giovedì 4 settembre 2025

L' Italia dei sapori autentici da gustare per strada quest'estate : lo street food italiano per un'immersione nella cultura italiana!




Evviva lo street-food italiano!

L'Italia é il paese dei sapori, dei profumi, del turismo.
La cucina italiana è una ricchezza gastronomica tutta da scoprire anche per chi ha scelto di percorrere le strade del Belpaese quest’estate. Dal nord al sud.
Mangiare le specialità della cucina italiana di ogni regione, di ogni luogo, delle più belle località attraversate e ammirate è il modo più autentico e interessante per un'immersione nella cultura italiana.


Con un po’ di curiosità si possono gustare gli autentici würstel dell’Alto Adige, bollenti e salsati anche d’estate, o gli arrosticini abbruzzesi (spiedini di pecora), i gustosi arancini siciliani o i fritti romani (supplì, carciofi e fiori di zucca con la mozzarella e l’acciuga).


In Emilia in ristoranti e trattorie, cercando bene, potremmo trovare lo gnocco fritto ripieno di coppa e salame, in Romagna la piadina riempita con l’insalata o con la salsiccia arrosto e, scendendo giù nella penisola, si apre il mondo delle pizze e delle meravigliose focacce. 


In alcune zone dell’Umbria ci sono ancora chioschetti che vendono la “torta”, una specie di pizza povera cotta sotto la cenere.

Nelle Marche esistono ancora i banchetti con la porchetta farcita di pepe e finocchietto e le friggitorie ambulanti di San Benedetto del Tronto: cucinano pesce fritto e olive ascolane. 


Nei quartieri popolari di Napoli resiste la tradizione della pizza a taglio come cibo di strada: costa poco, si usa il vero fior di latte e la pasta per la sera viene preparata al mattino.

Si possono perfino portare gli avanzi per farsi farcire la pizza, che viene piegata in quattro per poter essere consumata passeggiando o seduti sulle panchine del lungomare.

Piatti  tradizionali e semplici che raccontano la vera, autentica storia della terra italiana.



Oggi si aggiungono specialità importate dalle comunità straniere in Italia, in un viaggio gastronomico che arriva nei vicoli di paesi arabi, balcanici, asiatici, latini e africani. 


Un viaggio si puo compiere anche attraverso i mille sapori del cibo da strada e lo street food italiano è uno dei migliori al mondo !


lunedì 1 settembre 2025

Eataly, cibo e cultura alla conquista del mondo



Il nome "Eataly" nasce dalla fusione di due parole: EAT, "mangiare" in inglese, e ITALY, Italia. 

Eataly infatti è mangiare Italiano, ma non soltanto cibo italiano.
Mangiare bene, sano, genuino.


Il concetto è che da Bali a Dallas è possibile mangiare in un ristorante italiano, in una semplice pizzeria o in un ristorante stellato.


Oscar Farinetti è il fondatore di Eataly.
Nato ad Alba, in provincia di Cuneo, in Piemonte, la patria del famoso tartufo bianco, un giorno ha avuto l’idea originale di creare una catena di punti vendita per proporre contemporaneamente prodotti gastronomici della Penisola, punti di ristoro ed eventi culturali e didattici legati al cibo.


L’obiettivo di Eataly è di fare dei prodotti di alta qualità i protagonisti del progetto e di metterli a disposizione di tutti, di comunicare  i metodi produttivi e la storia delle persone e delle aziende che costituiscono il meglio dell'enogastronomia italiana in nome della sostenibilità, la responsabilità e la condivisione.


Il marchio Eataly riunisce un gruppo di piccole aziende che lavorano nei diversi settori dell'enogastronomia come la famosa pasta piemontese all’uovo di grano duro di Gragnano, l'olio della riviera ligure di Ponente, i vini veneti e piemontesi, la carne bovina piemontese di razza Fassone, il migliore cioccolato con le famose nocciole del Piemonte, salumi e formaggi della tradizione italiana.

Fin dalla sua nascita, con l'apertura nel 2007 del primo punto vendita a Torino, Eataly ha proposto il meglio delle produzioni artigianali a prezzi ragionevoli grazie alla creazione di un rapporto diretto fra produttore e distributore.


Eataly è una catena di punti vendita di medie e grandi dimensioni specializzati nella distribuzione di generi alimentari italiani, e non solo, con una zona mercato organizzata per aeree (salumi, formaggi, carne, pesce, ortofrutta, vini), ristoranti a tema, librerie e corsi dedicati alla cucina, degustazioni.





Asti, Bari*(Chiuso), Bologna, Chicago, Dubai, Firenze, Forlì*(Chiuso), Genova, Istanbul, Milano, Monaco di Baviera, Monticello d'Alba, New York, Osaka, Parigi, Parma, Piacenza, Pinerolo,
Roma, São Paulo, Tokyo, Torino, Trieste...

Sito di Eataly :
https://www.eataly.net 

giovedì 28 agosto 2025

Lo Sporting Club di Monza, un luogo unico!




Lo Sporting Club di Monza é il "salotto" e la "porta" di Monza e della Brianza. 



Lo Sporting Club di Monza é un circolo privato dove i Soci diventano amici, dove si stringono collaborazioni di lavoro, si rivelano affinità di gusti culturali, si pratica una sana sportività e si coltivano interessi comuni nei confronti della società che lo circonda.




La splendida cornice della Club-House e del parco costituisce una vera seconda residenza per i Soci, in cui è possibile invitare un cliente importante, gli amici e i familiari, oppure rilassarsi o partecipare alle innumerevoli iniziative che il Club organizza con periodicità settimanale. 




L'ospitalità che vi si pratica è riservata e di grande signorilità, in un'atmosfera tranquilla che consente l'instaurarsi di relazioni che altrove la fretta della routine impedisce.




Gli oltre 500 Soci costituiscono uno spaccato della parte più attiva e prestigiosa della società di Monza e Brianza, senza distinzioni di origine e livello culturale. 

La particolare impostazione associativa è la formula che ha consentito il successo. 

Lo Statuto, infatti,  non pone discriminazioni all'ingresso, salvo il rispetto di alcune formalità, nè prevede obblighi oltre le comuni regole di comportamento civile necessarie in ogni comunità.


Le manifestazioni culturali e sportive stimolano le partecipazione alla vita associativa, suscitano consensi e trovano echi anche fuori dal Club, attirando ospiti e frequentatori di rilievo anche esterni al novero dei Soci. 

Oltre alla vita del Club,sono spesso proposte iniziative solidari finalizzate ad aiutare i meno fortunati, dando lustro e prestigio alla compagine e ai suoi componenti.



La ex-Villa Tagliabue, costruita nel corso degli anni '30, è stata ristrutturata in modo estremamente funzionale ma conservando il fascino degli ambienti di una dimora di classe dei tempi d'oro di questa tipologia residenziale. 


Il grande parco ospita conifere di diverse specie, faggi marginati, cedri Atlantic e numerosissime aiuole e arbusti che in stagione fioriscono di mille colori. 



 


Dominatrice, con il suo impatto visivo, dell'intera struttura è la famosa piscina a doppio cuore, un unicum architettonico che però è anche palestra di sportività e oasi di relax. 


Accanto, il giardino d'inverno che ospita la sala che viene adibita a ristorante e sala da ballo e da concerti.




Un po' di storia :

Lo Sporting Club nacque in un giorno d'inverno del 1966, tenuto a battesimo dal notaio Antonio Mascheroni, che registrerà l'atto in Desio il 3 febbraio di quell'anno. 

I Soci fondatori erano 30, con 5 probiviri e 18 consiglieri eletti nella prima assemblea. 

Il successo fu fulmineo, in un'epoca  in cui le notizie viaggiavano per passaparola. 

Ad aprile infatti i Soci erano già 99 e da allora non si sono più fermati. 

Ma la storia del Club, almeno della sua parte più visibile, la sede con le sue attrattive, risale a diverso tempo prima.
 
La splendida sede sociale è infatti Villa Tagliabue, dal nome del proprietario che, acquistatala negli anni '30, la portò progressivamente, il giardino fu finito solo nel 1960,  allo stato attuale modificando profondamente l'impianto della residenza preesistente. 

Ettore Tagliabue era un facoltoso petroliere che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fece della sua casa monzese il centro di un brillante giro di società nazionale e  internazionale. 

Nel settembre 1954 la villa ospitò persino Filippo di Edimburgo, da pochissimo principe consorte della regina Elisabetta. 



Ettore Tagliabue lo aveva infatti incontrato al Gran Premio Ippico di Merano, vinto da uno dei purosangue della sua scuderia.

Viene dall'iniziativa di Ettore Tagliabue, o meglio dalla volontà di esaudire il desiderio della sua compagna di allora, la famosa soubrette Elena Giusti, la componente architettonica più distintiva dell'intera villa e oggi del club: la piscina. 




La famosa piscina a forma di due cuori intrecciati sostituì così la precedente piscina banalmente rettangolare, e oltre alla committente originale ospitò  le bracciate di donne famose come Ljuba Rosa (poi Rizzoli), la diva dei “musical acquatici” Ester Williams e la grande Ava Gardner


Del resto, i personaggi dello spettacolo erano ospiti frequenti a Villa Tagliabue: Walter Chiari, Gino Bramieri, Carlo Dapporto, Macario, l'attrice Lea Padovani.  

Un altro segno di continuità con la vita sociale del Club, punteggiato da feste e spettacoli animati da artisti di fama ancora oggi.
 

In Toscana il pane è strano, è buonissimo ma sciocco. Un'eccellenza italiana da gustare assolutamente per apprezzare ancor meglio la bellezza di Firenze.

Il Pane Toscano DOP è il simbolo di una tradizione antica che ancora oggi accompagna la vita quotidiana.





La sua particolarità? 

Una crosta croccante, una mollica compatta e un sapore inconfondibile : è insipido (o « sciocco », per parlare come i fiorentini).

Sciocco vuol dire "senza sale".

Si puo' anche dire  insipido, sciapo, insulso, insapore.

Il Pane Toscano DOP è una tipologia di pane tipica della regione Toscana, riconosciuta con il marchio di denominazione di origine protetta.

Ciò che lo contraddistingue maggiormente è il fatto di essere completamente privo di sale e con un sapore della mollica leggermente acidulo.

Ma perchè il pane fiorentino è sciocco ? Per due ragioni, una storica e una gastronomica.

Un'antica leggenda farebbe risalire l'origine del pane sciocco nella rivalità tra Pisa e Firenze dell'XI secolo: 

i Pisani cominciarono a aumentare le tasse per il sale che arrivava nel porto e bloccarono il commercio con Firenze.

I Fiorentini scelsero allora di iniziare a produrre il pane senza utilizzare il sale.

La seconda ragione è che la cucina toscana è ricca di sapori robusti e che il pane in questo caso è un accompagnamento destinato a esaltare il sapore dei salumi e i gustosi piatti tipici toscani come la ribollita o la pappa al pomodoro.

Il Pane toscano « sciocco » è forse il più famoso dei pani senza sale diffusi nell'Italia centrale.

Infatti sono rari i panificati che, tra le oltre 250 tipologie sparse nel territorio italiano, vantano l'assenza di questo ingrediente che spesso è considerato indispensabile per “chiudere” l'impasto quando si panifica.

Ogni tipo di pane toscano ha le sue caratteristiche, influenzate dalla tradizione locale e dagli ingredienti disponibili nella zona.

Pane di Montegemoli

Tipico della provincia di Pisa, il Pane di Montegemoli è fatto con una miscela di farine, tra cui una percentuale di farina di grano duro. È cotto in forni a legna e ha una crosta spessa e croccante con una mollica soffice.

Pane di Altopascio

Proveniente dalla città di Altopascio in provincia di Lucca, questo pane ha una lunga storia ed è noto per essere leggermente più salato rispetto ad altri tipi di pane toscano. È un pane a lievitazione naturale, spesso con una crosta scura e croccante.

Pane di Pema

Anche se meno conosciuto, il Pane di Pema è un pane integrale toscano, spesso fatto con farine integrali e semi, che offre un sapore rustico e una consistenza densa.

Pane di Segale

Questo tipo di pane toscano è fatto con farina di segale, che gli conferisce un sapore più deciso e una consistenza più compatta rispetto ai pani fatti con farina di grano tenero.

Schiacciata Toscana (o “Schiacciata all’Olio”)

La schiacciata toscana è un tipo di focaccia, caratterizzata da un impasto morbido e ricco di olio d’oliva. Può essere salata, condita con rosmarino, o anche dolce, come la schiacciata all’uva.

Ma il vero Pane Toscano a Lievitazione Naturale è ottenuto dalla panificazione di farina di frumento tenero toscano, di tipo “0” con ancora intatto il germe di grano, lievito naturale ed acqua. Nell’impasto non devono essere aggiunti additivi o coadiuvanti tecnologici di varia natura.

Il grano da cui nasce il pane toscano si coltiva in zone molto diverse della regione, ognuna con le sue peculiarità. Miscelando differenti farine si può ottenere una materia prima equilibrata con il giusto quantitativo di glutine.

Il vero Pane Toscano DOP per essere tale deve rispettare alcune caratteristiche:

il peso, solitamente è di 500 g (anche se oggigiorno ci sono pezzature da 250 g ma anche 1 o 2 kg) e lo spessore va dai 5 ai 10 cm;

la crosta deve essere friabile e croccante di un colore dorato tendente al nocciola, non troppo scura con una mollica morbida, alveolata in maniera irregolare di colore bianco e bianco-avorio;

il profumo primario di un buon Pane Toscano Dop è quello di nocciola tostata, mentre il sapore, anche se non c’è il sale, non è insipido poiché i tipi di grani usati, insieme al lievito madre, gli donano una particolare unicità.

 


martedì 26 agosto 2025

La bellezza dell' isola di Pantelleria, un vitigno arabo chiamato Zibibbo e un'attrice bellissima: Carole Bouquet e lo Zibibbo.

 






Lo zibibbo è un vitigno a bacca bianca chiamato anche Moscato d'Alessandria.

Lo zibibbo è anche il vino dolce che si ottiene da questo vitigno.

La parola "zibibbo" deriva dalla parola araba zabīb che vuol dire "uvetta" oppure  "uva passita".

Lo Zibibbo è coltivato con una coltura moderna "cordone speronato" in Sicilia specialmente  nella zona tra Erice e Mazara del Vallo, le cui uve producono un vino secco di grande pregio, ideale per abbinamenti con ostriche e pesci a carne bianca come saraghi e orate.

Dall' uva Zibibbo si ricava non solo il vino Zibibbo IGT, ma anche DOC come l'eccellente  Moscato di Pantelleria e l'Erice vendemmia tardiva Zibibbo.

Nell'antichità , nella località araba di Taifa, era già presente una grande produzione di zibibbo.

Il 26 novembre 2014 a Parigi l'UNESCO ha iscritto la pratica agricola della coltivazione della "vite ad alberello" di Pantelleria o " alberello pantesco", Patrimonio dell'Umanità, la prima pratica agricola al mondo ad ottenere questo ambito riconoscimento.

Il vino Pantelleria DOC ha 100% uve zibibbo.

Il vino che si ricava dallo zibibbo ha un bel colore giallo paglierino, con dei riflessi dorati, un gusto ricco e dolce, un profumo caratteristico.  Ha un elevato grado alcolico.

E’ anche  utilizzato per la produzione del vino DOC di Pantelleria, nella versione passito, moscato, spumante del Pantelleria Zibibbo dolce, e del vino Erice vendemmia tardiva Zibibbo. Si accompagna idealmente a formaggi e pasticceria secca.

Un' ambasciatrice e una grande protagonista del vino Zibibbo di Pantelleria è la bellissima attrice francese Carole Bouquet che da anni si occupa con passione e successo  della produzione di questo vino tanto particolare.

Uno dei vini prodotti da Carole Bouquet si chiama "Sangue D'Oro, Passito di Pantelleria 2021" 100% uve Zibibbo ed è considerato uno dei vini  dolci migliori del mondo. 

14,5 gradi, il colore del tramonto di un'isola vulcanica nel mare mediterraneo, un profumo sontuoso di bergamotto, albicocche, miele, zafferano, mandorle. In bottiglia da 0,50 cl, è raro e piuttosto caro.

Ma che importa il prezzo! Come molti vini e champagne, lo Zibibbo non è solo sapore, è una storia, un luogo, un'immagine, un viaggio, un sogno, una leggenda...