deve saper collaborare e interagire positivamente con i colleghi ; è un aspetto importantissimo non solo nei confronti dell'allievo  ma anche per la sua propria “sopravvivenza”. 
Il docente di sostegno è in perenne compresenza con qualche altro insegnante e, se le cose non vanno bene, lavorare puo'diventare una sofferenza.

5) Conoscenza del computer come strumento compensativo


Sapere dove trovare giochi didattici, schede e attività on-line è un gran vantaggio nel lavorare con gli allievi che hanno bisogno di esercitarsi molto sulle stesse attività, soprattutto quando i libri scolari sembrano essere sempre più ristretti.

6) Conoscenza del proprio ruolo


Non confondere e dimenticare il ruolo dell'insegnante: aiutare tutti gli alli allievi, senza distinzione di livello.

7) Competenze e conoscenze teoriche


Lo studio e la preparazione di stampo sociologico, psicologico e pedagogico, sono fondamentali nell’insegnamento in generale, non solo per il sostegno. 
Non fidarsi dell “insegnante è bravo, ha tanta esperienza” perché l’esperienza senza preparazione può valere ben poco
Nel sostegno, poi, bisogna essere sempre pronti a studiare e ad imparare cose nuove: nuovi alunni assegnati, patologie mai incontrate, innovazioni interessanti nelle metodologie didattiche ecc.



Le labyrinthe détruit de la Catherale de Reims

 

Le labyrinthe de la cathédrale et le projet de restitution 

Histoire et description du labyrinthe

A l'image des cathédrales de Chartres et d'Amiens 
qui ont conservé leur labyrinthe, la Cathédrale 
de Reims possédait, jusqu'à la fin du XVIIIe siècle, 
un grand labyrinthe incrusté en marbre noir 
dans le dallage des troisième et quatrième 
travées de la nef.


Détruit en 1779 par un chapitre 
irrité de voir les enfants y jouer 
pendant les offices, ce labyrinthe 
est bien documenté grâce au 
dessin de Jacques Cellier 
(vers 1583-1587) 
et aux descriptions du chanoine 
Cocquault (vers 1640) et 
du journaliste Havé (1779).

Destiné à glorifier l'œuvre des 
architectes de la cathédrale, 
selon une référence très claire 
à la mythologie antique 
(Les Métamorphoses d'Ovide), 
il était, semble-t-il, parcouru 
à genoux par les fidèles 
désireux de gagner des 
indulgences.


Cet octogone, cantonné de  
quatre colonnettes
figurait le plan au sol d'un pilier et comportait  
cinq figures
La première, au 
centre, représentait 
peut-être 
le maître d'ouvrage, l'archevêque 
Aubry de Humbert

Aux angles apparaissaient les silhouettes 
de quatre des architectes de la 
Cathédrale en train d'exercer leur 
métier : le premier traçait un plan au sol 
avec une corde, le second tenait une 
équerre, le troisième l'index levé semblait 
diriger le chantier, le dernier traçait sur 
le sol un cercle avec un compas.
Des légendes en plomb, incrustées dans la 
dalle, permettaient d'identifier ces personnages : 
Jean d' Orbais, l'inventeur du plan de 
la Cathédrale,
qui dirige le chantier de 1220 à 1221,
Jean Le Loup, qui édifie les portails de 

la façade nord du transept vers 1219-1234,
Gaucher de Reims, actif de 1256 à 1263, 

qui commence la construction du massif 
occidental,
Bernard de Soissons, à qui l'on doit la 

grande rose, actif durant 35 ans.
 
Par ailleurs, deux autres effigies étaient placées 
à l'entrée du labyrinthe.

Le labyrinthe de la cathédrale de Reims a inspiré 
les graphistes qui ont conçu le logotype destiné à 
signaler les monuments classés au titre des 
Monuments historiques.



Cliquer pour ouvrir©Feng Hatat - 2 octobre 2009


Le projet Prisme 

L'association d'entreprises mécènes Prisme, 

dédiée au soutien de projets d'art contemporain 

à Reims (Le Luchrone 

d'Alain Le Boucher au Boulingrin, le cadran 

solaire de Christian Renonciat rue Gambetta

Le Canoë de Gilberto Zorio à la  

médiathèque Jean Falala) a proposé la 

reconstitution du labyrinthe de la 

Cathédrale de Reims, 

aujourd'hui disparu, en lieu et place du 

labyrinthe originel, entre quatre piliers 

de la nef.


La renaissance à l'identique du labyrinthe, 

dessiné sur la pierre au sol, posait 
de nombreuses difficultés techniques 
et administratives. 
Le choix a donc été fait d'une reconstitution 
réversible, à l'aide d'une projection 
lumineuse au sol. 
Le projet, qui a obtenu l'autorisation du 
Ministère de la Culture a été 
inauguré le 19 septembre 2009.



 Prisme a également prévu de réaliser 
un film de quelques minutes retraçant 
le déroulement du projet. 

Avec ce projet, l'Association,
poursuivant sa double vocation de 
soutien au patrimoine et à la 
création plastique contemporaine, 
s'attache à promouvoir auprès 
du public le plus large la mémoire 
d'un symbole de portée universelle.

domenica 15 marzo 2015

La festa mondiale del Pi greco, il numero più irrazionale !




Il 14 marzo 2015 è il Pi Day mondiale ! 
Cosa si festeggia? 
Ma la cosa più irrazionale di sempre, il numero irrazionale per definizione: la costante π (per gli amici: Pi greco)!


Il 14 marzo 2015 si festeggia in tutto il mondo il Pi Day, la festa dedicata alla costante matematica (o π) che a scuola viene insegnata per calcolare l’area del cerchio, ma che è anche molte altre cose: tecnicamente è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. 
Questo numero si applica in matematica, geometria, trigonometria, fisica.


Il Pi Greco Day è una festa che nasce negli Stati Uniti: si festeggia il 14 marzo perché gli americani usano per le date il formato mese-giorno. 
Il 14 marzo diventa quindi 3/14, cioè le prime tre cifre del pi greco.

Alle 9 e 26 minuti e 53 secondi del 14 marzo 2015 è successa una cosa che non si verificava dal 1915: mettendo in fila le cifre della data, seguite da quelle che formano l’ora 9 e 26 minuti e 53 secondi, sono venute fuori le prime dieci cifre del π, cioè 3,141592653.

Cioè : 3 (marzo), 14 (giorno), 15 (anno), 9 (ore), 26 (minuti), 53 (secondi).  


Questo avvenimento può accadere soltanto durante il quindicesimo anno di ogni secolo e quindi si verificherà di nuovo soltanto nel 2115.

Il Pi Day cominciò ad essere celebrato nel 1988 da Larry Shaw, un fisico che voleva trovare una data per porre al centro dell’attenzione la matematica, una scienza che non trova spesso motivi per festeggiare. 


Il 14 marzo, inoltre, è anche l’anniversario della nascita di Albert Einstein. 



Poco a poco la cosa ha preso piede, tanto che oggi sono migliaia le iniziative in tutto il mondo organizzate per il Pi Day. Negli Stati Uniti, dove la festa è più sentita, si organizzano corse su una distanza di 3,14 miglia (5.503 metri), i fast-food offrono menù speciali a 3,14 dollari, e via dicendo. 

Negli Usa Pi viene pronunciato pai, allo stesso modo di pie, che invece significa torta


Ecco perché negli Stati Uniti il 14 marzo si trovano torte decorate con il π e la festa stessa è legata in modo indissolubile al concetto di torta (che tra l’altro è anche rotonda e quindi richiama il π che è il rapporto tra circonferenza e diametro). 


Nel 2009, il Congresso degli Stati Uniti passò una risoluzione in cui riconosceva il Pi Day e invitava gli insegnanti di tutto il paese a celebrarlo con iniziative opportune. 
Una delle attività che vengono praticate è quella di cercare di imparare più numeri possibile dopo la virgola. 
Dopo quel 14 che segue la virgola e che tutti si ricordano, infatti, c’è un’infinita lista di numeri: fino ad ora ne abbiamo calcolati dieci bilioni (detti anche dieci milioni di milioni).



mercoledì 11 marzo 2015

Via Montenapoleone, Milano..Il caffè Cova




A Milano "Cova" significa raffinatezza, tradizione meneghina, pasticceria storica della mitica Via Montenapoleone.


Le sue origini risalgono al 1817, quando fu fondato da Antonio Cova all'angolo di via Verdi e via Manzoni.


Le sue eleganti sale e il celebre giardino diventarono il luogo di ritrovo di politici e letterati della Scapigliatura, di pittori, musicisti e gente del mondo dell'editoria e del giornalismo.
Nel 1848 il Cova con i suoi avventori fu in prima linea contro gli Austriaci e nel 1868 ottenne l'autorizzazione della Zecca per coniare monete in argento con la dicitura "Caffè Cova Milano": distrutto durante la seconda guerra mondiale, il salotto meneghino fu ricostruito nel 1950 e trasferito, poco dopo, nell'attuale sede, in via Montenapoleone.
 


Da allora il Caffè Cova è diventato un'istituzione, ritrovo di patrioti delle Cinque Giornate, circolo di nobili, centro di tutte le riunioni e degli incontri serali.
 


Qui hanno sorseggiato il caffè Tito Speri, Cairoli, Mazzini, Garibaldi, il giovane di provincia Verga e Sabatino Lopez. 

Anche le riunioni del Rotary Club, fondato il 20 novembre del 1923 a Milano, iniziarono qui. 
Dal 16 giugno del '23 i membri del Rotary venivano convocati tutti i martedì alle 12.30 presso il Caffè Ristorante Cova.

martedì 10 marzo 2015

Bluetooth, Harald Blaatang, il Vichingo goloso di mirtilli






Ecco qui, in breve, la storia del re danese « Blootooh »( Dente Azzurro) Harald Blaatand (Aroldo di Danimarca)

Harald "Bluetooth" di Danimarca (in danese Harald  Blaatand), visse tra il 911 e il 985 (o 986) d.C. e fu il primo re che riuscì ad unificare il frammentario regno di Danimarca, che comprendeva anche Svezia e Norvegia

Un Vichingo molto intelligente e goloso di mirtilli...
 





Fu in grado di riunire popoli e terre fino a quel momento divisi dal mare e da tradizioni diverse, convertendoli al cristianesimo.  

Una delle eredità più importanti lasciateci da questo grande monarca è una grande pietra runica fatta erigere a memoria dei propri genitori, rimasto intatto fino ai giorni nostri e che è divenuta una delle più importanti reliquie cristiane dello Jutland del Nord. 



Tale megalite contiene le seguenti parole, scritte in caratteri runici:

« Harald il Re fece costruire questi monumenti a Gorm suo padre e Thyre sua madre, Harald che vinse tutta la Danimarca e la Norvegia e convertì i Danesi al Cristianesimo. »


Queste parole segnano la prima occasione in cui viene citata la Danimarca come entità politica, nella storia. Il suo soprannome, letteralmente dente blu, sembra derivasse dalla sua passione per i mirtilli.
 


Il soprannome Bluetooth è stato utilizzato per identificare la tecnologia per reti senza fili inventata dalla svedese Ericsson nel 1999.  


Infatti, ciò che fece Harald è molto simile a quello che fa un protocollo capace di mettere in comunicazione i dispositivi più disparati.



Anche il logo del Bluetooth è costituito dall'unione delle rune nordiche (Hagall e Berkanan) che corrispondono alle moderne H e B, iniziali di Harald Blaatand, il geniale re vichingo.