giovedì 27 maggio 2010

Arata Isozak et la sua casa di vacanze a Karuizawa





"La mia volontà non è guidata da certezze totalizzanti" tiene a dire il maestro settantasettenne a proposito del metodo con cui progetta architetture e visioni di città.
"Piuttosto dal desiderio di far coesistere elementi diversi raccolti in un insieme unitario, ma costituito da frammenti separati".

Il progetto della sua casa per le vacanze a Karuizawa sembra un modello di studio.
Composta di tre volumi compatti collegati da tettoie - qualche tocco di cemento armato e tutto il resto di legno e vetro - l ’abitazione è infatti un "collage" di “camere con vista”, ciascuna pensata a partire da un particolare scorcio visivo.

Questo piccolo rifugio nella Cortina d’Ampezzo giapponese è stato progettato in diverse fasi più di vent’anni fa (nel 1980 il corpo principale, nel 1987 la guest house, nel 1992 lo studio), ma è ancora attualissimo con le sue forme elementari disposte liberamente sul declivio.

E rispecchia pienamente la tradizione nipponica dell’abitare: spazi contenuti, pochi arredi essenziali e aperture sul paesaggio pensate come dei veri quadri.

Dalla camera da letto all’atelier della moglie (la pittrice e scultrice Aiko Miyawaki), fino al soggiorno-pranzo semicircolare con tetto conico dove l’architetto riceve gli amici, ogni ambiente ha almeno una grande finestra o parete di vetro affacciata sulla foresta, che con la sua ricchezza di intrecci e di sfumature di verde fa da contrappunto alla semplicità degli interni rivestiti di hinoki color senape, un legno simile al cipresso.

Negli anni Sessanta Isozaki è stato uno degli allievi prediletti del grande architetto Kenzo Tange, ma anche uno sperimentatore vicino al gruppo dei Metabolisti (movimento utopico sorto in Giappone negli anni 60, dava importanza soprattutto ai processi che regolano la formazione e la vita della città), che ha influenzato alcuni suoi progetti come la metropoli flottante “City in the air” (1960).

Più tardi, negli anni Ottanta, è stato uno dei padri del Postmodernismo e molte sue architetture di quel periodo, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles, sono nate proprio a Karuizawa.
Oggi ha le sue opere disseminate in tutto il mondo, dalla Cina al Qatar, dal Vietnam al Kazakistan. A Montecarlo è in lizza con altre quattro archistar per il nuovo piano di ampliamento della città.

E in Italia si costruirà, dopo mille polemiche, la sua super-pensilina per l’uscita del Museo degli Uffizi di Firenze, un segno forte di modernità che sembra voler sfidare l’integralismo storico-culturale della città.
Si saprà a breve, invece, l’esito del concorso per la nuova stazione ferroviaria di Bologna, in cui è tra i finalisti.

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