martedì 10 febbraio 2015

Thomas Piketty il nuovo Marx ?






Il “nuovo Marx”, “l’icona della sinistra”: le definizioni si sprecano….


Scopriamo l’economista francese  Thomas Piketty e cosa dice il suo libro.


Quando The Economist definisce qualcuno il nuovo Marx, vuol dire che si parla di questioni serie. 
L’economista francese Thomas Piketty, 43 anni, è così diventato la nuova icona della sinistra che parla un linguaggio critico verso il capitalismo. 

Per questo è nato il paragone, piuttosto pesante, con Karl Marx.

Il libro Le Capital au XXIe siècle ha aperto un animato dibattito, iniziato in Francia nel 2013 ma che si è sviluppato dall’aprile del 2014 altrove, con la pubblicazione della traduzione in inglese.


Nella sua carriera, l’economista francese ha studiato all’École Normale Supérieure


A 22 anni ha presentato la tesi di dottorato alla London School of Economics, avendo come tema la distribuzione del reddito.

Dal 1993 al 1995 è stato assistant professor al Massachusetts Institute of Technology. Successivamente è entrato a far parte del Centre National de la Recherche Scientifique. A soli 31 anni è stato indicato come miglior economista francese.
Nei primi anni Duemila si è contraddistinto per l’impegno a sostegno dei socialisti transalpini. Ma il salto di qualità definitivo c’è stato nel 2013 con Le Capital au XXIe siècle.

Ma cosa dice questo imponente testo di Thomas Piketty?

Il saggio è diventato un best seller, grazie all’analisi storica fornita sull’andamento del reddito negli ultimi due Secoli. La visione dell’economista piace molto a sinistra, perché smonta l’apparato teorico secondo cui l’aumento della ricchezza porta benefici collettivi con la conseguente diminuzione delle disparità sociali.


Scrive Francesco Saraceno su ‘Il Mulino’: Le Capital au XXIe siècle rappresenta prima di tutto una poderosa raccolta di dati, che traccia l’evoluzione della distribuzione del reddito tra capitale e lavoro, principalmente in tre Paesi (Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, con estensioni ad altre nazioni) su quasi tre secoli. Rompendo con le pratiche più recenti, che utilizzavano le inchieste sulle famiglie per analizzare la distribuzione del reddito, Piketty riviene alla tradizione kuznetiana di utilizzare i dati delle amministrazioni fiscali; questi sono più adatti a catturare l’evoluzione dei redditi più alti (il famoso 1%), quelli che hanno visto l’aumento più spettacolare negli scorsi decenni.

La teoria fondamentale, dunque, è che la prima parte del Novecento ha rappresentato un’eccezione nella storia e non va presa come esempio. In quel periodo, infatti, la crescita ha fatto diminuire le diseguaglianze. 

Ma nel resto della ricerca emerge una tendenza totalmente contraria, che viene acuita nelle fasi di minor crescita (come quella attuale): così la ricchezza tende ad accumularsi nelle mani di pochi.


Per risolvere questo problema, perciò, Thomas Piketty propone un intervento sulla redistribuzione del reddito, a cominciare dalla trasparenza sui mercati finanziari e l’imposizione di una tassa sul capitale.

Antonio Meucci, il genio sfortunato




La storia della tecnologia moderna si basa anche su quanto testimoniano i brevetti: da questi dipende la priorità su un’invenzione e, di conseguenza, l’eventuale ricchezza materiale dell’autore, ma anche, e soprattutto, la “fama” che di lui si tramanderà nella storia.
 

Quello di Antonio Meucci è stato il caso più famoso di brevetto contestato e solo dopo una lunghissima battaglia legale, basata sullo studio dei documenti, si è arrivati al suo riconoscimento quale vero inventore del telefono. 

Infatti, solo l’11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto Antonio Meucci inventore del telefono facendo di lui, con oltre un secolo di ritardo, uno dei più grandi inventori della storia. Quindi, i recenti casi avvenuti in ambito informatico (Apple vs. Samsung) sono solo l’ultimo capitolo di una storia che si può far risalire a molto tempo fa.


Ma chi era Antonio Meucci?
Antonio Meucci (1808 – 1889) fu un grande appassionato di scienza e di politica
A causa delle sue idee liberali e repubblicane venne coinvolto nei moti rivoluzionari del 1831; imprigionato fu costretto a lasciare l'Italia.  
Dopo alcuni anni passati a Cuba, nel 1850 si stabilì a Staten Island, New York, dove fondò una fabbrica di candele in società con l'amico Giuseppe Garibaldi che, dal 1850 al 1853, visse in America.


Nel 1857 costruì il primo prototipo del “telettrofono” ma, a causa di difficoltà finanziare, non riuscì a registrare la sua invenzione. 
Più tardi ne ottenne un Caveat, il famoso n. 3335 del 1871, che però alla fine si rivelò essere più un danno che un vantaggio.
Cos’è un Caveat?
Il caveat, o avvertimento, nel diritto brevettuale degli Stati Uniti, corrispondeva ad una domanda di brevetto con la descrizione di una invenzione, ma senza indicazioni di dettaglio, e valeva, perciò, come la manifestazione di presentare una domanda di brevetto in una data successiva. Il caveat scadeva dopo un anno ed era rinnovabile, ma in tal caso si doveva necessariamente pagare una tassa, anche se era molto meno costosa di una domanda di brevetto e non comportava ulteriori adempimenti legali.
Nel 1876, infatti, Graham Bell (1847-1922), “ispirandosi” alle idee di Meucci e agli schemi tecnici contenuti nel caveat, brevettò il telefono moderno.

Antonio Meucci (1808-1889) è probabilmente uno degli italiani maggiormente conosciuti all’estero. 
Ovviamente questa sua fama è dovuta all’accesa rivalità con l’americano Graham Bell in merito alla paternità dell’invenzione del telefono, peraltro rivendicata anche da altri personaggi. Interessante e ben nota è la posizione ufficiale della Bell Telephone, l’azienda “di” Bell, che non ha mai ammesso alcun dubbio sulla reale priorità. Infatti si legge nell’articolo del 1933 apparso sull’organo ufficiale della Bell Telephone Company: “era la cosa più naturale del mondo che in quelle circostanze Antonio Meucci ed i suoi amici italiani, non intendendo le differenze tecniche…, ritenessero che egli fosse stato defraudato e che di questa iniquità giudiziaria fosse da biasimare la Bell”; la differenza fondamentale, secondo l’articolo era che Meucci aveva inventato il telefono acustico, mentre Bell quello elettrico, pertanto non c’era nessun fondamento per la rivendicazione.
Attorno agli anni trenta del 20 secolo, in pieno regime fascista, in Italia si fa più forte e pressante il desiderio di ottenere per la nazione un riconoscimento internazionale della propria importanza politica.


In quel particolare momento storico, infatti, diventa strategico per l’Italia rivendicare una posizione di forza all’interno del nuovo ordine che si sta costituendo a seguito delle tragiche istanze poste in essere dalla Germania nazista. L’iniziativa intrapresa dal CNR, sotto la guida di Guglielmo Marconi, per far conoscere all’opinione pubblica mondiale il fondamentale apporto dato da Meucci alla “invenzione del secolo” è ben rappresentata nei materiali del documentario sui primati italiani realizzato da Giulio Provenzal. In esso, troviamo l’ottimo lavoro di ricerca di Luigi Respighi, il massimo esperto di Meucci in quegli anni e numerosi scambi epistolari con studiosi di fama internazionale: Giorgio Diaz de Santillana, Ernst Feyerabend, che viene citato più volte, e Paul J. Collura tutti finalizzati a cercare supporto e nulla osta alla campagna di rivendicazione storico-nazionalista in questione. Tale sostegno doveva essere comprensibilmente il più “autorevole” possibile ed è per questa ragione che troviamo negli incarti la lettera, datata 1929, del più grande scienziato italiano del 20 secolo, Enrico Fermi che però, da grande scienziato qual era, ammette di non avere sufficienti dati per poter prendere una posizione definitiva in merito.
Luigi Respighi appare in questa cartella in qualità di “esperto”. E’ infatti chiamato dal CNR a valutare un’opera inedita su Meucci scritta dal giovane italo-americano
Francesco Moncada che si rivelerà estremamente preziosa nei contenuti; molti di questi, infatti, saranno fatti propri da Respighi per proseguire il suo lavoro di “riconoscimento della verità”. 
La sua analisi del testo di Moncada è puntuale, molto scrupolosa e rivela aspetti interessanti fino a quel momento sconosciuti.
Respighi pubblica articoli, saggi e libri il più importante dei quali rimane quello intitolato “Per la priorità di Antonio Meucci nell’invenzione del telefono” pubblicato in prima edizione nel 1930 per i tipi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e che per decenni rimane il testo di riferimento su questo tema. 
Il volume è ricchissimo di dati, aneddoti e riscontri documentali. 
La ricerca svolta è straordinariamente approfondita e caratterizzata da un rigore e un “metodo” da vero cultore della materia.
Davvero interessante è scoprire quanti inventori si siano nel tempo accreditati di questa invenzione: Meucci, Bell e Gray sono solo i più noti fra essi ma la lista comprende molti altri nomi fra i quali, ad esempio, l’italiano Innocenzo Manzetti.
Alla sua uscita il volume di Respighi riscosse un grande interesse anche al di fuori del ristretto ambito degli studiosi; ne è testimonianza l’articolo divulgativo di Sebastiano Timpanaro intitolato
Illuminazioni scientifiche - Antonio Meucci e il telefononel quale viene ripercorsa per sommi capi la vicenda dello sfortunato inventore italiano ma, soprattutto, vengono riprodotti due dei disegni allegati da Meucci al Caveat, a riprova del detto “un disegno vale più di mille parole”….


Meucci, indipendentemente dalla questione legata al telefono, è stato un personaggio vivace, interessante e complesso: infatti, nella sua vita, fu autore di una trentina di brevetti, i più svariati, rivelando originalità nelle soluzioni ideate di volta in volta e una grande apertura mentale che lo orientava verso una eterogeneità di interessi , portandolo ad “invenzioni chimiche, meccaniche ed elettriche”.
Così scopriamo che Meucci inventò un condimento per la pasta che vendette poi alla nota fabbrica di prodotti alimentari STAR, elaborò la ricetta per una bevanda gassata e dolce a base di frutta e vitamine...
Più significativo fu però il procedimento di fabbricazione delle candele, lo stesso usato nella sua fabbrica di New York, in cui lavorò anche Garibaldi, che ancora oggi viene usato in tutto il mondo sfruttando, ancora una volta, una sua invenzione!

sabato 31 gennaio 2015

Scienze : Rosetta, Philae, Samantha Cristoforetti..ecco il top del 2014 !!!





La top ten delle scoperte scientifiche del 2014                                                 

Oltre alla storica discesa sulla cometa, il 2014 ci ha regalato grandi risultati scientifici, molti dei quali hanno visto una partecipazione italiana. 
Ecco alcuni fra i più significativi
L'anno della cometa. 
O, meglio, l'anno in cui siamo scesi sulla cometa. 
Potrebbe essere questo lo slogan del 2014, se pensiamo alle imprese scientifiche di quest'anno.

Lo storico "accometaggio" di Philae, il piccolo lander della missione europea Rosetta, è infatti il successo scientifico del 2014, secondo alcune delle varie classifiche pubblicate in questo periodo. 
Già pochi giorni fa Physics World aveva incoronato l'impresa di Rosetta come evento scientifico dell'anno, un parere confermato anche dalla prestigiosa rivista Science, che ha pubblicato la sua consueta top ten delle scoperte scientifiche dell'anno.
 
Anche Repubblica.it ha guardato indietro al 2014 e raccolto una top ten delle imprese scientifiche più interessanti, ricordando anche i contributi dei ricercatori italiani.
È una lista che non pretende di essere completa, ma che vuol dare un "assaggio" della scienza del 2014. 
Sono ricerche in campi così disparati che è impossibile dare un ordine di importanza, per cui li ricordiamo partendo dalla scienza dell'infinitamente grande fino all'infinitamente piccolo.

Le dieci migliori scoperte scientifiche del 2014


A cavallo della cometa. 
A pensarci, sembra fantascienza. Viaggiare per sei miliardi di chilometri nello spazio, e dopo dieci anni arrivare puntuali all'incontro con una cometa.
E, come se non bastasse, far scendere su quella cometa un piccolo robot grande come una lavatrice. 
Eppure è quello che sono riusciti a fare gli scienziati della missione europea Rosetta, che il 12 novembre hanno fatto scendere il lander Philae sul nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Philae per tre giorni ha catturato l'attenzione di tutto il mondo e ci ha regalato le prime immagini ravvicinate del nucleo di una cometa.
Ora si è "addormentato" e speriamo tutti che, avvicinandosi al Sole, riuscirà a raccogliere abbastanza luce da ricaricarsi e "svegliarsi". 
Intanto, qui sulla Terra, tutti celebrano la sua impresa come il successo dell'anno.


I vagiti del cosmo? 
Quest'anno potremmo avere ascoltato i primi "vagiti" dell'Universo neonato. O forse no. 
La comunità scientifica si sta ancora interrogando sulla scoperta annunciata a marzo dagli scienziati di BICEP2, un esperimento al polo sud che avrebbe rivelato l’ « impronta » delle onde gravitazionali emesse subito dopo il Big Bang, il grande "scoppio" da cui è nato l'Universo.
Le onde gravitazionali, perturbazioni dello spaziotempo provocate dal movimento di grandi masse, furono previste da Albert Einstein quasi un secolo fa ma non sono ancora mai state viste direttamente. 
In particolare, le onde gravitazionali primordiali aiuterebbero a capire l'inflazione, una fase dell'evoluzione cosmica in cui l'Universo si è "gonfiato" in maniera esponenziale. BICEP2 ha cercato le tracce di queste onde nella radiazione cosmica di fondo, considerata l'"eco" del Big Bang.
Una misura estremamente difficile e delicata, su cui gli scienziati sono ancora scettici e stanno investigando più a fondo.

                 
                                                                                                                                                                   
Gli oceani di Encelado. 
Se cerchiamo tracce di vita nel Sistema Solare, dovremmo andare a guardare su Encelado, una delle lune di Saturno. Sfruttando i dati della missione Cassini, un gruppo internazionale coordinato da Luciano Iess dell'Università "La Sapienza" di Roma, ha scoperto la presenza di un enorme lago al di sotto del polo sud di Encelado
Questa enorme massa d'acqua è a contatto con un fondale roccioso, dove potrebbero avvenire reazioni chimiche di primaria importanza. "C'è una ragionevole certezza", ha ricordato Iess, "che in quell'oceano nascosto possa esistere un ambiente potenzialmente favorevole alla vita".

La strada per Marte. 
Grande successo per la capsula Orion che, lo scorso 5 dicembre, ha compiuto il suo primo volo orbitale arrivando a quasi 6000 chilometri dalla Terra. 
Orion, considerato successore delle capsule Apollo e dello Space Shuttle, può trasportare un equipaggio da quattro a sei persone non solo sulla Stazione Spaziale Internazionale ma anche sulla Luna, sugli asteroidi e su Marte. Il volo, durato quattro ore e mezzo e considerato un grande successo, apre la via ai prossimi passi, decisamente più ambiziosi. 
Un primo volo automatizzato intorno alla Luna nel 2018 e il primo volo con equipaggio dopo il 2021. 
Fino all'impresa, ancora lontana, dello sbarco dell'uomo su Marte dopo il 2030.

In diretta dal cuore del Sole. 
Come è fatto il "motore" del Sole? Per scoprirlo, gli scienziati non usano i telescopi, ma appositi esperimenti capaci di rivelare particelle subatomiche, in particolare i neutrini. Osservando queste sfuggenti particelle, gli scienziati dell'esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso hanno misurato con altissima precisione l'energia emessa nelle catene di fusione nel nucleo del Sole. 
La scoperta, apparsa su Nature, ha visto un grande contributo italiano ed è apparsa anche nella top ten di Physics World.

Il più grande dinosauro di sempre.
 
Alto 26 metri e pesante 65 tonnellate. 
Sono queste le misure del Dreadnoughtus scherani, un gigantesco dinosauro vissuto circa 77 milioni di anni fa. Forse il più grande dinosauro che abbia mai camminato su questo pianeta a giudicare dallo scheletro ritrovato lo scorso settembre in Argentina.
Come discusso su Scientific Reports, i resti costituiscono circa il 70% dello scheletro e hanno permesso di determinare che l'esemplare non era completamente cresciuto, ma fornisce un ottimo esemplare di quella classe di gigantesche creature che i paleontologi chiamano titanosauri.

Il cervello in un chip.
 
Per elaborare le informazioni, gli scienziati cercano di ispirarsi ai meccanismi in atto nel nostro cervello. Seguendo questo approccio "neuromorfico", alla Ibm sono riusciti a costruire TrueNorth, un piccolo chip che analizza le informazioni in un modo simile a quello che accade nel nostro cervello
Il chip è costituito da più di 5 miliardi di transistor, che lavorano insieme come tanti neuroni e possono risolvere problemi molto complessi. 
Secondo gli scienziati, questo tipo di approccio allo sviluppo di nuovi processori per computer potrebbe portare una rivoluzione nell'informatica del futuro.

Nuove lettere per l'alfabeto genetico. 
Potremmo definirlo "super-Dna", quello prodotto nei laboratori dello Scripps Research Institute in California. 
I ricercatori sono infatti riusciti a costruire molecole di Dna che non solo contengono la Adenina, Citosina, Timina e Guanina, ovvero le quattro molecole alla base del codice genetico degli esseri viventi.
Sfruttando un batterio di E. Coli ingegnerizzato ad hoc, i ricercatori hanno creato un Dna che contiene due "lettere" aggiuntive e lo hanno fatto riprodurre.


                                                                                                                                                                                           

Il risultato, particolarmente apprezzato in un sondaggio aperto ai lettori di Science, è apparso su Nature e apre la strada a nuove interessanti applicazioni, dallo sviluppo di nuovi farmaci alle nanotecnologie.

Compressioni quantistiche.
 
Continua la corsa verso i computer quantistici, che invece di utilizzare i classici bit "0" e "1" sfrutteranno le leggi della Meccanica quantistica per codificare le informazioni in "bit quantistici", o qubit. 
Come discusso su Physical Review Letters, un gruppo di ricercatori canadesi e giapponesi è riuscito a comprimere le informazioni di 3 qubit, sfruttandone solo due.
La ricerca si è basata su fotoni, ovvero "pacchetti" di luce, ma potrebbe essere applicata anche ad atomi e molecole, e costituisce una via innovativa per aumentare le capacità di calcolo dei computer del futuro.

Verso la fusione nucleare.
 
Un giorno forse potremo sfruttare la fusione nucleare per produrre energia, riuscendo a riprodurre in modo controllato i processi che avvengono all'interno delle stelle. 
Un nuovo importante passo verso questa nuova fonte di energia è stato fatto al National Ignition Facility (Nif) di Livermore, in California, uno dei laboratori più avanzati al mondo dove si studia la fusione.
Il team di Livermore è riuscito a estrarre dalla fusione una quantità di energia maggiore di quella assorbita dal combustibile per iniziare la fusione
Il risultato, frutto di un lavoro di oltre 5 anni, è un passo importante, anche se la strada verso la fusione nucleare controllata è ancora molto lunga.

Due "stelle" italiane. Se parliamo di successi ed eventi legati alla scienza del 2014, noi italiani non possiamo dimenticare l'impresa di due nostre "stelle", che si meritano un posto speciale in questa top ten.


Pensiamo ovviamente a Fabiola Gianotti, nominata di recente Direttore Generale del Cern di Ginevra, e di Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana.
 

Due donne di cui dobbiamo tutti andare fieri, e che ci ricordano come la scienza italiana, nonostante i pochi finanziamenti, riesca a essere sempre in primo piano.