domenica 20 marzo 2011

La nouvelle boutique de Sergio Rossi




Un nouveau ecrin parisien pour les chaussures de rêve du bottier des stars Sergio Rossi.

Ouverte en 1999 rue du Faubourg-Saint-Honoré, la boutique du chausseur italien s’est offert un petit lifting imaginé par Francesco Russo, directeur de la création de la maison.

Conçu comme un plateau de cinéma, le décor s’ouvre, d’un côté, sur « la scène », tout en laiton poli, spots et jeux de miroirs et, de l’autre, sur « les coulisses », sombres, intimes et feutrées.
Un contraste sexy dans lequel s’immisce parfaitement la collection capsule Chevron, en édition limitée, et l’escarpin fétiche de Sergio Rossi, le Pump, retravaillé pour l’occasion.

11, rue du Faubourg-Saint-Honoré, 75008 Paris.
Tél. : 01 40 07 10 89.

sabato 19 marzo 2011

Le foto private di Eva Braun








Rivelate le fotografie confiscate nel 1945 dall'esercito americano e scoperte recentemente dal collezionista Reinhard Schulz, raccontano Eva Braun, l'amante di Adolfo Hitler.

Nelle foto appare il lato intimo della vita del Führer, i momenti di vita famigliare che rendono il personaggio "umano".

In certe foto prese da Eva Braun si intuisce l'amore dell'amante per il suo uomo che con un bambino sulle ginocchia o accarezzando un cagnolino ci appare stranamente comune...

Moet et Chandon e la bellissima Scarlett..



Quando uno Champagne di prestigio si offre una pubblicità il minimo é che il testimonial sia all'altezza del prodotto.

E Moët et Chandon ha fatto forte !
E' riuscito à trovare un personaggio completamente identifiabile alla sensualità, al lusso, addirittura al colore della bevanda.
Bella, sexy , bionda, sensuale con classe Scarlett Johanson é la perfetta testimonial!

venerdì 18 marzo 2011

Une bague 100% Paris !



C'est la bague "Paris sous la neige" de Sigomonta

La maison joaillère lance "Paris", une collection de bagues inspirées par la Capitale.
On y découvre notamment ce bijou baptisé "Paris sous la neige" composé d'un dôme en verre soufflé transparent, protégeant une Tour Eiffel en or 18 carats et sa neige de diamants en mouvement...

Prix : 7 500 euros

Site : www.sigomonta.com

martedì 8 marzo 2011

Scarlett testimonial per Mango




Mentre i siti di gossip e i giornali parlano del suo flirt con Sean Penn, per la quarta volta Scarlett Johanson fa da testimonial alla nuova campagna di Mango per la primavera-estate 2011.
L’attrice è stata immortalata dal fotografo Mario Sorrenti e la location dove sono ambientate le immagini è Casa la Ricarda, una bellissima dimora modernista nel Prat de Llobregat, in Spagna.

La nuova collezione dello stilista iberico è stata battezzata Modernist Resort e punta su un look pulito e moderno, dove domina il colore rosso.

mercoledì 2 marzo 2011

Trieste e il Liberty in una mostra






Una mostra allestita negli spazi della ex Pescheria - Salone degli Incanti che fa il punto sulle caratteristiche dello stile secessionista, mescolato ad altre influenze, nella città.

Oltre 250 gli edifici censiti, testimonianza del rinnovamento artistico e architettonico di inizio Novecento

5 marzo 2011 - 19 giugno 2011


In una città che all’alba del Novecento, gli anni dell’esplosione della modernità, è al crocevia culturale, artistico ed economico tra l’Impero asburgico, a cui era soggetta, e l’Italia, da cui si sente fortemente attratta, la forte crescita demografica ha come conseguenza la costruzione di nuovi edifici abitativi, commerciali e di rappresentanza, in parte connotati dal tradizionale stile storico, di sapore classicista, ancora imperante, in parte aggiornati sulle novità di uno stile nuovo e moderno: il Liberty.

Quello che rende assolutamente unico il “caso Trieste” è la coesistenza, non sempre facile, delle più diverse declinazioni del Liberty, che nell’architettura locale vede convivere lo stile floreale “all’italiana” con presenze della Secessione austriaca e del tedesco Jugendstil, e che si apre nel contempo al manifestarsi di un’anima “protorazionale”, anticipatrice di nuove espressioni.

Il nuovo stile non si limita, come accade altrove, a diffondersi nell’area di un preciso quartiere, in ambiti circoscritti, ma permea la città intera: è proprio questo carattere diffuso all’interno del tessuto cittadino a renderlo forse più difficile da cogliere ma sicuramente più affascinante da scoprire.

Di qui una mostra – allestita nell’ex Pescheria - Salone degli Incanti dal 5 marzo al 19 giugno – frutto di un’ampia ricognizione (sono stati censiti quasi 250 edifici), che intende fare il punto sul Liberty a Trieste, come paradigma, punto di riferimento e confronto con ciò che negli stessi anni accade in altre città italiane e europee.

La mostra si propone di indagare i modelli culturali che si sono affermati in città all’i nizio del XX secolo e sulle modalità con cui sono stati importati, scegliendo come filo conduttore il tema del costruire e dell’abitare, illustrato attraverso una vasta serie di preziosi documenti d’archivio – disegni e progetti, fotografie d’epoca, plastici – utili a descrivere non solo il percorso progettuale ma anche quello formativo di professionisti e maestranze.

Al sottile confine fra arte e decorazione, tra progetto architettonico e manufatto artigianale si colloca l’arredamento degli interni abitativi: la mostra è arricchita da una sezione che, attraverso mobili, progetti, disegni di artigiani triestini e album di modelli e di esposizioni europei, aiuta a visualizzare gli spazi in cui si muoveva la vita quotidiana di inizio Novecento.

Ad emergere sono innanzitutto le vicende intellettuali: storie di architetti di matrice culturale italiana o centro-europea che in città esprimono, con convinzione, idee diversissime.

Sono anche gli anni in cui i nuovi materiali, e in primis la pietra artificiale, consentono di modellare facilmente ciò che fino a quel momento richiedeva l’attività di scultori e lapicidi e tempi molto più lunghi e quindi costi infinitamente maggiori.
Accanto al bianco e al grigio degli austeri edifici del potere si assiste all’esplosione di tinte pastello e di apparati decorativi tendenti ad animare le facciate degli edifici, creati per i ceti imprenditoriali e professionali, con effetti disegnativi che soppiantano le tradizionali strutture classicheggianti.

È comunque un “nuovo” mediato dalle istituzioni preposte ad autorizzare la costruzione di nuovi edifici – le Commissioni delle fabbriche e dell’ornato – che spesso si mostrano prudenti, se non passatiste.

Lo stile secessionista, per le sue caratteristiche di rottura, è infatti guardato con diffidenza dai poteri costituiti.

Di conseguenza, per gli edifici a carattere pubblico e istituzionale – come le stazioni ferroviarie e le sedi delle istituzioni, collocati nel centro della città – vengono chiamati gli architetti più fedeli e vicini alla volontà auto-celebrativa dell’impero asburgico.

Quindi è nel progetto della casa di abitazione che si reperiscono le espressioni più aperte alla sperimentazione formale e materica e che si assiste a una maggiore libertà compositiva, aperta ai nuovi linguaggi.

Vengono importati i modelli moderni degli edifici a carattere commerciale, con grandi vetrine e ampie superfici espositive, ma si definisce anche una tipologia della casa d’affitto, che si diffonde in molte parti della città riprendendo i canoni compositivi del Mietshaus centro-europeo.

I protagonisti di questo rinnovamento sono alcuni nomi celebri: Max Fabiani e Josip Costaperaria, allievi e collaboratori del noto architetto viennese Otto Wagner, il milanese Giuseppe Sommaruga, esponente di peso dello stile floreale italiano, i triestini di formazione viennese Giorgio Zaninovich, Romeo Depaoli e Giacomo Zammattio.

Ad essi si affiancano numerosi progettisti triestini, meno noti al grande pubblico ma non per questo di minore spessore, come Umberto Fonda, Giovanni Maria Mosco, Nicolò Drioli, Augusto Bachschmidt, Giovanni Widmer, Luigi Dompieri.

Grazie a questa compresenza di idee e di atteggiamenti progettuali il Liberty triestino risulta così un coacervo di accezioni che sembrano rispecchiare tutte le contraddizioni storico-politiche vissute dalla città all’alba del Novecento, connotandone un lato ancora poco conosciuto del suo ricco patrimonio artistico.

martedì 1 marzo 2011

Superfesta per la moda al Museo del Novecento di Milano.Lo show room di Valeria Marini era strapieno di super VIP!































































Cornice da favola: il Museo del Novecento di Milano. 
Un lussuoso party ha riunito personaggi della società civile, della finanza, della politica. 
Qualche nome: Francesco Micheli, Elio Fiorucci, Giorgio Forattini, Adriano Teso con la moglie Laura, Arturo Artom, Claudia Buccellati, Beppe Modenese. 

E gli stilisti, dalla famiglia Ferragamo ai Missoni, da Guglielmo Miani a Luisa Beccaria al duo Aquilano-Rimondi. Star per Giorgio Armani : Tina Turner, Raul Bova, Teo Teocoli, Margherita Bu) e per Roberto Cavalli : la cantante Kelly Roland, una delle fondatrici delle Destiny's Child . 

Eventi : dal libro di Fratelli Rossetti alla biciclettata per Belstaff ; cocktail nel nuovo showroom di Valeria Marini. 
 Presenti con eleganza il sindaco Letizia Moratti (in abito nero Costume National) e il presidente della Camera della Moda, Mario Boselli, che hanno condiviso la manifestazione con piu' di 300 invitati.

domenica 27 febbraio 2011

Upgrade é tutta Made in Italy !


Upgrade è una poltroncina dalle forme armoniche, adatta per ogni luogo della casa ma anche per l’outdoor.

Disegnata da Alberto Barsaglia e Natalia Rota Nodari e prodotta da Diemmebi, Upgrade diventa una scaletta con tre gradini.

Seduta confortevole ma anche una scaletta sicura che permette di raggiungere i punti più alti di casa.

Ma non solo : in cucina come sedia jolly, in camera da letto come appoggio per i vestiti, in bagno come sgabello o in balcone per leggere il giornale.

Upgrade è ottenuta grazie alla tecnologia rotazionale, è in materiale plastico completamente riciclabile, può reggere 130kg e non ha nessun meccanismo o movimento per trasformasi da seduta a scaletta, è inoltre tutta Made in Italy.
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La Duchesse D'Albe se marie.. a 85 ans !









Le marié, Alfonso Diez, est de 25 ans son cadet !!


C'est la plus grande propriétaire terrienne d'Espagne et elle possède plus de titres aristocratiques que la Reine d'Angleterre, qui devrait donc s'incliner devant elle, selon le protocole.

La duchesse d'Albe est aussi l'une des figures les plus populaires en Espagne.
Et elle est richissime, rebelle et elle a 85 ans.

Cayetana, « María del Rosario Cayetana Paloma Alfonsa Victoria Eugenia Fernanda Teresa Francisca de Paula Lourdes Antonia Josefa Fausta Rita Castor Dorotea Santa Esperanza Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay », cinq fois duchesse, dix-huit fois marquise, vingt fois comtesse et quatorze fois Grande d'Espagne (ouf), est tout simplement « divine en maillot à Ibiza », une « duchesse hippie » toujours aussi « exquise », « cultivée » et « rebelle ».

C'est le credo de la presse people espagnole, la fameuse « prensa del corazón », mais aussi, plus curieusement, d'Espagnols d'ordinaires allergiques aux « famosos ». Ramon, 36 ans, d'habitude plus enclin à commenter les enjeux de politique internationale, souligne :

« C'est la descendante de la “Maja nue” (le tableau “osé” peint par Goya pourrait représenter la duchesse d'Albe) et elle partage cette attitude anti-conformiste.

Toute sa vie, elle a fait ce qu'elle voulait et c'est pour ça qu'elle est autant appréciée. A 85 ans, encore une fois, elle décide de n'en faire qu'à sa tête avec son fiancé. »

Depuis trois ans, et au grand dam de ses six enfants et héritiers, la duchesse d'Albe file en effet le parfait amour avec Alfonso Díez, fonctionnaire de province, hidalgo élégant de 25 ans son cadet.

Oubliés, William et Kate ! Le mariage qui préoccupe la presse people espagnole depuis des mois, c'est le leur.

La reine d'Espagne elle-même a dû intervenir pour tempérer la guerre ouverte entre les enfants et le fiancé et tâcher de refroidir les envies de mariage de la célèbre duchesse.
Mais la dame est têtue, et les plans de table sont à nouveau ressortis en février.

Un peu comme la fille de Liliane Bettencourt qui a finalement retiré sa plainte, la progéniture ducale semble parvenue à un accord avec le prétendant.

« Le mari renoncera devant un notaire à tous les droits et bénéfices qui lui reviendraient en tant que duc », expliquait El Periódico début février, ce qui ouvre la voie au mariage, qui pourrait se célébrer d'ici 2012.

« Un vrai CV de duchesse libertine »
« C'est vrai que nous, les médias, sommes plutôt indulgents avec elle », reconnait une journaliste depuis la rédaction d'un grand magazine people, qui s'en explique :

« Elle est cultivée, polyglotte, nous donne de nombreuses interviews et nous traite toujours bien. »

Et pourquoi un tel intérêt de la part des lecteurs ?

« Elle n'est pas du tout “ prout-prout ” et se fiche du qu'en-dira-t-on : elle affiche un vrai CV de duchesse libertine ».

(Elle est quand même moins patiente avec les paparazzis, comme le montre cette vidéo où elle critique au passage l'interdiction de la corrida en Catalogne : « Ça c'est encore une merde des Catalans. »)

Ce que le novice ne saisit donc apparemment pas, c'est un côté bohème et bon vivant qui a fait d'elle la chouchoute des Espagnols en quête de contes de fée.
Très Andalouse, elle chérit Séville et dansait encore récemment le flamenco jusqu'à l'aube lors de sa grande « fería de abril ».

En plus de ses deux maris et de son fiancé, on lui attribue quantité d'amants, artistes et toréros.
« C'était une vraie beauté », confirme la journaliste.

La saga dei fiammiferi Saffa ..








In immagini una mini saga dei fiammiferi, accessori indispensabili e quotidiani.
Un oggetto umile e effemero ma talmente indispensabile per accendere il gas, una sigaretta, una candelina profumata..

Risale ai primi anni del 1900 questa scatola di "candelotti", fiammiferi che erano in realtà candele in miniatura.
La scatola mostra lo stabilimento della Saffa di Magenta in tutta la sua grandezza: arrivò a coprire 150 mila metri quadrati.
Negli anni Quaranta e in seguito, la fabbrica arrivò a impiegare quattromila operai e a produrre, nel 1942, anche una linea di mobili disegnata da Giò Ponti, e una linea di accendini per Cartier
(Foto: Fagnani. Archivio Tunesi)

Gli impressionisti della Collezione Clark a Milano






I capolavori dei piu' grandi impressionisti, da Monet a Degas, da Manet a Pissarro accanto alle 21 tele luminose e leggere di Renoir, arriveranno a Milano, il 1 marzo, a Palazzo Reale.

Settantatré opere firmate da ventisei maestri francesi dell’Ottocento che nei prossimi mesi viaggerando in Francia e in Spagna per spostarsi nel 2012 nel resto del mondo.

Presenti anche i capolavori dei precursori Corot, Millet e Rousseau, dei pittori accademici dell’epoca Bouguereau, Gérôme, Stevens; e quelle dei post-impressionisti, Bonnard, Gauguin, Toulouse-Lautrec.

Un percorso diviso per temi che accosta i bijoux raccolti duranti decenni da Sterling e Francine Clark che ci fa capire in bellezza la nascita della pittura moderna.

La mostra si apre con la sezione «Impressione», ispirata a quel «Levar del sole» firmato da Monet nel 1872 che due anni dopo avrebbe dato il nome all’intero movimento, qui la varietà dei soggetti mette bene in evidenza l’uniformità di stile che caratterizza i paesaggi di Sisley e Monet, i fiori di Manet, i ritratti di Renoir.

Altro elemento comune è la «Luce», materia da osservare, catturare e fermare sulla tela, protagonista della seconda sezione fatta di paesaggi en plein air e nature morte.

Si passa quindi al cuore del percorso che si snoda tra «Natura», «Mare» e «Città e campagna». Tre temi cari agli impressionisti ma anche ai loro precursori e seguaci. Le tele di Corot e Rousseau affiancate a quelle di Monet ne mettono in luce echi e ispirazioni, e lo stesso accade per le marine di Boudin e le scene di città e campagna firmate da Boldini e Millet.

Seppure basati a Parigi gli impressionisti amavano viaggiare, tra le mete preferite l’Italia, nella sezione «Viaggi» spiccano le tele di Renoir dedicate a Venezia e a Napoli.

Pastorelle, viaggiatrici, dame e prostitute, uomini al lavoro e tranquilli salottieri rappresentano le mille facce di una «Società» variegata a cui gli impressionisti guardano con occhi affettuosi, mai giudicanti.

Come leggero e neutrale è lo sguardo che si posa sui «Corpi» e sui «Volti» delle persone: i nudi morbidi e sensuali di Bouguereau e Renoir, i ritratti impalpabili sempre di Renoir («Ragazza che lavora all’uncinetto») e quelli già moderni di Toulouse-Lautrec («Carmen»).

L’ultima sezione unisce nel nome dei «Piaceri» capolavori come le «Ballerine nella classe di danza» di Degas, la «Ragazza con il ventaglio» e «Il palco a teatro» di Renoir, le «Donne con cane» di Bonnard, «L’incantatore di serpenti» di Gérôme.

In un crescendo di storie che si dipanano di fronte ai nostri occhi, allegre e tristi, semplici e leggere, come soltanto le favole sanno essere.

Palazzo Reale. Piazza Duomo 12 Milano.
Tel. 199.500.200.
Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; giov. e sab. 9.30-22.30.
Euro 9.
Dal 1° marzo (ore 18.30, a inviti) al 19 giugno.

sabato 26 febbraio 2011

Hier soir, les César..








Romy Schneider, première lauréate du César de la meilleure actrice en 1976, illustre l'affiche de la 36ème cérémonie des César dévoilée le mercredi 9 février par l'Académie des arts et techniques du cinéma.

La photo est extraite du tournage du film L'Enfer d'Henri-Georges Clouzot resté inachevé.

La remise de prix s'est deroulée le 25 février au Théâtre du Châtelet à Paris, dans une salle remplie de personnalités du spectacle et de la politique.

Remarqué un Lionel Jospin très souriant et un Frédéric Mitterrand pas très à l'aise..

Antoine de Caunes a animé la soirée de gala présidée par l'elegante actrice américaine Jodie Foster.
Sans oublier Jean Rochefort, auteur d'un mémorable discours d'ouverture.

Roman Polanski, César du Meilleur réalisateur pour "The ghost writer", et "Des hommes et des dieux" de Xavier Beauvois, César du Meilleur film, sont les grands gagnants de l'édition 2011 des César.

"Gainsbourg, vie héroïque", de Joann Sfar, récompensé par le César du Meilleur premier film et aussi pour la performance d'Eric Elmosnino, César du Meilleur acteur pour son interprétation de Serge Gainsbourg, a aussi réussi sa soirée.

C'est la jeune Sara Forestier, pour sa prestation dans le "Nom des Gens", qui a été désignée Meilleur actrice.

Un César d'honneur a été décerné au réalisateur américain Quentin Tarantino.

lunedì 21 febbraio 2011

Villaggi della Val Brembana






Foto di San Giovanni Bianco, San Pietro D'Orzio, Costa San Gallo

Un bel di' fra l'Oglio e il Brembo venne al mondo la polenta.. la la la..

Saltando da una pietra all'altra fra prati e foreste ho cantato questa canzone insieme ai miei compagni durante le vacanze d'estate a Costa San Gallo, nella residenza di vacanze tenuta dalle suore "Sorelle della carità"..
Avevo 8,9,10 anni e non ho solo dei bei ricordi, ma insomma!
La montagna mi dava dei bei colori e mi facevo delle spanciate di mirtilli!
Dunque evviva la Val Brembana!
I villaggi sono dei piccoli tesori con delle chiese ricche di sorprese artistiche.
La città di Bergamo é a qualche decina di chilometri..
Ecco un decoro semplice per passare delle vacanze cool..