lunedì 23 agosto 2010

Momenti al parco nella capitale francese





Parigi è la capitale più verde d’Europa, grazie a più di 400 tra parchi e giardini sparsi in ogni parte della città.
Se per praticare jogging o passeggiare uno può valere l’altro, per attività sportive e ludiche, anche in piena estate, bisogna saper scegliere a seconda delle proprie esigenze.

A Sud di Parigi il Parc Montsouris (14° arrondissement) o il centralissimo Jardin du Luxembourg (6° arrondissement), ad esempio, propongono per i più piccoli delle piacevoli passeggiate a dorso di pony e aree-gioco recentemente rinnovate.
Ma è ad ovest della capitale che si trova il Bois de Boulogne, il più grande parco cittadino, una vera oasi di pace.
Con i suoi 14 chilometri di pista ciclabile, i 28 chilometri di pista per cavalcare, i laghi e i numerosi canali è uno degli spazi verdi più importanti dell’intera regione parigina.

A sud-est, invece, il Bois de Vincennes è perfetto per una passeggiata romantica sul lago, ma anche per una battuta di pesca o per una semplice cavalcata. I più sportivi non avranno che l’imbarazzo della scelta tra tennis, football, rugby e lunghe escursioni.
Ma la cosa interessante ed ecologica, è che sia il Bois de Boulogne che quello de Vincennes sono raggiungibili in bici dal centro della città.
Per gli amanti delle 2 ruote va inoltre segnalato un percorso interessante che parte dal Canale Saint Martin prosegue sul canale dell’Ourcq per concludersi a Sèvran 16 chilometri a nord di Parigi facendo scoprire l’archeologia industriale della città.
Per chi invece voglia pedalare immerso nel verde il percorso da scegliere è quello che permette di raggiungere il Parco di Sceaux (12 chilometri in direzione Sud).

Infine, per gli appassionati di sport acquatici esistono basi nautiche intorno alla città, luoghi che possiedono le infrastrutture necessarie per questo tipo di attività: specchi d’acqua, spiagge artificiali, terreni di gioco, aree per picnic e tutte le attrezzature del caso.
Come quella di Cergy-Pontoise (40 km nord-ovest) dove, grazie ad un bacino di 90 ettari, è possibile praticare windsurf, barca a vela, pedalò o, più semplicemente una bella nuotata.

Oppure le basi nautiche di Creteuil (a sud-est) e di Saint-Quentin-en-Yveline (a sud-ovest) che propongono noleggio di catamarani e sci-nautico.
Invece, chi non può o non vuole allontanarsi troppo dal centro di Parigi può restare nel 19°arrondissement, nel bassin de la Villette (a Nord di Parigi) dove è possibile praticare canottaggio tutto l’anno o a Bry-sur-Marne per corsi di canoa di tutti i livelli.

L'arte urbana a Belleville



Belleville è un quartiere meticciato e multietnico dove il grande fermento sociale crea un terreno fertile per la nascita di locali sui generis, gallerie d'arte, atelier, luoghi di ritrovo e socialità che garantiscono tante opportunità di confronto tra i suoi abitanti.

In questo ex quartiere operaio diventato tempio della nuova bohème,(e dei nuovi "bobo" parigini) anche l'arte di strada ha trovato il suo posto e ha conquistato tanto i muri degli edifici, quanto le miriadi di altri supporti metropolitani come pali della luce, targhe delle vie, cestini in metallo, contatori elettrici ed insegne della metro.

Molti sono gli artisti della capitale che hanno scelto Belleville come luogo per i propri interventi estetici.
Tra questi, i più costanti sono senz'altro Mesnager, Mosko e Nemo.

Accanto a nomi forse più noti nel panorama dell'arte urbana parigina come Blek, Miss.tic, Speedy Graphito e Space Inveders, questi artisti hanno espressamente eletto il XX° arrondissement come teatro delle loro performance estetiche.

Mesnager è forse uno dei più vecchi artisti di strada della capitale e le sue silhouette bianche sono immediatamente riconoscibili: Mesnager traccia con un gesto rapido queste esili figurine che, nonostante l'approssimazione del tratto, sprigionano un dinamismo e un'espressività davvero rimarchevole. Ultimamente si è dedicato più di frequente alla pittura, trasferendo le medesime silhouette sul più nobile supporto della tela ed esponendo nelle gallerie di prestigio di rue Matignon.

Mosko è invece tipografo di mestiere e pittore autodidatta.
Il suo universo figurativo è popolato di animali esotici eseguiti attraverso la tecnica dello stencil. Le gabbie dello zoo immaginario di Mosko si aprono per fare uscire tigri, pantere, gazzelle, elefanti e giraffe che si aggirano indisturbate per le strade del quartiere. Un intervento che, a detta dello stesso Mosko, muove dalla volontà di inserire dei colori sgargianti nel grigio monocromo che appiattisce i quartieri delle nostre città.

Anche Nemo è legato alla tecnica dello stencil ma, al contrario alle figure multi - color tracciate da Mosko, riproduce silhouette completamente nere.
I suoi personaggi sono delle ombre scure, rivitalizzate però da variopinti attributi come ombrelli, aquiloni o valigette.
Sono immagini che se da un lato ricordano la bizzarria del circo, dall'altro ci riportano a quell'atmosfera carica di mistero caratteristica della pittura surrealista.

Ai tre artisti è stata dedicata una mostra collettiva all'interno del Pavillon Carré de Baudouin, uno spazio espositivo di arte contemporanea situato in rue de Ménilmontant, nel cuore del XX° arrondissement.
La mostra è corredata da una mappa di Belleville, sui cui vengono segnalati i lavori di street art da scoprire nel quartiere.

Si tratta di una ventina di interventi effettuati a partire dai primi anni '80 e che hanno resistito alle campagne di "bonifica" intraprese dal Comune di Parigi.

Un percorso fuori dalle convenzionali rotte del turismo che ci porta alla scoperta di un quartiere tenacemente creativo. Se oggi Belleville continua a suscitare questo interesse spasmodico, rendendosi famoso ben oltre i confini nazionali, probabilmente lo deve anche all'instancabile lavoro di questi artisti.

L'intera mappa del percorso è consultabile all'indirizzo:
http://www.mairie20.paris.fr/mairie20/jsp/site/Portal.jsp?document_id=16938&portlet_id=2764

Charlotte Perriand, la donna che creo' il design




Attraversò tutto il secolo al quale appartenne, partecipando a definirne i nuovi canoni estetici.

La francese Charlotte Perriand, morta a 96 anni nel 1999, ha affermato il privilegio di essere donna, architetto e designer in un’epoca non incline a valorizzare le voci femminili.

Fino al 24 ottobre una grande antologica al Museum für Gestaltung di Zurigo raccoglie il suo prolifico genio creativo.

Al fianco di Le Corbusier e suo cugino Pierre Jeanneret per dieci anni, e poi da sola nel suo studio fondato nel 1937, ha progettato fra i più famosi oggetti di arredo della storia del design, molti dei quali sono ancora in felice produzione in Italia da Cassina, nella collezione I Maestri.

La chaise longue a posizionamento continuo, il più celebre, è uno di questi, parte di una serie di mobili presentati nel 1929 al Salon d’Automne di Parigi. Reinterpretò la modernità dei tubolari d’acciaio sulle tracce delle tradizione del bambù, nel lavoro svolto durante la sua permanenza in Giappone, durante la Seconda Guerra mondiale dal ’40 al ’46. Ispirazioni orientali che segnano gran parte della sua vita progettuale.

La sedia Ombra (1954) sviluppata su un unico pezzo stampato di compensato piegato come un foglio di carta, ma anche alcuni dei suoi tavoli di anni più recenti, coniugano lo stile asciutto costruttivista con una più piena sensualità spirituale, derivante da una sua naturale inclinazione per l’arte, condivisa con Fernad Léger nel movimento Art Brut. A questo aspetto della sua attività, la mostra di Zurigo dedica un ampio spazio esponendo le opere di collage fotografici risalenti agli anni Trenta, che documentano il suo attivo interesse verso i più scottanti temi sociali.

Insieme alla ricostruzione di opere effimere realizzate con l’artista per esibizioni temporanee (il Padiglione dell’Agricoltura, 1937), oltre alla inedita documentazione fotografica dei luoghi dove visse.
Ebbe contatti con i più grandi architetti dell’epoca - Jean Prouvé, oltre ai già citati, e i costruttivisti russi - e si dedicò con successo alla realizzazione di famose stazioni sciistiche dell’Alta Savoia, lasciando anche lì la sua sensibilità per la creazione di un moderno stile di vita che migliorasse le condizioni umane degli uomini di tutte le classi sociali.
Un impegno cui ha tenuto fede per tutta la vita.

Charlotte Perriand − Designer, Photographer, Activist
Museum für Gestaltung Zürich
16 luglio - 24 ottobre 2010
A cura di: Andres Janser (direttore del Museo) con l’architetto Arthur Rüegg
Principali sponsor: Cassina e Ambasciata di Francia in Svizzera

In concomitanza, fino al 22 agosto:
Resonance. Charlotte Perriand and her traces in Brazil
Al Forum del Gewerbemuseum, Winterthur


Link correlati:
www.museum-gestaltung.ch
www.cassina.com

Ron Arad, un anglo israeliano a New York





Da Parigi alla Grande Mela.

Al MoMA, in gabbia, l’architettura e il design di Ron Arad

New York, in agosto, al cinema si proiettano i film più attesi dell’anno e nei musei si inaugurano eventi.
Per entrare al MoMA, la fila sulla 53esima Strada può arrivare fino alla 6th Avenue.

L’allestimento curato dallo studio Arad comprende la cosiddetta Cage sans Frontières, gabbia monumentale in Cor-Ten, acciaio inox e garza, che come un nastro di Mobiüs, occupa in maniera dinamica la Museum’s International Council gallery ospitando, tra le sue celle, 140 opere tra cui: disegni di progetto, modelli, e video.
Il piano dello show è il sesto. Molti dei visitatori si perdono tra le rampe che smistano ai vari livelli, cosicché, arrivati a destinazione, si ritrovano in mezzo a turisti europei. si parla francese e italiano. Qualcuno si siede sul grande divano rosso che accoglie gli “ospiti”. Il suo essere scultoreo preannuncia la mostra.

La galleria è immersa nell’oscurità: luci basse lambiscono grandi oggetti addossati a pareti scure.
I prototipi in ferro hanno un valore incalcolabile.
Al centro, più piccola del previsto, la gabbia che cattura cose e persone: la girandola infinita.
Il contenuto è un condensato di oltre 25 anni di attività disposti in ordine cronologico. La forma dell’8 rende più evidenti le figure ricorrenti, i rimandi, le autocitazioni.
È come un loop, che mette in scena la contemporaneità di un creativo borderline, in bilico tra ricerca e mercato, arte e design, edizione limitata e serialità, astrazione e praticità.

Forse, dell’indisciplinato designer, è questo che non è piaciuto alla Smith: il non schierarsi, il rifiuto di qualsiasi etichetta. Arad ha successo e non ostenta purezza. In America può destare sospetti.
Per il resto la mostra, che arriva da Parigi, è un saggio istruttivo di design contemporaneo, raccontato con tutti i mezzi di comunicazione che oggi un designer ha a disposizione.
Non desta scandalo né fa gridare al miracolo. Ricostruisce un pensiero, di qualità, che è anche un lavoro: ne mostra le possibilità e - perché no? - le opportunità.


RON ARAD:NO DISCIPLINE
The Museum of Modern Art
11 West 53 Street, New York
(212) 708 9400
info@moma.org

chiuso il martedì

in mostra fino al 19 ottobre

LINK CORRELATI:
www.ronarad.com

www.moma.org

venerdì 20 agosto 2010

"Graphic Design dal Giappone" a Venezia



In cento poster la grafica giapponese degli anni Duemila.

A Venezia le più recenti espressioni dell’arte nipponica del manifesto: a confronto opere realizzati nell’ultimo decennio da grandi maestri e artisti emergenti

28 agosto 2010 - 20 ottobre 2010


photo :Tanaka Ikko, Kastuo Ohno’s Buto Dance: flower, anno 2001

Dal 28 agosto al 20 ottobre, La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia presenterà, nella Galleria di Piazza San Marco, la mostra “Graphic Design dal Giappone. 100 poster 2001- 2010”, curata da Rossella Menegazzo.

Tra tradizione e modernità, eleganza della linea, armonia di segni e ricchezza di colori, l’esposizione presenterà le opere più significative realizzate negli ultimi dieci anni sia dai migliori esponenti della grafica giapponese, tra cui Kazumasa Nagai, Mitsuo Katsui (1931), Masayoshi Nakajō (1933), Shin Matsunaga (1940), Katsumi Asaba (1940), Kōichi Satō (1944), quanto dalle più recenti promesse, trentenni come Chie Morimoto, per un totale di cento manifesti, scelti tra migliaia di opere che ogni anno competono per aggiudicarsi i premi più prestigiosi: non a caso, i manifesti sono stati selezionati da un comitato formato da due maestri della grafica contemporanea, Kazumasa Nagai e Shin Matsunaga, in collaborazione con l’International Hokusai Research Centre,e sono rappresentative della produzione delle principali associazioni di graphic designer e art director di Tokyo come Art Directors’ Club (Adc), Japan GraficDesigners’ Association (Jagda), Type Directors Club (Tdc).

Sin dall’antichità il Giappone si è distinto nell’arte del manifesto, genere dal forte impatto comunicativo e decorativo, che ha da sempre affascinato l’Occidente non solo per la ricchezza cromatica e la raffinata sensibilità estetica, ma anche perché in esso sono riflessi il gusto e i costumi di una società. Persino l’ukiyoe, che aveva incantato artisti come Manet, Monet e Van Gogh, era ritenuto, tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, un mezzo per approfondire la conoscenza delle usanze giapponesi, tramite la forma artistica.
Non a caso, nei manifesti si fondono saperi antichi, che richiamano la tradizione calligrafica e la grafica giapponese, ma che si arricchiscono continuamente dei nuovi contenuti attinti dalla modernità, dai ritmi e dalle esigenze dei tempi attuali, come si osserverà dai manifesti in mostra.

La mostra assume un significato particolare se si considerano due aspetti: in primo luogo, il rapporto di collaborazione culturale che si è venuto a creare tra Italia e Giappone in questo campo da oltre trent’anni, in secondo luogo, il fatto che il 15 agosto ricorrono i sessantacinque anni dalla tragedia di Hiroshima (e di Nagasaki il 9 agosto), evento che viene commemorato a scadenza annuale dai maggiori graphic designer giapponesi: denominata “Hiroshima Appeals”e Gianni Quaranta, in qualità di art director (prodotto da El Ingenioso Hidalgo in associazione con Franco Nero).

Le ultime scene del film, ricco di riferimenti alla cultura giapponese, sono state ambientate all’Aquila, prima del terremoto, mentre il breve documentario che lo accompagna, dal titolo Tornando a L’Aquila (2010), è stato girato dopo il tragico evento negli stessi e luoghi con gli stessi attori., la campagna di sensibilizzazione per la pace si realizza attraverso la produzione di una serie di manifesti, alcuni dei quali saranno visibili in mostra, per non dimenticare le vittime delle due bombe atomiche.
Con lo stesso intento, nei giorni di apertura della mostra, alle 11 e alle 15.30, sarà proiettato Angelus Hiroshimae (2010), film ispirato al Libro degli Haiku di Jack Kerouac, scritto e diretto da Giancarlo Planta, con la colonna sonora di Ennio Morricone.

Collegamenti
In rete Fondazione Bevilacqua La Masa

martedì 10 agosto 2010

Les israéliens d' Alrov achetent le Lutetia



L'hôtel Lutetia à Paris a été racheté par le groupe israélien Alrov.

Tout un symbole : durant l'occupation, les nazis avait réquisitionné l'établissement qui avait ensuite accueilli les rescapés des camps à la fin de la guerre.

Le célèbre hôtel Lutetia à Paris a été vendu au groupe israélien Alrov, annonce le Groupe du Louvre dans un communiqué parvenu samedi, sans préciser le montant de la transaction.

En mai, des sources concordantes avaient indiqué que le groupe Alrov allait acheter le Lutetia pour 150 millions d'euros, avec l'objectif d'en faire le palace de la rive gauche, confirmant des informations du Figaro.

Le groupe Alrov avait alors annoncé avoir déjà versé 10 millions d'euros en vue de l'acquisition de l'hôtel, qui fête cette année son centenaire.

Le rachat du Lutetia par un groupe israélien est tout un symbole: cet hôtel avait été réquisitionné durant l'Occupation par les nazis puis avait accueilli les rescapés des camps à leur libération.

Louvre Hôtels, propriété du fonds américain Starwood Capital depuis 2005, est le deuxième groupe hôtelier en Europe derrière Accor. Starwood, dont la dette s'élève à 1,6 milliard d'euros, veut se désengager de l'hôtellerie de luxe pour ne garder que l'hôtellerie économique (Kyriad, Campanile, Première Classe).

Starwood souhaite ainsi se séparer du Crillon, de l'Hôtel du Louvre ainsi que du Concorde Lafayette à Paris, mais aussi du Martinez à Cannes ou encore du Palais de la Méditerranée à Nice.

Fondé en 1978, le groupe immobilier Alrov est notamment à la tête de deux hôtels de luxe à Jérusalem, The David Citadel et The Mamilla Hotel. Il a réalisé en 2009 un chiffre d'affaires de 185,6 millions d'euros, pour un résultat net de 94 millions d'euros.

Dans le club très fermé des palaces parisiens, le George V appartient déjà à un groupe étranger, le canadien Four Seasons, et le Bristol au groupe allemand Oetker.

De nouveaux entrants sont attendus par ailleurs d'ici la fin de l'année, notamment le Shangri-là, qui sera exploité par un groupe de Hong Kong et devrait drainer notamment une clientèle asiatique.

mercoledì 28 luglio 2010

Versatile e audace ..il divano Lava di Cor


Mi piace molto questo divano diverso e versatile, pensato per assecondare le voglie di sedersi o sdraiarsi.
Si chiama LAVA di COR, disegnato dallo studio VERTIJET.

Un bel colore che si accorda a un ambiente contemporaneo, una conformazione fluida e il tappeto imbottito suggeriscono usi sempre nuovi.

Un'appartamento trasparente nella vecchia Milano..un sogno bianco!






Un palazzo d’epoca nella zona di Porta Venezia, a Milano.
In contrasto con il contesto i proprietari desideravano una casa luminosa, moderna e trasparente.

Completamente svuotato all’interno, l’appartamento di 230 mq è stato ridisegnato al fine di favorire il più possibile la diffusione della luce naturale.

Il corridoio, in origine stretto e buio, è stato trasformato in un ampio passaggio lungo il quale sono disposti in sequenza i volumi architettonici che ospitano le stanze, i bagni e la cucina: scatole bianche alte 2.30 metri collegate al soffitto da un nastro di vetro che dalla porta d’ingresso in cristallo della cucina si muove lungo tutto l’appartamento.
Il progetto, realizzato dall’architetto Marta Marcucci, ha portato ad una organizzazione degli spazi più funzionale, adatta allo stile di vita di una famiglia composta da quattro persone.

Determinante nello svolgimento dei lavori è stata la presenza di un muro di spina centrale in mattoni, spesso 60 cm, che presenta una sequenza di ampie aperture rivolte verso il soggiorno, ora regolarizzate attraverso il consolidamento della struttura portante.
A separare l’area living dalla zona notte padronale è invece un volume più basso illuminato attraverso le vetrate orizzontali e utilizzato come cabina armadio.

Cristallo extrachiaro, resine e parquet in acero grigio.
Sono questi i materiali utilizzati che insieme ai toni chiari delle pareti (trattati sia a idropittura che a smalto) regalano agli ambienti un aspetto luminoso e allo stesso tempo evidenziano l’articolazione dei volumi presenti nell’abitazione. L'illuminazione artificiale, infine, è caratterizzata da un sistema di lampade ad incasso nella muratura che si ritrovano in quasi tutti gli ambienti e creano un'atmosfera suggestiva.

lunedì 26 luglio 2010

Flagship store Boffi a Barcellona



L’apertura del primo monomarca di proprietà dell’azienda italiana in Spagna, ideato dall’architetto e designer Piero Lissoni, rappresenta un passo avanti nel radicamento della presenza dell’azienda nel territorio spagnolo nonché una sfida per il marchio stesso.

Lo showroom, in via Ferran Agulló, in un quartiere della città noto per la presenza di alcuni degli studi di interior design più prestigiosi, vanta uno spazio di circa 400mq e propone una selezione delle recenti collezioni cucina e bagno.
L’ambiente, in stile industriale, è caratterizzato da soffitti alti e da una zona con lucernari che creano un particolare effetto chiaroscuro con i pavimenti e le pareti.

Info: Boffi Store

C/ Ferran Agulló, 12
08021 Barcelona, España

www.boffi.com

Apertura del Luxury Living Parigi


Apre al pubblico il Luxury Living Parigi!
Lo store, situato nel prestigioso 8° arrondissement nelle vicinanze degli Champs Élysées, vanta uno spazio di oltre 900 metri quadrati ed è articolato su tre diversi livelli.
Ambienti accoglienti all’interno di un elegante palazzo Haussmann e nove vetrine luminose a piano terra che si affacciano su Rue George V e Rue Marbeuf danno risalto alle linee di arredo, dai mobili alle luci, dagli accessori per la casa, ai decori e ai complementi di alto livello.
“Ho voluto ricreare l’atmosfera di una casa, per presentare l’universo di Fendi Casa e Kenzo Maison dedicando a ognuno uno spazio ampio e adeguato, che permetta ai clienti di sentirsi a proprio agio, come in una residenza di lusso”, ha dichiarato Alberto Vignatelli, l’ideatore e proprietario del marchio LL.
La nuova collezione Fendi Outdoor è situata all’interno di un display-giardino appositamente creato al piano inferiore.

Il pop oscuro degli Urts


Tra i tormentoni che segneranno la nostra estate in musica – da quello californiano di Katy Perry al più spudorato Alejandro firmato Lady Gaga – gli Hurts sono la manna dal cielo per tutte coloro che non vogliono fare del pop "formato vacanza" la loro colonna sonora.

Per chi ama le atmosfere buie non c’è niente di meglio che ascoltare il sound misterioso di Theo Hutchcraft e Adam Anderson, rispettivamente voce e chitarra/tastiere del duo made in UK che sta spopolando in madre patria.
Il loro fascino non è solo una questione di 7 note: l’eleganza vintage in bianco e nero, i capelli a tutto gel e lo sguardo tormentato conferiscono al gruppo un fascino particolare.

Il loro singolo, Better Than Love, romantico e doloroso, li ha catapultati negli iPod dove stazionano i Depeche Mode, Joey Divison e Spandau Ballet e i moderni Editors.

domenica 18 luglio 2010

Dita Von Teese interdite aux mineurs pour Perrier



Après s'être effeuillée sur le podium du défilé haute couture de Jean-Paul Gaultier, Dita Von Teese fait un clin d'oeil aux hommes amateur de Perrier.

La pin-up est l'égérie de la célèbre marque qui fait des bulles, et pour fêter ça le site perrierbydita vient d'être lancé.
Mise en garde : "Certaines scènes de ce site peuvent heurter la sensibilité des plus jeunes", nous prévient-on à l'entrée (il faut donc être majeur pour l'explorer). Naturellement la cible est masculine.
Ce qu'il s'y passe? Monsieur X arrive en Porsche, Dita l'accueille sur le perron de "son" château, il la suit et là, il choisit dans quelle pièce il souhaite faire plus ample connaissance (séance photos ou partie de dés ?)....
Vous êtes curieux ? Cliquez sur le site..

Madonna la mamma chic de Dolce & Gabbana







Madonna, la mamma italienne de Dolce & Gabbana

Madonna, égérie de Dolce & Gabbana, a repris la pose sous l'objectif de Steven Klein à l'occasion de la campagne automne / hiver de la marque de ses amis Domenico Dolce et Stefano Gabbana.
Séance shooting à Harlem où la chanteuse - dans la peau de "Mamma Roma" - s'épanouit dans sa nouvelle famille et parvient (presque) à nous faire croire qu'elle est une femme comme les autres. Là, on ne la voit pas faire la vaisselle, manger des pâtes avec les doigts ou éplucher ses légumes.
Elle se contente de rentrer des commissions, parler à une poule ou danser avec un beau jeune homme...

On s'attendait à des clichés sulfureux-trash, on assiste en réalité à des scènes de quotidien. Après l'aspirateur, Madonna mange des spaghettis, Madonna fait la cuisine…et même la vaisselle.
Une campagne a priori atypique, mais qui a trouvé le moyen de faire parler d'elle.

Site internet : http://www.dolcegabbana.com/

sabato 17 luglio 2010

L'estate della cultura di Bologna


L’estate bolognese diventa una festa della cultura: grazie alla collaborazione fra Area Cultura del Comune di Bologna e numerosi enti, pubblici e privati, tutta la città ed il suo territorio aprono le porte dei loro musei di sera.

Ogni giorno, dal 24 giugno al 16 settembre i musei cittadini saranno palcoscenico serale per spettacoli di danza e teatro, concerti, ricostruzioni storiche e laboratori per bambini, ma anche insolite vetrine dei loro stessi tesori d’arte, raccontati e spiegati attraverso visite guidate “speciali” e conferenze a tema.
Nell’ambito di questa iniziativa, il Museo della musica rimarrà aperto tutti i martedì sera dal 29 giugno al 14 settembre dalle 20.30 alle 23.30: un’occasione unica per una visita fuori dall’ordinario ad un orario inconsueto ed affascinante.

Ogni sera di apertura, il Museo della musica di Bologna propone anche una serie di attività gratuite alla scoperta della musica e dei tesori che il museo racchiude: non solo visite guidate alle collezioni e laboratori musicali per bambini e genitori: nella serata del 20 luglio prenderà il via nocTourne, un ciclo di cinque concerti itineranti nelle sale e un’occasione unica per passeggiare, nelle serate estive, fra musiche e strumenti per gustare gli spazi museali resi vivi dalla musica e dai racconti dei musicisti, mentre il 14 settembre sarà la volta di Hang, concerto di Liron Mann che trae il nome da un particolare strumento percussivo di recente ideazione e dal suono affascinante e straordinario di cui il giovane musicista israeliano è uno dei primi grandi virtuosi.

La borsa Bardot di Lancel



La maison Lancel ha lanciato la borsa Bardot, creata in collaborazione con la stessa BB, icona di stile e sensualità.
La borsa disegnata da BB rispetta la natura e gli animali, non utilizzando pellami e senza processi chimici.

Lancel da sempre si ispira a donne moderne e di forte personalità, come Angèle Lancel che ha fondato la maison nel 1876 a Parigi, e come BB che oggi firma per un marchio divenuto globale un accessorio che diventera' un "cult".

La borsa Bardot sarà in vendita da settembre 2010 nei punti vendita Lancel di tutto il mondo.

Ogni donna possiede qualcosa di Brigitte Bardot ed un po’ di BB si nasconde in ognuno di noi.

Brigitte Bardot è senza tempo, eterna ed irresistibilmente femminile, semplice, genuina e insolente, capace di catturare a prima vista, con lo sguardo, il sorriso, il celebre broncio ed i suoi capricci.
Quando appare sulla scena, la Bardot segna un cambiamento definitivo dell’immaginario collettivo della donna, dello stile e della sensualità.

BB rappresenta l’emblema della femminilità autentica, non più legata alla visione tradizionalista della donna. Una femminilità libera e sfacciata, espressa nella danza sensuale di BB nel film “Et Dieu Créa la femme”, che lancia l’attrice sulla scena internazionale.

All’immagine scapigliata, naturale dell’attrice, corrisponde un nuovo modo di vivere e sentire il corpo e la natura.
Una tendenza che anticipa lo stile hippie degli anni ’70 e si esprime nei ritratti della Bardot sulla spiaggia o a cavallo, fino all’impegno animalista degli ultimi tempi.
Dal punto di vista estetico e sociale, l’irruzione di BB sconvolge le regole della seduzione e dell’eleganza.

Famosa per i suoi amori passionali, BB ha saputo creare uno stile unico, come le gonne a ruota e i bikini in tessuto rosa Vichy, le sciarpe portate come turbanti, le ballerine al mare o in città, i pantaloni aderenti a sigaretta e sopratutto le sue petttinature volutamente disordinate, infantili e sexy .

Celebrata da cantanti famosi come Serge Gainsbourg,Sacha Distel, e tanti altri, Brigitte Bardot ha interpretato più di ottanta canzoni con una voce sensuale e maliziosa.