martedì 12 maggio 2015

Il divertente Curriculum "d'arte" di Gian Lorenzo Bernini










Gian Lorenzo Bernini è il massimo genio 
del barocco in scultura, celebre per 
l'impeccabile naturalismo delle forme  
e la profonda espressività dei volti dei suoi 
gruppi marmorei.
Scultore, pittore, architetto, Gian Lorenzo 
Bernini è nato a Napoli il 7 dicembre 1598 
ed è morto a Roma nel 1680.

Ebbe nel padre Pietro Bernini un valido 
maestro e nella Roma dei Papi il cantiere 
ideale, per mettere a frutto l'influenza della 
pittura del Caravaggio.

Dopo i cosiddetti "gruppi borghesiani" 
(Enea e Anchise, Ratto di Proserpina, David, 
Apollo e Dafne), perché commissionati dal 
cardinale Scipione Borghese, ottenne l'incarico 
più prestigioso della sua vita.
Papa Urbano VIII, che nel 1626 consacrò 

la Basilica di San Pietro, ne affidò al giovane 
scultore il completamento sia dell'esterno 
(con il colonnato ellittico), che dell'interno, 
con lo splendido Baldacchino di San Pietro
simbolo della rinascita della Chiesa promossa 
dal nuovo pontefice.
Il suo capolavoro assoluto lo realizzò, tra il 1647 

e il 1652, nella chiesa romana di Santa Maria 
della Vittoria, con la struggente estasi di 
Santa Teresa d'Avila.

Tra le opere della maturità, vanno ricordate: 
la famosa  Fontana dei Quattro Fiumi, 
in piazza Navona,a Roma, e Palazzo 
Ludovisi, sempre a Roma, ribattezzato 
in seguito Montecitorio e destinato ad 
ospitare la Camera dei deputati.






FORMATO
EUROPEO PER IL
CURRICULUM VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI





 
 




 


 
Nome


Cavalier Giovan Lorenzo Bernini
Indirizzo


Via della Mercede 11 - 00187 Roma (Stato Pontificio)
Telefono


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Fax


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E-mail


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Nazionalità


Regno di Napoli
data di nascita


7 dicembre 1598








ESPERIENZA LAVORATIVA






Periodo: 1623-1644
Datore di lavoro: Papa Urbano VIII (Barberini), Palazzo del Quirinale, Roma
Settore: Arti visive e design
Tipo di impiego: Architetto di San Pietro (dal 1629), scenografo e organizzatore di eventi full-time
(contratto a tempo indeterminato)
 

Mansioni e responsabilità:
Interventi/Lavori in San Pietro in Vaticano: Baldacchino bronzeo (1624-1635); Crociera sotto la cupola con ‘logge’ e Statua di San Longino (dal 1628); campanile sul lato sinistro della facciata (1637); Monumento funebre del papa Urbano VIII (dal 1627, quasi ultimato)
• Ristrutturazione della Chiesa di Santa Bibiana e Statua della Santa (1624-1626)
• Busti vari di papa Urbano VIII (dal 1623)
• Fontana delle Api (1640)
• Fontana del Tritone (1640)
• Palazzo Barberini (dal 1629)
• Loggia delle Benedizioni al Palazzo del Quirinale (1638)
• Catafalco per le esequie di Carlo Barberini in Santa Maria in Aracoeli (1630)
• Ritratto pittorico di papa Urbano VIII (1631-1632)
• Quadro con i Santi Andrea e Tomaso Apostoli (1626-1627)

Periodo: 1618-1625
Datore di lavoro: Cardinale Scipione Borghese, Palazzo Borghese al Quirinale (ora Pallavicini-Rospigliosi), Roma
Tipo di impiego: Decorazione d’interni (nel Casino Nobile della Villa di famiglia fuori di Porta Pinciana)
Caratteristiche: Part-time
(contratti a progetto)
• Statua di David (1623-1624)
• Gruppo statuario di Apollo e Dafne (1622-1625)
• Gruppo statuario con Ratto di Proserpina (1621-1622)
• Gruppo statuario di Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia (1618-1619)

Committenze varie come pittore e scultore in Roma (contratti occasionali):
• Busto del Cardinale Richelieu (commissionato da Giulio Mazzarino) (1641)
• Busti (2) del cardinale Scipione Borghese (1632)
• Quadro di David con la testa di Golia (commissionato dal cardinale Sforza Pallavicino) (1623)
• Gruppo statuario di Nettuno e Glauco (commissionato dal cardinale Alessandro Peretti per la sua villa all’Esquilino) (1620)
• Busto di Papa Paolo V Borghese (1617)
• Statua di San Sebastiano (commissionata dal cardinale Maffeo Barberini) (1617)
• Statua di San Lorenzo sulla graticola (acquistata dal nobile Leone Strozzi) (1614)
• Busto di Antonio Coppola (commissionato dall’Arciconfraternita della Pietà di San Giovanni dei Fiorentini) (1612)
Restauri di opere antiche:
• Statua di Ares in riposo della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi (1627)
• Statua di Ermafrodito dormiente della collezione del cardinale Scipione Borghese (1620)
 
ISTRUZIONE
E FORMAZIONE






1606-1618
- Roma, apprendistato nella Bottega di Pietro Bernini, con stage professionale nella ‘Cappella Paolina’ della chiesa di Santa Maria Maggiore
- Master in Vaticano: Studio della collezione di statue antiche e moderne, e delle pitture nel Palazzo Papale (durata: 3 anni)

Materie di studio: materiali, caratteristiche e ‘lavorabilità' (vari tipi di marmo), tecniche (fusione del bronzo), disegno dal vero, copia/rielaborazione di opere antiche (Giove e Fauno bambini allattati dalla capra Amaltea), disegno architettonico, principi di prospettiva

 
CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI







MADRELINGUA


Napoletano




ALTRE LINGUE


Italiano
Capacità di lettura: buona
Capacità di scrittura: buona
Capacità di espressione orale: buona




CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI


Carattere estroverso, capacità di lavorare in squadra, in ambiente multiculturale; buona predisposizione ad interagire con gli altri.




CAPACITÀ E COMPETENZE ORGANIZZATIVE


Capacità di organizzare e gestire un cantiere di lavoro per progetti complessi; selezione e coordinamento di risorse umane; marketing.
Controllo di amministrazione e bilanci.




CAPACITÀ E COMPETENZE TECNICHE E ARTISTICHE


Creazione di scenografie ed effetti speciali per opere teatrali.
Ideazione di allestimenti per feste e ricorrenze come
matrimoni, nascite, canonizzazioni, funerali, celebrazioni liturgiche.
A  titolo di esempio: Catafalco eretto in Santa Maria Maggiore per le esequie di papa Paolo V Borghese (1621), Teatro della canonizzazione di Elisabetta di Portogallo in San Pietro in Vaticano (1625), Apparato effimero per la canonizzazione di Andrea Corsini (1629)




ALTRE CAPACITÀ NON PRECEDENTEMENTE INDICATE


- Cuoco
- Sceneggiatore




ULTERIORI INFORMAZIONI


Militesente.
No patentauto.
Poco disponibile a trasferte (causa famiglia numerosa)
Preferibilmente impiego part-time.
Allego copia carta d'identità.







Autorizzo espressamente il trattamento dei dati personali per le vostre esigenze di selezione ai sensi del Decreto legislativo 196/200




lunedì 27 aprile 2015

La favola della Maison Van Cleef & Arpels


Alla fine del 1800  fra la giovane Estelle Arpels e Alfred Van Cleef, suo cugino, è subito amore. 

Entrambi figli di commercianti di pietre preziose e appassionati di gioielli decidono di fondare la Maison Van Cleef & Arpels, sinonimo oggi di Haute Joaillerie. 





Diventato un vero affare di famiglia presto si unirono a Estelle e Alfred anche i fratelli di lei e i figli continuarono la grande tradizione orafa. 



Importanza particolare l’ebbe Renèe Puissant, la figlia che prese in mano l'azienda alla morte del padre, e che insieme a Renè Sim Lacaze creò una delle più belle collezioni degli anni 20-30. 


Di questi anni è la creazione della celeberrima tecnica Serti Mistèrieux (montatura invisibile) che consiste nell’incastonare le pietre una accanto all’altra in modo che la montatura resti totalmente invisibile e del Cadenas Watch iconico orologio di Van Cleef&Arpels che segna il connubio fra estetica e funzionalità, un segnatempo che in apparenza sembra un elegante bracciale ma che al suo interno ha un “invisibile” orologio. 


Degli anni 30 è la Minaudiere, clutch ante litteram in oro creata da Charles Arpels per Florence J. Gould, che non sapendo dove mettere rossetto e e fazzoletti ai balli nascondeva tutto nel suo porta sigarette fino a che le venne creata questa elegante “scatola” con scompartimenti interni da Monsieur Arpels.


Pare che Florence J Gould abbia ispirato anche il nome Minaudiere per il suo comportamento vezzoso. 



Dagli anni 30 ad oggi Van Cleef&Arpels è cresciuta aprendo negozi in tutto il mondo e stregando principesse e dive del cinema, la duchessa di Windsor era una vera fan delle loro broche, Ranieri di Monaco scelse una parure in perle e diamanti della Maison per siglare il fidanzamento con Grace Kelly e per Liz Taylor, famosa per i suoi gioielli da sogno crearono collane uniche.
 


Oggi Van Cleef&Arpels appartiene al gruppo Richemont


Alcuni pezzi storici si posson trovare esposti nella nuova boutique di Van Cleef&Arpels in via Monte Napoleone 10. 


Perchè gli italiani non parlano l'inglese?


La conoscenza delle lingue e, in particolare, dell’inglese diventa una componente importante della competitività di ogni paese in un mondo sempre più globalizzato. 
Anche nel più piccolo contesto dell’Unione Europea, la conoscenza dell’inglese è fondamentale.
Nella pubblica amministrazione, un ufficio anglofono può avere molti vantaggi nell’attrarre fondi dall’Unione Europea. 
La conoscenza dell’inglese è una componente importante di quella che, nel gergo comunitario, viene chiamata absorption capacity, vale a dire "la capacità di presentare progetti in ambito comunitario" che abbiano almeno la speranza di essere considerati, prima ancora che accettati e anche la capacità di portarli a compimento con successo. 
Ciò vale per gli enti pubblici e, quindi, anche per i centri per l’impiego. 
Un esempio è quello dello European Youth Guarantee.
In Italia, tra le forze lavoro solo 3 persone su dieci dichiarano di essere in grado di sostenere una conversazione telefonica in inglese. Si tratta di una percentuale simile nel pubblico e nel privato, ad eccezione delle grandi imprese o multinazionali.



Fonte: dati Isfol Plus 2010


Dato sorprendente ! Nel settore privato, la decisione di considerare questo aspetto rilevante o meno per la professione dipende esclusivamente dal datore di lavoro. 
Molte professioni non richiedono necessariamente la conoscenza della lingua inglese, anche se spesso rappresenta una condizione essenziale nei criteri delle nuove assunzioni.
Il problema riguarda soprattutto il settore pubblico, per il quale spesso la conoscenza della lingua è una condizione di assunzione, soprattutto in alcuni settori, al punto da essere contemplata fra i requisiti concorsuali. 
La “moda” attuale, ad eccezione di alcune qualifiche professionali, consiste nel passare eventuali telefonate in lingua inglese al collega. 

Se osserviamo i dati per classe di età emerge una differenza notevole tra le generazioni. 
La percentuale di coloro che hanno padronanza dell’inglese nel settore pubblico passa da circa il 50% dei più giovani, di età compresa fra i 18 e i 29 anni, al 18% circa per i più anziani, di età compresa fra i 50 e i 64 anni.


Fonte: dati Isfol Plus 2010


Nel caso di fondi strutturali come faranno le attuali strutture pubbliche locali a creare partnership internazionali per realizzare scambi di best practice o sviluppare mediazioni tra domanda e offerta di lavoro che non siano circoscritti al proprio contesto, ma abbiano un respiro internazionale? 
Senza parlare delle difficoltà degli enti locali a partecipare a fondi dove è necessaria una candidatura diretta,come ad esempio il Progress uno dei più importanti programmi dedicato al settore sociale e dell’occupazione. 


In conclusione, il settore pubblico deve assolutamente fare qualcosa per ridurre questo squilibrio nei confronti delle giovani generazioni e in generale nella scarsa padronanza dell’inglese, cercando di realizzare il più possibile formazione interna del personale più anziano oltre che favorire “staffette generazionali” per la stabilità di quello più giovane.


Fonte:  dati Isfol Plus 2010


Ma la situazione in Italia è migliore o peggiore rispetto a quella di altri paesi? 
L’indagine Language knowledge in Europe, realizzata nel 2011, conferma che l’Italia è uno dei paesi membri dell’Unione Europea in cui la conoscenza delle lingue straniere è più bassa.
Come fare, allora, per aumentare la conoscenza delle lingue?

Si sa che i corsi di lingua da soli influiscono poco sulla conoscenza effettiva delle lingue. 
Molto più utile è soggiornare all’estero per periodi più o meno prolungati di tempo.
Secondo i dati AlmaLaurea, in Italia, solo il 7% dei laureati nel 2012 ha fatto l'Erasmus. Un altro 5.1% ha svolto periodi di studio all’estero nell’ambito di altri programmi oppure da solo. 

Molti di coloro che hanno fatto l’Erasmus, però, hanno scelto la Spagna o altri paesi di lingua latina, proprio per evitare di dover imparare l’inglese. 
Si dovrebbe fare di più per incentivare l’utilizzo del programma Erasmus da parte degli studenti.
Si dovrebbe anche prevedere un controllo più accurato della conoscenza della lingua almeno nei concorsi pubblici per i quali è richiesta. 
Infine, in una logica di life-long learning, anche gli uffici italiani, sia pubblici che privati, potrebbero favorire esperienze lavorative che spingono ad investire nella conoscenza della lingua.
Il distacco presso sedi estere per periodi più o meno lunghi, la partecipazione a convegni o scuole estive sono strumenti importanti che le imprese italiane raramente finanziano. 
Uno dei motivi della bassa produttività dei lavoratori dipendenti pubblici e delle Pmi private in Italia è la percentuale bassissima della formazione professionale dei dipendenti, per la quale il paese occupa le ultime posizioni in Europa. 

All’estero, è molto più diffusa a spese dell’impresa, del pubblico oppure dello stesso lavoratore.