Navigando su Repubblica.it ho trovato un'articolo intitolato "La città ideale esiste".
Il titolo mi ha subito incuriosita. Il tema della città ideale, diventato un'idea fissa del Rinascimento italiano, é abbinato al concetto di utopia.
Niente utopia, la città ideale, per passare delle vacanze perfette in Italia, esiste..o meglio, esisterà.
Il testo é tratto da un articolo scritto dalla giornalista
Clotilde de Veltri. Parla di una città perfetta dotata di una cultura enogastronomica,
storica, artistica, ricca e varia.
Un luogo dove i taxi non si fanno aspettare,
i servizi pubblici sono efficienti, dove bambini e adulti hanno spazi di gioco
e d’incontro adeguati . E in cui il silenzio e la natura sono rispettati.
L’insieme di tutte queste qualità contribuirebbe
a creare una maggiore affluenza turistica, in cerca di nuove
proposizioni.
Per questo la città ideale dovrebbe innanzi tutto saper
promuovere la sua ricchezza culturale in tutto il mondo, in Italia e
all’estero, migliorando la competitività nei servizi offerti ai turisti.
Dovrebbe dunque utilizzare gli scambi fra l’estero e
l’Italia per trovare il buon sistema,
come preconizza il sito web « turistiprotagonisti.it »
lanciato dalla Presidenza del Consiglio italiano, destinato agli italiani che
di ritorno dalle loro vacanze all’estero possono raccontare le loro esperienze.
Queste testimonianze dovrebbero servire a una migliore
efficienza nel campo dei servizi turistici.
Nella riflessione sui provvedimenti
da prendere per raggiungere l’ideale spiccano il bisogno di migliorare
l’efficienza e la puntualità dei trasporti urbani e dei taxi, di avere delle
forze dell’ordine parlando l’inglese, un’offerta alberghiera con prezzi
convenienti e all’insegna dell’onestà e dell’igiene.
Per non parlare della creazione di svaghi culturali interessanti
per adulti e per bambini, della valorizzazione della storia e del patrimonio e
della tutela della natura. E sopratutto di prezzi meno cari.
Il turismo é un fenomeno che coinvolge milioni di persone e
viene considerato da ciascuno come un elemento importante nell’esistenza di una
persona.
Il turismo é dunque un settore che rappresenta una grande
risorsa nell’economia italiana.
Gli italiani raccontano le vacanze all'estero su un sito della Presidenza del Consiglio
"Efficienza, pulizia, rispetto: le qualità che vorremmo nel nostro Paese"
Turismo, ecco la città ideale:servizi berlinesi e prezzi spagnoli di CLOTILDE VELTRI
"
La città ideale" attribuita a Piero della Francesca"
LA CITTA' ideale
esiste. E' un luogo gradevole per tutti e non solo per pochi. Dove i
taxi non si fanno aspettare, un po' "come accade in Francia o in
Austria", la natura è rispettata come a Mauritius, i servizi pubblici
efficienti - perché considerati patrimonio comune - come in Germania. Un
luogo dove il silenzio è ancora un bene prezioso e non un lusso - "come
in alcuni paesini del Peloponneso" -, dove i bambini hanno spazi per
giocare - "che meraviglia l'Argentina" - e gli adulti spazi per
incontrarsi sapendo i figli al sicuro.
La città ideale è quella che emerge dal sito
turistiprotagonisti.it,
iniziativa web lanciata dalla Presidenza del consiglio, rivolta agli
italiani che hanno trascorso le vacanze all'estero e che, di ritorno,
possono raccontare la propria esperienza. L'idea del governo è quella di
farne tesoro, trasformando le segnalazioni virtuali in concreta
efficienza italiana.
Ora per un popolo di
santi, poeti e navigatori viaggiare e raccontare le proprie avventure è
naturale. Ma, a ben guardare, le centinaia di interventi raccolti dal
sito in pochi giorni sembrano essere non tanto il classico sintomo
esterofilo, quanto piuttosto - e paradossalmente - quello di un amore
per il proprio paese. Che si vorrebbe migliore o almeno capace di
confronti alla pari con le nazioni che si sono visitate.
Per esempio Luca
offre un decalogo preciso di come si potrebbero migliorare i servizi ai
turisti: "Dalle forze dell'ordine che dovrebbero parlare almeno inglese
per aiutare i visitatori nelle controversie, alla riorganizzazione su scala nazionale del sistema di
pagamento e di emissione dei biglietti dei mezzi pubblici, dal numero
verde con task force di supporto delle controversie fiscali e di
sicurezza alla destinazione ai ciclisti delle preferenziali per gli
autobus fino alla tolleranza zero per le auto in doppia fila". Utopia?
Franco è appena stato
in Francia, viaggio che ha organizzato richiedendo le informazioni via
email agli uffici turistici d'oltralpe. Pronta ed efficace la risposta.
Elda in Austria ha
scoperto il valore della "destagionalizzazione" dell'offerta: in inverno
si scia, in estate la montagna è trasformata in un grande parco dove si
organizzano meravigliose escursioni: un paradiso del turismo all'aria
aperta.
E le località
balneari? C'è chi, come Pierluigi, in Dalmazia ha trovato un'altissima
qualità alberghiera e spiaggette molto ben organizzate: mare pulito,
litorali puliti, il tutto a prezzi convenienti.
L'ordine non è solo tipico della vecchia Europa. In Thailandia - che
qualcuno vorrebbe terzo mondo - Arturo ha scoperto l'efficienza dei
trasporti urbani, una linea della metropolitana - a Bangkok - con
vetture puntuali e confortevoli. Niente sfregi, sui vetri o sui sedili e
soprattutto un sistema di biglietteria che taglia fuori i furbi.
Difetti che, sottolinea sempre Arturo, a Roma sono la normalità.
Poi c'è il capitolo
bambini che assilla molte famiglie spesso costrette a rinunciare alla
partenza per località turistiche italiane proprio perchè i servizi non
sono adeguati. O sono troppo costosi. "Siamo una famiglia con tre
bambini. - scrive Eleonora -. All'estero riusciamo a trovare molte
spiagge libere che permettono quindi ai bimbi di avere spazi di gioco. I
bambini pagano decisamente meno la vacanza e in particolare i musei
sono quasi sempre gratuiti per loro, così molte più famiglie vanno a
visitarli! Inoltre, l'orario di apertura di chiese e monumenti è spesso
più favorevole".
Il problema dei costi
è onnipresente nelle denunce dei turisti italiani che scoprono,
all'estero, un mondo fatto di ragionevolezza e a prova di fregatura.
Racconta Stefano: "Negli ultimi quattro anni siamo stati in Grecia,
Spagna e Portogallo. Paesi che hanno da offrire almeno quanto l'Italia
dal punto di vista culturale, gastronomico, naturalistico, con la
differenza che non ti siedi in un ristorante con la paura di essere
spennato, che dormi ottimamente con 50 euro per una doppia, che puoi
prendere un taxi senza il terrore di dover litigare per il prezzo esoso
richiesto".
E poi, insiste, meno
cari risultano "la benzina, i prodotti da bar, le sigarette, l'ingresso
nei musei, i bus. Tutti i paesi offrono servizi per tutte le tasche:
puoi scegliere e sai cosa prendi per quello che paghi. In Spagna
esistono i 5 stelle, ma esistono anche gli ostelli e se sei giovane puoi
dormire veramente con poco".
Persino gli Stati Uniti appaiono meno insidiosi e,
soprattutto, meno cari. Fabio ha appena realizzato il più classico dei
coast to coast: "Le strade sono ottime. L'autonoleggio costa la metà (o
anche meno) che in Italia. La benzina costa meno della metà. I voli
interni costano pochissimo. In città i taxi sono numerosi e a prezzi
abbordabili (in Italia il taxi non è una possibilita', se paghi coi tuoi
soldi). Alberghi e motel sono molto più confortevoli che in Italia e
costano la meta'. I ristoranti non cercano di fregarti ma servono buon
cibo a prezzi modici". E così via.
Per non parlare
dell'annoso problema dei taxi sul quale - sarà anche per le recenti
polemiche e proteste tutte italiane - battono il chiodo i narratori del
web. Tra tutti vale la pena citare Katia che, a Città del Messico, ha
utilizzato con grande soddisfazione un biglietto prepagato.
Non sfugge poi al
turista italiano il confronto tra la tutela paesaggistica degli altri e
la cementificazione nostrana, la capacità di valorizzare storia,
monumenti e tradizioni degli altri e la scarsa attenzione dedicata al
patrimonio artistico dal Belpaese.
Esterofilia
esasperata? L'italiano ne ha sempre sofferto, ma dai racconti di questi
fortunati turisti, in controluce, si legge soprattutto il disagio di non
poter godere delle stesse opportunità nel proprio Paese. Dove, più
d'uno, dice di voler trascorrere le vacanze ma di averci rinunciato per
"i motivi di cui sopra". Peccato.