mercoledì 16 giugno 2010
Andrée Putman au rendez vous de la rentrée culturelle de Paris
L'exposition fera date..
Pour le plus grand rendez-vous de la rentrée culturelle 2010, une rétrospective sera consacrée au monstre sacré du design, Andrée Putman.
Une occasion unique d’explorer l’œuvre de cette diva de 85 printemps : rééditions de mobilier, reconstitutions de lieux, le piano « Voie lactée », les hôtels de luxe qu’elle a dessinés....
L’intérieur du Concorde, c’était elle. Les loges VIP du Stade de France aussi.
De même, les accessoires pour la maison chez Prisunic.
Ou le piano « Voie lactée » qu’elle a dessiné pour Pleyel France, le plus vieux fabriquant de piano au monde.
On pourrait citer aussi, en vrac, les bureaux de Jack Lang, au ministère de la culture (1985), celui de Jacques Chaban-Delmas, à l’hôtel de région de Bordeaux, ceux du ministère des Finances (1989), du conseil général des Bouches du Rhône (1993), du Conseil général des deux Sèvres (2004).
A 85 printemps, Andrée Putman est une icône du design français… qui a fait carrière à l’étranger, et en particulier à New-York, qui a été la première à discerner le talent derrière les excentricités d’Andrée Putman.
"New-York est la ville la plus vibrante du monde. C’est le point de départ de beaucoup de choses, y compris pour moi", confiait la designer en 2008, au moment où le Consultat de France à New-York lui consacrait une exposition pour célébrer ses 25 ans de carrière.
Autant dire qu’il était temps qu’une exposition d’envergure lui soit consacrée en France. C’est à l’Hôtel de Ville que l’œuvre pharaonique d’Andrée Putman sera exposée pour la rentrée culturelle 2010.
Le commissariat de l’exposition revient à Eric Troncy.
On sait déjà que l’exposition présentera des rééditions de mobilier (notamment la chaise en fer Mallet-Stevens), des reconstitutions de lieux qui l’ont faite connaître, le piano « Voie lactée » conçu par cette pianiste de formation.
Il sera également question des amitiés et des échanges qu’Andrée Putman a tissés toute sa vie avec des artistes contemporains.
Mariée à la fin des années 50 avec le collectionneur, éditeur et critique d’art Jacques Putman, Andrée a côtoyé sa vie durant le gotha de la création contemporaine.
L’exposition rend donc hommage aux amitiés qui ont profondément influencé le style Putman. On citera Pierre Alechinsky mais aussi Bram Van Velde, Klein ou encore Giacometti.
Une exposition qui promet de faire date!
Andrée Putman en 10 dates :
23 décembre 1925 : Andrée Christine Aynard naît à Paris dans le VIe arrondissement.
1944 : A 19 ans, elle reçoit le premier prix d’harmonie du Conservatoire de Paris des mains de Francis Poulenc.
1958 : A 33 ans, Andrée Putman collabore avec la chaîne Prisunic en tant que directrice artistique des rayons maison.
1968 : Elle fait ses débuts à l'agence de style Mafia. Là, elle fait la rencontre décisive de Didier Grumbach et créé avec lui Créateurs et Industriels.
1978 : Andrée Putman créé Écart, première agence à laquelle succédera vingt ans plus tard, l’Agence Andrée Putman qu’elle dirige toujours, à Paris dans le XIVème arrondissement.
1984 : On lui confie l’aménagement de l’hôtel Morgans à New York. Le carrelage noir et blanc et le grès sont un succès. Le Morgans ouvre la voie à de nombreuses autres collaborations hôtelières : Le saint James Club à Paris, Le Lac à Kobé, Im Wasserturm à Cologne, Sheraton à Roissy, Ritz Carlton à Wolfsburg, Pershing Hall à Paris…
1990 : elle travaille pour le Concorde.
2005 : Guerlain désigne l’agence d’Andrée pour revoir l’aménagement de son espace historique, sur les Champs-Élysées.
2007 : Ouverture de l’hôtel The Putman, à Hong Kong
2008 : Elle dessine le piano à queue Voie Lactée pour Pleyel France. Une exposition lui est consacrée au Consulat de France à New-York.
lunedì 14 giugno 2010
Accessori di lusso in legno
Una nota di natura per questa stagione!
I creatori non esitano ad andare alla ricerca di materie tradizionali ed autentiche per dare un tocco ecologico e naturale ad accessori spesso di lusso estremo.
Negli zoccoli quindi, ma anche nei bracciali, nelle collane , nelle borse il legno impone la sua essenza sobria e solida.
L'architetto contemporaneo Frank Gehry immagina per Tiffany & Co. un bracciale in stile tribal.
Con le sue forme semplici e al contempo complesse ci regala un bell'abbinamento tra il legno e il metallo.
Bracciale Fish Wood in legno e argento, Frank Gehry per Tiffany & Co.
Prezzo: 4 810 €
Informazioni: www.tiffany.com
In materia di sandali, questi rischiano di farci rompere una gamba!
E'Jil Sander che realizza un mix perfetto tra trend e materie: maxi zeppa in legno, pitone traforato e altezza inverosimile...
A consigliare soltanto se non si soffre di vertigini !
Decolletes in pitone traforato e zeppa in legno, Jil Sander
Prezzo: 1 250 €
Informazioni: www.jilsander.com
Gli occhiali da sole di Giambattista Valli sono veramente originali!
In legno, colorati e con lenti a specchio..
Occhiali a specchio e stanghette di legno, Giambattista Valli
Prezzo: 475 €
Informazioni: www.giambattistavalli.com
Il buon gusto Fendi per questa pochette ...
Materie nobili per uno stile grintoso, con la sua chiusura in legno e delle borchie di metallo sul davanti.
Irresistibile fascino ecolo-rock!
Pochette « Skins clutch » in pelle e legno, Fendi
Prezzo: 590 €
Informazioni: www.fendi.com
Bracciali oversize con sovrapposizioni e abbinamenti dei materiali: é la scelta di Bally con questi accessori semplici e superclasse!
Bracciali in legno, Bally
Prezzo: 180 €
Informazioni: www.bally.com
domenica 13 giugno 2010
Caravaggio Superstar
Sono ben 11mila i visitatori accorsi per ammirare i capolavori della Mostra Caravaggio alle Scuderie del Quirinale a Roma, esposti fino alle 22 di domenica 13 giugno 2010.
È un successo la no stop messa in piedi dagli organizzatori per l'ultimo week end di apertura, con circa 11 mila visitatori che dalle 9 di ieri alle 9 di domenica mattina hanno visto la rassegna.
Tale è stato il successo della mostra che, in occasione dell’ultimo weekend, le Scuderie del Quirinale sono rimaste ininterrottamente aperte dalle 9 di sabato 12 giugno fino alle 22 di domenica 13.
Notte bianca, dunque, per amore dell'arte e del Caravaggio in particolare.
Il pubblico in coda nella notte si è differenziato per fasce di età, dai più giovani e giovanissimi della mezzanotte ai più maturi dell'alba. Il pubblico, nonostante l'attesa, non si é desistito.
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, a partire dal presidente Emmanuele Emanuele.
Nella maratona finale per visitare la mostra, oltre 11 mila persone sono entrate alle Scuderie del Quirinale e la fila è proseguita domenica ininterrotta, sotto il sole, come lo era stata durante tutta la notte.
E non è ancora finita. La mostra rimane aperta fino alle 22 di stasera (domenica 13 giugno) e dalle Scuderie del Quirinale fanno sapere che «sono previsti altri 5mila visitatori oggi».
«La mostra più visitata d'Italia negli ultimi 10 anni -assicurano dalle Scuderie - ha incassato circa quattro milioni di euro tra biglietti interi, ridotti ed entrate per le scuole».
Cifre da record.
Il migliore ristorante del mondo è.. a Copenhagen !
Il miglior ristorante del mondo è a Copenhagen !
E nella capitale danese il Radisson Blu Royal Hotel (il primo "design hotel" al mondo) compie 50 anni !
Dopo la recente pioggia di stelle Michelin – ben 13 stelle distribuite su 12 ristoranti – Copenhagen torna a far parlare di sé come regina della gastronomia in Scandinavia.
Il ristorante Noma è, infatti, stato eletto il migliore del mondo nella classifica stilata dalla rivista specializzata britannica Restaurant Magazine che, in partnership con l’italiana S. Pellegrino, ogni anno pubblica una graduatoria dei primi 50 ristoranti del mondo sulla base delle valutazioni di 800 esperti internazionali di gastronomia.
La stella più luminosa nel panorama culinario è guidata dallo chef 32enne René Redzepi il quale, dopo varie esperienze in alcuni dei migliori ristoranti del mondo (tra i quali l’ex primo in classifica El Bulli di Ferran Adrià), è tornato a Copenhagen dove si è specializzato in un nuovo genere di cucina nordica,mix delle tecniche contemporanee con l’utilizzo dei migliori prodotti del Nord Europa provenienti dall’Islanda, dalle Isole Faroe e dalla Groenlandia.
Un successo che ha portato Redzepi e il Noma all’assegnazione della prima stella Michelin nel 2005, seguita da una seconda nel 2007 fino alla consacrazione lo scorso 26 aprile a miglior ristorante del mondo.
Ancora una ricompensa :Copenhagen come capitale del design scandinavo, celebrerà il prossimo 1 luglio il 50esimo anniversario del Radisson Blu Royal Hotel, il capolavoro del maestro Arne Jacobsen, come primo "design hotel" al mondo.
Una persona in particolare è molto orgogliosa di poter partecipare alla celebrazione : Roy Kappenberger, l’attuale direttore dell’albergo e figlio del primo direttore del Royal, Alberto Kappenberger.
“Un enorme parco giochi con 22 piani da esplorare”, così Roy definisce l’albergo dove iniziò in tanto che facchino fino a diventarne il direttore nel 2008.
Arne Jacobsen, che non si era mai occupato prima del design di hotel, desiderava che l’edificio del Royal Hotel apparisse come una struttura molto leggera.
Era il 1956. L’area di costruzione, così vicina ai Giardini Tivoli, era molto delicata e l’architetto non voleva che l’altezza e la massa dell’edificio potessero sovrastare le costruzioni circostanti.
Arne Jacobsen riuscì con successo a integrare una costruzione totalmente moderna e rivoluzionaria nel cuore classico di Copenhagen.
Alcune delle più famose opere di design di arredamento di Arne Jacobsen furono create appositamente per il Royal.
Ogni anno nel mondo sono vendute migliaia dei suoi modelli “Swan” e “Egg”, celebri sedute che rappresentano una costante in camere d’albergo, sale riunioni e nelle sale d’attesa di prima classe negli aeroporti di tutto il mondo.
The Villain Chair, un fauteil de gangster !
Luxueuse, rétro-chic, la Villain Chair est véritablement un fauteuil hors normes. D’aspect surdimensionné, sa structure mélange Chrome, Acier, Aluminium.
Pas vraiment beau mais imposant, sobre, ce fauteuil donne un sentiment de pouvoir et de puissance.
A essayer pour se revêr en big boss !
Dimensions : 90 x 90 x 120 cm.
Vendu sur l’excellent site anglais Such.uk pour 3600£ (environ 5000€)
domenica 6 giugno 2010
Naviglio, cuore di Milano, percorso fotografico..
La mostra fotografica: Naviglio, Cuore di Milano si compone di 18 fotografie che, accostando e sovrapponendo immagini dell’inizio ‘900 a scorci dell’odierna metropoli, intendono mostrare l’inestimabile valore storico, architettonico, estetico ed etico che il Naviglio convoglia verso il cuore della città.
L’intenzione è dunque quella di rianimare il cuore di una Milano storica che si specchi nelle acque del Naviglio, già chiave del suo sviluppo e occasione per una nuova nascita, per cercare il futuro di Milano tra i flutti del suo passato.
Una rielaborazione fotografico–digitale dà corpo a strade e piazze accostando immagini dell'inizio del secolo scorso a scorci dell'odierna metropoli.
Un percorso emotivo muove attraverso presente, passato e futuro mostrando l'inestimabile valore storico, architettonico, estetico ed etico che il Naviglio convoglia verso il cuore della città, induce inevitabilmente ad interrogarci con concretezza e sana malizia sulle potenzialità socio-economiche derivanti da una possibile riapertura del Naviglio.
Milano in equilibrio tra modernità post-industriale e arte, uno sguardo rivolto verso la dimensione storico-sociale di una città che non vuole dimenticare le proprie origini.
link : www.cuoredimilano.org
venerdì 4 giugno 2010
La dernière soirée de Peter Csaba
Après 16 ans à la tête de l'Orchestre de Besançon, le chef tire sa révérence.
Arrivé en 1994, le chef avait su gagner la confiance et le respect des musiciens de l'Orchestre de Besançon.
Après les dernières élections municipales, le nouvel adjoint à la culture a voulu donner une nouvelle direction à l'orchestre mais une mobilisation des musiciens le contraignit à prolonger d'une année le contrat de Peter Csaba. Finalement, en octobre dernier Jean-François Verdier, clarinettiste et chef d'orchestre reconnu a été choisi pour diriger l'orchestre de Besançon à la rentrée 2010.
Emotion hier soir au Théâtre Musical de Besançon qui affichait complet : c'était le dernier concert dirigé par Peter Csaba.
Il a dirigé avec talent et passion l'Orchestre de Besançon Franche Comté avec la partecipation des musiciens de l'Orchestre Philarmonique et des élèves de 3ème cycle du Conservatoire à Rayonnement Régional.
Au programme, en première partie le concerto de W.Amadeus Mozart pour 2 pianos K 365, version pour 2 harpes avec les talentueses solistes Naoko Yoshino et Marie Pierre Langlamet.
En deuxième partie la symphonie n°1 "Titan" en ré majeur de Gustav Mahler.
Le public a salué ce grand chef avec un exceptionnel enthousiasme...et on vu les larmes dans les yeux de ce passionné de musique et des ses musiciens.
giovedì 3 giugno 2010
La Trieste dei Wulz
Autori Vari
La Trieste dei Wulz -
Volti di una storia.
Fotografie 1860-1981
192 p.; 170 foto bicr. e quadricr.;
It; ril. 24x29
Cod. 99LNR235 - Euro 46,00
Le oltre 150 immagini del volume, scattate dalla più famosa famiglia di fotografi triestini, consentono per la prima volta sia di valutare nel suo insieme il lavoro di uno dei maggiori studi fotografici italiani, che di percorrere l'evoluzione della ricerca estetica nella nuova tecnica di riproduzione.
Le immagini di tipo documentario del capostipite Giuseppe, le manipolazioni di carattere pittorico nella ritrattistica di Carlo, e la ricerca di un linguaggio visivo innovativo di Wanda e Marion, sono le direttrici principali del linguaggio fotografico maturato all'interno dell'atelier.
Elio Luxardo, un fotografo "vintage"
Conosciuto soprattutto per i suoi ritratti delle star del cinema italiano, tra 1930 e 1950, ma anche straordinario fotografo pubblicitario, di moda, di interni, Luxardo, antesignano di Robert Mapplethorpe e parallelo al più famoso Cecil Beaton, dedica grande attenzione al dettaglio della figura e del corpo umano.
Elio Luxardo (1908-1969) nasce da genitori di origini italiane in Brasile dove si afferma dapprima come atleta e poi come autore di documentari.
Dal padre fotografo di professione impara molto lavorando con i fratelli nello studio di famiglia.
Quando, nel 1932, si trasferisce a Roma, si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia col sogno di diventare regista.
Bello, disinvolto ma soprattutto insofferente della disciplina, abbandona la scuola, entra nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva quasi subito l’attività affermandosi rapidamente come ottimo ritrattista.
Nel suo studio di via del Tritone 197 (e, dal 1944, in quello milanese di corso Vittorio Emanuele) sperimenta quel particolare uso delle luci che aveva imparato sui set e che ritrovava, da grande e competente appassionato del cinema, soprattutto nei film americani.
Inevitabile che fossero proprio i divi di Cinecittà e gli attori di teatro ad amare i suoi ritratti, che avevano il pregio di non essere mai ripetitivi perché scaturivano da intuizioni estrose più che da un progetto estetico predefinito.
Avere un ritratto firmato Luxardo era diventato così importante che nel dopoguerra la vincitrice del concorso Miss Italia ne riceveva uno come premio.
Davanti al suo obiettivo non passavano soltanto personaggi affermati – politici, nobili, scrittori, oltre ad attori e attrici – ma anche uomini e donne che il fotografo metteva in posa per esaltare uno sguardo, un’espressione, una postura così attentamente studiata da farli sembrare tutti protagonisti di qualche film noir, drammatico o passionale.
Come ogni bravo professionista, tuttavia, Elio Luxardo sapeva esprimersi anche in altri campi firmando servizi di moda piuttosto innovativi e importanti campagne pubblicitarie che oggi ci sembrano più semplici di quanto non fossero allora.
Ma sono le sue ricerche personali a colpire per la loro bellezza asciutta e suggestiva.
I nudi femminili e quelli maschili sono il frutto dei giovanili esordi come scultore, ma soprattutto provengono dalla sua capacità di considerare il corpo in una sua assoluta plasticità lontana in egual misura dalla morbosità e dalla retorica.
Quello femminile è di una bellezza eterea che sembra plasmata dalla luce e disegnata da una grazia leggera mentre quello maschile è scattante, elastico, capace di evocare una classicità antica ma anche di anticipare quella forza prorompente e sfrontata poi cara a Robert Mapplethorpe.
Dallo Studio Luxardo non uscivano immagini qualsiasi, ma istantanee che catturavano le note caratteristiche degli attori.
I loro volti si illuminavano di un fascino misterioso e suscitavano emozioni, in chi le osservava, in tutto simili a quelle che davano agli spettatori nei cinema.
Questa era la qualità delle fotografie dei fratelli Elio, Aldo ed Elda Luxardo, il saper fermare l'istante espressivo del soggetto ritratto, quando questo coincideva e rappresentava il personaggio cinematografico. Luci diffuse, integrate da riflessi, sfondi scuri e tagli di luce che scolpivano i volti e disegnavano i corpi contribuirono alla nascita, negli anni '30 di uno stile che fece scuola e segnò un'epoca.
All'inizio lo studio di via del Tritone era frequentato da dive, campioni dello sport, intellettuali e artisti, da Luigi Pirandello a Filippo Tommaso Marinetti, da Assia Noris a Isa Miranda, da Valentina Cortese ad Alida Valli, fino al campione del mondo di pugilato Primo Carnera.
Il dopoguerra fu caratterizzato dalla collaborazione con gli spettacoli di rivista e l'inizio del concorso di 'Miss Italia', da dove nacquero personaggi del calibro di Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Lucia Bosè.
Ora sono i divi del cinema della Dolce Vita a farsi fotografare dai Luxardo.
Lo stile cambia, le luci diventano meno taglienti, più morbide, ma l'incisività è la stessa, anche se appare avvolta in una leggera sfumatura di nostalgia, di mistero e di dolcezza. Questo stile, unico nel suo genere, regalò alle foto Luxardo una fama che non è mai tramontata e che coincide con "il fascino - come afferma Claudio Strinati, soprintendente per i Beni artistici e storici di Roma -, che non è solo quello della bella donna o dell'uomo seduttore, ma è percepito come una suggestione misteriosa e inanalizzabile che chiunque è in grado di avvertire".
"Lo stile Luxardo - dice ancora Strinati - estrae la persona dal riferimento necessario a una sua peculiarità artistica e ne fa il personaggio con cui, da quel momento in poi, sia il pubblico sia i critici si riconosceranno e si potranno identificare.
L'immagine Luxardo non è più la posa classica di fronte all'obiettivo e non è ancora l'immagine intesa come 'tranche de vie', quando il fotografo approfitta di un attimo fugace in cui la persona rappresentata rivela la propria intimità".
E' fondamentale, comunque, che fra il personaggio e il fotografo si instauri "il giusto feeling", sostiene Tiziana Luxardo, figlia di Aldo e continuatrice della tradizione familiare, il cui ritratto di Alessandro Gassman è esposto in mostra assieme a quello dal padre Vittorio.
"A volte, quando non si instaura subito la giusta sintonia - afferma Tiziana Luxardo - è necessario molto tempo perchè il personaggio 'si sciolga', divenendo naturale e 'duttile', tale cioè da rappresentare l'idea che di lui ha il fotografo. In ogni caso - sottolinea - resta sempre a discrezione di quest'ultimo stabilire se e quando il risultato voluto è stato raggiunto.
E' infatti chi sta dietro alla macchina fotografica a interpretare e a diriggere il soggetto da raffigurare". Intervistata nel suo nuovo studio romano di via del Gambero, dove si è accolti dai ritratti di Guglielmo Marconi, Luigi Pirandello, Ottorino Respighi, Pietro Mascagni e da giovanissime Lollobrigida e Loren, oltre che da una scultura raffigurante Primo Carnera in posa da combattimento, Tiziana Luxardo descrive come il padre e i suoi zii realizzavano le loro fotografie.
"C'era prima la fase del trucco del soggetto - racconta -, quella dell'allestimento della sala di posa, con gli sfondi e le luci che si ritenevano più adatte al personaggio.
La macchina fotografica era un banco ottico poggiato su un cavalletto con una lastra sei per nove su cui veniva impressa l'immagine. La lastra veniva successivamente lavorata dai ritoccatori, che spianavano o eliminavano con degli stiletti eventuali difetti. A volte però questi erano rispettati, se caratterizzavano particolarmente il volto dei personaggi.
Seguiva poi la fase del ritocco direttamente sulla foto stampata, che avveniva con pennelli e china. Importantissimo era l'uso delle luci, le cui direzioni erano spesso contemporaneamente sia frontali che posteriori".
mercoledì 2 giugno 2010
"La norme et le caprice" du sublime Nadar au chateau de Tours
Exposition "Nadar, la norme et le caprice"
Au Château de Tours
du 29 mai au 07 novembre 2010
Disparu il y a tout juste 100 ans, Félix Tournachon dit Nadar (1820 – 1910), dont l’art de portraitiste a souvent été célébré, reste l’emblème de la photographie du XIXe siècle. L’époque des années 1850 a vu la réalisation des portraits des plus grands artistes de la bohême parisienne, et la mise au point d’une recette qui assure le succès de l’atelier sous le Second Empire.
Sous la Troisième République, alors que Paul Nadar (1856 – 1939) accompagne l’entreprise paternelle puis lui succède, la standardisation du portrait apparaît souvent comme une dérive commerciale. L’exposition propose de réviser ce point de vue en considérant le rôle du succès des photographies d’acteurs et d’actrices de théâtre de l’époque comme une vision complémentaire de la société fin de siècle. L’atelier du photographe apparaît alors comme le carrefour de la norme et du caprice : portraits des figures illustres et représentations solennels du corps social côtoient grimaces et gesticulations, parades et mimodrames du monde du spectacle.
À travers les archives de la Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, riche du fonds des négatifs des ateliers Nadar père et fils, l’exposition relie et relit les deux aspects a priori opposés du portrait et montre qu’entre les "grands hommes" et les "tableaux vivants", l’imaginaire d’une société se retrouve face à l’objectif.
L’exposition propose d’évoquer la filiation entre Nadar et son fils Paul en restant au plus près des images, grâce à un parcours d’environ 200 tirages réalisés à partir des négatifs originaux, non retouchés et non recadrés, qui donnent à la norme et au caprice la saveur de l’archive.
Commissaire : Michel Poivert
Exposition présentée
du 29 mai au 7 novembre 2010
au CHÂTEAU DE TOURS
25 avenue André Malraux – 37000 Tours
Tél. : 02 47 70 88 46
Horaires : du mardi au dimanche de 13H à 18H
Entrée exposition Jeu de Paume: 3 €(tarif réduit : 1,50 €)
Sur invitation de la Ville de Tours, le Jeu de Paume
présente une programmation "hors les murs"
au Château de Tours.
L’exposition "Nadar, la norme et le caprice" fait partie des
célébrations nationales 2010 organisées, sous l’égide du
ministère de la Culture et de la Communication, à l’occasion
du centenaire de la mort de Nadar (6 avril 1820 – 20 mars 1910).
Cette exposition est réalisée par le Jeu de Paume en collaboration avec la Ville de Tours et la Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, ministère de la Culture et de la Communication [http://www.mediatheque-patrimoine.culture.gouv.fr].
En partenariat avec Azart Photographie, France Bleu Touraine, La Nouvelle République, Polka magazine.
Le Jeu de Paume est subventionné par le ministère de la Culture et de la Communication.
Il bénéficie du soutien de Neuflize Vie, mécène principal.
martedì 1 giugno 2010
Yves St Laurent, D&G, Armani, Bulgari, scelgono delle testimonial di schianto per i loro profumi
Bulgari ha scelto Laetitia Casta per rappresentare BLV II, la sua nuova e simbolica fragranza. Una testimonial dagli occhi azzurri come la fragranza!
BLV II di Bulgari, eau de parfum
Informazioni: www.bulgari.com
Claudia Schiffer, Naomi Campbell et Eva Herzigova: le 3 famose top model hanno ancora un fascino straordinario!
Dolce & Gabbana è riuscito a riunire le 3 donne più belle degli anni '90 per il profumo Anthology. E, come se non bastasse, sono accompagnate da 3 irresistibili modelli: Fernando Fernandes, Noah Mills et Tyson Ballou!
Anthology de D&G, eau de toilette
Prezzo: 100 ml € 59
Informazioni: www.dolcegabbana.com
Idole d’Armani è un'ode alla femminilità, a un ideale definito dallo stesso Giorgio Armani come una «miscela irresistibile di grazia, bellezza e spirito libero».
Per Giorgio Armani colei che poteva incarnare alla perfezione la donna Idole è Kasia Smutniak.
Attrice e modella di origine polacca, Kasia Smutniak trasmette «sensualità, forza e fresca bellezza».
Idole d'Armani, eau de parfum
Prezzo: 50 ml spray € 71,50
Informazioni: www.giorgioarmani.com
Kate Moss in versione francese? Lo desideravano in tanti, e Yves Saint Laurent l'ha fatto, trasformando la top model britannica in una vera parigina!
Parisienne di Yves Saint Laurent, eau de parfum
Prezzo: 50 ml € 70 circa
Informazioni: www.ysl-parfums.com
Christian Dior, mini biografia
Christian Dior é sinonimo di haute couture, la grande, l'autentica!
Per questo ho voglia di schizzare in qualche riga una sua mini biografia :
Prima di diventare lo stilista di grande talento, Christian Dior si dedica all'arte contemporanea, esponendo i suoi quadri in una piccola galleria, insieme a Aristide Maillol, Fernand Léger o Salvador Dali. Sono anni difficli, ma monsieur Dior è dotato per il disegno: impara l'arte dell’illustrazione di moda e vende i suoi schizzi alle maison di Couture o ai giornali, tra cui Le Figaro.
Nel 1946, l'incontro con il celebre impresario tessile Marcel Boussac si rivela decisivo.
Un anno dopo Christian Dior trasforma l'immagine della donna con il New Look: una collezione di silhouette dalle gonne svasate e dale giacche sfiancate. Il suo genio creativo e la sua visione architetturale della Couture ribaltano le regole della moda femminile, e la stampa internazionale rende famoso il nome di Dior in pochi giorni.
Fin dal 1948, Christian Dior si lancia alla conquista del mercato internazionale, iniziando dagli Stati Uniti.
Con le sue creazioni Dior seduce le donne di tutto il mondo, le star indossano i suoi abiti dalle silhouette ultra femminili e il red carpet si dipana sotto i suoi piedi.
Dior evolve, la sua creatività stupisce ad ogni stagione e Dior diventa uno degli uomini più famosi del mondo, rimanendolo fino ad oggi.
Se Dior è diventato uno dei più celebri marchi di lusso al mondo, è perché il fondatore, Christian Dior, possedeva un vero talento e soprattutto una fortissima passione...
Morto troppo presto, ma non senza aver lasciato un'impronta profonda nell'universo della moda, Monsieur Dior cede il testimone a John Galliano.
Tutte le collezioni di questo straordinario creatore inglese rendono omaggio a Christian Dior, pur essendo rivedute e corrette secondo le esigenze della nostra epoca. John Galliano si impone attraverso uno stile fuori dal comune, in cui abiti ed accessori si uniscono per esaltare un ideale.
« Gli abiti devono avere un'anima: il mio compito è esprimere la modernità e la passione, rispettando la tradizione: devo comprenderla per andare avanti. Devo proteggere l'anima romantica, femminile e moderna della maison. Il mio cuore è molto vicino a quello di Christian Dior » dichiara lo stilista.
All'universo del prêt-à-porter si aggiunge, con il passare del tempo, quello dei profumi, che rinforza questa visione glamour e femminile attraverso creazioni olfattive ormai leggendarie: Miss Dior, J’Adore, Poison…
E per finire non possiamo non ricordare le sarte della maison Dior, che da sempre trasformano in abiti spettacolari la passione e il talento degli stilisti della maison Dior, curando ogni dettaglio con amore, arte e savoir-faire.
giovedì 27 maggio 2010
Arata Isozak et la sua casa di vacanze a Karuizawa
"La mia volontà non è guidata da certezze totalizzanti" tiene a dire il maestro settantasettenne a proposito del metodo con cui progetta architetture e visioni di città.
"Piuttosto dal desiderio di far coesistere elementi diversi raccolti in un insieme unitario, ma costituito da frammenti separati".
Il progetto della sua casa per le vacanze a Karuizawa sembra un modello di studio.
Composta di tre volumi compatti collegati da tettoie - qualche tocco di cemento armato e tutto il resto di legno e vetro - l ’abitazione è infatti un "collage" di “camere con vista”, ciascuna pensata a partire da un particolare scorcio visivo.
Questo piccolo rifugio nella Cortina d’Ampezzo giapponese è stato progettato in diverse fasi più di vent’anni fa (nel 1980 il corpo principale, nel 1987 la guest house, nel 1992 lo studio), ma è ancora attualissimo con le sue forme elementari disposte liberamente sul declivio.
E rispecchia pienamente la tradizione nipponica dell’abitare: spazi contenuti, pochi arredi essenziali e aperture sul paesaggio pensate come dei veri quadri.
Dalla camera da letto all’atelier della moglie (la pittrice e scultrice Aiko Miyawaki), fino al soggiorno-pranzo semicircolare con tetto conico dove l’architetto riceve gli amici, ogni ambiente ha almeno una grande finestra o parete di vetro affacciata sulla foresta, che con la sua ricchezza di intrecci e di sfumature di verde fa da contrappunto alla semplicità degli interni rivestiti di hinoki color senape, un legno simile al cipresso.
Negli anni Sessanta Isozaki è stato uno degli allievi prediletti del grande architetto Kenzo Tange, ma anche uno sperimentatore vicino al gruppo dei Metabolisti (movimento utopico sorto in Giappone negli anni 60, dava importanza soprattutto ai processi che regolano la formazione e la vita della città), che ha influenzato alcuni suoi progetti come la metropoli flottante “City in the air” (1960).
Più tardi, negli anni Ottanta, è stato uno dei padri del Postmodernismo e molte sue architetture di quel periodo, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles, sono nate proprio a Karuizawa.
Oggi ha le sue opere disseminate in tutto il mondo, dalla Cina al Qatar, dal Vietnam al Kazakistan. A Montecarlo è in lizza con altre quattro archistar per il nuovo piano di ampliamento della città.
E in Italia si costruirà, dopo mille polemiche, la sua super-pensilina per l’uscita del Museo degli Uffizi di Firenze, un segno forte di modernità che sembra voler sfidare l’integralismo storico-culturale della città.
Si saprà a breve, invece, l’esito del concorso per la nuova stazione ferroviaria di Bologna, in cui è tra i finalisti.
mercoledì 19 maggio 2010
Belli i Flags Furla con le bandiere del mondo !
Sventola allegramente nei negozi Furla una collezione divertente e colorata di shopper, bandoliere e portatutto con le bandiere dei diversi paesi e con l'indirizzo dello store Furla di riferimento nella capitale di quel paese.
L'accessorio ideale per portare con sè il ricordo e l’emozione di un viaggio o i colori dell’Italia.
Furla, collezione Flags
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Il mitico Gattopardo torna a Cannes ancora più bello
Il Gattopardo fu presentato per la prima volta al Festival di Cannes nel 1963, dove vinse la Palma d'Oro.
Grazie al sostegno di Gucci, il famoso film di Visconti è tornato quest'anno a Cannes dopo essere stato sottoposto ad un lungo restauro digitale.
Hanno partecipato alla proiezione del film Alain Delon e Claudia Cardinale, attori del cast originale, ma anche altre numerose celebrità che hanno scelto di indossare elegantissimi abiti firmati Gucci.
Nelle foto: Salma Hayek, Kate Beckinsale e Aishwarya Rai in abiti Gucci
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