venerdì 30 gennaio 2015

Chi è Alan Turing ?





Alan Turing è il più ammirato precursore dell'informatica, genio della crittografia. 
Perseguitato per la sua omosessualità, era nato  circa 103 anni fa e morì avvelenato da una mela.

Lo scienziato inglese Alan Mathison Turing fu un matematico, logico ed esperto crittografo, ritenuto uno dei più importanti studiosi e sperimentatori nel campo della matematica applicata e della prima informatica.  
Il suo nome è associato in particolare alla “macchina di Turing” e al “test di Turing”: la prima un modello teorico di macchina per calcolo ed elaborazioni le più diverse, il secondo una ricerca di criteri attraverso i quali distinguere un umano da una macchina attraverso le risposte che fornisce a questi criteri.   
È ritenuto uno dei fondatori dell’informatica moderna, precursore dell’idea di “intelligenza artificiale”, e colui che ha formalizzato l’idea di “algoritmo”.


Alan Mathison Turing nacque a Londra il 23 giugno 1912. 
Il suo lavoro non fu solo teorico, ma ebbe importantissime applicazioni soprattutto nel campo della crittografia, quando Turing fu impiegato con lo spionaggio delle forze armate britanniche nel decodificare i linguaggi militari usati dalla Gemania nazista
Durante la seconda guerra mondiale Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of Communications inglese per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, crittate tramite il cosiddetto sistema Enigma da Arthur Scherbius.



Con l'entrata in guerra dell'Inghilterra Turing fu arruolato nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò per tutta la guerra alla decrittazione, sviluppando ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938. Basandosi su tali esperienze, Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski.



Fu sul concetto di macchina di Turing che nel 1942 il matematico di Bletchley Park, Max Newman, progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antenata dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma



Al termine della guerra Turing fu invitato al National Physical Laboratory (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) a Londra per progettare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l'Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma ebbe scarso successo a causa degli alti costi preventivati.

L'attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta dal segreto più assoluto. Finita la guerra, il governo britannico impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi e italiani il divieto di parlare o scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo.

Tale "silenzio" impedì che Turing e altri suoi colleghi anche meno famosi ricevessero i riconoscimenti che in altro ambito sarebbero stati loro ampiamente e pubblicamente riconosciuti. Dati e informazioni su queste attività cominciarono a essere pubblicate, previa autorizzazione dei servizi segreti inglesi, solo nel 1974, quando Turing e molti altri suoi colleghi nella decrittazione erano già morti da tempo.




La sua vita ebbe degli sviluppi di grande dolore e tragedia legati alla persecuzione della sua omosessualità, che fu trattata come un crimine e perseguita con trattamenti forzati di ormoni: morì misteriosamente per un avvelenamento (mangiando una mela) quando aveva solo 41 anni. 
La versione ufficiale del suicidio è stata più volte contestata. 
Come sintomo della sua influenza sulla scienza dei computer, a lungo si è detto negli ultimi decenni che il simbolo di Apple della mela morsicata fosse un tributo a Turing, ma lo stesso Steve Jobs ha negato la ricostruzione.



Nel 2009, l’allora primo ministro britannico Gordon Brown si scusò ufficialmente a nome del suo paese per le persecuzioni omofobe contro Turing: «Per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, ti saresti meritato di meglio»


Alan Turing illustrò per la prima volta il funzionamento della macchina di Turing in un saggio completato nell’aprile del 1936, quando aveva solo 24 anni.  
Nel saggio veniva lungamente esposto il funzionamento di una “macchina automatica” che, su una striscia infinita di caselle, ciascuna occupata da 0 o 1, eseguiva alcune operazioni in base a istruzioni predefinite.




La “macchina di Turing”, nel primo saggio degli anni Trenta, non venne ideata come puro esercizio mentale, ma neppure con in mente la costruzione concreta di un oggetto: Turing la pensò e la utilizzò per dare una risposta – attraverso una dimostrazione complessa che partiva dalla “macchina”, che non proviamo neppure a riassumere – a uno dei grandi problemi che i più grandi matematici e logici del tempo cercavano di risolvere da tempo, fin da quando il matematico e filosofo Gottfried Leibnitz lo pose intorno al 1700: il cosiddetto Entscheidunsproblem, o “problema della decisione”. 

L’importanza della dimostrazione di Turing di cui era parte la “macchina” è stata riassunta su Technology Review: Come dimostrò Turing, il problema non è solo che alcuni enunciati matematici non si possono provare; in realtà, non si può inventare nessun metodo che possa determinare in tutti i casi se un certo enunciato è dimostrabile o no. Ovvero: ogni formula sulla lavagna può essere vera, può essere falsa, può essere indimostrabile… e spesso è impossibile determinare quale di queste possibilità. La matematica era fondamentalmente limitata, non dalla mente umana, ma dalla sua stessa natura.

Oltre a questi importanti effetti  teorici, la macchina di Turing è la base matematica degli attuali computer digitali, anche se il reale funzionamento dei computer deve di più al lavoro successivo di un altro matematico, John von Neumann.

*Un chatbot è un programma informatico progettato per simulare una conversazione con un essere umano, attraverso un sistema per scriversi come in una chat o tramite sistemi di sintesi e riconoscimento vocale. In genere l’obiettivo principale di chi realizza i chatbot è di far sì che l’interlocutore umano pensi di avere a che fare con una persona in carne e ossa. 
Questa impostazione è alla base del test di Turing, una famosa prova teorizzata da Alan Turing nel 1950 e che può essere superata dalle macchine che dimostrano di poter sostenere una conversazione in tempo reale con un essere umano, tanto da confonderlo e fargli pensare di parlare con una persona. 
L’ipotesi, tutta da dimostrare, è che una macchina in grado di fare ciò abbia una propria intelligenza artificiale autonoma.




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