domenica 23 aprile 2023

Einstein e il suo amore per Firenze e il Blüthner a coda ...




Lo diceva agli amici ascoltando Mozart, lo scriveva nelle lettere alla figlia: gli bastava solo immaginare il cielo sopra Firenze per sentirsi “mezzo ubriaco”. 

Siamo nel 1921. 

Albert Einstein ha quarantadue anni, le sue teorie hanno spinto la fisica verso nuove dimensioni, garantendogli una fama che probabilmente nemmeno si aspettava. 

C’è il premio Nobel nel destino - la consegna avverrà l’anno successivo - e, nel frattempo, piovono inviti a tenere lezioni in tutta Europa. 

Una delle conferenze è prevista a Bologna e se in altri casi Einstein valuta l’opportunità con scrupolo, stavolta non ci pensa un istante.

«Ho trascorso molti anni della mia adolescenza in Italia e ho sempre ricordato il vostro paese con nostalgia, pertanto accetto volentieri», è la risposta.

Partirà per l’Italia e ne approfitterà per incontrare la sorella minore, Maja, da poco trasferita a Firenze, prima a Fiesole e poi a Sesto. Einstein arriva in città in treno, il 18 ottobre, un martedì, insieme al figlio diciassettenne, Hans Albert. 

Resterà quattro giorni, il tempo di lunghe passeggiate nelle strade del centro, poche serate a suonare il violino dopo cena, una cartolina di Palazzo Vecchio spedita all’estero, l’acquisto della riproduzione di un ritratto di Michelangelo da esporre accanto a quelli di Newton e Schopenhauer, su una parete dello studiolo nella casa di campagna di Caputh, vicino a Potsdam. Ecco: così inizia il legame tra Albert Einstein e Firenze.

Albert Einstein

Un intreccio di passioni e sentimenti, fatalità e leggende che ancora oggi, esattamente cento anni dopo, resiste nella memoria dei racconti tramandati e nelle carte degli archivi. 

Emblema della storia, un Blüthner a coda, costruito a Lipsia alla fine dell’Ottocento, regalo di Albert alla sorella Maja, dal 2016 custodito nella biblioteca dell’Osservatorio astrofisico di Arcetri. In quel pianoforte, lungo e nero, risiede l’ombra di intere generazioni segnate dalle ferite del Novecento. 

Marco Ciardi, professore ordinario di storia della scienza al dipartimento di Lettere e filosofia, da luglio direttore del Museo Galileo di Firenze, e Antonella Gasperini, responsabile del Servizio biblioteche e musei dell’Istituto nazionale di Astrofisica, da lì sono partiti per il loro libro: “Il pianoforte di Einstein” (Hoepli), appunto.

(cge)

Vite e storie in bilico tra Firenze, Europa e America, recita il sottotitolo del saggio, cristallizzando in poche parole una ricerca minuziosa condotta con lo scrupolo degli scienziati e il gusto del racconto degli storici.

«C’è chi dice che Einstein abbia passato più tempo a suonare il violino che a studiare fisica», sorride Ciardi, svelando il primo tassello del mosaico ricomposto intorno alla figura del premio Nobel. 

Einstein amava la musica, così come l’intera famiglia della borghesia benestante ebraica tedesca, a cominciare dalla madre, una discreta pianista. 

Anche Albert, pur preferendo il violino, di tanto in tanto si sedeva al piano. 

Lo aiutava a riflettere, diceva. Come se una Sonata in Si bemolle fosse il miglior espediente possibile per risolvere passaggi delle sue teorie che parevano sfuggire via.

Del resto, «penso spesso in musica, vivo le mie fantasie in musica» è scritto in una sua intervista al Saturday Evening Post. 

Mozart era il suo musicista prediletto, la tradizione e la precisione dell’universo anteposte alle avanguardie che in quegli anni tracciavano audaci orizzonti. 

Una regolarità che, però, finisce per incrinarsi sullo stesso pianoforte, feticcio di un passato mai passato veramente e attraversato da tragedie sfiorate, vissute. 

Perché se è vero che la musica tiene insieme la comunità di artisti della casa di Maja alla quale Einstein resterà fedele per sempre, sarà la grande Storia a scompaginare l’Arcadia tra gli ulivi della campagna fiorentina, lasciando una scia di dolore e rimpianto.



Non sono miti, ma incubi, quelli che invece avvolgono la seconda parte della storia del pianoforte e di tutto ciò che orbitava attorno. 
Scriveva Maja pensando al Blüthner in una delle tante lettere ritrovate da Ciardi e Gasperini: «Se tu sentissi come suona…non me lo sarei mai sognato…».
 
Un entusiasmo che ad Albert Einstein non può temperare l’angoscia crescente. L’avvento di Hitler al potere, l’ostilità che diventa persecuzione, il piano inclinato sul quale stava scivolando l’Europa, rendono Einstein sempre più preoccupato.

Non gli piace quello a cui sta assistendo in Germania e nell’amata Italia, dove Mussolini obbliga i professori dell’università a giurare fedeltà al regime fascista. 

Ma niente può, se non temere per sé e il suo mondo. Non gli resta che trasferirsi in America, a Princeton, dove sarà raggiunto dalla sorella Maja, costretta a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali. 

Siamo agli inizi del febbraio 1939, un venerdì sera. 



Maja scrive per l’ultima volta a un’amica annunciando per la domenica successiva una festa di addio. 

Una cena che cancella ogni illusione del cenacolo di Samos travolto da prospettive incerte, cupe. 

Gli artisti lasciano l’Italia per gli Stati Uniti e il pianoforte passa di mano, affidato da Maja a un artista tedesco che aveva scelto Firenze come rifugio: Hans Joachim Staude, musicista ma soprattutto pittore. 

Ricorda nel libro, Angela Terzani Staude, la figlia di Hans Joachim: «Quel Blüthner è stato l’anima di casa nostra.

Al tramonto, nel grande salone che in suo onore chiamavamo la “sala della musica”, lo si vedeva controluce, davanti ai poderi di Marignolle». 

Lì è rimasto fino a quando Francesco Palla, il direttore dell’Osservatorio dal 2005 al 2011, si adoperò per favorirne l’arrivo ad Arcetri.

Un cerchio finalmente chiuso. L’epilogo che, in un certo senso, contiene il viaggio di ogni protagonista dell’epoca. 

Altre storie, altre coincidenze, altre relazioni tra Albert Einstein e la “sua” Firenze. Maja riuscirà a salvarsi, la famiglia del cugino Robert, no. 

Negli anni della guerra si era ritirato nella campagna di Rignano sull’Arno, sperando di garantirsi una protezione altrove impossibile. 

Il 3 agosto 1944 i tedeschi lo rintracciarono e uccisero la moglie e le due figlie di Robert, sopravvissuto ma suicida pochi mesi dopo, il giorno dell’anniversario delle nozze....

domenica 26 marzo 2023

Bogato, la patisserie très très créative du quartier Marais, a Paris !







Au 5 rue Saint-Merri 75004 Paris, dans le pittoresque quartier du Marais (que j'adore) il y a un lieux magique, original, a decouvrir absolument !


Une patisserie riche de gateaux originaux, macarons, chocolats, sucreries sophistiquées, dans un décor aux tons pastel.

Anaïs Olmer, sa fondatrice, était graphiste avant de se lancer dans la pâtisserie et naturellement son coté artistique se revèle dans ses créations.

Depuis plus de 10 ans Anaïs a mis au point des techniques de pâtisserie uniques pour réaliser les gâteaux les plus fous tout droit sortis de notre imagination.

Chez Bogato, on trouve des gâteaux magnifiques pour accompagner des moments d’exception… ou tout simplement pour terminer un repas en beauté : 

« Fini les gâteaux pas rigolos ! Fini les gâteaux trop petits ou trop gros ! Fini les gâteaux moches ! Des gâteaux pour les princesses, pour les pirates, pour les amis des bêtes… Un gâteau « Spiderman » ? Un gâteau « Petshop » ? Pas de panique, la fête restera chic » (source : site web de Bogato).

Des gâteaux magiques aux formes inattendues : un lapin, une lune avec son petit cosmonaute, un livre de contes, le château de la reine Guenièvre, un circuit de voitures, la malle au Trésor… pour une imagination pâtissière sans limite, avec des saveurs classiques ou plus originales, comme ce gâteau d’anniversaire composé de biscuit madeleine, de litchis et de crème jasmin, ou ce magnifique framboisier à la crème Barbapapa !

Les petits gâteaux et sablés ne sont pas en reste, avec les « mini-miam », « petites bouchées délicieusement régressives à picorer ou à dévorer par poignées »… ou les sablés, « pour tous les goûts et toutes les couleurs : des dinosaures pour les hommes de Cromagnon, des escarpins pour Cendrillon, des mini-pièces-montées pour les mini-trucs-à-fêter, des sablés comme vous voulez avec le nom de vos invités, des petits cadeaux à emporter ».

Les services de Bogato sont multiples.

Outre des créations sur-mesure, réalisées à l’occasion de mariage, baptêmes, anniversaires et autres cocktails, Chez Bogato met les petits plats dans les grands pour faire découvrir l’art de la pâtisserie.

Ainsi la boutique propose-t-elle une série d’ateliers, à destination des enfants ou des adultes, sur différentes thèmes : 

« Petits gâteaux sous la neige », « Macarons », « Gingerman », « Galette des rois »… Il est possible de réserver un atelier à plusieurs, pour un moment plein de poésie culinaire à vivre entre amis. Une idée originale, aussi, pour un anniversaire d’enfants : « Ils mettront leur tablier pour élaborer d’amusantes petites bouchées, de rutilants cucakes ou encore de très créatifs sablés décorés. Ils repartiront avec leurs petits gâteaux et la recette pour recommencer à la maison ».

Enfin, chez Bogato, c’est aussi une e-boutique présentant une excellente sélection de produits, pour que la fête reste chic jusque dans le choix des confiseries, des moules, des bougies et autres accessoires, et bien sûr de l’art de la table.



L'autre boutique:

Chez Bogato

7 rue Liancourt
75014 Paris
01 40 47 03 51
Tél : 01 40 47 03 51

lunedì 20 marzo 2023

Via Montenapoleone a Milano, dal Risorgimento a Hermès

Nel centro di Milano, nella zona più lussuosa della città, c'è la Via Montenapoleone, che i milanesi chiamano Montenapo.

Lunga 350 metri, tra corso Matteotti e Via Manzoni, fermata  metro San Babila, al centro del Quadrilatero della Moda, è stata eletta da stilisti, boutique di lusso, brand internazionali per fare shopping a 5 stelle.

La via e le sue sorelle, via Sant’Andrea, via della Spiga, via Pietro Verri, Via del Gesù, via Santo Spirito, via Borgospesso e via Manzoni, formano sicuramente uno dei luoghi più esclusivi della città e anche uno dei siti più eleganti al mondo. 
Purtroppo la situazione delle pavimentazioni stradali e dell’arredo urbano in generale è squallida: carrabile asfaltata male, marciapiedi minuscoli, cartelli stradali messi qua e là, sosta di auto e moto mal studiata.


Via Montenapoleone è considerata un vero e proprio distretto di moda molto importante. 

E soprattutto è uno dei luoghi dove si può trovare il meglio del made in Italy, ma è anche stata teatro di importanti avvenimenti storici di Milano. 

Infatti, fu protagonista delle gloriose Cinque Giornate di Milano, che vide i patrioti italiani insorgere contro la dominazione austriaca.

 

Infatti, come è storicamente documentato, era proprio in Via Montenapoleone ad avere la sua sede il coordinamento dal quale partivano gli ordini verso le varie e numerose forze cittadine che fieramente si contrapponevano alle forze austriache. Ma oltre che essere stata al centro dei moti rivoluzionari, Via Montenapoleone ha ospitato, nel tempo, numerosi e illustri personaggi.

 

Al numero civico 2, ovvero Palazzo Taverna, morì Carlo Porta, uno dei più importanti e famosi poeti milanesi, mentre, al numero 1 visse e morì Tommaso Grossi scrittore e amico sia di Carlo Porta sia di Alessandro Manzoni. 

Si tramanda, poi, che proprio in Via Montenapoleone, il grande compositore Giuseppe Verdi avrebbe, nel 1840, composto una delle sue più famose opere, ossia il “Nabucco”.


Oltre che poter annotare un glorioso passato di grande rilevanza storica, questa via milanese vide anche la nascita di cio' che divenne il suo fulgido futuro. 

Infatti, tra i primi nomi famosi ad avviare la loro attività troviamo personaggi del calibro di Annibale Cusi, la cui gioielleria divenne la ufficiale fornitrice di Casa Savoia, come pure le gioiellerie Pederzani, Faraone e Buccellati, senza dimenticare che proprio in Via Montenapoleone nel 1929 aprì la coltelleria dei Lorenzi.

 


Una identità, quindi che affonda le sue origini nel passato. D’altra parte, questa elegante e celebre via di Milano, ancora oggi ospita i più importanti brand al mondo quali, ad esempio, Hermès, Alberta Ferretti, Versace, Prada, Dolce & Gabbana, Armani, Bottega Veneta, Fendi, Louis Vuitton, Dior, Gucci e non solo.


sabato 18 marzo 2023

Il sindaco di Firenze e il blitz Ultima Generazione a Palazzo Vecchio


Blitz
Ultima Generazione a Palazzo Vecchio: sindaco Nardella blocca attivista!

Il sindaco di Firenze Dario Nardella è intervenuto mentre l’azione degli attivisti di Ultima Generazione era ancora in corso. Il primo cittadino fiorentino si è scaraventato di persona contro uno dei manifestanti e lo ha fermato: “Che caz*o fai, che caz*o fai?”, ha gridato il sindaco, immortalato in un video pubblicato sul web.

Ultima Generazione ha pubblicato una nota su quanto accaduto a Palazzo Vecchio a Firenze: 

Questa mattina verso le 10.30, due cittadini parte della campagna ‘Non paghiamo il fossile’, promossa da Ultima Generazione, Scientist Rebellion e Veglie contro le morti in mare, hanno imbrattato con vernice arancione lavabile l’ingresso di Palazzo della Signoria di Firenze, utilizzando due estintori”. “L’azione di oggi segue la bocciatura in commissione di bilancio del Senato della Repubblica di alcuni emendamenti a un disegno di legge riguardante il taglio di diversi sussidi ambientalmente dannosi (SAD) avvenuta ieri, 16 marzo. Tagli che avrebbero permesso di rendere utilizzabili in tempi brevi circa 500 milioni di euro di fondi, soldi pubblici dei cittadini, impiegabili per mettere in sicurezza il Paese dalla severità delle condizioni siccitose attuali e prossime e per altri investimenti nella conversione ecologica. Allo stesso tempo vediamo la concomitante approvazione del discutibile e datato progetto del ponte sullo stretto di Messina”. “Il Comune di Firenze continua a portare avanti scelte incompatibili con la necessità di ridurre le emissioni inquinanti, dovute all’impiego di fonti di energia fossili, e con quella di sviluppare fonti di energia rinnovabili; perseverando invece a intraprendere scelte assurde, che favoriscono l’aumento di emissioni di CO2, responsabili dell’aumento della temperatura e dell’inasprimento della catastrofe climatica”.



Dal 3 giugno 2014 Dario Nardella è sindaco di Firenze e dal 1º gennaio 2015 è il primo sindaco della sua città metropolitana. 

È stato anche deputato alla Camera per il Partito Democratico nella XVII legislatura fino all'elezione a sindaco.

Nasce a Torre del Greco, in provincia di Napoli, il 20 Novembre 1975 da genitori originari di San Marco in Lamis (in provincia di Foggia). 

Il padre, Umberto, è stato un noto docente di lingua e letteratura Hindi e Urdu presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" fino al 2007, e autore di numerose monografie sulle culture e le lingue del sud-est asiatico.

Trascorre gli anni dell'infanzia nella città campana e all'età di 14 anni si trasferisce a Firenze dove nel 1994 ottiene la maturità scientifica presso il "Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci",e successivamente nel 1998 si diploma in violino presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, svolgendo fino al 2004 l'attività professionale musicale.

Nel 2001 si è laureato in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Firenze con 110 e lode, conseguendo successivamente un dottorato di ricerca in diritto pubblico e diritto dell'ambiente nella stessa università

È stato inoltre docente a contratto di legislazione dei beni culturali presso la medesima università.

Nel 2005 fonda con il prof. Enzo Cheli, il prof. Leonardo Morlino ed altri amici e colleghi universitari la Fondazione "Eunomia", che attualmente dirige.





mercoledì 15 marzo 2023

Passions italiennes au Grand Palais Ephémère a Paris !!




Le Grand Palais Éphémère a été conçu par l’architecte Jean-Michel Wilmotte.

Il est situé sur l’extrémité du Champ-de-Mars. 

Son ossature en bois et ses vertus écologiques en font un bâtiment remarquable, résolument ancré dans notre époque. 

Une véritable prouesse architecturale qui s’insère sur un site dont l’histoire est, tout comme celle du Grand Palais, intimement liée aux Expositions universelles.

Bâtiment dont la vocation est d’accueillir les grands évènements qui se tenaient habituellement dans le Nef, il se transformera également en lieu olympique et paralympique en 2024.



Le Grand Palais Éphémère se trouve Place Joffre (dans le 7ème arrondissement de Paris .Métro ligne 8 : École Militaire; ligne 10 : La Motte-Picquet Grenelle).


Le Festival du Livre de Paris s'y déroulera :
le vendredi 21 avril de 9h à 21h,
le samedi 22 avril de 10h à 21h,
et le dimanche 23 avril de 10h à 19h.

L'inscription en ligne est obligatoire.
L'entrée sera gratuite pour les moins de 25 ans et les personnes empêchées.
Le tarif pour les autres publics sera de 5 €.

La billetterie pour l'entrée au Grand Palais Éphémère et aux événements ouvrira le 15 mars.
Paris, Italie. 

Pendant une semaine, l’Italie, ses auteurs et leurs livres seront les protagonistes dans la capitale française, avec un agenda chargé de rencontres, lectio, dialogues, performances et autres initiatives. Un tour d’horizon des passions italiennes qui comprendra la participation de l’Italie en tant qu’invitée d’honneur au Festival du Livre de Paris (du 21 au 23 avril au Grand Palais Éphémère) et de la huitième édition d’Italissimo, le festival de littérature et de culture italiennes (du 18 au 23 avril dans différents lieux de la ville). 

La synergie entre ces deux événements a donné naissance 
au programme Passions Italiennes, qui re-présentera 
pour une cinquantaine d’auteurs italiens une occasion 
de rencontrer le public parisien dans le cadre d’un 
programme de rendez-vous destinés à promouvoir au mieux les livres et les idées à travers notamment le cycle 
Six auteurs sur la voie du Festival du Livre de 
Paris à l’Istituto Italiano di Cultura de Paris.

La passion court dans le livre. Et en Italie, à en juger par 
le programme, il court beaucoup et sur de nombreuses 
pages et voies différentes : parfois en restant dans le 
sillon de la tradition, d’autres en explorant les 
sentiers de l’inattendu ; parfois en retravaillant 
le passé, d’autres en pariant sur l’avenir; 
en espaçant librement entre la fiction et les essais, 
le roman policier et la fantasy, la philosophie et 
l’imaginaire.

Le pavillon italien du Grand Palais Éphémère 
sera animé par certains des auteurs les plus 
représentatifs de la littérature contemporaine, qui 
dévoileront leur manière de poursuivre, 
d’inventer, d’interpréter et de raconter les grandes 
histoires, comme Alessandro Baricco (à qui sera 
confiée la séance de clôture), Paolo Cognetti
Paolo RumizAntonio Scurati
On traversera le pays dans toute son 
extraordinaire étendue d’horizons, de regards 
et de saveurs, du nord-est de Fulvio Ervas 
et Ilaria Tuti à la Sicile de Stefania Auci et 
Pietrangelo Buttafuoco, en naviguant sur 
cette mer Méditerranée sur laquelle se sont 
souvent penchés les livres de Milena Agus et 
Giosuè Calaciura (tous deux lauréats en France 
du Prix Méditerranée Étranger), en marchant 
dans les rues de Rome avec Emanuele Trevi 
et en jetant un regard au-delà de l’océan, 
vers les déserts américains, avec 
Giorgio Vasta.

Dans le grand jeu des genres, la grande tradition 
du thriller italien ne peut manquer de jouer un rôle 
de premier plan, abordée dans toutes ses déclinaisons également en termes de langage (entre livres, TV 
et cinéma) — par un panel d’auteurs confirmés tels que Gianrico CarofiglioDonato Carrisi
Giancarlo De Cataldo et Maurizio de Giovanni
Alors que là où les émotions comptent avant tout et 
où l’écriture agit comme un scalpel sur la carte de 
l’existence, des auteurs tels que Silvia Avallone
Teresa CiabattiVeronica Raimo et 
Elisa Ruotolo 
entrent en jeu.
Les nouvelles frontières de la fiction italienne 
seront représentées par les talents de 
Giulia Caminito et Andrea DonaeraDario Levantino et Francesca ManfrediDaniele Mencarelli et Sacha Naspini et 
Beatrice Salvioni, 
née en 1995, la plus jeune de la
délégation.

Parfois, la fiction se mêle à la réalité, l’invention 
à la recherche dans le passé, comme dans 
les romans de Giovanni Grasso et Fabiano Massimi qui nous ramènent au début du XXe 
siècle. 
À d’autres moments, l’histoire se mêlera 
au présent, comme dans les rencontres avec l
e politologue Alessandro Campi, l’historien 
Franco Cardini et en se tournant également 
vers la technologie et l’avenir dans la conférence 
sur les robots et l’intelligence artificielle du philosophe Maurizio Ferraris.

La poésie sera confiée aux «blessures et 
refleurissements» de Giuseppe Conte, la narration 
pour enfants à l’imagination sans frontières de 
Pierdomenico Baccalario, la musique, l’art et 
la « pensée rebelle » au dialogue entre 
Marcello Veneziani et l’autrice-directrice 
d’orchestre 
Beatrice Venezi.

Comme toutes les grandes foires éditoriales 
internationales, le Festival du Livre de Paris est essentiellement un paradis pour les amoureux 
du livre : un lieu magique où se rencontrent des 
passionnés de tous âges, de tous goûts, de tous 
genres. 
Cette année, il sera également le lieu où se renforceront 
les relations séculaires d’amitié, de collaboration et d’échanges culturels mutuels entre l’Italie et 
la France. 
Comme le dit le titre du discours inaugural 
de Maurizio Serra, diplomate, écrivain et
premier Italien membre de l’Académie française : 
« Cari cugini, chers cousins ! ».

  • Tik Tok
  • Paris Librairies
  • Région Île de France
  • Le Figaro

A Milano in zona San Babila c'è la Torre Tirrena, ispiratrice delle Torri Gemelle di New York!


A Milano esiste un palazzo emblematico che ha ispirato le 2 Torri Gemelle di New York, scomparse nel memorabile 11 settembre 2001 nell'attentato terrorista che sconvolse il mondo intero.

Qual è queso iconico edificio?

La Torre Tirrena!


Alcuni anni fa questa bella torre si è abbellita di un terrazzo con vista. 

Soprannominata Liberty Tower è situata in piazza del Liberty al numero 4, vicino a Corso Vittorio Emanuele, ed è ad uso terziaro e residenziale.


Con la firma degli architetti
Eugenio e Ermenegildo Soncini è nata tra il 1956 e il 1957.

11 piani per un'altezza di 46,5 metri di stile moderno.

Ma cos' ha di tanto speciale questa torre? 

La vista mozzafiato dal recente terrazzo posto sul tetto dell'edificio.sull'incredibile panorama milanese.

Avere sotto gli occhi lo skyline di Porta Nuova a destra e Citylife a sinistra e anche il Duomo e la cupola della Basilica di San Carlo è un'emozione rara e particolare.