mercoledì 21 agosto 2013

Il Pata Negra un lusso carissimo !










Il Pata Negra é ufficialmente il  prosciutto più caro del mondo.

E con ragione, il Pata Negra e’ spettacolare, strepitoso, un’opera d’arte culinaria !


Amo il prosciutto San Daniele e pensavo fosse il migliore ma ho assaggiato il Pata Negra e la cosa che mi ha colpito é il suo gusto, veramente speciale, che persiste in bocca a lungo dopo averlo mangiato. Secondo me vale tutti i soldi che costa.





Dunque in Spagna esiste un maiale eccezionale : si tratta di un maiale nero, spagnolo naturalmente, allevato in Extremadura.








Risultato : il prosciutto costa 1.800 sterline da Selfridges, a Londra.


Per costare tanto, le zampe, che provengono da maiali selezionati dall’esperto Manuel Moldonado, alimentati con una selezione speciale di ghiande, sono state trattate per tre anni.


Il numero di prosciutti prodotti in Spagna ogni anno è impressionante: 40 milioni!





Il Jamon iberico viene impropriamente detto Pata Negra, in

quanto questo termine significa unghia nera e si riferisce a

l colore delle estremità, ma non tutti i suini iberici hanno

l'unghia nera, nè l'unghia nera è un esclusiva della razza

iberica . 

Durante la crescita, il maiale iberico subisce un alimentazione 

differenziata, questo per avere un corretto sviluppo della 

struttura ossea, che dovrà poi sopportare il grande aumento

di peso durante la fase di ingrasso in montagna quando il 

suino mangia esclusivamente foraggio naturale e ghiande .


In media, occorrono 4 anni dalla nascita del suino al termine 

del processo di stagionatura del prosciutto; nello specifico, 

passano circa 16 mesi dalla nascita dell'iberico alla sua 

macellazione, mentre occorrono 32 mesi per la stagionatura 

del prosciutto  durante la quale il Pata Negra perde un buon 

40% del suo peso iniziale.






Nutrendosi delle dolci ghiande (bellota) cadute 

dagli alberi, i maiali neri iberici diventano “Pata Negra”, il 

nomignolo che ha reso famoso nel mondo il “porco di razza  

Alentejana”, tipicamente grasso ma con le zampe sottili.



La Spagna tutela la produzione più di ogni altro cibo. La denominazione di origine copre 4 regioni. 
Al nord, la Salamanca e la città di Guijuelo, la patria di Joselito, senza dubbio il marchio di prosciutto spagnolo più famoso nel mondo.


A l' Est, la provincia di Huelva e in particolare la città di Jabugo, la Valle de Los Pedroches”, e infine, ai confini con l’Andalusia, l’Extremadura


Ciascuna di queste regioni sostiene che il suo prosciutto sia il migliore, naturalmente, ma le norme che regolano la produzione sono le stesse, e per i palati poco allenati il risultato finale è indistinguibibile.


La dieta dei giovani maiali iberici comprende cereali e ghiande. Il peso che devono raggiungere per avere diritto all’ambìto titolo di “jamón ibérico de bellota” è di 160 chili. 
Le regole sono molto precise. 

Per esempio: per essere sicuri che ogni maiale mangi la quantità di cibo richiesto (tra i 6 e i 7 chili di ghiande al giorno), non possono essere allevati più di due maiali per ettaro.


Le ghiande delle querce sono ricche di acido oleico, la stessa sostanza chimica presente nelle olive. Il gusto si fa strada nel grasso degli animali, al punto che gli spagnoli chiamano i maiali iberici: “olive con le zampe”.


La macellazione è fatta in modo da procurare ai maiali meno stress possibile.


Soltanto se tutta la procedura è stata seguita alla regola il prosciutto può pretendere di portare il  marchio jamón ibérico “de bellota”, altrimenti, sarà semplicemente jamón ibérico.


Anche la fase della stagionatura è importante.


Appena pronte, le zampe anteriori (“paletas”), e quelle inferiori (“jamones”), sono conservate in frigo fino al giorno successivo e ricoperte di sale marino dell’Andalusia. 
Vengono poi lavate e appese ad asciugare. 

La parte finale della stagionatura può durare fino a tre anni, dopodiché i prosciutti sono pronti per la vendita.

I risultati di questo viaggio lungo 5 anni, dai pascoli ai piatti, è incomparabile. L’acido oleico delle ghiande mangiate dai maiali rende l’assaggio del grasso un’esperienza magica. Letteralmente, si scioglie in bocca.

L'affettatura é molto importante. 
L’essenziale, per sfruttare a pieno tutto il sapore, è l’affettatura eseguita da maestri cortadores: il prosciutto viene affettato esclusivamente a punta di coltello, in lamine sottilissime, ed accompagnato dal “fino”, o “manzanilla”, tipici vini andalusi di 15 gradi, da bersi freddissimi.

La “Montagna Nord” della provincia di Siviglia è stata da tempo immemorabile sinonimo dei migliori allevamenti di “cerdo iberico”. 

Già i Romani, ubicati nella civitas andalusa di Murba apprezzavano gli squisiti salumi di “iberico”. 

Attualmente, fedele ad una lunga tradizione di rispetto per l’ambiente, il Parco Naturale della Sierra Norte ha presentato la propria candidatura all’UNESCO, per essere annoverato tra i membri della “reserva della Biosfera”. 

Il grande scrittore  e gourmet spagnolo, Manuel Velasquez Montalbàn, creatore del detective Pepe Carvalho, ha parlato in un suo articolo delle relazioni esistenti fra il pata negra sivigliano e la cinta senese



I risultati di questo viaggio lungo 5 anni, dai pascoli ai piatti, è incomparabile. L’acido oleico delle ghiande mangiate dai maiali rende l’assaggio del grasso un’esperienza magica. Letteralmente, si scioglie in bocca.



Un sapore profondo e duraturo esaltato da un buon bicchiere di vino.





Mangiare il Pata Negra é un’esperienza indimenticabile, un lusso da rinnovare. 




 

domenica 18 agosto 2013

Le Champagne Chanoine Reims Tradition






Le Champagne CHANOINE BRUT TRADITION est issu
d’un assemblage soigné des trois cépages traditionnels champenois : Pinot Noir, Pinot Meunier et Chardonnay.

Ce grand champagne a suivi un long vieillissement dans la fraîcheur des caves de la Maison de Champagne Chanoine.
 

Des arômes de pain grillé se développent, puis des notes de noisettes et une touche citronnée viennent affiner l’ensemble. 

La bouche corpulente mais égayée par une subtile fragrance mentholée confirme la belle évolution et le travail du temps. 

Cette maturité révélée par sa couleur ambrée apporte à ce champagne original, un fondu et une rondeur toute particulière rappelant le goût « tradition » d’antan.

Apéritif désigné pour un déjeuner champêtre, il peut également accompagner un dîner romantique.

Servir frais : 7°C


Seule la marque Ruinart est plus ancienne que Chanoine, qui a vu le jour en 1730. Après une quasi-disparition pendant quelques années, le groupe BCC lui a redonné vie. 

Décrits ci-après, les trois champagnes de la Maison qui ont obtenu une étoile.
Chanoine 1er cru : il assemble 65% de pinot noir à 35% de chardonnay. Il est puissant et très équilibré. 

Née de la vendange 2000, la cuvée Tsarine 1er cru (23 à 30€) résulte d'un assemblage proche: 64% de pinot noir et 36% de chardonnay. 
Le jury a apprécié l'élégance et la complexité de sa palette aromatique fruitée, sa fraîcheur et sa persistance. 

Quant à la Grande Réserve (11 à 15 €) elle est dominée par les raisins noirs (70% de pinot noir et 15% de pinot meunier) Elle est miellée et briochée, souple et longue.
 






Chanoine Frères est la deuxième plus ancienne Maison de Champagne.
La famille Chanoine est l'une des plus vieilles familles d'Épernay. Dès 1730, sous le règne du roi Louis XV, Jacques-Louis et Jean-Baptiste Chanoine y établissent une Maison de commerce de vins de Champagne sous la raison sociale Chanoine Frères.

C'est également en 1730 que Messieurs Chanoine Frères obtiennent de la ville d'Épernay l'autorisation d'y creuser la première cave à Champagne.






Les deux frères Chanoine, véritables précurseurs de la Champagne moderne, sillonnent l'Europe et ainsi, grâce à leur énergie et à la qualité reconnue de leurs vins, développent rapidement une bonne et solide clientèle. 




Champagne Chanoine
Allée du Vignoble
51100 REIMS
FRANCE
Tél : +33(0) 3 26 36 61 60
Fax : +33(0) 3 26 36 66 62
E-mail : contact@champagnechanoine.com


  

Confidentiel : La residence de luxe parisienne No Adress France




L'hôtel particulier de Pourtalès, 7 rue Tronchet à Paris!

Cette luxueuse résidence de neuf ap­partements, loués pour quelques nuits ou plusieurs semaines, est aus­si connue sous le nom commercial de No Address France
Et pour cause, invisible de la rue, l'établisse­ment ne repose que sur le bouche-à-oreille et quelques sociétés de conciergerie chargées de "rabattre" sportifs, stars du showbiz, riches étrangers. 
Inutile de chercher le site Internet, il est réservé aux happy few détenteurs du mot de passe. 
Depuis son ouverture au printemps 2010, le Pourtalès est devenu l'un des secrets les mieux gardés de la capitale.


En pénétrant sous le porche d'en­trée, qui abrite un spectaculaire lam­padaire contemporain noir en forme de cheval, le visiteur peut encore apercevoir les armoiries du comte James Alexandre de Pourtalès
Ce riche financier et diplomate suisse avait commandé à Félix Duban, l'ar­chitecte de l'Ecole nationale supé­rieure des beaux-arts, un hôtel parti­culier pour exposer sa prestigieuse collection de tableaux.
Achevé en 1839, le bâtiment, classé aux Monu­ments historiques, est inspiré des palais florentins de la Renaissance.
L'hôtel est ensuite tombé dans l'ou­bli, servant de bureaux pour l'as­sureur MMA. 
En 2004, Alexandre Allard met la main sur ce bijou ainsi que sur l'immeuble moderne voisin. 
 L'ensemble, valorisé 31 millions d'euros au bilan, est détenu par l'homme d'affaires via la société Pourtalès, gérée depuis le Luxembourg par la banque Reyl & Cie, qui a abrité le compte suisse de Jérôme Cahuzac
Allard est un bon client, il a fait fortune en revendant son en­treprise, Consodata, 500 millions d'euros. 
Un pactole dont il se sert pour investir dans des lieux presti­gieux. 
Il a piloté la rénovation du Royal Monceau, tenté en vain d'ac­quérir l'hôtel de la Marine, et mène actuellement un projet à Sao Paulo.

L'architecte Anthony Béchu, chargé des travaux, a restauré les superbes salons Napoléon III du premier éta­ge, l'escalier monumental, relié l'hô­tel à l'immeuble attenant entière­ment restructuré. Pour rentabiliser l'opération, les salons classés et les premiers étages de l'annexe moder­ne étaient loués, jusqu'à il y a peu, à SFR. 



Seuls deux appartements sont situés dans l'hôtel particulier, sous les combles, les sept autres se trou­vent dans l'annexe moderne. Les superficies varient de 95 à 115 mètres carrés pour les plus "petits" et dépassent les 350 mètres carrés pour le Sky Penthouse, situé au ­sixième et au septième étage. 
Ce joyau dispose d'un salon avec verrière, de trois chambres, dont une suite de 60 mètres carrés avec dressing et salle de bains, et d'une terrasse panoramique sur le toit avec jardin privé et Jacuzzi. 

La décoration, contemporaine, juxtapose du mobilier Starck et des œuvres des artistes Jean-Michel Basquiat, ­Takashi Murakami ou Keith Haring.


Pour préserver la vie privée des clients les clients accèdent à la résidence par une porte discrète située dans la cour intérieure de l'hôtel. "Mais ils peuvent entrer par un ascenseur pour voitures qui les emmène directement au parking, glisse un habitué des lieux. 
 Il existe aussi des sorties cachées. Une aubaine pour les stars fuyant les paparazzis.
 Le chanteur Prince avait privatisé les lieux dès l'ouverture. Madonna y a séjourné, le rappeur américain Kanye West aussi, tout comme Leonardo DiCaprio qui y a passé quelques jours début juin. 
Côté Français, Marion Cotillard et Guillaume Canet s'y sont aussi réfugiés.
Les clients lassés des grands hôtels s'y sentent comme à la maison. Si la réception est modeste, les services de conciergerie proposés sont dignes d'un palace.
Le No Address emploie une vingtaine de salariés triés sur le volet (chef cuisinier, barman, femmes de chambre…), qui travaillent parfois pour des clients extérieurs. 
L'équipe est supervisée par Jean-Alexandre Aymé, un trentenaire passé par le groupe Costes.

Le concept est proche de celui de La Réserve Paris, une résidence haut de gamme de dix appartements (140 à 300 mètres carrés), située au Trocadéro. 

Les prix des appartements démarrent à 1.500-2.000 euros la nuit et peuvent monter jusqu'à 15.000 euros pour le Sky Penthouse. "C'est un produit unique à Paris, hormis certaines suites présidentielles de palaces", explique Yves Abitbol, président de MYConcierge.
Le tarif peut tomber à 5.000-10.000 euros pour des séjours de moyenne durée. 
 





HÔTEL DE POURTALES
7, rue Tronchet
75008 Paris – France

giovedì 8 agosto 2013

Kate Moss all'asta a Londra

La irreverentissima top in foto presto all'asta. 

Il 25 settembre 2013 da Christie's a Londra.

La vendita "The collection", un'asta valutata a un milione e mezzo di sterline.



Ultime notizie strabiglianti : Kate Moss all’asta !

E di più, nuda, o in acqua senza veli.  Oppure di spalle con indosso una giacca militare con la scritta “God save the queen”, Dio salvi la Regina. Uno scatto di Craig McDean.




Tutte foto capolavori, eseguite dai più grandi. 


La top model più chiacchierata di tutti i tempi è la protagonista di una vendita di foto scattate dai grandissimi Allen Jones, Mario Testino, Annie Liebovitz, Mary McCartney, Irving Penn, Mario Sorrenti, Jurgen Teller e Albert Watson.  


Nata a Londra nel 1974, scoperta negli Anni 80 ed esplosa sulle cover nel decennio successivo, é una ragazza piccola e esile, ribelle e sfrontata, che ha fatto dei difetti le sue virtù, emergendo cosi' dalla massa delle modelle grazie alla sua personalità e al suo fisico differente.



Oggi contina a vivere nella sua città natale, nel quartiere di
Highgate, elegante sobborgo a bordo del fiume Tamigi.




Pazza di shopping la si vede spesso nella City con i suoi  pacchi e pacchetti siglati, seduta à un caffè o a un ristorante  con le amiche.


La sera viene spesso paparazzata con il marito Jamie Hince nei club di Soho o ai tavoli del raffinato Met Bar all’interno dell’hotel Metropolitan, vicino a Westminster.


Il nome di Kate Moss continua, dopo 25 anni di carriera, a essere una "signature" nonostante gli scandali e il tempo che passa.
Secondo Gert Elfering, curatore dell'asta e collezionista, Kate moss é l'ultima musa moderna.




mercoledì 7 agosto 2013

Benvenuti a bordo del Titanic, 100 anni dopo, alla Porte de Versailles








E' passato più di un secolo dal naufragio del mitico transatlantico Titanic.
Ed ecco che si torna a parlare di questa tragedia con una grande mostra, unica al mondo, alla Porte de Versailles a Parigi. 
Fino al 15 settembre saranno esposti 280 oggetti molto ben conservati, ricuperati sul fondo marino : lavabo, specchi, valige, monete, dentifrici eccetera.
Gli organizzatori, per deontologia, hanno voluto evitare l' esposizione di reperti trovati all’interno delle cabine.
Uno spaccato di un ponte e una cabina di prima classe sono stati ricostituiti in base ai racconti di passaggeri che furono a bordo.


Appena entrati ci si sente trasportati nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, momento tragico in cui il Titanic, la più grande nave mai costruita al mondo, vero hotel di lusso galleggiante e prodezza tecnologica, naufraga in seguito alla collisione con un iceberg : più di 1500 persone perdono la vita.





Nelle bacheche si possono ammirare diversi oggetti appartenuti ai passeggeri di quel tragico viaggio: 
la boccetta di profumo di un creatore in profumeria che si recava a New York per vendere i suoi profumi, della porcellana di Cina con il marchio del fiorone della White Star Line, il cappello di un cuoco o ancora una borsa da viaggio. 






Muniti di una copia fedele della carta d’imbarco dell’epoca si inizia un viaggio nel tempo alla scoperta della storia del Titanic, dalla sua costruzione alla vita a bordo, dal terribile naufragio alle ricerche e campagne di recupero in fondo all’oceano. 



25 milioni di visitatori hanno visitato durante 18 anni questa grande esposizione nei più grandi musei del mondo, da Los Angeles a Londra. 
RMS Titanic è la sola società legalmente autorizzata a recuperare gli oggetti nella zona del naufragio del transatlantico.







I superstiti, tra cui Dorothy Gibson, attrice di cinema muto che recitó un mese dopo la catastrofe nel film “Saved from the Titanic”, indossando l’abito che portava la notte del naufragio e le vittime del naufragio sono evocati nei racconti d’eroismo e di umanità illustrati nei giornalidell'epoca, nei numerosi oggetti originali e nele ricostituzioni sorprendenti dell’arredamento interno.




TITANIC L’EXPOSITION
PARIS EXPO PORTE DE VERSAILLES

DAL 1 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE 2013
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19  
Metro linea 12 stazione Porte de Versailles

TARIFFA:  da 12,90 a 15,90 €  con audio guida inclusa.

 per saperne di più :
Il Titanic terminò il suo primo e ultimo viaggio la sera del 14 aprile 1912. 
 Alle 23.40 (sugli orologi di bordo) urtò l’iceberg. 
Due ore e 40 minuti dopo, alle 2.20 del 15 aprile, sprofondò negli abissi. A bordo c’erano 2.223 passeggeri, ma le scialuppe bastavano per la metà. Alla fine, secondo il dossier del Senato degli Stati Uniti, morirono 1.517 persone (sul loro numero tuttavia è ancora aperta la discussione). Centinaia di passeggeri hanno prenotato, con due anni e mezzo di anticipo, un passaggio sul “Titanic Memorial Cruise”, viaggio organizzato per commemorare la sciagura del Titanic nel centenario dell’affondamento. Le cabine più care e quelle più economiche, i cui prezzi sono compresi tra i 7.858 e i 3.929 euro, sono già esaurite (per assicurarsi un posto, si può andare sul sito www.titanicmemorialcruise.co.uk). Prezzi dei biglietti sul Titanic. Terza classe (quella degli emigranti che venivano da Europa e Medio Oriente): 32 dollari (circa 620 di oggi). Una delle due suite del ponte B: 4mila dollari (quasi 80mila di oggi). l “Titanic Memorial Cruise” sarà un viaggio fotocopia dell’originale. I passeggeri saranno 1309, mentre quelli di allora erano 2.223, ma l’itinerario sarà preciso: partenza l’8 aprile 2012 da Southampton (il Titanic salpò però il 10), rotta verso Cherbourg, dove l’Inaffondabile sostò con tutte le luci accese, e tappa a Cobh, in Irlanda, che all’epoca si chiamava Queenstown. Poi la traversata sino al punto contraddistinto dalle coordinate del relitto. La nave vi arriverà la sera del 14 aprile e qui fermerà i motori. A bordo si terranno letture, approfondimenti sulla sciagura, sino alle 2.20 del mattino: in quel preciso istante scatterà l’ora del silenzio, per commemorare le vittime del Titanic. Il viaggio proseguirà poi per Halifax, in Nuova Scozia, Canada, dove i passeggeri potranno visitare il cimitero di Fairview Lawn, dove riposano i corpi di 121 di quei naufraghi. Quindi ripartiranno per New York, con arrivo il 20 aprile. In tutto, 12 giorni alla velocità di 20 nodi, praticamente la stessa dell’Inaffondabile (21 nodi). Il relitto del Titanic, che venne individuato per la prima volta nel 1985 grazie a una spedizione di Robert D. Ballard , si trova ad una profondità di circa 4125 metri. Dal 2005 - grazie all’iniziativa di una compagnia americana che si occupa principalmente di “gite nello spazio”, la “Space Adventures Ltd” - è possibile visitarlo: si parte da St. John’s, porto dell’isola di Terranova, a bordo di una sofisticata nave oceanografica russa e in due giorni si raggiunge il punto in cui naufragò il Titanic. 
Quindi, a bordo di un minisommergibile, si scende negli abissi per due ore e mezzo. 
La durata totale dell’immersione – a cui possono partecipare due persone più l’accompagnatore - va dalle otto alle dieci ore. Prezzo: 36.000 dollari.
La nave del “Titanic Memorial Cruise” è la Balmoral, unità da crociera costruita nel 1988 e ristrutturata nel 2008, che ha cambiato nome e proprietari cinque volte. 
Oggi è della Olsen Cruise Lines, compagnia che fa parte dell’omonimo Gruppo norvegese che ha interessi in vari settori.
Il Titanic, lungo 269,68 metri, largo 28, pesava 46.328 tonnellate. Slogan con cui la nave veniva pubblicizzata: «Progettata in modo da risultare inaffondabile». «Si costruisce un albergo di 45 mila tonnellate, fatto di sottili lamine d’acciaio, per assicurarsi il patrocinio di un paio di migliaia di nababbi, lo si decora in stile faraonico o Luigi XV, e per compiacere il suddetto fatuo manipolo di individui che hanno più denaro che idee su come spenderlo, e con il plauso di due continenti si lancia sul mare quella massa, con duemila persone a bordo, a 21 nodi di velocità - perfetta esibizione di moderna fede cieca nelle apparecchiature e nei materiali. E poi accade questo! Tumulto generale! La fede cieca nelle apparecchiature e nei materiali riceve una mazzata... Da parte mia sarei più pronto a credere in una nave inaffondabile di tremila tonnellate che in una di quarantamila... Non si può aumentare lo spessore di lamine e travi all’infinito» ( Joseph Conrad , English Review, 1912). La Balmoral, lunga 217 metri, larga 28, pesa 43 mila tonnellate, ha 738 cabine e un equipaggio di 500 persone. Nel gennaio 2009, partita da Dover e diretta a Tangeri, fu costretta ad attraccare a La Coruna (nel nord della Spagna) dopo essere stata strapazzata da venti fortissimi e una tempesta con onde alte decine di metri (alcuni passeggeri vennero trasportati in elicottero negli ospedali spagnoli a causa dei traumi riportati). Due mesi dopo, a bordo 1300 passeggeri, fu attaccata dai pirati somali nel Golfo di Aden ma riuscì a sfuggirli compiendo alcune violente variazioni di rotta (i pirati furono anche spaventati dall’accorrere delle forze marine inglesi e americane, chiamate dalla stessa Balmoral).  
Miles Morgan, managing director dell’agenzia di viaggio inglese che ha noleggiato la Balmoral e organizzato la “Titanic Memorial Cruise”: «A bordo faremo rivivere l’atmosfera di allora, con menù e musiche d’epoca».  
Il menù del Titanic la sera in cui affondò: 
ostriche; consommé Olga, crema di orzo; salmone affogato alla salsa Mousseline con cetrioli; filet mignon alla Lili, sautée di pollo con salsa lyonnaise; agnello con salsa alla menta, anatra arrosto in salsa di mele, controfiletto di manzo, piselli con crema di carote; pâté de foie gras; eclairs di cioccolato e vaniglia, gelato francese 
(una copia di quel menu venne venduta all’asta a Londra, nel ’99, per 30 mila euro).
Miles Morgan a chi gli chiede se non teme di risultare irrispettoso verso i morti del Titanic (il cartellone della Balmoral prevede infatti balli, musiche, giochi di bordo): «La nostra non è una celebrazione, è una commemorazione. Abbiamo suscitato l’interesse in discendenti delle vittime, appassionati della storia del Titanic e semplici croceristi che vogliono fare un viaggio diverso». Tra gli oltre duecento reperti del "Titanic" esposti a Parigi nel 2003: valigie, occhiali, una scarpa, una pipa, la lampada che illuminava il ponte superiore, i rubinetti dei lavandini, il biglietto di un deposito valori, carte da gioco, un oblò ossidato e storto, una cioccolatiera, un orologio da taschino.  
Nel 2001 una sedia a sdraio che si trovava a bordo del Titanic fu battuta all’asta dalla Henry Aldridge & Son per 30 mila sterline.  
La rotta seguita dal Titanic ancor oggi viene disertata dal traffico commerciale e passeggeri perché ritenuta «maledetta». 
Molti marinai affermano che certe notti, laggiù a sud-est di Terranova, si possano udire i gemiti dei morti nella tragedia, le cui ossa giacciono insepolte sul fondo dell’Atlantico a oltre 4 mila metri di profondità. Miles Morgan a proposito della sicurezza dei passeggeri durante la “Titanic Memorial Cruise”: «Sarà attivo un sistema di allerta iceberg. Va bene ripercorrere il viaggio originale, ma a tutto c’è un limite». L’iceberg che affondò il Titanic, secondo Djana e Michel Pascal, autori di Titanic. 
Oltre la liberazione (Corbaccio) si levò dalla Groenlandia, da Illulisat, baia di Disko. «Un luogo maledetto per gli Inuit, perché qui le donne più vecchie in tempi di carestia si uccidevano, gettandosi dalle falesie. 
E la montagna ghiacciata si staccò cinque anni prima della sciagura, lo stesso anno in cui fu deciso di costruire il Titanic: avrebbe navigato cinque anni alla deriva, per incontrarlo. Leggende, forse» (Fabio Pozzo su La Stampa). Tra gli errori rimasti alla storia del giornalismo, quello del Baltimore-Evening Sun, che il 15 aprile 1912 intitolò l’apertura: “Tutti salvi i passeggeri del Titanic”. Il padre di Peggy Guggenheim , in viaggio sul Titanic, che in smoking, mentre la nave affondava, beveva champagne insieme al suo segretario egiziano.


lunedì 5 agosto 2013

Il look giusto, chic e classe, per un lunedi' al lavoro



Jil Sander

Ecco qui le regole d'oro per iniziare la settimana lavorativa con lo stile giusto, anche se fuori il calore dei 30 gradi ci tenta a rischiare l’effetto desabillè e cool. 



Lanvin

Per cominciare affidarsi allo stile BCBG ispirato alle icone intramontabili del passato come Jackie Kennedy e Grace Kelly




 Tibi

Vestiti, gonne e tee shirt sporty chic d'ispirazione un po' retro con lunghezze al ginocchio e colori molto chic come il bianco, il nero, il blu marine.
Per quest'estate ci sono un 'infinità di proposte, da Marni, Chloé, DKNY a Sergio Rossi per un effetto daywear sospeso tra una femminità raffinata e uno stile indemodabile.
Per avere un look perfetto.
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DKNY