martedì 25 novembre 2014

Coppa Davis :Il re Federer stravince !

 

Domenica 23 novembre 2014.

Tennis. 

Coppa Davis.

Francia-Svizzera 1-3.

Federer distrugge l'avversario e demolisce 6-4 6-2 6-2 il francese che ha sostituito un Tsonga che soffre del gomito.

3 a 1 ...e per la prima volta nella storia gli elvetici trionfano!

La Svizzera vince la sua prima Coppa Davis. L'insalatiera d'argento. Ed è meritato.



Gli elvetici schierano i due giocatori più forti, anche di classifica, di cui il più forte tennista di sempre, Roger Federer, e il suo scudiero, Stan Wawrinka, che a gennaio ha conquistato gli Australian Open. 

Grande vincita allo stadio Pierre Maouroy di Villeneuve D'Ascq, domenica scorsa, 23 novembre 2014, nelle difficili condizioni tecniche di un gioco su terra rossa e contro i più di 27mila spettatori che tifano per l'avversario.
 
 
Purtroppo per i francesi la vigilia di questa finale è stata preparata male dal capitano Arnaud Clement, con troppi giorni senza giocare match.
 
Il trionfo svizzero è giunto perché in campo i grandi  Federer e Wawrinka hanno dimostrato di essere i migliori, concretizzando il sogno della piccola nazione.
 

Il gruppo mondiale di coppa Davis riparte il 6-8 marzo 2015 con Germania-Francia, Gran Bretagna-Usa, Repubblica Ceca-Australia, Kazakistan-Italia, Argentina-Brasile, Serbia-Croazia, Canada-Giappone, Belgio-Svizzera.

lunedì 24 novembre 2014

La Monaca di Monza, un nuovo libro sulla vicenda.

  • Il libro ...Marina Marazza
    Il segreto della Monaca di Monza Fabbri Editori,
  • pp. 528, euro 12,90

    Una relazione appassionata e lussuriosa fra una giovane badessa del convento di Monza e un seducente e intrapendente aristocratico, senza scrupoli, vicino del convento. Una fine drammatica, lei murata viva, lui ucciso a bastonate dagli sbirri di un conte della Brianza.
  •  
  • La storia della Monaca di Monza è stata per molto tempo una vicenda poco conosciuta pur essendo nota per
    essere ambientata in un convento di Monza.
      

    Il denaro, "sterco del diavolo" getta suor Virginia nel suo destino.
    Nata de Leyva y Marino a Milano nel 1575 – dove morì nel 1650 -, nipote di Tommaso Marino, il banchiere di Carlo V che fece costruire Palazzo Marino a Milano, Virginia viene costretta a farsi monaca dal padre, affinché lui possa impadronirsi dell’eredità della madre morta. 

    Diede scandalo per la sua relazione con il giovane e bel conte Gian Paolo Osio che, una volta scoperta, portò alla sua segregazione nel ritiro di Santa Valeria, a Milano.

    "Volevo raccontare gli aspetti scabrosi della storia di Virginia e il mondo di suore, badesse, esorcisti, signorotti e lestofanti che la circondava. Aver letto gli atti del processo che portò alla condanna è stato decisivo. Lì ho scoperto l’eros, i sotterfugi, i delitti, le ipocrisie, l’amore che poteva svilupparsi in quell’universo di clausura", spiega l’autrice Marina Marazza, una vita passata nelle case editrici, grande conoscitrice di Alessandro Manzoni dei Promessi Sposi. 


    Manzoni era uno storico eccellente e conosceva bene la storia di Gertrude-Virginia, tanto da dedicarle ben otto capitoli nella prima stesura del suo capolavoro "I promessi sposi". 
    Ma era una storia troppo esplosiva per il milieu cattolico a cui lui apparteneva. 
    Così la ridusse a un solo capitolo.


    Per la vita delle donne, il Seicento è stato il secolo più crudele, secondo la Marazza: un cattolicesimo punitivo, dominato dalla figura di San Carlo Borromeo, con processi per eresia e stregoneria, un cupo clima lombardo, roghi di “indemoniate” posizionate a testa in giù, per morire più lentamente e con maggior sofferenza. 
    Ci sono vite che devono essere raccontate. “È un dovere morale, una forma postuma di giustizia”, spiega l’autrice. Virginia viene murata viva per 14 anni, riesce a sopravvivere, ma quando la fanno uscire ha smarrito il senno. 
    Le ricerche sono durate un anno e internet è stato fondamentale: " Mi ha permesso di accedere a testi storici scannerizzati dalle università inglesi e americane, le cronache d’epoca del Rivola o del Ripamonti, gli scritti di Federigo Borromeo… La stesura è avvenuta in un mese: una volta delineati i personaggi, sono loro che ti prendono per mano, e si verifica una specie di possessione, tu entri in loro e loro entrano in te. Così come Stendhal, ho capito anche io che la realtà è molto più ricca dell’immaginazione e che le cose più terribili ce le fornisce la verità storica. Ricordo delle serate, dopo 12 ore passate al tavolo, da cui mi alzavo in lacrime, posseduta dal dramma che stavo narrando. E allora mi accoglievano mia figlia e mio marito, riportandomi nel XXI secolo."

lunedì 17 novembre 2014

Stefan Djokovic a un prénom tiré de la dynastie serbe des Nemanjic.




Novak Djokovic et sa femme Jelena Ristic ont eu un enfant qui ont appelé Stefan.
Certains ont pensé que Novak Djokovic avait donné ce nom en référence à Stefan Edberg, ancienne idole du Serbe. 

Seulement voilà, il n'en est rien ! 




Djokovic junior tient en fait son prénom d'une lignée de 11 rois de la dynastie Nemanjic, qui régnait sur la Serbie au Moyen-Âge. 
Véritable féru de l'histoire de son pays, Novak Djokovic a tenu à ce que son fils porte un "prénom serbe symbolique", comme il l'a expliqué au Telegraph Sport.





Nemanjić, en serbe cyrillique Немањића, est une dynastie serbe du Moyen Âge, originaire de Herzégovine et de la Zeta (aujourd'hui le Monténégro), et fondée par Stefan Nemanja, prince de Rascie à partir de 1166. 

Elle commença par régner sur la Rascie (l'un des noms sous lequel était connu la Serbie médiévale, l'autre étant aussi Servia) (le Sandjak actuel), puis s'étendit progressivement, pour englober sous l'empereur Stefan Uroš IV Dušan le territoire actuel de la Serbie, du Monténégro, de l'Herzégovine, du Kosovo, de l'Albanie, de Macédoine et de la Grèce du nord (Macédoine, Épire). 

La dynastie des Nemanjić s'éteignit en 1377 avec Stefan X Uroš V, même si Tvrtko Ier Kotromanić, premier roi de Bosnie "et des Serbes", comptait des Nemanjić parmi ses ascendants.



Stefan Ier Nemanjić, appelé aussi Stefan Prvovenčani (Stefan "le Premier-couronné"), en serbe cyrillique Стефан Првовенчани, ou parfois aussi en français Étienne Nemanjic, fut grand duc de Serbie de 1196 à 1217 et roi de 1217 à 1228. 
Il fut le premier roi de Serbie, souverain serbe de la dynastie des Nemanjić.
En serbe, Nemanjić signifie "fils de Nemanja". 
De fait, Stefan le premier couronné était le second fils du Duc Stefan Nemanja et de la duchesse Ana. 
Il avait comme frère cadet Rastko Nemanjić le fondateur de l'Église serbe autocéphale qui fut canonisé sous le nom de saint Sava.

mercoledì 12 novembre 2014

Come i turisti vedono l'Italia...


Qual è la reale esperienza turistica in Italia? 
Quali sono i vantaggi competitivi, le cose che fanno felici i nostri ospiti e quali creano disappunto, critiche e disagi? 
Per la prima volta la tecnologia semantica, che interpreta i messaggi postati sui social media, offre un quadro esaustivo, vivo, diretto di come i turisti vedono il nostro Paese. 
Qui di seguito la sintesi della ricerca.
Sociometrica, sulla base della tecnologia Cogito© di Expert System, ha analizzato 218 mila post in lingua inglese di persone che sono state in viaggio in Italia negli ultimi 12 mesi. 
L’analisi semantica sintetizza ogni post nei suoi concetti chiave, negli argomenti preminenti e genera il “mood” o “sentiment” che si può dedurre da ciascuno di essi. 
La tecnologia è neutra perché non ha una griglia interpretativa a priori, ma raggruppa, analizza e sintetizza migliaia di commenti che compaiono su internet. 
Il risultato è un quadro affascinante, inedito, sorprendente, che restituisce con autenticità il pensiero dei turisti sull’Italia.


L’Italia turistica è migliore dell’Italia
L’indicatore generale del sentiment verso l’Italia nel suo complesso, calcolato da 0 a 100, si colloca al valore 62; nel caso dell’Italia turistica sale a 78. 
Può sembrare ovvio che sia così, perché nell’universo turistico sono collocate le cose più belle e più interessanti, ma non è così, perché ogni viaggio è un investimento emotivo molto importante, perciò le attese sono alte e, di fronte, a una esperienza negativa, la delusione è doppia. 
Nel turismo si sceglie il Paese dove si decide di viaggiare, perciò c’è una sorta di pregiudizio positivo. 
Il fatto che il risultato complessivo sia elevato è incoraggiante. 
Non ci sono ricerche analoghe in altri paesi per poter operare un confronto.



Le cose che regalano le migliori esperienze ai turisti sono i ristoranti, le pasticcerie e le piazze.  
Il sentiment verso i ristoranti è di 82 punti, così come quello delle pasticcerie e delle piazze è di 81 (Tab. 1). 
Ottime esperienze regalano anche le spiagge, lo shopping, i bar e gli hotel. 


I turisti apprezzano molto lo stile di vita italiano, che ritrovano soprattutto nella ristorazione, nella qualità dei dolci e nel particolare mix delle piazze storiche fatto di bellezza e libertà. 
La piazza che regala la migliore esperienza è Piazze delle Erbe a Verona, con 90 punti, seguita da Piazza del Duomo a Parma e Piazza Castello a Torino (Tab. 2).

Le destinazioni turistiche che regalano le migliori esperienze sono semplici, ricche di cultura e libere dell’ “incubo” delle auto
Al primo posto (Tab. 3) sono Taormina e Lucca con 82 punti. Seguono Siena e Assisi
Subito dopo la Costa Smeralda, l’Alto Adige, Mantova e Riva del Garda

Nel caso di Taormina e di Lucca convergono alcuni elementi comuni: una qualità storico-artistica, il fatto che i centri siano chiusi alle auto, la concentrazione di ottimi alberghi in uno spazio limitato, che crea una particolare preziosità del luogo, e il pregio dell’area circostante (l’Etna, il golf e il mare nel caso di Taormina; Firenze e la Toscana con la Versilia per Lucca).


I musei affascinanti per il contenuto, insufficienti per l’organizzazione.  
L’esperienza della visita ai musei segna, in generale, un’esperienza leggermente inferiore alla media, con 75 punti. 
Il problema maggiore è quello delle file, dei tempi d’attesa, della difficoltà a comprare un biglietto d’ingresso. 
Pur in presenza di opere di grandissimo valore, l’esperienza della visita viene “deteriorata” dalle questioni organizzative che vi sono d’intorno.

L’“incubo” della guida e del parcheggio. Fra i fattori segnalati come critici, c’è la complessità di guidare in Italia, soprattutto nei centri delle città più grandi, sia per la difficoltà a capire la regolazione degli ingressi, che per trovare parcheggi. 
Si segnala anche lo stile di guida italiano, improntato a un non sufficiente rispetto delle regole di circolazione. 
In sostanza guidare nelle città è percepito come un’esperienza non felice e non rilassante.

Non benissimo le infrastrutture e i trasporti
Uno degli elementi critici rilevati riguarda l’assetto generale delle infrastrutture di trasposto, a cominciare dagli aeroporti, che raccolgono alcune considerazioni negative rispetto ai tempi d’attesa, il loro costo e l’organizzazione. 
Molto bene l’alta velocità, male il trasporto ferroviario locale. Esperienze negative si concentrano nel servizio dei taxi e in qualche caso nel trasporto urbano. 
Bene le esperienze relative alle autostrade, alle stazioni ferroviarie più grandi e alle infrastrutture per gli sport invernali nell’arco alpino.

Il turista immaginato è diverso dal turista reale. Dall’esperienza concreta di chi viaggia in Italia si vede che la gerarchia dei bisogni, delle attese e delle cose che colpiscono e affascinano è diversa da quella immaginata.  
L’argomento principale dei post è relativo ai trasporti, su come muoversi e come raggiungere i luoghi che s’intende vedere; al secondo posto viene la cultura e subito dopo tutto ciò che riguarda i collegamenti digitali e in tempo reale. 
Vi è una grande attenzione al wi-fi, alla possibilità di prenotare on line la visita ai musei e agli altri servizi solitamente utilizzati dai turisti. 
Le cose richieste dagli ospiti sono molto più semplici di quelle immaginate, ma sorprende quando non sono adeguate agli standard internazionali.

Il potere della folla, il potere dell’esperienza
L’analisi semantica mette in risalto il potere di influenzare le persone da parte di ciascun turista, che con i suoi giudizi orienta tutti gli altri. 
L’esperienza di ogni viaggiatore diventa la base di conoscenza della percezione generale del paese.

domenica 9 novembre 2014

Lo champagne Krug in un libro


 
Le bollicine mitiche dello champagne Krug hanno una storia e tanti fan..



Tutti questi iconici personaggi rappresentano lo spirito anticonvenzionale della Maison: personaggi reali che stabiliscono le proprie regole e celebrano l’amore e la vita.

A presentare il volume "Krug by Krug Lovers"Olivier Krug, sesta generazione della famiglia Krug e Direttore della Maison e Francesca Terragni, Brand Director Italia Krug: "Il primo sorso di Krug non si scorda mai..il libro Krug Lovers by Assouline è un omaggio della prestigiosa Maison de Champagne ai famosi Krug Lovers di tutto il mondo, personaggi anticonvenzionali di grande talento del passato e del presente, che hanno condiviso il piacere e l'amore per Krug".

 

venerdì 7 novembre 2014

Eva Green, diva del nuovo Calendario Campari 2015!

 

Look tutto rosso e sensuale per Eva Green, la nuova diva del Calendario Campari 2015 !

 

Arriva il nuovo Calendario Campari 2015, stampato in sole 9999 copie col tema "Mythology Mixology" e soprattutto con protagonista l'attrice Eva Green (da ammirare anche al cinema con il film Sin City-Una donna per cui uccidere). 

 Dopo Milla Jovovich nel 2012, Penélope Cruz nel 2013 Uma Thurman nel 2014, la nuova bellissima protagonista è Eva Green, ex Bond girl, figlia dell'attrice francese Marlène Jobert.

 

12 mesi, 12 cocktail classici, 12 look mozzafiato: tutti immortalati dalla fotografa Julia Fullerton-Batten, prima donna a capo del progetto Calendario Campari, in un'edizione più femminile

sabato 1 novembre 2014

La piscine Molitor, le mythe




Nager sous la neige ou la pluie puis rejoindre à la brasse un bassin couvert: ce plaisir est maintenant offert aux Parisiens dans la piscine Molitor, fermée depuis 1989, mais à laquelle est promise une deuxième vie. -


Lundi 19 Mai 2014,15h, la nouvelle piscine Molitor, un luxueux hôtel réservé aux membres du club, dévoile ses atours. 




C'est au bord de ses bassins, en 1946, que le bikini est apparu: Molitor, mythique piscine parisienne, squattée et livrée aux graffeurs depuis sa fermeture il y a 25 ans, rouvre au centre d'un luxueux complexe avec hôtel, spa et restaurant. 





Il parait que Johnny Weissmuller, cinq fois médaillé d'or aux jeux Olympiques, y fut maître nageur en 1929, année d'ouverture. 



On dit aussi que, quelques décennies plus tard, on venait y bronzer seins nus.
 
En déambulant dans les coursives de la piscine rénovée, on imagine sans peine les plongeons, les rires, les fêtes. 

Le directeur, Vincent Mézard, à peine trentenaire, a mené son enquête pour que la nouvelle Molitor se rapproche au maximum de la piscine d'antan. 
On a eu beau longtemps la surnommer «le paquebot blanc», le Guide bleu de 1933 décrivait des murs jaune tango. 
C'est donc cette couleur, proche du jaune moutarde, qui domine aujourd'hui encore Molitor. 

Autour du bassin d'hiver, les mosaïques ont été réalisées par le même fabricant qu'en 1929, qui a retrouvé les tons d'origine. 
Les garde-corps sont authentiques. 
Les vitraux, qui représentent des scènes de baignade, ont été rénovés.

Des tarifs prohibitifs

Molitor, c'est donc toujours deux bassins: l'un, extérieur mais ouvert toute l'année, de 46 mètres, l'autre, sous une verrière, de 33 mètres. Les deux seront chauffés pour que l'eau soit à 28 degrés. 
Mais le mythe a un prix, très loin du ticket de la piscine municipale. Molitor ne sera pas pour le Parisien lambda. 

Pour y nager, il faudra être client de l'hôtel cinq étoiles, qui compte 124 chambres à 300 euros en moyenne, donnant sur la piscine, ou bien être membre du club. 
Droit d'entrée à 1.200 euros; adhésion annuelle à 3.300 euros. 

Une exception sera faite pour les scolaires, qui auront accès au bassin d'hiver trois demi-journées par semaine.
A défaut d'être populaire, Molitor, classée aux monuments historiques, a bénéficié d'une cure de jouvence du meilleur goût. 

Les travaux ont démarré il y a deux ans et demi, après un appel d'offre lancé par la mairie de Paris et remporté par le groupement Bouygues, Colony Capital et Accor. 
Au total, les travaux ont coûté 80 millions d'euros.

La piscine sera aussi un lieu d'accueil d'artistes

«Quand les éléments d'art déco ont été retrouvés, nous avons reconstruit le lieu tel que l'architecte Lucien Pollet l'avait imaginé en 1929», raconte Vincent Mézard. 

Dans le cas contraire, l'architecture est contemporaine. 
Jean-Philippe Nuel, l'architecte d'intérieur, a voulu faire dialoguer les différentes époques de Molitor. 



Un aperçu des magnifiques vitraux des ateliers Barillet, classés monuments historiques, qui décoraient l'entrée du bassin d'été et l'un des bars, avec pour thèmes les baigneuses, les plongeurs et les patineurs

Dans le lobby: une Rolls taguée par l'artiste JonOne. 
La période street art de Molitor est également rappelée dans des photos. 
Molitor se rêve d'ailleurs en lieu d'accueil d'artistes. 
Les cabines autour du bassin d'hiver seront de mini-ateliers ou lieux d'exposition. 
Et Vincent Mézard espère accueillir des retransmissions d'opéra, des défilés de mode.

Le restaurant a lui été imaginé par le chef Yannick Alleno, ancien trois étoiles au Meurice à Paris, aujourd'hui à Courchevel, au «Cheval blanc». 
L'hôtel est opéré par MGallery, du groupe Accor. 
Le Spa est signé Clarins. 

Quant au toit-terrasse, on ne prend pas de risque en pariant qu'il sera un lieu incontournable à Paris cet été pour déjeuner ou prendre un verre, avec vue sur la Tour Eiffel, le bois de Boulogne, et les gradins du court central de Roland Garros.




L'histoire de la Piscine Molitor
Les années 1920-1930 virent éclore une quinzaine de piscines parisiennes. 
La France connait alors un énorme retard sur ses voisins, en 1922 elle compte 20 piscines dont 7 à Paris. 
A la même époque l'Allemagne en possède 1360 et l'Angleterre 800.
C'est l'architecte LUCIEN POLLET qui construit MOLITOR, et trois autres complexes (la piscine de la rue de Pontoise-75005, la piscine EDOUARD PAILLERON, et la piscine de la Jonquière aujourd'hui détruite ).

L'etablissement nautique AUTEUIL-MOLITOR est le seul dessiné par L. POLLET qui comporte deux bassins; il est inscrit à l'inventaire supplémentaire des Monuments Historiques dans sa totalité par décret publié au Journal Officiel du 27 mars 1990. 

Proche de l'esprit de MALLET-STEVENS, LUCIEN POLLET fait intervenir les meilleurs artisans de l'époque, tel le maître verrier BARILLET pour les vitraux qui ornent l'entrée du bassin d'été. 

La piscine MOLITOR est une oeuvre caractéristique de L'ART DECO, un lieu de loisir et de sport situé près de quatre collèges et lycées, et de trois stades mythiques. 
Le bassin d'été en est l'illustration, à l'origine il était bordé de plages de sable, il est toujours entouré de trois niveaux de cabines longés
de coursives, elles même bordées par une lisse normande.
























Le complexe nautique qui jouxte le bois de Boulogne, entre Roland-Garros et le Parc des Princes, a été inauguré en 1929 par JOHNNY WEISSMULLER, le champion olympique de natation qui incarna "Tarzan" à l'écran. 

Il est doté de deux bassins:
  • un bassin couvert de 33 mètres, entouré de deux galeries de cabines.
  • un bassin à l'air libre de 50 mètres qui chaque hiver se transformait en patinoire jusqu'à la fin des années 70.
Souvenir des années 30, et du style paquebot avec ses fenêtres hublots, l'endroit a tout connu : des défilés de mode aux représentations théâtrales, de la révolution du "bikini" au "topless", à l'entrainement des champions français de patinage.