martedì 18 gennaio 2011

Lezioni di stile da over 60 !










La giornalista Egle Santolini, per La Stampa si attacca a un tema sociale d'attualità : i baby boomer icone di moda.


Come stanno invecchiando i baby boomer?

Quelli che «io alle sneakers non rinuncerò neanche dopo i novanta», e per i quali qualcuno sta sicuramente progettando una sedia a rotelle con incorporata la custodia dell’iPod?


Per farsene un’idea, e ragionare sul panorama antropologico che ci si parerà davanti nei prossimi decenni, serve fare un giro sul blog di Ari Seth Cohen, fotografo ventottenne ex responsabile di un negozio di moda sulla West Coast, arrivato da Seattle a New York con una buona idea in tasca.

Il sito si chiama Advanced Style (advancedstyle.blogspot.com) e, apparentemente, si inserisce nella pletora di blog modaioli ispirati dal geniale Scott Schuman di www.sartorialist.com: decine e decine di foto scattate per strada a persone di gusto, cioè non necessariamente eleganti in senso stretto, però dotate di un senso spiccato e personale dello stile.

Over 60

L’originalità di Ari sta nel fatto di andare alla ricerca esclusiva di modelli sopra i 60.
Quelli che una volta si sarebbero definiti come vecchietti bizzarri o vecchiette eccentriche, e stiamo parlando dei tempi in cui le dame dabbene dopo il cinquantesimo compleanno non osavano più l’arancione e abolivano il rossetto; ma che oggi, visto che quegli anziani sono stati giovani ai tempi degli incandescenti anni Sessanta e adulti durante i formidabili Settanta, appaiono in via di totale e felice sdoganamento.

Di fronte alla smagliante Jenny, forse ottuagenaria, fotografata in «ankle boots» alla Grand Central Station, o sul sofà di casa in abito nero mentre mette in mostra un gran bel paio di gambe, chi avrebbe, francamente, il coraggio di scandalizzarsi?
Ed ecco ancora Carole, sui 70, con l’eyeliner marrone meticolosamente steso intorno agli occhi, che in un video mostra il proprio appartamento in technicolor e disquisisce su Dries Van Noten e Miuccia Prada.

Ecco soprattutto Debra, che di Ari Seth Cohen è la musa preferita, mentre decanta un affresco blu cobalto su un muro di Tribeca e poi spiega perché si sia messa un paio di guanti pervinca.
E quanto sia orgogliosa della montatura di tartaruga dei suoi occhiali, del boa viola, del cappello dal taglio inconsueto.

I nonni e i Beatles

Elio Fiorucci, guru della moda presa dalla strada e teorico dell’originalità individuale nel vestire, osserva che «chi da giovane ha ascoltato la musica dei Beatles non può dimenticarsene neppure se è nonno.
La moda è la scrittura della nostra personalità e questo diventa ancora più vero con il passare del tempo.
Del resto oggi, sempre di più, ci si veste secondo il gusto e non secondo l’età.

Pensi a Benedetta Barzini, per me la donna più elegante d’Italia.
Non è più una ragazzina, ma resta splendida e si veste come una quindicenne. E il bello è che le quindicenni l’ammirano e la prendono a esempio».

La stilista Luisa Beccaria è completamente d’accordo: «Che cosa vogliamo dire, piuttosto, di certi trentenni noiosissimi?
In certi anziani ammiro il surplus di energia, io sono per il rimescolamento delle generazioni e degli stili».

Ari Seth Cohen racchiude la sua filosofia in questa frase: «Divertirsi, mantenersi in salute, usare lo stile e la creatività per rimanere vitali ed entusiasti».
«Le persone di una certa età - aggiunge - non hanno più nulla da dimostrare e non devono più sedurre a tutti i costi. Ecco perché sono più libere e più inventive».

Quanto ai signori uomini, sul blog passano in rassegna un numero imprecisato di pantaloni rossi, risvolti sartoriali, gemelli di foggia interessante, sciarpe a righe creativamente avvoltolate intorno al collo.

Cappelli, soprattutto: forse la fonte d’ispirazione più immediata, visto che Cohen racconta che, da bambino, «andava a frugare nell’armadio del nonno, affascinato dai suoi berretti».
Marvin osa un paio di calzoni latte-e-menta e una giacca blu copiativo (fidatevi: insieme stanno benissimo).
Siccome è pieno inverno e la sua ragazza esprime una certa perplessità, le ricorda che il pregiudizio per cui col freddo si devono portare soltanto colori scuri è vecchio come il cucco.

Ma la sezione più esilarante è forse quella dedicata alle scarpe: derby leopardate, stivaletti carminio, sandali rosa, zeppe e mocassini bicolori.

«Onora il padre e la madre, onora i nonni soprattutto», conclude Ari Seth. «E cerca di imparare da loro due o tre cosette su come godersi la vita»

sabato 15 gennaio 2011

Victoria's Secret arrive en Europe






La marque américaine de lingerie Victoria’s Secret vient de confirmer l’ouverture prochaine d’un premier établissement à Londres qui débutera son expansion en Europe.

Bien que le flagship n’ouvrira ses portes qu’en 2012, il deviendra la concurrence directe des franchises de lingerie, puisque son plan commercial est de doubler sa taille dans les marchés internationaux et cela sur une durée de trois ans.

Le géant de la mode intime arrive en Europe avec l’intention de conquérir le vieux continent. Victoria’s Secret a annoncé depuis son siège aux Etats-Unis qu’elle ouvrirait un magasin à Londres, sur Bond Street, une des rues les plus commerçantes de la capitale britannique.

Victoria’s Secret appartient au groupe Limited Brands, dont les intentions d’expansion visent le marché européen.
Même si le communiqué de la marque n’indique pas exactement dans quelles villes elle souhaite s’implanter, la France et l’Espagne semble être les deux pays dans la ligne de mire.

La firme a décidé de doubler sa taille dans les marchés internationaux sur une durée de trois ans.

Il est prévu que le nouvel établissement ouvre ses portes en 2012 et le choix du local semble être déjà fait.

Limited Brands avait fermé l’année 2008 avec des ventes qui atteignaient les 8600 millions de dollars et distribuait à travers un réseau commercial de 2900 magasins propres et franchises aux Etats-Unis et au Canada.

Avec un total de 1040 magasins, la marque Victoria’s Secret est le plus importante du groupe. Elle facturait 5307 millions de dollars en 2009.

L'IDI'AC di Milano


Inizialmente denominato Ateneo Artistico 3A, viene fondato negli anni Sessanta dal celebre cartellonista e illustratore futurista Franco Mosca, in concomitanza con l'apertura a Milano delle principali Agenzie di Pubblicità.

La Scuola ha al suo interno due differenti percorsi di studio, il Corso di Grafistica e il Corso di Ambientazione e Antiquariato che diventerà in seguito il Corso Superiore di Architettura d'Interni dell'Interior Design Institute.

Il Corso di Grafistica si propone come luogo di formazione nell'ambito delle arti visive applicate alla Pubblicità, alla Moda, all'Editoria e al Cinema.

La richiesta da parte del mercato pubblicitario di continuo aggiornamento e di sempre maggiori competenze specialistiche determina un riassetto del Corso, che viene strutturato sulla falsariga di un'Agenzia di Pubblicità, divenendo Corso di Grafica Pubblicitaria, di durata biennale, con affermati docenti professionisti al suo interno.

A partire dalla metà degli anni Settanta la Signora Luisa Galliani subentra nella direzione a Franco Mosca proseguendone la linea formativa e rafforzandone lo stretto legame con il mondo del lavoro.
Il Corso diventa di durata biennale con frequenza obbligatoria, è riconosciuto dalla Regione Lombardia e rilascia un attestato di Qualifica Professionale Superiore.

Nel 1980 viene affiancato al biennio un Corso di Specializzazione di durata annuale in Analista Pubblicitario, che completa il percorso di studi del Grafico Pubblicitario, in vista di un collocamento nell'Agenzia di Pubblicità sia nel ruolo dell' Art Director che del Copywriter.

Nel 1991 Ateneo Artistico 3A diventa Istituto Superiore di Qualificazione Professionale - Scuola di Comunicazione - L'Ateneo.

Il Corso Superiore di Pubblicità riscuote un sempre più ampio consenso tra il pubblico e adesioni da parte di professionisti di spicco del settore, in un continuo aggiornamento nel campo della comunicazione, nell'individuazione di strategie teoriche e pratiche in linea con le tendenze di un mercato in continua evoluzione.

Nel 1993 la direzione dell'Istituto è affidata all'Arch. Antonella Dedini che inizia, a partire dal 1999, una collaborazione con Domus Academy, scuola post-universitaria attiva a Milano già da un decennio.

Nel 2000 la Scuola acquisisce l'attuale denominazione di IDI'AC - Scuola Superiore di Pubblicità e Comunicazione.

IDI'AC ha sempre intrattenuto stretti rapporti di collaborazione con T.P. (Associazione Italiana Tecnici Pubblicitari Professionisti), consolidando un legame di fiducia professionale grazie al quale gli studenti hanno la possibilità di iscriversi direttamente all'Associazione senza sostenere l'esame di ammissione, ed essere quindi tutelati deontologicamente nell' espletamento della libera professione .


Nel mese di luglio 2006 è cambiata la gestione.
Attualmente la scuola è gestita e diretta da Rosanna Gerini, architetto, libera professionista con decenni di esperienze diversificate nell'ambito dell'architettura e del design, oltre all'esperienza maturata nella formazione professionale post diploma superiore e post laurea.

Determinata, ha come obiettivo il potenziamento dell'attività formativa dell'Istituto e l'ottenimento del più elevato riconoscimento dei corsi offerti.

Già dalla prossima stagione "anno accademico" saranno inseriti Master di alto livello specialistico e corsi "small" di approfondimento sia nel campo dell'architettura che del design oltre alla grafica pubblicitaria e della comunicazione o arti visive.

Un importante tema sarà affrontato e approfondito "progettare per l'uomo", l'essere umano che sarà al centro dell'attenzione nelle materie insegnate.


INTERIOR DESIGN INSTITUTE srL – società unipersonale
Via Mazzini,10 20123 Milano - Tel.+39 02 867530 Tel.+39 02 86463289 Fax +39 02 86461353 www.idiac.it info@idiac.it
P.I. 12648120157 C.C.I.A.A. MILANO 1576740
“CORSO SUPERIORE DI COMUNICAZIONE E PUBBLICITA”
CREATIVE COMMUNICATION

Corso Superiore di Livello Universitario

Il Corso di Specializzazione Superiore in Comunicazione Creativa ha l’obiettivo di conferire un alto grado di specializzazione nel settore della comunicazione, della grafica e della pubblicità a tutti gli operatori del settore, laureati o laureandi in comunicazione e a tutti coloro che intendono inserirsi nel mondo dell’agenzia pubblicitaria in qualità di Art Director, Copywriter, Graphic Designer, Web Designer.

Il corso contempla un approccio diretto alle campagne stampa e di pubblicità, con lo studio e la realizzazione di brief reali in un assetto di lavoro identico a quello delle agenzie pubblicitarie, inoltre prevede l’analisi di case history di personaggi di spicco del settore, seminari, sopralluoghi e collaborazioni con agenzie, in un approccio diretto e vitale con il mondo reale della pubblicità.

Saranno inoltre affrontate le più ampie tematiche legate alla comunicazione d’impresa con un focus sul Marketing Communication e il Management degli eventi, sempre più indispensabili in un approccio efficace alle strategie comunicative.

Obiettivo del corso è creare professionisti con una personalità e professionalità forti e individualmente riconoscibili, sviluppandone le attitudini e il talento personali, al fine di formare nuove figure che siano capaci di gestire a 360 gradi i vecchi e i nuovi metodi della comunicazione. I docenti, veri tutor individuali, conducono gli studenti verso l’acquisizione del metodo per trasformare la propria creatività e il proprio talento personale in un efficace strumento di accesso al mondo del lavoro.

Per questo motivo il corso prevede uno stage presso aziende del settore e un monitoraggio costante degli strumenti acquisiti da parte degli studenti.

Metodologia didattica

Lezioni frontali in aula, esercitazioni pratiche, visite guidate presso strutture significative.
La formazione degli studenti passa anche attraverso collaborazioni su temi specifici, da parte dei docenti del corso con aziende e istituzioni, per questo si svilupperanno brief reali, commissionati da aziende.

Destinatari

Il Corso è rivolto a laureandi, laureati, professionisti del settore e tutti coloro che siano interessati a esplorare il tema proposto ed inserirsi nel campo della comunicazione pubblicitaria.

Durata


Il corso è Triennale da ottobre a giugno.
con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti PPC
della Provincia di Milano

INTERIOR DESIGN INSTITUTE srL – società unipersonale
Via Mazzini,10 20123 Milano - Tel.+39 02 867530 Tel.+39 02 86463289 Fax +39 02 86461353 www.idiac.it info@idiac.it
P.I. 12648120157 C.C.I.A.A. MILANO 1576740
Frequenza
3-4 ore al giorno dal lunedì al giovedì.

Modalità di accesso

Gli studenti verranno selezionati attraverso il seguente percorso:
- valutazione del curriculum vitae
- colloquio motivazionale

Attestato
Al termine del corso i partecipanti riceveranno un attestato di Specializzazione in Pubblicità e Comunicazione se avranno raggiunto almeno l’85% delle presenze.






20123 Milano - tel 02 85.68.51.34 - tel e fax 02 804257

mercoledì 12 gennaio 2011

Les règles d'or pour réussir le thé








Règles d'or pour réussir le thé


Pour les thés noirs, les thés bleus et les thés parfumés :

Le thé doit se faire dans une théière réchauffée au préalable : il convient, après y avoir placé le filtre * , d'y verser de l'eau bouillante ensuite rejetée.

Mettre une petite cuillère de thé (environ 2,5 g) par tasse dans le filtre* de la théière encore chaude et laisser reposer quelques instants de manière que, grâce à la vapeur, l'arôme du thé puisse commencer à se libérer.

Verser de l'eau frémissante sur le thé de façon que toutes les feuilles en soient imprégnées.

Laisser infuser le thé (consulter la table d'infusion)

Pour les thés à feuilles broyées, environ 2 minutes

Pour les thés à feuilles brisées, environ 3 minutes

Pour les thés à feuilles entières, environ 5 minutes

Pour le Darjeeling first flush, à peine 3 minutes en augmentant légèrement le dosage du thé (3,5 g)

Pour les thés bleus, 7 minutes
Retirer immédiatement le filtre* contenant les feuilles de thé et servir après avoir remué. Ceci est très important pour obtenir une saveur homogène de la première à la dernière tasse. Les thés de grands jardins ne se dégustent pas brûlants; patientez quelques instants après l'infusion, les parfums seront ainsi plus subtils à votre palais.

Pour les thés blancs et les thés verts :
Le thé doit se faire dans une théière ou dans un "chung" (tasse à couvercle) réchauffé au préalable..
Mettre la quantité nécessaire par personne ou par tasse (consulter la table d'infusion). Laisser reposer quelques instants de manière que, grâce à la vapeur, l'arôme du thé puisse commencer à se libérer.
Verser de l'eau chaude sur le thé (consulter la table d'infusion pour la température de l'eau).
Laisser infuser le thé (consulter la table d'infusion) :

Pour le thé vert, de 1 à 3 minutes
Pour le thé blanc Yin Zhen, 15 minutes
Pour les thés blancs Pain Mu Tan, 7 minutes
Enlever les feuilles de thé et servir après avoir remué.

* Filtre à thé dégustateur en coton.

Il grande Bosch a Venezia



Prosegue l’esposizione di collezioni statali a Palazzo Grimani, con tre dipinti del pittore più visionario della storia dell’arte: Hieronymus Bosch

Dopo il grande successo della mostra dedicata alle celebri opere di Giorgione, La Vecchia, La Tempesta e la Nuda, che hanno inaugurato l’apertura di Palazzo Grimani, come spazio espositivo permanente a Venezia, in questa magnifica sede, saranno esposti altri tre capolavori assoluti che da anni non si vedono in pubblico.

Protagonista, questa volta, il pittore fiammingo più noto e intrigante della storia dell’arte: Hieronymus Bosch ('s Hertogenbosch, Olanda 1450 – 1516), di cui si potranno ammirare la Visione dell’Aldilà (1500 – 1503), il Trittico di santa Liberata (1505) e il Trittico degli eremiti (1510), provenienti da Palazzo Ducale di Venezia.

Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Musei e le Gallerie Statali di Venezia, organizzata e prodotta da Arthemisia Group, la mostra sarà aperta a Palazzo Grimani dal 19 dicembre 2010 al 20 marzo 2011.

Il Soprintendente Vittorio Sgarbi ha scelto di rendere accessibili al pubblico tre straordinarie opere di Bosch, due delle quali in deposito da anni a Palazzo Ducale, rendendo omaggio alle opere del sublime artista conservate a Venezia, dove soggiornò con molta probabilità tra il 1499 e il 1502.

Per mantenere una linea di continuità tra le collezioni periodicamente esposte a Palazzo Grimani, resterà inoltre allestita la bellissima Nuda (1508) di Giorgione, dalle Gallerie dell’Accademia, e contestualmente, per gennaio, si prepara l’esposizione del Breviario Grimani, volume capolavoro appartente alla Biblioteca Marciana.

Figura molto discussa per la forte carica espressiva nonché per la bizzaria e inquietudine dei suoi dipinti, Jeroen Anthoniszoon van Aken, che si firmava e divenne noto come Bosch, proviene da una famiglia di pittori olandesi e si ditingue per i suoi lavori fantastici, nati per illustrare la morale e i concetti religiosi dell’epoca.

Il suo fantasioso immaginario, non sempre di facile interpretazione, si avvale dei Bestiari medioevali e protagonista costante dei suoi dipinti è l'umanità condannata all’inferno per via del peccato.

La meditazione sulla vita dei Santi e sulla Passione di Cristo sembrano le uniche vie per riscattare il genere umano dal peccato universale.

Le tre opere esposte a Palazzo Grimani facevano parte della collezione del cardinale Domenico Grimani e giunsero nelle collezioni di Palazzo Ducale dopo la morte del prelato, grazie al suo lascito testamentario alla Serenissima.

Il Trittico di santa Liberata e il Trittico degli eremiti passarono per un periodo a Vienna, prima nelle collezioni imperiali fra il 1838 e il 1893, poi al Kunsthistorisches Museum fino al 1919, e fecero poi ritorno a Palazzo Ducale, dove sono attualmente conservate.


HIERONYMUS BOSCH
(1450 ca. - 1516)

Jeroen Van Acken Anthoniszoon, universalmente noto come Hieronymus Bosch, nacque intorno al 1450 in un villaggio del Brabante Settentrionale, zona che oggi corrisponde all’Olanda.
Nipote di un pittore di soggetti sacri e figlio di un modesto artigiano, divenne piuttosto benestante grazie a un buon matrimonio e a una cospicua eredità. Cominciò la sua attività artistica nel 1475, ed ebbe subito un grande successo.
La sua fama fu immediata e grandissima perché le sue prime opere sono effettivamente dei capolavori, ma anche perché la sua arte è davvero calata nello spirito dei tempi.
A ciò seguì un periodo di oblio, prima della riscoperta definitiva, in cui Bosch fu semplicisticamente definito un "produttore di mostri".
In effetti, le opere di questo artista sono un concentrato di simboli magici, di invenzioni fantastiche umane e animali, un campionario di creature che ben poco hanno a che spartire con la realtà.


Non sono però soltanto il frutto di una fantasia sfrenata: se non c’è riscontro diretto nella natura, questo esiste nella cultura, soprattutto quella popolare.

I motivi ripresi da Bosch sono spesso quelli dei racconti folkloristici tramandati per tradizione orale o nelle letterature fantastiche in cui i paesi del Nord Europa sono maestri.
Secoli dopo, allegorie, onirismi e simbologie si riveleranno interpretabili alla luce delle teorie psicoanalitiche freudiane, dimostrandosi cosi specchio dell’inconscio.
Gli anni in cui visse e maturò Bosch furono colmi di splendori artistici e di conquiste e scoperte: Botticelli nel campo figurativo, Chaucer in quello letterario, Diaz e Colombo in quello geografico, contribuirono a creare un clima di deciso rinnovamento.

Ma furono anche tempi di guerre, di violenze, di fanatismi religiosi: venne istituita l’Inquisizione spagnola, si aprì la caccia alle streghe e si perseguì con crudeltà la magia e quanti la praticavano.

Specchio dello spirito dei tempi
In linea con lo spirito di tempi cosi complessi e pieni di contraddizioni estreme sono le prime opere di Bosch. Il suo esordio consiste, a detta di molti studiosi, nella tavola conservata al Museo del Prado di Madrid, La cura della follia.

Ancora un po’ duro nei contorni, possiede però la novità di uno sfondo che si apre all’occhio e spazia sconfinato, che è motivo ricorrente nell’opera del pittore e del tutto inedito in Olanda fino a quel momento. I
l tema si chiarisce osservando i particolari: la borsa del personaggio seduto, trafitta da un pugnale e il tulipano, simbolo di denaro, che fuoriesce dalla sua testa e che sta per essere reciso dal chirurgo, la dicono lunga sull’attività dei medici che inventano assurde cure per spillare quattrini agli sciocchi.

Un tema come I sette peccati capitali non poteva non interessare un artista come Bosch.
L’opera era in origine il ripiano di un tavolo, lavoro decisamente insolito almeno per l’area olandese.
Un grande tondo centrale, simboleggiante l’occhio di Dio, porta al centro la figura del Cristo e tutt’attorno le scene dei sette peccati, ricchi di particolari grotteschi, con un intendimento chiaramente morale. Nei quattro tondi posti agli angoli del tavolo ci sono i Misteri Novissimi: Morte e Giudizio, Inferno e Paradiso. Anche questo lavoro è al Prado di Madrid.
Il tema dei ciarlatani pronti a imbrogliare gli sciocchi torna in un’altra opera anteriore al 1480: Il prestigiatore del Musée Municipal di Saint Germain en Laye.

Infatti allo spettatore incantato dal gioco sta per essere sfilata la borsa.
Più maturo nella composizione e nel colore, benché le figure si presentino ancora piuttosto piatte, è La nave dei folli, nel parigino Museo del Louvre.

Un gruppo di varia umanità, tra cui in posizione principale alcuni rappresentanti del clero, va alla deriva fisica e morale su una barca in cui si compie ogni genere di peccato.

Il tema della nave trovava ampi riscontri nelle Fiandre quattrocentesche soprattutto in campo letterario.

I trittici maggiori o il trionfo dell’allegoria
Una delle opere più importanti dell’olandese è il Trittico del Fieno, che si fa risalire ai primissimi anni del 1500 e che oggi si trova al Prado di Madrid. Chiudendo i due pannelli laterali appare il cammino della vita, una strada sconnessa circondata da ogni sorta di rappresentazione del vizio; la parte interna riporta, nello scomparto di sinistra
Il peccato originale, in quello di centro Il carro del fieno e a destra Le costruzioni infernali.


Qui l’autore va al di là di tutte le fonti sia bibliche che popolari per avventurarsi nella pura invenzione iconografica come dimostra il motivo, in alto a sinistra, della caduta degli angeli ribelli che si trasformano in grossi insetti.

Del tutto inedito, dà il via a una delle caratteristiche ossessioni boschiane, la mutazione.

Il tema centrale può essere derivato da un proverbio popolare fiammingo che dice: "Il mondo è come un carro di fieno, ciascuno ne arraffa quanto può". Stilisticamente ancora più compiuto è il Trittico delle delizie, anche questo al Prado di Madrid.

Magnifica è la stesura del colore, limpidissimo e trasparente, e riuscitissima è la complessa composizione che riesce a legare microcosmi completi e perfetti dal punto di vista prospettico tra di loro e con l’insieme del paesaggio, raggiungendo una notevole solidità strutturale nonostante le infinite variazioni. Gli scomparti chiusi raffigurano La creazione del mondo; all’interno, da sinistra: Il paradiso terrestre, Il giardino delle delizie, il più ricco di invenzioni magistralmente disposte nello spazio, e L’inferno musicale.
Un’altra tematica che ebbe in Bosch ampio respiro è quella delle Tentazioni di Sant’Antonio, centrale in un altro splendido trittico del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona.
Il soggetto venne ripreso dal pittore in moltissime varianti, poiché particolarmente adatto a sbrigliare la fantasia nell’inventare ogni genere di creature che, in veste di tentazioni, circondano il Santo in meditazione.

Uno splendido esempio è, ancora una volta, al madrileno Prado, dove si conserva anche la copia di un altro, andato purtroppo perduto. Diversissimi, sono ugualmente ricchi di inventiva fiamminga nei dettagli come nel paesaggio, mentre il colore assume tonalità sempre più cristalline.
Capace di toni pacati e soavi come di feroce figurative, il pittore dimostra la sua versatilità in due opere di Madrid, il dolcissimo San Giovanni Battista in meditazione (Museo Lazaro Galdiano) e il terribile Cristo portacroce (Prado), le cui teste deformi si ritroveranno in Goya come torneranno mille spunti boschiani nel surrealismo di Salvador Dali e di Max Ernst.

martedì 11 gennaio 2011

Milano al quinto posto !




La notizia é strepitosa e ha fatto il giro di tutti i media.

Il New York Times ha inserito Milano nella lista dei 41 luoghi da visitare nel 2011...e addirittura al quinto posto!

E fra gli highlights segnalati dalla corazzata Usa, ruolo centrale per il Museo del Novecento, appena aperto nel restaurato Palazzo dell'Arengario, ma anche per l’Hangar Bicocca, trainato dalla presenza in permanenza della famosa installazione di Anselm Kiefer.

Non mancano riferimenti al design, con una segnalazione per lo Spazio Rossana Orlandi, alla moda - Miu Miu e Marni -, alla ricettività, con l’Hotel Milano Scala.

In questo contesto, Milano risponde con nuove notizie confortanti, come il successo dello stesso Museo del Novecento, che in soli 32 giorni di apertura al pubblico ha raggiunto il traguardo delle 200mila presenze, con 8.208 ingressi nella sola giornata del 28 dicembre.

Un successo favorito anche dall’ingresso gratuito al museo fino al 28 febbraio, garantito anche dalla sponsorizzazione di Merrill Linch.

Ma che è stato sottolineato tanto dal sindaco Letizia Moratti quanto dall’assessore Massimiliano Finazzer Flory, che ha dichiarato: "Continuiamo a puntare su tre G: genio, gratuità, gente”.


Che anche in Italia si riapra l’annosa discussione attorno al modello-Londra con musei gratis sempre?


Ecco qui l'estratto originale trattando della quinta posizione, cioé MILANO

5. Milan


A reborn cathedral joins fashion-forward galleries and hotels.

Compared with the Italian troika of tourism — Florence, Venice and Rome — Milan is often an afterthought.
But with novel, eye-catching design emerging around the city, that should soon change.

For years, unsightly scaffolding obscured the Milan Cathedral; now that most of it has been dismantled, the newly scrubbed Gothic masterpiece, also known as the Duomo, is worth a fresh look.
Across the piazza, the city’s collection of 20th-century art is now showcased at the Museo del Novecento, which opened in December in the restored Palazzo dell’Arengario.

Outside the historic center, former factories have been transformed into design studios, old warehouses have been repurposed as unconventional art venues, and galleries are packed with avant-garde works.
The eclectic Spazio Rossana Orlandi gallery displays the latest creations from emerging designers, while large-scale art installations from acclaimed international artists like Anselm Kiefer are exhibited at HangarBicocca, a cavernous art space that re-opened last year.

And though fashion followers still flock to the wish-filled windows of Miu Miu and Marni, fashion in Milan now extends beyond retail and runways.
Arguably the most fashionable addition is the Hotel Milano Scala, which opened last year in a renovated 19th-century mansion singing the eco-chic promise of “zero-emissions hospitality.” In a country where green directives are not yet widespread, it proves that Milan is, once again, on the cutting edge.
— INGRID K. WILLIAMS

mercoledì 5 gennaio 2011

Stasera arriva la Befana !!




Attenzione, stasera arriva la Befana !!
Prepariamo le calze..


La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte… canta la vecchia filastrocca conosciuta da tutti.

Puntuale come ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio arriva la vecchia nonnina carica di dolci per chi è stato buono e di carbone per chi è stato cattivo: soltanto dopo il suo arrivo le feste di Natale possono dichiararsi definitivamente chiuse!

La tradizione della Befana è antica, risalirebbe secondo alcuni a vecchi miti dell'antica Roma, legati ai riti propiziatori per l'anno nuovo.

Un tempo in molte regioni italiane era la festa più attesa dai bambini.
Babbo Natale non esisteva ed era la Befana a portare piccoli doni e dolciumi.

Oggi i bambini arrivano all'Epifania saturi di doni e dolci, ma la vecchina continua a conservare il suo fascino, e questa giornata è un'occasione per trascorrere del tempo in famiglia, magari partecipando a uno dei tanti eventi organizzati in tutt'Italia per salutare le feste natalizie.

Successo assicurato per i mercatini di dolciumi : famoso quello di Roma, in Piazza Navona, e quello di Milano in Piazza dei Mercanti, ma ogni città e paese ha il suo mercatino

A Firenze nella notte del 5 gennaio la Befana è solidale con l'evento "La Befana vien di notte…".
Per ricordare l'Epifania, invece, anche quest'anno verrà rievocata la Cavalcata dei Magi, organizzata dall'Opera di Santa Maria del Fiore con oltre 700 figuranti che sfileranno nel centro della città, da Palazzo Pitti fino a Piazza del Duomo.

A Perugia il 6 gennaio sarà un tripudio di iniziative, con Befane volanti, sui trampoli, spettacoli di fiabe animate per bambini, musica e zucchero filato per tutti.
Per l'occasione, si potrà anche visitare gratuitamente la mostra allestita al Museo di Palazzo della Penna, "Brajo Fuso. Opere dal 1945 al 1980".

Una Befana un po' particolare quella organizzata invece dall'Acquario di Genova: durante la giornata dell'Epifania, i bambini saranno accompagnati in una visita guidata all'acquario, e ascolteranno fiabe e racconti di mare, mentre al Galata Museo del Mare potranno partecipare all'iniziativa "Buon Natale… Capitan Bonny!", una serie di laboratori manuali per costruire oggetti "marittimi".

Il 5 e il 6 gennaio in tutta la provincia di Torino si moltiplicano le iniziative per salutare le feste come si deve: mercoledì 5 gennaio a Rivoli si darà fuoco ad una Befana fantoccio, mentre a Vigone andrà in scena una festa in maschera sulla pista di pattinaggio.
Il 6 gennaio ad Orbassano si potrà visitare una mostra di libri e giochi per bambini, mentre a San Secondo di Pinerolo, al Castello di Mirandolo, si potrà visitare la mostra "Caravaggio in Piemonte", dedicata al grandissimo pittore milanese.

l'icona Anna Dello Russo






Icona assoluta del fashion system Anna Dello Russo è l’emblema dello stile e della moda.

Autorità in fatto di tendenze, pioniera del fashion blogging, musa ispiratrice per stilisti e designer.

Insomma, una donna che sa anticipare i tempi

Ma chi è Anna Dello Russo, oltre che una ‘fashion maniac’ come l’ha definita il grande fotografo Helmut Newton?

Nata a Bari, il suo amore per i vestiti si è manifestato sin da piccola, e giovanissima si è trasferita a Milano, città fashion per eccellenza, dove ha studiato Arte e Letteratura.

Dopo gli studi è entrata a far parte del mondo della moda come redattrice, fino ad approdare alla Bibbia glamour: Vogue.

Editor per Vogue Italia, è diventata, dal 2000 al 2006, direttrice di Vogue Uomo.

Dopo un periodo freelance, attualmente ricopre la carica di Editor at Large - direttrice - di Vogue Japan.

Definirla ‘esperta di moda’ è decisamente riduttivo: Anna Dello Russo è la moda.

E’ talmente un’icona che il sito di abbigliamento Yoox per celebrare il decimo anniversario ha prodotto 10 diverse t-shirt con la stampa degli outfit più glamour di Anna, andate a ruba.

Poche donne possono copiare esattamente i look delle sfilate: lei lo fa.

Da capo a piedi, l’outfit dev’essere completo, che fuori ci sia sole, pioggia o vento, se l’abbigliamento prevede un certo tipo di accessori devono esserci tutti, dall’ombrello ai gioielli.

Disdegna i cappotti, perché coprono il vestito, a parte gli originali pellicciotti fluo di Dolce&Gabbana della scorsa collezione.

Non porta mai due volte la stessa tenuta.

Possiede migliaia di scarpe, circa 4.000, e ben due appartamenti uno dei quali utilizzato esclusivamente come guardaroba.

Questi e altre centinaia di consigli e ‘perle di saggezza’ fashion si trovano nel suo stilosissimo blog.

Pioniera del giornalismo online, è stata tra le prime a capire l’importanza del blogging nel mondo della moda.

Oggigiorno i fashion blogger sono la vera autorità in fatto di stile, e gli stilisti fanno a gara per averli nel front-row delle sfilate.


Oltre all’innato amore per abiti e accessori (in cui implica anche il cagnolino Cucciolina), Anna è dotata di disinvoltura, d'eleganza e di una ironia che le permette di sfoggiare cappelli e tenute sorprendenti.

lunedì 3 gennaio 2011

Galettes de prestige signées Ladurée, Lenôtre, Hermé, Dalloyau
















Galette des Rois Orange Passion de Ladurée
La Maison Ladurée a imaginé une galette au parfum exotique en mariant subtilement l'orange et le fruit de la passion à la crème d'amande.
Pour rester dans l'originalité la fève de cette année sera sur le thème du voyage...à decouvrir !
Prix : 5,90 euros la part
En vente dans les boutiques Ladurée
Site : www.laduree.com

Galette Harley Davidson de Lenôtre
Les deux marques prestigieuses se sont associées afin de célébrer en grandes pompes l'Epiphanie.
Disponible dès le 2 janvier, cette galette est composée d'une couronne de baba imbibée de sirop au rhum, d'une crème fouettée posée sur un fond feuilleté garni de crème pâtissière à la vanille Bourbon Madagascar.
Tous les passionnés de Harley Davidson seront gâtés puisque la fève est une édition limitée dont le design est inspiré du cadran des motos américaines...
Prix : 54 euros
En vente dans les boutiques Lenôtre
Site : Lenôtre

Galette Carré Blanc de Pierre Hermé
Pour la fête des Rois, Pierre Hermé a créé une galette aux allures classiques mais composée de compotes de poires et d'airelles, d'une crème d'amande au sirop d'érable, le tout surmonté de macarons carrés blancs.
Disponible dès le 2 janvier.
Modèles de 3/4 personnes à 10/12.
Prix : à partir de 34 euros
En vente dans les boutiques Pierre Hermé et sur le site
Site : www.pierreherme.com


La Galette "Secret de Framboises" de Dalloyau
Voici une galette pleine de fraîcheur et de couleur !
Une pâte pâte croustillante finement dorée, une crème d'amande onctueuse au subtil parfum de yuzu (un agrume cousin du citron vert) le tout relevé par des framboises fraîches placées au centre de la galette.
La fève est une jolie clé, couleur or ou argent.
Disponible dès le 1er janvier.
Prix : 37,50 euros
A acheter dans les points de vente.Liste en appelant au 01 42 99 90 00
Site : www.dalloyau.fr

giovedì 30 dicembre 2010

Un parfum unique... e carissimo






Chi ha sognato da sempre di indossare un profumo unico, che si adatti perfettamente alla propria pelle e alla propria personalita' puo' realizzare il suo sogno a Parigi, presso l'Artisan Parfumeur, 32 rue du Bourg Tibour.

Da L’Artisan Parfumeur sono necessari cinque tappe e tre mesi per ottenere una fragranza unica.

Il primo incontro è con Pamela Roberts direttrice dell’atelier e serve a conoscere i desideri, i ricordi, le aspettative della cliente, il tutto viene poi trasferito al ‘naso’ incaricato della realizzazione di questo profumo esclusivo.

Il secondo appuntamento è invece necessario per testare i primi tentativi e scegliere la base della composizione.

Al terzo incontro si prova il profumo finale.

Alla quarta tappa il profumo è pronto e gli si può dare un nome.

Resta la confezione che sarà svelata con la consegna del profumo al quinto e ultimo appuntamento.

Il profumo viene infatti imbottigliato in una boccetta (150 ml) in vetro soffiato realizzata dal maestro vetraio Pascale Riberorolles, in 10 vaporizzatori da 50 ml con etichetta personalizzata e in 5 mini vaporizzatori da borsetta, il tutto presentato in un cofanetto di raso di seta.


prix du parfum 15.000 €

mercoledì 29 dicembre 2010

Ornella Muti super ritoccata ma sempre splendida..

Bellissime foto di Ornella Muti, diventata bionda dopo essere stata un'affascinante bruna dagli occhi azzurri.. Da notare che nella foto con la figlia Naike Rivelli la piu' bella e la piu' giovane é lei !!

Un formaggio svizzero molto originale..




Il Tête de Moine (alla lettera: testa di monaco), è un formaggio semiduro di forma cilindrica, le cui forme pesano in media 800 grammi e la cui squisita pasta si fonde delicatamente contro il palato.

Il Tete de Moine, ha origine nelle ultime propaggini del Giura svizzero.

E' un formaggio a pasta dura, adatto alla lunga conservazione, o semimorbida, prodotto con latte fresco non pastorizzato proveniente da mucche nutrite con foraggio fresco.

Il Tete de Moine ha gusto aromatico e intenso, più pronunciato nel formaggio invecchiato.

Il Tete de Moine, aromatico e intenso, va sempre raschiato delicatamente, con l'apposito attrezzo, la girolle, fino a creare delle deliziose " rosette " di formaggio che ne esaltano l' aroma armonioso, mai tagliato!

Questo modo di servirlo modifica la struttura della pasta e, grazie alla superficie più estesa che entra a contatto con l’aria, il Tête de Moine libera al meglio tutti i suoi complicati aromi.

Già i monaci dell’abbazia Bellelay, nell’odierno Giura bernese, raschiavano le forme con un coltello posto orizzontalmente.
Sembra che il formaggio servisse loro da moneta di scambio già nel XII secolo.


In cucina, è usato come un formaggio da grattugia, ma può essere utilizzato per sostituire il Parmigiano nella guarnizione di un piatto di carpaccio, rendere l'insalata un piatto singolare insieme a noci, limoni e erba cipollina.
Sarà un ottimo spuntino se consumato come lo servono gli svizzeri: con semi di cumino e fette di pane fresco.

L’incomparabile sapore del Tête de Moine DOP è dovuto al genuino latte di montagna con cui è prodotto, in poco meno di una decina di caseifici di villaggio della sua regione d’origine, secondo il severo capitolato d’oneri del marchio.

Esso è poi affinato per almeno due mesi e mezzo su speciali assi di abete rosso. I buongustai apprezzano molto il Tête de Moine DOP, che corona sovente i loro piatti di formaggio durante l’aperitivo o il dessert.

Il romanzo bilingue di Roberto Ferrucci parla d'amore..



..per l'Italia ! E dei sentimenti complessi di un italiano in Francia (o all'estero in generale)


Pubblicato in Francia, l’ultimo romanzo dello scrittore veneziano Roberto Ferrucci racconta un «sentimento di cittadinanza ferita»: «L’Italia, vista da fuori, è un paese ridicolo»

Il suo nuovo romanzo si intitola Sentimenti sovversivi (p. 221, 15 euro).

Scritto in Francia, a Saint-Nazaire, di fronte all’oceano, e pubblicato in versione bilingue da una casa editrice francese, la prestigiosa Meet (Maison des écrivains étrangers et des traducteurs de Saint-Nazaire), diretta dal romanziere Patrick Deville.

Nel suo romanzo Roberto Ferrucci cerca di raccontare a uno straniero il sentimento di cittadinanza ferita che prova oggi un italiano verso il suo paese.

«Avrei voluto scrivere una storia d’amore, quando ho iniziato questo libro, la prima volta che sono arrivato qui, ma oggi è impossibile, credo, per uno scrittore italiano, riuscire ad astrarsi dal senso di repulsione, da quella volgarità diffusa che, oggi, è il biglietto da visita del mio paese».

«L’Italia, vista da fuori, è un paese ridicolo, oggi».

Il protagonista del romanzo rimpiange che in Italia non si esprima un conflitto sociale all’altezza dei tempi: «La gente non arriva alla fine del mese, e tace».

Scopre che fine fanno i paquebot, le enormi navi da crociera costruite nei cantieri navali di Sant-Nazaire, proprio in faccia al terrazzino in qui scrive : sono quelle che percorrono il Canale della Giudecca e rovinano le rive fragili di Venezia per mostrare la città ai turisti avidi di ricordi veneziani.

Sentimenti sovversivi é un romanzo dell’indignazione scritto con un stilo preciso e inconfondibile, con la capacità di dare fascino e vivacita' a ogni situazione descritta.


Sentimenti sovversivi racconta come l’impegno per la giustizia sociale, l'amore per il proprio paese, riguardi qualcosa di più intimo che una semplice opinione politica: é una presa di posizione sentimentale e ideologica.


Il 18 novembre 2010 è uscito in Francia il nuovo romanzo di Roberto Ferrucci Sentimenti sovversivi (Meet, les bilingues, p. 221, 15 €), tradotto da Jérôme Nicolas, lo stesso traduttore dell’edizione francese di Cosa cambia, Ça change quoi (Seuil, Fiction & cie, 19,80 €).
Lo stesso giorno, il responsabile delle pagine culturali dell’Humanité, Alain Nicolas (soltanto omonimo del traduttore), lo ha recensito sul supplemento letterario del quotidiano francese.

lunedì 27 dicembre 2010

Acqua di Gioia , un inno alla femmilita' e alla natura





14 anni dopo il lancio del profumo maschile Acqua di Giò, Giorgio Armani crea Acqua di Gioia, una nuova fragranza femminile, pura e cristallina, in osmosi con la natura.

Un profumo che evoca emozioni, ispirato dalla bellezza della natura...


Creato da tre grandi nasi della profumeria, Anne Flipo, Dominique Ropion e Loc Dong, questo nuovo profumo svela fragranza acquatiche e al contempo vegetali.

Contrariamente a quanto possano far credere i loro nomi simili, « Acqua di Giò e Acqua di Gioia non sono legati.
Acqua di Gioia evoca la complicità tra una donna e la natura, in qualunque modo
essa si esprima » rivela Giorgio Armani.

La particolarità? I tre nasi hanno lavorato fianco a fianco, sviluppando ognuno un accordo. Un lavoro di squadra finalizzato a tradurre in un profumo la visione della gioia di Giorgio Armani.


Il punto in comune? La loro passione per la natura, e soprattutto per i fiori naturali, gli estratti legnosi e le note animali.
La fragranza? Una combinazione insolita di ingredienti, attinti dal cuore della terra e del mare, che si traduce in un profumo destinato a rendere felici le donne!

Un inno alla natura evocata fin dalle prime note da un'indescrivibile sensazione di freschezza.
La sua composizione olfattiva si apre con note di menta e limone di Calabria, poi evolve verso una scia floreale espressa dal gelsomino acquatico, per finire con note più calde e carnali rivelate dal legno di cedro spruzzato di zucchero di canna e labdano (una delle rare piante a possedere delle note animali).

Con questo nuovo profumo Giorgio Armani ci trasporta in un mare trasparente e selvaggio, degno delle isole più amate dallo stesso Giorgio Armani.
« Mi hanno ispirato isole come Pantelleria e Antigua, dove sono andato in villeggiatura per anni. Questi due luoghi rappresentano un ideale, uno spazio per evadere e rigenerarsi grazie alla natura...»

Un paesaggio idilliaco per raccontare la storia del profumo: una donna appare su un'isola deserta, dopo un temporale estivo, nel cuore di una vegetazione selvaggia.

Accarezzata dalle foglie ancora umide di una foresta lussureggiante la donna sente che i suoi sensi si risvegliano, in contatto con l'acqua. Vede in lontananza una spiaggia di sabbia finissima, bagnata dalla onde. Avvicinandosi si abbandona, ubrica di gioia, al potere di Madre Natura.

La splendida modella americana Emily DiDonato è la testimonial del profumo e incarna la donna Acqua di Gioia, con i suoi meravigliosi occhi azzurri.

Il flacone, in vetro trasparente, ricorda con la sua sinuosità le onde del mare, o le curve armoniose del corpo di una donna.

Femminilità e natura: sono le parole chiave della nuova fragranza firmata Giorgio Armani.