lunedì 21 ottobre 2013
Buon appetito al ristorante ! e teniamo conto del prezzo del "coperto"!
Ho trovato una divertente riflessione sull'esistenza del "coperto" al ristorante e la condivido
Il “coperto” è un atto di fede.
Nessuno saprebbe dire con precisione cosa diavolo sia.
Ma lo paghiamo lo stesso, tutti quanti, riconoscendone l’esistenza e certificando, di conseguenza, la sua legittimità.
Paghiamo il nostro coperto quotidiano.
Anche se i tavoli sono orfani di tovaglia, come va di moda oggi nei locali più à la page.
Anche se, sotto il piatto, ci stendono un fogliaccio di carta da macelleria (ormai tanto diffusa nella nostra ristorazione che i macellai la chiamano “carta da trattoria”).
Anche se il pane – voce gemella sul menu – è una ciofeca di mollica cruda e stopposa.
A meno di 2 euro, un coperto non ce lo sogniamo nemmeno in osteria.
Fino a 3 euro, tratteniamo compostamente la stizza.
Oltre quel valico, però, anche la fede vacilla. E si fa strada qualche dubbio che, all’occorrenza, l’oste imbriglia con paternalismo: “D’altra parte, caro signore, le abbiamo servito un calice di spumante e una tartina come cadeau di benvenuto… ”.
Ah, sì? Quindi, stiamo pagando un vostro regalo? Benissimo.
In previsione di risposte come questa, è bene aver portato da casa un simpatico pensierino (la pallina del cane, un soldatino mangiucchiato dai figli, il bottone di un vecchio cappotto…) .
Va esibito al momento del conto (dal quale avremo avuto cura di detrarre il costo del coperto) e consegnato sul piattino assieme alle banconote.
“Anch’io vi voglio bene”, sussurrerete con aria commossa.
Naturalmente niente mancia !
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento