sabato 2 luglio 2011
Le sorbet Ispahan de Pierre Hermé : le must de la fraîcheur parfumée
Une glace : le Sorbet Ispahan de Pierre Hermé
C'est à grandes bouchées glacées parfumées à la rose, framboise et litchi signées Pierre Hermé que j'affronte les températures caniculaires.
Et j'adore !
Sorbet Ispahan à la boutique Pierre Hermé - Prix : 6,60 euros.
www.pierreherme.com
mercoledì 29 giugno 2011
Un doux retour en enfance...
La devanture annonce déjà les plaisirs de l'enfance.
En pénétrant dans la boutique, on découvre une salle de classe revisitée en confiserie, submergée de couleurs et d'odeurs sucrées.
Dans cet esprit toujours scolaire, les bocaux sont accompagnés d'une petite ardoise indiquant les noms des sucreries, à la craie blanche, qui font rêver.
Avant même de goûter un bonbon, on le mange avec les yeux.
C'est après avoir travaillé longtemps dans la haute gastronomie, que Georges a réalisé son rêve d'enfance, ouvrir une confiserie.
Georges part alors à la recherche de ces petits trésors aux quatre coins de la France.
Il sélectionne ses bonbons auprès des producteurs qui perpétuent parfois un savoir-faire de plusieurs centaines d'années.
Comme un maître d'école, il connaît ses bonbons par cœur et peut vous raconter l'histoire, la réalisation de chacun, et très souvent des anecdotes.
On peut même trouver dans sa confiserie le plus vieux bonbon français : la grisette de Montpellier.
On vient là pour goûter la fine fleur des bonbons : de la guimauve traditionnelle, aux berlingots, pralines, dragées, perles, jusqu'au luxe des véritables feuille de menthe ou de verveine, mais aussi pétales de rose ou de violette cristallisées...
Bonbons traditionnels au prix de 4,50 € les 100g
Le bonbon au palais
19 rue Monge 75005 Paris 01 78 56 15 72
www.bonbonsaupalais.fr
sabato 25 giugno 2011
Tacchi alti per essere torrida...
I tacchi alti sono sexy in tutti i sensi..
I tacchi alti slanciano la silhouette, danno dei centimetri in altezza(benvenuti per le piccoline!)e sono eleganti.
Di piu', secondo la dottoressa in urologia Maria Cerruto, dell'Università di Verona, allenano e tonificano i muscoli pelvici, proprio quelli che servono per arrivare all'orgasmo..
La scarpa alta, quindi, farebbe rilassare i muscoli, aumentando la loro forza e, quindi, la capacità di contrarsi durante i rapporti.
E se i muscoli pelvici sono allenati e elastici, aumenta l'eccitazione sessuale, e il piacere si fa più intenso.
Indossando quelle belle scarpe a tacco alto ci si puo' fare piacere veramente in tutti i sensi !
«Come molte donne - dice la Cerruto - anche io amo i tacchi alti e, sebbene siano spesso scomodi, continuo ad indossarli per apparire più magra e più alta.
Ecco perché è un bene sapere che hanno anche dei possibili effetti positivi per la nostra salute sessuale».
Anche uno studio pubblicato sulla rivista della Royal Society, "Biology Letters", assolve gli stiletto: secondo la ricercatrice Anna Ahn dell'Harvey Mudd College di Claremont, in California, i tacchi alti allenano le gambe attivando in modo uniforme, molto più delle scarpe rasoterra, sia i muscoli interni che quelli esterni del polpaccio.
sabato 11 giugno 2011
Il pizzo di Cantù patrimonio dell' Unesco?
Per cominciare una piccola biografia del pizzo di Cantù :
L'arte del merletto approdò a Cantù intorno al secolo XVII, quando le monache di Santa Maria,o di Sant'Ambrogio, insegnarono alle converse come si utilizzavano i fuselli del tombolo.
Le donne cominciarono così a produrre pizzi da scambiare con generi di prima necessità, come aghi, tessuti, alimenti, forniti da avidi affaristi che rivendevano le belle manifatture con un consistente ritorno economico.
Si racconta che nei primi anni dell'800 oltre 700 donne fossero stabilmente impiegate in questa produzione, tant'è che le bambine venivano mandate a scuola di tombolo.
Il pizzo canturino conobbe il periodo di splendore verso la metà dell'800 con l'avvento della moda dei veli, degli scialli e di altri particolari di abbigliamento.
Per le donne la realizzazione dei pizzi rappresentava una valida alternativa al duro lavoro delle campagne e assicurava buone entrate al bilancio familiare.
Alle scuole, seguirono poi le prime mostre che permisero al merletto canturino di farsi conoscere in campo internazionale fino oltre oceano.
Il periodo buio di questa produzione iniziò verso la metà del '900.
Negli ultimi anni il pizzo canturino sta conoscendo un periodo di fama.
Per questo sono ripresi i corsi nelle scuole e l'organizzazione di manifestazioni a carattere internazionale, come la "Biennale del Merletto di Cantù".
La manifestazione è nata grazie alla collaborazione della Pro Cantù, dell'Istituto d'Arte, del costituendo Museo delle Arti Industriali.
Il rilancio di questo artigianato d'arte ha come effetto che il pizzo di Cantù, e di Novedrate, nel 2012 , sarà candidato a diventare patrimonio intangibile dell'Unesco.
E' questa la proposta emersa dal convegno internazionale che si è svolto all'Università telematica E-Campus di via Isimbardi al quale hanno preso parte diversi esperti, italiani e stranieri, intervenuti per sottolineare l'importanza di far diventare patrimonio dell'umanità non solo beni materiali, ma anche quelli più strettamente legati alla cultura, alle identità locali e alle comunità.
In particolare la convenzione internazionale adottata in seno all'organizzazione delle Nazioni Unite si propone di «salvaguardare il patrimonio immateriale delle comunità, dei gruppi e degli individui: un capitale particolarmente vulnerabile del processo identitario culturale nazionale in cui rientrano le tradizioni orali e popolari, l'arte dello spettacolo, le musiche, le feste, i rituali, l'artigianato, le pratiche sociali e tradizionali».
Esempi italiani di questo patrimonio intangibile sono l'Opera dei Pupi Siciliani, considerata arte teatrale unica nel panorama europeo, il Canto a tenore dei pastori del centro della Sardegna in Barbagia, giudicato straordinario esempio di polifonia mediterranea e, per rimanere in tema, anche la rinomata dieta mediterranea.
E adesso in questo prezioso elenco ci potrebbe rientrare anche il pizzo: «I comuni di Novedrate e di Cantù si faranno promotori della candidatura per il nostro merletto - conferma il vicesindaco Serafino Grassi, intervenuto al convegno in veste di relatore proprio dei prodotti realizzati a mano sul tombolo -, perché siamo convinti che il pizzo rappresenti per il nostro territorio un esempio di quell'espressione del saper fare, tipico della nostra zona, che ha saputo trasformarsi non solo in un'alta espressione di artigianalità, ma anche, sotto certi aspetti, diventare una forma d'arte».
L'iter procedurale da seguire sarà messo a punto in un secondo momento, anche perché andranno coinvolti altri enti quali le associazioni per la promozione del merletto di Cantù e di Novedrate e quelli istituzionali, come il Museo della Seta di Como che ha già preparato una relazione approfondita sulle ragioni per le quali il pizzo dovrebbe ottenere il riconoscimento dall'Unesco.
* Nella lavorazioni del Pizzo di Cantù ci sono differenti punti.
I più importanti sono: il Punto Bisetta, il Punto 4 Paia, il Punto Mimosa, il Punto Venezia, il Punto Rosalin ed il Figurativo.
domenica 5 giugno 2011
Le star illustrate senza censura
Un libro di illustrazioni d'autore rende omaggio il mondo dello star system, raccontando i suoi personaggi senza censura tra vizi e virtù..
Stilisti, icone della moda, modelle o semplicemente celebrità di ieri e di oggi riunite in una raccolta dissacrante e dissacratoria.
Si chiama Illustration Now! Portraits, il nuovissimo libro edito da Taschen, che raccoglie le geniali illustrazioni di 80 famosi ritrattisti di tutto il globo, per raccontare le star viste attraverso la mutazione dei loro peggiori tratti fisici o semplicemente caratteriali.
sabato 4 giugno 2011
Belle curve sulla cover di Vogue giugno
Tre modelle over size e con curve sexy campeggiano sulla copertina di Vogue Italia di giugno, in edicola da oggi.
Il mensile, punto di riferimento per la moda e le tendenze, dedica per la prima volta la sua cover alle donne dalle curve morbide, qui immortalate a tavola, in sexy lingerie, dall'obbiettivo di Steven Meisel.
La scelta, che si puo' definire rivoluzionaria, si inserisce in un percorso, da tempo intrapreso dalla testata e più volte dichiarato, teso ad avvicinare il mondo della moda a tutte le donne vere, quelle che vivono le proprie rotondità senza complessi e in tutta naturalezza.
Nello stesso percorso rientra l'apertura del canale Curvy su Vogue.it, avvenuta contestualmente al lancio del sito poco più di un anno fa, e la recente raccolta firme promossa sul suo blog dalla direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani contro i siti "pro-anorexia", quelli che promuovono l'anoressia come modello di bellezza a cui ispirarsi.
"La donna curvy torna in tutta la sua bellezza.
L'esuberanza di un corpo con forme accentuate è molto più sexy e accattivante", ha commentato Franca Sozzani.
mercoledì 1 giugno 2011
Eva Mendes "fitness style"
Da oggi l’attrice americana mostra il suo côté più sportivo e dimostra che si può essere sexy anche in fitness style.
La star, infatti, è diventata testimonial della linea EasyTone di Reebok, che dopo le sneakers (già presentate da una smagliante Helena Christensen) ha creato una linea di capi sportivi e per l’allenamento totalmente innovativa.
Top, capri pants, maglie, shorts e pantaloni realizzati in un materiale flessibile e resistente a ogni movimento, che si adattano magicamente alle curve naturali del corpo femminile, per un fitting confortevole e di tendenza.
La collezione primavera estate punta tutto su 2 colori must: il nero e l’indian magenta, ovvero un rosa scuro intenso e vibrante, perfetto per dare un tocco glam alle massacranti ore di esercizi.
E se la palestra proprio non fanno al caso tuo, puoi sempre seguire il consiglio di Eva Mendes che per tenersi in forma svela il suo segreto: «Durante le lunghe giornate passate tra set e viaggi non è sempre possibile fare esercizio fisico, spesso ho i minuti contati.
martedì 31 maggio 2011
Colori golosi con Ladurée e Pierre Hermé
lunedì 30 maggio 2011
Un article sur DSK
Un article original de : Thierry Meyssan, Voltairenet
Un article riche en informations et pas du tout complaisant sur ce personnage..
La nomination triomphale de Dominique Strauss-Kahn à la direction générale du Fonds monétaire international (FMI), le 28 septembre 2007, a donné lieu à deux messages contradictoires. D’un côté la presse occidentale exalte la capacité du bloc atlantiste à imposer son candidat face à celui de la Russie, Josef Tosovsky ; d’autre part, elle affirme que la principale mission de M. Strauss-Kahn sera d’associer plus largement les pays du Sud aux décisions, c’est-à-dire de mettre fin à la domination du bloc atlantiste.
Avec chauvinisme, la presse française se félicite que des Français se trouvent aujourd’hui à la tête de quatre grandes organisations internationales.
En effet, outre Dominique Strauss-Kahn au FMI, Pascal Lamy dirige l’Organisation mondiale du Commerce (OMC), Jean Lemierre préside la Banque européenne de reconstruction et de développement (BERD), et Jean-Claude Trichet la Banque centrale européenne (BCE). Mais doit-on mettre ces quatre institutions sur le même plan ?
Et surtout, doit-on se réjouir d’une situation qui, loin de manifester la place de la France dans le monde, illustre l’intégration des élites françaises dans la mondialisation, c’est-à-dire leur acharnement à détruire leur pays, en tant qu’État-nation, un cadre politique qu’ils jugent dépassé ?
Le dernier exploit en date laisse songeur : le FMI est une des organisations internationales la plus critiquée dans le monde. Il a abondamment financé l’installation de dictatures dans les pays du Sud, notamment en Argentine, au Brésil, en Indonésie, au Nigéria, aux Philippines, en Thaïlande etc…
En outre, ses exigences soudaines de remboursement immédiat de prêts ont contraints des États à sacrifier leur avenir en dévaluant et en fermant écoles et hôpitaux. Ses adversaires l’accusent donc d’avoir provoqué, par l’oppression et la famine, des centaines de millions de morts en un demi-siècle, c’est-à-dire bien plus que les agressions militaires des États-Unis durant la même période.
De son côté, le FMI considère au contraire que ses politiques « d’ajustement structurel » loin d’avoir provoqué ces catastrophes y ont mis fin. Des « Prix Nobel » d’économie aussi divers que le néo-keynésien Joseph Stiglitz ou le libertarien Milton Friedman ont accusé le FMI d’être le grand organisateur des déséquilibres Nord-Sud. En effet, l’action principale du FMI aura été de financiariser l’économie mondiale, permettant ainsi aux spéculateurs du Nord de s’enrichir en exploitant le travail, plus encore que les ressources, des pays du Sud. S’il n’était la vénération que la société de consommation voue à ses banquiers, il y a longtemps que le FMI aurait été déclaré organisation criminelle. Pourtant, c’est bien cette institution que le socialiste Dominique Strauss-Kahn a ambitionné de diriger, et c’est bien M. Strauss-Kahn qui a obtenu le soutien appuyé des grands argentiers de la planète, pressés de toutes parts par les multinationales les moins scrupuleuses.
Si l’on laisse de côté l’intérêt personnel de Dominique Strauss-Kahn, qui devient ainsi le haut-fonctionnaire le mieux payé de Washington avec un salaire annuel de base de 461 510 dollars net d’impôts, l’on doit se poser la question de ses objectifs politiques. Pour y répondre, jettons un coup d’œil sur sa biographie et découvrons-y ce que la presse mainstream cache depuis des années : ses liens avec les principaux dirigeants de l’administration états-unienne.
Issu d’une famille aisée de gauche, « DSK » a été élevé au Maroc, puis à Monaco.
Il reçoit une éducation juive —plus séfarade qu’ashkénaze—, à laquelle il accorde plus d’importance au plan culturel que religieux. Il est diplômé de Sciences-Po Paris, ancien élève d’HEC, licencié en droit et agrégé de sciences économiques. Il se destine à être avocat d’affaires.
Il entre en 1976 au Parti socialiste où il milite au Cères, le courant social-étatiste animé par Jean-Pierre Chevènement.
Il ne tarde pas à s’en séparer pour se rapprocher de Lionel Jospin et Jean-Christophe Cambadélis, les deux meilleurs élèves français d’Irving Brown, l’agent de liaison de la CIA avec la gauche ouest-européenne [1]. Jospin et Cambadelis sont issus d’un petit parti trotskiste (les « Lambertistes ») traditionnellement lié à la CIA. Avec une centaine de camarades, ils ont infiltré le PS et ont réussi à prendre les rênes.
Il entre en 1986 à l’Assemblée nationale à la faveur du scrutin proportionnel alors brièvement mis en place. Il choisit de s’implanter, en 1988, dans une circonscription du Val-d’Oise, à Sarcelles, qui abrite une forte communauté juive. Il s’y fait élire en faisant jouer le réflexe identitaire. Il devient président de la Commission des finances de l’Assemblée, puis, en 1991, ministre délégué à l’Industrie et au Commerce extérieur auprès du ministre de l’Économie Pierre Bérégovoy. Tout oppose les deux hommes : « DSK » est un brillant dilettante vivant au milieu des grandes fortunes comme un poisson dans l’eau, tandis que « Béré » est un pénible tâcheron partagé entre ses idéaux ouvriers et son besoin de reconnaissance personnelle par le monde de la finance. « DSK » s’amuse de se dire socialiste tout en faisant le contraire, tandis que « Béré » a des états d’âme.
Alors qu’il est ministre délégué à l’Industrie, il a connaissance des problèmes rencontrés par son ami Jean Peyrelevade à la tête du Crédit Lyonnais.
Il intervient personnellement pour favoriser diverses opérations hasardeuses réalisées en faveur de son ami Franck Ullman-Hamon.
Cet homme d’affaires est connu pour avoir par ailleurs réalisé diverses interventions en Amérique latine pour le compte d’Israël et pour être actionnaire-fondateur du magazine Marianne de Jean-François Kahn.
Les montages de M. Ullman-Hamon avec les filiales du Crédit lyonnais coûteront plusieurs dizaines de millions de francs au contribuable français.
À la même époque, Dominique Strauss-Kahn épouse à la synagogue —en troisièmes noces— une star d’une rare beauté, Anne Sinclair, la journaliste préférée des Français.
Le couple choisit de tenir la presse à l’écart de la cérémonie, mais de donner de l’éclat à la fête au sein de la communauté juive, où ils s’affirment comme des personnalités brillantes. Leurs deux témoins de mariage sont le professeur de philosophie Élisabeth Badinter (héritière du Groupe Publicis et épouse du Garde des Sceaux Robert Badinter) et la journaliste Rachel Assouline (épouse du patron de presse Jean-François Kahn).
En 1987, il se démarque de François Mitterrand, il conduit une délégation du Parti socialiste en Israël et se rend à la mairie de Jérusalem qu’il considère comme capitale de l’État hébreu.
En 1991, il participe à un voyage de solidarité en Israël, organisé par le Conseil représentatif des institutions juives de France (CRIF) en pleine Guerre du Golfe.
En 1994, usant de sa qualité d’ancien ministre de l’Industrie, il créé le Cercle de l’Industrie auquel il parvient à faire adhérer en six mois 48 des 50 plus grands patrons français.
La moitié d’entre eux au moins payent une cotisation annuelle de 200 000 F pour que leurs intérêts soient défendus à Bruxelles. Il laisse la présidence de cette association patronale à Raymond Lévy (ex-Pdg de Renault) et en assure la vice-présidence.
Incidemment, le même Raymond Lévy sera nommé à la tête du Consortium de réalisation, chargé de liquider les placements pourris du Crédit Lyonnais et, au passage, d’étouffer les affaires Ullman-Hamon.
Simultanément, DSK devient consultant auprès des mêmes patrons ou avocat d’affaires et établi son bureau dans les locaux du Cercle.
La Cogema, la Sofres et EDF, entre autres, lui versent des émoluments exorbitants pour quelques conseils ou un mot transmis à un grand de ce monde.
Cette activité peu contraignante lui assure des revenus de plus de 2 000 000 F par an [2].
Par la suite, il donne des cours à l’université, à Stanford et Casablanca, sans compter des conférences ici et là, toujours royalement payées.
Précisément, aux États-Unis Stanford est le bastion des Républicains. C’est là qu’ils ont leur propre centre de recherches, la Hoover Institution [3].
À l’époque, le prévôt de Stanford —c’est-à-dire la personne qui négocie l’engagement de Dominique Strauss-Kahn— n’est autre que Condoleezza Rice[4].
Sur place, Dominique Strauss-Kahn fait la connaissance de George P. Schultz et des universitaires qui formeront le vivier de l’administration Bush.
En 1995, il rédige la partie économique du programme électoral de Lionel Jospin, candidat à la présidence de la République, Propositions pour la France.
Il défend alors le principe de la « taxe Tobin » sur les transactions en devises, dont il affirmera plus tard qu’elle est impraticable.
Député de Sarcelles, il en est aussi brièvement le maire, avant d’en confier les clefs à son fidèle François Pupponi.
Le temps de « jumeler la plus juive des communes françaises avec la plus française des communes d’Israël », Netanya.
De 1997 à 1999, il est ministre de l’Économie et des Finances.
Il pilote le passage à l’euro et la privatisation de France-Télécom.
Surtout, il fait entrer la France dans le processus de financiarisation de l’économie en multipliant les mesures démagogiques sectorielles.
L’adoption de la semaine de 35 heures diminue considérablement le nombre d’heures travaillées ; tandis que l’exonération de charges sociales sur les stock-options déplace les revenus des cadres du travail vers la finance.
Il résulte de cette politique que le début de décroissance de la production française est compensée, au plan statistique, par un développement des profits financiers.
Cependant, en fin de compte, le pouvoir d’achat des classes moyennes s’effrite sensiblement.
Dominique Strauss-Kahn fréquente les cercles les plus prestigieux du pouvoir.
Dès 1993, on le voit au Forum de Davos.
Anne Sinclair l’introduit au Siècle, l’association la plus mondaine de Paris.
Puis, Antoine et Simone Veil le font entrer au Club Vauban. En 2000, l’OTAN l’invite au Club de Bilderberg où il retrouve Pascal Lamy et Jean-Claude Trichet qui occupent avec lui aujourd’hui de prestigieux fauteuils dans les institutions internationales.
Dominique Strauss-Kahn est piégé par son perpétuel mélange des genres entre engagement politique et lobbying rémunéré.
Il fait l’objet d’une mise en examen dans une affaire concernant la principale mutuelle étudiante, la MNEF, puis dans une autre relative à la caisse noire de la compagnie pétrolière nationale Elf.
Les magistrats estimeront en définitive que ses activités étaient licites, à défaut d’être morales.
Cependant les instructions pénales et une commission d’enquête parlementaire mettront en évidence ses méthodes peu orthodoxes.
Lionel Jospin, lorsqu’il était ministre de l’Éducation, avait modifié par décret le taux des remboursements effectués à la MNEF par la Sécurité sociale, transformant la Mutuelle en véritable pompe à finances pour le compte du PS.
Puis, il avait étendu les activités de la MNEF dans les campus toujours pour détourner plus d’argent.
Dominique Strauss-Kahn lui-même recevait des émoluments considérables pour des prestations imaginaires.
Plus tard, il avait fait prendre en charge le salaire de sa secrétaire au Cercle de l’Industrie (ou à son cabinet, il n’est guère possible de différencier) par le groupe Elf.
Derrière des manières policées, un goût prononcé pour la bonne chère et les belles femmes, Dominique Strauss-Kahn est un tueur : lorsqu’apparaît, à titre posthume, l’enregistrement vidéo du promoteur immobilier Jean-Claude Méry mettant en cause Jacques Chirac, on ne tarde pas à découvrir qu’il est un des organisateurs de ce mauvais coup.
Ses démêlées avec la Justice l’écarteront un temps de la scène politique.
Pendant sa traversée du désert, son épouse, Anne Sinclair, fera preuve de sang-froid et de dignité, plaidant auprès du public en sa faveur par sa seule attitude.
Opérant son grand retour, en 2001, après avoir bénéficié de non-lieux, il prend en mains le développement de la Fondation Jean-Jaurès, le partenaire de la National Endowment for Democracy (NED) pour la gauche française[5].
La chose est d’autant plus aisée que, depuis Stanford, il connaît la nouvelle conseillère nationale de sécurité des États-Unis Condoleezza Rice, et que c’est la sœur adoptive[6] de celle-ci, Mardeleine Albright qui dirige le National Democratic Institute (NDI), organisme tampon de la NED chargé d’acheminer les subsides du département d’État US dans les caisses du Parti socialiste français.
En 2003, le German Marshall Fund of the United States, une des principales officines atlantistes, crée un Forum sur le commerce et la pauvreté.
DSK devient l’un des six administrateurs, rémunéré comme toujours[7].
Il y écrit, ou tout au moins signe, divers rapports en faveur du libre-échange absolu.
La même année, il contraint un expert du Parti socialiste, Pascal Boniface, à démissionner.
Ce spécialiste en relations internationales a eu le toupet de souligner que le soutien aveugle du parti à Israël est idéologiquement incohérent et électoralement contre-productif alors que le PS doit ambitionner de réunir derrière lui les six millions de Français de culture arabe.
En outre, Dominique Strauss-Kahn pilote la création du Cercle Léon Blum, au sein du PS, dont l’objectif est de veiller au soutien du parti au mouvement sioniste.
En 2004, il déclare lors d’une interview sur France-Inter : « Je considère que tout juif de la diaspora et de France doit apporter son aide à Israël.
C’est d’ailleurs la raison pour laquelle il est important que les juifs prennent des responsabilités politiques.
En somme, dans mes fonctions et dans ma vie de tous les jours, à travers l’ensemble de mes actions, j’essaie d’apporter ma modeste pierre à la construction d’Israël. »[8]
En 2005, il lance les clubs « À gauche en Europe » (AG2E) en faveur du « oui » au référendum d’approbation du projet de Traité constitutionnel européen.
Il travaille alors en lien avec le Policy Network (Grande-Bretagne) et la Fondation Friedrich-Ebert (Allemagne). Mais les Français votent « non ».
En 2007, alors que l’écrivain Claude Ribbe ouvre un débat sur les conséquences sociales actuelles de l’esclavage et de la colonisation, DSK participe activement à la création du Conseil représentatif des noirs de France (CRAN), une organisation qui bénéficie de conseils techniques de spécialistes israéliens et reproduit le modèle du Conseil représentatif des juifs de France (CRIF) [9]
À défaut de trouver un écho parmi les noirs de France, cette initiative sera une réussite médiatique, comme l’avait été quelques années plus tôt la création de SOS Racisme pour stopper la structuration des beurs.
Lorsque s’ouvre la compétition au Parti socialiste pour désigner le candidat à l’élection présidentielle de 2007, Dominique Strauss-Kahn apparaît à la fois comme le candidat le mieux placé face à son rival déclaré, l’ancien Premier ministre Laurent Fabius, et comme le candidat officiel des États-Unis pour la gauche française.
Ainsi, il donne un entretien à la revue néo-conservatrice Le Meilleur des mondes, dans lequel il brocarde la politique arabe de la France et plaide pour un rapprochement avec Washington et Tel-Aviv [10]
Tout semble réglé à l’avance.
Les cotisations d’adhésion au Parti socialiste ont été réduites à un montant négligeable de sorte que les quelques milliers de membres de parti lambertiste ont pu acquérir des cartes, juste pour participer au vote de désignation interne du candidat.
La manœuvre a été organisée par le lieutenant de DSK, Jean-Christophe Cambadelis, lui-même ancien dirigeant de ce parti et que nous avons déjà présenté à propos de ses relations avec la CIA.
Pourtant, contre toute attente, c’est un outsider, Ségolène Royal, qui est désigné. C’est qu’à Washington on a un autre projet : placer Nicolas Sarkozy à l’Élysée.
Pour cela, il convient d’installer face à lui un concurrent peu crédible.
En échange de son retrait silencieux, DSK sera largement récompensé par la direction générale du FMI.
Peu après son accession à la présidence de la République, Nicolas Sarkozy présente la candidature de DSK à Washington, et Condoleezza Rice lui apporte son soutien. Tout en participant à la création de l’European Council on Foreign Relations (E-CFR) [11] il sillonne le monde, officiellement pour convaincre les États du Sud de soutenir également sa candidature.
En réalité, leur vote importe peu, puisque les USA et l’Union européenne ont à eux seuls 48 % des voix. La campagne de DSK est payée par la France et organisée par l’agence de relations publiques TD International.
Ce que le cabinet de M. Strauss-Kahn minimisera en prétendant ne travailler qu’avec la correspondante française de l’agence. TD International « vendra » à la presse la légende d’un DSK désœuvré, téléphonant au Premier ministre luxembourgeois Jean-Claude Juncker lors d’un colloque à Yalta, lequel lui aurait suggéré d’ambitionner le FMI.
En réalité, Dominique Strauss-Kahn et Christine Ockrent participaient au Yalta European Seminar, moyennant un défraiement de 7 000 euros chacun indirectement versés par George Soros.
Ce colloque avait pour but de soutenir la « révolution orange » et l’arrimage de l’Ukraine à l’OTAN. Or, TD International est une officine de la CIA, notamment chargée de la construction de l’image publique de la « révolution orange ».
Elle est dirigée par William A. Green III, un célèbre agent qui n’était ni plus ni moins que le chef de poste du stay-behind en France et qui fut expulsé en 1995 pour des motifs d’une extrême gravité qui ne furent jamais dévoilés au public.
Hugo Chavez, le président de la République bolivarienne du Vénézuela, quant à lui, n’a pas été convaincu par le show de Dominique Strauss-Kahn.
Il a confirmé le retrait de son pays du FMI « avant qu’ils ne nous pillent » et invité tous les États du Sud qui le peuvent à faire de même.
[1] Selon les propos d’Irving Brown lui-même, rapportés dans Éminences grises, par Roger Faligot et Rémi Kauffer, Fayard 1992. Sur le réseau US, voir « Stay-behind : les réseaux d’ingérence américains », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 20 août 2001.
[2] « Dominique Strauss-Kahn, 1993-1997, profession – conseil », par Laurent Mauduit, Caroline Monnot et Martine Orange, Le Monde, 11 décembre 1999. « Influents dans le monde de l’entreprise », par Bérengère Mathieu de Heaulme, Le Figaro, 22 janvier 2002.
[3] « La Hoover Institution, archives réservées aux Républicains », Réseau Voltaire, 26 octobre 2004.
[4] « La fulgurante intégration de Condoleezza Rice », par Arthur Lepic et Paul Labarique, Réseau Voltaire, 8 février 2005.
[5] « La NED, nébuleuse de l’ingérence démocratique », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 22janvier 2004.
[6] Op. cit.
[7] « Le German Marshall Fund, un reliquat de la Guerre froide ? », Réseau Voltaire, 5 octobre 2004.
[8] Cité in Encyclopédie politique française, Tome 2, Facta éd., 2005.
[9] Les Nègres de la République, par Claude Ribbe, Jean-Paul Bertrand éd., 2007.
[10] « MM. Sarkozy et Strauss-Kahn affichent leurs allégeances », par Cédric Housez, Réseau Voltaire, 7 novembre 2006. Article plagié depuis. La position de Dominique Strauss-Kahn est partagée par le premier secrétaire du PS, François Hollande, voir « France : le Parti socialiste s’engage à éliminer les diplomates pro-arabes », Réseau Voltaire, 9 janvier 2006. Les propos imputés à M ; Hollande dans ce dernier article ont fait l’objet d’un démenti de l’intéressé, mais ont été maintenus sur le site internet du CRIF.
[11] « Création accélérée d’un Conseil européen des relations étrangères », Réseau Voltaire, 3 octobre 2007.
Article original : Thierry Meyssan, Voltairenet
Note de FQ :
Force est de constater que Strauss-Khan dispose d’ores et déjà d’un CV bien rempli. De trahisons (PS, peuple français,…) en scandales majeurs (MNEF, ELF, affaire Mery, Crédit Lyonnais), en passant par un soutien nauséabond au sionisme et l’implication dans plusieurs organisations occultes (Cercle Bilderberg, DAVOS, Le Siècle, Club Vauban).
Alors que la quantité de casseroles que traine l’intéressé devrait le tenir éloigné des fonctions même les plus subalternes, celui-ci se retrouve à la tête du FMI alors que le monde s’enfonce dans une crise dont l’intensité fera passer 1929 pour une promenade de santé.
Strauss-Kahn, à travers le FMI, va donc présider à la destruction de nombreuses nations (l’Islande devrait être lune des premières de la liste).
Le scénario est bien connu, les banques mènent la nation à la faillite, le FMI arrive à la rescousse sur son beau cheval blanc et la nation à genoux se retrouve obligée d’accepter des conditions inacceptables :
- destructions des écoles, des hôpitaux, des transports publics, …
– privatisation de l’industrie cédée à vil prix aux élites proches du pouvoir (oligarchie)
– esclavage idéologique, politique et militaire (le pays sous tutelle soutient les choix politiques de ceux qui tirent les ficelles du FMI)
– introduction des cultures OGM et annulation des règles environnementales
- accueil des industries chimiques, pharmaceutiques, pétrolières…
– pillage des matières premières et du patrimoine national
– destruction du lien social et des fondements démocratiques
– …
Strauss-Khan est donc en train de revêtir le costume de fossoyeur en chef et s’apprête à mener des centaines de millions d’individus vers la misère et la souffrance.
Comme si toutes ces informations ne suffisaient pas à déclencher d’irépressibles nausées chez tout individu ayant préservé un minimum de conscience, nous apprenons en ce début octobre qu’en plus des affaires, des trahisons, de son idéologie xénophobe et de son fricotage avec diverses organisations occultes, Strauss-Khan a trompé sa femme (Anne Sinclair) avec une collègue de travail mariée (Piroska Nagy, une ancienne haute responsable d’origine hongroise du département Afrique du FMI).
Pour faire les choses jusqu’au bout Strauss-Khan aurait en outre favorisé l’ascension de sa maîtresse pendant qu’ils étaient ensemble mais après la fin de leur adultère (découvert par le mari de la maîtresse) il l’aurait pénalisée pour se venger.
Trahison, illégalité, adultère, favoritisme, manipulations, mensonges, voilà donc un parcours remarquable qui en dit suffisamment sur l’intéressé dont la conscience, les remords ou l’intégrité ne semblent guère constituer une entrave aux pratiques les plus repoussantes.
Il est également piquant de constater que la maitresse de Strauss-Kahn, la hongroise Piroska Nagy partage avec Nicolas Sarkozy de Nagy-Brocsa le même pays d’origine : la Hongrie, lieu d’implantation du peuple Khazar au cours du Moyen-Âge, ainsi que le même patronyme.
Le plus triste dans cette histoire est que cette affaire de népotisme soit révélée alors que les frictions pour le poste de président du FMI augmentent et que ce dernier s’apprête à jouer un rôle majeur dans la crise actuelle.
Qui bénéficie de cette affaire sachant qu’un soudain élan de transparence de la part du FMI semble improbable.
S’agit-il d’une peau de banane lancée par un autre concurrent au poste de dirigeant du FMI?
D’une maneuvre pour s’assurer de l’infini servilité du candidat?
D’une tactique visant à discréditer Strauss-Kahn dans la perspective d’une future course à l’Elysée?
Il est en tout cas fort regrettable que Strauss-Kahn n’ait toujours pas été mis hors d’état de nuire alors que, depuis des années, l’intéressé a démontré des comportements bien plus nocifs que le népotisme.
lunedì 23 maggio 2011
Belle et admirable Anne Sinclair !
Sans commentaire ( il y en a tellement en ce moment!) je copie ici une bio de Anne Sinclair d'après le site Wikipedia
Née Anne-Élise Schwartz, elle est la fille de Joseph-Robert Schwartz (devenu Sinclair en 1949[1]), homme d'affaires et chevalier de l'ordre de la Légion d'honneur, et de Micheline Nanette Rosenberg représentée sur une toile de Picasso et petite-fille du grand marchand d'art, parisien puis new-yorkais, Paul Rosenberg, dont elle est l'une des héritières (elle possède une partie de sa collection de tableaux d'une valeur de plusieurs millions d'euros.
Divorcée du journaliste Ivan Levaï, avec qui elle a deux enfants, David et Elie, elle épouse à Paris (mairie du 16e arrondissement) le 24 novembre 1991 l'homme politique Dominique Strauss-Kahn.
Carrière
Licenciée en droit, diplômée de l'Institut d'études politiques de Paris (filière Politique et Social, 1972), elle commence sa carrière de journaliste à Europe 1 en 1973.
En 1983, elle est engagée par TF1 pour présenter l'émission Édition spéciale. Mais c'est avec Sept sur sept, de 1984 à 1997 (en alternance la troisième année avec Jean Lanzi), et Questions à domicile qu'elle devient une vedette du petit écran. Elle obtient avec Sept sur sept deux Sept d'or, en 1985 et 1990.
Après la privatisation de TF1, elle est nommée directrice adjointe de l'information sur TF1, en plus de l'animation de ses émissions, puis directrice générale de TF1 Entreprise.
En 1997, après la nomination de son mari au ministère de l'Économie, des Finances et de l'Industrie, elle décide d'arrêter de présenter des émissions politiques et devient directrice générale de e-TF1, la filiale internet du groupe, puis vice-présidente.
Elle quitte le groupe TF1 en 2001 à la suite de désaccords avec Patrick Le Lay, le PDG de la chaîne. Elle rejoint le groupe Netgem, puis RTL en 2002 et collabore au magazine Paris Match.
Elle anime de 2003 à 2007 sur France Inter Libre Cours, émission où des étudiants rencontrent des professionnels.
Elle participe en 2008 à l'émission Le Grand Journal sur Canal + en tant que correspondante aux États-Unis en vue de l'élection présidentielle américaine de 2008, en alternance avec Laurence Haïm.
En novembre 2010, elle intègre le conseil d'administration du musée national Pablo Picasso.
Bibliographie
Une année particulière (1982)
Deux ou trois choses que je sais d'eux (1997)
Caméra subjective (2002)
Lien externe
Deux ou trois choses vues d'Amérique,
blog d'Anne Sinclair
sabato 14 maggio 2011
L'orribile cappello della figlia della Ferguson..
La duchessa Sarah Ferguson durante la sua apparizione all’Oprah Winfrey Show ha svelato che la figlia, la principessa Beatrice, ha messo all’asta su eBay per l’Unicef il cappello che ha indossato alle nozze del cugino William.
Sarah Ferguson assicura, a chi vuole crederla,che il ricavato della vendita andrà a favore dell’Unicef.
Treacy, la stilista che ha creato l'orribile copricapo ha dichiarato che il costo è di 2400 euro.
venerdì 13 maggio 2011
L'Air de Nina Ricci, la feminité absolue !
J'ai craqué pour l'Air de Nina Ricci, un floral lumineux..
L’Air est le parfum de la nouvelle génération, inspiré par l’emblématique L’Air du Temps.
Il est le parfum idéal pour les premiers rayons de soleil, mais surtout le parfum de la féminité absolue et moderne, un parfum lumineux aux multiples facettes, à la personnalité unique et au sillage envoûtant.
La fragrance s’ouvre avec des notes légère et cristalline de freesia et de chèvrefeuille.
Le coeur se construit autour de notes flamboyante et féminine de magnolia, d’absolue de rose et de jasmin sambac.
Les notes de fond sont sensuelle et boisée avec le bois de rose et le patchouli.
Le flacon pur et contemporain est magnifié par les nuances douces et féminines de rose poudré et de blanc.
Le capot signe le flacon de L’Air : une sculpture de colombes transparentes et minimalistes, fortes en symbolisme.
L'ecrin : l’artiste française Virginie Barré a conçu l’étui comme une affiche de cinéma.
Luxueux et feminin, le fond rose poudré est agrémenté de découpes blanches.
Ce parfum sera disponible en Eau de Parfum Vaporisateur 30 ml, 50 ml et 100 ml, en Gel Douche 200 ml, et en Lait pour le Corps 200 ml.
Famille Olfactive : Floral – Lumineux
Notes de Tête : Freesia, Chèvrefeuille.
Notes de Cœur : Magnolia, Absolue de Rose, Jasmin Sambac.
Notes de fond : Bois de Rose, Patchouli.
martedì 10 maggio 2011
Il Mamma Bag di Gucci : glam, pratica e .. una buona azione
Anche quest’anno Gucci rinnova il suo impegno a favore dell’Unicef e per la festa della mamma lancia la Mamma bag: una borsa in edizione limitata disponibile esclusivamente sul sito www.gucci.com e i cui proventi saranno devoluti a favore dei programmi Unicef per la lotta contro l’Aids.
Disegnata dal direttore creativo Frida Giannini, è l’accessorio ideale per mamme e donne in movimento.
In vendita fino al 15 giugno 2011 al costo di 790 euro la borsa è stata ideata per sostenere la distribuzione dei kit per il test dell’Hiv per donne incinte ed è parte del programma che mira a eliminare le nuove infezioni da Hiv nei neonati.
In tela bianca, dettagli in pelle e manici realizzati con l’inconfondibile nastro Gucci nei colori della maison, ricca di tasche, zip e scompartimenti, la Mamma bag è il giusto compromesso tra moda e praticità, glam e quotidianità.
venerdì 6 maggio 2011
Incroci haute couture P/E 2011
Foto: dall'alto in basso
Pucci
Chloé
Hermès
Ferré
Tendenza Primavera/Estate 2011 : stringhe che sottolineano le scollature, fasce che ridisegnano la silhouette.
Superbi abiti che disegnano il corpo: dal monospalla firmato Chloé, all’intrecciato sexy di Emilio Pucci, passando per i listini ispirazione equestre di Hermès, sulle passerelle delle sfilate lo stile incrocia la sensualità.
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