Duecento anni per diventare grande.
Questa la parola d'ordine con la
quale stamani il sindaco di Milano
Letizia Moratti
e i ministri per i Beni Culturali e della Difesa,
Sandro Bondi e Ignazio La Russa,
hanno firmato il Protocollo
d'intesa per la conservazione
e valorizzazione del patrimonio
culturale di Milano.
In occasione del bicentenario, che cade nel 2009,
la Pinacoteca di Brera raddoppierà dimensioni nella sede storica - e il restauro, con ampliamento
e ammodernamento delle strutture, promettono,
sarà terminato per l'Expo 2015 - mentre l'Accademia traslocherà nella caserma Magenta di via Mascheroni.
Oltre all'attuale sede dove sono esposte le opere, Palazzo Citterio accoglierà dunque il patrimonio novecentesco, le collezioni Jesi e Zavattini, le donazioni dei privati (come la Fondazione Terruzzi), insieme alla biglietteria e al nuovo bookshop.
Ma non è tutto.
Tra gli altri beni culturali meneghini di cui si annuncia il restauro o l'apertura c'è la Sala delle Asse di Leonardo da Vinci nel Castello Sforzesco, la Beic, ossia la grande Biblioteca Europea di cui si parla da anni, un parco archeologico che sorgerà sulle rovine della città romana - che fu capitale dell'impero dal 286 al 402 d.C. -, mentre il Museo della Scienza sarà riorganizzato mettendo al centro la sua eredità leonardesca. Per quanto riguarda il programma del bicentenario, invero senza il “botto”, sono stati annunciati dalla soprintendente Sandrina Bandera una serie di mostre, concerti, conferenze e convegni.
Si parte a gennaio con Brera ospita: Caravaggio, tre dipinti del genio lombardo (Il ragazzo con canestro di frutta della Galleria Borghese, i Musici del Metropolitan Museum di New York e la versione della Cena in Emmaus oggi alla National Gallery di Londra, a confronto con quella posseduta dalla Pinacoteca) e col restauro del gesso della statua di Napoleone realizzato dal Canova.
Si prosegue ad aprile con Brera com'era: Paesaggi di Lombardia. 1817-1822, excursus sul paesaggio della Lombardia dedicato a Marco Gozzi e ai dipinti a lui commissionati dal viceré Eugenio di Beauharnais e poi dal presidente dell'Accademia, seguito dalla presentazione del restauro del celeberrimo Sposalizio della Vergine di Raffaello.
A giugno sarà la volta di Brera com'era: Il “Gabinetto dei ritratti dei pittori” di Giuseppe Bossi, omaggio a uno dei primi segretari dell'Accademia di Belle Arti. A ottobre si annuncia poi una mostra del Crivelli che ricostruirà due dei complessi più importanti realizzati dall'artista nell'ultimo decennio del Quattrocento: il restaurato Trittico di San Domenico e l'ancona del Duomo, entrambi provenienti da Camerino.
Chiude il programma una mostra, a novembre, dedicata ai documenti fotografici che testimoniano le vicissitudini subìte da Brera durante le due guerre.
Tutte le manifestazioni saranno realizzate dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Lombardia Occidentale, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia e con il contributo di Civita e di Electa (che pubblicherà i cataloghi delle mostre).
Tutte iniziative interessanti, certo.
Ma sembra proprio di poter dire che manca il grande evento caratterizzante, la mostra-clou, in grado di (ri)lanciare veramente Brera in un'orbita internazionale degna della sua plurisecolare tradizione. Sono tutti eventi di “dimensioni contenute”, che non disturbano e non danno nell'occhio. Il che fa temere, per la Pinacoteca, che il 2009 sarà un'occasione sprecata. (elena percivaldi) link correlati
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